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Felici ricordi per una tragedia evitataSvegliatevi! 1970 | 8 giugno
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Felici ricordi per una tragedia evitata
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nell’Ecuador
ACCADDE a Cuenca, nell’Ecuador, il pomeriggio del 20 gennaio 1969. Un autocarro con cassone ribaltabile carico stava facendo marcia indietro in uno stretto viale vicino a una scuola elementare. Una ragazzina di dieci anni, forse pensando che l’autocarro l’avrebbe sorpassata, rimase sulla strada. Mentre le ruote posteriori del grosso veicolo passavano, l’abito della ragazzina vi rimase impigliato, e con orrore gli astanti la videro trascinare sotto le ruote.
Udendo le grida, il conducente si fermò e scese per investigare. Immaginate il suo orrore vedendo la ragazzina schiacciata sotto l’autocarro! S’era fermato proprio sopra di lei! L’unica cosa che poteva fare era di spostare nuovamente in avanti l’autocarro, facendo di nuovo pressione col gran peso sulle parti ferite. Risultò che le ruote erano passate sopra la gamba sinistra, poi sopra lo stomaco della ragazzina. Fu portata d’urgenza alla clinica, sorprendentemente ancora in sé.
Quando la madre ansiosa giunse al suo fianco, quali pensate che fossero le prime parole che pronunciò la figlioletta? “Mamma, non posso ancora morire. Non ho ancora tenuto uno studio biblico!” E di sua spontanea volontà la bambina diceva alle infermiere che non si doveva usare sangue per curarla. Che cosa? Una ragazzina gravemente ferita non voleva morire perché voleva insegnare a qualcuno la Bibbia? Per quelle infermiere era semplicemente incredibile!
Medico rispettoso
Quando arrivò il medico raccomandò subito un’operazione per appurare quali lesioni interne erano state causate. Il padre della bambina acconsentì, ma menzionò che l’operazione doveva avvenire senza sangue. Non avendo mai eseguito un’operazione così grave senza sangue, il medico fu sorpreso. Comunque, i genitori gli spiegarono che rispettavano la legge di Dio relativa al sangue. (Lev. 17:14; Atti 15:20) Supplicarono il medico di fare tutto quello che poteva per la bambina, ma di lasciare loro ogni responsabilità derivante dall’operare senza sangue.
Il medico si accinse a fare quello che poteva. “Dato che ho le mie proprie credenze religiose e voglio che gli altri le rispettino”, disse, “io rispetterò le vostre”.
Poco prima di essere trasportata in sala operatoria la bambina disse al padre “Non ti preoccupare papà”. Le ore passarono lentamente — cinque — e durante tutto questo tempo di ansiosa attesa, che cosa notò il gruppo di parenti e amici radunati? I genitori spiegarono loro con calma che se la bambina moriva essi avevano l’assicurazione di rivederla nella risurrezione. Una scena davvero indimenticabile!
La fiducia dei genitori fece impressione non solo al medico, ma anche a molti di coloro che si erano radunati per conoscere l’esito dell’operazione. “Sono padre anch’io”, disse uno, “ma lei mostra in questa circostanza più calma di quanta nei potrei mai mostrare io”.
Un altro disse: “Se potessi avere la fede che hanno queste persone, sarei l’uomo più felice che ci sia”.
La vicina della casa accanto, rimasta vedova di recente, andò a confortare i genitori, ma mentre se ne andava disse: “Nei due anni trascorsi dalla morte di mio marito sono stata depressa; ma vedendo voi e la vostra fede in Dio e la speranza che avete ho potuto per la prima volta trovare la felicità”.
E dopo l’operazione . . .
Venne dunque l’ora che il medico facesse il suo resoconto. Non c’era nessun osso rotto, ma gli organi avevano subìto gravi lesioni interne. La principale arteria che porta al diaframma s’era spezzata e la bambina aveva perso più di metà del suo sangue. Ma quando era iniziata l’operazione l’arteria aveva già smesso di perdere sangue, e la coagulazione aveva fermato il flusso. Un’arteria era stata troncata a soli dieci centimetri dal cuore, e tuttavia la bambina non era morta dissanguata! Il chirurgo non poteva proprio capire perché.
Anche il fegato s’era spaccato. E, a causa dell’enorme pressione, lo stomaco era stato spinto contro il diaframma, lesionandolo in due punti. Questo a sua volta s’era rotto, lacerando il polmone sinistro, mentre nello stesso tempo s’era rotto il pericardio che circonda il cuore. In altre parole, l’autocarro s’era fermato proprio prima di farle scoppiare il cuore, cosa che avrebbe causato morte istantanea.
Il medico espresse soddisfazione per l’andamento dell’operazione. Apprezzò pure la calma attitudine dei genitori: niente grida incontrollate o pianti a innervosirlo. Poté accingersi al delicato lavoro in una disposizione mentale molto più tranquilla.
Ma c’era ancora pericolo. Che dire della perdita di sangue? E che dire del pericolo d’infezione? Entrambe le cose potevano essere fatali. Durante la lunga operazione si dovette esaminare ogni centimetro dell’intestino per trovare le rotture. Si dovettero anche esaminare bene tutti gli organi che potevano essere lesi. Si potevano ancora vedere gli effetti della grande pressione cui era stato sottoposto il corpo della bambina: minuscoli vasi sanguigni erano scoppiati sul lato del collo e nell’occhio.
La mattina successiva Mimi (questo è il suo vezzeggiativo) era sveglia, di mente molto desta e, in modo sorprendente, non lamentava nessun dolore per le conseguenze dell’operazione. Il pericoloso periodo di quarantott’ore passò e ancora non ci fu nessun segno di infezione. Tutto il personale della clinica era sbalordito essendo la ragazzina sopravvissuta all’operazione senza trasfusione di sangue, e ora essa stava rapidamente tornando alla normalità solo cinque giorni dopo l’incidente.
Una settimana dopo l’incidente, Mimi fu dimessa dalla clinica e continuò a fare eccellente progresso. Quindi, ci fu una gravissima complicazione. Una specie di liquido le si formava intorno al cuore, possibilmente a causa della lesione nella protettiva membrana che lo circonda. Che cosa poteva accadere ora? Fu certo un momento d’ansia. Se il liquido non si dissipava in modo naturale, poteva darsi che si dovesse sottoporre la bambina a un’altra difficile operazione al cuore.
Uno specialista di malattie cardiache esaminò Mimi il giorno dopo. Né lui né il medico della bambina poterono nascondere la loro sorpresa. Durante la notte il liquido era sparito, e tutto funzionava normalmente.
Cinque settimane e mezzo dopo l’incidente, Mimi tornò a scuola e giocava con le sue piccole amiche, le ferite agli organi guarite, e senza alcun evidente effetto della terribile esperienza.
Piacevoli ricordi
Come potrebbe un avvenimento che stava per divenire tragedia recare piacevoli ricordi? Ascoltate! “Fui sorpreso della mia propria reazione”, disse il padre. “Non sapevo di poter ricevere una notizia così dolorosa senza crollare. Ma subito sentii che Geova era pienamente consapevole dei nostri bisogni. Quindi, che Mimi vivesse o morisse, la semplice consapevolezza che Dio benignamente sorveglia tutte le cose mi diede una calma che non avevo mai avuta prima. Abbiamo letto come Geova rafforza i suoi servitori nella prova. Ora lo so”.
Ed ecco ciò che disse la madre: “Non appena vidi la mia bambina distesa mi si agghiacciò il sangue nelle vene. Ma nel momento successivo mi sentii riscaldare pensando che dipendevamo completamente da Geova per ogni cosa. Lo spirito di Geova per certo dà forza e coraggio”.
E che dire del chirurgo? Questa era stata l’operazione più difficile eseguita nella clinica, ed era riuscita senza sangue. Il medico disse: “Ho imparato qualche cosa da questa esperienza”. Che cosa aveva imparato?
Poco dopo uno studente universitario dovette essere operato d’appendicite. Quando fu suggerito che si doveva fare la trasfusione di sangue, questo stesso medico rifiutò, dicendo: “Da gennaio ho imparato che è molto meglio non usare trasfusioni”. L’operato d’appendicite tornò subito dopo a scuola, e stava bene.
Il sorvegliante della locale congregazione dei testimoni di Geova, un Nordamericano, fu pure profondamente meravigliato. “Fui colpito”, disse, “dal modo diverso in cui si affronta qui una situazione così imprevista in paragone con ciò che ci si può aspettare negli Stati Uniti o in altri paesi simili. Non ci furono sensazionali titoli nei giornali come ‘LA CREDENZA DEL CULTO PUÒ COSTARE LA VITA A UNA BAMBINA’. Piuttosto, il giornale radio menzionò la rimarchevole fede e la tranquillità di questa famiglia nella prova. Invece di privare i genitori del loro diritto di determinare il genere di trattamento da amministrare alla figlia ferita, facendo questo con arbitrarie ordinanze della corte, il chirurgo mostrò debito rispetto per l’atteggiamento dei genitori e le loro coscienziose credenze”.
Un preminente medico dichiarò: “Dovreste sapere che fra gli uomini del circolo medico ci riferiamo a questo caso come a un vero miracolo”. Vennero distribuiti decine di opuscoli che spiegano la legge di Dio sul sangue, molti dei quali a medici che volevano più informazioni circa tale importante soggetto.
Infine, Mimi stessa disse: “Ringrazio Geova per avermi aiutata, perché se fossi morta allora, molte persone avrebbero pensato che era perché non avevo ricevuto la trasfusione. Ma ora, molti sapranno che è meglio ubbidire sempre alla legge di Dio, anche in condizioni difficili”.
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Pioggia o soleSvegliatevi! 1970 | 8 giugno
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Pioggia o sole
● Gli automobilisti pensano molto spesso che con la pioggia o con la neve si debba prestare speciale attenzione perché in tali occasioni c’è insolito pericolo, e questo è vero. Tuttavia una compagnia d’assicurazioni riferì che i giorni sereni e le strade asciutte sono per l’automobilista il più grande invito alla tragedia. Circa l’80 percento delle 52.200 vittime che vi furono sulle strade degli Stati Uniti nel 1967 persero la vita in giorni sereni quando le strade erano asciutte.
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Il sig. PorcospinoSvegliatevi! 1970 | 8 giugno
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Il sig. Porcospino
● Si è stabilito che il porcospino ha circa 18.100 aculei. È un tipo interessante, ma da lontano.
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