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Chi è qualificato per essere anziano?La Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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Chi è qualificato per essere anziano?
“Pascete il gregge di Dio che è con voi, sorvegliandolo non forzatamente, ma volentieri secondo Dio; non per cupidigia di turpe guadagno, ma di buon animo”. — 1 Piet. 5:2, versione a cura di B. Mariani.
1. Dio quanto considera importante il suo gregge?
AGLI occhi di Dio è il suo gregge importante e meritevole di speciale considerazione da parte di quelli che egli ha costituiti sottopastori? Quanto considera Dio importanti le sue “pecore”? Suo Figlio dichiarò: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Si interessò abbastanza da permettere a suo Figlio di lasciare il cielo per un periodo di trentaquattro anni e tre mesi e venire sulla terra come uomo per dare alle “pecore” smarrite la possibilità di tornare nell’ovile.
2. Possiamo confidare in Geova e Gesù come pastori? Spiegate.
2 Facciamo parte di quel “mondo” che Dio amò tanto e che ha bisogno di riconciliarsi con Dio. L’invito che rivolse agli Israeliti tornati dalla schiavitù straniera si applica oggi a noi con ugual forza: “Tornate a me . . . e io tornerò a voi”. (Zacc. 1:3) L’apostolo Pietro scrisse alla primitiva congregazione cristiana: “Eravate come pecore sviate; ma ora siete tornati al pastore e sorvegliante delle vostre anime”. (1 Piet. 2:25) Dio provvede protezione a quelli che tornano a lui: “Come un pastore pascerà il suo proprio branco. Col suo braccio radunerà gli agnelli; e li porterà nel suo seno. Quelle che allattano le menerà con cura”. (Isa. 40:11) Ha pure costituito come suo aiutante l’eccellente Pastore, Gesù Cristo, che cedette “la sua anima a favore delle pecore”. — Giov. 10:7-15.
3. Come Paolo diede prova d’essere un pastore responsabile?
3 Geova ha disposto inoltre che vi siano sottopastori interessati alla cura delle “pecore”. L’apostolo Paolo è uno di questi, ed egli disse: “Divenimmo gentili in mezzo a voi, come quando una madre che alleva i propri figli ne ha tenera cura. Avendo dunque per voi tenero affetto, provammo molto piacere d’impartirvi non solo la buona notizia di Dio, ma anche le nostre proprie anime, perché ci eravate divenuti diletti”. Fino a che punto fosse disposto a impartire la sua anima è indicato da quanto scrisse alla congregazione di Corinto: “Da parte mia spenderò lietamente e sarò completamente speso per le anime vostre”. — 1 Tess. 2:7, 8; 2 Cor. 12:15; 11:28.
4. A motivo della nostra veduta di quei pastori, quale dev’essere oggi l’obiettivo e l’obbligo dei cristiani?
4 Possiamo conformare la nostra vita al modello dato da tali pastori, cioè il Grande Pastore, l’eccellente Pastore e l’apostolo Paolo. L’apostolo Giovanni dice che “abbiamo l’obbligo di cedere le anime nostre per i nostri fratelli”. (1 Giov. 3:16) Egli conosceva bene le parole di Gesù: “Poiché vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi. Verissimamente vi dico: Lo schiavo non è maggiore del suo signore, né chi è mandato è maggiore di colui che lo manda”. — Giov. 13:15, 16; si paragoni Giovanni 15:12, 13.
5. Perché alcuni non hanno ancora trovato la via per tornare a Geova?
5 Poiché la Bibbia dice che Geova “è il nostro Dio, e noi siamo il popolo del suo pascolo e le pecore della sua mano”, che cosa trattiene alcuni dal servire Geova? Essi non conoscono la via per tornare a lui; non hanno avuto nessuno che li guidasse, o piuttosto i loro capi umani, presunti pastori, li hanno sviati. Gesù definì falsi pastori quelli del suo giorno che “vengono a voi in manto da pecore, ma dentro son lupi rapaci”. D’altra parte, le persone “erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore”. Avevano bisogno che qualcuno le pascesse in modo appropriato, e Gesù accettò l’incarico. — Sal. 95:6, 7; Matt. 7:15; 9:36.
LO SPECIALE INCARICO DEI PASTORI
6, 7. (a) Chi forma il gregge che si deve pascere? (b) Di che cosa devono rendere conto i pastori?
6 Tornato alla sua dimora celeste, Gesù dispose che dei sottopastori avessero cura delle sue “pecore”. Oggi, quelli che l’eccellente Pastore costituisce hanno lo speciale obbligo di pascere le “pecore” di Gesù. Pietro, a cui Gesù diede in special modo questo incarico (si veda Giovanni 21:15-17), trasmette ai sorveglianti cristiani d’oggi lo stesso comando, dicendo: “Perciò, agli anziani [sorveglianti spirituali della congregazione] fra voi [la congregazione] do questa esortazione, . . . Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, . . . volontariamente . . . premurosamente”. — 1 Piet. 5:1, 2.
7 Benché si richieda da tutti i cristiani dedicati di fare “discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole . . . [e di insegnare] loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”, lo speciale incarico dei pastori è d’aver cura del “gregge di Dio”, quelli che fanno già parte della congregazione. Di questi, devono rendere conto a Geova. — Matt. 28:19, 20; Ebr. 13:17; 4:13.
8. Chi è scelto e chi non lo è per essere pastore del gregge di Dio?
8 “Una gran folla di sacerdoti ubbidiva alla fede” e accettò Gesù quale Messia. Ma degli scribi o Farisei nessuno fu nominato pastore nella congregazione cristiana perché essi si erano “seduti al posto di Mosè”. Quelli che erano “saggi secondo la carne” e si gloriavano dei saluti nei luoghi pubblici e d’esser chiamati “Rabbi” non furono chiamati. Questo tipo di “condottiero” non si trova nella congregazione cristiana dei testimoni di Geova. I testimoni di Geova riconoscono solo un condottiero, Cristo. Rifuggono da qualsiasi titolo che richiederebbe adulazione. Gesù disse: “Voi siete tutti fratelli”. — Atti 6:7; Matt. cap. 23; 1 Cor. 1:26-29.
9. Quanti anziani devono esserci in una congregazione, e di fra chi sono scelti?
9 Per avere buona cura degli interessi della congregazione cristiana dei testimoni di Geova, “Dio ha posto i rispettivi nella congregazione”, inclusi maestri, sorveglianti, pastori. Nella congregazione primitiva prestavano servizio tutti quelli che erano scritturalmente qualificati. Non era stabilito nessuno specifico numero di persone; a Efeso ce n’erano diversi, come si capisce dal fatto che Paolo mandò a dire agli “anziani” di andargli incontro a Mileto per ricevere istruzioni sui loro doveri. Pure nella moderna congregazione cristiana non è stabilito nessun numero specifico. Non hanno bisogno di diplomarsi in qualche seminario istituito dagli uomini, come invece avviene nelle chiese della cristianità. Ma devono impegnarsi con diligenza nell’opera di predicazione, studiare in modo regolare e attivo la Parola di Dio, e mettere in pratica quello che dichiarano i due grandi comandamenti, cioè l’amore di Dio e del prossimo. — 1 Cor. 12:28; Matt. 22:36-39.
10, 11. Com’è possibile essere “irreprensibile”, e perché è stabilita tale alta norma?
10 In I Timoteo terzo capitolo, Paolo elenca i requisiti scritturali che deve soddisfare colui che aspira all’incarico di sorvegliante. Egli dev’essere irreprensibile. È possibile questo per una creatura umana imperfetta? Non richiederebbe la perfezione? Paolo è dunque irragionevole, troppo esigente? Non possiamo giungere a questa conclusione, poiché Paolo conosceva indubbiamente la dichiarazione di Gesù contenuta in Matteo 5:48: “Voi dovete dunque esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. Paolo sapeva pure che il re Davide non aveva potuto essere interamente irreprensibile, ma riconobbe come parte delle Scritture ispirate la supplica rivolta a Geova da Davide: “Giudicami, o Geova, poiché io stesso ho camminato nella mia propria integrità”. — Sal. 26:1; si paragoni II Re 20:3.
11 È chiaro che all’uomo è impossibile essere come Dio in senso assoluto, al grado infinito, illimitatamente. Se non fosse così, la carica di sorvegliante nella congregazione cristiana rimarrebbe vacante. Il fatto che sono stabiliti requisiti scritturali elevati significa perciò che ognuno che aspira a occupare od occupa tale incarico vorrà sforzarsi con premura di soddisfarli. Ad esempio, per quanto riguarda l’essere irreprensibile, l’anziano non sarebbe certo in grado di aver cura di quelli che gli sono affidati se venisse tristemente meno sotto questo aspetto. Il sorvegliante deve poter continuare “a esortare i giovani perché siano di mente sana, [mostrandosi] in ogni cosa esempio di opere eccellenti; mostrando incorruzione nel [suo] insegnamento. — Tito 2:6-8.
12. Bisogna essere sposati per essere qualificati come anziani? Spiegate.
12 Il sorvegliante dev’essere “marito di una sola moglie”. Questo non vuol dire che il vedovo o lo scapolo sia squalificato. Significa che ora, come nel giorno di Paolo, chi pratica la poligamia o vive con una donna senza il beneficio del matrimonio non può servire come sorvegliante nella congregazione cristiana. In effetti, non gli può essere tesa la destra di associazione. Unito all’altro requisito del versetto 4 (1 Timoteo 3), ciò starebbe a indicare che l’uomo, per essere sorvegliante, non dev’essere più un adolescente, ma abbastanza adulto da avere una famiglia.
13. Perché gli anziani devono evitare le estreme abitudini del momento?
13 I giovani d’oggi e anche alcuni più avanti con gli anni sono spesso contagiati dalle stravaganti abitudini del presente sistema di cose. Essendo a contatto a scuola o nel lavoro con coloro che hanno tali inclinazioni i cristiani sono tentati di conformarsi. Nel primo secolo i cristiani dovettero combattere la stessa tentazione, poiché nel fare nomine di anziani si doveva considerare l’ulteriore consiglio di Paolo (1 Tim. 3:2) d’essere “di abitudini moderate”. Chi segue le abitudini del vecchio mondo si priva dell’approvazione di Dio e non è considerato idoneo per un incarico che richiede di esortare i giovani. L’apostolo Pietro dice che forse un tempo seguivamo per ignoranza tali usanze ma che ora dobbiamo vivere per la volontà di Dio. I nostri compagni di prima possono essere perplessi e indotti a parlare ingiuriosamente di noi, ma Gesù disse che questo non dovrebbe turbarci. — Giov. 15:19; 1 Tim. 4:11, 12; 1 Piet. 4:3, 4; Rom. 12:2.
CI VUOLE UNA MENTE SANA
14. L’anziano come deve considerare la sua posizione?
14 L’anziano non occupa nessuna posizione elevata nella congregazione. Il fatto d’essere anziano non dovrebbe indurre alcuno a “pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma [a] pensare in modo da avere una mente sana”. La Bibbia di Gerusalemme rende questa dichiarazione dicendo di ‘non valutarsi più di quanto è conveniente’ ma di avere il “giusto concetto” di sé. Questo impedirà di attendere un trattamento simile a quello riservato ai “pastori” della cristianità ai quali piace l’adulazione e la esigono. — Rom. 12:3.
15. Che cosa comporta l’essere “ordinato”?
15 I sorveglianti devono essere ‘ordinati, ospitali’. (1 Tim. 3:2) I falsi pastori non erano ordinati in alcun senso della parola. Geova li condannò, dicendo: “Guai ai pastori [d’Israele] che distruggono e spargono le pecore del mio pascolo!” (Ger. 23:1, 2) La pretesa d’essere pastori non li sottrasse al giudizio di Dio. Anche Gesù condannò i falsi pastori del suo giorno. Pertanto i pastori cristiani devono essere ordinati, operando per la pace della congregazione. Talora saranno chiamati ad ‘ammonire i disordinati’, quelli che ‘non lavorano affatto ma si intromettono in ciò che non li riguarda’. (1 Tess. 5:14; 2 Tess. 3:11) Perché la loro ammonizione sia accettevole devono essi stessi dare il modello seguendo scrupolosamente le leggi e i princìpi della Bibbia, non propagando mai idee che non siano in armonia con la verità. — 1 Cor. 4:6; 14:33; Tito 2:6-8.
16. Per essere ospitali è sufficiente dare il benvenuto ai nuovi nella Sala del Regno?
16 Al tempo della dedicazione del tempio a Gerusalemme, quando pregò per avere prosperità, il re Salomone accennò agli ‘stranieri’, ai non Israeliti che vi sarebbero andati ad adorare. Egli provvide senz’altro per loro. Oggi Geova ci benedice con un grande aumento di ‘stranieri’, cioè quelli che prima non erano adoratori di Geova. Si devono prendere adeguati provvedimenti per accoglierli. Ciò pone un peso sui sorveglianti, che non solo devono salutarli alla Sala del Regno, ma devono anche aiutarli a progredire nella via cristiana. Questa è vera ospitalità, un requisito che chi vuole essere sorvegliante deve soddisfare. — 1 Re 8:41-43; Mic. 4:1, 2; Matt. 9:37; Ebr. 13:1, 2; 3 Giov. 5.
17, 18. (a) Si insegna solo dal podio? (b) Qual è l’obiettivo del sorvegliante quale maestro?
17 “È scritto nei Profeti”, disse Gesù, “Ed essi saranno tutti ammaestrati da Geova”. (Giov. 6:45; Isa. 54:13) Questo diventa sempre più importante mentre ci avviciniamo alla fine del vecchio sistema di cose e allo stabilimento del nuovo sotto la guida dell’unto Sacerdote e Re, Gesù Cristo. Geova Dio è il Principale Maestro, ma Gesù disse ai suoi discepoli che facevano bene a chiamare Maestro anche lui. Per di più, il glorificato Gesù Cristo “diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri, [perché?] in vista dell’addestramento dei santi, per l’opera di ministero”. — Efes. 4:11, 12.
18 Gli anziani devono dunque insegnare la Parola di Dio. Non devono ‘solleticare gli orecchi’ della congregazione, ma toccare la mente e il cuore delle persone simili a pecore della congregazione. Questo non li pone su un piedistallo come “professori” o “teologi”. L’anziano cristiano non deve per forza impartire il suo insegnamento dal podio, ma più particolarmente a livello personale. È insegnamento biblico.
19. Quali “opere della carne” precluderebbero la nomina a sorvegliante?
19 L’anziano non può essere un “ebbro schiamazzatore”. L’abuso di alcool intorpidisce i sensi così che la propria facoltà di giudicare è danneggiata e si perde il controllo della mente. L’anziano non può essere “percotitore”, né in senso fisico né con la lingua. Non dev’essere né bellicoso né amante del denaro né irragionevole. Se lo fosse non sarebbe qualificato per prendere la direttiva nella congregazione dei cristiani. Pur non precludendogli il servizio in una chiesa di Babilonia la Grande, queste “opere della carne” gli impedirebbero di prestare servizio in una congregazione dei testimoni di Geova. — 1 Tim. 3:3; 6:10.
20. (a) Perché quando si considera la nomina di un uomo ad anziano si deve badare a come dirige la sua casa? (b) Ma di che cosa si può tenere conto?
20 Dopo aver detto che l’anziano dev’essere un uomo che diriga la sua casa in maniera eccellente, avendo i figli in sottomissione, Paolo fa una domanda, cioè: “Se in realtà un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio?” (1 Tim. 3:5) Paolo riconobbe che nella casa di Dio sono in gioco più vite che nella casa dell’uomo. Pertanto, egli deve essere ben qualificato e avere la capacità di risolvere i problemi della sua casa nel generale interesse di tutti. Ma vuol dire questo che la sua casa sarà necessariamente un modello ideale sotto ogni aspetto? Può darsi di no. Forse egli fa tutto quello che ragionevolmente può, eppure qualcuno della sua casa potrebbe non comportarsi com’egli vorrebbe. Può darsi che la moglie sia molto ribelle, perfino contraria a Geova e alla sua Parola. (Matt. 10:36) Ma le domande importanti sono: Fino a che punto il capo di casa è responsabile della ribellione di lei, e la disunione esistente nella famiglia è in qualche modo colpa di lui? Si deve anche considerare come la congregazione vede la situazione.
21. Perché è saggio non designare come sorvegliante “un uomo convertito di recente”?
21 I sorveglianti devono prendere decisioni gravi. Da tali decisioni può dipendere la vita o il proseguimento dell’importantissima opera di predicare la buona notizia. Forse sono imposti dei bandi. Ci vorrà quindi un buon giudizio maturo. Perciò il sorvegliante non dev’essere “un uomo convertito di recente”. (1 Tim. 3:6) Forse ha tutto l’entusiasmo e lo zelo di quelli che sono da molto tempo nella fede ma può darsi gli manchino le “facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male”. (Ebr. 5:13, 14) I nuovi associati devono maturare. Nel frattempo, osservate “quelli che prendono la direttiva fra voi, i quali vi han dichiarato la parola di Dio, e mentre contemplate come va a finire la loro condotta imitate la loro fede”. — Ebr. 13:7.
CURA PER LE “ALTRE PECORE”
22. Come si devono considerare le mode passeggere, e, in questo, l’esempio di chi dobbiamo seguire?
22 Non essendo “parte del mondo”, i testimoni di Geova non imitano le prevalenti mode passeggere che li farebbero identificare con persone considerate ribelli contro la società. I fratelli giovani della congregazione dovrebbero pertanto tenere presente l’esortazione di Pietro che i pastori del gregge di Dio devono dare il giusto esempio. Paolo fu un tale buon esempio e disse: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. La gente nota che i testimoni di Geova sono diversi; il comportamento cristiano, specialmente da parte dei sorveglianti, dovrebbe fornire la base per la necessaria “eccellente testimonianza da persone di fuori” della congregazione. — 1 Cor. 11:1; 1 Tim. 3:7; Giov. 17:16; 1 Piet. 5:2, 3.
23. Quali altre cose si devono cercare nei sorveglianti?
23 Nel primo capitolo del libro di Tito, Paolo diede consigli su ciò che si deve cercare negli anziani. L’uomo dev’essere “libero da accusa”, di qualità indubbie. Nessuno deve poter puntare il dito contro di lui a causa delle sue discutibili caratteristiche personali. Dev’essere non “caparbio” od arrogante; non “incline all’ira”, o irascibile; “non avido di guadagno disonesto”, ma, piuttosto, eccezionalmente onesto nei suoi rapporti all’interno e all’esterno della congregazione. — Tito 1:6, 7; si veda anche I Pietro 5:2, 3.
24. Come il sorvegliante mostra lealtà?
24 È di speciale importanza che il sorvegliante sia “leale”, a imitazione di Gesù Cristo. La sua lealtà ai giusti princìpi può richiedere che impartisca una riprensione a “quelli che contraddicono”. (Tito 1:9) Può non essere un compito piacevole, ma se trattiene la riprensione quando è necessaria può indicare che sostiene colui che pecca, divenendo così suo complice. (Prov. 29:24) La riprensione impartita è una benignità verso colui che forse fa un passo falso senza accorgersene. (Gal. 6:1) Qualche azione scorretta può facilmente essere dimenticata, trascurata o ignorata; non così le azioni che possono contristare lo spirito santo causando divisioni e sette nella congregazione. In alcuni casi, dunque, per essere leali bisogna impartire la riprensione. — Luca 17:3, 4; Efes. 4:30.
25, 26. (a) Perché è specialmente necessario che i pastori prestino attenzione a sé e alla congregazione di Dio? (b) I nuovi possono oggi aspettarsi una buona opera pastorale nella congregazione di Dio?
25 Dicendo addio agli anziani di Efeso, Paolo li supplicò di prestare attenzione a se stessi e “a tutto il gregge . . . [e di] pascere la congregazione di Dio . . . [perché ora] entreranno fra voi oppressivi lupi e non tratteranno il gregge con tenerezza”. (Atti 20:28, 29) Questi “lupi” avrebbero in effetti tosato il gregge, strappandogli le vesti di identificazione cristiana. In questo tempo cruciale l’esortazione è più che opportuna. Nessun sorvegliante vuole rendersi responsabile, per sua negligenza, della perdita di qualche ‘pecora’ di Geova.
26 L’Annuario mostra fino a che punto molte “altre pecore” di Gesù si sono associate ai cristiani testimoni di Geova. Ne restano altre che Gesù ‘deve condurre’ perché “ascolteranno” la sua voce. In questa “parte finale dei giorni” del vecchio sistema di cose quelli che affluiscono al solo gregge del solo pastore vengono istruiti intorno alle vie di Geova. Possono avere l’assicurazione di ricevere l’amorevole e tenera cura di quelli a cui Geova ha ritenuto opportuno affidare l’opera pastorale. — Giov. 10:16; Luca 12:32; Mic. 4:1-4; Isa. 32:1, 2.
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Anziani che presiedono in modo eccellenteLa Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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Anziani che presiedono in modo eccellente
“Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio”. — Atti 20:28.
1. Quali circostanze rendono opportuna la disposizione degli anziani?
I TESTIMONI di Geova Gli sono grati che la disposizione scritturale degli anziani nella congregazione sia stata stabilita dalla classe dello “schiavo fedele e discreto” in questo tempo in cui un così gran numero di persone si è schierato dalla parte del regno di Dio. Negli scorsi cinque anni oltre tre quarti di milione di persone sono state battezzate come cristiani testimoni di Geova, 90.519 di esse durante le assemblee “Proposito Divino” nel 1974. La disposizione degli anziani nella congregazione permette di dare a questi nuovi che hanno estremo bisogno dell’opera pastorale un’assistenza migliore che non con la precedente disposizione temporanea del “servitore di congregazione”, perché decine di migliaia di anziani sono ora attivamente impegnati ad aiutare il gregge.
2. (a) Come le congregazioni traggono profitto da questa disposizione? (b) Qual è il vantaggio delle decisioni in gruppo?
2 Le congregazioni traggono profitto in vari modi da questa disposizione scritturale. Con un corpo di anziani, più componenti della congregazione sono incoraggiati a valersi appieno delle loro capacità di insegnare, si incoraggia l’iniziativa personale e non è più solo un singolo individuo a imprimere il ritmo. La conoscenza e l’esperienza combinate degli anziani hanno l’effetto di arricchire. Tutti possono imparare dagli altri e comprendere meglio le responsabilità che hanno verso Geova e verso la congregazione. Anche i turni degli anziani nei doveri assegnati permettono di distribuire adeguatamente il carico della responsabilità. Un corpo di anziani permette di valutare le cose in modo più equilibrato. Mentre in apparenza può volerci più tempo a prendere le decisioni in gruppo, esse hanno una base più solida e, alla fine, si risparmia tempo. È vero che “nella moltitudine dei consiglieri è la salvezza”. Anche altri uomini della congregazione sono incoraggiati a coltivare le qualità necessarie per ‘aspirare’ all’incarico di sorvegliante e per partecipare all’opera. — Prov. 24:6; 1 Tim. 3:1.
3, 4. (a) Qual è il significato letterale di “presiedere”? (b) Qual è il senso lato?
3 In I Timoteo 5:17 l’apostolo Paolo dice che gli anziani presiedono nella congregazione in modo eccellente. In che modo ‘presiede’ l’anziano? Secondo la parola greca impiegata, “presiedere” significa letteralmente “stare davanti”, condurre, dirigere, aver cura di altri come quando si sta davanti a qualcuno o a qualcosa per proteggerlo o ripararlo. Mentre uno del corpo degli anziani è designato come “sorvegliante che presiede”, tutti gli anziani devono presiedere in questo senso scritturale, come mostra I Tessalonicesi 5:12: “[Abbiate] riguardo per quelli che faticano fra voi e vi presiedono nel Signore e vi ammoniscono”. — 1 Tim. 3:5.
4 Mentre gli anziani presiedono ‘stando davanti’ alla congregazione in senso letterale, pronunciando discorsi biblici e conducendo adunanze, in senso lato essi presiedono quando impartiscono la giusta direttiva e guida, badando con premura agli interessi della congregazione in generale e agli interessi spirituali di ciascun componente della congregazione. Questo è in armonia con il fatto che sono sia sorveglianti che pastori, come mostra Paolo in Ebrei 13:7, 17: “Ricordate quelli che prendono la direttiva fra voi, i quali vi han dichiarato la parola di Dio, e mentre contemplate come va a finire la loro condotta imitate la loro fede. Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi”.
5. (a) Quale qualità devono avere gli anziani per presiedere? (b) A chi devono rendere conto? (c) Chi sono gli unici a dover avere la preminenza nella congregazione?
5 Mentre presiedono, come pastori, devono rendere conto al capo Pastore di Dio, Gesù Cristo. Pertanto devono presiedere “con reale premura”. (1 Piet. 5:4; Rom. 12:8) Essi rispettano l’autorità di Cristo riflettendo la sua personalità nei contatti con altri, imitandone l’umiltà. (Matt. 20:24-28; Giov. 13:13-16) Il fatto che sono anziani non è una giustificazione perché si esaltino. Piuttosto, “con amore fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Nel mostrare onore gli uni agli altri prevenitevi”. (Rom. 12:3, 10) Questo impedisce di cadere nel laccio di cercare la preminenza personale, d’essere possessivi o di volere i ‘primi posti’, come i Farisei. (Matt. 23:6) La preminenza spetta solo a Geova e al Capo costituito della congregazione, Gesù Cristo, e quindi gli anziani dovrebbero cercare per Loro la preminenza. È stupido cercare d’“essere qualcuno”. Avendo umiltà gli anziani possono manifestare empatia, portare volontariamente i pesi degli altri e ascoltare con pazienza i problemi, così da prestare aiuto. Avendo umiltà saranno aiutati a essere flessibili quando non è in gioco nessuna controversia scritturale. Allora sarà facile ai fratelli della congregazione ‘avere riguardo’ per gli anziani e “avere per loro più che straordinaria considerazione” con amore a causa della loro opera eccellente. — 1 Tess. 5:12, 13.
COOPERANO
6, 7. (a) Il presidente del corpo degli anziani è forse il loro “capo”? (b) Chi è il “capo”, e che cosa cerca di fare il presidente?
6 Nel prendere la giusta direttiva e nel badare al benessere della congregazione, è essenziale che gli anziani operino insieme in armonia e unità. Devono mostrare fra loro la stessa umiltà che mostrano nella congregazione nell’insieme. Chi presta servizio come sorvegliante che presiede e fa da presidente per un anno non diventa “capo” degli altri anziani. Si noti che c’è differenza tra presiedere ed essere “capo”. Il capofamiglia, ad esempio, ha diritto di annullare le decisioni degli altri familiari; come “capo” può prendere decisioni diverse da quelle preferite dagli altri familiari. Ma il presidente del corpo degli anziani, almeno quando si tratta di questioni di maggiore importanza, non prende le decisioni finali. È solo uno del corpo e si rimette alle decisioni del gruppo. Rare dovrebbero essere le occasioni in cui i componenti del corpo non ‘parlano tutti concordemente’. — 1 Cor. 1:10.
7 Il presidente rimane in carica per un anno secondo l’accordo del corpo degli anziani e gli altri gli concedono una certa iniziativa, così che le attività della congregazione si svolgono senza indugio e il programma delle adunanze si attua senza difficoltà. Così Gesù Cristo rimane il solo Capo della congregazione e il presidente non assumerà l’atteggiamento che ora, poiché è “lui” a presiedere, le cose si faranno “a modo suo”. Piuttosto, cerca di servire gli altri anziani e l’intera congregazione coordinando l’attività teocratica perché tutto vada liscio. — Col. 1:18; 1 Piet. 5:4.
8. Che cosa può fare il presidente perché il corpo degli anziani operi in armonia?
8 Alla trimestrale adunanza degli anziani, tutti dovrebbero operare in armonia. Per aiutare in questo, il presidente deve riconoscere la sua posizione in relazione con gli altri. Egli deve seguire la norma biblica di ‘prevenire gli altri nel mostrare onore’, ‘considerando che siano superiori a lui’. Deve ascoltare e invitarli a esprimersi. Deve stare attento a non “condizionare” le opinioni degli anziani. Può esserci questo pericolo se insiste sempre a dire per primo la sua opinione. Gli altri ascolteranno quello che dice, ma esiteranno a esprimere un’idea diversa. Quando si considerano dunque varie cose, il presidente può chiedere prima l’opinione degli altri. Nello stesso tempo non vorrà dare l’impressione che quanto dice lui è l’ultima parola sulla questione e non c’è altro da aggiungere. Può dunque scegliere di non essere l’ultimo a dire la sua opinione. Deve pure stare attento a non chiamare sempre per primo lo stesso anziano, specialmente se quello ha una personalità forte e tende a voler plasmare le opinioni degli altri. Ciascun anziano dovrebbe ricevere uguale opportunità di fare commenti per primo. Se il presidente ricorda che sono tutti uguali e che egli ha solo il dovere di mantenere l’ordine, l’adunanza dovrebbe procedere senza difficoltà e servire al suo scopo. Inoltre, se riesce a mantenere l’adunanza su un piano non ufficiale, anche questo servirà a sminuire la sua importanza.
LA PREPARAZIONE PER LE ADUNANZE È IMPORTANTE
9. (a) Perché la preparazione per le adunanze degli anziani è importante? (b) Chi partecipa alla preparazione? (c) Come si può mantenere l’ordine nell’adunanza?
9 Le adunanze degli anziani sono importanti, quindi il presidente deve fare adeguati preparativi in anticipo. Questa è la prova che presiede con premura. “I piani del diligente sono sicuramente per il vantaggio”. (Prov. 21:5) Quando è possibile, gli altri anziani dovrebbero essere informati in anticipo delle cose che saranno considerate per riflettervi debitamente ed essere in grado di dare il proprio contributo alla considerazione. Se il presidente aspetta fino all’inizio dell’adunanza, gli altri possono non essere ben preparati a parlare. Certo, gli altri anziani possono presentare altre questioni all’adunanza, e, quando è possibile, il presidente dovrebbe esserne informato in anticipo così che le includa nell’agenda dell’adunanza. Non vuole che la considerazione finisca a un punto morto o che ci siano divagazioni; pertanto, deve accertarsi che ogni cosa sia considerata fino in fondo prima di passare a un’altra. Così può mantenere l’ordine nell’adunanza. Questo non vuol dire che l’adunanza debba essere così formale da scoraggiare i commenti spontanei. Deve ricordare pure che alcuni possono non essere in grado di esprimersi scorrevolmente e quindi deve avere pazienza e dar loro il tempo di esprimere la propria opinione.
10, 11. (a) Come si possono regolare la durata delle adunanze e il numero delle adunanze? (b) Che cosa devono ricordare tutti gli anziani nei rapporti fra loro?
10 Se il presidente è preparato così che c’è qualcosa di specifico da considerare e decidere, e se conduce bene l’adunanza, si può regolarne la durata e si può anche tenere al minimo il numero delle adunanze; probabilmente in un anno basteranno le quattro suggerite. Questo sottolinea l’importanza delle buone disposizioni. Molto dipende dal modo in cui il presidente tiene l’adunanza, quindi egli dev’essere desto. Ma non dipende tutto da lui. — 1 Cor. 14:40.
11 Il tempo è prezioso. Per non sprecarlo, tutti gli anziani devono essere il più possibile brevi e attenersi al punto. Quelli che per natura sono loquaci devono esercitarsi a dominare tale tendenza per il bene di tutti. È appropriato il consiglio di Salomone in Proverbi 10:19: “Nell’abbondanza delle parole non manca la trasgressione, ma chi tiene a bada [a freno] le sue labbra agisce con discrezione”. Alcuni sono più abili di altri nel parlare (talora si dice familiarmente che hanno “la parlantina sciolta”), e quindi devono guardarsi dalla tendenza a “demolire” un parere diverso con molte parole o con l’eloquenza. (Si paragoni Romani 16:18). Se non riescono a convincere gli altri ad accettare le loro vedute non ne risulterà una calamità! Piuttosto, la mansuetudine e lo spirito quieto sono segni di vera sapienza. (Eccl. 9:17; Giac. 3:13-17) Gli anziani devono guardarsi dal pericolo di fare una questione personale su certe cose solo perché non è adottata qualche loro “idea preferita”. Paolo consiglia: “Desidero che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando mani leali, senza ira e dibattiti [“contese”, La Bibbia di Gerusalemme]”. — 1 Tim. 2:8; 6:4.
12. Mostrando sapienza, che cosa devono riconoscere gli anziani in quanto alla coscienza individuale?
12 Alle adunanze che tengono per considerare il benessere della congregazione, gli anziani chiedono a Geova di guidare il loro cuore e la loro mente per trarre conclusioni che siano in armonia con la volontà di Geova, e affinché prevalga la sapienza dall’alto. Tale sapienza, dice Giacomo, è casta, pacifica, ragionevole, pronta a ubbidire, piena di misericordia e senza ipocrisia. (Giac. 3:17) Se gli anziani si ricordano di questo, oltre al fatto che Gesù è in mezzo a loro (Matt. 18:20), le loro decisioni saranno benedette da Geova. Essi comprendono che in certi aspetti della vita, come mostra la Bibbia, bisogna lasciare la decisione alla coscienza individuale. Se la Bibbia e le pubblicazioni dello “schiavo fedele e discreto” non tracciano chiaramente una certa linea di condotta, gli anziani non devono imporre i propri gusti personali, come se fossero regole che gli altri devono seguire. Stimando troppo la propria opinione si potrebbe essere indotti a parlare delle proprie idee e dei propri risultati oltre ciò che le Scritture permettono. — 2 Cor. 10:12, 18.
CORPO DIRETTIVO
13. Seguendo la guida delle Scritture quale importante scopo si consegue?
13 Il corpo direttivo dei cristiani del primo secolo fece attenzione a non imporre alle congregazioni alcun peso o norma non necessaria. Facciamo bene a seguire tale esempio. Le Scritture devono essere la guida degli anziani, così che i consigli e le decisioni hanno sempre una base scritturale. Così ci sarà il vantaggio di impartire un insegnamento unificato oltre che corretto. Allora un anziano non dirà una cosa e un altro anziano qualcos’altro, così che si contraddicano, causando confusione. Ci dev’essere unità tra gli anziani, e se vogliono che il loro servizio sia efficace devono andare pienamente d’accordo. Questo non vuol dire che all’adunanza ogni anziano debba fare commenti su tutti i punti. Salomone consigliò saggiamente che c’è un tempo per stare zitti. (Eccl. 3:7) Se uno può aggiungere qualcosa di costruttivo, bene; se no, può solo ascoltare e imparare, e vedere come migliorare i suoi apporti all’adunanza.
14. (a) Comprensibilmente, che cosa devono evitar di fare gli anziani? (b) Solo quando sarebbe appropriato considerare insieme i lati buoni e i lati cattivi di un fratello o di una sorella?
14 Tutti gli anziani devono capire la loro posizione in relazione con gli altri fratelli e sorelle della congregazione. Non sono né padroni spirituali né poliziotti spirituali. Non devono indagare nella vita di altri componenti della congregazione né interessarsi dei problemi personali di ogni fratello e sorella. I fratelli e le sorelle sono dedicati a Geova Dio e di solito sono in grado di operare la loro salvezza con integrità. Gli anziani sono lì per aiutare quando vengono chiamati, ma non devono superare i giusti limiti. (Filip. 2:12, 13) Gli altri fratelli e sorelle hanno diritti e privilegi, e quindi gli anziani devono rispettare il loro libero arbitrio. Non è compito degli anziani alle loro adunanze prendere in considerazione tutti i lati buoni e tutti i lati cattivi di ciascun proclamatore. L’unica volta in cui questo sarebbe appropriato è quando si considerano i requisiti dei fratelli per il servizio di anziani o servitori di ministero, o quando un componente della congregazione ha un grave problema che richiede di fare un attento esame di quella particolare persona.
15. Perché le conversazioni che si fanno all’adunanza degli anziani non sono rese di pubblico dominio?
15 Le adunanze degli anziani non sono raduni segreti. Ma non c’è bisogno di dire a tutti, o a quelli a cui non riguardano, le cose di natura confidenziale trattate alle adunanze. Perché aggravare o turbare altri dicendo loro cose che non li riguardano personalmente? Agli anziani sono rivelate informazioni confidenziali che non devono diventare di pubblico dominio. Altri, specialmente la moglie o altri familiari dell’anziano, possono fare la loro parte non chiedendo informazioni agli anziani su tali cose. Se sono state trattate questioni che non sono di natura confidenziale, specialmente riguardo al progresso dell’opera del Regno, saranno con premura comunicate dagli anziani alla congregazione.
16. Invece di consigliare o rimproverare sempre altri, come possono gli anziani impiegare il loro tempo per il bene della congregazione?
16 Gli anziani non devono pensare di dovere sempre consigliare o rimproverare direttamente altri, in special modo quando questi svolgono un’attività ragionevole. Tuttavia, possono ottenere molti buoni risultati essendo cordiali, gentili, incoraggianti con tutti i componenti della congregazione, lodandoli e stando in loro compagnia. Un modo particolarmente buono per riuscirci è quello di fare amichevoli visite da “proclamatore” non solo ai nuovi interessati, o a quelli considerati spiritualmente deboli, ma a ogni “pecora” del gregge, inclusi quelli che compiono la predicazione in servizio continuo. Anch’essi hanno bisogno dell’opera pastorale e, se sono trascurati, potrebbero allontanarsi dall’ovile. Perciò gli anziani riconoscono il bisogno di accettare e assolvere le loro responsabilità di pastori esposte nella Bibbia.
17. (a) Quale qualità è necessaria nei rapporti con altri? (b) Gli anziani come possono imitare l’apostolo Paolo, seguendo II Corinti 12:15 e I Tessalonicesi 2:8?
17 Gli anziani ‘diventano padri per mezzo della buona notizia’ facendo discepoli. Quindi, sebbene non si facciano chiamare “Padre”, devono esercitare la stessa pazienza, perseveranza e considerazione di un capofamiglia. Un padre di famiglia mostra amore a quelli che sono sotto la sua sorveglianza; non li esaspera ma li edifica. (1 Cor. 4:15; Matt. 23:9) Paolo si distinse a questo riguardo, come mostrano II Corinti 12:15 e I Tessalonicesi 2:8. Gli anziani pertanto sono disposti a farsi in quattro, a incomodarsi o a lasciare che gli altri approfittino di loro. Come pastori, riconoscono che tutto questo fa parte del loro incarico. — Giov. 21:15-17; 1 Piet. 5:2, 3.
18. Gli anziani devono forse accontentarsi del loro attuale servizio, e quale incentivo hanno?
18 Colui che ha conseguito l’incarico di anziano ha forse ancora bisogno di progredire o migliorare? Ci è dato il consiglio di non pensare di noi stessi più di quanto sia necessario pensare, “in modo da avere una mente sana”. (Rom. 12:3) Tutti gli anziani possono dunque continuare a migliorare in questa prima qualità, cioè la facoltà di insegnare accompagnata dall’umiltà. L’anziano si ritiene efficiente ed efficace? In tal caso deve sforzarsi di divenire più efficace nell’insegnamento. Può sempre migliorare anche nel mostrare umiltà. Migliorando, gli anziani (e i servitori di ministero, che aspirano all’incarico di sorvegliante), continueranno a progredire nella capacità di servire gli interessi dei fratelli in armonia con le esigenze di Geova. Saranno anche una benedizione più grande per quelli che ora si associano all’organizzazione di Geova e coloro che camminano in essa. A tutti quelli che prestano servizio senza riserve come sorveglianti del gregge di Dio, diciamo: “Divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. — 1 Cor. 15:58.
[Immagine a pagina 56]
Alle loro adunanze, gli anziani considerano il benessere della congregazione
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Le pecore rispondono alla voce del pastoreLa Torre di Guardia 1976 | 15 gennaio
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Le pecore rispondono alla voce del pastore
◆ In una delle sue illustrazioni, Gesù Cristo mostrò che le pecore imparano a riconoscere la voce del pastore e rispondono solo alla sua voce: “Le pecore ascoltano la sua voce; . . . le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”. (Giov. 10:3, 4) Un viaggiatore che si è recato in Terra Santa ha riscontrato di recente l’accuratezza di tali parole. Egli narra: “Volevamo filmare alcune pecore e cercammo di farle avvicinare. Ma non ci seguivano perché non conoscevano la nostra voce. Sopraggiunse allora un pastorello; non appena le ebbe chiamate lo seguirono. Registrammo su nastro la voce del pastore e poi la riascoltammo. Con nostra grande sorpresa, ora le pecore seguivano anche noi!”
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