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  • Esiste una grande organizzazione celeste?
    La Torre di Guardia 1972 | 15 agosto
    • in effetti Geova ha una tale organizzazione. E nel numero de La Torre di Guardia del 15 dicembre 1924, alla pagina 371, dopo il sottotitolo “L’organizzazione di Dio”, leggiamo:

      “Meglio comprendiamo il piano di Geova, più pienamente apprezziamo il fatto che egli ha la più meravigliosa di tutte le organizzazioni. La sua maestà e la sua dignità gli impediscono di prestare diretta attenzione ai particolari e all’esecuzione dei suoi ordini. Dal suo trono eterno nel più alto del cieli esercita il suo potere come gli piace. Negli incarichi delle sue corti celesti ci sono diverse creature, come indicano i loro nomi. Alcuni si chiamano cherubini, alcuni serafini, e alcuni angeli. Si può appropriatamente dire che gli angeli sono messaggeri e ufficiali esecutori del grande Geova”.

      La visione che Ezechiele ebbe del carro fu considerata nel libro intitolato “Profezia”.a Questo libro fu pubblicato nel 1929 dallo “schiavo fedele e discreto”, gli unti cristiani di Dio sulla terra, per mezzo della loro agenzia legale, la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. (Matt. 24:45-47) Il capitolo V di questo libro portava il titolo “L’organizzazione di Dio”. Quindi nel 1931 questi cristiani pubblicarono il volume “Rivendicazione”,b che conteneva un commentario che applicava la visione di Ezechiele del celeste carro all’organizzazione di Geova. E dal numero del 15 ottobre 1931 a quello del 1º agosto 1950, il disegno della copertina della rivista Torre di Guardia portava nell’angolo superiore destro una concezione artistica di questo carro visto da Ezechiele.

      La visione di Ezechiele mostra che l’organizzazione di Geova esisteva in quel tempo, 645 anni prima che fosse stabilita la congregazione cristiana. Ezechiele non solo vide quell’organizzazione in simbolo, ma anche vide come operava. Ezechiele fu di certo un testimone per Geova. Delle 6.961 volte che il nome divino Geova ricorre nelle ispirate Scritture Ebraiche da Genesi a Malachia (Traduzione del Nuovo Mondo, edizione [inglese] del 1971), 439 di questi casi ricorrono nel libro profetico di Ezechiele, ed Ezechiele cita sessantadue volte la dichiarazione divina del fermo proposito che nazioni, popoli e individui “conosceranno che io sono Geova”.

      La celeste organizzazione di Geova è eterna, e, naturalmente, è ora esistente. Gli unti cristiani testimoni di Geova che oggi rimangono sulla terra, discernendo tale organizzazione, son raffigurati dal profeta Ezechiele. Dall’anno 1919 questi testimoni hanno pubblicamente dichiarato il regno di Geova e ne han fatto conoscere il nome. Proprio come l’organizzazione assomigliata a un carro era in moto nel giorno di Ezechiele, essa è in moto oggi. Si è messa spiritualmente in contatto con questi testimoni cristiani e li ha sostenuti nell’opera mondiale che compiono.

      Proprio come Ezechiele, alla vista della “somiglianza della gloria di Geova”, cadde prostrandosi sulla sua faccia, così i testimoni di Geova si sono riempiti di riverenza e del più profondo rispetto verso Geova allorché hanno acquistato discernimento della sua organizzazione celeste. Ed esattamente come Ezechiele ascoltò con attenzione ciò che Colui che era sul carro aveva da dire, così i testimoni di Geova hanno vivamente ascoltato ciò che Geova ha avuto da dire per mezzo della sua Parola la Sacra Bibbia. Essi hanno visto come si applica alla loro vita e alla loro attività, e comprendono che i santi angeli dirigono invisibilmente l’opera, facendo proclamare la buona notizia del regno di Dio nonostante l’opposizione internazionale. — Riv. 14:6, 7.

      Benché questi cristiani testimoni sulla terra che hanno la speranza di unirsi a Cristo nel suo dominio del regno in cielo siano piccoli di numero, oggi solo 10.000 circa, un crescente gran numero della “grande folla” di “altre pecore” si sono uniti a loro, con la speranza di sopravvivere alla fine di questo sistema di cose e di entrare nel nuovo ordine. (Riv. 7:9; Giov. 10:16) Ciò nondimeno, anche questo numero, più di un milione e mezzo di persone, è insignificante in paragone con la popolazione del mondo di oltre tremila milioni. Questi servitori di Dio riconoscono dunque il bisogno della protezione di questa organizzazione celeste.

      Le nazioni si sono meravigliate del coraggio che questi cristiani hanno nel far conoscere alle nazioni che l’Iddio Onnipotente, l’Altissimo, è Geova. Felici son quelli che acquistano conoscenza del fatto che la proclamazione è sostenuta da irresistibili forze celesti!

  • Il ruolo degli Hyksos nella storia egiziana
    La Torre di Guardia 1972 | 15 agosto
    • Il ruolo degli Hyksos nella storia egiziana

      GLI storici antichi, come quelli d’oggi, misero per iscritto solo quelle informazioni che ritennero importanti o necessarie per il loro scopo. Spesso i racconti furono colorati mediante i pregiudizi e le vedute personali degli storici. Non di rado essi ricorsero ad assolute falsità per glorificare la loro particolare nazione. Questi sono alcuni dei fattori che rendono assai difficile fare un quadro accurato degli avvenimenti antichi. Ciò dovrebbe dunque imprimere in noi la necessità d’esser cauti, quando cerchiamo di capire i racconti biblici alla luce della storia antica allorché è presentata da storici moderni.

      Un caso attinente si riferisce a quello che è stato comunemente designato come il “Periodo degli Hyksos”. In genere si crede che gli Hyksos fossero un popolo straniero che assunse il dominio in Egitto. In quanto al racconto del libro biblico di Genesi, numerosi eruditi pongono l’ingresso di Giuseppe in Egitto, e in seguito quello di suo padre Giacobbe e della sua famiglia, nel tempo dei governanti hyksos. Fanno questo primariamente secondo la premessa che fosse più probabile che un governante straniero elevasse il non egiziano Giuseppe al posto di secondo governante nel reame e non che facesse questo un governante nativo egiziano. (Gen. 41:40) Questo suscita la domanda: È la veduta di questi eruditi concorde con la narrazione biblica?

      Se Giuseppe fosse stato innalzato al suo posto mentre l’Egitto era sotto il dominio straniero, la corte di Faraone ragionevolmente sarebbe consistita per lo più di stranieri. Ma le Scritture non ne danno nessuna evidenza. Troviamo invece che il funzionario di corte Potifar era egiziano (Gen. 39:1) e che Giuseppe stesso era circondato da nativi egiziani i cui pregiudizi erano scrupolosamente rispettati. (Gen. 43:32) Quindi non c’è in realtà nessuna valida base per cercar di adattare il racconto di Giuseppe a un periodo di dominio straniero. Conformemente dobbiamo investigare altre fonti per determinare quale ruolo gli Hyksos potessero avere nella storia egiziana.

      Lo storico giudeo del primo secolo Giuseppe Flavio è l’origine del nome “Hyksos”. Nella sezione della sua opera intitolata “Contro Apione”, Giuseppe Flavio asserisce di citare parola per parola il racconto dello storico egiziano Manetone

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