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  • Fatevi un buon nome ora!
    La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
    • loro sinagoghe e predicando la buona notizia del regno”. (Matt. 4:17; 9:35) Quando le folle volevano che restasse più a lungo con loro e tentarono di trattenerlo, Gesù disse: “Anche ad altre città devo dichiarare la buona notizia del regno di Dio, perché per questo sono stato mandato”. Quando vide le folle che erano spiritualmente “mal ridotte e disperse”, fu “mosso a pietà verso di loro, perché erano come pecore senza pastore. E cominciò a insegnar loro molte cose”. (Luca 4:43; Matt. 9:36; Mar. 6:34) Egli mandò gli apostoli a predicare, dando loro queste istruzioni: “Mentre andate, predicate, dicendo: ‘Il regno dei cieli si è avvicinato’”. — Matt. 10:7, 8.

      20 Ora viviamo nei difficili ultimi giorni di questo sistema satanico. “Il tempo rimasto è ridotto”. È urgente che dichiariamo la “buona notizia”. (I Cor. 7:29; 9:16) Ora è il tempo predetto in cui ‘questa buona notizia del regno dev’essere predicata in tutta la terra abitata in testimonianza, prima che venga la fine’. (Matt. 24:14) Qualunque sia il tempo fissato da Geova per portare la fine di questo sistema malvagio, non dimenticate mai che ORA, mentre siete vivi, ORA, prima che una morte imprevedibile sopraggiunga su di voi, ORA è il tempo di partecipare alla predicazione della “buona notizia” e di farsi un buon nome presso Dio!

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
    • Domande dai lettori

      ● In che senso si può dire, come afferma I Corinti 6:18, che “ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del suo corpo, ma chi pratica la fornicazione pecca contro il proprio corpo”?

      Alla suddetta affermazione Paolo fa precedere il comando: “Fuggite la fornicazione”. È evidente che aveva molto a cuore l’argomento, poiché passa dalle osservazioni precedenti al comando “Fuggite la fornicazione” senza alcun collegamento. E usa l’imperativo. Egli ci dice che ogni volta che si presenta la tentazione o l’opportunità di commettere fornicazione, non dobbiamo temporeggiare o pensarci sopra ma fuggire immediatamente. Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, ci diede a questo riguardo un ottimo esempio. Importunato dalla moglie del suo padrone Potifar, fuggì. — Gen. 39:12.

      Perché l’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, si espresse così energicamente al riguardo? Perché Corinto era una città molto licenziosa, dove le tentazioni di commettere immoralità erano frequenti. Era un centro dell’adorazione di Venere, la dea dell’intemperanza sessuale. Non è strano che Corinto fosse considerata la città più immorale della Grecia. Dall’adorazione di Venere deriva il nome delle malattie causate dai rapporti sessuali immorali, le malattie veneree. A questo proposito ci è detto che la gonorrea è una delle malattie più antiche e più diffuse che affliggono la razza umana, mentre la sifilide è uno dei peggiori flagelli dell’umanità.

      Come sono terribili gli effetti delle malattie veneree! Possono causare sterilità nella donna, cecità alla propria progenie e senilità, per non menzionare che alcuni degli effetti più tragici. Malgrado queste atroci conseguenze, le malattie veneree sono in aumento e si dice che stiano addirittura raggiungendo proporzioni epidemiche. Non c’è dubbio: alcuni altri peccati, come l’ubriachezza, possono nuocere in una certa misura al corpo se si persiste, ma commettendo fornicazione si pecca molto più gravemente contro il proprio corpo.

      Il saggio re Salomone comprese che chi commette fornicazione pecca in questo senso contro il proprio corpo. Commentando le conseguenze delle relazioni con una meretrice, egli dice: “L’effetto che produce è più amaro dell’assenzio; è come un’affilata spada a due tagli. I suoi piedi scendono alla morte”. “Una freccia gli spacca il fegato, proprio come un uccello s’affretta nella trappola, ed egli non ha conosciuto che vi è implicata la sua medesima anima”. Sì, le malattie veneree colpiscono spesso il fegato, il più grande organo del corpo, e lo rovinano. — Prov. 5:3-11; 7:23.

      Sotto certi aspetti la fornicazione può essere paragonata alla rottura di un bel vaso di porcellana. La porcellana si può incollare, ma il segno della rottura si vedrà sempre. La fornicazione si può paragonare anche a una grave ustione di terzo grado. Si potrebbe dire che il pentimento fa guarire la ferita ma non senza lasciare una cicatrice a perenne ricordo del peccato. Sì, la fornicazione è un particolare peccato contro il proprio corpo, poiché ne vanno di mezzo tutto il corpo e la personalità.

      Questo vale anche per l’adulterio, che dovrebbe essere incluso visto che l’apostolo Paolo usò il termine pornèia, qui tradotto “fornicazione”, nel senso più ampio in cui è a volte usato nelle Scritture Greche Cristiane. Infatti Gesù Cristo parlò di un uomo che divorziava da sua moglie per motivi diversi dalla fornicazione, pornèia, volendo dire per motivi diversi dall’adulterio. Il termine italiano pornografia con il suo ampio significato viene da questa radice greca. — Matt. 19:9.

      Una scrittura simile che fa luce su questo soggetto è Romani 1:26, 27, dove Paolo mostra che gli omosessuali peccano contro il proprio corpo: “Per questo Dio li ha abbandonati a vergognosi appetiti sessuali, poiché le loro femmine hanno mutato il loro uso naturale in uno contro natura; e similmente anche i maschi hanno lasciato l’uso naturale della femmina e nella loro concupiscenza si sono infiammati violentemente gli uni verso gli altri, maschi con maschi, operando ciò che è osceno e ricevendo in se stessi la piena ricompensa, dovuta al loro errore”. Infatti le parole di Paolo in I Corinti 6:18 potrebbero includere l’omosessualità, poiché gli scrittori greci usavano pornèia anche in riferimento all’omosessualità.

      Ad ogni modo, l’apostolo Paolo, oltre a dire che chi commette pornèia pecca contro il proprio corpo, fa anche un contrasto, affermando che ‘ogni altro peccato è fuori del corpo’. In che senso? Questo particolare aspetto ha lasciato perplessi per secoli i commentatori della Bibbia che hanno tentato di dare varie spiegazioni. In linea di massima i loro commenti concordano con quanto sopra, cioè che l’apostolo parlava in senso relativo. Ma esaminando il contesto vediamo che queste parole si possono prendere anche in senso assoluto. Notate ciò che egli dice:

      “Ora il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore; e il Signore è per il corpo. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Toglierò dunque io le membra del Cristo e ne farò le membra di una meretrice? Non sia mai! Che cosa! Non sapete che chi si unisce ad una meretrice è un solo corpo? Poiché: ‘I due’, egli dice, ‘saranno una sola carne’. Ma chi si unisce al Signore è un solo spirito”. — I Cor. 6:13, 15-17.

      Sì, gli unti cristiani a cui Paolo scriveva erano promessi in matrimonio a Gesù Cristo; infatti egli disse: “Vi ho personalmente promessi in matrimonio a un solo marito onde vi presenti come casta vergine al Cristo”. (II Cor. 11:2) Fra gli antichi ebrei, l’infedeltà durante il fidanzamento era punibile nello stesso modo dell’adulterio. Ma, come fa notare Paolo, “il Signore è per il corpo”.

      Quindi il cristiano che pratica la fornicazione pecca contro il proprio corpo in modo del tutto particolare in quanto toglie il suo corpo a Cristo e lo unisce a quello di una meretrice. Nessun altro peccato può di per se stesso separare il corpo del cristiano dall’unione con Gesù Cristo, unendolo a un’altra persona, una meretrice. Sotto questo aspetto si può dire veramente che ‘ogni altro peccato è fuori del corpo’. E sebbene le parole di Paolo si applichino prima di tutto agli unti cristiani promessi in matrimonio a Cristo loro Signore, il principio si applica anche alle sue odierne “altre pecore”. — Giov. 10:16.

      Com’è saggio e vigoroso il comando dell’apostolo Paolo: “Fuggite la fornicazione”! Essa può avere i più spaventosi effetti sul corpo fisico. Più di ogni altro peccato, rende impuro chi lo pratica. È davvero un modo del tutto particolare di peccare contro il proprio corpo, poiché nessun altro peccato può separare il corpo del cristiano dall’unione con il suo Signore Gesù Cristo unendolo con una meretrice.

  • Programma di studio
    La Torre di Guardia 1981 | 15 agosto
    • Programma di studio

      20 settembre: Fatevi un buon nome presso Dio. Pagina 20. Cantici: 112, 62.

      27 settembre: Fatevi un buon nome ora! Pagina 25. Cantici: 38, 8.

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