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  • L’orgoglio è pericoloso
    La Torre di Guardia 1974 | 15 novembre
    • uomini sono peccatori e discendenti di peccatori. Questo non è un motivo di vanto, non è vero?

      Tuttavia qualcuno potrebbe dire: ‘Ho lavorato strenuamente per ottenere la posizione e il prestigio di cui ora godo’. Ma gli dà questo alcun motivo d’essere orgoglioso? Ebbene, si diede da sé la capacità di sviluppare qualche dote o abilità? Se fosse nato con grandi limitazioni mentali o fisiche, i suoi migliori sforzi gli avrebbero permesso sia pure di avvicinarsi ai suoi attuali risultati? Un argomento riportato nelle Sacre Scritture provvede la veduta equilibrata a questo riguardo. Leggiamo: “Chi ti fa differire da un altro? In realtà, che cosa hai che tu non abbia ricevuto? Se, ora, in realtà lo hai ricevuto, perché ti vanti come se non lo avessi ricevuto?” — 1 Cor. 4:7.

      Oltre alla giusta valutazione di sé, per dominare l’orgoglio è essenziale rispettare la dignità dei propri simili. Il consiglio biblico dice: “Non [fate] nulla per contenzione o egoismo, ma con modestia di mente, considerando che gli altri siano superiori a voi”. — Filip. 2:3.

      Il cristiano fa bene a riconoscere che altri conservi credenti possono avere certe qualità superiori alle sue. Possono essere esemplari nel mostrare amore, benignità, compassione o considerazione. Anni di studio scritturale possono aver dato ad alcuni eccellente intendimento dei princìpi biblici e della loro applicazione nella vita quotidiana. Mentre altri possono non avere una conoscenza particolarmente notevole, forse si sono fatti molta utile esperienza nella vita. Si può imparare qualche cosa anche da loro, pur trattandosi solo di riconoscere che può esserci più di un modo di vedere le cose. Questo impedirà di fare lo sbaglio di cercar di misurare tutti con lo stesso metro e d’essere autoritari nel prendere decisioni o nel respingere suggerimenti.

      È pericoloso per un uomo far sentire un altro piccolo o inferiore perché egli si considera superiore in conoscenza, capacità o esperienza. Nella congregazione cristiana, per esempio, un servitore di ministero potrebbe dare un suggerimento a un anziano. Ora, quale può essere il risultato se l’anziano lo respinge senza prendere in debita considerazione il suggerimento, pensando che non tocchi al servitore di ministero parlare? Il servitore di ministero non si sentirà forse ferito e rattristato per essere stato frainteso? Nello stesso tempo la dimostrazione di orgoglio, benché piccola, può sminuire l’opinione che il servitore di ministero ha dell’anziano. Essendo stati i suoi motivi messi in dubbio senza una ragione valida, il servitore di ministero potrebbe pensare consciamente o inconsciamente che nel complesso il giudizio dell’anziano non sia il migliore. Ferito per l’accaduto, può aprire il cuore a un intimo amico e per qualche tempo l’opinione di quell’amico può similmente risentirne.

      L’esempio di Gesù Cristo è per certo degno d’essere imitato. Egli non lasciò che ‘la conoscenza lo gonfiasse’. (1 Cor. 8:1) Benché avesse tutte le risposte corrette, non allontanò gli altri facendo notare la sua superiore capacità, conoscenza, esperienza e sapienza. Non fece pensare ai suoi discepoli che dopo averli lasciati non avrebbero più potuto compiere l’opera nella misura in cui l’aveva compiuta lui. Al contrario, espresse fiducia nei suoi discepoli e accordò loro onore, dicendo loro: “Verissimamente vi dico: Chi esercita fede in me, farà anch’egli le opere che io faccio; e farà opere più grandi di queste, perché io me ne vado al Padre”. (Giov. 14:12) E come gruppo, i discepoli di Gesù Cristo compirono opere in proporzioni maggiori di quanto aveva fatto lui e per un periodo di tempo più lungo. — Si paragoni Matteo 5:14.

      Ora, se Gesù come uomo perfetto poté esprimere tale fiducia riguardo ai credenti, perché deve qualsiasi uomo imperfetto pensare che altri non possano proprio fare quello che può fare lui? Chi rispecchia una mentalità così superba rende la vita difficile per sé e per gli altri. Scoraggia altri dal voler lavorare con lui perché si sentono inferiori e indegni di fiducia. Come risultato, vengono a essere privati di un certo grado di interesse personale.

      Specialmente pericoloso, comunque, è lo “spirito” prevalentemente orgoglioso. Quelli che ce l’hanno sono indotti a risentirsi della critica, della correzione o della disciplina valida, anzi a rigettare i consigli della Parola di Dio. Questo fa loro intraprendere un modo di vivere che li condurrà sicuramente alla rovina. Il proverbio biblico dice appropriatamente: “L’uomo ripreso ripetutamente ma che indurisce il suo collo sarà ad un tratto fiaccato, e senza guarigione”. (Prov. 29:1) Questo avviene perché la persona fortemente orgogliosa si mette in opposizione a Dio e a ciò che Egli cerca in coloro che accetta come Suoi servitori. Come dice la Bibbia: “Voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili”. — 1 Piet. 5:5.

      Perciò, è essenziale che i cristiani si impegnino strenuamente per dominare l’orgoglio. Non solo chi è superbo può danneggiare altri, ma può anche perdere l’approvazione di Dio e la vita. L’orgoglio è veramente pericoloso.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1974 | 15 novembre
    • Domande dai lettori

      ● Perché la legge mosaica proibiva di mangiare grasso? — U.S.A.

      Sotto la Legge data agli Israeliti, sia il sangue che il grasso erano considerati appartenenti esclusivamente a Geova Dio. La Legge dichiarava: “È uno statuto a tempo indefinito per le vostre generazioni, in tutti i vostri luoghi di dimora: Non dovete mangiare alcun grasso né alcun sangue”. — Lev. 3:17.

      Il sangue rappresenta la vita di una persona o di un animale. Per questa ragione la Bibbia dice che l’“anima” è “nel sangue”. (Gen. 9:4; Lev. 17:11, 14) Giacché solo Geova Dio può dare la vita, la vita o ciò che rappresenta la vita, il sangue, gli appartiene giustamente.

      Il grasso era considerato la parte migliore o più ricca. Questo si capisce da espressioni figurative come “la parte grassa del paese”, “il meglio [letteralmente, il grasso] dell’olio”, e “il meglio [letteralmente, il grasso] del vino nuovo e del grano”. (Gen. 45:18; Num. 18:12, NW) Pertanto la proibizione di non mangiare grasso serviva evidentemente a imprimere negli Israeliti che le “prime” parti o le parti migliori appartengono a Geova, per essergli offerte in sacrificio. Mangiare grasso sarebbe stato perciò un’appropriazione illegale di qualche cosa che era stata santificata a Geova. Sarebbe stata un’usurpazione dei suoi diritti. Comunque, nel caso dell’animale morto da sé o ucciso da un’altra bestia, il grasso si poteva usare per altri scopi. — Lev. 7:23-25.

      Molti commentatori biblici credono che il comando relativo al grasso si riferisse solo agli animali accettevoli per il sacrificio. Ma vi sono indicazioni secondo cui questa proibizione di non mangiare grasso si applicava al grasso di tutti gli animali. Il comando relativo al grasso è messo in relazione a quello concernente il sangue. E il sangue di tutti gli animali era proibito come cibo. (Lev. 17:13, 14; Deut. 12:15, 16) Ragionevolmente, perciò, il regolamento relativo al grasso includeva similmente il grasso di tutti gli animali.

      Si può anche notare che dissanguando debitamente la carne non si eliminava da essa ogni molecola di sangue, e tuttavia le rimanenti tracce di sangue non rendevano la carne inadatta per il consumo. Similmente, la proibizione relativa al mangiare grasso non rendeva inadatta come cibo la carne con residui di grasso.

      Naturalmente, la proibizione relativa al grasso non escludeva di alimentare o ingrassare pecore o bovini per la tavola. Le Scritture menzionano anche “cuculi ingrassati”. (1 Re 4:23) In vista della restrizione sull’uso del grasso come cibo, evidentemente gli animali

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