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FocaAusiliario per capire la Bibbia
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poterono portare con sé le pelli di foca che erano già in loro possesso e anche procurarsene altre quando gli egiziani diedero loro cose preziose in abbondanza. — Eso. 12:35, 36.
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FondamentoAusiliario per capire la Bibbia
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Fondamento
Base o sottostruttura su cui viene costruito un edificio, e che serve a distribuire equamente sul terreno il peso della costruzione. Poiché la solidità e resistenza di una costruzione dipende in gran parte dalla solidità delle sue fondamenta, si deve fare molta attenzione nel porre tali fondamenta. In Palestina era indispensabile che le fondamenta fossero solide per resistere non solo a forti piogge, venti e inondazioni, ma anche a terremoti, dato che era zona sismica.
Geova, il grande Costruttore, rispondendo a Giobbe dal turbine, paragonò la terra letterale a un edificio. (Giob. 38:4-7) Anche se la terra è sospesa sul nulla, ha per così dire fondamenta solide che non si potranno far vacillare, infatti le immutabili leggi che governano l’universo la rendono sicura nello spazio, e il proposito di Dio per la terra è rimasto immutato. (Giob. 26:7; 38:33; Sal. 104:5; Mal. 3:6) Viceversa l’ingiustizia e la disubbidienza alla legge di Dio demoliscono il fondamento che rende stabile il paese, facendo vacillare le fondamenta della terra figurativa (i popoli e le istituzioni). — Sal. 82; 11:3; Prov. 29:4.
Come Salomone aveva usato grandi, costose pietre squadrate per le fondamenta del tempio, così la pietra angolare di fondamento della “casa spirituale”, Gesù Cristo, e anche gli apostoli e i profeti, che costituiscono le fondamenta secondarie, sono preziosi agli occhi di Dio. Gesù Cristo è il sicuro, irremovibile fondamento, e tutti coloro che sono edificati su questo fondamento sono scelti da Geova.
Molto appropriatamente le dodici simboliche pietre di fondamento della Nuova Gerusalemme, che portano i nomi dei dodici apostoli dell’Agnello, sono pietre preziose. (Riv. 21:14, 19, 20) La Nuova Gerusalemme descritta in Rivelazione è formata dai 144.000 promessi in matrimonio allo sposo. La Gerusalemme celeste menzionata in Ebrei 12:22 include 144.001, e quest’“uno” è lo sposo, il Re. Questa è la città che ha vere fondamenta attesa da Abraamo. (Ebr. 11:10) Quindi i libri biblici di Ebrei e Rivelazione indicano che la Gerusalemme celeste e la Nuova Gerusalemme sono praticamente la stessa cosa.
Gesù, che nella sua esistenza preumana aveva lavorato a fianco del Padre come principale Artefice nel porre le fondamenta della terra, riconosceva pienamente l’importanza di un fondamento solido, come si vede dall’illustrazione dell’uomo discreto che scavò in profondità e pose il fondamento della sua casa su un masso di roccia, mentre lo stolto costruì la sua casa sulla sabbia e subì grave danno. (Prov. 8:29, 30; Matt. 7:24-27; Luca 6:47-49) Anche Paolo, paragonando il compito di fare discepoli al lavoro di costruzione, sottolineò l’importanza di costruire con materiali non combustibili sul fondamento già posto, cioè Gesù Cristo, per non subire perdite. — I Cor. 3:10-15.
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Fonte, sorgenteAusiliario per capire la Bibbia
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Fonte, sorgente
Generalmente una sorgente naturale d’acqua (Eso. 15:27), a differenza di pozzi e cisterne scavati dall’uomo (Gen. 26:15); anche una fonte di qualche cosa di diverso dall’acqua. Le sorgenti a volte venivano ripulite e scavate in profondità, e questo potrebbe spiegare perché “fonte” e “pozzo” sono usati scambievolmente per indicare la stessa fonte d’acqua. — Gen. 16:7, 14; 24:11, 13; Giov. 4:6, 12.
Mosè descrisse la Terra Promessa agli israeliti come un paese “di sorgenti e d’acque dell’abisso che scaturiscono nella pianura della valle e nella regione montagnosa”. (Deut. 8:7) In Palestina abbondano le sorgenti o fonti; ce ne sono in media sei o sette per ogni 100 km2 circa.
L’importanza delle sorgenti o fonti è evidente dalla frequenza con cui ricorrono nomi di città che cominciano per “En”, che significa “sorgente”, “fonte”. (Gios. 15:62; 17:11; I Re 1:9) L’ebraico ʽàyin (en) significa letteralmente “occhio”, ma per analogia questo termine indica una fonte o sorgente naturale a differenza di un pozzo o serbatoio costruito dall’uomo, indicato dai termini be’èr e bohr. (Gen. 49:22; Deut. 8:7) Città e villaggi sorgevano spesso presso sorgenti d’acqua, dato che quasi tutti i “fiumi” della Palestina sono in effetti dei torrenti asciutti nei mesi estivi. Per motivi di sicurezza le città venivano in genere costruite in luoghi elevati, e perciò le sorgenti spesso si trovavano fuori delle mura delle città, nella valle sottostante. Questo rendeva indispensabile proteggere le riserve idriche. A tal fine si costruivano condutture che dalla sorgente portavano l’acqua all’interno della città.
USO FIGURATIVO
Geova pose le “fonti delle acque dell’abisso” nelle masse di nuvole al di sopra della terra. (Prov. 8:28; Gen. 7:11) Ed egli stesso è definito la Fonte della vita, la Fonte d’acqua viva e la Fonte d’Israele. (Sal. 36:9; Ger. 2:13; Sal. 68:26) Suo Figlio Gesù Cristo disse che l’acqua che lui dà diventa in chi la beve “fonte d’acqua zampillante per impartire vita eterna”. (Giov. 4:14) Gioele predisse che le nazioni sarebbero passate in uno strettoio nel bassopiano di Giosafat, dopo di che acqua ristoratrice sarebbe sgorgata dalla casa di Geova. — Gioe. 3:12, 13, 18.
Ai cristiani, che dovrebbero offrire l’acqua di vita, Giacomo, per sottolineare l’importanza di usare bene la lingua, chiede: “Una fonte non fa sgorgare dalla stessa apertura il dolce e l’amaro, non e vero?” — Giac. 3:11.
Gesù arrestò il “flusso [lett. la fonte] di sangue” di una donna che da dodici anni soffriva di una perdita di sangue, guarendola. (Mar. 5:25-29) “Sorgenti” e “fonte d’acqua” sono espressioni usate anche a proposito di una fonte di soddisfazione sessuale. — Prov. 5:16-18.
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Fonte della grossa serpeAusiliario per capire la Bibbia
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Fonte della grossa serpe
L’espressione ebraica fa pensare a una fonte, una sorgente o un pozzo di un mostro marino o terrestre, ed è tradotta in diversi modi: fonte o sorgente del Dragone (ATE, Ri, VR); pozzo o sorgente del Serpente, fonte della Grossa Serpe (AT, Luzzatto, NM). La Settanta ha invece “il pozzo dei fichi”.
Questa fonte d’acqua si trovava lungo la strada percorsa da Neemia durante la prima ispezione delle mura diroccate di Gerusalemme. (Nee. 2:12, 13) Questo nome non ricorre più nelle Scritture, per cui tale fonte o pozzo, se è menzionato altrove, doveva avere un altro nome. Comunemente si pensa che un altro nome sia En-Roghel. — Vedi EN-ROGHEL.
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ForestaAusiliario per capire la Bibbia
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Foresta
Un tempo la Palestina era ricca di foreste con molti tipi di alberi diversi. I riferimenti scritturali a foreste e boschi e all’uso del legname dimostrano che gli alberi erano molto più diffusi che non attualmente. (II Cron. 27:4; Giud. 9:48, 49) Questo è confermato anche dalla descrizione di animali selvatici, indicante che le foreste dovevano essere tali da offrire adeguata protezione e riparo a orsi (II Re 2:23, 24), leoni (I Sam. 17:34; I Cron. 11:22) e altri animali. — Ezec. 34:25.
E come gli alberi sono usati per rappresentare singoli personaggi e governanti, così la Bibbia usa simbolicamente le foreste per rappresentare popoli o nazioni e i loro sovrani. La malvagità dell’apostata Giuda era come una fiamma che ne divorava la popolazione (Isa. 9:18); i guerrieri assiri sarebbero stati abbattuti e decimati come gli alberi di una foresta (Isa. 10:19, 34); l’ira di Geova sarebbe divampata contro il regno meridionale (Giuda) con una fiamma inestinguibile. (Ezec. 20:46-48) Profezie simili sono pronunciate contro diverse nazioni pagane, nemiche del popolo di Dio. — Sal. 83:14, 15; Ger. 46:22, 23.
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FormaggioAusiliario per capire la Bibbia
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Formaggio
Il primo riferimento alla produzione del formaggio risale a circa 3.600 anni fa quando Giobbe, con linguaggio poetico, descrisse figurativamente com’era stato formato nel grembo materno, dicendo al grande Creatore: “Non mi versavi come il latte stesso e mi rapprendevi come il formaggio?” — Giob. 10:10.
Il procedimento per fare il formaggio è diverso da quello per fare il burro, prodotto sbattendo il latte. Per fare il formaggio nell’antichità il latte veniva fatto coagulare rapidamente col caglio estratto dallo stomaco di animali o col succo di certe foglie o radici. Dopo che era rappreso, si faceva scolare il siero e la cagliata veniva mangiata fresca.
A Davide fu ordinato di portare “dieci porzioni di latte” al capo dei mille sotto il quale i suoi fratelli prestavano servizio nell’esercito di Saul. (I Sam. 17:17, 18) Il significato letterale dell’originale è “dieci tagli di latte” che probabilmente voleva dire “dieci formaggi freschi”. La Versione Riveduta lo traduce infatti “dieci caciole”. Durante la guerra civile fomentata da Absalom, alcuni amici mandarono a Davide provviste di cibo, fra cui “quagliata di vacca”, e anche in questo caso poteva trattarsi di formaggi freschi. (II Sam. 17:29) All’epoca degli apostoli, secondo Giuseppe Flavio, la “valle dei formaggiai” separava la parte alta di Gerusalemme da quella bassa.
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FormicaAusiliario per capire la Bibbia
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Formica
[ebr. nemalàdh].
Insetto piccolo ma estremamente numeroso e diffuso, organizzato in società, menzionato nella Bibbia per la sua laboriosità e saggezza istintiva. (Prov. 6:6-8; 30:24, 25) Si calcola esistano circa 15.000 varietà di formiche, insetti che si trovano in ogni parte della terra a eccezione delle regioni polari.
“UN POPOLO”
In Proverbi le formiche sono chiamate “un popolo” [ebr. ‘am], come Gioele definisce le locuste “una nazione” (Gioe. 1:6), espressione molto adatta a questi animaletti. Alcune società di formiche sono formate solo da alcune dozzine di esemplari, mentre altre hanno un’enorme popolazione che ne conta centinaia di migliaia. Generalmente il formicaio è di dimensioni modeste, ma a volte le sue gallerie possono raggiungere un’estensione di quasi mezzo ettaro. In ciascuna società si notano tre caste fondamentali: una o più “regine”, i maschi e le operaie (femmine non sviluppate sessualmente). Eppure, come dice il proverbio, la formica ‘non ha comandante né ufficiale né governante’. La “regina” non è tale perché abbia autorità e più appropriatamente si potrebbe chiamarla la formica “madre”, perché la sua funzione essenziale è quella di deporre le uova. Mentre una formica “regina” può vivere anche quindici anni, i maschi vivono solo fino all’accoppiamento e poi muoiono. Le formiche operaie, che possono vivere anche sei anni, svolgono diverse mansioni, come cercare e raccogliere cibo per la società, nutrire la “regina”, fare da nutrici alle larve, pulire il nido, scavare nuove camere quando è necessario espandersi, e difendere il formicaio. Le formiche operaie possono avere grandezza e proporzioni diverse, anche nella stessa società, e in alcuni casi quelle più grandi fungono da “soldati” nel caso di invasione del formicaio. Eppure, nonostante la divisione relativamente precisa del lavoro (che in alcune società dipende dall’età delle operaie e in altre dalla grandezza) e l’organizzazione sociale piuttosto complessa, non esiste alcun sorvegliante o “ufficiale” superiore.
SAGGEZZA ISTINTIVA
La ‘saggezza’ delle formiche non è frutto di un ragionamento intelligente, ma il risultato dell’istinto di cui le ha dotate il Creatore. Infatti è stato dimostrato che se una formica si imbatte in una scia odorifera (lasciata da un’altra formica) che per.caso descrive un cerchio, può continuare a camminare seguendo la scia finché muore per esaurimento. Le diverse varietà di formiche manifestano la loro ‘saggezza istintiva’ in vari modi. Mentre molte costruiscono il formicaio nella terra, alcune formiche (la formica “falegname”) scavano gallerie e camere nel legno. Altre si fanno case di foglie sugli alberi, e le formiche operaie in effetti “cuciono” insieme le foglie afferrando le larve fra le mandibole e muovendole avanti e indietro finché la seta filata dalle larve (seta che le formiche adulte non possono produrre) lega insieme i bordi delle foglie. Altre ancora costruiscono nidi di “cartone”, miscuglio di fibre di legno e saliva con l’aggiunta a volte di un po’ di sabbia.
Un tempo si pensava che tutte le formiche fossero fondamentalmente carnivore, nutrendosi di altri insetti e animaletti, e che non ‘immagazzinassero’ cibo per i mesi invernali rimanendo in quella stagione in uno stato d’ torpore; perciò alcuni studiosi mettevano in dubbi quanto dice la Bibbia della formica che ‘si prepara il cibo e raccoglie le provviste durante la mietitura’. (Prov. 6:8) Ora però è risaputo che certe formiche, che vivono in regioni aride, si nutrono quasi esclusivamente di semi. La formica nera (Atta barbara) e una formica bruna (Atta structor) sono due delle varietà più comuni nella Palestina e si nutrono di semi che raccolgono in gran quantità durante l’estate e consumano nelle altre stagioni, incluso l’inverno, quando diventa difficile procurarsi il cibo.
La ‘saggezza istintiva’ di altre formiche si nota pure nel modo di procurarsi il cibo. Molte si procurano il nutrimento da afidi e cocciniglie, insetti che quando vengono accarezzati (o “munti”) dalle formiche, trasudano dall’addome un fluido zuccherino chiamato “melata”. Alcune formiche hanno “mandrie” di questi afidi, si prendono cura delle loro uova durante l’inverno e poi, quando inizia la stagione della crescita, portano gli afidi a nutrirsi delle radici delle piante. (The Smithsonian Series, Vol. 5, pp. 172, 173) La cosiddetta “formica da miele” risolve il problema di immagazzinare le scorte di melata rimpinzando certe formiche operaie finché queste diventano veri e propri serbatoi, l’addome si gonfia fino alla grandezza di un pisello ed esse rimangono appese al soffitto del formicaio. Tali formiche magazziniere rigurgitano poi la melata per nutrire le altre formiche quando le riserve esterne sono esaurite. Le formiche “taglia foglie” o “parasole” sono giardiniere, trasportano pezzetti di foglie giù nel formicaio, le masticano e poi le usano come terriccio per
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