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  • Felici cambiamenti nel Quebec
    Svegliatevi! 1975 | 22 agosto
    • Chiesa fu virtualmente assoluto. . . . E con il suo clero risoluto, estese i propri tentacoli agli uffici governativi, alle istituzioni del sapere, ai depositi bancari degli uomini d’affari e alle case del popolo. . . .

      “Per tutto il diciannovesimo secolo, la Chiesa combatté su tutti i fronti la sua decisa battaglia contro ogni idea liberale o anticlericale che potesse infiltrarsi nel Quebec”.

      A causa di queste peculiarità della storia, il Quebec non sentì gli effetti della rivoluzione francese, della rivoluzione americana e della rivoluzione industriale. A metà del XX secolo la provincia era un residuo della società agraria del XVIII secolo tagliata fuori a causa della lingua dalla principale influenza dell’America Settentrionale.

      Il retrogrado Quebec dominato dalla Chiesa divenne un fertile suolo di sfruttamento da parte di uomini senza scrupoli.

  • Chiesa e Stato si uniscono per impedire il progresso
    Svegliatevi! 1975 | 22 agosto
    • Chiesa e Stato si uniscono per impedire il progresso

      NEL 1936 Maurice Duplessis divenne primo ministro del Quebec. A eccezione di un periodo di carica (1939-1944), rimase al potere fino alla sua morte avvenuta nel 1959. Lo storico Leslie Roberts lo ha descritto come uno “spietato demagogo che governò il suo partito di Unione Nazionale e l’intera provincia di Quebec con una volontà di ferro; caporione e dittatore; grand seigneur e tiranno”.

      Il dominio di Duplessis è stato descritto nello Star di Toronto come “il più apertamente corrotto che la provincia abbia mai avuto”.

      Sostenuto dalla Chiesa

      E da dove trasse il sostegno per fare questo male? Dal “Quebec rurale . . . dove la Chiesa era onnipotente. Fu di lì che attinse la sua forza il primo capo del partito, Maurice Duplessis”, dice Canada 70.

      Per rimanere al potere il sistema di Duplessis aveva bisogno della Chiesa Cattolica Romana. La responsabilità del danno che la sua amministrazione ha recato alla provincia e alla popolazione deve attribuirsi al clero di Roma.

      Quale vantaggio trasse il clero da questa alleanza? Lo studio Canada 70 spiega: “Ai Testimoni di Geova fu negato il diritto di assemblea e di libertà di parola perché essi mettevano in dubbio il vangelo secondo le Chef (Duplessis) e la Chiesa Cattolica Romana. Egli mantenne il suo potere mediante l’alleanza con la Chiesa, i contadini, e la reazionaria élite degli uomini d’affari di lingua inglese. In tutto ciò fu assistito da una stampa arrendevole”.

      Odiando la libertà Duplessis si confaceva perfettamente agli scopi della Chiesa Cattolica. Il clero voleva dedicare il popolo del Quebec alla Chiesa. I vescovi proclamarono che la nazione franco-canadese aveva una missione messianica, “fare della provincia di Quebec una nazione cristiana che prendesse il posto della vacillante Francia nel ruolo di figlia primogenita della Chiesa”.

      Duplessis e la Chiesa collaborarono per soffocare l’istruzione e il progresso che avrebbero liberato les Québecois dalla stretta medievale in cui si trovavano. Questa unione riuscì in larga misura a impedire il progresso e a tenere il popolo del Quebec soggetto all’oppressivo dominio di chiesa e stato.

      Ma non tutti si piegarono al sistema! Ci fu un barlume di libertà che questa dittatura locale non poté spegnere!

      I testimoni di Geova combattono per la libertà religiosa

      Il Signore Gesù aveva detto di questo “tempo della fine” in cui siamo dal 1914: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:14) I cristiani testimoni di Geova accettano questo mandato. La provincia di Quebec fa parte della “terra abitata”. Nel 1924 i testimoni di Geova cominciarono ad estendervi la loro attività missionaria evangelica.

      I problemi apparivano enormi. La gente, se era lasciata in pace, era abbastanza amichevole; ma a causa dell’influenza dei sacerdoti la violenza e gli arresti divennero un aspetto normale dell’esperienza dei missionari. Molti giudici cattolici, educati dai sacerdoti, avevano una visione alquanto miope dei diritti legali di chiunque osasse dissentire dalla Chiesa. Nel 1924 cominciarono nelle corti del Quebec le lotte legali che continuarono fino al 1964.

      I testimoni di Geova cercavano di esercitare il diritto di libertà di adorazione, garantito dalla legge, proclamando pacificamente al popolo l’incoraggiante messaggio del regno di Dio retto da Cristo Gesù. Ma nel Quebec, il tentativo di esercitare queste moderne libertà si scontrò con un sistema controllato dai cattolici romani che in realtà non era mai uscito dal Medio Evo. Per loro i testimoni di Geova (o qualsiasi non cattolico) erano eretici che non avevano nessun diritto.

      Fu uno scontro classico simile a quello che ebbero gli apostoli quando cercarono di predicare il messaggio del regno di Dio nonostante il potere romano ai giorni di Nerone. I testimoni di Geova si trovarono davanti una Chiesa Cattolica potente, ricca e con solide basi politiche. Da un punto di vista umano era inutile combattere; apparentemente la Chiesa Cattolica aveva tutti i vantaggi. Gli umili testimoni di Geova non avevano nessuna influenza né l’appoggio delle autorità terrene, ma erano estremamente forti nella fede e nello spirito di Geova.

      Prima della seconda guerra mondiale l’attività dei testimoni di Geova era limitata e oggetto di continue molestie da parte di sacerdoti, turbe e pubblici ministeri. Ma a metà degli anni quaranta la lotta per la libertà di predicare giunse al culmine. A questo punto il potere politico era in mano a Duplessis, lo strumento della Chiesa. Sarebbe egli riuscito a fermare la predicazione dei cristiani testimoni di Geova? Sarebbe riuscito a impedire che la Bibbia aperta giungesse nelle mani della popolazione cattolica del Quebec?

      “Guerra spietata”

      Nel 1944 l’attività evangelica dei testimoni di Geova cominciò a espandersi nella provincia di Quebec. Riprese la stessa vecchia storia dei processi per motivi insignificanti, e a Montreal, Verdun, Lachine e Quebec furono mosse le accuse di distribuzione di circolari, vendita ambulante o di suonare i campanelli.

      I testimoni di Geova non si fecero distogliere con facilità dall’incarico dato loro da Dio di predicare “questa buona notizia del regno”. Le cause furono dibattute e la predicazione continuò. Nel 1945 la lotta s’intensificò con una serie di tumulti istigati dal clero cattolico. Questi tumulti scoppiarono primariamente a Châteauguay e a Lachine. La pubblicità che ne risultò in tutto il paese rivolse l’attenzione al crescente conflitto religioso che si combatteva nel Quebec.

      Alla fine del 1945 c’erano nei tribunali 400 cause pendenti. Le autorità speravano con i rinvii e le molestie di fermare l’attività del popolo di Geova e di impedire un chiaro parere legale che permettesse di ricorrere in appello.

      Nell’autunno del 1946 si trascinavano nelle corti 800 denunce. Vi erano talmente tante cause contro i testimoni di Geova che la polizia, i giudici e le corti non potevano dibatterle tutte. La situazione si stava facendo critica.

      Il pubblico aveva diritto di essere informato circa il regno di terrore di Duplessis. Nel novembre del 1946 i testimoni di Geova pubblicarono un infuocato volantino che denunciava la persecuzione a cui erano soggetti nel Quebec da parte dei poteri della chiesa e dello stato.

      La distribuzione di questo capo d’accusa e di un successivo volantino fu un duro colpo per Duplessis. Minacce, fulmini e la dichiarazione di una “guerra spietata ai testimoni di Geova” furono la sua reazione. Alle 800 cause pendenti, in quattro mesi si aggiunsero altre 843 denunce. Comunque, i pubblici ministeri passarono ora dalle semplici accuse di violazione di leggi locali a gravi imputazioni penali per libello sedizioso e cospirazione. Le autorità non fecero nessun tentativo per negare i fatti esposti negli opuscoli. In effetti dissero: ‘Siete sediziosi anche se dite la verità sulla reale gravità di questa situazione’.

      Si intensificano le difficoltà

      Perseverando nell’adempimento del loro incarico, i cristiani testimoni di Geova videro intensificarsi le difficoltà. Nelle strade si formarono turbe contro i Testimoni che andavano alle porte.

      A motivo della loro fede, i fanciulli furono espulsi dalla scuola o trascinati in tribunale come delinquenti minorili. Padri di famiglia persero il lavoro, le licenze commerciali furono ritirate. La polizia e le turbe invasero i luoghi di adorazione e sciolsero le adunanze.

      Rispettabili ragazze cristiane furono arrestate, spogliate e tenute in sudice prigioni insieme a prostitute, ladre e morfinomani. Alcune furono arrestate mentre camminavano semplicemente per la strada o andavano a fare la spesa. Si dovettero distribuire molti volantini di notte per evitare l’arresto illecito mentre si esercitava questo diritto costituzionale.

      Janet MacDonald, una fedele missionaria che partecipò a quest’opera, dice: “Distribuimmo i volantini di giorno e di notte. Percorremmo la campagna in lungo e in largo in mezzo alla neve del gelido inverno, spesso con la polizia alle calcagna. Nel cuore della notte un’auto piena di Testimoni entrava di corsa in un villaggio con una certa quantità di volantini. Ognuno di noi correva alle case assegnate, lasciava i volantini, tornava di corsa all’auto e via! Mentre la polizia perquisiva quel villaggio, noi eravamo in viaggio verso un altro”.

      Nel suo libro The Chief, Leslie Roberts disse della guerra di Duplessis: “Squadre della polizia provinciale arrestarono letteralmente centinaia di Testimoni che se ne stavano tranquilli agli angoli delle strade distribuendo i loro infuocati volantini. Nella città di Quebec, un uomo di nome Laurier Saumur divenne il principale delinquente ‘recidivo’ . . . arrestato e accusato durante la ‘guerra’ in centotré separate occasioni”.

  • Vinta l’oppressione
    Svegliatevi! 1975 | 22 agosto
    • Vinta l’oppressione

      GLI estremi provvedimenti adottati da Duplessis e gli oltraggiosi commenti di alcuni giudici di corti inferiori causarono una violenta reazione da parte di Canadesi amanti della libertà.

      In una causa dibattuta nella città di Quebec, il giudice Jean Mercier mosse un aspro attacco a un testimone di Geova processato per l’accusa di semplice violazione di un regolamento locale. Il 19 dicembre 1946 il Globe and Mail, influente giornale di Toronto, commentò la cosa nell’articolo di fondo. Con il titolo “Ritorno dell’Inquisizione”, diceva:

      “La persecuzione della setta religiosa chiamata Testimoni di Geova, ora in atto nella provincia di Quebec con l’entusiastica sanzione ufficiale e giudiziaria, ha preso una piega che fa pensare che nel Canada francese sia tornata l’Inquisizione. Il giudice Jean Mercier della corte della città di Quebec avrebbe detto che la polizia del Quebec ha ora l’ordine di ‘arrestare a vista ogni Testimone conosciuto o sospetto’. Se è così, il potere della polizia del Quebec viene impiegato per mettere sotto chiave uomini e donne per il fatto che hanno un’opinione religiosa.

      “Questo è un mostruoso oltraggio alle libertà civili. La teoria dell’Inquisizione era che una funzione delle corti fosse quella di liberare la comunità dagli eretici. L’Inquisizione metteva a morte gli eretici, mentre il Quebec li mette solo in prigione; ma il giudice Mercier non sarebbe evidentemente avverso a ripristinare la pena più severa. Condannerebbe ogni Testimone di Geova ‘come minimo all’ergastolo’ se fosse possibile, secondo le parole che gli sono attribuite”.

      Molti Canadesi furono scandalizzati

      Le informazioni relative alla persecuzione dei testimoni di Geova scandalizzarono molti Canadesi. La fede e la tenacia di questa minoranza di fronte alla schiacciante opposizione suscitarono il rispetto di molti.

      Un rinomato giornalista, Jack Karr, scrisse nello Star di Toronto del 26 dicembre 1946:

      “Ci vuole coraggio per essere oggi Testimone di Geova nella provincia di Quebec, coraggio e quella cosa detta comunemente fegato. Poiché i Testimoni sono l’oggetto di odio, sospetto e disprezzo del popolino. Pochi abitanti del Quebec, però, sembrano sapere con certezza perché odiano e disprezzano i Testimoni, eccetto che il loro governo ha detto di guardarsene.

      “Ma se per quelli che non sono abitanti del Quebec è difficile essere Testimone nella provincia, dev’essere molte volte più difficile per gli abitanti del Quebec che hanno rinunciato alla loro fede e si sono uniti al movimento. Hanno perso gli amici e in effetti sono socialmente messi al bando nei loro quartieri. Quelli che un tempo erano loro amici ora li spiano, essi affermano, e denunciano le loro attività, e quando si tengono adunanze, negli immediati dintorni si sente la tensione dell’antagonismo e sono apertamente spiati.

      “Per questa ragione, talvolta è un po’ difficile a uno di fuori capire il significato della situazione e comprendere pienamente che nel Canada accadono sul serio queste cose. L’osservatore può non essere totalmente d’accordo con le dottrine dei Testimoni o coi metodi che usano per conseguire i loro fini, ma dopo aver fatto l’esperienza di frequentarli avrà come minimo enorme rispetto per il coraggio e la tenacia con cui fanno valere i loro diritti. . . .

      “In breve, i Testimoni di Geova, un gruppetto di 200 persone, hanno creato molto scalpore nel vecchio Quebec. E in una città con una popolazione per il 90 per cento di lingua francese e per il 95 per cento cattolica romana, le loro adunanze cominciano ad assomigliare alle adunanze dei primi cristiani nella Roma di Nerone”.

      E quali furono i risultati di tutte queste sofferenze?

      Dal 1949 al 1959 i testimoni di Geova ottennero cinque vittorie notevoli alla Corte Suprema del Canada, attenuando così lo spietato attacco della chiesa e dello stato. Queste cause dibattute alla Corte Suprema costituirono dei precedenti da cui derivarono princìpi guida secondo i quali furono dibattute con successo molte altre centinaia di cause.

      Le ultime due principali cause furono vinte nel 1959. In un caso un testimone di Geova che aveva gestito un ristorante a Montreal intentò privatamente un procedimento contro Maurice Duplessis. La sua licenza per la vendita dei liquori era stata ritirata perché egli aveva provveduto la cauzione a molti testimoni di Geova accusati. La Corte Suprema del Canada ritenne Duplessis personalmente responsabile dei danni. Tre mesi dopo che era stato pagato il risarcimento, Duplessis morì.

      Riconosciuto il valore delle decisioni

      Il valore di queste decisioni e della coraggiosa presa di posizione dei testimoni di Geova è stato calorosamente riconosciuto dalle principali autorità costituzionali del Canada. Nel suo libro Federalism and the French Canadian, Pierre Elliott Trudeau, ora primo ministro del Canada, ha dichiarato: “Nella provincia di Quebec i Testimoni di Geova . . . sono stati scherniti, perseguitati e odiati dalla nostra intera società; ma con mezzi legali sono riusciti a combattere la chiesa, il governo, la nazione, la polizia e l’opinione pubblica”.

      Il prof. Frank Scott della McGill University, nel suo libro Civil Liberty and Canadian Federalism, considera la causa Lamb v. Benoit: “La causa della Lamb è solo un altro esempio di illegalità della polizia, ma fa parte del triste quadro che in anni recenti è stato troppe volte messo a nudo nel Quebec. La signorina Lamb, altra testimone di Geova, fu illegalmente arrestata e trattenuta per il fine settimana senza che le venisse mossa alcuna accusa. Non le permisero di telefonare all’avvocato e quindi le offrirono la libertà purché firmasse un documento che esonerava la polizia da ogni responsabilità per il modo in cui l’avevano trattata. Leggendo tale racconto ci si chiede quante altre vittime innocenti sono state trattate allo stesso modo dalla polizia ma non hanno avuto il coraggio e i mezzi per arrivare alla vittoria finale, in questo caso dodici anni e mezzo dopo l’arresto. Dovremmo essere grati di avere in questo paese alcune vittime dell’oppressione statale che difendono i loro diritti. La loro vittoria è la vittoria di noi tutti”.

  • Il Quebec avanza: La rivoluzione pacifica
    Svegliatevi! 1975 | 22 agosto
    • Il Quebec avanza: La rivoluzione pacifica

      ENTRO sei mesi dalla morte di Duplessis avvenuta nel 1959 il suo governo cadde. Nel suo libro Canada and the French Canadian Question, Ramsay Cook disse: “La morte di Duplessis ha tolto un coperchio che aveva tenuti sigillati per oltre un decennio i germi del malcontento. C’è da dubitare che anche Duplessis riuscisse a tenercelo ancora per molto, poiché le forze sociali ed economiche all’opera erano troppo potenti”.

      Scrivendo in merito a queste condizioni, Pierre Elliott Trudeau (egli stesso cattolico) descrisse la necessità di “liberare le coscienze tiranneggiate da una chiesa clericale e oscurantista . . . di liberare gli uomini oppressi da una tradizione autoritaria e superata”. Egli indicò che nel

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