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Il congresso di Losanna: Pentecoste o Babele?Svegliatevi! 1975 | 8 giugno
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Il congresso di Losanna: Pentecoste o Babele?
“NON era mai accaduto nulla di simile a quanto è avvenuto a Losanna”, osserva la rivista Eternity. “Questo — il Congresso Internazionale sull’Evangelizzazione nel Mondo — è stato una conferenza missionaria diversa”.
‘È stato come la Pentecoste’ è il modo in cui altri hanno descritto il caleidoscopio di varie nazioni, culture e ambienti rappresentati al congresso tenuto a Losanna, in Svizzera, dal 16 al 25 luglio 1974. Il dichiarato obiettivo era di discutere i modi e i mezzi per “Fare udire alla terra la Sua voce”, cioè come potevano far udire in tutto il mondo entro l’anno 2000 la loro veduta del messaggio di Gesù Cristo.
Sebbene molti osservatori non arrivino al punto di chiamare Losanna un’altra “Pentecoste”, la maggioranza converrà probabilmente che è stato davvero ‘diverso’. Negli ultimi mesi c’è stata una gran quantità di conferenze sull’evangelismo e sull’opera missionaria. Losanna, comunque, ha oltrepassato, in modo elaborato, i confini settari, attirando 2.700 rappresentanti scelti di alcuni gruppi evangelici di 150 paesi. Erano rappresentate decine di lingue; alle sessioni si parlavano sette lingue ufficiali.
Furono fatti sforzi speciali per invitare una vasta rappresentanza del mondo evangelico, non solo persone di diverse nazioni e paesi, ma donne, ecclesiastici, laici, evangelisti, missionari, educatori, persone giovani e persone anziane. Molti degli oltre mille delegati delle ‘nazioni del Terzo Mondo’ spesero l’equivalente del salario di parecchie settimane solo per pagare la tassa d’iscrizione.
Il congresso di Losanna fu diverso anche in quanto era costituito di sessioni di lavoro. Erano state preparate in anticipo dettagliate relazioni per spiegare la portata degli sforzi dei missionari della cristianità in ogni parte della terra. Fu anche data enfasi al modo di stabilire contatti con le persone del mondo “cristiano” solitamente inaccessibili, come chi abita in appartamenti o lavora in grandi edifici adibiti a uffici. Gli organizzatori erano così risoluti a far sì che il congresso fosse più che semplice teologia e teoria che i delegati furono definiti “partecipanti”.
A questo particolare congresso fu anche fatta molta propaganda dalle relazioni pubbliche. Fu suscitato esteso interesse per esso dall’impulso dato sin dal principio al congresso da Billy Graham, e in seguito egli fu il suo presidente onorario e uno dei principali oratori. La manifestazione richiese mesi di preparativi, e infine essa è costata quasi due miliardi di lire.
Perché ora?
All’improvviso pare che questi capi religiosi si siano resi conto del bisogno di evangelizzare con zelo. Solo quattro anni fa un sondaggio condotto in tutta la terra rivelò che la maggioranza non era allora favorevole a una tale conferenza. Meno di due anni dopo cambiarono idea e cominciarono i preparativi del Congresso di Losanna. “La tendenza è favorevole alla testimonianza evangelica in tutto il mondo”, disse uno dei direttori, “e abbiamo convenuto che dovevamo seguire quella tendenza per conseguire entro questo secolo l’obiettivo dell’evangelizzazione mondiale”. Perché questo cambiamento di attitudine in così breve tempo?
A Losanna nessuno pareva saperlo con certezza. Ma numerosi oratori osservarono che ‘le condizioni del mondo sono feconde per la testimonianza intorno a Cristo’. Os Guinness della Svizzera espresse l’opinione che ora la gente è eccezionalmente aperta al messaggio cristiano a causa del “fallimento del pensiero secolare”. Un altro dei principali oratori, l’inglese Malcolm Muggeridge, appoggiò Guinness, dicendo: “Da molto tempo mi sembra chiaro oltre ogni ombra di dubbio che quella che è ancora chiamata Civiltà Occidentale è in un avanzato stadio di disgregazione, e che ci troveremo presto in un altro Medio Evo, se esso, in realtà, non è già cominciato”.
Ma, naturalmente, l’incalzante domanda che si pone agli evangelici di queste numerose religioni, indipendentemente dalla causa dell’apparente improvviso interesse per il messaggio biblico di Cristo, è questa: Ci si può attendere che essi evangelizzino il mondo intero?
Possono gli “evangelici” evangelizzare il mondo?
Non si può criticare tale desiderio, giacché Gesù comandò: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. — Matt. 28:19, 20.
Ma ci vuole dell’altro oltre a comprendere che si deve far questo. Coloro che si sforzano di andare in “tutte le nazioni” devono essi stessi ubbidire a ‘tutte le cose comandate’ da Gesù. Essi stessi devono ascoltare la voce di Gesù. Inoltre, giacché i comandi di Gesù non si contraddicono, tutti quelli che gli ubbidiscono devono necessariamente essere uniti tra loro. Rammentate i seguaci di Gesù alla Pentecoste del primo secolo. Non erano tutti in pace l’uno con l’altro, dello stesso pensiero? Naturalmente sì. — Atti capitolo 2.
Ma a Losanna era evidente fra i delegati vera unità, basata sulla reale ubbidienza alle parole di Gesù? Per saperlo, perché non paragonare ciò che si disse e ciò che si fece lì con gli effettivi insegnamenti di Gesù?
Gesù disse dei suoi seguaci: “Essi non sono parte del mondo come io non sono parte del mondo. . . onde siano tutti uno”. (Giov. 17:16, 21) Ovviamente egli non intese che i confini nazionali e razziali mettessero barriere fra i suoi seguaci. Tuttavia, a Losanna, le mondane divisioni nazionalistiche e razziali erano evidentissime.
I delegati di un paese asiatico furono turbati dalla presenza della bandiera di un altro paese asiatico rimasta fuori da un precedente congresso. Certi delegati africani deplorarono d’essere stati soprattutto assegnati ad alloggi segregati. Altri Africani suggerirono una possibile ‘moratoria missionaria’, che gli stranieri rimanessero fuori del loro paese. “In alcuni casi”, dice Christianity Today, forte sostenitore del raduno, “i partecipanti portarono a Losanna le divisioni esistenti in patria, e i periodi di strategia nazionale furono spesso tesi e tempestosi”.
Gli esponenti del congresso non ignorarono tali rivalità, e le fecero anche notare. Ma poi il Patto di Losanna, firmato da almeno 1.900 delegati e osservatori, e chiamato ‘consenso evangelico su cose di massima importanza’, incluse in modo incoerente come punto numero cinque: “L’evangelismo e l’impegno socio-politico fanno parte entrambi del nostro dovere cristiano”! (Il corsivo è nostro) La voce di Gesù dice che i suoi seguaci “non sono parte del mondo”, spingendo così quelli che realmente lo ascoltano a manifestare un’unità che trascende le barriere. Ma il congresso di Losanna raccomandò la condotta esattamente opposta.
Ora, si aggiungano a questi problemi la disunione religiosa rappresentata al Congresso. Gesù esige che i suoi veri seguaci ‘rimangano uniti’ a lui. (Giov. 15:4) I delegati a Losanna erano uniti a Gesù? Com’era possibile?
Come potevano anglicani, battisti, “discepoli di Cristo”, liberi metodisti, luterani, mennoniti, presbiteriani riformati e gli altri rappresentati a Losanna, ognuno dei quali ha insegnamenti diversi e contraddittori, essere tutti uniti a Gesù? Non è proprio possibile. (1 Cor. 1:10) Religiosamente e altrimenti, dunque, c’era poca unità cristiana a Losanna.
Ma anche se fossero stati uniti, come possono gli “evangelici” sperare di fare “discepoli delle persone di tutte le nazioni”? Solo nei dieci giorni del loro convegno, la popolazione terrestre aumentò di quasi altri due milioni di unità, in altre parole, 650 persone per ogni delegato ufficiale a Losanna. I capi evangelici ammettono il loro bisogno di aiuto nel predicare al mondo. Dove si rivolgono per avere aiuto? Ai “laici”.
Possono i “laici” essere d’aiuto?
Lo spirito santo spinse tutti gli uomini e le donne, giovani e vecchi, presenti alla Pentecoste nel primo secolo a parlare delle “magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:11) Il professore brasiliano H. Snyder sottolineò l’obbligo di tutti i cristiani, non solo del clero, di dire quello che sanno del Vangelo. George W. Peters del Seminario Teologico di Dallas ribadì similmente lo stesso bisogno di attingere “alle masse di seguaci credenti della chiesa” come “principale risorsa di potenziale umano per l’evangelismo”.
Ma tale “principale risorsa di potenziale umano” può dimostrarsi un pozzo asciutto. Il frequentatore di chiesa medio, rammentò ai delegati il battista Rene Padilla dell’Argentina, ha dato poco più che assenso mentale alle parole di Gesù. La maggioranza, disse, ha accettato un “vangelo troncato” o abbreviato, aggiungendo: “I mezzi vangeli non hanno nessuna dignità e nessun futuro. Come il famoso mulo, non hanno né orgoglio di razza né speranza di posterità”.
In altre parole, come fecero capire numerosi oratori, le chiese devono anzitutto convertire i loro seguaci prima di poter sia pure sperare di evangelizzare il resto del mondo. I “laici” non sono rappresentati da “cristiani impegnati”, come fu ben illustrato da un episodio verificatosi a Losanna. Un partecipante rammentò che “è stato detto ai missionari irlandesi di tornare a casa a evangelizzare l’Irlanda” a causa della micidiale guerra tra cattolici e protestanti in quel paese. Gli Irlandesi, pur cercando di difendersi, non poterono negare le accuse, ammettendo: “I perpetratori della violenza non sono cristiani impegnati, pur asserendo di aderire nominalmente a qualche confessione”. A quanto pare non ci sono abbastanza “cristiani impegnati” per fermare la guerra! Tuttavia, quale altra nazione che si dichiara “cristiana” può dire onestamente che il suo popolo sia in qualche modo più ‘impegnato verso Cristo’?
Perché gli aderenti delle chiese sono così spesso sordi alle parole di Cristo? Perché il clero non gliele ha insegnate. Il clero stesso non crede agli insegnamenti di Gesù. A Losanna alcuni, come il Peruviano Samuel Escobar, dissero che si devono incoraggiare i laici ad “applicare l’insegnamento e l’esempio di Cristo nella vita familiare”. Ma il rapporto sulla predicazione a quelli la cui religione permette la poligamia indica forse che i suoi compilatori ci credono realmente? Supponete che un uomo con diverse mogli ‘accetti Cristo’. Che accade? Il rapporto consiglia: “È una faccenda delicatissima, ma la maggioranza di quelli che hanno preparato questo rapporto crede che egli non debba lasciare le sue mogli; contemporaneamente essi insistono che non dovrebbe prenderne altre”. Questo equivale ad approvare l’introduzione della poligamia nella congregazione cristiana.
Tuttavia Gesù disse del matrimonio: “I due” — un uomo e una donna — “saranno una sola carne”. (Matt. 19:5) Il rapporto ufficiale del congresso fu disposto a cercar di soffocare le parole di Gesù; c’è da sorprendersi se il seguace medio della chiesa, pur conoscendo gli insegnamenti di Gesù riguardo alle questioni familiari, non li applica nella sua vita? Come possono questi essere la “principale risorsa di potenziale umano” per evangelizzare il mondo?
Cercate Cristo altrove
Molte persone oneste in ogni parte del mondo ascoltano la voce di Gesù. Vogliono disperatamente la verità che rende gli uomini liberi. Ma, francamente, tale messaggio non sarà il risultato del congresso di Losanna.
Losanna non fu, come vantarono alcuni suoi sostenitori, ‘un’altra Pentecoste’ in cui si parlavano molte lingue relativamente al comune messaggio di Gesù. Fu una Babele di diverse voci settarie, politiche e razziali le quali pronunciarono gli stessi vecchi credi che per secoli hanno diviso gli uomini. I capi evangelici ammisero che la grande massa dei loro seguaci, come quelli dei gruppi religiosi più “liberali”, non hanno realmente udito la voce di Gesù. Ma contemporaneamente fu come se implorassero in qualche modo, nonostante non ci fosse nessuna speranza, che questi stessi seguaci della chiesa li aiutassero a evangelizzare il mondo intero.
A Losanna si udirono molte voci confuse e incerte. Ma la voce di Gesù non era fra quelle. Chi teme Dio deve volgere altrove gli orecchi per udire il suo chiaro messaggio.
[Immagine a pagina 9]
Il vescovo anglicano Jack Dain (a sinistra) e l’evangelista Billy Graham firmano il Patto di Losanna. Il suo primo punto dice: “Confessiamo con vergogna di avere spesso rinnegato la nostra chiamata e di essere venuti meno alla nostra missione, conformandoci al mondo o ritirandoci da esso”.
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Perché l’airone inclina il collo?
Due zoologi canadesi credono di avere scoperto la ragione per cui gli aironi e altri uccelli acquatici inclinano il collo quando sono fermi o camminano lentamente nell’acqua. Essi affermano che questi uccelli evitano solo il riverbero del sole sull’acqua, anziché stare all’erta per prendere i pesci.
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