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EzechieleAusiliario per capire la Bibbia
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Può darsi che la moglie fosse stata infedele a lui o a Geova, ma qualunque fosse la ragione della sua morte, Ezechiele ricevette il comando di non piangere, ma di sospirare senza parole. Gli fu detto di mettersi il copricapo e di non portare alcun segno di lutto. Tutto questo doveva in realtà essere un segno per gli israeliti prigionieri in Babilonia che Geova avrebbe profanato il suo santuario di cui erano tanto orgogliosi, e che, contrariamente alle loro speranze, Gerusalemme sarebbe stata distrutta. — Ezec. 24:17-27.
“SENTINELLA”
Ezechiele ricevette l’incarico di profetizzare in modo simile a come l’aveva ricevuto Isaia. Ebbe un’imponente visione di Geova sul trono, servito da creature viventi con quattro facce e quattro ali accompagnate da ruote dentro a ruote che si muovevano insieme alle creature viventi. Poi Geova parlò a Ezechiele chiamandolo “figlio d’uomo”, titolo che lo distingue quale profeta di Geova in tutto il libro che porta il suo nome. (Ezec. capp. 1, 2; confronta Isaia cap. 6). Fu mandato come sentinella alla casa d’Israele per avvertire gli israeliti della loro via malvagia. Benché fossero molto duri di cuore, l’avvertimento era tuttavia necessario onde sapessero che c’era stato un profeta di Geova in mezzo a loro. Anche se rifiutavano di ascoltare, mancando di avvertirli secondo le parole di Geova egli sarebbe stato responsabile della loro vita, si sarebbe macchiato del loro sangue. — Ezec. 3:7, 17, 18; 2:4, 5; 33:2-9.
QUADRI VIVENTI E ILLUSTRAZIONI
Ezechiele spesso profetizzava per mezzo di quadri viventi, compiendo azioni simboliche, e mediante visioni, allegorie o parabole. Uno dei più notevoli quadri viventi fu quello dei 390 e dei 40 giorni dell’assedio di Gerusalemme, che contiene un’importante profezia relativa ai tempi. Ci vollero ubbidienza, pazienza e molta fede per dare questo avvertimento illustrativo a un popolo schernitore, senza fede. Durante l’assedio di Gerusalemme Ezechiele rivolse profeticamente l’attenzione alle nazioni pagane che odiavano Israele e avrebbero partecipato rallegrandosene alla rovina di Israele, e descrisse la punizione che Geova avrebbe inflitto loro. In seguito alla caduta di Gerusalemme il tono delle profezie di Ezechiele cambiò. Dopo una vigorosa condanna agli avidi pastori d’Israele e di Seir, le sue attività profetiche furono volte a rafforzare la fede nella promessa di Dio che gli israeliti sarebbero stati rianimati, radunati e uniti, e che il glorioso pastore di Geova, il “servitore Davide”, li avrebbe benedetti a tempo indefinito sotto un patto di pace. (Ezec. cap. 37) Quindi Ezechiele descrive nei particolari il tempio ricostruito, secondo il “progetto” di Geova. Questa visione del tempio era profetica di qualche cosa che riguardava il lontano futuro, perché nessun tempio del genere è mai stato costruito. — Ezec. capp. 40-48.
LA SPERANZA DI EZECHIELE
Ezechiele fu fedele a Dio, eseguì ogni comando ricevuto, per quanto difficile fosse. È uno dei profeti che per fede perseverarono e aspirarono “a un luogo migliore, cioè uno che appartiene al cielo”. — Ebr. 11:16.
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Ezechiele, libro diAusiliario per capire la Bibbia
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Ezechiele, libro di
Straordinaria profezia che porta il nome del profeta che ebbe questa serie di visioni e avvertimenti profetici. Pare che Ezechiele figlio del sacerdote Buzi abbia terminato di scrivere il libro, che abbraccia un periodo di ventidue anni circa dal 613 al 591 a.E.V., in Babilonia verso il 591 a.E.V. — Ezec. 1:1-3; 29:17. AUTENTICITÀ
Prova dell’autenticità del libro è data dall’adempimento delle profezie. Anche l’archeologia ne attesta l’autenticità, infatti W. F. Albright, noto archeologo americano, ha scritto nel suo libro The Bible After Twenty Years of Archeology: “I dati archeologici hanno . . . dimostrato la sostanziale autenticità dei Libri di Geremia ed Ezechiele, di Esdra e Neemia al di là di ogni dubbio; hanno confermato sia il quadro generale degli avvenimenti sia il loro ordine”.
L’autenticità del libro di Ezechiele è sostenuta anche dalla sua armonia con gli altri libri della Bibbia, benché non sia citato o menzionato direttamente dagli scrittori delle Scritture Greche Cristiane. Le allusioni ad alcune sue dichiarazioni e le espressioni simili sono invece numerosissime. Ezechiele e Gesù parlano di un albero verde che si secca. (Ezec. 17:24; Luca 23:31) Sia Ezechiele che Gesù parlano di un giudizio paragonando le persone a pecore e capri. (Ezec. 34:17; Matt. 25:32, 33) Nel libro di Rivelazione ci sono molte illustrazioni simili a quelle di Ezechiele. — Confronta Ezechiele 1:28; Rivelazione 4:3; Ezechiele 10:3, 4; Rivelazione 15:8; Ezechiele 12:25; Rivelazione 10:6; Ezechiele 37:10; Rivelazione 11:11.
Si noti che fra i papiri greci della collezione Chester Beatty c’è un codice della Bibbia che contiene fra l’altro parti di Ezechiele, Daniele ed Ester, tutti in un unico codice che probabilmente in origine aveva 118 fogli. Si tratta di una copia scritta da due scribi, pare nella prima metà del III secolo, e indica la sostanziale validità del libro di Ezechiele come ci è pervenuto.
Poiché Geremia ed Ezechiele erano contemporanei, le loro profezie hanno molte cose in comune. (Confronta Ezechiele 18:2; Geremia 31:29; Ezechiele 24:3; Geremia 1:13; Ezechiele 34:2; Geremia 23:1). Daniele ed Ezechiele, pure contemporanei, usano nei loro scritti espressioni simili. Ezechiele, legato con funi, profetizzò a proposito del regno di Giuda e indicò che ciascun giorno nella profezia corrispondeva a un anno nell’adempimento. (Ezec. 4:4-8) In una profezia relativa al Regno anche Daniele parlò del ceppo di un albero legato e di tempi in cui un giorno corrisponde a un anno. — Dan. 4:23.
ORDINE DEL MATERIALE
In massima parte le profezie e visioni di Ezechiele sono disposte in ordine cronologico e anche secondo il soggetto. I quattro versetti di Ezechiele 29:17-20 non sono in ordine cronologico nel contesto (confronta Ezechiele 29:1; 30:20), ma per il soggetto sono al posto giusto inclusi nella profezia contro l’Egitto. Fino al decimo mese del nono anno della prima prigionia, il punto principale su cui vertevano le profezie di Ezechiele era la completa caduta e desolazione di Gerusalemme, con solo brevi riferimenti alla restaurazione. Tale à il tenore dei primi ventiquattro capitoli. Durante l’assedio di Gerusalemme, il profeta rivolse prevalentemente l’attenzione ai guai previsti da Geova Dio che si sarebbero abbattuti sulle nazioni pagane per essersi rallegrate alla caduta di Gerusalemme. Una volta giunta la notizia che Gerusalemme era caduta, il profeta fa risuonare il glorioso annuncio di restaurazione, che è il tema predominante in tutto il resto del libro. — Ezec. 33:20, 21.
Il libro di Ezechiele rivela che la falsa religione di Babilonia era stata introdotta nei recinti del tempio di Geova, specie con l’adorazione del dio babilonese Tammuz. (Ezec. 8:13, 14) Oltre a tale abominevole adorazione falsa nel tempio stesso di Geova, gli ebrei apostati avevano riempito di violenza il paese di Giuda. Non sorprende dunque che nella sua visione Ezechiele senta l’invito rivolto ai giustizieri di Geova di avvicinarsi con le loro armi per abbattere e di stare accanto all’altare nel cortile interno del tempio. Geova dà quindi loro l’ordine di passare in mezzo all’infedele Gerusalemme e uccidere chiunque non abbia il segno che lo distingue come adoratore di Geova. — 9:6.
Le profezie di restaurazione saranno certo state di conforto per gli ebrei in esilio. Nel 593 a.E.V., venticinquesimo anno del suo esilio, Ezechiele ebbe la straordinaria visione di un nuovo tempio di Geova, il cui progetto era dello stesso Geova Dio, e di un’adiacente città chiamata Yehowàh-shàmmah, che significa “Geova stesso è lì”. (40:1–48:35) In mezzo a un paese idolatra e pagano viene così rafforzata nei pentiti ebrei in esilio la speranza di adorare di nuovo il vero Dio, Geova, nel suo tempio.
La profezia di Ezechiele dà risalto al tema della Bibbia: la santificazione del nome di Geova per mezzo del Regno. Sottolinea che, anche se avrebbe permesso che il trono di Davide rimanesse vacante per molto tempo, Dio non aveva abbandonato il patto per un regno fatto con Davide. Il Regno sarebbe stato dato a colui che ne aveva il diritto legale. Ezechiele, come Daniele, additava dunque agli ebrei la speranza del Messia. (Ezec. 21:27; 37:22, 24, 25) Geova fece ripetere a Ezechiele più di sessanta volte l’espressione: “Dovranno conoscere che io sono Geova”.
SCHEMA DEL CONTENUTO
I Geova dà a Ezechiele incarico di sentinella (1:1–3:27)
II Profezie ammonitrici contro infedeli Giuda e Gerusalemme (4:1–24:27)
A. Rappresentato assedio di Gerusalemme (4:17:27)
1. Ezechiele sdraiato davanti a un mattone 390 giorni sul fianco sinistro, 40 giorni sul destro, sostentandosi con misera dieta (4:1-17)
2. Ezechiele rappresenta risultato dell’assedio radendosi capelli e barba, bruciandone un terzo nel fuoco, colpendone un terzo con la spada e disperdendone un terzo al vento (5:1-17)
3. Profezia contro i monti di Israele, i suoi alti luoghi saranno ridotti in rovina e l’idolatria cesserà (6:1-14)
4. “Una calamità singolare” si abbatterà su Gerusalemme, né argento né oro potranno salvare qualcuno (7:1-27)
B. Visione dell’apostata Giuda (8:1–11:25)
1. Nel 612 a.E.V. Ezechiele trasportato mediante una visione a Gerusalemme dove vede cose detestabili nel tempio di Geova (8:1-18)
2. Uomo vestito di lino con corno da scrivano per segnare sulla fronte gli uomini che sospirano per le cose detestabili compiute nella città; i segnati vengono risparmiati, i non segnati sono uccisi per comando di Dio (9:1-11)
3. Ezechiele vede nuovamente la gloria di Geova al di sopra dei cherubini, e carboni ardenti versati su Gerusalemme (10:1-22)
4. Prìncipi portano Israele alla rovina sviando il popolo; illustrazione di Gerusalemme come caldaia per cucinare; Pelatia muore; restaurazione predetta; Ezechiele riportato in visione in Caldea (11:1-25)
C. Altre profezie relative a Gerusalemme pronunciate in Babilonia (12:1–19:14)
1. Esilio del re Sedechia e di Giuda predetto da azioni simboliche; il giudizio non sarà rinviato (12:1-28)
2. Smascherati profeti stupidi che predicevano pace (13:1-23)
3. Gerusalemme così malvagia che neanche presenza di Noè, Daniele e Giobbe la potrebbe salvare; rovina sicura (14:1-23)
4. Abitanti di Gerusalemme simili a vite inutile, non serve come legname e neanche come cavicchio, solo per accendere un fuoco (15:1-8)
5. Allegoria della moglie infedele, come Gerusalemme ripaga l’amore di Geova concedendo favori a dèi pagani, prostituendosi, peggio di Sodoma e Samaria; Gerusalemme sarà distrutta da illeciti amanti (16:1-63)
6. Enigma aquila-vite prefigura Gerusalemme che si volge per aiuto all’Egitto con disastrose conseguenze; tenero ramoscello diventa maestoso cedro (17:1-24)
7. Esiliati in Babilonia rimproverati per aver detto: “I padri mangiano l’uva immatura, ma ai figli si allegano i denti”. Dio mette le cose a posto: “L’anima che pecca, essa stessa morrà” (18:1-32)
8. Capitribù di Giuda paragonati a giovani leoni; presi in trappola da Egitto e Babilonia (19:1-14)
D. Denunce contro Israele (20:1–23:49)
1. Lunga storia delle detestabili attività di Israele; continua ribellione nonostante misericordie di Geova; restaurazione (20:1-49)
2. Spada di Dio sguainata per recare rovina su Gerusalemme; trono di Davide “non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale” (21:1-32)
3. Altri peccati di Gerusalemme; casa d’Israele diventata come schiumose scorie da liquefare “col fuoco” dell’ira di Geova (22:1-31)
4.. Parabola di due sorelle, Oola e Ooliba, che si prostituiscono; una è Samaria, l’altra Gerusalemme. Gerusalemme distrutta da illegittimi amanti (23:1-49)
E. Inizia finale assedio di Gerusalemme (24:1-27)
1. Nel 609 a.E.V. Geova annuncia a Ezechiele che il re di Babilonia ha assediato Gerusalemme (24:1, 2)
2. Gerusalemme paragonata a grande caldaia; la carne ne rappresenta gli abitanti; città piena di sangue e immoralità (24:3-14)
3. Moglie di Ezechiele muore il giorno che inizia l’assedio di Gerusalemme; Ezechiele non deve far lutto, segno che non si deve far lutto per la distruzione di Gerusalemme, poiché è un giudizio di Geova (24:15-27)
III Profezie contro nazioni circostanti che, Geova prevede, si rallegreranno per la caduta di Gerusalemme (25:1–32:32)
A. Profezie contro Ammon, Moab, Edom e Filistea; subiranno stessa sorte di Gerusalemme (25:1-17)
B. Profezie contro Tiro (26:1–28:26)
1. Tiro sarà assediata da Nabucodonosor re di Babilonia (26:1-21)
2. Canto funebre su Tiro, raffigurata come bella nave, che trasporta merci e tesori delle nazioni; affonderà in acque profonde (27:1-36)
3. Caduta dell’orgoglioso re di Tiro, e di Sidone; restaurazione di Israele (28:1-26)
C. Profezie contro l’Egitto (29:1–32:32)
1. Nabucodonosor invaderà e saccheggerà l’Egitto, come pagamento da parte di Geova per aver distrutto città di Tiro in terraferma; l’Egitto diventerà “più basso degli altri regni”, non s’innalzerà più al di sopra di altre nazioni (29:1-21)
2. Sostenitori dell’Egitto pure destinati alla desolazione; egiziani dispersi fra le nazioni (30:1-26)
3. Faraone avvertito mediante caduta dell’Assiria abbattuta come un albero (31:1-18)
4. Canto funebre su Faraone messo a tacere; Egitto desolato da Babilonia; lamento per la sepoltura dell’Egitto con gli incirconcisi (32:1-32)
IV Profezie di restaurazione e liberazione del popolo di Dio (33:1–48:35)
A. Sentinella per li esiliati; restaurazione predetta (33:1–37:28)
1. Dio ripete doveri di Ezechiele quale sentinella di avvertire malvagi; scampato da Gerusalemme annuncia ai prigionieri che “la città è stata abbattuta” (33:1-33)
2. Cattivi pastori rimproverati; Geova radunerà pecore disperse e farà sorgere su di loro un pastore ‘pure il suo servitore Davide’ (34:1-31)
3. Edom diventerà una completa desolazione (35:1-15)
4. Restaurazione di Israele; il paese sarà pieno di abitanti e diventerà “simile al giardino d’Eden” (36:1-38)
5. Israele rappresentato nella visione della valle delle ossa secche; miracolosamente torneranno in vita, diventeranno “forze militari molto, molto grandi”. Dio unificherà il suo popolo in un patto di pace sotto un solo pastore (37:1-28)
B. Attacco di Gog di Magog contro Israele restaurato (38:1–39:29)
1. Prosperità del popolo di Dio induce Gog di Magog ad attaccare aspettandosi molto bottino; il risultato è guerra perché Dio combatterà per il suo popolo (38:1-23)
2. Orde di Gog di Magog distrutte; ossa seppellite per purificare il paese (39:1-20)
3. Umiliazione di Israele, poi favore di Dio; versato spirito di Dio (39:21-29)
C. Tempio e città visti in visione da Ezechiele (40:1–48:35)
1. Esiliati incoraggiati da visione del tempio su monte altissimo; un angelo spiega a Ezechiele particolari del tempio, misura mura, porte, camere della guardia, sale da pranzo e il tempio stesso (40:1–46:24)
2. Miracoloso corso d’acqua esce dalla casa di Geova e raggiunge Mar Morto; pesce torna in vita e fiorisce la pesca sulle rive del Mar Salato; alberi provvedono cibo e guarigione al popolo (47:1-12)
3. Suddivisione del paese, e città chiamata “Geova stesso è lì” (47:13–48:35)
Vedi il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”, pp. 131-136.
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Ezion-GheberAusiliario per capire la Bibbia
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Ezion-Gheber
(Ezion-Ghèber).
Località menzionata per la prima volta come luogo dove gli israeliti si accamparono verso la fine dei quarant’anni trascorsi nel deserto. (Deut. 2:8) Ezion-Gheber sorgeva sulla riva del Mar Rosso, evidentemente all’estremità del golfo di ‘Aqaba, il braccio NE del Mar Rosso. (I Re 9:26; II Cron. 8:17) Non si può determinare con sicurezza dove si trovasse l’antica Ezion-Gheber. Attualmente quasi tutti i geografi ritengono che la posizione più probabile sia quella di Tell el-Kheleifeh, distante mezzo chilometro circa dal golfo di ‘Agaba, quasi 5 km a NO del moderno villaggio di ‘Agaba.
In tale località sul golfo Salomone aveva fatto costruire e varare una flotta di navi con equipaggio preso parte da Giuda e parte dalla Fenicia. (I Re 9:26-28; 10:11) Circa un secolo dopo il re Giosafat (936–911 a.E.V.) cercò invano di rinnovare l’industria nautica di Ezion-Gheber. Infatti, come Geova aveva predetto, le sue navi fecero naufragio. — I Re 22:48, 49; II Cron. 20:36, 37.
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FacciaAusiliario per capire la Bibbia
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Faccia
[ebr. panèh, pl. panìm; gr. pròsopon].
Il termine ebraico e quello greco per “faccia” hanno vari significati, come del resto anche il termine italiano.
Spesso si intende la “faccia” letterale, la parte anteriore della testa. (Gen. 50:1; Matt. 6:16, 17; Giac. 1:23) Si può similmente riferire al davanti o parte anteriore di qualsiasi cosa. (Eso. 26:9; II Sam. 10:9; Ezec. 2:9, 10, dove i termini panèh o panìm sono tradotti “davanti” o “di fronte”). Oppure per “faccia” si può intendere anche la “superficie” (Isa. 14:21; Giob. 38:30; Atti 17:26) o “l’aspetto esteriore” di qualche cosa. — Luca 12:56; Giac. 1:11.
Le espressioni del viso sono un importante indice dello stato d’animo e dei sentimenti di una persona. Perciò spesso il termine “faccia” descrive l’atteggiamento di Dio e dell’uomo in varie circostanze, oppure indica come uno è considerato da Dio o da altri. Alcuni usi frequenti sono qui elencati:
‘Cercare la faccia’ significava cercare di essere ammesso al cospetto di un altro, per esempio di Dio o di un sovrano terreno, per implorarne il favore o l’aiuto. (Sal. 24:6; 27:8, 9; 105:4; Prov. 29:26; Osea 5:15) Gli ebrei usavano l’espressione ‘alzare la faccia a qualcuno’, nel senso di ‘mostrare considerazione per lui’. — I Sam. 25:35.
‘Placare la faccia di qualcuno’ significa dissiparne la collera o acquistarne il favore o la benevolenza. — Eso. 32:11; Sal. 119:58.
‘Far splendere la propria faccia’ verso un altro è un’espressione di favore (Num. 6:25; confronta Salmo 80:7), e ‘mettere qualcuno davanti alla propria faccia’ denota benevola attenzione. — Sal. 41:12; confronta Salmo 140:13.
‘A faccia a faccia’ può indicare intima associazione o comunicazione. Mosè ebbe il privilegio di avere tale stretta relazione con Dio e di essere impiegato da Dio in modo tanto potente da essere definito un profeta “che Geova conobbe a faccia a faccia”. (Deut. 34:10-12) Benché si legga che vide “l’apparenza di Geova”, e che Geova gli parlò “a bocca a bocca”, Mosè non vide mai letteralmente la faccia di Geova. Piuttosto, come indica il contesto, Dio gli parlò per mezzo di portavoce angelici, comunicando con lui apertamente, a parole (anziché con visioni o sogni), e ciò diede origine a tale espressione. (Num. 12:6-8;
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