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I genitori senza coniuge possono superare i loro problemiLa Torre di Guardia 1981 | 1° marzo
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I genitori senza coniuge possono superare i loro problemi
“La donna che è effettivamente vedova e lasciata senza mezzi ha riposto la sua speranza in Dio e persevera nelle supplicazioni e nelle preghiere notte e giorno”. — I Tim. 5:5.
1-3. (a) Cosa ha scritto una vedova? (b) C’è stato un aumento nel numero delle famiglie con un solo genitore? Quali sono alcuni problemi che devono superare?
“SONO una vedova ventottenne con due figli. Mi sento molto depressa perché non voglio allevare i bambini senza un padre. Sembra che nessuno s’interessi di me. Spesso i miei figli mi vedono piangere e ci restano male. So che non posso andare avanti così, ma che devo fare?” Questa lettera esprime i sentimenti comuni a una certa categoria di persone che devono affrontare molti problemi: i genitori senza coniuge.
2 Le statistiche mostrano che in tutto il mondo il numero delle famiglie con un solo genitore è in rapido aumento. Negli Stati Uniti, in dieci anni, il numero è quasi raddoppiato, ed è più che raddoppiato in Canada. Un decimo di tutte le famiglie in Australia e in Gran Bretagna hanno un solo genitore. Si calcola che ogni cinque bambini che vivono attualmente negli Stati Uniti, due trascorreranno parte della loro vita in una famiglia con un solo genitore.
3 Le cause di questo fenomeno sono molte. Guerre e incidenti stradali hanno privato molte famiglie del padre. Col deteriorarsi della vita familiare, abbandono, separazione e divorzio sono divenuti cose comuni. Alcune ragazze madri, piuttosto che abortire o dare il figlio in adozione, preferiscono allevarlo. Un genitore solo deve superare molti problemi: solitudine, educazione dei figli, guadagnarsi da vivere, desideri sessuali e mandare avanti la casa, solo per menzionarne alcuni.
IL CRISTIANESIMO DÀ SOLLIEVO
4. Quali condizioni nel I secolo producevano molte famiglie con un solo genitore?
4 Anche nel I secolo, nei primi anni del cristianesimo, le devastazioni delle guerre, le malattie e il dilagare dell’immoralità producevano innumerevoli vedove e ragazzi senza padre. Divorzio o abbandono erano spesso la norma. Di solito i bambini rimanevano con la madre, che era costretta ad allevarli da sola. Il mondo sotto l’impero romano era una società spietata, che disprezzava i deboli. Perciò le vedove erano soggette a gravi abusi. Alcune, per sostenersi, si davano alla prostituzione.
5. In quali due modi il cristianesimo fu d’aiuto?
5 Il cristianesimo portò un vero cambiamento. Mostrò compassione ai meno fortunati. Ma a parte questo, i suoi insegnamenti infondevano ai genitori senza coniuge la forza morale per liberarsi dai vizi dell’epoca. Anziché produrre donne dai facili costumi, il cristianesimo produceva donne caste, dotate di padronanza di sé, che amavano la famiglia. Persino i non cristiani notavano la differenza, come esclamò uno di loro: “Che donne hanno questi cristiani!”
6. Quali princìpi cristiani possono aiutare i genitori soli, come anche il resto dei cristiani, a far fronte alle pressioni odierne?
6 Quali princìpi cristiani erano loro d’aiuto? L’apostolo Paolo, dando consigli circa le vedove, disse che la vedova esemplare “ha riposto la sua speranza in Dio e persevera nelle supplicazioni e nelle preghiere notte e giorno”. Indicò che una vedova che avesse avuto non meno di 60 anni poteva essere messa nell’elenco delle persone da assistere se, fra l’altro, ‘aveva diligentemente seguito ogni opera buona’. (I Tim. 5:5, 9, 10) Risaltano quindi almeno tre princìpi: (1) Confidare in Dio ora e pregustare la speranza della vita eterna da lui promessa; (2) mantenere un’intima relazione personale con Dio; (3) essere occupati in opere benefiche. Vedremo come questi tre princìpi, se applicati, possono veramente aiutare non solo i genitori senza coniuge, ma tutti i cristiani a far fronte alle pressioni odierne.
SOLITUDINE
7. (a) Perché la solitudine costituisce un problema particolarmente difficile per alcuni genitori senza coniuge? (b) Come può essere d’aiuto il principio contenuto in I Timoteo 5:10?
7 Una madre sola ha detto sospirando: “Quando torno a casa e vedo quelle quattro mura, specialmente dopo che i bambini sono andati a letto, mi sento sopraffare dalla solitudine”. Sì, spesso la solitudine è il più grosso problema che il genitore solo si trova a dover affrontare. Anche se la maggiore vicinanza con i bambini può essere d’aiuto, molti sentono il bisogno della compagnia di un adulto. Un rimedio collaudato è quello di essere occupati in “ogni opera buona”. Le vedove cristiane del I secolo ‘ospitavano estranei, lavavano i piedi ai santi [mediante azioni servizievoli di carattere personale] e soccorrevano quelli in tribolazione’. (I Tim. 5:10) Notando questo, una vedova cristiana di 68 anni cominciò a far visita ad altre vedove vicine e a case di riposo ogni volta che si sentiva sola, e disse: “Riscontro che facendo queste visite, facendo i lavori di casa e avendo cura della mia spiritualità, non ho tempo per sentirmi sola”.
8. (a) Perché la predicazione del Regno può aiutarci a combattere la solitudine e la depressione? (b) È davvero efficace?
8 La predicazione del Regno è un’“opera buona” ordinata da Gesù, un’opera che può dare sollievo dalla solitudine e dalla depressione. (Matt. 24:14; 28:19, 20) Una madre che si sentiva sola e depressa, e che si era chiusa in se stessa, fu esortata dagli amici a cominciare l’opera di testimonianza di casa in casa. Seguì il consiglio. Alla prima porta fu invitata a entrare da una donna gravemente menomata, eppure insolitamente allegra. Come faceva a essere così felice? “È perché ho la vita, mia cara. Sono viva!” fu la sua gioviale risposta. Questo colpì la Testimone, che ragionò: “Ho la salute, l’affetto della congregazione, due bei bambini e, soprattutto, Geova. Perché dovrei sentirmi infelice?” Aiutando spiritualmente altri possiamo essere aiutati a non divenire egocentrici e a non commiserarci. Insegnando ad altri manteniamo viva e fervida la nostra speranza; per cui continuiamo a ‘riporre la nostra speranza in Dio’. — I Tim. 5:5.
9. Il duro lavoro fa sparire in ogni caso il senso di solitudine? Cos’altro è d’aiuto?
9 Eppure un vedovo affermò realisticamente: “La solitudine non sparisce semplicemente col duro lavoro. Spesso bisogna imparare a viverci insieme. Dev’essere semplicemente sopportata con l’aiuto e la forza di Geova”. Tale forza si ottiene quando si “persevera nelle supplicazioni e nelle preghiere notte e giorno”. (I Tim. 5:5) Passare in rassegna in preghiera le attività svolte durante il giorno e sapere che Geova è sempre lì ad ascoltarci e si interessa dei dettagli della nostra vita è qualcosa che dà vero conforto. Aprendogli il nostro cuore “notte e giorno” siamo aiutati specialmente la notte, quando, come affermano molti, il problema della solitudine tende ad acuirsi.
DESIDERI SESSUALI
10. (a) Quand’è che i desideri sessuali possono divenire un problema grave? (b) In che senso alcuni vanno ‘in cerca dei piaceri sensuali’, e a cosa può portare questo?
10 Molti genitori soli sentono disperatamente il bisogno dell’affettuosa compagnia di un coniuge e delle intimità coniugali. Questi sentimenti non sono certo sbagliati in se stessi. Il desiderio di risposarsi è naturale. Il problema sorge quando la persona decide di soddisfare questi “impulsi sessuali” a qualsiasi costo. Questo è quanto accadeva ai giorni dell’apostolo Paolo. Alcune giovani vedove permettevano che ‘i loro impulsi sessuali si frapponessero fra loro e il Cristo’. (I Tim. 5:11, 12) La cosa era grave, perché, in effetti, una tale persona ragionava in questo modo: ‘I miei bisogni sessuali sono troppo intensi. Devo assolutamente fare qualcosa per avere sollievo!’ Quei desideri sensuali divenivano gradualmente la cosa principale nella vita, più importanti perfino degli interessi spirituali. Tali desideri potevano crescere fino al punto di spingere la persona ad andare ‘in cerca dei piaceri sensuali’, e renderla quindi ‘morta benché fosse in vita’. (I Tim. 5:6) Il suo interesse per le cose spirituali si sarebbe spento. Lo stesso può accadere oggi a qualsiasi cristiano, maschio o femmina. Ci si può ‘suicidare spiritualmente’ trascurando le norme morali della Bibbia per essersi totalmente lasciati prendere dal desiderio di soddisfare gli “impulsi sessuali”.
11. Come si può ‘far morire il proprio appetito sessuale’?
11 La Bibbia quindi esorta: ‘Fate morire le membra del vostro corpo rispetto all’appetito sessuale’. (Col. 3:5) In che modo? Proteggendo la vostra mente e il vostro cuore. Se voleste mettervi a dieta e limitare l’appetito, vi mettereste a leggere riviste contenenti fotografie di piatti succulenti, o seguireste programmi televisivi di arte culinaria? Frequentereste persone che non fanno altro che parlare di cibo? Difficilmente! Lo stesso vale per l’“appetito sessuale”. Una vedova ha detto francamente: “Viviamo in un mondo che non smette mai di parlare di sesso. Perciò cerco di stare molto attenta ai divertimenti e alle compagnie che scelgo. Chi ha il diabete non vorrà certo mettersi a fissare la vetrina di una pasticceria”.
12, 13. (a) Cosa è necessario per coltivare una relazione personale con Geova? (b) Perché sono così importanti le “supplicazioni”, e come si può operare in armonia con esse?
12 Tuttavia, per continuare a vincere questi desideri giorno dopo giorno, bisogna sviluppare un’intima relazione personale con Dio. Oltre allo studio personale e alla meditazione, questo richiede perseveranza nelle “supplicazioni”. (I Tim. 5:5) Paolo non menziona semplicemente le preghiere in generale, ma parla di “supplicazioni”. Si tratta di implorazioni a Dio relative a un intenso bisogno. Sono suppliche accorate, implorazioni d’aiuto, forse con “forti grida e lagrime”. — Ebr. 5:7.
13 Le tue preghiere per avere padronanza e forza sono così fervide? Perseveri in esse? Preghi nel momento stesso in cui i desideri si intensificano? Sei specifico, forse rivelando al nostro Padre cose che non confideresti a un altro uomo? Operi poi in armonia con le tue preghiere? Una donna cristiana disse: “Non è giusto chiedere aiuto a Geova per vincere i desideri sessuali e poi stare continuamente a pensare al sesso. È vero che in certi periodi del mese gli impulsi sessuali possono essere molto forti. Tieni la mente occupata facendo qualcos’altro. Va a trovare qualcuno. Fa una passeggiata o qualsiasi cosa ti distolga da quel pensiero. Cerca di essere più occupata che puoi durante quel periodo del mese”. Un’altra donna che pure riconobbe l’importanza di tenersi occupata in “ogni opera buona” fu d’accordo e disse: “Pulisci le finestre. Strofina il pavimento. . . . Io l’ho provato e funziona!” Vedendo che Geova ti aiuta a superare questo problema — no, non con un miracolo, ma almeno dandoti la forza di superarlo di giorno in giorno — ti sentirai più vicina a lui.
14. (a) Cosa può capitare a chi non stringe un’intima relazione con Geova? (b) Cosa possono fare i genitori soli in attesa di trovare un coniuge cristiano?
14 Senza questa preziosa “intimità con Geova”, la persona potrebbe decidere di trovare un coniuge a qualsiasi costo, forse cominciando persino a frequentare persone del mondo. (Sal. 25:14) Una donna che lo fece ammise: “Il vero problema era che non mi sentivo vicina a Geova. Quando mi capitò l’occasione di sposarmi, mi sembrò buonissima. Dimenticai le norme morali apprese. Poi un giorno mi accorsi che a quell’uomo interessavo solo io e non il matrimonio. Fui quindi costretta a vivere con una coscienza colpevole”. Vivere soli può essere difficile, è vero, ma una donna cristiana divorziata avverte: “C’è qualcosa di molto peggio che vivere soli: essere sposati con la persona sbagliata!” C’è sempre la possibilità di trovare un coniuge fra i cristiani devoti, un coniuge “nel Signore”. (I Cor. 7:39) Alcuni hanno aspettato molti anni prima di trovarlo. Nel frattempo non si sono sentiti amareggiati o sopraffatti dalle loro circostanze. Hanno fatto saggio uso del tempo sviluppando le qualità che li avrebbero resi coniugi migliori. Una madre sola ha detto: “Mi chiedo: ‘Sono il tipo di donna spirituale che qualcuno sceglierebbe?’ Se sono infelice da sola, probabilmente renderei infelice anche un eventuale coniuge”.
LA CASA E I FIGLI
15. (a) Cosa fanno alcuni genitori soli per riuscire a mandare avanti la famiglia? (b) Avete altri suggerimenti?
15 Anche se non è compito facile, molte madri sole imitano la donna capace descritta in Proverbi 31. Sebbene sposata, la donna che vi è descritta aveva la supervisione generale della casa. Risparmiava facendo compere con attenzione, cucendo da sé gli abiti dai materiali grezzi e non sprecando il cibo, perché preparava la “prescritta porzione”. (Vv. 13-15, 19) Si alzava la mattina presto e lavorava fino a tarda notte. (Vv. 15, 18) Fabbricava articoli e li vendeva. (V. 24) Usava “le sue proprie mani” per fare i lavori più pesanti e impegnativi. (Vv. 17, 19) Oggi, per imparare a usare abilmente le “proprie mani”, alcune madri sole leggono libri sul tipo “fai-da-te” e chiedono consiglio agli esperti (spesso, dopo aver spiegato la loro situazione, ricevono istruzioni o addestramento gratuiti). Altre si rivolgono a conservi cristiani che hanno esperienza in certi campi e, nei limiti del possibile, questi offrono benignamente la loro assistenza. Tutto ciò aiuta a risparmiare.
16. Perché è essenziale confidare in Dio, e quale esempio lo mostra?
16 Tuttavia, nonostante tutto ciò che può fare, divenendo i tempi sempre più difficili una vedova deve confidare in Dio per le necessità quotidiane. Un buon esempio di una donna che ‘riponeva la sua speranza in Dio’ è quello della vedova della città di Zarefat ai giorni del profeta Elia. Dietro comando di Geova, Elia le chiese di dargli l’ultima porzione di cibo che le era rimasta, promettendole che Dio avrebbe provveduto. Cosa avreste fatto voi? I viveri della donna bastavano ancora per un unico pasto. Almeno quell’unico pasto era qualcosa su cui poteva contare. Eppure, a motivo della sua fede, rinunciò a una cosa certa in cambio di una cosa incerta. Ma la parola di Dio per bocca del profeta si avverò. Sia lei che il figlio non vennero mai a trovarsi senza cibo. In modo analogo oggi, le madri sole, come anche il resto dei cristiani, devono riporre fiducia in Dio, cercando prima il suo regno e conformandosi alle sue giuste norme. Vedranno allora che egli provvederà. — I Re 17:8-16; Luca 4:25, 26; Matt. 6:31-33.
17. Cosa non devono mai dimenticare i genitori soli se vogliono avere successo nell’allevare i figli, e perché?
17 Il difficile compito di fare sia da madre che da padre ai propri figli e di allevarli nel modo dovuto può essere assolto solo se il genitore non dimentica mai ciò che dovrebbe essere della massima importanza nella casa. Notate ciò che dice la Bibbia:
“È meglio un poco nel timore di Geova che una provvista abbondante insieme a confusione. È meglio un piatto di verdura dove c’è amore che un toro ingrassato insieme all’odio”. (Prov. 15:16, 17)
Ciò che è veramente importante in un pasto non è cosa c’è sulla tavola, ma cosa c’è nel cuore dei commensali. L’amore e il sano timore di Dio sono le cose che veramente contano.
18. (a) Cosa fanno alcuni genitori soli per procurarsi il denaro necessario e avere ugualmente tempo per badare ai figli? (b) Cos’altro pensate si possa fare?
18 Per avere il tempo di aiutare i figli a nutrire il timor di Dio e nello stesso tempo procurarsi il denaro necessario, alcuni genitori senza coniuge vendono, spesso con l’aiuto dei figli, articoli fatti in casa, o svolgono certi servizi.a Altri si avvalgono di qualsiasi assistenza lo stato provveda e a cui abbiamo legalmente e moralmente diritto. Alcuni hanno abbassato il loro tenore di vita per poter tirare avanti con un lavoro a mezza giornata. Una madre cristiana con quattro figli che lo ha fatto dice: “Volevo stare con i bambini quanto più era possibile. Il fatto di non avere un padre era un problema già abbastanza grande per privarli anche della madre”. Certo, non tutti possono riuscire a trovare lavori così convenienti. Ma confidandosi con i figli, spiegando perché è necessario il lavoro secolare e trascorrendo con loro quanto più tempo è possibile, questi genitori possono far sì che in casa regni un’atmosfera calorosa e amorevole.
19. (a) Cosa implica l’ ‘amare i propri figli’? (b) Perché questo non è sempre facile per un genitore solo?
19 ‘Amare i figli’, cosa che richiede anche di impartire la necessaria disciplina, è essenziale. (Tito 2:4; Prov. 13:24) Aiuta i figli, che hanno già perso un genitore, a non sentirsi insicuri. Poiché alcune donne tendono ad essere sentimentali, impartire la disciplina può richiedere un vero sforzo. Ma ricordate, la disciplina, che può includere la punizione, assicura al figlio che lo amate abbastanza da non lasciare che si metta nei guai.
20. (a) Cosa hanno fatto alcuni per stare più vicini ai figli? (b) Quale duplice benedizione deriva dallo stare vicini ai propri figli e dall’allevarli dovutamente?
20 Genitori soli che sono stati vicini ai loro figli danno questi suggerimenti:
“Riserva del tempo per stare con i figli e non permettere che nulla ti impedisca di farlo. I lavori di casa ci saranno sempre; i figli no. Concentrati sull’edificazione spirituale dei figli”. “La mia disciplina doveva essere mitigata dalla comprensione per il trauma causato loro dalla perdita della madre. Parlo con loro ad ogni opportunità, non importa a quale ora del giorno o della notte. Abbiamo dei bellissimi momenti di intimità quando prepariamo il pranzo. È allora che si confidano veramente con me”.
Questo amore è evidente. I figli lo notano, lo sentono. Anche se tutti questi sforzi per allevare i figli possono essere estenuanti, il genitore ha l’intima soddisfazione di vederli crescere e divenire fidati adoratori di Geova. Tale impegno costituisce anche una protezione morale per il genitore. — I Tim. 2:15.
LA SOLUZIONE DEFINITIVA: IL NUOVO ORDINE
21. (a) I problemi del genitore solo sono facili da risolvere? (b) Qual è un risultato della fedele condotta?
21 “Partecipo quasi ogni giorno all’opera di predicazione. Studio e prego costantemente”, dice una vedova, che però ammette: “Eppure ogni sera piango ancora prima di addormentarmi”. Sì, i problemi che un genitore solo si trova a dover affrontare sono difficili da risolvere. Spesso è una lotta quotidiana. Eppure ogni giorno che il cristiano mostra perseveranza è un altro schiaffo in faccia a Satana, il quale afferma che le persone avrebbero smesso di servire Dio se si fossero trovate in difficoltà. (Giob. 1:9-11; Prov. 27:11) Renditi conto che oggi nessuno può dirsi perfettamente soddisfatto della sua vita. ‘L’intera associazione dei nostri fratelli’ soffre. (I Piet. 5:9) I problemi di qualcun altro possono essere diversi dai tuoi, ma per quella persona sono altrettanto gravi. A prescindere da quelli che sono i tuoi problemi, le condizioni potrebbero anche essere peggiori. Perciò cerca di concentrarti il più possibile sugli aspetti positivi della tua vita.
22. (a) A cosa dovremmo rivolgere lo sguardo, e perché? (b) Cosa sarà trattato nel seguente articolo?
22 Soprattutto dobbiamo tenere lo sguardo rivolto alla speranza viva di un imminente sistema in cui proveremo perfetta soddisfazione. Come dice l’apostolo Paolo, “rivolgiamo lo sguardo non alle cose viste [le tribolazioni che possono renderci perplessi e abbattuti], ma alle cose non viste [la speranza della vita eterna]. Poiché le cose viste sono temporanee, ma le cose non viste sono eterne”. Sì, le pressioni del frustrante sistema odierno alla fine cesseranno. Le benedizioni del nuovo ordine, ormai così vicino, non avranno mai fine. Se concentriamo lo sguardo su queste cose, ‘non verremo meno’. (II Cor. 4:8, 9, 16-18) Ma cosa possono fare gli altri per aiutare i genitori senza coniuge? L’argomento sarà trattato nell’articolo che segue.
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Cosa potete fare voi per aiutare le vedove e i ragazzi senza padre “nella . . .La Torre di Guardia 1981 | 1° marzo
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Cosa potete fare voi per aiutare le vedove e i ragazzi senza padre “nella loro tribolazione”?
1, 2. (a) Che differenza c’è fra il commiserare qualcuno in difficoltà e l’averne cura? (b) Secondo Giacomo 1:27, quale responsabilità include la vera adorazione?
FRA il commiserare chi si trova in difficoltà e l’averne cura c’è una grande differenza. La vera adorazione dovrebbe trasformare gli individui da osservatori disinteressati a persone premurose che vanno in aiuto dei conservi credenti, perché “la forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia dal mondo”. — Giac. 1:27.
2 In Giacomo 1:27 il termine originale greco tradotto “aver cura” è anche reso “visitare” e “soccorrere”. Contiene l’idea di far visita a qualcuno per dargli l’aiuto necessario. Questo aiuto è profondamente apprezzato.
I FIGLI POSSONO ESSERE DI GRANDE AIUTO
3, 4. (a) In base a I Timoteo 5:4, chi dovrebbe preoccuparsi di aiutare le vedove? (b) In quali modi i ragazzi con un solo genitore possono offrire il loro aiuto, e qual è il miglior sostegno che possono dare?
3 L’apostolo Paolo mostra chi dovrebbe preoccuparsi di aiutare le vedove, dicendo: “Se qualche vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a praticare la santa devozione nella loro propria casa e a rendere dovuto compenso ai loro genitori e nonni, poiché questo è accettevole dinanzi a Dio”. (I Tim. 5:4) Sebbene questa dichiarazione riguardi i figli adulti, anche quelli minorenni possono imparare a mostrare la loro devozione a Dio rendendo “dovuto compenso” ai genitori, che tanto hanno fatto per loro. Ma come? Alcuni giovani danno un aiuto economico, come fece quel ragazzo che offrì tutti i risparmi del suo lavoro a mezza giornata per pagare un conto imprevisto. “Questo tipo di generosità da parte di un ragazzo di 14 anni”, disse la madre raggiante, “mi incoraggia in una maniera che non saprei descrivere”.
4 Anche se non sono in grado di offrire denaro, i figli possono dare cose molto più importanti: gratitudine e ubbidienza. (Prov. 23:22; Efes. 6:1-3) La maggioranza dei genitori soli si chiede: “Sto educando bene mio figlio?” Immaginate la gioia di un padre quando il suo bambino gli scrisse un biglietto con queste parole: “Ti voglio tanto bene e so che fatichi molto”. Ebbene, se sei figlio di un genitore solo, gli hai detto di recente quanto apprezzi i sacrifici che fa per te? Ubbidisci prontamente? Ti rendi utile lavando ubbidientemente i piatti, portando fuori i rifiuti, facendo i compiti, tornando a casa in orario, facendo le pulizie che ti sono assegnate e, soprattutto, studiando regolarmente la Bibbia? Tale ubbidienza spontanea è il miglior sostegno che puoi dare al tuo genitore.
COME PUÒ ESSERE DI AIUTO LA CONGREGAZIONE
5. (a) Cosa significa avere i “medesimi sentimenti”, e perché è così importante? (b) In quali modi la nostra congregazione potrebbe mostrare tali “sentimenti” nei confronti dei genitori soli?
5 “La situazione è difficile, e a volte mi sembra di non farcela”, dice una madre sola con sei figli, fra cui due gemelli di 17 mesi. “Tuttavia di tanto in tanto uno dei fratelli o delle sorelle [della congregazione] mi dice: ‘Gianna, stai facendo un ottimo lavoro. Vedrai che ne vale la pena’. Il solo sapere che gli altri ti pensano e che si interessano è un grande aiuto”. Questo mostra che tutti possono essere d’aiuto. L’apostolo Pietro esorta: “Siate tutti dello stesso pensiero, mostrando i medesimi sentimenti, esercitando amore fraterno, teneramente affezionati”. (I Piet. 3:8) Mettiti al posto dell’altra persona. Una parola gentile, un sorriso sincero, possono voler dire tanto. Sii compassionevole, anziché critico.
6. Perché chi agisse come la persona descritta in I Giovanni 3:17 sarebbe davvero riprensibile davanti a Dio?
6 Il vero amore va oltre le parole gentili. Subito prima di esortare i cristiani a tradurre in pratica il loro amore mediante le azioni, l’apostolo Giovanni scrisse: “Ma chi ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in qual modo l’amore di Dio rimane in lui?” (I Giov. 3:17) La parola originale qui tradotta “vede” non si riferisce a una semplice occhiata casuale, ma a uno sguardo intenzionale. Viene anche usata con riferimento a un generale che ispeziona le truppe. Chiaramente egli si interessa dei particolari. Immaginate quindi la scena descritta da Giovanni: Qualcuno che ha i mezzi per aiutare, dopo aver rivolto un attento sguardo al suo fratello, si accorge di un suo bisogno, dopo di che chiude e serra la porta del suo cuore. Si rifiuta di aiutarlo. Che insensibilità! Siamo grati che tali reazioni negative siano rare eccezioni fra i testimoni di Geova. Innumerevoli rapporti testimoniano la loro generosità verso quelli “nel bisogno”.
7. Qual è di solito il problema quando le famiglie bisognose con un solo genitore vengono trascurate, e come può essere superato?
7 Ciò nondimeno vi sono casi di trascuratezza. Di solito questo avviene quando si manca di ‘vedere’ il bisogno. In questi casi, cioè, manca l’ ‘attenta osservazione’, la premura verso quelli nel bisogno. Com’è la situazione nella vostra congregazione? Siete veramente consapevoli delle circostanze in cui si trovano le vedove e gli orfani? Quand’è stata l’ultima volta che avete rivolto loro più che un semplice saluto? Avete mai invitato alcuni di loro a pranzo o a passare un po’ di tempo insieme a voi per conoscerli meglio? Queste domande ci aiutano a capire se stiamo realmente ‘vedendo’ la condizione delle famiglie con un solo genitore nella nostra congregazione.
8. In che modo alcuni componenti della congregazione aiutano le famiglie bisognose con un solo genitore?
8 Non è necessario essere ricchi per poter aiutare. Molti, vedendo un effettivo bisogno, condividono con altri i viveri che hanno in più o passano loro abiti che non stanno più ai loro figli. Alcuni inoltre insegnano ai genitori soli a fare certi lavori, per esempio a cucire, così che possano cavarsela meglio. Un vecchio proverbio dice: “Dà a un uomo un pesce e lo sfamerai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo sfamerai per una vita”. Una madre sola scrive: “Una sorella mi diede una macchina da cucire, due scampoli e alcune lezioni di cucito. Da allora ho risparmiato centinaia di migliaia di lire”.
9. Quale punto di vista equilibrato dovrebbero avere le famiglie con un solo genitore circa l’aiuto da parte degli altri?
9 I genitori soli, però, dovrebbero normalmente aspettarsi di essere sommersi dagli aiuti, e scoraggiarsi se questo non succede? Ci vuole equilibrio. Pur essendo grati per qualsiasi aiuto si riceva, bisognerebbe chiedersi: “Sto facendo tutto il possibile per far fronte alla situazione?” Una madre sola ha detto: “Nessuno può effettivamente accollarsi un’altra famiglia. Se non ti aiuti da te stessa, non ti stai assumendo le tue responsabilità. Devi imparare a stare in piedi da sola”. Vi sono esempi biblici di vedove fedeli che si prodigavano per gli altri, anziché aspettarsi aiuto dagli altri. (Luca 2:36-38; Mar. 12:42-44) Una donna sola ed economicamente povera che per molti anni lottò per allevare due figli aveva un quadretto appeso alla parete, il quale diceva: “Chi porta la luce nella vita degli altri non può esserne privo”. Per dodici anni, in qualità di evangelizzatrice a tempo pieno, questo è ciò che ha fatto questa donna. Si è prodigata, e ora, a 73 anni, continua ad aiutare gli altri. Come risultato, non si è mai trovata nel bisogno. — Prov. 11:25.
10. Che prove abbiamo che nel I secolo le sorelle mature svolgevano un ruolo importante nell’aiutare le vedove e gli orfani?
10 Senza dubbio nel I secolo donne mature ebbero un ruolo importante nell’aiutare vedove e orfani. Di alcune vedove è detto che ‘soccorrevano quelli in tribolazione’, forse anche famiglie con un solo genitore. (I Tim. 5:10) Nella lettera di Paolo ai cristiani di Roma, un quarto delle persone che l’apostolo saluta erano donne che avevano prestato fedelmente servizio con la congregazione o per essa. Di alcune è detto specificamente che avevano lavorato strenuamente o faticato “nel Signore”. (Rom. 16:3-15) Febe, una donna “ministro della congregazione” (evidentemente prestava servizio in modo non ufficiale avendo cura dei bisogni personali di altri) è descritta come “protettrice di molti”. Indubbiamente prendeva l’iniziativa nell’aiutare “molti”, e questo rafforzava la congregazione. Oggi mature donne cristiane, come Febe, danno amorevole incoraggiamento e aiuto, impiegando anche le loro risorse materiali per aiutare “quelli in tribolazione”. — Rom. 16:1, 2, Diodati.
11. (a) Che specie di aiuto possono dare le sorelle mature alle madri sole? (b) Quale esempio si può citare? Ne conoscete altri?
11 Molte anziane donne cristiane provvedono aiuto spirituale e a livello emotivo essendo “maestre di ciò che è bene; affinché facciano tornare in sé le giovani” dando loro consigli comprensivi. (Tito 2:3-5) Per esempio, una madre senza coniuge era in lacrime dopo aver udito una conferenza biblica sul matrimonio. Una donna cristiana d’età avanzata le chiese cos’era che non andava. “Mi sento triste”, fu la sconsolata risposta. La donna anziana cominciò a parlarle. Sapeva cosa significava sentirsi depressi, perché lei stessa era stata abbandonata dal marito vent’anni prima. La donna più giovane disse in seguito: “Fu il mio più grande aiuto. Mi parlò a lungo e mi invitò a uscire con lei nell’opera di predicazione. È stata tanto cara”. Molte mature donne cristiane vanno incontro a donne che si trovano in situazioni simili porgendo loro “una spalla su cui piangere”, trattando anche problemi molto intimi che un fratello cristiano, da solo, non avrebbe potuto appropriatamente trattare.
ANZIANI, ‘ALLIETATE IL CUORE DELLE VEDOVE’!
12. In che modo gli anziani possono ‘allietare il cuore delle vedove’?
12 “Allietavo il cuore della vedova”, disse Giobbe, un fedele dei tempi precristiani. (Giob. 29:13) Egli era consapevole del dolore che provavano le vedove, e anziché accrescerlo con parole o azioni avventate, cercava di rasserenarne il cuore. Gli anziani delle odierne congregazioni cristiane possono agire in modo simile rassicurando le vedove che la congregazione è una famiglia calorosa, e aiutandole a sentirsi veramente parte di questa famiglia. I sorveglianti possono leggere loro una confortante scrittura che mostri le benedizioni derivanti dalla fedeltà. Mettendosi nei loro panni, essi saranno aiutati a comprendere le enormi pressioni mentali ed emotive che affliggono molti genitori soli. (I Piet. 3:8) Di conseguenza coloro che sono nel bisogno si sentiranno liberi di rivolgersi a loro per avere aiuto. Ciascuno di questi uomini spirituali può davvero essere come “un luogo per celare dal vento e un nascondiglio dal temporale, come corsi d’acqua in un paese senz’acqua”. — Isa. 32:1, 2.
13. Perché i genitori senza coniuge possono rivolgersi agli anziani per avere aiuto nel prendere importanti decisioni, e che specie di aiuto si dovrebbe dare loro?
13 La Bibbia predisse che Dio avrebbe ristabilito fra i suoi servitori dell’antichità “consiglieri” capaci. (Isa. 1:26) In modo analogo, oggi i genitori soli possono chiedere consiglio agli anziani prima di prendere importanti decisioni. Quando qualcuno si rivolge loro, gli anziani dovrebbero provvedere “abile direzione”, aiutando la persona a comprendere i princìpi biblici implicati nella questione. Tuttavia il ruolo dell’anziano o di chiunque altro venga interpellato è quello di ‘consigliare’ e non di prendere decisioni al posto degli altri. — Prov. 11:14; Gal. 6:5.
14. (a) Perché gli anziani dovrebbero cercare di “ristabilire” chi fa un passo falso? (b) Com’era usata nel I secolo la parola qui tradotta “ristabilire”, e che effetto dovrebbe avere questo sul modo in cui viene ‘ristabilita’ la persona?
14 Un anziano può accorgersi che, a causa delle pressioni, un genitore solo sta facendo un “passo falso”, per esempio frequentando un incredulo. La persona può non rendersi pienamente conto della gravità di tale passo. “Fratelli, anche se un uomo fa qualche passo falso prima che se ne renda conto”, raccomanda la Bibbia, “voi che siete spiritualmente qualificati cercate di ristabilire tale uomo con uno spirito di mitezza”. (Gal. 6:1) In questo modo gli anziani e altri possono impedire che un “passo falso” divenga un comportamento traviato. La parola greca qui tradotta “ristabilire” è anche resa “riparare”. (Mar. 1:19) Nel I secolo veniva usata per descrivere anche la sistemazione di un osso rotto. Pur dovendo esercitare una certa pressione, con quale delicatezza il medico metterebbe a posto l’osso rotto! Lo scopo è quello di “riparare” la frattura, non di aggravarla. Perciò gli anziani che desiderano toccare il cuore di questa persona, “con uno spirito di mitezza”, ragioneranno con lei in modo gentile ma chiaro, aiutandola a capire perché è nei suoi migliori interessi applicare i consigli della Parola di Dio, cercando così di ristabilirla spiritualmente.
15. (a) Quand’è che gli anziani possono dover organizzare l’assistenza alle vedove bisognose? (b) Perché gli anziani hanno bisogno dell’aiuto degli altri componenti della congregazione?
15 A volte gli anziani possono dover organizzare l’aiuto da dare a vedove sole. A Trinidad una vedova cristiana di 79 anni si ammalò gravemente di cancro, ormai allo stadio terminale, e si trovò ad aver bisogno di una continua assistenza. Riceveva una piccola pensione statale, ma non aveva parenti che potessero assisterla. Per far sì che il compito non gravasse soltanto su alcuni, gli anziani programmarono l’assistenza in modo che fosse prestata a turno da donne cristiane che avevano offerto il loro aiuto. Per sei mesi queste sorelle cucinarono e fecero le pulizie per la loro sorella spirituale, la trasportarono, fecero il bucato e provvidero anche a lavarla quando non fu più in grado di muoversi. Questo esempio d’amore colpì veramente i vicini. Naturalmente in questi casi gli anziani non possono fare tutto ciò che è necessario. Di solito hanno la propria famiglia a cui badare. Ma sono lieti di fare il possibile e apprezzano quando altri prendono l’iniziativa per essere d’aiuto in circostanze simili.
FRATELLI, ‘LIBERATE I RAGAZZI SENZA PADRE’!
16. (a) Cosa preoccupa molto le madri sole in relazione ai figli? (b) Chi può essere d’aiuto, e come?
16 Una madre sola si preoccupa naturalmente dell’effetto che la mancanza del padre può avere sulla famiglia, specialmente sui figli. Gli uomini della congregazione dovrebbero sentirsi come Giobbe, che disse: “Liberavo . . . il ragazzo senza padre e chiunque non aveva soccorritore”. (Giob. 29:12) Spesso ciò che serve è mostrare loro sincero interesse. Potreste invitare personalmente questi ragazzi a partecipare con voi all’opera di testimonianza, a certe attività nella Sala del Regno e anche a qualche sana forma di ricreazione. Queste attenzioni potrebbero ‘liberare’ un ragazzo da una condotta mondana e attrarlo verso la congregazione.
17. (a) Chi fu d’esempio in quanto a ‘liberare i ragazzi senza padre’, e con quali risultati? (b) Nell’offrire il suo aiuto ai figli degli altri, cosa dovrebbe ricordare un fratello sposato?
17 L’apostolo Pietro fu uno che ‘liberava i ragazzi senza padre’. Fece amicizia con Giovanni Marco, arrivando a chiamarlo “Marco, mio figlio”. (I Piet. 5:13) La madre di Marco, Maria, era probabilmente una madre sola, perché il racconto dice che Pietro andò alla casa di lei, non del marito. (Atti 12:12) Indubbiamente l’ottima compagnia spirituale di Pietro e di altri cristiani aiutò Marco a divenire un missionario che poi scrisse anche un libro della Bibbia. Egli è un buon esempio per i ragazzi che devono essere allevati solo dalla madre. Ovviamente, qualsiasi fratello sposato deve ricordare che scritturalmente ha la responsabilità primaria di badare innanzi tutto alla propria famiglia. Pur non trascurando “quelli che son suoi”, può fare veramente del bene mostrando di interessarsi dei ragazzi senza padre nei limiti delle proprie circostanze e di ciò che è vantaggioso. — I Tim. 5:8.
LA BASE DI TALE AIUTO: UN AMORE ALTRUISTICO
18. (a) Che tipo di amore identifica il vero cristiano, e come lo mostrò Gesù? (b) Come possiamo manifestare tale amore?
18 Ciò che distingue il vero cristiano non è semplicemente l’amore, ma l’amore altruistico. Gesù disse ai discepoli: “Vi do un nuovo comandamento, che vi amiate l’un l’altro; come vi ho amati io, che voi pure vi amiate l’un l’altro”. (Giov. 13:34, 35) Il suo esempio di generosità doveva costituire la norma. Egli “non fece piacere a se stesso”. “Divenne povero per amore vostro”. “Diede se stesso [con una morte atroce] per i nostri peccati”. Solo imitando il modello di questo amore i suoi discepoli possono mostrare la cura e le attenzioni di cui le vedove e i ragazzi senza padre hanno bisogno “nella loro tribolazione”. — Rom. 15:3; II Cor. 8:9; Gal. 1:4; Giac. 1:27.
19, 20. (a) È sempre facile mostrare amore altruistico? Perché? (b) Chi dovremmo aiutare in particolar modo?
19 Poiché le pressioni aumentano e diviene sempre più difficile risolvere i propri problemi, è facile diventare insensibili alle sofferenze altrui e interessarsi solo della propria vita. Anche nel primo secolo alcuni che erano stati ‘ammaestrati da Dio ad amarsi gli uni gli altri’ avevano bisogno di “continuare a farlo in misura più piena”. (I Tess. 4:9, 10) Non dovremmo esaminare francamente il nostro modo di pensare e di agire nei confronti delle sorelle e dei fratelli cristiani che si trovano in circostanze sfortunate? Un amore simile a quello di Gesù richiede, se necessario, di sacrificare la nostra vita per i nostri fratelli. Ebbene, se siamo pronti a cedere la vita per i nostri fratelli, come dovremmo sentirci circa il condividere il nostro “pane” quando ‘vediamo il nostro fratello nel bisogno’? — I Giov. 3:17.
20 Le nostre responsabilità scritturali ci tengono tutti molto occupati. Spesso vorremmo poter fare di più per gli altri. Tuttavia, se facciamo il possibile e con tutto il cuore, possiamo essere certi che Geova, conoscendo le nostre limitazioni, apprezza ciò che facciamo. “Finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede”. — Gal. 6:10.
COOPERAZIONE DI TUTTI PER SOPPORTARE LE TRIBOLAZIONI
21. (a) Cosa possono fare i genitori soli per resistere alle pressioni odierne? (b) Come possono aiutarli gli altri componenti della congregazione? È importante questo aiuto?
21 In sostanza, quindi, i genitori soli possono perseverare se si sforzano di (1) confidare continuamente in Dio ora e guardare alla speranza della vita eterna, quando Dio soddisferà i desideri di tutti (Sal. 37:3, 4); (2) mantenere un’intima relazione con Dio mediante lo studio biblico e fervide preghiere; (3) essere occupati in opere benefiche, come la testimonianza del Regno, i lavori di casa e l’educazione dei figli. L’amore altruistico spingerà tutti i componenti della congregazione a essere sensibili alla necessità di aiutare i genitori soli che sono nel bisogno. In che modo? Cercando di mettersi nei loro panni, mostrando di interessarsi dei loro figli e aiutandoli spiritualmente e materialmente; queste non sono che alcune delle opere eccellenti che si possono compiere per aiutarli. Di che utilità è tale aiuto? Un genitore solo ha detto: “Ho passato tanti di quei guai che preferisco dimenticarli. Ma lasciatemi dire che senza l’aiuto dei fratelli e delle sorelle fedeli e amorevoli non ce l’avrei mai fatta!”
22. Quali saranno i risultati se si avrà cura delle vedove bisognose e dei ragazzi senza padre?
22 Sì, coloro che hanno sinceramente “cura” delle famiglie con un solo genitore che si trovano in difficoltà non solo vedranno queste perseverare fedelmente (Giac. 1:27), ma rifletteranno anche luminosamente la personalità del nostro Padre celeste, che “sostiene l’orfano e la vedova”. — Sal. 145:9, versione della CEI.
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