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  • “Questo lavoro ci piace!”
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • che non ho mai avuto quando vivevo solo per i piaceri”.

      È dunque evidente che i partecipanti a questo straordinario progetto edilizio hanno imparato molte lezioni. Hanno imparato nuovi mestieri. Si sono fatti molti buoni amici e hanno visto esempi di condotta e umiltà cristiana. Anche i loro bisogni sia spirituali che materiali sono stati abbondantemente soddisfatti.

      Il presidente di una locale impresa edile ha riassunto i sentimenti dei lavoratori quando è venuto recentemente a fare una visita. Ecco i suoi commenti: “Vedendo oltre 300 persone, per la maggior parte giovani inesperti, che lavorano insieme d’amore e d’accordo, con le facce sorridenti, ed è chiaro che si divertono, vorrei che tutti fossero altrettanto contenti del proprio lavoro”.

      Ho pensato fra me: Un giorno, nel nuovo ordine che Dio stabilirà, sarà proprio così. — Sal. 37:11; Isa. 65:21, 22.

  • Il terremoto che ha sconvolto l’Irpinia
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • Il terremoto che ha sconvolto l’Irpinia

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Italia

      “IL TERREMOTO! IL TERREMOTO!” gridava la gente terrorizzata cercando scampo, mentre le tremende scosse sismiche scuotevano il suolo. Erano le 19,34 del 23 novembre 1980, una domenica che era stata piena di sole e abbastanza tranquilla, se si considera che in questi tempi la vita in Italia è spesso turbata da atti di terrorismo.

      Questo violento terremoto ha colpito le regioni italiane della Campania e della Basilicata con epicentro nell’Irpinia, una zona montuosa già devastata dal terremoto nel 1930 e nel 1962. Le scosse, fra il 9° e il 10° grado della scala Mercalli, hanno sconvolto un’area di 25.000 chilometri quadrati.

      Le vittime e i danni

      Secondo fonti ufficiali oltre tremila persone hanno perso la vita. Ma tenendo conto dei dispersi, si ritiene che i morti siano stati quasi cinquemila. I feriti sono stati oltre settemila e i senzatetto circa trecentomila. Alcuni paesi, quasi completamente distrutti, probabilmente dovranno essere ricostruiti in zone più sicure.

      Anche se le vite umane sono il bene più prezioso, alcuni dati sui danni alle cose materiali possono meglio descrivere la vastità del disastro. Senza calcolare gli appartamenti lesionati, ne sono stati distrutti completamente circa 39.000. Il bilancio complessivo dei danni non è stato fatto con precisione, né probabilmente lo si potrà mai fare. Pare che nella sola provincia di Avellino i danni alle abitazioni ammontino a oltre trentamila miliardi di lire.

      Le opere d’arte e i resti archeologici sono stati gravemente danneggiati. Fra questi sono compresi i famosi scavi di Ercolano e Pompei, rimasti chiusi ai visitatori per qualche tempo. I resti di antichi monumenti e ville romane sono completamente crollati e per essi, a detta degli esperti, il terremoto è stato peggiore di un bombardamento.

      Parlano alcuni sopravvissuti

      Ciò che è accaduto durante il terremoto sarà difficilmente dimenticato dai sopravvissuti. Un abitante di Avellino racconta: “Appena io e mia moglie ci siamo resi conto che era stato il terremoto a scuotere la casa, abbiamo cercato di precipitarci all’aperto. Io ero scalzo e in pigiama. Nel buio più completo, pur traballando per le forti scosse, siamo riusciti ad andar fuori. Ci siamo abbracciati. Ringraziando Dio eravamo salvi. Ma non c’era tempo per gioire. Dal fitto buio della campagna si è levato intorno a noi uno spaventevole urlo umano collettivo, accompagnato dal fragore dei crolli. Poi abbiamo udito il rombo cupo del terremoto che andava placandosi, accompagnato dal disperato latrare dei cani della zona”.

      “Le giornate che hanno preceduto il cataclisma erano bellissime e piene di sole”, racconta un sorvegliante viaggiante dei testimoni di Geova in servizio nella zona colpita. Egli prosegue: “La sera del disastro mi trovavo ospite insieme a mia moglie in casa di amici. All’improvviso l’appartamento è sobbalzato violentemente. Abbiamo cercato rifugio sotto l’architrave di una porta. Le scosse sono durate 80 interminabili secondi, i più lunghi della nostra vita. Siamo rimasti incolumi e, usciti all’aperto, abbiamo trovato il paese nel panico. La gente gridava correndo qua e là come impazzita, mentre l’urlo delle sirene dei mezzi di soccorso lacerava l’aria. Non potremo mai dimenticare ciò che è accaduto quella sera”.

      Un’anziana coppia di Calitri (Avellino) ricorda: “Siamo usciti di casa illesi. Ma la terra si muoveva così violentemente che non riuscivamo a stare in piedi. Con grandi sforzi abbiamo raggiunto un palo della segnaletica stradale afferrandolo disperatamente. Mentre stavamo così aggrappati, abbiamo visto con orrore interi edifici crollare vicino a noi e il selciato della strada sprofondare di alcuni metri”.

      Un uomo di Laviano (Salerno), un paese gravemente colpito, dice: “Cos’è stato il terremoto? Ho sentito come il rumore prodotto da cinquemila ruspe sotto i miei piedi e poi una grande esplosione”. Egli ha aggiunto: “Immediatamente ho gridato a mia moglie e mia figlia di fuggire attraverso la porta più vicina. Mentre io ero già fuori, mi sono accorto con terrore che non erano riuscite ad aprire la porta che avevo loro indicata. La casa stava crollando ed erano là dentro. Ma grazie a Dio, mentre quasi tutto l’edificio era in rovina, la parte intorno a loro era rimasta in piedi. Erano vive”.

      “Eravamo a cena con una famiglia di nostri fratelli in fede”, racconta un uomo di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), un altro paese devastato dal sisma. “Mentre stavamo tranquillamente cenando”, aggiunge, “c’è stata una scossa terribile. I vecchi muri della casa, larghi un metro e dieci centimetri, sembravano di cartapesta. In un primo momento pensavamo a un autotreno uscito fuori strada e venuto a schiantarsi contro la casa. Ma subito dopo abbiamo capito che era il terremoto. Al buio e fra la polvere dei calcinacci abbiamo cercato rifugio sotto il tavolo, senza riuscirci perché le scosse ci hanno sbattuti lontano. Quando è crollato il soffitto, abbiamo pensato che per noi era la fine. Ma le grosse travi, trattenute dai mobili che erano d’intorno, hanno formato come una capanna protettiva sopra le nostre teste. Siamo riusciti a trovare una via fra le macerie e uscire vivi”.

      A Eboli (Salerno) “quando è cominciato il terremoto”, afferma uno degli anziani responsabili della congregazione, “il gruppo era radunato in adunanza. Senza lasciarsi prendere dal panico, i presenti son rimasti fino al termine del programma ed hanno ringraziato sentitamente Dio per essere stati protetti”.

      Il dramma dei sepolti vivi ha profondamente colpito le persone. A Lioni (Avellino) Antonio, un bambino di 11 anni, è rimasto per tre giorni sotto le rovine. Poi il terzo giorno è stato salvato quasi per caso. Il motore della ruspa che scavava sopra di lui si è spento per mancanza di nafta. L’improvviso silenzio è stato la sua salvezza. Se ci fosse stata un po’ più di nafta l’escavatrice lo avrebbe probabilmente schiacciato. I soccorritori, udite le sue grida soffocate, hanno ripreso febbrilmente a scavare a mano. Finalmente Antonio è stato tratto fuori sano e salvo, soltanto con qualche graffio.

      Fra le persone tratte fuori dalle macerie c’erano due centenari, un uomo e una donna di due paesi in provincia di Salerno. Sono stati salvati alcuni giorni dopo il sisma. La gente li ha chiamati “nonni terremoto”. Una donna di 72 anni di Santomenna (Salerno), rimasta sepolta nella cantina, è stata tratta in salvo dopo una settimana. Come ha potuto mantenersi in vita se, come hanno affermato alcuni esperti, mediamente dopo quattro giorni senza bere si muore per disidratazione? Questa anziana donna aveva con sé dei biscotti e alcune bottiglie di salsa liquida di pomodoro che le hanno permesso di dissetarsi e mantenersi in buone condizioni. I giornali hanno affermato che la pioggia ha permesso ad alcuni sepolti vivi di sopravvivere bevendo delle gocce d’acqua e mangiando il fango contenente sali nutritivi. Pare che una buona parte delle persone siano morte sotto le macerie non per lesioni, ma per mancanza di acqua e per il freddo.

      Molti, per il dolore causato dalla perdita dei loro cari, sono stati ricoverati in stato di shock. Altri son vissuti per molto tempo in preda al timore. Qualcuno, come un padre che ha perduto tre figli, si è suicidato. Un episodio che fra tanti avvenimenti drammatici ha suscitato curiosità: un cane è stato trovato vivo sotto le macerie dov’è rimasto per ben 44 giorni senza mangiare, bevendo solo acqua piovana. Pare sia stato sottoposto ad attenti esami da parte di una équipe di studiosi giapponesi.

      Il ritorno degli emigrati

      L’Irpinia è una zona generalmente povera di risorse economiche. I paesi dell’interno montuoso sono abitati prevalentemente da donne, bambini e persone anziane. Giovani famiglie, oppure soltanto uomini, hanno lasciato il loro paese e si sono recati all’estero o nell’Italia settentrionale alla ricerca di un avvenire migliore. Sono centinaia di migliaia gli abitanti di questa zona emigrati negli Stati Uniti, nel Canada, in Australia e in varie nazioni dell’Europa. Non appena dalla stampa o dai comunicati radiotelevisivi son venuti a conoscenza della gravità del disastro, gli emigrati hanno affannosamente cercato di aver notizie sulla sorte dei loro cari. Ma a causa del caos e delle linee telefoniche interrotte molti non hanno potuto sapere nulla.

      Cos’era accaduto ai familiari? Che fare? Com’era angoscioso rimanere senza notizie! Molti hanno deciso di rientrare in Italia, parte in aereo, altri in treno o in automobile. Si calcola che nei giorni immediatamente successivi al terremoto siano rientrati almeno trentamila emigrati, senza contare coloro che son ritornati dall’Italia del nord. Le ambasciate e i consolati hanno lavorato giorno e notte per accelerare il loro rientro e i governi di molte nazioni hanno collaborato stabilendo speciali mezzi di trasporto. Alcuni all’arrivo hanno potuto riabbracciare i familiari, mentre altri hanno appreso la triste notizia della loro morte. Qualcuno appena tornato dall’estero si è unito ai soccorritori e con pala e piccone si è messo a scavare per cercare i propri cari sepolti sotto le macerie.

      Le operazioni di soccorso

      Non appena si sono rese conto della gravità del terremoto, le autorità hanno organizzato le operazioni di soccorso. È stato impiegato anche l’esercito. Complessivamente sono stati distaccati sul posto più di trentamila soldati, oltre a migliaia di vigili del fuoco. Da ogni parte del paese e anche dall’estero sono accorse numerose squadre di volontari. Studenti, medici, infermieri, persone di ogni condizione, hanno collaborato per soccorrere la popolazione. Una speciale squadra di vigili del fuoco attrezzati con sonde acustiche per scoprire le vittime sepolte sotto le rovine è arrivata dalla Francia. Dalla Germania Federale sono giunti 1.200 genieri completamente attrezzati per la demolizione degli edifici in rovina.

      Contributi in denaro sono stati offerti da privati, enti e vari governi europei e d’oltremare. Molti sperano che questi soccorsi possano aiutare le famiglie colpite a riprendersi dai gravi disagi. Sono stati donati anche medicinali, tende, alimenti, vestiario e roulottes. Migliaia di persone rimaste senza casa sono state ospitate nelle scuole, negli alberghi requisiti dalle autorità, nei vagoni ferroviari fatti affluire nella zona e persino negli autobus e nelle navi in disarmo ancorate nel porto di Napoli. Molti governi hanno permesso agli emigrati di portare con sé all’estero i familiari della zona devastata.

      La solidarietà umana dimostrata da tanta gente nei confronti della popolazione colpita è stata apprezzata da tutti. Alcuni hanno tuttavia osservato che mentre molti, spinti dalla generale emozione, sono pronti a collaborare quando si verificano delle circostanze così eccezionali, nella vita di tutti i giorni c’è purtroppo una grande indifferenza verso le disgrazie altrui. Ci sono i vicini che muoiono di inedia o per la miseria e nessuno, anche se lo sa, fa qualcosa per loro. Ci sono persone che giacciono a terra ferite a causa di incidenti o aggressioni, e chi passa guarda e va via come se niente fosse accaduto. Come sarebbe migliore il mondo se tutti mostrassero benignità umana in ogni tempo, e non soltanto dopo un disastroso terremoto!

      Soccorsi “Watch Tower”

      Nella zona colpita dal sisma, secondo i dati a disposizione dell’ufficio filiale della Watch Tower Society a Roma, abitano circa 8.500 testimoni di Geova facenti parte di oltre 130 congregazioni. Che cos’è accaduto loro? In queste situazioni di emergenza secondo le disposizioni della Watch Tower Society scatta un piano di azione che potrebbe definirsi di “pronto intervento”. I sorveglianti di circoscrizione, rappresentanti viaggianti della Società, quando la zona dove svolgono il loro servizio viene colpita da calamità devono immediatamente fare una ricognizione sul posto e informare l’ufficio filiale. Già nella mattinata successiva al terremoto, in base alle notizie raccolte, era stato possibile fare un bilancio molto preciso della situazione. Nessun testimone di Geova era morto o ferito. Di questo tutti i Testimoni sono molto grati a Dio, anche se essi provano un sincero dolore per le numerose vittime fra le quali hanno amici e parenti, e profonda comprensione per il lutto di chi ha perduto i propri cari.

      Decine di Testimoni hanno avuto la casa completamente distrutta. Alcune centinaia delle loro abitazioni, per quanto danneggiate, potranno essere riparate. Diversi locali, dove essi tengono le loro adunanze cristiane, non sono più utilizzabili, mentre altri hanno dovuto essere restaurati. Uno dei sorveglianti viaggianti che ha partecipato alle operazioni di soccorso narra cosa ha fatto dopo il terremoto:

      “Ero a San Bartolomeo in Galdo (Benevento) dove avevo appena terminato la visita alla locale congregazione cristiana. Dopo le prime scosse telluriche, che in quel paese non hanno provocato gravi danni, ho appreso dalla radio che il terremoto aveva distrutto diversi centri dove si trovano le comunità che visito regolarmente. Sono partito immediatamente con mia moglie e dopo tre ore di viaggio in auto nel buio e percorrendo strade di montagna, sono arrivato verso le ore 23 ad Avellino. Dopo essermi accertato che tutti i nostri fratelli spirituali erano incolumi, ho proseguito di notte verso altri paesi per conoscere la situazione. Una cosa che ho notata ed apprezzata molto è che gli anziani e i servitori di ministero, che sono i responsabili nelle congregazioni dei testimoni di Geova, stavano insieme ai loro fratelli in fede, condividendo i loro disagi, anche se molti di loro avrebbero potuto dormire in luoghi più comodi o sicuri”.

      Il lunedì pomeriggio, a meno di ventiquattro ore dal sisma, i soccorsi inviati da Roma dalla Watch Tower Society erano già arrivati nella zona colpita: coperte, tende, materassini, cibo, medicinali, vestiario e altri beni di prima necessità. Successivamente sono state consegnate decine di roulottes. A questo proposito, lo stesso sorvegliante viaggiante racconta:

      “Quando il lunedì sera i nostri conservi cristiani hanno ricevuto i soccorsi, son rimasti sorpresi per questa rapida assistenza. Sono stati molto incoraggiati dalla prova di amore dei loro fratelli in fede. In una baracca improvvisata siamo riusciti ad allestire rapidamente una cucina ed abbiamo distribuito dei pasti caldi così necessari per il clima molto rigido. Naturalmente i nostri conservi non sono stati egoisti. Hanno condiviso il loro cibo con numerose persone prive di aiuto. Ricordo che a Montella (Avellino) abbiamo portato molti alimenti. E poiché i vicini dei Testimoni non avevano ancora ricevuto alcun soccorso, abbiamo distribuito loro pasta, olio, riso, zucchero, pane, latte e biscotti per i bambini”.

      Grazie alle amorevoli contribuzioni dei testimoni di Geova di ogni parte del paese e di altre nazioni, i loro fratelli cristiani nel bisogno sono stati prontamente aiutati. Lo speciale comitato di soccorso costituito nella zona dovrà occuparsi ancora a lungo dell’opera di assistenza, anche perché la terra ha continuato a tremare per diversi mesi causando ulteriori danni e disagi.

      Oltre l’aiuto materiale i testimoni hanno ricevuto la necessaria assistenza spirituale che ha permesso loro di affrontare i disagi senza perdersi d’animo. Questi cristiani, riferisce un sorvegliante viaggiante, non hanno cessato di compiere opere di fede neppure subito dopo il terremoto: “Ho trascorso i primi giorni dopo il disastro vivendo in tende con un gruppo di Testimoni. Poiché non ce ne mancava il tempo, tutti i giorni abbiamo fatto delle considerazioni bibliche senza trascurare il programma di alcuna adunanza. Stando insieme ci siamo edificati spiritualmente aiutandoci per qualsiasi necessità.

      “Le congregazioni che non hanno potuto radunarsi in un unico luogo sono state organizzate in vari gruppi, ognuno assistito da un anziano responsabile. Alcuni si sono riuniti in roulottes, altri in tende e case private. Dopo la prima settimana è ripresa anche l’opera di diffusione del messaggio di speranza della Parola di Dio. Molte persone hanno incolpato Dio del terremoto, ma altre ci hanno chiesto perché queste calamità avvengono, ed hanno ascoltato attentamente”.

      È incoraggiante notare che questi cristiani non si sono fatti vincere dallo scoraggiamento mantenendo ferma la loro fiducia in un futuro migliore.

      Speculatori e saccheggiatori

      Ad aggravare i disagi della gente un gran numero di “sciacalli” hanno compiuto azioni estremamente crudeli che denotano il basso livello morale dell’odierna società umana.

      Certuni hanno cercato di speculare persino sulla vendita delle casse da morto, che sono state vendute anche a 800.000 lire l’una. L’acqua minerale, così necessaria per i danni agli acquedotti, è stata venduta a prezzi altissimi. Bande organizzate di ladri si sono mischiate ai soccorritori per rubare gli oggetti di valore sotto le macerie. Una banda travestita con camici bianchi da infermieri si è appropriata di una grande quantità di coperte e altro materiale. Automezzi pieni di roba destinata alle zone disastrate sono stati assaltati dai ladri. Altri ladri, travestiti da agenti di pubblica sicurezza, si sono posti ai bivi delle strade e dopo aver cambiato i segnali stradali, hanno dirottato i camion che recavano soccorsi.

      Le autorità hanno preso provvedimenti impiegando l’esercito per scortare i mezzi di trasporto. Secondo alcuni quotidiani, coniugi senza figli sono riusciti sotto falso nome a procurarsi dei bambini rimasti orfani a causa del terremoto.

      Perché il terremoto?

      Uno degli episodi che ha particolarmente colpito l’opinione pubblica è stata la morte di decine di persone, fra cui molti bambini, avvenuta per il crollo della chiesa cattolica di Balvano (Potenza), durante la celebrazione di una messa. Il Corriere d’Informazione del 1º dicembre 1980 ha riportato sulla sciagura la testimonianza di una superstite, un’anziana signora che era presente alla funzione religiosa: “Eravamo in chiesa in 350 persone circa, tutti anziani e bambini. Questi ultimi stavano preparandosi al catechismo per la prima comunione. Quella sera la Messa la celebravano due missionari venuti per preparare i bambini e per dirci che non dovevamo credere a quello che si andava dicendo per bocca dei ‘testimoni di Geova’. Quest’ultimi andavano ripetendo che la fine del mondo è vicina. In tutti questi anni, ci diceva dal pulpito il missionario — prosegue la donna con le lacrime agli occhi — non è mai successo niente. Ora vogliono far intendere che la fine è stata fissata per il 1980. Non ha finito di pronunciare l’anno che abbiamo sentito un rumore come di scoppio di bomba e subito siamo saltati in piedi scappando verso l’uscita. Ci siamo trovati in tanti bloccati sulla porta principale — aggiunge la donna — e sono incominciati a cadere i pezzi di tetto addosso. Io mi sono trovata con altre tre persone accanto ad una colonna di sostegno e per istinto mi sono portata le mani alla testa per aspettare la morte. Ho visto gli altri che tentavano di scappare rimanere sotto le macerie. Di colpo tutto è diventato buio. Non ho visto più niente. Il terreno ha ballato per tanto tempo. Una cosa terrificante che mi ha tolto la forza di parlare”.

      Un sacerdote cattolico, riguardo alla sciagura appena descritta, in un articolo intitolato “Perché Dio ha colpito durante la Messa?” ha affermato: “La calamità e il male sono in mano di Dio per un fine di correzione e di prova” (Dal Mattino di Padova del 28 novembre 1980).

      Ma che cosa dicono le Sacre Scritture? Esse affermano che “quando è nella prova, nessuno dica: ‘Son provato da Dio’. No; poiché coi mali Dio non può esser provato né egli stesso prova alcuno”. (Giac. 1:13) Dio non può dunque aver causato il terremoto che ha colpito vecchi e bambini.

      D’altra parte, i lettori della Sacra Bibbia sanno perché i terremoti colpiscono così frequentemente diverse zone della terra in questi ultimi decenni. Gesù non precisò nessuna data, ma in una sua profezia disse che il “termine del sistema di cose” attuale sarebbe stato contrassegnato da varie calamità, compresi “terremoti in un luogo dopo l’altro” (Matt. 24:3, 7) o, come riferisce il Vangelo di Luca, da “grandi terremoti”. (Luca 21:11) Pertanto i terremoti che da qualche decennio sono così frequenti e devastatori dimostrano che viviamo negli “ultimi giorni” dell’attuale sistema di cose malvagio. — II Tim. 3:1-5.

      Pertanto, gli avvenimenti del nostro tempo, terremoti inclusi, dovrebbero indurci a riflettere e a mantenerci spiritualmente ben “svegli”, poiché ‘la nostra liberazione s’avvicina’. (Luca 21:28, 34-36) Fra breve Dio instaurerà un nuovo sistema di cose dove “la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena”. (Riv. 21:4) I testimoni di Geova sono lieti di annunciare questa buona notizia a tutte le persone afflitte affinché possano guardare con fiducia a un futuro migliore.

      [Diagramma/Cartina a pagina 21]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      Zona devastata dal sisma

      Zona in cui si sono verificati gravi danni

      [Cartina]

      CASERTA

      AVELLINO

      NAPOLI

      BENEVENTO

      S. ANGELO DE’ LOMBARDI

      LIONI

      TEORA

      PESCOPAGANO

      SANTOMENNA

      LAVIANO

      BALVANO

      EBOLI

      SALERNO

      MATERA

      POTENZA

      [Immagine a pagina 22]

      Rovine a Sant’Angelo dei Lombardi

  • Una lettrice di “Svegliatevi!” salva una vita
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • Una lettrice di “Svegliatevi!” salva una vita

      Una lettrice dell’Ohio (U.S.A.) che aveva letto l’articolo sulla respirazione artificiale pubblicato nell’edizione dell’8 febbraio 1979 (edizione italiana dell’8 luglio 1979) ha scritto quanto segue:

      “Desidero ringraziarvi dell’articolo pubblicato in ‘Svegliatevi!’ . . . Oggi mio nipote stava per annegare nella mia piscina. La prima cosa a cui ho pensato è stata quell’articolo. Metteva in risalto l’utilità della respirazione a bocca a bocca, anche quando [la situazione] sembra disperata. Pensavo che mio nipote fosse morto, ma ho deciso di praticargli la respirazione a bocca a bocca finché non sarebbero arrivati i soccorsi. Veramente, se non avessi letto l’articolo, non avrei potuto aiutarlo.

      “Volevo ringraziarvi perché mi avete aiutato a salvare una vita”.

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