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  • L’evangelizzazione e il suo posto nella vera adorazione
    La Torre di Guardia 1983 | 15 luglio
    • L’evangelizzazione e il suo posto nella vera adorazione

      “La vostra fede non dovrebbe dipendere dalla filosofia umana ma dalla potenza di Dio”. — I CORINTI 2:5, “THE JERUSALEM BIBLE”.

      1. (a) Per quale attività sono noti in tutto il mondo i testimoni di Geova? (b) Quanto è importante questa attività?

      I TESTIMONI DI GEOVA sono conosciuti in tutto il mondo come evangelizzatori, cioè messaggeri della buona notizia. Il sociologo inglese J. A. Beckford ha detto: “I Testimoni sono tra i più diligenti ed energici evangelizzatori e proselitisti del mondo moderno”. (Social Compass del gennaio 1977) Egli aggiunge inoltre: “Questa è un’ovvia ragione, benché spesso trascurata, dell’indice di crescita del movimento Watchtower [Torre di Guardia]”. Ma l’opera di predicare il Regno e fare discepoli è qualcosa che Geova gradisce? La storia e i fatti dei nostri giorni rispondono di sì! L’evangelizzazione, la predicazione della buona notizia del Regno di Dio, è il fondamento del cristianesimo. È il segno, passato e presente, del popolo di Dio.

      2. A cosa serve la predicazione del Regno?

      2 A cosa serve la predicazione del Regno? Anzitutto, permette all’individuo di dare una visibile prova di amore e gratitudine per l’Onnipotente Dio e le Sue creature umane. (Matteo 22:37-39) E soprattutto, per mezzo dell’evangelizzazione sono rese note ad altri l’incomparabile sapienza e la straordinaria potenza di Geova. — Atti 1:8; 4:33; Efesini 3:10.

      Geova promuove la buona notizia

      3. (a) Perché Geova può essere definito un evangelizzatore? (b) In chi si incentra la buona notizia, e quale fu il suo incarico?

      3 Geova fu il primo Evangelizzatore o portatore della buona notizia. La sua prima profezia dichiarò la buona notizia della liberazione dell’imperfetta umanità per mezzo di un “seme” promesso. (Genesi 3:15) In seguito, servendosi del suo portavoce profetico, Isaia, Dio predisse che il Messia, Gesù Cristo, il principale Componente del “seme”, avrebbe annunciato “la buona notizia ai mansueti”. (Isaia 61:1) Pertanto Geova si propose che Cristo fosse un predicatore della buona notizia, un evangelizzatore.

      4, 5. In che modo gli angeli hanno agito da evangelizzatori?

      4 Geova ha affidato ad altri l’incarico di dichiarare la buona notizia. Gli angeli, potenti creature spirituali, hanno partecipato a questa opera approvata da Dio. Fatto interessante, sia in ebraico che in greco la parola “angelo” significa letteralmente “messaggero”, e la parola “evangelizzatore” proviene da due parole greche che significano “buono” e “angelo” (o “messaggero”). Per esempio, l’angelo di Dio “dichiarò in precedenza la buona notizia ad Abraamo”. (Galati 3:8; Genesi 22:15-18) In base a quella buona notizia, dalla discendenza di Abraamo sarebbe venuto il “seme” promesso, e tutte le nazioni si sarebbero per certo benedette per mezzo di quel “seme”. (Genesi 12:2, 3) Venti secoli dopo l’angelo Gabriele, servendo quale evangelizzatore, annunciò a Zaccaria la prossima nascita di Giovanni il Battezzatore, dicendo: “Sono stato mandato a parlarti e a dichiararti la buona notizia di queste cose”. Giovanni il Battezzatore preparò la via per il principale componente del “seme” di Abraamo, Gesù Cristo. — Luca 1:19.

      5 Sempre in qualità di evangelizzatore, Gabriele apparve a Maria per portarle la lieta novella della futura nascita di Gesù. (Luca 1:26-38) Mesi dopo, i pastori rimasero sbalorditi quando un evangelizzatore angelico annunciò: “Non abbiate timore, poiché, ecco, vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà”. A quest’angelo si unì poi una moltitudine di creature spirituali che confermarono questo messaggio di buone notizie. (Luca 2:8-14) La straordinaria dimostrazione della potenza di Dio, manifestata con l’annuncio della buona notizia per mezzo di angeli, non cessò con la nascita di suo Figlio ma continuò durante tutta la storia della congregazione cristiana del primo secolo. Un angelo liberò gli apostoli dalla prigione e comandò loro: “Predicate al popolo”. (Atti 5:20, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento) Fu impartita guida angelica per trovare persone interessate e aiutare i servitori di Dio. (Atti 8:26; 10:3; 12:7-11) E l’apostolo Giovanni, che mediante ispirazione descrisse avvenimenti che dovevano verificarsi “nel giorno del Signore”, vide in visione ‘un angelo volare nel mezzo del cielo con un’eterna buona notizia da dichiarare’: in effetti, sorvegliava la mondiale diffusione del messaggio del Regno da parte dei servitori terreni di Geova. — Rivelazione 1:10; 14:6.

      Il compito cristiano: evangelizzare!

      6. (a) Quale fondamento pose Gesù per la proclamazione della buona notizia? (b) Come Gesù fece in modo che l’opera di evangelizzazione fosse continuata dopo la sua morte?

      6 Perché la primitiva congregazione cristiana fu così intrepida e dinamica nel dare testimonianza? Perché Cristo, il Fondatore, si servì della sapienza e della potenza di Dio per edificare su di sé una vigorosa organizzazione di evangelizzatori. Cristo fece due cose. Prima adempì il suo compito di “annunciare la buona notizia ai mansueti”. (Isaia 61:1) In secondo luogo addestrò personalmente i suoi 12 intimi compagni a predicare e poi ne addestrò altri 70. In tal modo Cristo stabilì un solido nucleo di predicatori che avrebbero continuato l’opera di evangelizzazione dopo la sua morte. — Matteo 10:5-42; Luca 10:1-16.

      7. In quanto a portare la buona notizia alle persone, come la sapienza di Dio ha differito da quella umana?

      7 Gesù fu un uomo d’azione nella predicazione del Regno. Si impegnò attivamente nell’opera di evangelizzazione perché sapeva che le persone avevano bisogno di udire la buona notizia del Regno di Dio, il nuovo governo celeste che porterà pace duratura sulla terra ed eliminerà ogni causa di afflizione. Quindi dopo avere terminato un giro di evangelizzazione nelle città e nei villaggi e avere osservato la pietosa condizione spirituale del popolo, egli disse ai discepoli: “Sì, la messe è grande, ma gli operai sono pochi. Perciò, implorate il Signore della messe onde mandi operai nella sua messe”. (Matteo 9:37, 38) Gesù cominciò subito a soddisfare tale richiesta. Uno dei primi ordini che diede agli apostoli fu: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. Predicate al popolo, fu il suo invito. Per recare sollievo all’afflitta umanità, la sapienza umana avrebbe potuto suggerire un programma sociale burocratico o un consiglio rivoluzionario clandestino: ma Cristo dichiarò la sapienza di Dio. Semplicemente: “Andate, predicate”. — Matteo 10:7.

      8. Come si sentì Cristo quando i suoi discepoli tornarono dal loro giro di predicazione, e perché?

      8 Dati questi ordini, Gesù parlò ad altri e anche a loro disse di evangelizzare. Quando questi predicatori tornarono e riferirono il loro successo, Gesù fu pieno di gioia e disse: “Ti lodo pubblicamente, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai attentamente nascosto queste cose ai saggi e agli intellettuali, e le hai rivelate ai bambini”. (Luca 10:21) Quei “bambini” erano discepoli adulti di Cristo, e l’opera di evangelizzazione era il mezzo con cui avrebbero rivelato ad altri la verità di Dio. Pertanto non fu la filosofia né la potenza dell’uomo a stabilire fermamente il vero cristianesimo, ma fu la sapienza e la potenza divina espressa mediante la predicazione del Regno.

      Tutti i discepoli evangelizzavano

      9. Citate commenti di storici indicanti che il fondamento del cristianesimo primitivo fu la predicazione del Regno.

      9 Se la predicazione della buona notizia del Regno è il fondamento del cristianesimo, allora tutti i primi cristiani dovettero essere evangelizzatori. Lo furono? Sì, risponde la storia. Si noti cosa dicono queste opere di consultazione riguardo ai cristiani del primo secolo:

      “In quei giorni tutti i cristiani indistintamente erano ‘missionari’”. — History of Western Civilization.

      “Questa prima attività missionaria mostra che tra i primi missionari non ci furono affatto solo gli Apostoli. Invece vi partecipava l’intera comunità cristiana”. — New Catholic Encyclopedia.

      Il desiderio di attestare la propria fede e il proprio modo di vivere è qualcosa che ci si attende da ogni cristiano”. — Encyclopedia Americana.

      10. (a) Quando fu che la congregazione cristiana divenne un’organizzazione di evangelizzatori? (b) Quale dono miracoloso diede Dio ai primi cristiani, e a quale scopo?

      10 Sin dal momento in cui venne all’esistenza nel 33 E.V., la congregazione cristiana fu un’organizzazione di evangelizzatori. Senza perdere tempo i suoi primi membri, circa 120 discepoli, divennero predicatori del Regno. La storia divina riporta che “furono tutti pieni di spirito santo e cominciarono a parlare”. Si noti che tutti, non solo alcuni, cominciarono a parlare “delle magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:4, 11) Questo dimostrava che la potenza e la sapienza di Dio dava a quegli adoratori disposti ad accettarla la sorprendente capacità di predicare in lingue che non avevano mai studiato. Con un miracolo la congregazione cristiana fu stabilita sul fondamento della proclamazione della buona notizia.

      11. Come Pietro mise in risalto che tutti i cristiani devono essere predicatori?

      11 Più tardi, lo stesso giorno, Pietro applicò la profezia di Gioele alla congregazione cristiana appena stabilita: “‘E negli ultimi giorni’, dice Dio, ‘io verserò del mio spirito su ogni sorta di carne, e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno e i vostri giovani vedranno visioni e i vostri vecchi avranno sogni; e anche sui miei schiavi e sulle mie schiave verserò in quei giorni del mio spirito, e profetizzeranno’”. (Atti 2:17, 18; Gioele 2:28, 29) Tutti i cristiani indistintamente dovevano essere evangelizzatori. Uomini, donne e anche giovani avrebbero partecipato attivamente all’opera di profetizzare o proclamare, di parlare con entusiasmo del messaggio divino della buona notizia.

      Evangelizzare vuol dire anche avvertire

      12. Perché il messaggio del Regno di Dio non è una buona notizia per tutti?

      12 Il messaggio del Regno di Dio non è una buona notizia per tutti, poiché include l’avvertimento della distruzione. L’attuale corrotto sistema e tutti i suoi sostenitori devono sparire perché la buona notizia abbia benefici duraturi. (Proverbi 21:18) I sinceri adoratori di Geova non possono trasformare questa terra in un paradiso se rimangono tracce di malvagità a deturparne la bellezza. Colui dal quale ha origine la buona notizia diede non solo il comando di “proclamare l’anno di buona volontà” ma anche di dichiarare “il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. (Isaia 61:2) Analogamente, il messaggio di un angelo menzionato in Rivelazione include queste parole: “Temete Dio e dategli gloria, perché l’ora del suo giudizio è arrivata”. — Rivelazione 14:7.

      13. (a) Come considerarono i primi cristiani l’opera di evangelizzazione? (b) Con una scrittura mostrate che i primi cristiani sentirono l’urgenza dell’opera.

      13 Comprendendone l’urgenza i cristiani del primo secolo divulgarono la buona notizia nel modo più rapido possibile. Questa fu un’altra caratteristica dei primi cristiani in merito alla buona notizia. “L’attesa cristiana del tempo della fine non consisté mai semplicemente in un desiderio passivo della venuta del Regno di Dio” ma “fu manifestata invece con un’incredibile intensificazione e accelerazione degli sforzi per preparare il mondo al ritorno di Cristo e al futuro Regno”, commenta l’Encyclopædia Britannica. Le congregazioni erano regolarmente esortate in merito all’imminenza della fine e alla necessità di essere pronti. Gli apostoli compresero che, se si voleva predicare a tutti prima che arrivasse il giorno di vendetta di Dio, una parte essenziale del cristianesimo era quella di evangelizzare con prontezza. Come risultato il cristianesimo si sviluppò rapidamente. — Romani 10:13, 14; I Tessalonicesi 5:2, 6; II Pietro 3:11-14.

      14, 15. Che peso ha avuto sulla storia la forza dell’opera di evangelizzazione?

      14 Anche se dopo il primo secolo il chiaro accento del messaggio del Regno fu smorzato e distorto, l’attesa della fine continuò ad essere una potente forza. Per esempio, secondo alcuni storici, la spedizione di Colombo nell’emisfero occidentale nel XV secolo fu in parte determinata dalla credenza che si doveva rapidamente portare la buona notizia in India prima che Cristo tornasse. Successivi spostamenti di popolazioni, come l’emigrazione dei puritani nel XVII secolo, il trasferimento dei battisti, dei quaccheri e dei metodisti in America nel XVIII secolo e l’emigrazione di tedeschi in Russia e in Palestina nel XVIII e nel XIX secolo furono ispirati da idee simili.

      15 Si può dunque dire che l’opera di evangelizzazione iniziata da Gesù Cristo ha avuto effetti di vasta e di lunga portata? La storia risponde di sì. Sebbene questa forza non sia sempre stata usata come aveva comandato Cristo, l’impronta che ha lasciato sul mondo è stata ugualmente notevole. L’Encyclopædia Britannica, alla voce “Cristianesimo”, termina con questa affermazione: “Il cristianesimo è la forza spirituale che ha avuto maggior peso sulla storia umana e può averla cambiata più profondamente di qualsiasi altro fattore”.

      L’evangelizzazione nei nostri giorni

      16. (a) A quale conclusione si può giungere riguardo ai cristiani del primo secolo? (b) Quale domanda si può fare parlando dell’odierna opera di testimonianza?

      16 L’esame di questi documenti storici divini e secolari porta a un’importante conclusione: Tutti i cristiani del primo secolo furono evangelizzatori. Per essere e per continuare ad essere cristiani si doveva predicare regolarmente. È diventato questo un modo di adorare ingenuo e sgradevole, privo di attrattiva nei nostri tempi? Secondo il pensiero dell’uomo forse sì, ma non secondo quello di Dio. — Proverbi 16:25; Geremia 8:9.

      17. Come hanno i testimoni di Geova restituito all’evangelizzazione la sua vera identità?

      17 La storia moderna dei testimoni di Geova mostra che hanno restituito completamente al messaggio della buona notizia del Regno il suo chiaro accento di verità. Ubbidendo al comando di Cristo si impegnano nella più estesa opera di evangelizzazione che sia mai stata compiuta. Dev’essere data una testimonianza mondiale prima che venga la fine di questo sistema. (Matteo 24:14) Negli scorsi cento anni questo è stato il principale obiettivo dei testimoni di Geova. Il primo numero della Torre di Guardia, allora chiamata Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo, ne dichiarava lo scopo:

      “Questo è il primo numero del primo volume della ‘Torre di Guardia di Sion’, e forse non è inopportuno dire lo scopo per cui viene pubblicata. Viviamo ‘negli ultimi giorni’ . . . e desideriamo che la ‘famiglia della fede’ sia pienamente consapevole di questo fatto”. — Luglio 1879.

      In seguito, nel 1884, i testimoni di Geova come gruppo di evangelizzatori costituirono una società. Il suo scopo fu dichiarato nel secondo articolo del suo statuto che dice:

      “Lo scopo per cui la società si costituisce è la divulgazione delle verità bibliche in varie lingue per mezzo della pubblicazione di trattati, opuscoli, giornali e altri documenti religiosi, e con tutti gli altri mezzi legali”.

      Questi strumenti sono serviti allo scopo dichiarato? La storia risponde di sì.

      18. In che modo l’opera di evangelizzazione ha richiamato l’attenzione del mondo?

      18 L’opera di evangelizzazione compiuta dai testimoni di Geova ha richiamato l’attenzione del mondo. Ne hanno parlato e scritto gli strumenti di informazione, le più alte corti giudiziarie e i libri di storia. Dal primo numero mensile, di cui furono stampate 6.000 copie in una sola lingua, a questo numero di cui sono state stampate 10.050.000 copie in 102 lingue, La Torre di Guardia ha raggiunto una tiratura che supera quella di qualsiasi periodico religioso. Da quando venivano dedicate poche migliaia di ore ogni anno all’opera di evangelizzazione nel XIX secolo, c’è stato un aumento sorprendente. Nel 1982 le ore dedicate all’opera di predicazione sono state più di 384 milioni, si sono distribuiti 286 milioni di pubblicazioni e oltre un milione e mezzo di famiglie hanno ricevuto istruzione biblica gratuita in 205 paesi e territori. Tutto questo è stato compiuto da un numero di persone relativamente piccolo: 2.477.608 nel 1982.

      19. (a) A chi i testimoni di Geova attribuiscono il successo della loro mondiale opera di evangelizzazione? (b) Se siete evangelizzatori, cosa dovete fare secondo Matteo 10:7?

      19 I testimoni di Geova attribuiscono forse questo straordinario lavoro alle loro capacità intellettive e alla loro forza? No. Ogni merito va al nostro saggio e potente Dio, Geova, il primo Evangelizzatore. Che farete dunque? Se comprendete il posto che l’evangelizzazione ha nella vera adorazione e desiderate sinceramente l’approvazione di Geova, allora, evangelizzate regolarmente, settimana dopo settimana, o, come disse Gesù: “ANDATE, PREDICATE”! — Matteo 10:7.

  • Siete fra quelli che Dio sceglierebbe?
    La Torre di Guardia 1983 | 15 luglio
    • Siete fra quelli che Dio sceglierebbe?

      “Dio scelse le cose stolte del mondo, per svergognare gli uomini saggi”. — I Corinti 1:27.

      1. Perché molti hanno preferito essere stolti agli occhi del mondo?

      DIRESTE che un lavoro, di cui riconoscete l’importanza, è insignificante solo perché altri lo considerano stoltezza e un segno di debolezza? A nessuno, naturalmente, piace essere definito stolto o debole, nemmeno a un bambino. Ma supponiamo che l’incarico di compiere questo importante lavoro venga da un’alta personalità molto intelligente. Non sareste disposti a soffocare l’orgoglio e ad accettare l’incarico? In tutta la storia milioni di persone sono state disposte a farlo. Quale compito hanno accettato di svolgere e chi gliel’ha affidato? La risposta si trova nella prima lettera di Paolo ai cristiani dell’antica Corinto.

      2. Quale attività è considerata stoltezza dal mondo?

      2 Avvertendo i cristiani di quella città di non basare la loro adorazione semplicemente su ciò che aveva il favore popolare, Paolo scrisse: “La parola del palo di tortura è stoltezza per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio. Poiché è scritto: ‘Farò perire la sapienza dei saggi, e spazzerò via l’intelligenza degli intellettuali’. Dov’è il saggio? Dov’è lo scriba? Dove il contenditore di questo sistema di cose? Non ha Dio reso stolta la sapienza del mondo? Poiché siccome, nella sapienza di Dio, il mondo per mezzo della propria sapienza non ha conosciuto Dio, Dio ha ritenuto bene salvare quelli che credono per mezzo della stoltezza di ciò che viene predicato”. — I Corinti 1:18-21.

      3. Quale messaggio, considerato stoltezza dal mondo, si propone Dio di far predicare in tutta la terra?

      3 Per i cosiddetti saggi e intellettuali del mondo la parola inerente al fatto che Cristo versò il suo sangue sul palo di tortura è stoltezza. Ridono dell’idea che esercitando fede nel sacrificio di Cristo si possa ottenere la vita eterna in un giusto nuovo sistema. Per quanto li riguarda, il fatto che Cristo sia sorto dai morti e sia ora il potente Re insediato nel celeste Regno di Dio è pura fantasia. Tuttavia l’Onnipotente Dio si propone di far conoscere in tutto il mondo questo incoraggiante messaggio. Quindi a chi vuole divenire suo servitore egli affida l’incarico di predicare la buona notizia del suo Regno. Dato che questo messaggio è stoltezza per i saggi e per gli intellettuali del mondo, di chi si serve Dio per predicarlo? Ascoltate la risposta ispirata dalla stessa Parola di Dio:

      4. (a) Di chi si serve Dio per predicare il suo messaggio? (b) Che effetto ha sui saggi del mondo il fatto che Dio scelga tali persone?

      4 “Voi vedete la vostra chiamata, fratelli, che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo, per svergognare gli uomini saggi; e Dio scelse le cose deboli del mondo, per svergognare le forti; e Dio scelse le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, le cose che non sono, per ridurre a nulla le cose che sono, onde nessuna carne si vanti dinanzi a Dio”. — I Corinti 1:26-29.

      5. Cosa determina se siete fra quelli che Geova sceglierà di usare?

      5 Siete il tipo di persone che Dio sceglierebbe per compiere l’opera che vuole sia compiuta oggi sulla terra? In tal caso, siate preparati a essere considerati stolti dal mondo. “La sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio”, dice la Bibbia. (I Corinti 3:19) Per essere efficaci servitori di Geova dovete essere disposti ad agire in un modo che vi farà apparire stolti dal punto di vista del mondo. Ci sono esempi storici indicanti che non solo i servitori di Dio furono considerati stolti dalle persone del mondo, ma che anche la sapienza del mondo fu considerata stoltezza da Dio?

      Esempi del passato

      6. Come mai l’attività di Noè apparve stolta al mondo mentre fu un segno della sapienza di Dio?

      6 Noè intraprese un lavoro stolto dal punto di vista dell’uomo ma non da quello di Dio. Immaginate di costruire sulla terraferma una colossale struttura a forma di cassa, con una cubatura di 36.800 metri cubi, in grado di galleggiare sull’acqua. Un’impresa apparentemente stravagante, la quale attirerebbe certo gli scherni! Che Geova Dio facesse finire il mondo sembrava assurdo alle persone. Per loro Noè era stolto a predicare tale messaggio. (II Pietro 2:5) Ma in effetti era il loro modo di vivere, il loro modo di fare le cose, che era stoltezza agli occhi di Dio. Rovinavano la terra, facendo adirare Dio. (Genesi 6:5) Quindi Noè era disposto a farsi considerare uno stolto purché Dio manifestasse la Sua sapienza e la Sua potenza.

      7. Perché la condotta di Mosè sembrò stolta, ma cosa mostrò il risultato?

      7 Rinuncereste voi, per piacere a Dio, alla ricchezza e alla nobiltà, accettando invece d’essere maltrattati? Mosè vi rinunciò. Benché fosse “istruito in tutta la sapienza degli Egiziani”, abbandonò di buon grado quel tipo di vita e accettò il biasimo dell’unto di Dio. (Atti 7:22; Ebrei 11:24-26) Certo la condotta di Mosè sembrò stolta al mondo egiziano, ma fu dimostrato che la sapienza del mondo è stoltezza quando i saggi d’Egitto furono umiliati dalle dieci piaghe e la potenza militare di quella nazione fu distrutta da Dio al Mar Rosso. Tali esempi mostrano che la sapienza degli uomini è in effetti stoltezza presso Dio. Non è neanche lontanamente paragonabile alla sapienza e alla potenza di Dio.

      8. (a) Da quale strato della società veniva la maggioranza dei primi cristiani? (b) Che effetto ebbe però la loro predicazione sui saggi del mondo?

      8 Che dire dei primi cristiani? Un professore di storia ha scritto: “La maggioranza dei primi cristiani erano persone di umili origini, che venivano dagli strati più bassi della classe degli artigiani e dei mercanti delle grandi città”. (The Ancient World, di Joseph W. Swain) I seguaci di Cristo del primo secolo erano davvero persone comuni, fatto che i loro nemici fecero notare. (Atti 4:13; Giovanni 7:48) Tuttavia la sapienza espressa dai seguaci di Cristo svergognò i saggi del mondo. Questi ultimi non riuscivano a penetrare il sacro segreto di Dio inerente a Cristo e al Regno; per loro tali parole erano stoltezza. Infatti la Bibbia dice: “Questa sapienza non la conobbe nessuno dei governanti di questo sistema di cose, poiché se l’avessero conosciuta non avrebbero messo al palo il glorioso Signore”. — I Corinti 2:7, 8.

      La divina opera di evangelizzazione

      9. (a) Da chi provenivano effettivamente le istruzioni fornite da Gesù? (b) Per predicare il messaggio del Regno ai meritevoli, cosa dovevano fare i discepoli di Gesù?

      9 Gesù Cristo manifestò la sapienza di Dio sia con l’esempio che con le istruzioni che impartì sul modo di compiere l’opera di evangelizzazione. Infatti disse: “Non faccio nulla di mia propria iniziativa; ma . . . dico queste cose come il Padre mi ha ammaestrato”. (Giovanni 8:28) Gesù andò direttamente dalle persone per portare loro il messaggio del Regno. Le ammaestrò in pubblico e in privato. Considerate per un attimo le istruzioni che diede ai suoi discepoli, i dodici e i settanta che mandò a compiere l’opera di evangelizzazione. Potete leggere queste istruzioni in Matteo 10:1-14 e in Luca 10:1-12. Gesù disse ai discepoli di cercare le persone. “In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole”, disse. Sì, trovate quelli che desiderano ascoltare. E cosa dovevano dire loro i discepoli? “Predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”, comandò Gesù. — Matteo 10:7.

      10. (a) Quali consigli diede Gesù su cosa dire al padrone di casa? (b) Cosa dovevano fare i suoi discepoli se non veniva mostrato interesse? (c) Cosa si può dire della sapienza delle istruzioni di Cristo?

      10 Gesù consigliò anche cosa dire al padrone di casa. Egli disse: “Ovunque entriate in una casa dite prima: ‘Questa casa abbia pace’. E se vi è un amico della pace, la vostra pace riposerà su di lui. Ma se non vi è, tornerà a voi”. (Luca 10:5, 6) Dovevano stare con le persone che accettavano il messaggio del Regno da loro predicato. Ma se il padrone di casa non mostrava interesse, dovevano passare oltre. Che istruzioni semplici, facili, ma abbastanza specifiche da mostrare agli evangelizzatori, anche a quelli di oggi, cosa dire e come dirlo! Non c’era da aspettarselo dalla sapienza di Dio?

      11. (a) Quale doveva essere il tema del messaggio dei discepoli di Gesù, secondo il suo comando? (b) Affinché la nostra predicazione del Regno sia efficace, cosa dobbiamo fare? (c) Usando le scritture, come potete mostrare che il Regno risolverà i problemi elencati in questo paragrafo?

      11 Come abbiamo già detto, la sostanza del messaggio di coloro che compiono l’opera di evangelizzazione è il Regno. “Dite loro: ‘Il regno di Dio si è avvicinato a voi’”, comandò Gesù. (Luca 10:9) Dovreste tenere presente questo tema, poiché come evangelizzatori avete la responsabilità di aiutare gli ascoltatori a capire come il Regno può essere veramente una buona notizia per loro. Quindi dovreste cercare di personalizzare il messaggio del Regno, di adattarlo ai loro bisogni. A seconda dei bisogni o degli interessi dei vostri ascoltatori, perché non date risalto a quell’aspetto di ciò che farà il Regno che li attirerà di più? Ad esempio, usando scritture come Isaia 45:18 e Salmo 37:29 potete mostrare loro come il Regno adempirà il proposito di Dio di fare di questa terra un Paradiso in cui le persone vivranno per sempre. Quindi, usando le scritture indicate sotto, potete mostrare loro come il Regno risolverà i vari problemi elencati.

      Malattie: Isaia 35:5, 6; Rivelazione 21:3, 4.

      Morte: Isaia 25:8; 26:19; Giovanni 5:28, 29; I Corinti 15:26.

      Penuria di viveri: Isaia 25:6; Salmo 67:6; 72:16.

      Alloggi: Isaia 65:21-23.

      Guerre: Salmo 46:8, 9; 72:7, 8.

      Criminalità e violenza: Salmo 37:9, 10; Proverbi 2:22.

      Inquinamento: Rivelazione 11:18.

      12. (a) Come può l’evangelizzatore determinare i bisogni di una persona? (b) Qual è il segreto per essere evangelizzatori efficaci?

      12 Come si può stabilire quali sono i bisogni degli ascoltatori? Per prima cosa, siate voi stessi buoni ascoltatori, stando a sentire quello che loro hanno da dire. Fate domande e ascoltate attentamente le risposte, non mettendovi sulla difensiva se le risposte non sono quelle che vi aspettate. Un Testimone, attivo nell’opera di evangelizzazione da oltre 25 anni, ha osservato: “Cerco subito di far partecipare il padrone di casa alla conversazione. In questo modo scopro cosa gli interessa, anziché continuare con quello che volevo dire”. Un altro esperto evangelizzatore ha osservato: “Un sermone recitato a memoria potrebbe semplicemente entrare da un orecchio e uscire dall’altro”. In effetti, il segreto per essere evangelizzatori efficaci è quello di interessarsi sinceramente delle persone, come fece Gesù. (Matteo 9:36-38) Fate loro capire che vi interessate di loro personalmente, e che credete sul serio alla buona notizia che portate. Un Testimone ha detto: “Se parlate in modo meccanico trarranno solo una conclusione: che non siete convinti”.

      Un metodo fondamentale per evangelizzare

      13. Come mostra la Bibbia che i primi cristiani ubbidirono alle istruzioni di Cristo circa la predicazione?

      13 Come abbiamo visto, Gesù Cristo incoraggiò i suoi seguaci a portare il messaggio del Regno direttamente nelle case delle persone. Seguendo le sue istruzioni, anche gli apostoli dimostrarono la sapienza di Dio usando questo fondamentale metodo per evangelizzare. Il racconto biblico dice: “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:42) Successivamente l’apostolo Paolo passò in rassegna insieme con i conservi cristiani la sua opera di evangelizzazione, dicendo: “Non mi sono trattenuto dal dirvi alcuna delle cose che erano profittevoli né dall’insegnarvi pubblicamente e di casa in casa. Ma ho completamente reso testimonianza a Giudei e Greci intorno al pentimento verso Dio e alla fede nel nostro Signore Gesù”. — Atti 20:20, 21.

      14. Cosa mostra l’efficacia del metodo di evangelizzazione di casa in casa?

      14 Sebbene i servitori di Dio siano stati frequentemente scherniti e considerati stolti per aver usato questo metodo apostolico di predicare il Regno, l’enorme successo che ha avuto mostra che Dio l’approva. Per esempio, il sociologo inglese Bryan Wilson ha analizzato la crescita dei testimoni di Geova in Giappone e ha detto: “La maggioranza [il 58,3 per cento] di coloro che sono diventati Testimoni dichiarano che il loro interesse è stato inizialmente destato da un proclamatore che aveva fatto loro visita a domicilio”. Inoltre, anni fa il sacerdote cattolico John A. O’Brien disse a circa 200 sacerdoti riuniti al St. Joseph’s Seminary di New York: “Il segreto del fenomenale successo di S. Paolo era il suo instancabile impiego del metodo di fare convertiti di casa in casa. È un fatto curioso che il metodo apostolico sia ora usato da sette non cattoliche, specialmente dai testimoni di Geova”.

      Perché fare un programma per l’opera di evangelizzazione?

      15. Perché è importante riservare del tempo all’attività di predicazione di casa in casa?

      15 Non è forse vero che è essenziale avere un programma per sbrigare faccende importanti? Probabilmente avete un’ora stabilita per mangiare e dormire, come pure per studiare o lavorare. Se volete portare a termine le cose, un programma è importante. Lo stesso può dirsi della nostra predicazione di casa in casa. Dato che Satana il Diavolo combatte per impedire che la buona notizia del Regno di Dio giunga alle persone, dobbiamo avere un programma per partecipare regolarmente alla predicazione del Regno. Altrimenti potremmo ‘non trovare il tempo’ di compiere quest’opera. (I Corinti 9:16) Questo è proprio ciò che Satana vorrebbe.

      16. Quali esempi mostrano l’utilità di avere un programma per l’attività di predicazione?

      16 Un medico, Testimone da oltre 25 anni, dice che ritiene necessario avere un programma per compiere l’opera di evangelizzazione. Il proprietario di un grande allevamento di bestiame negli Stati Uniti dice: “Verso il 1944 mi resi conto che il solo modo per uscire in servizio era di riservare a quest’opera un giorno stabilito”. E aggiunge: “Ancor oggi prendo un giorno libero durante la settimana per il servizio”. Un anziano cristiano, che è anche avvocato, riscontra che avendo un programma stabilito per l’opera di testimonianza riesce a dedicare in media 15 ore al mese all’attività di predicazione. Se deve sbrigare qualche faccenda legale di sabato, la rimanda al pomeriggio, dopo aver dedicato la mattina al servizio di campo. — Confronta Colossesi 4:5.

      Rappresentate Dio in modo dignitoso

      17. Perché dobbiamo badare al nostro abbigliamento mentre compiamo l’opera di evangelizzazione?

      17 Anche se il mondo ci considera stolti a motivo del vivificante messaggio che portiamo, dovremmo stare attenti che il nostro aspetto non screditi in qualche modo questo importante messaggio. Potrebbe accadere se andassimo agli estremi nel vestire, essendo troppo eleganti o troppo trasandati. Nei territori ricchi forse dovremo fare più attenzione a che il nostro aspetto sia decoroso. Significa questo che è necessario avere un guardaroba costoso? No. Una donna che ha avuto successo nell’opera di evangelizzazione, e che ha viaggiato molto insieme al marito, osserva attentamente come vestono le persone del territorio. Poi sceglie abiti modesti che rispecchino l’usanza locale. Il nostro attuale guardaroba, per quanto possa essere modesto, andrà bene se è pulito, stirato e ordinato. Se indossate la giacca, avete sostituito i bottoni mancanti? Se portate la cravatta, avete tolto tutte le macchie? Le scarpe sono state lucidate? Ricordate che il vostro aspetto pulito e dignitoso susciterà rispetto per il messaggio che portate. — Tito 2:10.

      18. (a) Illustrate l’utilità di vestire in modo da rispecchiare le buone usanze locali. (b) Perché si deve evitare il troppo lusso?

      18 Una Testimone riferisce che, avendo prestato più attenzione al proprio aspetto, fu invitata a entrare da una signora che in precedenza si era rifiutata perfino di conversare con lei. Dopo una piacevole conversazione biblica la padrona di casa domandò: “A proposito, di che chiesa è?” La risposta: “Sono una testimone di Geova” sorprese la padrona di casa. Non aveva mai fatto entrare nessun testimone di Geova in casa sua prima d’allora. Avendole chiesto la Testimone perché avesse fatto entrare lei, la donna rispose che era perché la Testimone era “così ben messa”. Si era sentita in dovere di ascoltare quello che aveva da dire. Fu iniziato un regolare studio biblico. Nei territori più poveri invece il troppo lusso potrebbe dare l’impressione che vi sentiate superiori agli altri. Quindi, indipendentemente dal territorio che lavoriamo o dalle persone a cui predichiamo, il nostro abbigliamento decoroso dovrebbe attrarre le persone al messaggio del Regno anziché respingerle. — I Corinti 9:19-23.

      19. (a) Qual è il segreto per essere fra quelli che Dio sceglie? (b) Quale esempio diede Cristo a questo riguardo? (c) Essendo disposti a lasciare che il mondo vi consideri stolti, quali privilegi potete ricevere?

      19 A voi dunque rispondere alla domanda: Sono fra quelli che Dio sceglierebbe? La sua scelta non si basa sulle capacità intellettuali o sulla posizione mondana. Il segreto, piuttosto, è la prontezza a fare l’opera di Dio come vuole lui, anche quando nel farlo si è considerati stolti o deboli dal mondo. Gesù Cristo diede l’esempio. Fu disposto a essere considerato stolto dai suoi contemporanei per divenire “sapienza di Dio” per quelli che diventarono suoi discepoli. (I Corinti 1:30) Se siete disposti a predicare il messaggio del Regno, considerato stoltezza dal mondo, potete essere impiegati da Geova Dio come suoi Testimoni e ricevere il meraviglioso dono della vita eterna nel suo giusto nuovo sistema.

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