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    La Torre di Guardia 1975 | 15 luglio
    • sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. Similmente, Gesù predisse che “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce” e ne verranno fuori. Ci è detto inoltre che “la morte e l’Ades” daranno tutti i morti che sono in essi. Fra questi ci sarà il malfattore compassionevole messo al palo accanto a Gesù e al quale Gesù disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Atti 24:15; Giov. 5:28, 29; Riv. 20:13; Luca 23:42, 43) Se si considera che evidentemente riceveranno incarichi come rappresentanti terrestri del Regno, gli uomini fedeli da Abele a Giovanni Battista saranno probabilmente fra i primi risuscitati. (Sal. 45:16) Quelli che hanno soddisfatto le esigenze di Dio per sopravvivere alla “grande tribolazione” ma che sono morti o possono ancora morire prima di quell’avvenimento saranno senz’altro destati alla vita nella prima parte del regno millenario. Questo sarebbe ragionevole, poiché tali persone potrebbero essere utilissime nell’educare i molti ingiusti che saranno risuscitati.

      13. Con quali caratteristiche sarà risuscitata la morta umanità?

      13 Che dire di quelli che torneranno a vivere sulla terra? Che specie di corpi avranno? Come sarà il loro aspetto? Secondo quanto illustrano le passate risurrezioni, specialmente quella di Lazzaro, il loro aspetto sarà molto simile a quello che avevano prima di morire, per essere riconoscibili a se stessi e ad altri. (Giov. 11:39-44) La persona alta non sarà bassa quando tornerà, né la persona molto vecchia somiglierà a un’adolescente. Gli uomini saranno uomini e le donne, donne. Avranno la loro identica personalità e la stessa memoria. Come avvenne evidentemente a quelli risuscitati in passato, i risuscitati avranno corpi sani e completi. Non torneranno con la malattia che condusse alla loro morte. Ma questo non vuol dire che abbiano corpi perfetti, poiché tali corpi non si accorderebbero a una personalità imperfetta. Piuttosto, usciranno dalle tombe con corpi imperfetti e, man mano che progrediranno spiritualmente, vincendo le loro debolezze e imperfezioni con l’ubbidienza al dominio del Regno e ricevendo i benefici espiatori del sacrificio di Gesù, i loro corpi si avvicineranno sempre più alla perfezione.

      14, 15. (a) La risurrezione dei morti è un’espressione di che cosa da parte di Dio, secondo le parole di chi? (b) Quale sentimento provò Gesù riguardo alla risurrezione dei morti?

      14 Il provvedimento della risurrezione è un’espressione di amore da parte di Geova Dio, come si vede dalle parole del paziente e fedele Giobbe: “Se l’uomo robusto muore può egli tornare a vivere? . . . Tu chiamerai, e io stesso ti risponderò. Bramerai l’opera delle tue mani”. Sì, Geova Dio brama quelli che sono nello Sceol o Ades, in particolare quelli che come Giobbe diedero prova di integrità a lui subendo dure prove. — Giob. 14:14, 15.

      15 Inoltre, la risurrezione di innumerevoli milioni di persone recherà senz’altro grande gioia anche a Gesù Cristo. Che Gesù voglia far questo per l’umanità e vi provi piacere è indicato dalla risposta che diede a un lebbroso il quale una volta andò da Gesù e gli chiese con fede: “Signore, se tu vuoi, mi puoi rendere puro”. E che cosa gli disse Gesù? “‘Lo voglio. Sii reso puro’. E immediatamente la lebbra svanì da lui”. — Luca 5:12, 13.

      16. In che modo possiamo essere aiutati anche ora attendendo con fede la risurrezione?

      16 La risurrezione è veramente qualcosa da attendere con viva aspettazione e gioia. Il far questo con fede può essere anche ora fonte di vero incoraggiamento e benedizione per noi e per i nostri simili. Quando la morte reclamerà qualche nostro caro, non ci abbandoneremo a estreme manifestazioni di dolore e pena come fanno quelli che non hanno speranza. (1 Tess. 4:13, 14) Potremo dare sincero conforto a quelli che fanno cordoglio. (2 Cor. 1:3, 4) Avendo fatto nostra la speranza della risurrezione, confidiamo che anche se gli uomini ci tolgono la vita, non possono cancellarci dalla memoria di Dio e impedire che siamo destati dai morti. (Matt. 10:28) Questo serve a rafforzarci per rimanere leali a Geova Dio qualunque cosa ci facciano gli uomini. — Riv. 2:10; 12:11.

      17. Quale effetto dovrebbe avere su di noi la possibilità di perdere la ricompensa della vita?

      17 Un ulteriore incentivo alla fedeltà è il fatto che c’è la possibilità di perdere la ricompensa della vita. (Si paragoni II Timoteo 4:8). La Bibbia rivela che chi pratica deliberatamente il peccato — chi pecca contro lo spirito di Dio — non sarà destato dai morti. (Matt. 12:31, 32; Ebr. 10:26, 27) Questo dovrebbe per certo incoraggiarci a imitare l’esempio dell’apostolo Paolo nei nostri sforzi di mantenere la fedeltà. Paolo disse di sé: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:27) Sì, non perdiamo mai di vista la ricompensa della vita e sforziamoci con vigore per attenerci lealmente a Geova Dio.

      CONTINUATE A GUARDARE AVANTI E A PROGREDIRE

      18. Essendo in una corsa, come dovremmo comportarci?

      18 Abbiamo davvero molto a cui guardare. Come sono luminose le prospettive non solo per l’immediato futuro, ma anche per i mille anni avvenire! La nostra condotta è stata paragonata a una corsa e si potrebbe dire che siamo sulla dirittura d’arrivo. A che cosa fa pensare una corsa? Non fa forse pensare all’intenso sforzo rivolto alla meta, quella di vincere la corsa? Infatti, è proprio questo che siamo esortati a fare: “Deponiamo anche noi ogni peso [sia il materialismo che le tendenze peccaminose della carne] e il peccato che facilmente ci avvince [la perdita della fede] e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta dinanzi, mentre guardiamo attentamente . . . Gesù”. — Ebr. 12:1, 2.

      19. Quale consiglio diede Gesù ai suoi seguaci per aiutarli a evitare di cadere nel laccio e di perdere la ricompensa?

      19 Sì, Gesù ci diede l’esempio e ci consiglia di ‘continuare dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia’. (Matt. 6:33) Nella sua grande profezia, inoltre, Gesù avvertì proprio riguardo a questo tempo della fine: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. . . . Siate svegli”. — Luca 21:34-36.

      20. Quale attitudine dovremmo avere verso il mondo?

      20 La condotta saggia è veramente quella di rivolgere l’attenzione a quello per cui viviamo. Sappiamo che questi sono gli “ultimi giorni”, e quindi i consigli di Paolo sono ancor più validi per noi che quando li diede la prima volta: “Il tempo rimasto è ridotto. Da ora in poi quelli . . . che fanno uso del mondo [siano] come quelli che non ne usano appieno; poiché la scena di questo mondo cambia”. (1 Cor. 7:29-31) Perché usare il mondo appieno, lasciando che divenga la cosa più importante della nostra vita, come se non ci potessimo permettere di perdere nulla di quanto ha da offrire, e sacrificando per questo la nostra spiritualità? Piuttosto, ricordiamo che “il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. Che grande promessa è questa! Mostriamo di crederci realmente agendo in piena armonia con essa, accentrando tutta la nostra vita sulla relazione con Dio e non lasciando che alcun’altra relazione o piacere assuma eccessiva importanza? — 1 Giov. 2:17.

      21. Quale attitudine dovremmo avere riguardo al godere ora le cose materiali, e perché?

      21 Perché farsi assorbire dalle occupazioni materiali? In una sua parabola, Gesù ci avvertì di non avere tale attitudine mentale, dicendo: “Così sarà dell’uomo che accumula tesori per se stesso ma non è ricco verso Dio”. (Luca 12:16-21) Per di più, non promise Gesù che se continueremo a cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia Dio avrà cura dei nostri bisogni materiali? (Matt. 6:33) Né dobbiamo preoccuparci eccessivamente di ciò che avremo in senso materiale nel nuovo sistema di cose. Se tali cose fossero importanti, Geova le avrebbe fatte scrivere nella sua Parola. Sappiamo che non sono le cose materiali o nemmeno l’abbondanza dei lussi a rendere oggi felici. I più felici della terra sono quelli che formano il popolo di Geova e per quanto riguarda le cose a cui il mondo attribuisce grande valore essi sono principalmente fra i poveri. Possiamo essere sicuri che nel nuovo sistema di cose non ci mancherà nulla in senso materiale. E soprattutto avremo benedizioni spirituali in abbondanza e la ricchezza dell’amicizia e della compagnia di altri adoratori del solo vero Dio Geova, i quali manifesteranno tutti il frutto del suo spirito. — Sal. 133:1; Gal. 5:22, 23; 1 Tim. 6:17.

      22. Come, e in quali campi, possiamo individualmente progredire con Geova?

      22 Fino a quel tempo abbiamo ottime opportunità di continuare a progredire approfondendo la nostra relazione con Geova, accrescendo il nostro amore per quelli che hanno relazione con noi nella fede e conformando sempre più la nostra vita alla volontà di Dio. Lo studio personale e la preghiera, la frequenza alle adunanze di congregazione e la diligente osservanza delle cose che apprendiamo hanno una parte essenziale nel nostro progresso spirituale. Valendoci dei provvedimenti di Geova per la continua crescita spirituale, non solo manterremo forte la nostra speranza ma saremo spinti a fare buon uso delle opportunità che abbiamo per aiutare altri a fare propria la speranza data da Dio e a vivere in armonia con essa. Il progresso che facciamo ora ci metterà in una posizione avvantaggiata nel coltivare l’attitudine necessaria per avanzare verso la perfezione durante il regno millenario di Cristo e della sua sposa. Ci sia dunque consentito di continuare ad avanzare.

      23. Quale assicurazione diede Paolo in Ebrei 6:10, 11, a motivo di quali fatti?

      23 Geova adempirà il suo proposito e la sua promessa. La sua parola non tornerà a lui senza risultati. Su questo non possono esservi dubbi. Come ci assicura l’apostolo Paolo, Dio non è ingiusto per cui non dimenticherà il nostro “operato e l’amore che [abbiamo] dimostrato verso il suo nome”. Continuiamo dunque a mostrare “la stessa premura per il pieno adempimento della [nostra] speranza fino alla fine”. — Ebr. 6:10, 11, versione a cura di mons. S. Garofalo.

  • Vivono secondo la Bibbia
    La Torre di Guardia 1975 | 15 luglio
    • Vivono secondo la Bibbia

      ● Nello stato di New York, un ex-combattente invalido non conosceva altro dei testimoni di Geova che la loro veduta riguardo alla neutralità e al saluto alla bandiera. Secondo le sue parole, queste erano cose che “non è probabile piacciano alla maggioranza”. Ma in seguito a una conversazione con un amico che studiava con i testimoni di Geova, fu spinto a volerne sapere di più. Egli scrive: “Mi aspettavo di trovare una massa di fanatici dallo sguardo folle; invece, ho riscontrato che i Testimoni di Geova sono persone brave e gentili che presentano, con calma ma vigorosamente, i princìpi della fede secondo cui vivono: una fede logica, coerente”.

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