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    La Torre di Guardia 1970 | 15 maggio
    • fra un popolo impuro di labbra; poiché i miei occhi han visto il Re stesso, Geova degli eserciti!” — Isa. 6:5.

      25. Con l’aiuto del serafino, come fece Isaia a rimanere in vita per narrare l’accaduto?

      25 Come fece Isaia a rimanere in vita per narrare l’accaduto? In questo modo: Dal tempio ora pieno di fumo miracoloso uno di quegli alati serafini andò ad aiutarlo. “Allora”, ci narra Isaia, “uno di quei serafini volò verso di me, e nella sua mano c’era un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. E mi toccava la bocca e diceva: ‘Ecco, questo ti ha toccato le labbra, e il tuo errore si è dipartito e il tuo peccato stesso è espiato’”.

      26. (a) Per che cosa si offrì Isaia ora reso puro? (b) In che modo Isaia prefigurò veramente il Messia, provvedendoci una lezione?

      26 Isaia si sentì ora puro alla Presenza Divina, abbastanza puro da offrirsi per l’ulteriore servizio profetico di Geova. “E”, egli dice, “udivo la voce di Geova dire: ‘Chi manderò, e chi andrà per noi?’ E dicevo: ‘Eccomi! Manda me’. Ed egli continuò a dire: ‘Va, e devi dire a questo popolo’”. Isaia fu mandato in una commissione profetica che prefigurava l’opera del futuro Messia, il quale venne più di ottocento anni dopo. Isaia non dimenticò mai quella visione del tempio della gloria di Geova. Come corretta prefigurazione del Messia, Isaia fu fedele alla commissione ricevuta da Geova. (Isa. 6:6-13; Matt. 13:10-15) Ma che dire di noi? Siamo noi pronti, avendo acquistato migliore conoscenza di Geova Dio, ad offrirci per il Suo servizio, come fece Isaia? Sì, la più piena conoscenza di Dio ci spinge a dirgli: “Eccomi! Manda me”.

      LE VISIONI DEL PROFETA EZECHIELE

      27. Quando cominciò il profeta Ezechiele ad avere visioni di Dio?

      27 Prima che il Messia o Unto venisse, un altro uomo ancora ebbe visioni miracolose del vivente e vero Dio. Questo fu il profeta Ezechiele, nel secolo dopo quello di Isaia. Mancavano solo sei anni alla rovina che Isaia aveva predetto si sarebbe abbattuta sul suo popolo quando Ezechiele ebbe la sua prima ispiratrice visione. Egli era allora in esilio nella pagana Babilonia. Dice che, ‘mentre era in mezzo alla gente esiliata presso il fiume Chebar, i cieli si aprirono e vedeva visioni di Dio’. Lo fa risalire al 5 Tammuz dell’anno, secondo il calendario giudaico, cioè “nel quarto mese, il quinto giorno del mese” e “nel quinto anno dell’esilio del re Ioiachin”, o nell’anno 613 avanti la nostra Èra Volgare. — Ezec. 1:1-4.

      28. Nella sua prima visione, quale cosa in movimento vide Ezechiele, e che cosa la spingeva?

      28 In quel tempo il Creatore del cielo e della terra era avviato verso l’esecuzione della sua decisione giudiziaria contro il suo infedele popolo del regno di Giuda con capitale in Gerusalemme. Secondo ciò che Ezechiele vide era come qualche cosa in movimento. Era come un carro così gigantesco da farlo sentire simile a una formica. Esso non aveva nessun motore a benzina o elettrico o atomico che lo spingesse, ma si muoveva rapidamente su ogni cosa che incontrava nel suo cammino. Non aveva nessun visibile volante né freni, eppure poteva cambiar direzione nel proprio moto da diritto in avanti a verso i lati, istantaneamente, senza rallentare per superare il moto del carro. Che cosa faceva avanzare questo carro colossale? Era evidentemente la forza attiva, lo spirito, di Colui che era sul carro.

      29. Che cosa c’era di particolare nelle ruote di questo carro celeste?

      29 Questo non era un carro a due ruote. Era un carro a quattro ruote. In quanto alle ruote stesse, erano di strana costruzione. Evidentemente potevano vedere dove andavano, poiché i cerchi erano pieni d’occhi, tutt’intorno. Inoltre, dentro ciascuna ruota che girava in avanti c’era un’altra ruota posta di traverso ad angoli retti, verticalmente, che permetteva al carro di muoversi di lato senza che le ruote girassero come quando si svolta a un angolo. Notate ora come Ezechiele descrive il movimento di questo carro:

      30. Come descrive Ezechiele il movimento delle ruote del carro?

      30 “In quanto all’aspetto delle ruote e alla loro struttura, era come lo splendore del crisolito; e tutt’e quattro avevano una sola somiglianza. E il loro aspetto e la loro struttura era proprio come se una ruota fosse in mezzo a una ruota. Quando andavano essi andavano nei quattro loro rispettivi lati. Quando andavano non si voltavano. E in quanto ai loro cerchi, avevano una tale altezza che causavano timore; e i loro cerchi erano pieni d’occhi tutto intorno a tutt’e quattro”. — Ezec. 1:16-18.

      31. Chi accompagnava il carro a somiglianza di corrieri?

      31 Nei tempi antichi i carri reali avevano corrieri che correvano loro davanti e di fianco, per conferire magnificenza a chi era sul carro. (1 Re 1:5; 18:44-46) Il profeta Ezechiele vide nella visione che quattro cherubini accompagnavano il carro celeste. Quei cherubini corrispondevano ai corrieri. Dapprima Ezechiele li chiama “creature viventi”. Non erano per certo creature umane, nonostante che avessero alcuni tratti simili a quelli dell’uomo. (Ezec. 1:5, 15; 10:9-13) Il profeta Ezechiele ci aiuta a visualizzare come gli apparve quindi la vista delle quattro creature viventi e del carro con una gloria quasi indescrivibile:

      32. Secondo la descrizione di Ezechiele, qual era l’aspetto dei cherubini?

      32 “E vedevo, ed ecco, c’era un vento tempestoso che veniva dal nord, una gran massa di nuvole e fuoco guizzante, e aveva fulgore tutto intorno, e di mezzo a esso era qualche cosa simile all’aspetto dell’elettro, di mezzo al fuoco. E di mezzo a esso era la somiglianza di quattro creature viventi, e questo era il loro aspetto: avevano la somiglianza dell’uomo terreno. E ciascuno aveva quattro facce, e ciascuno d’essi quattro ali. E i loro piedi erano piedi diritti, e la pianta dei loro piedi era simile alla pianta del piede del vitello, e sfavillavano come con lo splendore del rame forbito. E sotto le loro ali ai loro quattro lati erano mani d’uomo, e tutt’e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si congiungevano l’una all’altra. Non si voltavano quando andavano; andavano ciascuno diritto innanzi a sé”.

      33. Quali facce avevano le cherubiche creature viventi?

      33 Il profeta Mosè non fece nessuna descrizione dei cherubini che apparvero all’ingresso del giardino di Eden oltre trentaquattro secoli prima quando Adamo ed Eva ne furono cacciati. (Gen. 3:24) Ma il profeta Ezechiele ci fa la suddetta descrizione delle cherubiche creature viventi, aggiungendo quanto segue: “E in quanto alla somiglianza delle loro facce, tutt’e quattro avevano una faccia d’uomo con una faccia di leone a destra, e tutt’e quattro avevano una faccia di toro a sinistra; tutt’e quattro avevano anche una faccia d’aquila. Così erano le loro facce. E le loro ali si spiegavano verso l’alto. Ciascuno ne aveva due che si congiungevano l’una all’altra, e due che coprivano i loro corpi”. — Ezec. 1:4-11.

      34. In che modo le ruote erano in armonia col movimento dei cherubini?

      34 In che modo le ruote del carro celeste erano in armonia col movimento dei cherubini simili a corrieri? Il profeta Ezechiele ci dice: “E quando le creature viventi andavano, le ruote andavano accanto a loro, e quando le creature viventi si sollevavano da terra, le ruote si sollevavano. Ovunque lo spirito fosse incline ad andare, andavano, essendo lo spirito incline ad andarvi; e le ruote stesse si sollevavano al loro lato, poiché lo spirito della creatura vivente era nelle ruote. Quando essi andavano, queste andavano; e quando essi stavano fermi, queste stavano ferme; e quando essi si sollevavano da terra, le ruote si sollevavano al loro lato, poiché lo spirito della creatura vivente era nelle ruote.” — Ezec. 1:19-21.

      35, 36. (a) Che cosa simboleggiano i tratti dei cherubini? (b) Che cosa vide Ezechiele al di sopra dei cherubini e delle ruote, e che cosa udì?

      35 Creature conformi alla descrizione di quelle cherubiche creature viventi non esistono naturalmente nei cieli, nell’invisibile reame spirituale. Per questa ragione i vari tratti del loro aspetto apparentemente grottesco erano simbolici di buone qualità come quelle che sono notevoli nell’uomo, nel leone, nel toro, nell’aquila e in altre creature alate. Per quanto queste qualità siano interessanti, per il momento qui ci interessiamo maggiormente di ciò che era al di sopra delle quattro cherubiche creature viventi e al di sopra delle ruote accanto a loro. Che cosa vide lassù il profeta Ezechiele? Egli ci narra:

      36 “E sopra le teste delle creature viventi era la somiglianza di una distesa simile allo scintillìo di tremendo ghiaccio, stesa al di sopra delle loro teste. E sotto la distesa le loro ali erano diritte, l’una verso l’altra. Ciascuno aveva due ali che coprivano da un lato e ciascuno ne aveva due che coprivano dall’altro i loro corpi. E udii il suono delle loro ali, un suono simile a quello di vaste acque, simile al suono dell’Onnipotente, quando andavano, il suono di un tumulto, simile al suono di un accampamento. Quando stavano fermi, abbassavano le loro ali”. — Ezec. 1:22-24.

      37. Come quale parte del carro serve la “distesa”, e che cosa dominò tutti gli altri effetti sonori?

      37 Ah, che “distesa”! Era la tribuna di quel carro celeste. Sembrava ghiaccio traslucido, ma era tremendo. Colui che era sul carro era così raffigurato come avanzante per eseguire la sua decisione giudiziaria su una ferma tribuna, simile ad acqua congelata. Sotto questa ispiratrice tribuna il suono del movimento del carro dell’Onnipotente era simile a quello di acque tumultuose, o simile a quello di un accampamento di soldati che facessero molto clamore per entrare in azione giustiziando i nemici dell’Onnipotente. Ma ci fu una voce che dominò tutti questi effetti sonori sotto la tribuna simile a ghiaccio o “distesa”. Il profeta Ezechiele l’ode venire dal di sopra della tremenda distesa. Veniva dall’Onnipotente che era sulla tribuna di questo carro. Quale aspetto assunse egli? Ezechiele ci narra:

      COLUI CHE È SUL CARRO CELESTE

      38. Come descrive Ezechiele colui che è sul carro e gli effetti di luce intorno a lui?

      38 “E ci fu una voce al di sopra della distesa che era sulla loro testa. (Quando stavano fermi, abbassavano le loro ali). E al di sopra della distesa che era sulla loro testa c’era qualche cosa dall’aspetto simile alla pietra di zaffiro, la somiglianza di un trono. E sopra la somiglianza del trono c’era una somiglianza di qualcuno nell’aspetto simile all’uomo terreno sopra di esso, di sopra. E vidi qualche cosa simile allo splendore dell’elettro, simile all’aspetto del fuoco tutto intorno dentro di esso, dall’aspetto dei suoi fianchi in su; e dall’aspetto dei suoi fianchi in giù vidi qualche cosa simile all’aspetto del fuoco, e aveva fulgore tutto intorno. C’era qualche cosa simile all’aspetto dell’arco che compare nella massa di nuvole nel giorno del rovescio di pioggia. Così era l’aspetto del fulgore all’intorno. Era l’aspetto della somiglianza della gloria di Geova. Quando lo vidi caddi sulla mia faccia, e udivo la voce di uno che parlava”. — Ezec. 1:25-28.

      39. (a) In quale parola sono riassunti tutti quegli effetti di luce? (b) Quanti particolari sono indicati circa colui che è sul carro, e a che cosa somigliava il suo trono?

      39 Lo splendore simile a quello dell’elettro (lega metallica di oro e argento), il fuoco che completamente circondava e delimitava colui che era sul carro, con lo splendore tutto intorno, e il semicircolare arco con tutta la varietà dei colori dell’arcobaleno, tutto questo è riassunto in una sola parola descrittiva: “gloria”. La “gloria di Geova”! C’era l’aspetto di una forma che faceva pensare a quella dell’uomo, con un “aspetto dei suoi fianchi”. Ma non è indicato nessun particolare circa i tratti della faccia e della forma. Il trono su cui siede questo Onnipotente, Geova, è come una pietra di zaffiro tagliata e sfaccettata abilmente, il cui blu cupo fa pensare ai cieli, dove Geova ha realmente il suo trono. Da questo trono simile a zaffiro Geova parlò al suo profeta Ezechiele.

      40. Dov’era il celeste carro di cui Ezechiele ebbe una visione l’anno dopo?

      40 L’anno dopo il profeta Ezechiele ebbe un’altra visione del celeste carro di Geova con le ruote ai lati delle quali erano le cherubiche creature viventi, questa volta, comunque, dinanzi al tempio edificato dal re Salomone in Gerusalemme. “E continuai a vedere”, dice Ezechiele, “ed ecco, sulla distesa che era sopra la testa dei cherubini c’era qualche cosa che era come la pietra di zaffiro, come l’aspetto della somiglianza di un trono, che appariva sopra loro. . . . E i cherubini stavano alla destra della casa quando l’uomo entrò, e la nuvola empiva il cortile interno. E la gloria di Geova sorgeva dai cherubini presso la soglia della casa, e la casa si empì gradualmente della nuvola, e il cortile stesso fu pieno del fulgore della gloria di Geova. E il medesimo suono delle ali dei cherubini si fece udire nel cortile esterno, come il suono dell’Iddio Onnipotente quando parla”. — Ezec. 10:1-5; 8:1.

      41. (a) Da dov’era venuto il carro, e che cosa indicava la sua nuova località? (b) In che senso fu come se Ezechiele stesso distruggesse Gerusalemme?

      41 Così il celeste carro di Geova si era mosso dal fiume babilonese di Chebar, dove Ezechiele ne aveva prima avuto visione, ed era andato verso ovest a Gerusalemme e nel suo tempio. Questo indicava che l’ardente esecuzione della decisione giudiziaria di Geova sull’infedele Gerusalemme e sul suo contaminato tempio si avvicinava. La città, insieme al suo tempio, doveva essere distrutta. (Ezec. 10:6-22) In modo figurativo, Ezechiele distruggeva egli stesso l’infedele città di Gerusalemme. In che modo? Ricevendo da Geova il mandato di essere profeta e dichiarando quindi il messaggio dell’incombente distruzione. Vent’anni dopo che Ezechiele aveva visto il carro di Geova presso il fiume Chebar, o quattordici anni dopo l’effettiva distruzione di Gerusalemme, Ezechiele fu indotto a ripensare alla propria distruttiva missione. Nel venticinquesimo anno del suo esilio in Babilonia gli fu data la visione di un nuovo tempio di Geova, in tutta la sua completezza. Un angelo, assumendo l’aspetto di un uomo, condusse Ezechiele a vederlo.

      42. Quattordici anni dopo la distruzione di Gerusalemme, quale visione di Dio ebbe Ezechiele in relazione al nuovo tempio?

      42 “Egli mi fece quindi andare alla porta, alla porta che guarda verso oriente”, dice Ezechiele. “Ed ecco, la gloria dell’Iddio d’Israele veniva dalla direzione dell’oriente, e la sua voce era simile alla voce di vaste acque; e la terra stessa splendé della sua gloria. Ed era simile all’aspetto della visione che avevo vista, simile alla visione che vidi quando venni a ridurre in rovina la città; e c’erano aspetti simili all’aspetto che vidi presso il fiume Chebar, e caddi sulla mia faccia. E la stessa gloria di Geova venne nella casa per la via della porta la cui facciata era rivolta a oriente”. — Ezec. 43:1-4; 40:1-4.

      43. L’effetto della visione su Ezechiele che cosa indica circa la gloria di Dio?

      43 Così gloriosa fu la visione dell’Onnipotente Dio Geova che bastò a far cadere il fragile uomo carnale sulla sua faccia, prostrandosi. La gloria di Geova Dio non è da guardare in maniera profana, impudente, in atto di sfida. Le miracolose visioni di Ezechiele della “gloria di Geova” furono abbastanza tremende da far tremare un uomo facendolo sentire obbligato ad adorare. Ma Ezechiele sopravvisse a queste straordinarie esperienze secondo il proposito che Dio aveva riguardo a lui.

      44. In considerazione della visione di Ezechiele, perché conviene che ora gli uomini acquistino conoscenza di Dio e facciano la pace con lui?

      44 Glorioso è Geova Dio mentre avanza vittoriosamente sul suo celeste carro, servito dalle sue cherubiche creature viventi. Similmente egli avanza oggi per eseguire i suoi giudizi. Conviene che ora gli uomini acquistino conoscenza di questo Dio e facciano e mantengano la pace con lui.

  • La conoscenza di Dio conduce alla pace eterna
    La Torre di Guardia 1970 | 15 maggio
    • La conoscenza di Dio conduce alla pace eterna

      1. Quando ebbe Daniele la sua visione di Geova, e che cosa vide all’inizio della visione?

      CIRCA sessant’anni dopo che Ezechiele aveva avuto la sua prima visione del glorioso Geova sul suo carro, un compagno d’esilio di Ezechiele ebbe in Babilonia una visione di Dio quale Sovrano dell’universo. Era notte quando venne la visione. Il racconto di Daniele 7:1-3 dice: “Nel primo anno di Baldassarre il re di Babilonia, Daniele stesso vide un sogno e visioni della sua testa sul suo letto. In quel tempo scrisse il sogno stesso. Narrò il completo racconto delle cose. Daniele parlava e diceva: ‘Guardavo nelle mie visioni durante la notte, ed ecco, i quattro venti dei cieli agitavano il vasto mare. E quattro grosse bestie salivano dal mare, essendo ciascuna diversa dalle altre’”. — Dan. 7:1-7.

      2. Che cosa simboleggiano le quattro bestie, e per che cosa devono essere giudicate le simboliche bestie dal Supremo Giudice?

      2 La visione era profetica. Secondo ciò che da un interprete fu detto a Daniele nella visione, le quattro grosse bestie raffiguravano quattro potenze mondiali che si sarebbero succedute sulla scena politica del mondo. Il loro dominio politico di tutta la terra sarebbe continuato dai giorni di Nabucodonosor, nonno di Baldassarre, che aveva distrutto Gerusalemme nel 607 a.E.V. Sarebbe continuato fino al tempo in cui Dio avrebbe istituito il suo regno promesso e avrebbe distrutto i bestiali governi politici della terra. Queste potenze mondiali sarebbero state giudicate secondo le loro opere, specialmente secondo il modo in cui avrebbero trattato il fedele popolo di Geova Dio. Egli è il Supremo Giudice, essendo il Sovrano di tutto l’universo. Nella visione di Daniele giunse il Suo tempo per emanare il giudizio su quelle bestiali potenze politiche mondiali e per eseguire la sua sentenza giudiziaria. Quindi Egli apparve come Supremo Giudice. Come apparve nella visione a Daniele? Daniele ci narra:

      3. Come apparve il Supremo Giudice nella visione a Daniele?

      3 “Continuai a guardare finché furono posti dei troni [uno per Geova Dio e l’altro, probabilmente, per il suo Messia o Cristo] e l’Antico dei Giorni si sedette. Il suo vestimento era bianco proprio come la neve, e i capelli della sua testa erano come lana pura. Il suo trono era fiamme di fuoco; e le sue ruote erano un fuoco ardente. Un corso di fuoco scorreva e usciva d’innanzi a lui. C’erano mille migliaia che lo servivano, e diecimila volte diecimila stavano proprio dinanzi a lui. La

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