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EsodoAusiliario per capire la Bibbia
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Così con una spettacolare manifestazione di potenza Geova esaltò il suo nome e liberò Israele. Al sicuro sulla riva E del Mar Rosso, Mosè guidò i figli d’Israele in un cantico, mentre sua sorella Miriam, la profetessa, preso in mano un tamburello guidava nella danza tutte le donne coi tamburelli, rispondendo al canto degli uomini. (Eso. 15:1, 20, 21) Fra gli israeliti e i loro avversari c’era una completa separazione. Da quando erano usciti dall’Egitto nessuno poté far loro alcun male, né uomo né bestia, neanche un cane ‘affilò la lingua’ per ringhiare o minacciarli. (Eso. 11:7) Anche se il libro dell’Esodo non dice che il faraone finì nel mare insieme alle sue forze militari e rimase ucciso, il Salmo 136:15 afferma che Geova “scosse Faraone e le sue forze militari nel mar Rosso”.
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Esodo, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Esodo, libro di
[gr. Èxodos, uscita, partenza (degli israeliti dall’Egitto); nome del libro nella Settanta greca].
Secondo rotolo del Pentateuco detto anche Secondo libro di Mosè. In ebraico è chiamato Shemòhth, “Nomi”, dalla frase iniziale, Weèlleh shemòhth, “Or questi sono i nomi”. “Esodo” è la forma italiana derivata dal greco.
Questo libro è l’evidente continuazione di Genesi, infatti inizia con la congiunzione “or” (letteralmente “e”) cui segue un secondo elenco dei nomi dei figli di Giacobbe tratto dall’elenco più completo di Genesi 46:8-27. Esodo fu scritto nel 1512 a.E.V. mentre gli israeliti erano accampati nel deserto del Sinai, un anno dopo la partenza dall’Egitto. Il libro abbraccia un periodo di 145 anni circa, dalla morte di Giuseppe nel 1657 a.E.V. all’erezione del tabernacolo nel 1512 a.E.V.
LO SCRITTORE
Gli ebrei non hanno mai messo in dubbio che lo scrittore di Esodo fosse Mosè. Le espressioni egiziane ricorrenti indicano uno scrittore dell’epoca, e non un ebreo nato e cresciuto più tardi in Palestina.
ACCURATEZZA, VERACITÀ
Nello scrittore di Esodo “si può scorgere una profonda conoscenza dell’antico Egitto. La posizione degli egiziani nei confronti degli stranieri — la separazione da questi ultimi, pur accogliendoli nel paese, il particolare odio per i pastori, il sospetto con cui erano visti come spie gli estranei provenienti dalla Palestina — il governo nazionale, il suo carattere stabile, il potere del re, l’influenza dei sacerdoti, le grandi opere, l’impiego di stranieri nella costruzione, l’uso di mattoni, . . . e mattoni con dentro paglia, . . . i soprintendenti, l’imbalsamazione dei cadaveri, la conseguente importazione di spezie, . . . il violento cordoglio, . . . il combattimento con cavalli e carri da guerra, . . . questi sono solo alcuni dei molti punti che si potrebbero notare indicanti una profonda conoscenza degli usi e costumi egiziani da parte dell’autore del Pentateuco”. — George Rawlinson, The Historical Evidences of the Truth of the Scripture Records, pp. 290, 291.
La storia della figlia del faraone che fa il bagno nel Nilo (Eso. 2:5) è stata contestata, ma Erodoto dice (come rivelano anche monumenti antichi) che nell’antico Egitto le donne avevano ogni libertà d’azione. Inoltre gli egiziani attribuivano somme virtù alle acque del Nilo. A volte il faraone si recava evidentemente al fiume per adorare. Qui almeno due volte Mosè gli andò incontro durante le dieci piaghe. — Eso. 7:15; 8:20.
In quanto all’assenza nei monumenti egiziani di ogni traccia del soggiorno degli israeliti in Egitto, ciò non sorprende dato che lo studio dei monumenti stessi rivela che gli egiziani non ricordavano quello che era poco lusinghiero per loro. Tuttavia una testimonianza ancora più valida di quella dei monumenti di pietra è la testimonianza vivente dell’osservanza della Pasqua da parte degli ebrei, che per tutto il corso della loro storia hanno commemorato l’Esodo.
Ci sono fondati motivi per accettare l’accuratezza storica e la narrazione generale di Esodo. Gesù e gli scrittori delle Scritture Greche Cristiane citano o menzionano Esodo più di quaranta volte. L’integrità dello scrittore, Mosè, conferma l’autenticità del libro. Egli rivela con estremo candore le proprie debolezze, esitazioni e mancanze, senza attribuire mai alla propria bravura miracoli, autorità o capacità organizzativa, anche se gli egiziani riconoscevano la sua grandezza e fu per lo più assai rispettato da Israele. — Eso. 11:3; 3:10-12; 4:10-16.
La mano di Dio si rivela nel soggiorno degli israeliti in Egitto e nel loro Esodo. Difficilmente si sarebbe potuto trovare un posto migliore per la rapida crescita di Israele fino a diventare una nazione potente. Se fossero rimasti in Canaan avrebbero dovuto combattere spesso con gli abitanti del paese, mentre nel territorio della prima potenza mondiale, in quel tempo all’apice della sua grandezza, erano protetti dalla sua forza. Vivevano nella parte migliore del paese, cosa che contribuì alla loro salute e fecondità, come pure in parte al loro sviluppo intellettuale.
Ma l’Egitto non era all’altezza in quanto a disciplina morale e spirituale e al promuovere i princìpi teocratici, e certo non avrebbe fatto di loro una nazione con un governo teocratico ed esclusivamente devota a Geova, con un sacerdozio dedicato all’insegnamento. Inoltre si doveva adempiere la promessa di Dio di dare al seme di Abraamo il paese di Canaan, ed era giunto il tempo di adempierla. Israele doveva diventare una grande nazione, con Geova quale Re supremo. Il libro di Esodo riferisce come Geova attuò questo proposito. — Eso. 15:13-21.
SCHEMA DEL CONTENUTO
I Rapida crescita di Israele intimorisce il re d’Egitto (cap. 1)
A. Faraone decreta la morte dei bambini maschi
B. Ebrei si oppongono al decreto; continuano a moltiplicarsi
II Geova libera Israele per mano di Mosè (capp. 2-15)
A. Mosè adottato dalla figlia del faraone, ammaestrato dalla propria madre (2:1-10)
B. Uccide persecutore egiziano, fugge in Madian, si sposa, diventa pastore (2:11–3:1)
C. Presso rovo ardente riceve incarico quale liberatore (3:2–4:17)
D. Torna in Egitto; si presenta al faraone insieme ad Aaronne; nove piaghe colpiscono l’Egitto (4:18–11:10)
E. Istituita la Pasqua; decima piaga (12:1-29)
F. Esodo di Israele attraverso il Mar Rosso; esercito del faraone distrutto (12:30–15:27)
III Geova organizza Israele come nazione teocratica, dà loro la Legge (capp. 16-40)
A. Manna miracolosa; istituita l’osservanza del sabato (16:1-36)
B. Acqua sgorga dalla roccia; assistenti nominati dietro suggerimento di Ietro (17:1–18:27)
C. Mosè sale sul monte Sinai mentre la gloria di Geova si manifesta a Israele (19:1-25)
D. Dieci Comandamenti e altre leggi (20:1–23:33)
E. Patto della Legge convalidato col sangue di animali; Mosè sul monte quaranta giorni e notti (24:1-18)
F. Istruzioni per costruire il tabernacolo e i suoi arredi, per fare gli abiti sacerdotali, istituire il sacerdozio, ecc. (25:1–31:18)
G. In assenza di Mosè il popolo adora vitello d’oro; egli spezza tavolette di pietra dategli da Geova; leviti fedeli a Geova uccidono 3.000 uomini (32:1-35)
H. Mosè sale sul monte con altre due tavolette di pietra; Geova vi scrive Dieci Comandamenti (33:1–34:28; confronta Deuteronomio 10:1-5)
I. Volto di Mosè risplende; egli lo vela (34:29-35)
L. Tabernacolo e arredi costruiti da lavoratori scelti; si fanno gli abiti sacerdotali; tutto con materiale contribuito dal popolo (35:1–39:43)
M. Tabernacolo eretto il 1º nisan 1512 a.E.V.; Geova manifesta approvazione (40:1-38)
Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 19-24.
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EsorcismoAusiliario per capire la Bibbia
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Esorcismo
Vedi SPIRITISMO.
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Espiazione, giorno diAusiliario per capire la Bibbia
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Espiazione, giorno di
[ebr. yohm hakkippurìm, giorno per fare propiziazioni o per coprire].
Il giorno di espiazione, un giorno di propiziazione in cui cioè si coprivano i peccati, ricorreva in Israele il decimo giorno del settimo mese dell’anno sacro, cioè il 10 tishri. (Tishri corrisponde approssimativamente a settembre–ottobre). Quel giorno il sommo sacerdote d’Israele offriva sacrifici per coprire i peccati suoi, degli altri leviti e del popolo. Inoltre venivano purificati anche il tabernacolo o i successivi templi dagli effetti contaminatori del peccato.
Il giorno di espiazione era un tempo di santo congresso e di digiuno, com’è indicato dal fatto che il popolo doveva ‘affliggere la propria anima’. Questo era l’unico digiuno obbligatorio sotto la legge mosaica. Era anche un sabato, tempo di astensione dalle normali fatiche. — Lev. 16:29-31; 23:26-32; Num. 29:7; Atti 27:9.
In quell’unico giorno dell’anno, nel giorno di espiazione, il sommo sacerdote poteva entrare nel Santissimo del tabernacolo o del tempio. (Ebr. 9:7) È interessante anche il fatto che l’anno del Giubileo iniziava sempre col giorno di espiazione. — Lev. 25:9.
Aaronne fratello di Mosè era sommo sacerdote d’Israele quando nel XVI secolo a.E.V. questa celebrazione fu istituita nel deserto del Sinai. Quello che egli ricevette istruzione di fare fornì il modello per le successive celebrazioni del giorno di espiazione. Se cerchiamo di vedere i solenni avvenimenti di quel giorno capiremo meglio ciò che significava per gli israeliti. Senza dubbio potevano rendersi maggiormente conto del loro stato peccaminoso e del bisogno di redenzione e avere più apprezzamento per la generosa misericordia di Geova nel prendere questa disposizione per coprire i peccati che avevano commessi l’anno precedente.
ASPETTI DEL GIORNO DI ESPIAZIONE
Aaronne doveva entrare nel luogo santo con un giovane toro come offerta per il peccato e un montone come olocausto. (Lev. 16:3) Il giorno di espiazione deponeva i normali abiti sacerdotali, si bagnava in acqua e indossava sante vesti di lino. (Lev. 16:4) Quindi il sommo sacerdote tirava a sorte due capri (capretti) che erano esattamente uguali, sani e senza difetto, ottenuti dall’assemblea dei figli d’Israele. (Lev. 16:5, 7) Il sommo sacerdote tirava a sorte per determinare quale dei due sarebbe stato sacrificato a Geova come offerta per il peccato e quale sarebbe stato lasciato libero nel deserto per portare i loro peccati come ‘capro per Azazel’. (Lev. 16:8, 9; confronta Levitico 14:1-7; vedi AZAZEL). Quindi immolava il giovane toro come offerta per il peccato per sé e la sua casa, che includeva l’intera tribù di Levi, di cui la sua famiglia faceva parte. (Lev. 16:6, 11) Poi prendeva incenso profumato e il braciere pieno di carboni ardenti presi dall’altare e attraversando la cortina entrava nel Santissimo. L’incenso veniva bruciato in questa camera più interna, dove si trovava l’arca della testimonianza, e la nube di incenso avvolgeva il coperchio d’oro dell’Arca su cui c’erano due cherubini forgiati in oro. (Lev. 16:12, 13; Eso. 25:17-22) Quest’azione consentiva ad Aaronne di rientrare poi senza pericolo nel Santissimo.
Aaronne, uscito dal Santissimo, prendeva parte del sangue del toro, vi rientrava con questo e col dito spruzzava sette volte un po’ del sangue davanti al coperchio dell’Arca verso est. Così era completata l’espiazione per il sacerdozio, che rendeva i sacerdoti puri e in grado di essere mediatori fra Geova e il suo popolo. — Lev. 16:14.
Il capro su cui era caduta la sorte “per Geova” era immolato come offerta per il peccato del popolo. (Lev. 16:8-10) Il sommo sacerdote portava allora il sangue del capro per Geova nel Santissimo, e se ne serviva per fare espiazione per le dodici tribù non sacerdotali d’Israele. Come era stato fatto col sangue del toro, il sangue del capro veniva spruzzato “verso il coperchio e dinanzi al coperchio” dell’Arca. —Lev. 16:15.
Aaronne doveva fare espiazione anche per il luogo santo e la tenda di adunanza. Poi, prendendo parte del sangue del toro e del ‘capro per Geova’, faceva espiazione per l’altare dell’olocausto, mettendo un po’ del sangue sui corni dell’altare. Doveva anche “spruzzare del sangue su di esso con il dito per sette volte e purificarlo e santificarlo dall’impurità dei figli d’Israele”. (Lev. 16:16-19) Il sommo sacerdote rivolgeva allora l’attenzione all’altro capro, quello per Azazel. Gli poneva le mani sul capo, confessava su di esso “tutti gli errori dei figli d’Israele e tutte le loro rivolte in tutti i loro peccati”, ponendoli sul suo capo, e poi lo mandava via “nel deserto per mano di un uomo preparato”. Così il capro portava gli errori degli israeliti nel deserto, dove scompariva. (Lev. 16:20-22) Dopo di che l’uomo che aveva condotto via il capro doveva lavare i suoi abiti e se stesso in acqua prima di rientrare nel campo. — Lev. 16:26.
Quindi Aaronne entrava nella tenda di adunanza, si toglieva gli abiti di lino, faceva il bagno e indossava il suo abito normale. Poi presentava il suo olocausto e l’olocausto del popolo per fare espiazione (usando i montoni menzionati nei versetti 3 e 5), e faceva fumare sull’altare il grasso dell’offerta per il peccato. (Lev. 16:23-25) Geova Dio aveva sempre richiesto per sé il grasso dei sacrifici e agli israeliti era proibito mangiarne. (Lev. 3:16, 17; 4:31) Quello che rimaneva del toro e del capro dell’offerta per il peccato dal cortile del tabernacolo veniva portato in un luogo fuori del campo, dove
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EspiazioneAusiliario per capire la Bibbia
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Espiazione
Vedi RICONCILIAZIONE; RISCATTO.
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