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  • I sorveglianti amorevoli edificano
    La Torre di Guardia 1976 | 15 dicembre
    • I sorveglianti amorevoli edificano

      “Ma dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. — Efes. 4:15.

      1. Come descrivono le Scritture la congregazione cristiana e i suoi sorveglianti?

      MAN MANO che ci avviciniamo alla “grande tribolazione”, l’apprezzamento che abbiamo per la congregazione cristiana si approfondisce. L’apostolo Paolo descrisse questa congregazione dell’Iddio vivente come “colonna e sostegno della verità”. Egli parlò pure di “colonne” in riferimento a certi sorveglianti della congregazione che erano stati nominati dallo spirito santo “per pascere la congregazione di Dio”. Similmente, nell’odierna congregazione cristiana, i sorveglianti sono nominati teocraticamente per edificarla nell’amore. — 1 Tim. 3:15; Gal. 2:9; Atti 20:28.

      2, 3. (a) Quali “doni” diede Cristo alla congregazione, e a quale scopo? (b) Quale eccellente esempio dovrebbero sforzarsi di seguire i sorveglianti?

      2 “[Cristo] diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri, in vista del raggiustamento dei santi, per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo, finché perveniamo tutti all’unità della fede e dell’accurata conoscenza del Figlio di Dio, all’uomo fatto, alla misura della crescita che appartiene alla pienezza del Cristo; onde non siamo più bambini, agitati come da onde e portati qua e là da ogni vento d’insegnamento per mezzo dell’inganno degli uomini, per mezzo dell’astuzia nell’artificio dell’errore”. — Efes. 4:11-14, NW.

      3 Benché non abbiamo gli “apostoli” e i “profeti” che per incarico speciale prestarono servizio nella congregazione primitiva, tuttavia ‘evangelizzatori, pastori e maestri’ sono ancora nominati dallo spirito santo per prendere la direttiva nel servizio di Dio. Che eccellente esempio hanno essi in Geova stesso, il “pastore e sorvegliante delle [nostre] anime”! (1 Piet. 2:25) Con quanta tenerezza egli conduce le pecore “nelle tracce della giustizia per amore del suo nome”! (Sal. 23:1-6) Con quanta benignità e comprensione ha cura delle pecore! “Poiché il Signore Geova ha detto questo: ‘Eccomi, io stesso, e per certo ricercherò le mie pecore e ne avrò cura. . . . Le pascerò in un buon pascolo. . . . Ricercherò la smarrita, e ricondurrò la dispersa, e fascerò la fiaccata e rafforzerò la malata’”. (Ezec. 34:11-16) Geova fa in modo che tutte le “pecore” siano ammaestrate per mezzo della sua organizzazione, paragonabile a una moglie, la loro “madre”, affinché abbiano abbondante pace e siano fermamente stabilite nella giustizia. — Isa. 54:13, 14; Gal. 4:26.

      4. Qual è stato il risultato del “raggiustamento dei santi”?

      4 Nel corso degli anni c’è stato un progressivo “raggiustamento dei santi”. Con lo splendere sempre più fulgido della luce dell’intendimento, vecchie idee sono state sostituite. Ora, in questi anni settanta, si può dire in realtà che “il giorno è fermamente stabilito” fra il popolo di Geova e che la congregazione è matura. In mezzo al gregge di Dio regna in tutto il mondo l’“unità della fede”, unità che è in netto contrasto con le divisioni esistenti nelle religioni babiloniche del mondo, particolarmente in quelle della cristianità. Sulla superficie della terra non s’era mai vista un’unità simile a quella che esiste oggi in ogni paese fra i cristiani testimoni di Geova. Uniti nel dichiarare la verità della Bibbia e nel vincolo dell’amore, non risentono dei tempestosi ‘venti d’insegnamento’ che ora scuotono la cristianità. Essi hanno seguìto con diligenza l’esortazione di Paolo: “Dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. — Efes. 4:15; Prov. 4:18.

      5, 6. (a) Quali domande sono appropriate in merito alla disposizione degli anziani? (b) Come dobbiamo considerare questa disposizione?

      5 In anni recenti abbiamo accresciuto il nostro intendimento della disposizione divina per la nomina degli anziani in ciascuna congregazione, e questa è una benedizione per noi. Tuttavia, ne sono tutti pienamente coscienti? Sono certuni ancora inclini a considerare gli anziani semplicemente da un punto di vista umano, fisico? Sono alcuni riluttanti a considerare assillanti problemi personali con un anziano? Alcuni mettono forse in dubbio la capacità di un anziano della loro congregazione di capire il problema che hanno e di dare appropriati consigli scritturali? Pensano che l’unica soluzione sia di scrivere alla Società Torre di Guardia? Certo la Società e il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova sono lieti di rendersi utili dove possono. Ma ricordate che gli anziani, nominati dallo spirito santo, rappresentano sul posto il Corpo Direttivo e sono in grado di valutare tutti i fattori.

      6 Non dovremmo mai disprezzare la disposizione degli anziani. È un’amorevole disposizione di Geova che gli anziani ‘vigilino sulle nostre anime’. — Ebr. 13:17; Sal. 19:7-9.

      7. (a) Quali “pesi” possiamo portare gli uni per gli altri? (b) Cos’è il “carico” che ciascuno deve portare individualmente?

      7 Sotto questo aspetto è utile esaminare le parole di Paolo in Galati 6:2, 5: “Continuate a portare i pesi gli uni degli altri”, e: “Ciascuno porterà il proprio carico”. È una contraddizione? No, poiché c’è differenza tra “peso” e “carico”. La parola greca resa “peso” è báros e si riferisce sempre a qualcosa di pesante e gravoso. Pertanto, se il cristiano ha qualche difficoltà spirituale che gli è difficile portare, gli amorevoli compagni di fede dovrebbero ‘adempiere la legge del Cristo’ porgendo una mano soccorrevole. Specialmente gli anziani dovrebbero offrire il loro aiuto. Colui che ha il peso non dovrebbe esitare a chiedere tale aiuto. Ma nello stesso tempo deve portare “il proprio carico”. Qui Paolo usa la parola greca phortíon, che significa qualcosa da portare, senza alcun riferimento al suo peso. È un “carico” che tutti dobbiamo assumere, indipendentemente dalle circostanze, il carico della nostra responsabilità di mostrarci fedeli quali schiavi dedicati a Geova Dio. — Gal. 6:4; 2 Cor. 10:12.

      8, 9. Fino a che punto gli anziani possono aiutarvi a ‘portare i vostri pesi’?

      8 Se avete bisogno di aiuto per ‘portare i vostri pesi’ non esitate a chiedere aiuto e consiglio agli anziani. Essi saranno felici di aiutarvi nei limiti del possibile. Tuttavia, non vi aspettate che gli anziani prendano le vostre decisioni. Le decisioni sono il vostro personale “carico”, la vostra responsabilità. Non è né appropriato né giusto chiedere a un anziano: Cosa faresti tu al mio posto? Egli non è al vostro posto, ma sarà lieto di considerare con voi alcune scritture e aiutarvi a valutare la cosa alla luce dei princìpi biblici. (Prov. 11:14) Spesso la risposta a una domanda o a un problema si comprende chiaramente parlandone con qualcuno che ha un buon fondamento di conoscenza biblica e di esperienza pratica. Può aiutarvi a prendere la vostra decisione. — Prov. 15:22.

      9 Gli anziani possono aiutare in molti modi. Come?

      PROBLEMI PERSONALI E FAMILIARI

      10. (a) Qual è la condotta saggia se non riuscite a vincere una persistente debolezza? (b) Cosa indica il fatto di ‘spalmare d’olio’, e sotto questo aspetto chi può essere maggiormente d’aiuto?

      10 Lottate per vincere una debolezza che persiste nonostante i vostri coscienziosi sforzi? Giacomo 5:13-15 consiglia: “Vi è fra voi qualcuno che soffre il male? Preghi. . . . Vi è qualcuno malato [spiritualmente] fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sé, e preghino su di lui, spalmandolo d’olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede farà star bene l’indisposto e Geova lo desterà. E se egli ha commesso dei peccati, gli sarà perdonato”. Come applicando olio letterale sulla testa si produce un effetto calmante e ristoratore, così anche applicando la Parola di Dio a chi è spiritualmente malato si produce l’effetto di calmarlo, correggerlo, confortarlo e sanarlo. (Sal. 141:5; Isa. 1:6) Sotto questo aspetto nessuno può essere maggiormente d’aiuto di un anziano comprensivo.

      11. Come possono alcuni essere aiutati a ottenere una coscienza pura?

      11 Avete commesso qualche trasgressione in passato che vi causa dolore, vergogna e il dubbio che Geova non vi abbia perdonato? Un anziano può aiutarvi a esaminare il vostro mutato modo d’agire e di pensare per vedere se c’è qualche vera ragione per credere che Geova non vi abbia perdonato. Ricordate come Natan, profeta e senza dubbio anziano d’Israele, fu impiegato da Geova per creare nel re Davide un ‘cuor puro e uno spirito nuovo’. (2 Sam. 12:1-13; Salmo 51) Come nel caso di Davide, così voi potete avere fiducia che le sincere preghiere di pentimento saranno udite da Geova. Se vi siete pentiti e convertiti, potete continuare a progredire con coscienza pura, grati della misericordia di Geova. — Sal. 86:15-17; Atti 3:19, 20.

      12. Come possono gli anziani aiutare, forse, quando vi sono problemi di salute?

      12 Siete scoraggiati per un problema di salute? Un anziano non può guarire miracolosamente, ma può darvi un caloroso incoraggiamento e forse suggerimenti pratici per aiutarvi a sopportare e mantenere la gioia. Parlategliene. Quelli che “presiedono nel Signore” devono prendere la direttiva nel parlare “in maniera consolante alle anime depresse”. Sono gli anziani quelli che possono aiutarvi a ‘rafforzare le mani deboli e rendere ferme le ginocchia che vacillano’ e dire “a quelli che sono di cuore ansioso: ‘Siate forti. Non temete’”. Gli anziani possono senz’altro fare la propria parte per sostenervi spiritualmente. — 1 Tess. 5:12, 14; Isa. 35:3, 4.

      13-15. Quale assistenza pratica possono dare gli anziani rispetto a: (a) problemi familiari, (b) malintesi?

      13 Avete un problema familiare, forse con un coniuge incredulo? Conoscete senz’altro i consigli scritturali, come quelli di I Corinti 7:10-16 e di I Pietro 3:1-9. Ma forse vi chiedete: Come posso applicare le Scritture per avere un successo migliore? L’anziano potrebbe essere in grado di darvi i consigli pratici di cui avete bisogno. Forse può farvi visita quando siete entrambi a casa e aiutarvi ad allentare la tensione, dandovi suggerimenti concreti per migliorare le vostre relazioni.

      14 Spesse volte, il coniuge incredulo ha udito commenti negativi sui testimoni di Geova da compagni di lavoro o parenti: sulla neutralità, sul sangue, sulle “feste” o sull’adorazione delle immagini. In modo comprensivo, l’anziano può spiegare come tutto si collega al principale soggetto positivo del Regno, che reca durevole felicità e pace, ‘saziando il desiderio di ogni cosa vivente’. — Sal. 145:9-16.

      15 È sorto un malinteso fra voi e qualcun altro, così che i vostri sentimenti sono stati feriti ed è stato difficile rappacificarvi? Forse cercando di seguire i buoni consigli di Efesini 4:26, 32 avete incontrato difficoltà. Se ne parlate a un anziano, forse potrà aiutarvi a passar sopra all’offesa. Se è consigliabile, può disporre di parlare con tutt’e due, aiutandovi a trovare una soluzione con l’applicazione dei princìpi biblici. — Sal. 119:97; 133:1.

      16. Come possono gli anziani aiutare i timidi?

      16 Siete estremamente timidi e avete difficoltà a conversare con altri e godere della loro compagnia? Se vi rivolgete a un anziano, egli può aiutarvi a prendere maggiormente l’iniziativa di parlare ad altri. Forse vi può mostrare come provare vera gioia nell’associazione alle adunanze, come pure in altre occasioni. “Il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso”, e mentre il vostro viso s’illumina avrete sempre più la gioia d’avere amici fra il popolo di Geova. (Prov. 15:13) Anziani, potete prendere l’iniziativa aiutando chi è timido a essere più espansivo. — Giov. 13:34, 35; Filip. 2:4.

      AIUTIAMO TUTTI NEL SERVIZIO DI CAMPO

      17. In quali modi gli anziani possono contribuire al “raggiustamento” in merito ai problemi che incontrano nell’opera di evangelizzazione?

      17 Secondo Efesini 4:8, 11, i “doni negli uomini” includono gli “evangelizzatori”. Nella loro funzione di evangelizzatori, gli anziani hanno veramente il privilegio non solo di dare uno zelante esempio nel proclamare il Regno, ma anche di aiutare i fratelli e le sorelle a divenire abili in questo servizio. Forse alcuni compiono già con zelo la distribuzione di riviste e letteratura di porta in porta. Altri saranno efficaci nel rivisitare gli interessati e nell’iniziare nuovi studi. Forse altri sono bravi insegnanti negli studi biblici e riescono bene a indirizzare i nuovi alle adunanze. Gli anziani possono fare la loro parte per addestrare i proclamatori del Regno affinché compiano maggiore attività e divengano esperti in altri campi. Possono aiutare le pecore del gregge a combattere lo scoraggiamento dovuto al territorio difficile, o quando gravi problemi della vita intralciano il loro servizio. — Isa. 32:1, 2.

      18. Quale atteggiamento e fiducia gli anziani devono incoraggiare?

      18 Gli anziani possono dare istruzioni pratiche su come prepararsi per l’opera nel campo, forse provando insieme ai nuovi i sermoni biblici. Possono incoraggiare ad avere un atteggiamento positivo verso il servizio di Geova. Non sempre la distribuzione di molta letteratura nel campo è indice di successo, poiché è pure desiderabile iniziare studi biblici e impartire un buon insegnamento con l’obiettivo di fare discepoli. (Matt. 28:19) Gli anziani possono incoraggiare tutti a continuare con diligenza a ‘predicare la buona notizia’ e a vigilare data la grande urgenza dei tempi. (Mar. 13:10, 32-37) Mentre gli anziani e tutte le pecore del gregge si impegnano strenuamente nel servizio di campo, possiamo avere fiducia nella guida angelica e nella benedizione di Geova sul radunamento di “quelli che gli appartengono”. — 2 Tim. 2:19; Matt. 25:31-33; Mar. 4:3-8.

      19. In che modo gli anziani possono incoraggiare i probabili pionieri e quelli attuali?

      19 Desiderate accrescere i vostri privilegi, divenendo forse proclamatori “pionieri” della buona notizia in servizio continuo o “pionieri ausiliari”? Anche in questo caso un anziano può aiutarvi dandovi suggerimenti pratici. Per esperienza, egli sa di solito quali cambiamenti bisogna fare, quali problemi si devono affrontare e il tipo di programma da preparare. Gli anziani possono aiutarvi a disporre di lavorare con altri proclamatori del Regno in servizio continuo. Facendo servizio insieme a loro potete essere edificati e tutti potete rallegrarvi insieme del buon successo che ottenete. — 1 Tim. 4:15.

      QUANDO AVETE DOMANDE BIBLICHE

      20. Di che utilità possono essere gli anziani per trovare le risposte alle domande bibliche?

      20 Vi è difficile trovare le risposte alle domande bibliche? Gli anziani potranno mostrarvi come fare un efficace uso dei Watch Tower Publications Indexes. Oppure, se questi Indexes non sono disponibili nella vostra lingua, gli anziani possono mostrarvi altri modi pratici di trovare le risposte. In molti casi, un anziano sarà in grado di indicarvi direttamente la scrittura desiderata. Se prima chiedete aiuto a un anziano, di rado dovrete scrivere alla Watch Tower Society per avere la risposta. — Giov. 5:39; Atti 17:11.

      21, 22. (a) Quali domande è meglio lasciar perdere? (b) Fate esempi di domande che potrebbero fornire un fondamento per edificare la fede.

      21 Tuttavia, ci sono alcune domande che è meglio lasciar perdere. Le domande basate su congetture non fanno altro che fornire “motivi di ricerca anziché la dispensazione di alcuna cosa da Dio riguardo alla fede”. (1 Tim. 1:4) In quanto a edificare la fede, a che serve presentare agli anziani o alla Società problemi come: Cosa sarebbe accaduto se Adamo avesse mangiato dell’albero della vita prima d’essere cacciato dall’Eden? Cosa avrebbe fatto Geova se Gesù non fosse stato fedele sulla terra? Nel Nuovo Ordine si impiegherà qualche tipo di denaro, e che dire di macchine, automobili, televisione e cervelli elettronici? Se Adamo non avesse peccato, la volta acquea che era intorno alla terra sarebbe caduta? A che velocità viaggiano gli angeli, e quanto impiega una creatura spirituale nel viaggio dal cielo alla terra?

      22 Invece, coloro che cercano umilmente la verità faranno domande simili a quelle poste a Gesù da coloro che sinceramente cercavano la verità. — Matt. 9:14; 13:10; Mar. 9:11; 10:9, 10; Giov. 3:4; 16:17, 18; Atti 1:6.

      SEGUITE I CONSIGLI DEGLI ANZIANI

      23. (a) Cosa spinge gli anziani ad aver cura del gregge? (b) Come possono gli anziani ‘raggiustare’ alcuni “con uno spirito di mitezza”?

      23 Il principale interesse degli anziani dovrebbe essere quello di aiutare tutti a conseguire l’obiettivo della vita eterna. Questo non vuol dire che debbano indagare in ogni aspetto privato della vita delle persone. Ma a volte gli anziani reputano necessario parlare a certuni riguardo alla loro condotta. Se nella congregazione notano che qualcuno si comporta in modo che può mettere in pericolo la propria spiritualità o che può farlo alla fine allontanare dalla verità, essi hanno l’obbligo di avvertirlo. Così possono aiutarlo a stroncare la cosa sul nascere, per così dire, prima di arrivare al punto in cui non potrà più tornare indietro e commetterà un grave peccato. “Fratelli, anche se un uomo fa qualche passo falso prima che se ne renda conto, voi che siete spiritualmente qualificati cercate di ristabilire tale uomo con uno spirito di mitezza, badando a te stesso, perché anche tu non sia tentato”. (Gal. 6:1) Consigli e suggerimenti possono essere dati e dovrebbero essere accettati “con uno spirito di mitezza”.

      24. (a) Perché gli anziani si prodigano per le “pecore”? (b) Quali peccati devono sottoporre al comitato giudiziario?

      24 Pertanto un anziano può essere d’inestimabile utilità per richiamare l’attenzione su una tendenza, anche nelle piccole cose, che potrebbe condurre a gravi problemi. “Fratelli miei, se qualcuno fra voi è sviato dalla verità e un altro lo converte, sappia che colui che converte un peccatore dall’errore della sua via salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. (Giac. 5:19, 20) I sottopastori di Cristo comprendono bene che “non è desiderio del Padre . . . che è nel cielo che uno di questi piccoli perisca” e che c’è “gioia in cielo per un peccatore che si pente”. (Matt. 18:14; Luca 15:7) Perciò questi anziani si prodigano per le pecore. Ma sottopongono i casi di grave peccato al comitato giudiziario della congregazione.

      25. Quale aiuto potrebbe dare un anziano per ‘raggiustare’ un ragazzo indisciplinato?

      25 Prendiamo il caso del giovane figlio di una madre cristiana, moglie di un incredulo, che tiene un comportamento indisciplinato nella Sala del Regno. Con benignità e tatto, un anziano può parlare alla madre, offrendosi di aiutarla a risolvere il problema. Se ella è disposta a ricevere tale consiglio, l’anziano può suggerirle modi pratici di disciplinare il figlio a casa, così che sia aiutato a imparare le buone maniere, il rispetto per gli altri e, soprattutto, la qualità dell’amore. Uno studio regolare coi figli può aiutare il “ragazzo difficile” a ricevere in questo modo amorevole assistenza. I cambiamenti fatti in casa potranno subito riflettersi nella sua buona condotta alle adunanze nella Sala del Regno. — Prov. 22:15; 23:13, 14; Deut. 11:18, 19.

      26. Quali risultati si avranno se i consigli degli anziani su abbigliamento, pettinatura, ecc., saranno umilmente seguìti?

      26 A volte gli anziani possono dover richiamare l’attenzione su modelli d’abito o pettinature che portano un’aria di mondanità nella congregazione o che possono dare a quelli di fuori un’impressione errata. (1 Tim. 2:9, 10; Rom. 12:2) Dare questo consiglio può essere così difficile per loro com’è difficile accettarlo per chi ha uno spirito indipendente. Ma che cosa favorirà l’armonia, l’unità e la pace nella congregazione? Il fatto che seguiamo umilmente il consiglio degli “anziani”, che hanno a cuore il nostro benessere spirituale. E ricordate, “il risultato dell’umiltà e del timore di Geova è ricchezze e gloria e vita”. — Prov. 22:4; 1 Giov. 2:15-17.

      27. Come possono rendersi utili gli anziani per incoraggiare altri fratelli della congregazione?

      27 Gli anziani dovrebbero incoraggiare calorosamente altri fratelli ad aspirare a ulteriori privilegi nella congregazione. “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, desidera un’opera eccellente”. (1 Tim. 3:1) Tutti hanno capacità che si possono sviluppare con l’aiuto dello spirito di Geova, e tutti i fratelli dedicati dovrebbero essere ansiosi di rendersi utili il più possibile nella congregazione cristiana. Gli anziani possono spronare altri ad avere questo atteggiamento positivo, addestrandoli ad accettare e adempiere le responsabilità. — Matt. 6:33; Filip. 3:13.

      28. Quali vantaggi spirituali si possono avere se gli anziani incoraggiano a progredire per mezzo della Scuola Teocratica?

      28 Tutto il gregge di Dio — giovani e vecchi, fratelli e sorelle — apprezzerà l’amorevole opera pastorale. Una donna cristiana, per esempio, può trattenersi per timidezza dall’iscriversi alla Scuola Teocratica. Ma se un anziano la incoraggia in modo amorevole e comprensivo, può darsi che trovi il coraggio di accettare questo privilegio. I consigli incoraggianti dell’anziano che presiede la Scuola possono aiutare molti a divenire più esperti nel campo. Accettando volenterosamente i consigli e l’incoraggiamento degli anziani si possono avere ottimi vantaggi spirituali.

      “CRESCIAMO IN OGNI COSA”

      29. Quale dev’essere l’obiettivo degli anziani e di tutti gli altri componenti della congregazione?

      29 Di che cosa si interessano essenzialmente gli anziani? Essi desiderano che tutti nella congregazione continuino a ‘crescere’, a divenire più simili a Cristo nel servizio e nel modo di vivere. Che si associno alla congregazione solo da pochi mesi o da molti anni, tutti dovrebbero prefiggersi di progredire spiritualmente. L’organizzazione di Dio avanza. Non rallenta mai. Perché allora dovremmo rallentare noi?

      30. Perché tutti dovrebbero accettare prontamente l’opera pastorale degli anziani?

      30 Sono in gioco delle vite, delle anime. Per questo motivo gli anziani si interessano vivamente di ciascun componente della congregazione. Tutti devono dunque prestare molta attenzione alle parole di Ebrei 13:17: “Siate ubbidienti a quelli che prendono la direttiva fra voi e siate sottomessi, poiché essi vigilano sulle vostre anime come coloro che renderanno conto; affinché facciano questo con gioia e non sospirando, poiché questo sarebbe dannoso per voi”. Essi prendono la direttiva con lo zelo che manifestano nel servizio di Dio e con un’amorevole opera pastorale. Essi vigilano sulle vostre anime non per indagare nei vostri affari privati, ma, piuttosto, vigilano sul vostro benessere spirituale, per il quale nutrono un profondo e fraterno interesse. È davvero una gioia per i pastori quando il gregge accetta la loro amorevole sorveglianza. Sì, siamo incoraggiati a ‘imitare la loro fede’. — Ebr. 13:7.

      31. Quale atteggiamento deve dunque assumere la congregazione verso gli anziani?

      31 Questi “doni negli uomini”, gli anziani come ‘evangelizzatori, pastori e maestri’ della congregazione, sono proprio un opportuno provvedimento di Geova per mezzo di Cristo Gesù. Riconoscendo tale provvedimento, guardiamo il loro zelante esempio e non esitiamo a presentare loro i nostri problemi e domande. Essi ci sono stati ‘dati’ veramente per aiutarci nell’amore, affinché “cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo”. — Efes. 4:7, 8, 11, 15.

  • Pastori del gregge sotto un solo Signore
    La Torre di Guardia 1976 | 15 dicembre
    • Pastori del gregge sotto un solo Signore

      1. Chi è il “pastore eccellente”, e che relazione ha con le “pecore”?

      QUANDO il Signore Gesù Cristo fu sulla terra, si definì “il pastore eccellente”. Quelli che ascoltarono la sua voce e lo seguirono erano le sue “pecore”. Egli disse che cedeva la sua anima a loro favore. (Giov. 10:1-15) Pertanto i seguaci di Cristo Gesù che formano la congregazione furono paragonati da Cristo Gesù alle pecore di un gregge. In Luca 12:32 Gesù parlò di un “piccolo gregge” che avrebbe ricevuto il Regno, e in Giovanni 10:16 Gesù menzionò “altre pecore” che avrebbero pure ascoltato la sua voce e sarebbero divenute parte del solo gregge, con Gesù Cristo come loro pastore.

      2. Perché i sottopastori devono trattare il gregge come qualcosa di prezioso?

      2 In seguito gli scrittori biblici cristiani usarono espressioni simili rivolgendosi ai sorveglianti cristiani che avevano l’incarico di servire come pastori sotto il Signore Gesù Cristo. Ai sorveglianti di Efeso, Paolo disse: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio figlio”. (Atti 20:28) Con queste parole Paolo mise in risalto che questi pastori devono riconoscere che la congregazione appartiene a Dio e che fu acquistata col sangue del suo proprio Figlio, sangue che Dio considera assai prezioso. Pertanto, questi pastori devono trattare il gregge come qualcosa di molto prezioso agli occhi di Dio e di Cristo, ai quali appartiene il gregge.

      3. (a) Nel primo secolo, che cosa si richiedeva da ogni pecora del gregge? (b) Come fu edificata l’unità nella congregazione?

      3 All’epoca in cui Paolo diede questo consiglio, i componenti della congregazione cristiana, paragonati a pecore, non si trovavano in un solo luogo o in una sola città, ma nelle congregazioni situate nelle molte città dell’Impero Romano. Erano in molti luoghi ma erano sempre un solo gregge, sotto il solo pastore, Cristo Gesù, e ogni pecora del gregge doveva essere unita alle altre, secondo la preghiera pronunciata da Gesù prima di morire: “Prego non solo per questi, ma anche per quelli che riporranno fede in me per mezzo della loro parola; onde siano tutti uno, come tu, Padre, sei unito a me ed io sono unito a te, anch’essi siano uniti a noi, onde il mondo creda che tu mi hai mandato”. (Giov. 17:20, 21) Quelli che ricevettero l’incarico di servire nelle congregazioni del primo secolo dovevano operare per rafforzare la loro unità rivolgendo l’attenzione a Gesù Cristo, costituito Capo della congregazione, e incoraggiando tutti a imitarlo nell’attenersi alla verità e nel dimostrare amore sincero. Infatti, in Efesini 4:15, 16 è scritto: “Dicendo la verità, mediante l’amore cresciamo in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, essendo armoniosamente unito insieme ed essendo fatto per cooperare mediante ogni giuntura che dà ciò che è necessario, secondo il funzionamento di ciascun rispettivo membro in dovuta misura, opera per la crescita del corpo alla propria edificazione nell’amore”. Sebbene ci fossero molte e varie attività da svolgere, in realtà quelli che svolgevano l’opera erano tutti un solo corpo formato di molte membra, sotto il solo Capo, Gesù Cristo.

      4. (a) Cosa fece capire Gesù a Pietro? (b) Cosa rammentò Pietro agli anziani?

      4 Pietro compì l’opera pastorale sotto la guida del Capo pastore, Gesù Cristo. Dopo la propria risurrezione, secondo quanto è scritto in Giovanni 21:15-17, Gesù fece capire a Pietro che l’amore verso Cristo si dimostra sfamando o pascendo le “pecorelle”. Molti anni più tardi Pietro scrisse ad altri cristiani che pure avevano ricevuto l’incarico di anziani nella congregazione cristiana, dicendo in I Pietro 5:1-4: “Perciò, agli anziani fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente; né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge. E quando sarà stato manifestato il capo pastore, riceverete l’inalterabile corona di gloria”. In tal modo veniva rammentato a questi anziani, a questi pastori sotto Cristo Gesù, che il gregge appartiene a Dio, che lo si deve curare e che, quali anziani, essi devono interessarsene vivamente.

      5. (a) Cosa si intende per sorveglianza cristiana? (b) Come lo mise in risalto Gesù?

      5 Il pastore cristiano è un sorvegliante, ma non nello stesso senso in cui il mondo potrebbe considerare il sorvegliante di una squadra di operai edili o di una piantagione. Nella congregazione cristiana non si può signoreggiare su quelli che sono l’eredità di Dio. Non si costituiscono sorveglianti per esaltare degli uomini. Pietro lo aveva imparato molto bene da Cristo Gesù parecchi anni prima alla celebrazione dell’ultimo pasto serale di Gesù con gli apostoli. Il racconto di Luca 22:24-27 dice: “Comunque, sorse fra loro anche un’accesa disputa su chi di essi sembrava essere il maggiore. Ma egli disse loro: ‘I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su di esse sono chiamati Benefattori. Voi, però, non sarete così. Ma chi è il maggiore fra voi divenga come il più giovane, e chi agisce da capo come uno che serva. Poiché chi è più grande, colui che giace a tavola o colui che serve? Non è colui che giace a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve’”. Era errato da parte dei discepoli fare questa accesa disputa, ma con quanta benignità Gesù li corresse!

      6, 7. (a) Come fu Gesù un eccellente modello per i futuri pastori? (b) A quale qualità diede risalto anche Pietro? (c) In che modo questa qualità è utile alla congregazione?

      6 Il Capo pastore fu un eccellente modello per quei futuri pastori. Il racconto di Giovanni su quel pasto serale che Gesù consumò coi discepoli ne dà un esempio, dicendo: “Durante il pasto serale, . . . [si alzò] e depose i suoi abiti. E, preso un asciugatoio, se lo cinse. Mise poi dell’acqua in un bacino e cominciò a lavare i piedi ai discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale si era cinto”. (Giov. 13:2-5) Gesù era un buon insegnante, quindi proseguì spiegando perché aveva lavato loro i piedi, e disse: “Sapete che cosa vi ho fatto? Voi mi chiamate: ‘Maestro’ e ‘Signore’, e parlate giustamente, poiché lo sono. Perciò, se io, benché Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro. Poiché vi ho dato il modello, affinché come vi ho fatto io, così facciate anche voi”. — Giov. 13:12-15.

      7 Pietro fu profondamente colpito dall’esempio di Cristo Gesù e comprese che il pastore deve trattare umilmente il gregge, essendo sempre pronto a servire le pecore. Pertanto Pietro scrisse: “Né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. L’umiltà è una qualità che Cristo Gesù voleva vedere in quelli che compivano l’opera pastorale in mezzo al gregge di Dio. Quindi, Pietro proseguì dicendo: “In maniera simile, voi giovani, siate sottoposti agli anziani. Ma voi tutti cingetevi di modestia di mente gli uni verso gli altri, perché Dio si oppone ai superbi, ma dà immeritata benignità agli umili. Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a suo tempo”. (1 Piet. 5:5, 6) C’è un vantaggio a essere umili. La persona umile è facilmente avvicinabile per chi ha un problema da risolvere, e questo spirito unisce l’intera congregazione nell’amore. Chi serve con amore e umiltà evita di compiere qualsiasi azione autocratica o arbitraria e di signoreggiare su altri che sono l’eredità di Dio. Il vero pastore desidera divenire un esempio per il gregge.

      8. (a) Quale idea è insita nella parola greca epískopos? (b) Perché questa parola si applica ai sorveglianti cristiani più della parola greca kyrios?

      8 La parola “sorvegliante”, tradotta dalla parola greca epískopos, indica colui che custodisce qualcosa o che vigila su di esso. L’idea della cura protettiva è insita nella parola epískopos. Quindi il sorvegliante cristiano si interessa del gregge di Dio e ha cura di tale gregge così come un pastore avrebbe cura delle pecore letterali. Come sorvegliante non deve signoreggiare sul gregge di Dio. La parola “signore” viene dal greco kyrios e designa uno che ha potere e autorità su altri come un padrone di casa o un capofamiglia. Viene pure tradotta “padrone” e “proprietario”. Un proprietario di schiavi rientrerebbe in questa categoria, ma oggi i proprietari di schiavi sono rari. Tuttavia, i moderni datori di lavoro o principali corrisponderebbero alla descrizione di kyrios o “signore”. Ma gli anziani non devono considerare la propria relazione con i fratelli come quella esistente fra un datore di lavoro e un dipendente. Gli anziani sono pastori, e i pastori guidano e conducono le pecore a un buon pascolo e a luoghi irrigui, oltre a proteggerle e sforzarsi di sanare le loro ferite e guarirle dalle loro malattie. Nella congregazione cristiana i pastori incoraggiano i fratelli nell’opera del Signore collaborando con loro, riconoscendo che abbiamo tutti un solo Signore e Maestro sotto cui serviamo e a cui dobbiamo rispondere.

      9, 10. (a) Come diede Pietro un ottimo esempio di umiltà? (b) In contrasto con la falsa religione, quale qualità dei veri pastori contribuisce all’unità, e come lo mise in risalto Gesù?

      9 Pietro stesso fu un eccellente esempio sotto questo aspetto. Quando scrisse le parole riportate in I Pietro 5:1, rivolgendole agli anziani, si descrisse dicendo: “Anch’io sono anziano”. Questa veduta si distacca assai dall’idea religiosa che il mondo ha di Pietro, idea che cerca di esaltarlo a un certo primato o alla posizione di papa. Pietro non diede questo esempio.

      10 Non c’è dubbio che Pietro ricordava molto bene le parole che Gesù disse parlando degli scribi e dei Farisei che si esaltavano, secondo quanto è scritto in Matteo 23:8-12: “Ma voi, non siate chiamati Rabbi, poiché uno e il vostro maestro, mentre voi siete tutti fratelli. . . . Né siate chiamati ‘condottieri’, perché uno è il vostro Condottiero, il Cristo. Ma il più grande fra voi dev’essere vostro ministro. Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. L’umiltà cristiana manifestata dai pastori che prestano servizio sotto Cristo Gesù contribuisce all’unità del gregge e reca la benedizione di Geova.

      11. Quale buon esempio diedero Paolo e Barnaba ai sorveglianti d’oggi?

      11 Una volta, i sorveglianti viaggianti Paolo e Barnaba ebbero un problema con certuni che insegnavano che la circoncisione era necessaria per ottenere la salvezza. Atti 15:2 indica che Paolo e Barnaba non erano d’accordo su questo insegnamento ma vi si opposero. Nondimeno, a favore dell’unità dell’intera organizzazione, presentarono la questione al corpo direttivo formato dagli apostoli e dagli anziani a Gerusalemme. Quando il corpo direttivo ebbe esaminato a fondo la cosa e fu pervenuto a una decisione, i locali sorveglianti viaggianti, come Paolo, accettarono con tutto il cuore la decisione e trasmisero alle congregazioni quelle importanti istruzioni spirituali. Atti 16:4, 5 riferisce: “Or mentre viaggiavano per le città trasmettevano a quelli che erano in esse, per osservarli, i decreti emessi dagli apostoli e dagli anziani in Gerusalemme. Perciò, in realtà, le congregazioni eran rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno”. Come risultato, l’unione e l’unità di pensiero fra tutti i componenti del gregge aumentarono ed evidentemente Geova lo gradiva perché fece prosperare le congregazioni e diede ulteriore aumento. Rispettando la disposizione del corpo direttivo nella congregazione cristiana, Paolo e Barnaba diedero un buon esempio ai sorveglianti d’oggi.

      12. (a) A chi Paolo diede sempre gloria? (b) Come Paolo trattò i sorveglianti della congregazione?

      12 Benché Paolo avesse una parte nel divulgare la verità e nell’osservare l’espansione dell’opera, in modo esemplare diede gloria a Geova, distogliendo l’attenzione da sé e da altri servitori di Dio; infatti, disse: “Né chi pianta né chi innaffia è alcuna cosa, ma Dio che fa crescere”. (1 Cor. 3:7) Questa lettera ai Corinti rivela pure che fu necessario rammentare ai sorveglianti della congregazione di Corinto certe esigenze della legge di Dio che non venivano osservate. Il capitolo 5 mostra che nella congregazione era stata commessa fornicazione ma che non era stato preso nessun provvedimento. Nello scritto non c’è nulla a indicare che Paolo volesse vedere tutti i sorveglianti locali squalificati o rimossi dai loro incarichi nella congregazione a causa della loro manchevolezza. Piuttosto, Paolo ingiunse loro di non stare in compagnia di alcuno che si dichiarasse fratello ma che trasgredisse la legge di Dio; e ordinò di rimuovere l’uomo malvagio di fra loro. Paolo fu paziente con loro, dando loro la possibilità di migliorare la propria opera pastorale e di correggersi. Ma questo non significa che un sorvegliante o un servitore di ministero non possa mai perdere un privilegio di servizio. Se si dimostra chiaramente infedele o riprensibile, viene squalificato.

      UN SERVIZIO CHE CONTRIBUISCE ALL’UNITÀ

      13. Il sorvegliante come deve considerare la responsabilità?

      13 Il sorvegliante ha una responsabilità gravosa. Ma è una responsabilità gioiosa, un grande privilegio! Considerandola tale, il carico diventa più leggero. Ricordate, il “pastore eccellente” ci dice: “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (Matt. 11:30) Così lo considerò Gesù. I suoi sottopastori, che sono aggiogati a Gesù nel fare la volontà di Geova secondo il suo esempio, dovrebbero considerarlo allo stesso modo. Molto dipende dal mettere prima le cose più importanti. — Matt. 6:33.

      14. Quale fu la principale opera di Gesù, e a fare che cosa addestrò i discepoli?

      14 Esaminiamo più attentamente l’esempio di Gesù. Quale fu la principale opera che compì sulla terra? Quando Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione, Gesù andò in Galilea e vi proseguì il suo servizio. “Da allora in poi Gesù cominciò a predicare, dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matt. 4:17) La principale opera di Gesù fu la predicazione del Regno. E questa è l’opera che addestrò principalmente i suoi discepoli a compiere. (Luca 8:1; 9:1, 2; 10:1, 8, 9) Verso la fine del suo servizio sulla terra disse a Pilato: “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità”. (Giov. 18:37) I sottopastori, che sono aggiogati a Gesù, dovrebbero forse avere un obiettivo meno importante?

      15, 16. (a) Quali problemi dei sorveglianti dovrebbero tutti capire? (b) Quali benedizioni si possono avere se i sorveglianti mantengono l’equilibrio fra le responsabilità di evangelizzare, pascere e insegnare?

      15 Tuttavia, questo presenta un problema a molti sorveglianti, ed è comprensibile. Essi dedicano tanto tempo ad adempiere le responsabilità familiari e a fare visite pastorali che è difficile trovare le opportunità di prendere con zelo la direttiva nell’opera di casa in casa e in altre attività nel campo. Nonostante ciò, non si può forse stabilire un ragionevole equilibrio tra l’opera di evangelizzare, quella di pascere e quella di insegnare? (Efes. 4:11) Nell’eventualità che un sorvegliante disponga di partecipare regolarmente al servizio di evangelizzazione insieme a un gruppo, considerate quali altre attività può collegare ad esso: Spesso, il sorvegliante potrà disporre di farsi accompagnare in questo servizio dalla propria famiglia, impartendole addestramento pratico insieme ad altri del gruppo. La famiglia che partecipa regolarmente al servizio insieme prova grande gioia, e altri proveranno gioia seguendo questo esempio.

      16 Che dire delle visite pastorali? Tornando dal servizio, un sorvegliante può passare da qualche persona o da qualche famiglia, e narrando qualche esperienza di campo appena avuta li spronerà senz’altro. Debitamente programmate, tali visite non sottrarranno troppo tempo al servizio di evangelizzazione. Oggi i sorveglianti possono dire come l’apostolo Paolo: “Se, ora, io dichiaro la buona notizia, non è per me ragione di vanto, poiché necessità me n’è imposta. Realmente, guai a me sé non dichiarassi la buona notizia!” (1 Cor. 9:16) Che ristoro prova il cristiano essendo attivo nella proclamazione della buona notizia, e come apprezza il gregge tale eccellente esempio del sorvegliante!

      17. Come Gesù svolse il suo servizio?

      17 Tutti coloro che prestano servizio come ‘evangelizzatori, pastori e maestri’ possono imparare molto da come Gesù svolse il suo servizio. Egli proclamò il Regno ovunque trovasse persone. Oggi compiamo quest’opera principalmente di porta in porta. Ma notate come Gesù unì la predicazione pubblica con l’insegnamento privato che impartì ai discepoli. Una volta Gesù salì su una barca e parlò alle grandi folle che si erano radunate sulla spiaggia. “Dichiarò loro molte cose mediante illustrazioni”. Dopo che aveva narrato l’illustrazione del seminatore, i discepoli gli chiesero perché parlava servendosi di illustrazioni. In privato rispose alla loro domanda. Poi dichiarò molte altre cose “alle folle mediante illustrazioni”. Quando in seguito ‘entrò nella casa’, i discepoli andarono nuovamente da lui ed egli li aiutò ad ‘afferrare il significato’ del suo insegnamento. — Matt. 13:1-3, 10, 11, 34-36, 51.

      18. Quali vantaggi si avranno se i sorveglianti daranno molta importanza al servizio di campo?

      18 Gesù diede dunque molta importanza al servizio di campo. Oggi molti sorveglianti dovrebbero poter seguire un modello simile. Lavorando con un gruppo nel servizio di campo, possono accompagnare diverse persone alle porte. Ciò può essere di grande incoraggiamento per il gruppo. Lavorando con varie persone si interesseranno di spiegare i perché e i percome delle situazioni che si presentano alle porte, e mostreranno come risolvere i problemi locali. Specialmente alla fine del servizio ci può essere l’occasione di considerare le domande dei singoli che accompagnano. Così i sorveglianti accrescono l’entusiasmo del gruppo per l’opera di evangelizzazione e nello stesso tempo possono prestare attenzione all’opera pastorale e all’insegnamento.

      19. Quale straordinario esempio diede Gesù come “pastore eccellente”?

      19 In Giovanni 10:3, 4 leggiamo riguardo al “pastore eccellente”: “Egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. . . . Va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”. Nello stesso modo, i sottopastori d’oggi possono dare il più utile incoraggiamento conducendo il gregge nel servizio del Regno, considerando amorevolmente i bisogni dei singoli individui del loro gruppo e interessandosi vivamente di edificare ciascuno affinché tutti migliorino le loro capacità di predicare e insegnare la buona notizia. Fu Gesù stesso a dare al gregge uno straordinario esempio in tale servizio. — Sal. 40:9.

      20. (a) Perché il gregge non deve criticare i sorveglianti? (b) In che modo le pecore del gregge possono sostenere lealmente le amorevoli fatiche dei sorveglianti?

      20 Ogni tanto, i sorveglianti dovranno dedicare parecchio tempo a risolvere problemi, problemi che non si devono trascurare. Nessuno deve criticare i sorveglianti se a volte questi problemi impediscono loro di condurre altri nel servizio del Regno. Tutto il gregge apprezza le loro amorevoli fatiche. Riconoscono che i sorveglianti si sforzano di mantenere il giusto equilibrio fra opera di evangelizzazione, opera pastorale e insegnamento. Sono molto felici quando i sorveglianti, circostanze permettendo, li accompagnano con regolarità nell’opera di evangelizzazione. Spesso i servitori di ministero e altri nella congregazione possono alleggerire il carico dei sorveglianti occupandosi di certi dettagli o di altre responsabilità che non richiedono l’attenzione particolare di un sorvegliante. I servitori di ministero e altri assistenti che prestano leale servizio a fianco dei sorveglianti e che danno una mano tutte le volte che è possibile sono una grande benedizione per la congregazione. — Sal. 149:1.

      21. Quale sarà il risultato dell’unito servizio compiuto nel ‘dire la verità’?

      21 Se i sorveglianti, i servitori di ministero e tutti gli altri componenti della congregazione ‘dicono la verità’, unitamente e con zelo, nel servizio del Regno e gli uni agli altri, e se l’intera organizzazione coopera in ogni dettaglio al fine di promuovere l’opera di predicare il Regno e fare discepoli, tutti ‘cresceranno mediante l’amore in ogni cosa in lui che è il capo, Cristo’. — Efes. 4:15.

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