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Alluminio, prodotto di nuove frontiereSvegliatevi! 1971 | 8 febbraio
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suo completamento sarebbe venuto a costare 272.800.000.000 di lire. In Canada non si era mai speso tanto denaro in una sola impresa privata. I progetti in corso prevedono che gli stabilimenti conseguiranno una produzione annua di 550.000 tonnellate di alluminio in lingotti, facendone la più alta del mondo.
Tre anni dopo l’inizio della costruzione di questo vasto complesso, uscì dai crogiuoli uno scintillante lingotto d’alluminio del peso di ventitré chilogrammi. Kitimat era in esercizio! Lo stabilimento stesso fu costruito su ciò che in precedenza erano piane inondate dalla marea nel Braccio di Kitimat del Canale Douglas. Una moderna città prese forma a undici chilometri dallo stabilimento a valle. Furono anche costruiti un porto marittimo, una linea ferroviaria e una strada moderna per soddisfare i bisogni dello stabilimento e della nuova città.
La diga di Kenney
Per produrre l’energia necessaria alla fonderia occorreva un continuo flusso discendente d’acqua. Ciò significava imbrigliare l’acqua di tutti i laghi di un altipiano lungo circa 210 chilometri. Fino al novembre del 1952, quelle acque scorrevano verso est per unirsi alla rete fluviale del Fraser diretta al Pacifico vicino a Vancouver. All’estremità occidentale dell’altipiano il lago Tahtsa fu bloccato dalla barriera di solida roccia del monte Dubose di 2.100 metri, così che non riversasse le sue acque nel Pacifico, a soli trentadue chilometri. Per formare un bacino abbastanza grande per i bisogni della prevista centrale elettrica ci voleva una diga alta circa 100 metri per chiudere lo sbocco orientale dell’altipiano, il fiume Nechako. Venne così all’esistenza la diga Kenney.
Prima che potessero iniziare i lavori della diga, si dovette costruire una via d’accesso di 100 chilometri dalla stazione ferroviaria di Vanderhoof attraverso acquitrini e boscaglia, nonché settantadue chilometri di strade per trasportare il materiale. Fu pure provveduta una pista d’atterraggio di 900 metri per trasportare uomini e materiale da Vancouver, a tre ore di distanza per via aerea. Al termine, la diga era lunga 458 metri, larga 458 metri alla base e si andava assottigliando fino a dodici metri in cima. Essa divenne la terza diga di roccia del mondo in ordine di altezza.
Cinque anni dopo c’erano nel bacino 23.000.000.000 di metri cubi d’acqua più che prima che fosse costruita la diga. Ma ora quest’acqua si doveva far cadere da un’altezza di 800 metri all’estremità occidentale del lago Tahtsa fino al livello della centrale elettrica del fiume Kemano sedici chilometri più a ovest. Ci voleva una cascata.
La cascata dentro la montagna
Come si ottenne? Ebbene, mentre era ancora in corso di preparazione la diga Kenney, cominciarono i lavori anche presso il monte Dubose. Nella parete del monte all’estremità occidentale del lago Tahtsa fu scavata una galleria di sedici chilometri. Aveva un diametro di otto metri. Nello stesso tempo dal livello della centrale elettrica furono prodotte per mezzo di mine due gallerie del diametro di cinque metri, dirette verso l’alto, a un angolo di 48° per incontrarsi con l’estremità occidentale della galleria nel cuore del monte Dubose. All’interno di queste gallerie sezioni di tubi d’acciaio, lunghe otto metri e mezzo e con un diametro di oltre tre metri, furono saldate insieme per formare le condutture, lunghe entrambe 790 metri. Pezzi di roccia e cemento furono messi tutt’intorno a queste condutture per tenerle fermamente al loro posto.
Ciascuna conduttura portava a un collettore con quattro bracci del diametro di un metro a mezzo collegati alle turbine idrauliche dei generatori. Sotto la centrale elettrica furono aperte per mezzo di esplosioni gallerie per i canali di scarico da ciascun generatore, e queste furono infine collegate con la galleria del principale canale di scarico di otto metri che getta l’acqua utilizzata nel fiume Kemano e poi nel Pacifico.
Così le acque che una volta scorrevano verso est scorrono ora verso ovest per far funzionare quella che dovrà divenire una delle più grandi centrali elettriche di proprietà privata del continente. La cascata prodotta all’interno del monte è, in effetti, sedici volte più alta delle cascate del Niagara.
Alimentazione della fonderia
Non solo la cascata è all’interno del monte Dubose, ma la centrale elettrica stessa è in una caverna in cui, per lunghezza, potrebbe facilmente entrare il transatlantico Queen Elizabeth I. Quando avrà infine raggiunto la prevista piena capacità misurerà 346 metri di lunghezza, ventisei metri di larghezza e quarantaquattro metri di altezza. Dovrà avere sedici unità generatrici che produrranno 2.400.000 cavalli vapore di elettricità. Il sistema di ventilazione di questo vasto impianto deve funzionare in continuazione, mandando 21.500.000 centimetri cubi d’aria al minuto al piano delle operazioni e al piano principale.
Le speciali linee elettriche d’alluminio con rinforzi d’acciaio che collegano alla fonderia, a circa ottantadue chilometri di distanza, attraversano un tratto di paese realmente accidentato, compreso il passo Kildala di 1.600 metri. Per costruire la linea fu necessaria una strada i cui ultimi dieci chilometri raggiungono una pendenza di 300 metri ogni chilometro e mezzo. Ci son voluti 309 pali per sostenere la linea. La linea stessa, essendo esposta a venti, tempeste di neve e di ghiaccio, fu costruita con una resistenza di sessanta chilogrammi per metro di lunghezza. Il cavo stesso, per la maggior parte della distanza, pesa poco più di tre chili per metro, mentre la parte che attraversa il passo Kildala pesa quasi sette chili per metro e ha un diametro di poco più di 3,2 centimetri.
Il lavoro fu infine terminato. Ai centri di controllo di ciascuna estremità della linea si chiusero gli interruttori. Una forte corrente attraversò la linea per far funzionare i crogiuoli nella fonderia. Mentre lo scintillante argenteo metallo scendeva dai crogiuoli nella ruota di fusione dove si formano i lingotti, veniva scritto un altro capitolo nell’affascinante storia dell’alluminio, prodotto di nuove frontiere.
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La prima guerra mondialeSvegliatevi! 1971 | 8 febbraio
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La prima guerra mondiale
L’anno 1914 vide l’istituzione del regno di Dio in cielo, come mostrano unitamente le informazioni bibliche e storiche. Un’evidenza di ciò è che quell’anno ci fu lo scoppio della prima guerra mondiale, in adempimento della profezia di Gesù. (Matt. 24:6, 7) Il libro The Origins of World War I—1871-1914 del 1967 commentò circa questa guerra:
“Pochi avvenimenti reggono il paragone, per significato e terrore, con la prima guerra mondiale. Distrusse due imperi, quello degli Asburgo e quello dei sultani ottomani, ne modificò due altri, quello degli Hohenzollern e quello dei Romanov, rendendoli irriconoscibili. Creò una schiera di nuove nazioni in Europa e oltremare. Fece nascere il dominio comunista in Russia e provvide lo sfondo al sorgere del fascismo in Italia e altrove. Nel suo corso, furono uccise approssimativamente due volte più persone di quelle uccise in tutte le guerre dei precedenti due secoli messe insieme, le guerre napoleoniche e la guerra civile americana incluse. Paralizzò pure, di corpo e di spirito, molti superstiti e pose le basi per un’ancora più distruttiva seconda guerra mondiale”. — Pagina V.
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