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  • La cristianità conoscerà, alla sua fine
    “Le nazioni conosceranno che io sono Geova”: Come?
    • accecato e sviato da tale falsa religione impedisce agli amanti della verità e della giustizia di provar commiserazione. Al contrario, essi si rallegrano per il fatto che viene preparata la via al prevalere della pura e vera adorazione in tutta la terra. La prossima fine della cristianità non riempie questi di tristezza e sgomento. Il Sovrano Signore Dio stesso non se ne rattristerà come non si rattristò quando recò la distruzione sull’antico tipo d’essa, gli abitanti del paese di Giuda e Gerusalemme. A evidenza di ciò, il profeta Ezechiele scrive:

      23. Sebbene non provino commiserazione o compassione, che cosa potrà recare Geova su quelli che fanno cose detestabili e così che cosa farà conoscere loro?

      23 “E la parola di Geova continuò ad essermi rivolta, dicendo: ‘E in quanto a te, o figlio d’uomo, questo è ciò che il Sovrano Signore Geova ha detto al suolo d’Israele: “Una fine, la fine, è venuta sulle quattro estremità del paese. Ora la fine è su di te, e io devo mandare la mia ira contro di te, e per certo ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili. E il mio occhio non ti commisererà, né dovrò provare compassione, poiché su di te recherò le tue proprie vie, e in mezzo a te saranno le tue proprie cose detestabili; e dovrete conoscere che io sono Geova”’”. — Ezechiele 7:1-4, NW.

      24. Perché Geova fu preciso nel dire che “una fine, la fine”, era venuta sul paese, e su che cosa realmente Egli fa venire la fine?

      24 È ancora l’anno 613 a.E.V. mentre Geova fa questa dichiarazione. Alla distruzione della città di Gerusalemme e del suo tempio profanato mancano perciò solo sei anni, gli ultimi sei anni di un periodo di quarant’anni in cui si è portato l’“errore” della casa di Giuda. (Ezechiele 4:6) Con molta precisione, quindi, Geova poté dire che “una fine, la fine” è venuta dalle quattro estremità del paese, il “suolo d’Israele”. Egli stesso sente l’urgenza dell’incalzare degli avvenimenti allorché dice: “Ora la fine è su di te”. Significa che è venuto il tempo perché egli compia l’azione giudiziaria rispetto al “suolo d’Israele” fino ai suoi quattro angoli. Quindi aggiunge: “E io devo mandare la mia ira contro di te, e per certo ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili”. Non è sul “suolo d’Israele”, sulle “quattro estremità del paese”, che fa venire la fine. L’inanimato suolo non è responsabile verso di Lui. Giustamente, sull’infedele sistema religioso che per più di tre secoli ha operato su questo suolo Geova fa venire la fine nella sua giusta ira.

      25. Quale legge divina circa le conseguenze Geova non cambierà verso il detestabile sistema religioso, e che cosa si farà conoscere ai suoi aderenti religiosi circa il loro patto?

      25 Egli non sarà trattenuto per cordoglio e compassione dal recare la fine su quel sistema religioso con tutte le sue cose detestabili. Non cambierà la sua legge che, come una persona o una nazione semina, così dovrà anche mietere. Le conseguenze delle sue proprie infedeli vie dovranno essere riversate su di essa, per far mangiare al sistema religioso il frutto delle sue proprie opere. In questo modo gli aderenti religiosi di quel sistema dovranno conoscere che egli è Geova, che è lo stesso Geova che disse al popolo del suo patto per bocca del profeta Mosè: “Se non farete in questo modo, peccherete per certo contro Geova. In tal caso sappiate che il vostro peccato vi raggiungerà [vi scoprirà]”. — Numeri 32:23, NM; AS.

      26. In quanto a discernere che si riceve quanto si merita, che cosa è indicato dall’osservazione che Nebuzaradan fece a Geremia relativamente alla distruzione di Gerusalemme?

      26 Anche quelli che Geova impiega sulla terra come suoi giustizieri potrebbero apprezzare che il detestabile sistema religioso non riceve altro che quanto giustamente merita e che non è degno di pietà. Ascoltate il profeta Geremia mentre ci narra ciò che un ufficiale dell’esercito babilonese gli disse dopo la distruzione di Gerusalemme nell’anno 607 a.E.V.: “La parola che da Geova fu rivolta a Geremia dopo che Nebuzaradan capo della guardia del corpo l’ebbe mandato da Rama, quando lo prese mentre era legato con manette in mezzo a tutti gli esiliati di Gerusalemme e di Giuda, che erano portati in esilio a Babilonia. Quindi il capo della guardia del corpo prese Geremia e gli disse: ‘Geova il tuo stesso Dio pronunciò questa calamità contro questo luogo, affinché Geova la facesse avvenire e operasse proprio come ha parlato, perché avete peccato contro Geova e non avete ubbidito alla sua voce. E questa cosa vi è accaduta’”. — Geremia 40:1-3.

      27. Com’è l’esistenza della cristianità in paragone con quella d’Israele nella Terra Promessa fino a che fu costituito Ezechiele, e ora che cosa sta per abbattersi su di lei?

      27 La cristianità è in esistenza da più degli 860 anni che la casa d’Israele fu nella Terra Promessa al tempo in cui Ezechiele fu costituito profeta e sentinella su Israele. Essa ha una storia di cose detestabili commesse nel suo reame religioso di più lunga durata. Ha impiegato più tempo a giungere al giorno della sua resa dei conti. Ma ora finalmente il suo peccato l’ha scoperta, l’ha raggiunta. La fine che Geova le ha decretata sta per abbattersi su di essa, e non può aspettarsi da Lui nessuna misericordia. Essa ha superato ogni possibilità di pentirsi e convertirsi a Lui.

      28. Come fu predetto, qual è stata la condotta religiosa della cristianità, e le fa Geova alcuna ingiustizia facendo venire su di lei le sue vie?

      28 Proprio come fu predetto circa questi ultimi giorni, la cristianità ha avuto una “forma di devozione”, una “forma di santa devozione”, ma nello stesso tempo ‘ne ha negato la potenza’ o ‘si è mostrata falsa alla sua potenza’. (2 Timoteo 3:1-5, AV; NM) Ma non mantenendosi fedele alla Sacra Bibbia, ha trascurato l’Iddio di cui la Bibbia parla, Geova. Egli non le fa nessuna ingiustizia facendo venire su di lei le conseguenze delle sue vie e mostrandole quanto le sue cose religiose Gli siano detestabili. Alla fine è giusto ch’essa conosca che c’è davvero un Dio chiamato Geova, che dà la dovuta ricompensa.

      29, 30. A causa di che cosa che Geova fa venire sull’abitante del paese dovrà esserci una calamità, e chi si conoscerà che è colui che colpisce?

      29 La cristianità non potrà mai giustamente gridare a Geova: “Strillone di calamità”! perché egli disse a Ezechiele di annunciare, pensando sia a lei che all’infedele casa d’Israele:

      30 “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Una calamità, una calamità singolare, ecco, viene. Una fine stessa deve venire. La fine deve venire; si deve destare per te. Ecco, viene. Il serto deve venire a te, o abitante del paese, deve venire il tempo, il giorno è vicino. C’è confusione, e non il grido dei monti. Ora, fra breve, verserò su di te il mio furore, e di sicuro porterò a termine la mia ira contro di te, e ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili. Né il mio occhio commisererà né proverò compassione. Secondo le tue vie recherò su di te stesso, e le tue proprie cose detestabili saranno proprio in mezzo a te; e dovrete conoscere che io, Geova, colpisco’”. — Ezechiele 7:5-9, NW.

      31. Che specie di serto sarà quello che verrà sull’abitante del paese, e per che cosa non saranno allora le grida?

      31 No, non ci fu nessuno sbaglio in quanto a ciò che udimmo allorché Geova parlò la prima volta. Egli intese dire in primo luogo ciò che dichiarò. Quindi per enfasi lo ripete sotto molti aspetti, con l’aggiunta di alcuni nuovi particolari, intorno alla fine. Un “serto” verrà realmente all’idolatra abitante del paese, ma circonderà la testa dell’abitante di cose calamitose, non con il bell’ornamento di un idolatra che si goda una festa. Sarà un tempo non di cerimonie ben disposte, ma di confusione, non potendo la falsa religione unire il popolo perché trovi i modi di fare da sé, perfino contro un comune nemico. Le grida che allora si udranno saranno quelle della selvaggia confusione, non quelle dei festeggiatori negli “alti luoghi” religiosi sui monti o le urla di uomini che pestino le uve vendemmiate nelle vigne sui pendii dei monti. Ci sarà il rumore predetto per questo tempo dal profeta Isaia:

      32. Da che cosa sarà allora prodotto il rumore, secondo Isaia 66:6?

      32 “C’è il suono di un clamore dalla città [di Gerusalemme], un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato”. — Isaia 66:6.

      33. Perché non si meriterà allora nessuna compassione, e a chi potranno quindi consapevolmente attribuire la fine calamitosa?

      33 Se, nella loro terribile angustia, le persone infine invocano Geova come ultima risorsa di sollievo, egli non li esaudirà. Il suo occhio non commisererà, né proverà compassione per questi idolatrici adoratori che si sono di continuo astenuti dall’ascoltarlo. Quando non esaudirà le loro preghiere, torneranno in sé comprendendo che egli è contro di loro. Mediante i suoi profeti e mediante i suoi insegnanti della Bibbia, egli ha predetto questa fine calamitosa che si abbatterà sull’infedele sistema religioso. Quindi allorché verrà su di loro, non la potranno attribuire a nessun altro che a Lui. Esattamente come disse agli ostinati, trascurati religionisti: “Dovrete conoscere che io, Geova, colpisco”.

      LA “VERGA” CHE DIO USA QUEL GIORNO

      34. Quali forze di esecuzione capitale Geova ebbe pronte per impiegarle nel giorno di Ezechiele?

      34 Ai giorni di Ezechiele, Geova ebbe pronte le sue forze di esecuzione capitale, e predisse chi sarebbero state, cioè le forze militari della Terza Potenza Mondiale della storia biblica, vale a dire Babilonia, di cui il potente Nabucodonosor era allora re. In maniera corrispondente, Geova ha ora pronte le sue visibili forze di esecuzione capitale, atteggiate a colpire la cristianità, la controparte attuale del paese di Giuda e Gerusalemme. Geova si riferisce a queste nelle sue successive parole:

      35. Su quale periodo di tempo ora Geova richiama ripetute volte l’attenzione, e in vista di ciò che cosa non dovrebbero fare per certe ragioni il compratore e il venditore rispettivamente?

      35 “Ecco, il giorno! Ecco, viene. Il serto è uscito. La verga è fiorita. La presunzione ha germogliato. La violenza stessa si è levata in una verga di malvagità. Non è da essi, né è dalla loro ricchezza; e non è da essi stessi, né è in loro alcuna eminenza. Deve venire il tempo, il giorno deve arrivare. Riguardo al compratore, non si rallegri; e riguardo al venditore, non sia in lutto, poiché c’è ardore contro tutta la sua folla. Poiché il venditore stesso non tornerà a ciò che fu venduto, mentre la loro vita è ancora fra i viventi; poiché la visione è per tutta la sua folla. Nessuno tornerà, ed essi stessi non possederanno ciascuno la sua propria vita mediante il suo proprio errore”. — Ezechiele 7:10-13.

      36. Sulla testa di chi doveva porsi il “serto”, che cos’era la “verga” ch’era fiorita e quindi era pronta ad applicarsi, e contro chi si doveva agire con presunzione?

      36 Non dimentichino gli ipocriti religiosi che asseriscono d’essere in una relazione con il Sovrano Signore Dio mediante un patto stipulato tramite il suo mediatore che questo straordinario giorno viene. Dev’essere un giorno terribile; altrimenti, Geova non vi richiamerebbe così ripetutamente l’attenzione. Dalla descrizione che ne fa mediante Ezechiele, in effetti mostra che sarà un giorno assai tragico! Quel giorno il “serto” dovrà porsi come un cerchietto sulla testa delle persone condannate, per coronarle di calamità. La simbolica “verga” per applicare la punizione è a portata di mano, perché Geova la usi, giacché è fiorita. Nel giorno di Ezechiele essa fu il re Nabucodonosor insieme alle sue forze militari babilonesi allora invincibili. Babilonia, rappresentata dal suo re e dai suoi eserciti, avrebbe agito con presunzione contro l’eletto popolo di Geova e il suo tempio.

      37. Con quale espressione Geova si rivolge a Babilonia, e che cosa significa al riguardo che aveva “germogliato”?

      37 A causa di ciò, Geova si rivolse a Babilonia come alla Presunzione personificata, dicendo: “‘Ecco, io sono contro di te, o Presunzione’, è l’espressione del Sovrano Signore, Geova degli eserciti, ‘poiché deve venire il tuo giorno, il tempo in cui ti dovrò prestare attenzione. E la Presunzione per certo inciamperà e cadrà, e non avrà nessuno che la farà levare’”. (Geremia 50:31, 32) Poiché la PRESUNZIONE di Babilonia aveva “germogliato”, era in grado di esercitarsi e vi era preparata.

      38. La menzione della violenza che cosa ci rammenta che vi è stato dal 1914 E.V., e come è risultato che la “violenza” è una “verga” per punire la malvagità?

      38 La violenza che contrassegnava le Gerusalemme e Giuda del giorno di Ezechiele ci rammenta che, dall’anno 1914 E.V., noi pure siamo entrati in un’“èra di violenza”, specialmente nella cristianità. Si è tale violenza “levata in una verga di malvagità”? Certissimamente, Sì! Ciò che i violenti religionisti continuano a seminare è un “vento” di violenza, e “mieteranno uragano”. (Osea 8:7) La violenza reca la sua propria punizione come con una “verga” per la sua propria malvagità. Nel caso di questi violenti religionisti dovrà dimostrarsi la verità di Proverbi 13:21: “I peccatori son quelli che la calamità insegue, ma i giusti sono quelli che il bene ricompensa”. Dalla “verga” della punizione i violenti religionisti non meritano d’esser protetti. Non si trova fra loro nessuna “eminenza”, nulla che meriti d’esser risparmiato dall’esecuzione delle decisioni giudiziarie di Geova. Non c’è niente di scusabile che venga da loro, né dalla loro ricchezza, né da loro stessi. Meritano di provare la “verga” per la loro malvagità.

      39, 40. Perché il venditore non doveva fare cordoglio, e il compratore non doveva rallegrarsi, e poteva attendere quella “folla” che commettendo errore potesse possedere ciascuno la sua propria vita?

      39 Apprendete, ora, gli effetti di lunga portata della venuta di quel giorno di meritata punizione. Non c’è nessuna ragione perché il compratore si rallegri d’aver acquistato l’ereditaria proprietà terriera di un conservo Israelita e attenda così di mietere il prodotto di tale terra fino all’anno del Giubileo. Non faccia cordoglio l’indebitato Israelita che sia economicamente costretto a vendere la sua proprietà ereditaria a causa della sua perdita fino al prossimo anno giubilare nel paese di Giuda. Perché no? Perché l’ardore di Geova è contro “tutta la sua folla”, sia compratori che venditori. Quando sarà arrivato il giorno calamitoso, saranno uccisi oppure saranno portati via dal paese in un lontano esilio. Anche se i venditori sopravvivessero fino al successivo anno giubilare, anche qualora ‘la loro vita fosse ancora fra i viventi’ al sopraggiungere di quell’anno di liberazione, nessun venditore tornerebbe al possedimento ereditario venduto per pagare il proprio debito. Perché deve accadere questo?

      40 Perché l’esilio del violento religionista si protrarrebbe oltre il tempo del successivo anno giubilare. L’esilio sarebbe più lungo del ciclo giubilare di cinquant’anni. (Levitico 25:8-54) Geova farebbe osservare il suo decreto che il paese di Giuda dovrebbe esser desolato, senza uomo o animale domestico, per settant’anni. (Geremia 25:11, 12; 29:10) Per giunta, dopo che il paese per lungo tempo desolato avrebbe cominciato di nuovo a essere occupato, il sistema giubilare non sarebbe rimesso in vigore nel paese di Giuda. Ciascun possedimento ereditario venduto prima di quel giorno calamitoso sarebbe perduto per sempre. Perché dovrebbe dunque chi l’ha venduto fare cordoglio? Se ne dovrebbe privare in ogni modo quando verrebbe quel giorno della ricompensa. E così anche chi lo comprò, ragione per cui non aveva nessun motivo di rallegrarsi del suo acquisto. La “visione” della catastrofe avvenire è per “tutta la sua folla”, senza distinzione. Non devono attendere che commettendo qualche prestabilito “errore” possano possedere “ciascuno la sua propria vita”.

      41. A che cosa fa pensare la perdita permanente del venditore in quanto agli aderenti della cristianità, e fino a che punto il timore influirà sulla difesa della cristianità?

      41 Da tale volgere di avvenimenti possiamo trarre per oggi una sola conclusione: Qualsiasi aderente della cristianità che alla distruzione d’essa subisca perdita materiale nel prossimo giorno calamitoso, non ricupererà mai la propria perdita. Conforme all’antico modello profetico del giorno di Ezechiele, la cristianità dovrà essere assediata dai suoi desolatori. Sarà un tempo di grande timore per quelli che ne sono membri. Essi avranno timore di venire in sua difesa o di far battaglia con quelli che sono impegnati a distruggerla. Si suoni la tromba militare per radunarne i difensori ai loro posti di difesa. La reazione sarà come quella predetta da Geova nella ulteriore descrizione degli avvenimenti di quel “giorno” a Ezechiele, dicendo:

      42. In che modo descrisse Geova la reazione che ci sarebbe stata all’invito di difendersi, e inoltre gli effetti del timore e del cordoglio?

      42 “Han suonato la tromba e c’è stata una preparazione di tutti, ma non c’è nessuno che vada alla battaglia, perché il mio ardore è contro tutta la sua folla. La spada è di fuori, e la pestilenza e la carestia sono di dentro. Chi è nel campo, morrà di spada, e chi è nella città, lo divoreranno la carestia e la pestilenza stesse. E i loro scampati per certo troveranno scampo e diverranno sui monti come le colombe delle valli, che gemono tutte, ciascuno nel suo proprio errore. In quanto a tutte le mani, continuano a cascare; e in quanto a tutte le ginocchia, continuano a gocciolar acqua. E si sono cinti di sacco, e li han coperti i brividi; e su tutte le facce è la vergogna e su tutte le loro teste è la calvizie”. — Ezechiele 7:14-18.

      43. Tale scoraggiamento sarà causato dal rifiuto di chi a combattere per loro?

      43 Il rifiuto di Geova di combattere per loro contro i loro assediatori scoraggerà i religionisti che subiscono l’attacco. A quelli che cercheranno di mantenersi in vita cascheran le mani per l’assoluta debolezza, come se fossero paralizzati. Per il timore i loro arti suderanno tanto che le loro ginocchia goccioleranno acqua. Non sarà per i falsi religionisti un giorno di gloria, ma sarà per loro un giorno di vergogna. Al rovesciamento del loro prediletto sistema religioso si raderanno per così dire le teste, mostrando per cordoglio la loro calvizie.

      LE RICCHEZZE MATERIALI NON SARANNO ALLORA DI NESSUN AIUTO

      44. Quali domande sorgono in quanto all’uso delle ricchezze materiali che il sistema di falsa religione ha ammassate, in quel giorno della calamità, e quali devono essere le risposte?

      44 Ma, aspettate! Che ne sarà delle enormi ricchezze che il sistema di falsa religione ipocrita ha ammassate? Non potranno i religiosi che controllano tutta questa ricchezza materiale usare queste grandi ricchezze per acquistare la loro fuga verso la sicurezza o per acquistare da mangiare e da bere evitando di morir di fame? Geova non si farà corrompere con argento o con oro né farà corrompere le sue forze esecutive onde sian risparmiati i sistemi religiosi che han confidato di salvarsi nel giorno della resa dei conti facendo uso delle ricchezze materiali. Per mezzo del Suo profeta Ezechiele egli dice:

      45. Che disse Geova in quanto a ottenere la liberazione per mezzo di argento e oro nel giorno della Sua furia, e quali sono le cose che allora farà profanare?

      45 “Getteranno il loro medesimo argento nelle vie, e il loro oro diverrà una cosa orrenda. Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno della furia di Geova. Non sazieranno le loro anime, e non riempiranno i loro intestini, poiché è divenuto una pietra d’inciampo che causa il loro errore. E la bellezza del proprio ornamento, è stata posta a ragione d’orgoglio; e con esso hanno fatto le loro immagini detestabili, le loro cose disgustanti. Perciò di sicuro ne farò per loro una cosa orrenda. E senz’altro lo darò in mano agli estranei per la preda e ai malvagi della terra per spoglia, e per certo lo profaneranno. E dovrò volgere da essi la mia faccia, ed effettivamente profaneranno il mio luogo nascosto, e in esso realmente verranno i ladroni e lo profaneranno”. — Ezechiele 7:19-22.

      46. Per gli ipocriti religionisti, che cosa è divenuto una “pietra d’inciampo che causa il loro errore”, e quale vergognosa notizia riferì il profeta Michea circa quei religionisti del suo giorno?

      46 Immaginate le monete d’argento gettate nelle vie della città di Gerusalemme! Immaginate le monete d’oro che divengono come cose aborrite! Eppure una volta queste ricchezze materiali erano le cose altamente apprezzate e avidamente ricercate. Ma l’aver messo il denaro al di sopra degli interessi spirituali e l’aver bramato il denaro divennero una pietra d’inciampo su cui gli ipocriti religionisti inciamparono e caddero, commettendo l’“errore” solo per fare guadagno ingiusto. Come fu vergognoso che il profeta Michea dovesse riferire: “I suoi propri capi giudicano semplicemente per un regalo, e i suoi propri sacerdoti istruiscono solo per un prezzo, e i suoi propri profeti praticano la divinazione semplicemente per il denaro; eppure continuano ad appoggiarsi su Geova, dicendo: ‘Non è Geova in mezzo a noi? Su di noi non verrà nessuna calamità’. Perciò a motivo vostro Sion sarà arata come un semplice campo, e Gerusalemme stessa diverrà semplici mucchi di rovine, e il monte della casa [di Geova] sarà come gli alti luoghi di una foresta”! — Michea 3:11, 12.

      47. Come i capi religiosi della cristianità han fatto pagare le funzioni ecclesiastiche, e tale materialismo è risultato una pietra d’inciampo che ha fatto cadere in quale errore?

      47 Riguardo ai capi religiosi della cristianità, essi pure han fatto pagare denaro per le loro funzioni ecclesiastiche agli appartenenti alla chiesa. Han fatto pagare i servizi di battesimi e matrimoni, la benedizione di case e proprietà di appartenenti alla chiesa, la funzione delle messe in chiesa e le preghiere a favore delle “anime dei morti in Purgatorio”, la concessione di indulgenze, l’ingresso in chiesa o i posti dentro di essa, l’istruzione nelle scuole religiose, il servizio dei cappellani negli eserciti, il trasporto di immagini e “santi” in processioni, e nello stesso tempo hanno accettato denaro dallo Stato politico dove c’è un’unione di Chiesa e Stato o una Chiesa di Stato. Sono stati escogitati innumerevoli altri modi per prendere denaro alla gente. E molto di tale denaro è stato investito nel centro finanziario di Wall Street, nella città di New York, e in altre imprese commerciali per amore dei profitti pecuniari. Scandalosamente questa avidità di denaro e di ricchezze materiali ha fatto inciampare i capi religiosi della cristianità che han tenuto dinanzi a Dio una condotta erronea. — 1 Timoteo 6:10.

      48. Come sarà privo di valore l’oro e argento, benché coniato, nel giorno della furia di Geova, e in che modo diverrà per i possessori una “cosa orrenda”?

      48 Ma una creatura umana non può mangiare oro o argento o titoli e obbligazioni cartacei! Nel giorno in cui dovranno fare i conti con Geova, gli ipocriti religionisti non potranno consumare oro e argento per empirsi gli intestini dei necessari alimenti nelle condizioni di carestia. Essi non potranno riscattare le loro anime con l’oro e l’argento corrompendo Geova e i suoi agenti esecutivi sulla terra. Non disse il cristiano apostolo Pietro a Simone, il mago di mestiere nella città di Samaria: “Il tuo argento perisca con te, perché hai pensato di ottenere per mezzo del denaro il possedimento del gratuito dono di Dio”? (Atti 8:9-20) Sì! E rispetto a quelli che pensano di poter acquistare la loro fuga e soddisfare le brame animalesche delle loro anime, il Sovrano Signore Dio dice: “Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno della furia di Geova”. (Ezechiele 7:19) Tale coniato metallo sarà privo di valore. Per i suoi possessori perfino l’oro diverrà una “cosa orrenda”, quando ora rifletteranno finalmente che l’avidità per esso nutrita ha recato la loro distruzione.

      49. Quale “bellezza del proprio ornamento” i capi religiosi han posta a “ragione d’orgoglio”, e in paragone con chi?

      49 I capi religiosi della cristianità si sono adornati di crocifissi, anelli, mitrie, pastorali, insegne, troni e altri oggetti d’oro e d’argento. Han fatto di tali cose costose “la bellezza del proprio ornamento”, e hanno posto tali cose a ragione del loro orgoglio, considerandosi più alti dei comuni e mediocri laici.

      50. Per ornare che cos’altro i capi religiosi hanno usato oro, argento e gioielli oltre che per se stessi, e come tali cose saranno profanate nel giorno della furia di Geova?

      50 Essi hanno anche usato tali oro e argento e gioielli per ornare le immagini e gli emblemi usati nelle loro chiese. Geova li chiama “immagini detestabili”, “cose disgustanti”, nonostante la loro costruzione artistica. Come nel caso dell’antica Gerusalemme, nel giorno in cui Geova riverserà contro di lei la sua furia quegli oggetti d’oro e d’argento della falsa adorazione ricoperti di gioielli saranno predati da “estranei” antireligiosi e saranno presi dagli irreligiosi “malvagi” come “spoglia”. Essi non riterranno intoccabili gli oggetti, perfino le immagini religiose, ritenuti sacri dalla cristianità. Profaneranno tali oggetti reputati santi. Quali enormi accumuli di ricchezze nella cristianità cadranno nelle mani degli avidi predatori irreligiosi nel “giorno della furia di Geova”!

      51. Come avvennero nel 607 a.E.V. ripugnanti profanazioni di cose ritenute santissime, e per tale ragione dove dovette Geova volgere la faccia?

      51 Ripugnanti profanazioni di cose un tempo ritenute santissime ebbero luogo quell’anno 607 a.E.V., solo sei anni dopo che questa profezia era stata data. Quelle cose avevano a che fare con Geova stesso, una casa, un tempio, dedicati a Lui, e una città dove aveva posto il suo santo nome! Non c’è da meravigliarsi se dovette dire ai religionisti che vi adoravano in maniera formalistica: “E dovrò volgere da essi la mia faccia”! (Ezechiele 7:22) Questo ci rammenta ciò che Gesù Cristo stesso disse ai Giudei circa il loro tempio di Gerusalemme, che doveva essere distrutto nell’anno 70 E.V.: “Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. (Matteo 23:38) Abbandonata da Geova come luogo della sua pura adorazione!

      52, 53. Che cos’era allora il “luogo nascosto” di Geova, e perché consentì ai “ladroni” pagani che esso pure fosse allora profanato senza punizione?

      52 A che cosa quell’abbandonato stato del tempio di Gerusalemme aprì la via allora, nel giorno di Ezechiele? Tenendo presenti le forze militari di Babilonia, Geova disse: “Ed effettivamente profaneranno il mio luogo nascosto, e in esso realmente verranno i ladroni e lo profaneranno”. — Ezechiele 7:22.

      53 Il “luogo nascosto” di Geova era la stanza più interna del tempio che si chiamava “il Santissimo”. Nel “giorno della furia di Geova” agli invasori babilonesi sarebbe stato permesso di profanare anche questo santissimo compartimento. Poiché allora per averlo invaso in cerca di bottino nessun pagano babilonese sarebbe stato da Geova immediatamente messo a morte o colpito di lebbra. A quei “ladroni” babilonesi o caldei si sarebbe allora consentito, effettivamente senza punizione divina, di profanare il tempio fino al suo compartimento più sacro. Ciò accadde perché la presenza di Geova non c’era più! Ai “ladroni” caldei fu permesso di portar via i sacri utensili e oggetti del tempio di Gerusalemme e di trasportarli su carri e di esporli nei templi dei loro dèi e dee pagani nell’idolatra Babilonia. Alle loro spalle si lasciarono le fumanti rovine del tempio saccheggiato che avevano incendiato. — 2 Re 25:8-17; 2 Cronache 36:17-19; Daniele 5:2, 3, 22, 23.

      54. Di che cosa tali antiche profanazioni di cose sacre furono profetiche per un futuro ora non lontano?

      54 Quei disgustanti avvenimenti della storia antica furono profetici e riflettono un futuro ora non lontano. Quando Geova volge la sua faccia dagli ipocriti adoratori della cristianità, che cosa ci possiamo aspettare, alla luce del passato? La profanazione, l’errato uso e la distruzione di cose dalla cristianità ora ritenute sacre, perfino le sue cose più sacre, anche se sono il cuore e il centro della cristianità, come la Città del Vaticano, o i palazzi residenziali dei patriarchi dei vari sistemi delle chiese sorelle — greca ortodossa, costantinopolitana, armena, copta — o il palazzo dell’arcivescovo anglicano. Nulla sarà sacro per i predatori!

      IL PROPOSITO DIVINO IN TUTTO QUESTO

      55, 56. Quali conseguenze Geova farà venire sui falsi religionisti, e qual è in tutto ciò il valido proposito di Geova?

      55 In tutto questo il Sovrano Signore Dio che così esegue le sue decisioni giudiziarie contro la falsa religione ha un proposito valido. Egli porta alla chiara dichiarazione di questo proposito in ciò che dice in seguito al suo profeta Ezechiele:

      56 “Fa la catena, poiché il paese stesso è divenuto pieno di giudizio per la colpa del sangue e la stessa città è divenuta piena di violenza. E senz’altro farò venire i peggiori delle nazioni, e per certo prenderanno possesso delle loro case, e senz’altro farò cessare l’orgoglio dei forti, e i loro santuari dovranno essere profanati. Verrà l’angoscia, e per certo cercheranno la pace ma non ce ne sarà. Verranno avversità su avversità, e ci saranno notizia su notizia, e la gente effettivamente cercherà la visione dal profeta, e la legge stessa perirà dal sacerdote e il consiglio dagli anziani. Il re stesso farà lutto; pure il capotribù si vestirà di desolazione, e le medesime mani del popolo del paese si turberanno. Agirò verso di loro secondo la loro via, e li giudicherò coi loro giudizi; e dovranno conoscere che io sono Geova”. — Ezechiele 7:23-27.

      57. In che modo si adempì effettivamente il comando che Geova diede a Ezechiele: “Fa la catena”?

      57 Nelle catene della cattività i superstiti della distruzione di Gerusalemme del 607 a.E.V. poterono ben meditare ciò che era accaduto al loro paese e alla loro nazione. Poterono dolorosamente comprendere che c’è invero un Dio il quale interviene nelle attività degli uomini e che il suo nome è Geova. “Fa la catena”, Geova comandò a Ezechiele, per indicare ciò che Geova aveva in serbo per i superstiti della catastrofe nazionale. Ancora sei anni, e quei superstiti si trovarono effettivamente in catene, essendo trascinati nel lontano esilio di un paese pagano. Parlando per i superstiti dopo la distruzione di Gerusalemme, il profeta Geremia disse nella lamentazione: “Mi ha bloccato come con un muro di pietra, affinché io non esca. Ha reso pesanti i miei ceppi di rame”. (Lamentazioni 3:7) Geremia ci narra anche ciò che il re di Babilonia fece al re Sedechia, che era fuggito dalla città nella quale era stata aperta una breccia e ciò nondimeno fu catturato: “E accecò gli occhi di Sedechia, dopo di che il re di Babilonia lo serrò in ceppi di rame e lo portò a Babilonia e lo mise nella casa di custodia fino al giorno della sua morte”. — Geremia 52:11; 39:7.

      58. Per quali ragioni la “catena” doveva essere forgiata per la casa di Giuda?

      58 Perché la “catena” dei prigionieri e degli esiliati doveva essere forgiata per la casa di Giuda? Geova spiegò a Ezechiele la ragione per cui fare questa catena simbolica, dicendo: “Poiché il paese stesso è divenuto pieno di giudizio per la colpa del sangue e la stessa città è divenuta piena di violenza”. Gli abitanti che erano colpevoli di tali cose malvage meritavano d’essere incatenati e trascinati via dal paese che profanavano.

      59. Perché quelli che Geova impiegò per forgiare la catena per Giuda furono chiamati “i peggiori delle nazioni”?

      59 Chi, però, Geova stava per impiegare per legare su di loro la catena? La risposta fa fremere d’orrore, mentre Geova continua a dire: “E senz’altro farò venire i peggiori delle nazioni, e per certo prenderanno possesso delle loro case”. Aha! “i peggiori delle nazioni”. Gli eserciti babilonesi corrisposero a questa descrizione, poiché Babilonia occupava allora il posto della Terza Potenza Mondiale della storia biblica. Nemmeno l’Egitto poteva fermarli. In seguito, profetizzando contro il re d’Egitto, Ezechiele parla degli aggressivi Babilonesi come dei “tiranni delle nazioni”. (Ezechiele 30:11) Nel profetizzare contro il “condottiero” dell’antica Tiro, Ezechiele dice: “Ecco, faccio venire su di te estranei, i tiranni delle nazioni, e trarranno per certo le loro spade contro la bellezza della tua sapienza e profaneranno il tuo brillante splendore”. — Ezechiele 28:1, 2, 7.

      60. Come Geova fece “cessare l’orgoglio dei forti” e avverò la sua determinazione che “i loro santuari dovranno essere profanati”?

      60 Per circa diciotto mesi lunari la città di Gerusalemme resisté all’assedio dei “peggiori delle nazioni”, e nella città fu aperta poi una breccia. (2 Re 25:1-4) Quindi, infatti, Geova fece “cessare l’orgoglio dei forti”. Il loro unto re Sedechia, della casa reale di Davide, fu catturato mentre fuggiva. (2 Re 25:4-7) I principali del loro sacerdozio della famiglia di Aaronne fratello di Mosè furono scannati. (2 Re 25:18-21) Oltre a ciò, come Geova aveva detto, ‘i loro santuari dovettero essere profanati’ dai “peggiori delle nazioni”, e questo non escluse il magnifico tempio che era stato costruito dal saggio re Salomone in Gerusalemme. — Ezechiele 7:24; 2 Re 25:8-17.

      61. Perché, fra gli abitanti assediati, non avrebbero trovato pace benché la cercassero?

      61 Che situazione vi fu, inoltre, dentro Gerusalemme durante l’assedio da parte dei “peggiori delle nazioni”? Con la spada della guerra punitiva di fuori e con la carestia e la pestilenza che prendevano il loro pedaggio di dentro, dovette esserci angoscia dentro la città assediata, esattamente come Geova aveva preannunciato. Perché Egli aveva detto: “Per certo cercheranno la pace ma non ce ne sarà”? Perché non cercarono la pace nel modo in cui Geova aveva comandato per mezzo del profeta Geremia, cioè arrendendosi incondizionatamente ai Babilonesi. (Geremia 21:7-9; 38:1-3, 9-23) Di conseguenza, che successe?

      62. Che sarebbe accaduto in quanto a ottenere informazioni o una legge efficace o un consiglio pratico e a saper usare le proprie mani?

      62 Dovevano venire “avversità su avversità”, e ci dovevano essere “notizia su notizia”, ma nessuna buona comunicazione da nessuna parte. Era inutile cercare la “visione dal profeta”, fuorché dal vero profeta di Geova che era tenuto sotto custodia, Geremia. La legge com’era data dal sacerdote, ch’era contro il sacerdote Geremia, non giovava a nulla; doveva perire. Il consiglio com’era dato dagli anziani d’esperienza non era pratico; esso pure doveva perire. L’ostinato re Sedechia, che provava timore dei suoi propri principi, non poteva che ‘far lutto’. Ciascun capotribù non poteva fare altro che strapparsi le vesti per esprimere intima disperazione e angoscia e così ‘vestirsi di desolazione’. Con i loro capi in tale stato mentale, spirituale e nervoso, cosa poteva fare il “popolo del paese” se non turbarsi in quanto all’uso delle proprie mani, non sapendo come e con che cosa impiegarle? (Ezechiele 7:25-27) Dovevano dare la colpa solo a se stessi!

      63. Perché gli assediati abitanti dovevano dare la colpa solo a se stessi alla luce dei loro giudizi e della loro condotta, e quali domande sorgono sugli obblighi di Geova a questo riguardo?

      63 Di continuo quegli assediati abitanti del paese di Giuda e Gerusalemme avevan trascurato i consigli dell’Iddio d’Israele. Avevano perseguitato i suoi profeti, compreso Geremia il sacerdote. I giudizi emessi dalle loro corti ed eseguiti avevano dato luogo a spargimento di sangue innocente, o a causa della malvagità del popolo quelle corti dovevano occuparsi di delitti capitali che implicavano il sangue. Ne risultava, in realtà, il “giudizio per la colpa del sangue”! La stessa città capitale, Gerusalemme, era “piena di violenza”, benché fosse il centro dell’adorazione religiosa al tempio di Geova. In tali circostanze dovette Geova trattare quei ribelli religiosi con leggerezza, condonando il loro terribile “errore”? Doveva agire forse come se non esistesse? Doveva trattarli come se egli fosse qualche dio diverso dal Sovrano Signore Geova con cui i loro antenati avevano stipulato un solenne patto per mezzo del mediatore Mosè? Che dobbiamo dire con ogni onestà?

      64. Che cosa doveva fare Geova, come parte di un patto con Israele, per non lasciare nella loro mente nessuna impressione errata su di lui?

      64 Geova doveva adempiere la Sua parte del solenne patto e agire verso di loro “secondo la loro via”. Inoltre, “coi loro giudizi”. Vale a dire, coi giudizi che si applicano loro secondo la legge del Suo patto, Geova doveva ‘giudicarli’, per dare loro secondo ciò che meritavano. Era giusto ed equo che Egli facesse questo. Doveva esser fedele a se stesso. Non doveva lasciare nella loro mente nessuna impressione errata su di Lui. Egli è lo stesso Geova col quale i loro antenati assunsero i loro solenni obblighi sotto la legge data per mezzo di Mosè. Dovevano esser costretti a conoscere che Egli è Geova. La giusta via che Egli scelse fu la via che avrebbe portato a questa realizzazione.

      CHE NE SARÀ DELLA CRISTIANITÀ

      65. Perciò quali domande sorgono sul trattamento che la cristianità merita?

      65 Deve la cristianità d’oggi esser trattata in qualche modo diverso? Non è il suo reame similmente pieno di “giudizio per la colpa del sangue”? Non è essa, anche nei suoi centri e capisaldi religiosi, “piena di violenza”? Perché, allora, si dovrebbe attendere che sia trattata in modo diverso?

      66. Come nel caso dell’antica Gerusalemme, quando avrà luogo l’assedio della cristianità nella “grande tribolazione” in che modo continuerà essa a comportarsi, e quale ne sarà il risultato?

      66 Quando nella “grande tribolazione” avvenire avrà luogo l’assedio che finirà con la sua distruzione per mano dei “peggiori delle nazioni”, essa continuerà a fare esattamente come sta già facendo. Essa persisterà nella ricerca della pace e nello stabilire i termini secondo le sue proprie vie, ma in quel modo ‘non ce ne sarà’. Proverà più eccessiva angoscia di quanta non ne provi già. Ulteriori visioni dei suoi falsi profeti periranno nel fallimento. La legge del suo sacerdozio e del suo clero perirà, non sarà tenuta in nessun conto; in modo simile, il consiglio dei suoi anziani dotati di saggezza mondana. I governanti ecclesiastici faranno lutto. I capi religiosi perderanno fiducia nella loro propria direttiva e assumeranno un aspetto di desolazione riguardo alle loro speranze. I loro eserciti di laici avranno mani nervose, incerti sul modo di applicare i loro poteri per salvare i loro istituti religiosi. Il risultato sarà per la cristianità uguale a quello della tipica Gerusalemme.

      67. Poiché la cristianità ha sempre preteso di rappresentare Dio, quale sarà, quindi, il risultato, quando egli l’avrà presa in parola?

      67 Le vie della cristianità sono scritte nelle pagine della storia dal suo inizio nel quarto secolo fino a ora. Poiché essa ha fatto capire a tutto il mondo che rappresenti il Sovrano Signore Dio, Geova deve prenderla in parola e agire verso di lei secondo le sue vie. I suoi giudizi che le si applicano sono scritti nella sua sacra Parola, la Bibbia; ed Egli la deve giudicare in piena armonia con questi. Essi sono giudizi immutabili. Allorché Egli li eseguirà su di lei e ne recherà così la fine, la cristianità imparerà che Egli non è cambiato. È ancora lo stesso Dio in questo ventesimo secolo. Essa dovrà conoscere che Egli è Geova.

  • Detestabili cose religiose per cui sospirare
    “Le nazioni conosceranno che io sono Geova”: Come?
    • Capitolo VIII

      Detestabili cose religiose per cui sospirare

      1. Dopo la sua visione del 613 a.E.V., quanto tempo passò prima che Ezechiele ricevesse la sua visione successiva?

      SI ERA di un anno e due mesi più vicini al giorno in cui la furia di Geova si abbatté sull’antica Gerusalemme, quando Ezechiele da esiliato in Babilonia ricevette la sua successiva rivelazione dal Sovrano Signore Geova. Se quell’anno ebbe un intercalare o tredicesimo mese lunare, quell’anno lunare e i due mesi lunari diedero più tempo di quanto non fosse stato comandato al profeta Ezechiele di giacere a terra, 390 giorni sul fianco sinistro e 40 giorni sul fianco destro, in un mimico assedio di Gerusalemme.

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