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Libro biblico numero 47: 2 Corinti“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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documento scritto, ma il frutto che porta nel ministero. Comunque, benché il ministero sia in realtà glorioso, questo non è affatto un motivo per gonfiarsi. I servitori di Dio come uomini imperfetti hanno questo tesoro di servizio in fragili vasi di terra, affinché si veda chiaramente che la potenza è di Dio. Ci vuole dunque umiltà per accettare il glorioso privilegio di essere ministri di Dio, e che immeritata benignità di Dio è servire come “ambasciatori in sostituzione di Cristo”! Com’era quindi appropriata l’esortazione di Paolo di “non accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo”! — 2:14-17; 3:1-5; 4:7; 5:18-20; 6:1.
19. Sotto quali vari aspetti Paolo lasciò uno splendido esempio per i ministri cristiani d’oggi, specialmente per i sorveglianti?
19 Paolo lasciò di sicuro uno splendido esempio che i ministri cristiani possono imitare. Apprezzò e studiò le ispirate Scritture Ebraiche, citandole ripetute volte, facendo riferimento ad esse e applicandole. (2 Cor. 6:2, 16-18; 7:1; 8:15; 9:9; 13:1; Isa. 49:8; Lev. 26:12; Isa. 52:11; Ezec. 20:41; 2 Sam. 7:14; Osea 1:10) Per di più, come sorvegliante manifestò profonda preoccupazione per il gregge, dicendo: “Da parte mia spenderò lietamente e sarò completamente speso per le anime vostre”. Come si legge, si prodigò senza risparmio a favore dei fratelli. (2 Cor. 12:15; 6:3-10) Fu instancabile nelle fatiche che compì per insegnare, esortare e correggere le cose nella congregazione di Corinto. Mise chiaramente in guardia contro l’avere associazione con le tenebre, dicendo ai corinti: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”. A motivo della sua amorevole preoccupazione per i corinti non desiderava che le loro menti fossero corrotte, “come il serpente con la sua astuzia sedusse Eva”, e li esortò dunque con tutto il cuore: “Continuate a provare se siete nella fede, continuate a provare ciò che voi stessi siete”. Li incitò alla generosità cristiana, mostrando loro che “Dio ama il donatore allegro”, ed egli stesso espresse le più sentite grazie a Dio per il Suo indescrivibile dono gratuito. Veramente i fratelli di Corinto erano incisi con amore sulla tavoletta carnale del cuore di Paolo, e il suo instancabile servizio a loro favore è ciò che dovrebbe contraddistinguere un sorvegliante pieno di zelo e ben desto. Quale straordinario esempio per noi oggi! — 6:14; 11:3; 13:5; 9:7, 15; 3:2.
20. (a) In che modo Paolo indirizza la nostra mente nella direzione giusta? (b) Quale gloriosa speranza addita 2 Corinti?
20 L’apostolo Paolo indirizza la nostra mente nella direzione giusta, indicando “il Padre delle tenere misericordie e l’Iddio di ogni conforto” come vera fonte di forza nel momento della prova. Egli è colui che “ci conforta in tutta la nostra tribolazione” affinché perseveriamo in vista della salvezza fino a entrare nel suo nuovo mondo. Paolo addita anche la gloriosa speranza di avere “da Dio un edificio, una casa non fatta con mani, eterna nei cieli”, e dice: “Quindi se qualcuno è unito a Cristo, è una nuova creazione; le cose vecchie sono passate, ecco, cose nuove sono venute all’esistenza”. La seconda lettera ai Corinti contiene in realtà parole meravigliose e rassicuranti per quelli che, come Paolo, erediteranno il Regno dei cieli. — 1:3, 4; 5:1, 17.
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Libro biblico numero 48: Galati“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Libro biblico numero 48: Galati
Scrittore: Paolo
Dove fu scritto: Corinto o Antiochia di Siria
Quando fu completato: ca. 50–52 E.V.
1. A quali congregazioni è indirizzata la lettera ai Galati, e come e quando furono organizzate?
LE CONGREGAZIONI della Galazia alle quali Paolo si rivolge in Galati 1:2 includevano a quanto sembra Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe, città situate in distretti diversi, ma tutte all’interno di questa provincia romana. I capitoli 13 e 14 di Atti narrano il primo viaggio missionario che Paolo fece con Barnaba in questa zona e che portò all’organizzazione delle congregazioni della Galazia. Queste erano formate da giudei e non giudei, fra cui senza dubbio celti, o galli. Ciò avvenne poco dopo la visita di Paolo a Gerusalemme verso il 46 E.V. — Atti 12:25.
2. (a) Quale fu il risultato del secondo viaggio di Paolo in Galazia, ma che avvenne subito dopo? (b) Nel frattempo, come era proseguito il viaggio di Paolo?
2 Nel 49 E.V. Paolo iniziò con Sila il suo secondo viaggio missionario nel territorio della Galazia, come risultato del quale ‘le congregazioni furono rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno’. (Atti 16:5; 15:40, 41; 16:1, 2) Comunque, subito dopo la loro partenza giunsero falsi insegnanti, giudaizzanti, che persuasero alcuni nelle congregazioni galate a credere che la circoncisione e l’osservanza della Legge di Mosè fossero aspetti essenziali del vero cristianesimo. Nel frattempo Paolo aveva proseguito il viaggio oltre la Misia in Macedonia e in Grecia, giungendo infine a Corinto, dove trascorse più di 18 mesi con i fratelli. Quindi, nel 52 E.V., partì di là e passando per Efeso si diresse ad Antiochia di Siria, base della sua attività, dove arrivò quello stesso anno. — Atti 16:8, 11, 12; 17:15; 18:1, 11, 18-22.
3. Dove e quando può essere stata scritta la lettera ai Galati?
3 Dove e quando Paolo scrisse la lettera ai Galati? Senza dubbio la scrisse appena gli giunse notizia dell’attività dei giudaizzanti. Questo sarebbe potuto avvenire mentre era a Corinto, a Efeso o ad Antiochia di Siria. Sarebbe anche potuto avvenire durante la sua permanenza di 18 mesi a Corinto, nel 50-52 E.V., giacché le informazioni avrebbero avuto il tempo di giungergli lì dalla Galazia. È improbabile che abbia scritto da Efeso, poiché vi si trattenne solo brevemente durante il viaggio di ritorno. Comunque, in seguito egli ‘trascorse qualche tempo’ nella sua base operativa di Antiochia di Siria, a quanto sembra nell’estate del 52 E.V., e siccome c’erano rapide comunicazioni fra questa città e l’Asia Minore, è possibile che abbia ricevuto la notizia sui giudaizzanti e che abbia scritto la lettera ai Galati da Antiochia di Siria in quel periodo. — Atti 18:23.
4. Cosa rivela Galati in quanto all’apostolato di Paolo?
4 La lettera presenta Paolo come “apostolo, né da parte degli uomini né per mezzo di alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre”. Rivela pure molti fatti intorno alla vita e all’apostolato di Paolo, dimostrando che, in qualità di apostolo, lavorò di concerto con gli apostoli residenti a Gerusalemme e che addirittura si valse della sua autorità per correggere un altro apostolo, Pietro. — Gal. 1:1, 13-24; 2:1-14.
5. Quali fatti sostengono l’autenticità e la canonicità di Galati?
5 Quali fatti sostengono l’autenticità e la canonicità di Galati? La lettera è menzionata per nome negli scritti di Ireneo, Clemente Alessandrino, Tertulliano e Origene. È pure inclusa nei seguenti importanti manoscritti biblici: Sinaitico, Alessandrino, Vaticano 1209, Codex Ephraemi Syri rescriptus, Codex Claromontanus e il papiro Chester Beatty II (P46). Inoltre, è completamente in armonia con il resto delle Scritture Greche e anche con le Scritture Ebraiche, alle quali fa spesso riferimento.
6. (a) Quali due punti dimostra la lettera ai Galati? (b) Cosa c’è di insolito circa la stesura di questa lettera, e a cosa viene dato risalto?
6 Nella sua vigorosa e severa lettera “alle congregazioni della Galazia”, Paolo dimostra (1) che è un vero apostolo (fatto che i giudaizzanti avevano cercato di screditare) e (2) che la giustificazione avviene mediante la fede in Cristo Gesù, non mediante le opere della Legge, e che perciò la circoncisione non è necessaria per i cristiani. Benché Paolo avesse l’abitudine di far scrivere le sue lettere da un segretario, egli stesso scrisse Galati in ‘grosse lettere di sua propria mano’. (6:11) Il contenuto del libro era della massima importanza sia per Paolo che per i galati. Il libro dà risalto all’apprezzamento per la libertà che i veri cristiani hanno mediante Gesù Cristo.
CONTENUTO DI GALATI
7, 8. (a) Cosa dice Paolo circa la buona notizia? (b) Come fu confermato il ruolo di Paolo quale apostolo degli incirconcisi, e in che modo egli dimostrò la sua autorità in relazione a Cefa?
7 Paolo difende il suo apostolato (1:1–2:14). Dopo aver salutato le congregazioni della Galazia, Paolo si meraviglia che si lascino così presto distogliere per passare a un’altra sorta di buona notizia, e fermamente dichiara: “Anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualcosa oltre ciò che vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto”. La buona notizia che egli ha dichiarato non è qualcosa di umano, né gli è stata insegnata “se non mediante rivelazione da parte di Gesù Cristo”. In precedenza, come zelante esponente del giudaismo, Paolo aveva perseguitato la congregazione di Dio, ma poi Dio lo chiamò mediante la Sua immeritata benignità affinché dichiarasse alle nazioni la buona notizia intorno a suo Figlio. Fu solo tre anni dopo la sua conversione che egli salì a Gerusalemme, e allora, degli apostoli, vide solo Pietro, nonché Giacomo fratello del Signore. Egli era sconosciuto di persona alle congregazioni della Giudea, nonostante che ne udissero parlare e ‘glorificassero Dio’ a motivo di lui. — 1:8, 12, 24.
8 Dopo 14 anni Paolo salì di nuovo a Gerusalemme e spiegò privatamente la buona notizia che predicava. Nemmeno il suo compagno Tito, quantunque greco, fu obbligato a circoncidersi. Avendo visto che a Paolo era stata affidata la buona notizia per quelli che erano incirconcisi, proprio come a Pietro era stata affidata la buona notizia per quelli che erano circoncisi, Giacomo e Cefa e Giovanni diedero a Paolo e a Barnaba la destra di comune partecipazione affinché andassero alle nazioni, mentre essi stessi sarebbero andati dai circoncisi. Quando Cefa andò ad Antiochia e non camminava rettamente “secondo la verità della buona notizia” per timore della classe circoncisa, Paolo lo rimproverò davanti a tutti. — 2:14.
9. In base a che cosa il cristiano è dichiarato giusto?
9 Dichiarati giusti per fede, non mediante la legge (2:15–3:29). Noi giudei, ragiona Paolo, sappiamo “che l’uomo è dichiarato giusto non a motivo delle opere della legge, ma solo per mezzo della
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