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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1962 | 15 agosto
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Domande dai lettori
● Da Genesi 1:30, dove Dio dice: “Ad ogni bestia selvatica della terra, ad ogni creatura volatile dei cieli e ad ogni cosa che striscia sulla terra in cui è vita di anima io ho dato tutta la verde vegetazione per cibo”, dobbiamo forse dedurre che questo escluda assolutamente l’idea che qualche animale mangiasse carne a quel tempo o prima di quel tempo? E secondo ciò dobbiamo forse pensare che tutti gli animali saranno vegetariani nel nuovo mondo? Come possiamo dunque spiegare l’esistenza di uccelli, insetti, rettili e altri animali che si nutrono di carne aventi denti velenosi, abilità nella caccia, eccetera, apparentemente dati loro alla creazione e mirabilmente adatti a mangiare carne?
Genesi 1:30, appena citato, non dice che Dio aveva dato “tutta la verde vegetazione per cibo” alle bestie selvatiche, alle creature volatili e ad ogni cosa che striscia sulla terra in aggiunta alla carne che potevano procurarsi con la caccia. Il versetto precedente ci informa che Dio disse ad Adamo ed Eva: “Ecco vi ho dato tutta la vegetazione che fa seme sulla superficie dell’intera terra ed ogni albero fruttifero che fa seme. Questo vi serva di cibo”. (Gen. 1:29) Noi non intendiamo che ciò voglia significare che Adamo ed Eva potevano mangiare gli animali che vivevano di erba e altra vegetazione, e che mangiando tali animali senza il loro sangue Adamo ed Eva mangiassero indirettamente della vegetazione, in quanto, tanto per cominciare, gli animali mangiavano la vegetazione e quindi Adamo ed Eva mangiavano gli animali che si nutrivano di tale vegetazione per trasformarla in carne. No! Ma è chiaro che Dio stabilì per l’uomo e la donna perfetti una dieta vegetariana, senza neppure suggerire i prodotti del latte.
Subito dopo il diluvio Dio specificò chiaramente che Noè e la sua famiglia e i loro discendenti potevano mangiare carne dissanguata. Questo indica che uomini devoti come Abele, Enoc e Noè e la sua famiglia non si erano nutriti di carne animale o d’uccelli prima del diluvio. Non sappiamo che cosa mangiassero gli empi uomini che vissero fino al diluvio. Abele, Enoc, Noè e la sua famiglia non ragionarono in modo sottile violando l’edenica norma dietetica che Dio dichiarò in Eden ad Adamo ed Eva, contenuta in Genesi 1:29, 30.
Naturalmente la Bibbia dice molte cose della zoologia, ma la Bibbia non è un esauriente trattato di questioni zoologiche. Perciò attribuisce minore importanza o una posizione secondaria alla considerazione dei particolari che riguardano l’inferiore creazione animale. Essa rivolge principalmente l’attenzione alla superiore creatura terrestre di Geova, l’uomo, e si limita quasi esclusivamente ad essa. Perciò i fatti inerenti alle bestie selvatiche, alle bestie domestiche, alle creature volatili e agli insetti sono trattati solo incidentalmente, o nelle illustrazioni.
Quindi, se la Bibbia stessa non risponde a queste domande inerenti alle creature inferiori all’uomo, non vuol dire che a tali domande non esistano risposte in armonia con la Bibbia. Significa semplicemente che non ci dobbiamo preoccupare di tali domande. Dobbiamo ricordare una cosa importante: che noi creature umane e tutti questi uccelli, insetti e altri animali viviamo in un sistema di cose che esiste da quando Geova Dio ha autorizzato l’uomo a mangiare carne animale senza il suo sangue. Conformemente, se l’uomo ha mangiato carne animale e insetti per quattromilatrecento anni e ha dei denti che possono adattarsi a mangiare un cibo solido come la carne, non è strano che gli uccelli, gli insetti e altri animali si nutrano anche di carne che si procurano con la caccia.
Quanto alla situazione esistente prima del diluvio circa la dieta dell’uomo e degli animali, possiamo prendere come illustrazione la situazione esistente nell’arca di Noè. Seguendo le istruzioni di Dio Noè e la sua famiglia dovevano prendere nell’arca bestie selvatiche, animali domestici, creature volatili e uccelli, due (maschio e femmina) di ogni specie impura, e sette di ogni specie pura. Oltre a ciò, Noè doveva portare nell’arca ogni specie di cibo che si mangia perché ‘serva di nutrimento a te e a loro’. (Gen. 6:19-22, Na) Noè non aveva alcun impianto elettrico di refrigerazione nell’arca per conservare i cibi a base di carne. Le sette pecore, i sette tori e le sette mucche, i sette capri, i due cavalli, i due maiali, ecc., che Noè prese nell’arca non sarebbero stati carne sufficiente per nutrire i due leoni, le due tigri e le coppie delle altre bestie selvatiche che oggi si nutrono di carne, mentre erano nell’arca durante il diluvio. A Noè non fu detto di operare un mattatoio nell’arca per nutrire le bestie selvatiche con cibi a base di carne. Né gli fu detto di prendere grandi quantità di insetti che volano o che camminano per provvedere cibo fresco alle creature che oggi mangiano insetti.
L’anno successivo Noè non uscì dall’arca con meno bestie selvatiche, meno animali domestici, meno creature volatili e che strisciano e uccelli di quanti ne avesse introdotti nell’arca. È possibile che quando uscì ne avesse di più, a motivo della riproduzione di queste creature inferiori. Di che cosa si nutrirono dunque tutte le creature viventi nell’arca durante quei dodici mesi lunari e dieci giorni, o durante un intero anno solare, chiusi nell’arca? Certamente non di carne, né mangiandosi l’una con l’altra.
Tutte queste creature, umane e di specie inferiore, poterono vivere nell’arca senza carne per un anno intero. Perché non avrebbero potuto tutte quelle creature viventi vivere senza carne nei 1.656 anni prima del Diluvio, o prima del tempo in cui Dio disse specificatamente ad Adamo ed Eva nell’Eden ciò che egli aveva dato come cibo alle creature terrestri? E se poterono esistere in questo modo nei primi 1.656 anni di esistenza dell’uomo, perché non potrebbero ritornare a vivere in questo modo e continuare a vivere in questo modo durante il regno millenario di Gesù Cristo e poi per l’eternità? Durante il suo regno millenario, essendo il Re, Gesù Cristo avrà il dominio sopra la vita degli animali, degli uccelli, degli insetti e dei pesci e anche sopra la vita dell’uomo. Egli la regolerà secondo la volontà di Dio e per il benessere della vita di tutte le creature sulla terra. Perciò non dovremmo pensare solo alla parte della domanda che riguarda il tempo posteriore al Diluvio e trascurare di considerare la parte della domanda che riguarda il tempo anteriore al Diluvio, come se non avesse importanza. Accettiamo il punto di vista biblico sul soggetto e non preoccupiamoci eccessivamente di questioni d’importanza solo secondaria, fino al punto di sciupare tempo, cervello e tranquillità di cuore e rischiare di cadere nell’errore degli atei evoluzionisti.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1962 | 15 agosto
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Domande dai lettori
● Potreste aiutarmi a trovare quella dichiarazione, che dovrebbe essere nella Bibbia, secondo cui “è meglio che un uomo metta il proprio seme nel seno di una prostituta piuttosto che versarlo in terra”? — M. P., Stati Uniti.
Questa domanda è stata fatta spesso ed è stata citata quasi invariabilmente da cattolici romani. Secondo il Servizio d’Informazioni dei Cavalieri di Colombo, tale dichiarazione non rappresenta il punto di vista cattolico romano. Ma d’altra parte un sacerdote, parlando nella cattedrale di S. Patrizio a New York, disse che era più naturale mettere il proprio seme in seno ad una prostituta che versarlo per terra, benché non vi fosse alcuna scrittura in proposito. Questo è il modo di pensare di certi sacerdoti cattolici romani in alcune parti d’Italia, che sono noti per aver scusato la fornicazione e l’adulterio purché non venisse praticato il controllo delle nascite.
Ovviamente, tale dichiarazione è in contrasto con tutto ciò che le Scritture dicono sul soggetto delle relazioni sessuali. Tuttavia può darsi che tale detto sia una corruzione del racconto scritturale circa Onan, che sciupò il suo seme versandolo per terra anziché compiere il proprio dovere verso il fratello defunto, secondo il matrimonio per levirato, a causa di cui fu ucciso da Geova. — Gen. 38:9.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1962 | 15 agosto
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Domande dai lettori
● Saprà la gran folla delle “altre pecore” che sopravvivranno ad Armaghedon se i loro compagni del rimanente furono fedeli e ottennero il premio dell’immortalità o no? — F. C., Stati Uniti.
Sì, pare ragionevole pensare che quelli delle “altre pecore” che vivranno nel nuovo mondo dopo Armaghedon sapranno chi costituisce i 144.000 membri del corpo di Cristo. A questo proposito possiamo applicare ciò che si legge in Salmo 87:5, 6 (Na): “E di Sion si dirà: ‘E questo e quello, tutti sono nati in lei, ed Egli la rende stabile, l’Altissimo’. Il Signore scriverà nel libro dei popoli: ‘Questo è nato colà’”.
È più che ragionevole che sia così. Certamente nei tempi attuali sappiamo, grazie al racconto scritturale, che nell’antichità certuni ricevettero l’approvazione di Geova, e queste informazioni sono un incoraggiamento per noi. Quindi per coloro che vivranno nel nuovo mondo dopo Armaghedon sarà similmente uno stimolo a mantenersi fedeli il sapere che certuni furono fedeli e ricevettero la gloriosa ricompensa dell’immortalità. La loro fedele devozione sarà ricordata da coloro che li conobbero, in armonia con il principio dichiarato in Ebrei 13:7 (Ri): “Ricordatevi di quelli che sono stati a voi preposti, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando l’esito del loro tenor di vita, imitatene la fede”.
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