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Badiamo scrupolosamente a come camminiamoLa Torre di Guardia 1959 | 15 settembre
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veramente adulterio e fornicazione fisica, peccando così contro il proprio corpo.
22 Similmente è un’idea sbagliata che finché si adempie il comando profetico di Matteo 24:14 e si dedica molto tempo a testimoniare nel campo di servizio, si può indulgere nell’immoralità fisica con persone dell’altro sesso. Ricordate che il profeta Balaam servì come portavoce di Geova per pronunciare una benedizione profetica sulla nazione d’Israele, ma in seguito fu ucciso per aver cercato di promuovere l’adorazione del sesso e l’immoralità in Israele, alla fine dei quarant’anni passati nel deserto. — Num. 23:4 fino a 24:25; 25:1-3; 31:1-8, 15, 16; Apoc. 2:14.
23 Senza dubbio la personale testimonianza al regno di Dio è un requisito per avere la vita eterna, ma è richiesta ugualmente anche la moralità cristiana. Paolo esclamò: “Realmente, guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” ma dopo alcune frasi aggiunse: “Percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato. . . . Né pratichiamo la fornicazione, come alcuni di loro [degli Israeliti] commisero fornicazione, solo per cadere, ventitremila di loro in un giorno”. — 1 Cor. 9:16, 27; 10:8.
24 Nessuno s’inganni: Commettere adulterio o fornicazione significa farsi amico del mondo. Significa quindi commettere anche adulterio o fornicazione spirituale. Certo non significa farsi amici di Dio o della sua congregazione, ma imitare questo mondo, prendendolo per modello. È indicazione che si ha lo spirito di questo mondo e prova di amore per questo mondo malvagio, “perché tutto ciò che è nel mondo, il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei beni della vita, non ha origine dal Padre [Geova Dio], ma ha origine dal mondo”. (1 Giov. 2:16) Quindi l’immoralità dimostra che il fornicatore fa parte del mondo ed è fuori luogo nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova.
25 Geova eliminò 23.000 fornicatori dalla sua congregazione, non in un anno, ma in un giorno. I fornicatori devono essere disassociati dalla congregazione. Egli annientò, nella battaglia presso Silo, i due sacerdoti, Ofni e Fineas, figli del Sommo Sacerdote Eli, perché avevano empiamente commesso adulterio con le donne che servivano all’ingresso della tenda dell’adunanza, recando biasimo su Geova Dio. — 1 Sam. 2:12, 22-25; 3:13, 14; 4:4-11, 17.
26 Vi sono altri peccati oltre alla fornicazione per i quali è necessaria la disassociazione. Paolo scrisse alla congregazione: “Vi scrivo di cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore e di non mangiare neppure con tale uomo. . . . Togliete il malvagio di mezzo a voi”. (1 Cor. 5:11, 13) Se qualcuno ha commesso un peccato che merita la disassociazione ma si rende conto della gravità del proprio errore e di quanto sia dispiaciuto a Dio, quale dovrebbe essere la condizione del suo cuore? Dovrebbe essere afflitto; dovrebbe essere dolorosamente afflitto e pentirsi. Dovrebbe confessare il suo peccato non solo a Dio, che già lo conosce per averlo osservato, ma anche alla visibile organizzazione di Dio mediante i suoi servitori locali nominati in modo teocratico. È il momento critico di cercare riconciliazione con Dio e col suo popolo per mezzo di Cristo, invocando perdono. In armonia a ciò, il consiglio delle Scritture è: “C’è qualcuno [spiritualmente] infermo fra voi? Chiami gli anziani della congregazione presso di sè, e preghino essi su lui, sfregandolo con olio nel nome di Geova. E la preghiera della fede renderà la salute all’indisposto, e Geova lo ridesterà. E se anche ha commesso peccati, gli sarà perdonato. Confessate dunque apertamente i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, onde siate guariti”. (Giac. 5:14-16) Se si umilia e confessa la sua necessità spirituale il peccatore potrà riconciliarsi con Dio. Questo lo aiuta a badare scrupolosamente a come camminerà d’ora in poi dinanzi a Dio.
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Ci aiutano a camminare saggiamenteLa Torre di Guardia 1959 | 15 settembre
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Ci aiutano a camminare saggiamente
1. Come i sorveglianti devono adempiere il comando di Isaia 58:1, e quale condotta devono seguire secondo Matteo 18:15?
I SORVEGLIANTI spirituali devono badare scrupolosamente a come camminano o si comportano le congregazioni affidate loro. Non basta che adempiano il comando di Isaia 58:1 (VR) solo in riferimento alla cristianità: “Grida a piena gola; non ti trattenere. Alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe [Israele] i suoi peccati”. I sorveglianti teocratici non dovrebbero soltanto richiamare l’attenzione sulla colpevolezza della nemica organizzazione della cristianità. Devono essere imparziali, equilibrati e giusti nell’applicazione di un principio. Perciò devono richiamare l’attenzione su qualsiasi trasgressione e peccato nelle congregazioni di cui sono sorveglianti. Se il sorvegliante s’accorge di qualche mancanza o gli viene riferito di qualche mancanza commessa da un membro contro la congregazione, deve agire contro il colpevole; perché ciò che colpisce la congregazione colpisce lui. Egli deve investigare la cosa e fare i passi necessari nello spirito di Matteo 18:15: “Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va’ e metti a nudo il suo fallo fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello”.
2. In tal caso quale diritto e obbligo ha il servitore di congregazione, e qual è il principale scopo di tale azione?
2 Quindi il servitore di congregazione, con gli altri membri del comitato di servizio della congregazione, ha il diritto e l’obbligo di chiamare il colpevole, o il presunto colpevole, per giungere all’effettivo intendimento dell’accaduto. Deve stabilire con chiarezza la colpa o l’innocenza del presunto colpevole e stabilire i motivi di una disassociazione, se veramente ci sono. Lo scopo principale è di serbare pura l’organizzazione visibile delle pecore di Dio e di prevenire il diffondersi del peccato. Che il colpevole sia ristabilito è secondario. — Deut. 13:12-18.
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