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  • Si può credere in un futuro luminoso?
    La Torre di Guardia 1978 | 15 marzo
    • Si può credere in un futuro luminoso?

      PER credere in un futuro luminoso, ci vuole una speranza solidamente fondata. L’unico che può dare tale speranza è il Creatore dell’uomo, Geova Dio, ed egli l’ha provveduta per mezzo della sua Parola, la Bibbia. L’apostolo cristiano Paolo scrisse: “Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza”. — Rom. 15:4.

      Chi respinge la guida della Parola di Dio e si volge ad altre fonti onde avere una speranza sicura per il futuro rimarrà sicuramente deluso. Questo è ciò che indicò la profezia d’Isaia agli Israeliti infedeli che, contrariamente alla legge di Dio, si rivolgevano a medium spiritici, a indovini e perfino ai morti per conoscere il futuro.

      Isaia 8:19-22 fa capire che questi Israeliti infedeli incoraggiavano quelli fedeli a seguire il loro esempio, ma poi fa vedere cosa sarebbe accaduto a chi respingeva la fonte di vera guida e speranza, Geova. Leggiamo: “Nel caso che vi dicano: ‘Rivolgetevi ai medium spiritici o a quelli che hanno uno spirito di predizione che bisbigliano e si esprimono in tono sommesso’, non dovrebbe un popolo rivolgersi al suo Dio? Ci si dovrebbe rivolgere a persone morte a favore di persone vive? Alla legge e all’attestazione! Sicuramente continueranno a dire ciò che è secondo questa dichiarazione che non avrà luce di aurora. E ciascuno di certo passerà per il paese alle strette e affamato; e dovrà accadere che perché sarà affamato e si sentirà indignato, effettivamente invocherà il male sul suo re e sul suo Dio e per certo rivolgerà lo sguardo in alto. E guarderà alla terra, ed ecco, angustia e tenebre, oscurità, tempi difficili e caligine senza nessuno splendore”.

      Per quelli che incoraggiavano altri a consultare medium spiritici, indovini e morti, non ci sarebbe stato “nessuno splendore”. Dopo aver subìto la calamità, non avrebbero avuto nulla che illuminasse il loro futuro. La calamità che avrebbe portato le orribili conseguenze descritte nella profezia d’Isaia fu senz’altro la predetta invasione assira. I superstiti sarebbero stati “alle strette”, cioè sarebbero stati afflitti. Poiché la campagna di conquista sarebbe stata accompagnata dalla desolazione dei campi coltivati, dei frutteti e dei vigneti, i superstiti avrebbero sofferto la fame. In tale condizione, gli Israeliti infedeli che fossero sfuggiti alla morte e alla prigionia, sarebbero stati turbati, ‘indignati, o adirati. Non avrebbero considerato la calamità come giusta retribuzione dell’infedeltà. Invece, avrebbero maledetto il re e l’Altissimo, incolpando loro delle proprie sofferenze. Guardando verso il cielo, non avrebbero visto nessun segno di splendore che riaccendesse in loro la speranza di tempi migliori. Guardando alla situazione sulla terra, tutto sarebbe apparso loro oscuro. Avendo respinto ‘la legge e l’attestazione’ di Dio, non avrebbero potuto avere neppure la minima indicazione di una luminosa prospettiva per il futuro.

      Similmente, di questi tempi molti sono spaventati vedendo ciò che accade sulla terra: crescente illegalità, inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e generale inquietudine fra popoli e nazioni. Pur sentendo i veri cristiani l’effetto di queste condizioni, le loro prospettive per il futuro non sono tetre. Perché no? Sanno dalla Parola di Dio che l’attuale situazione mondiale adempie la profezia e presagisce l’imminente liberazione che sarà recata dal regno di Dio mediante Gesù Cristo. Perciò, essi accettano l’incoraggiamento di Gesù Cristo: “Quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”. (Luca 21:28) Nutrite questa fiducia perché avete accettato il messaggio della Bibbia come “parola di Dio”? — 1 Tess. 2:13.

  • Siete preparati per parlare della Bibbia?
    La Torre di Guardia 1978 | 15 marzo
    • Siete preparati per parlare della Bibbia?

      “CREDO che la Bibbia sia il miglior dono che Dio abbia fatto all’uomo”, disse Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti. Benché non fosse mai affiliato a nessuna chiesa, Lincoln fu un lettore della Bibbia sin dalla sua giovinezza. Infatti, ai suoi tempi nelle scuole rurali si usava la Bibbia per le lezioni di lettura. E, a quanto si narra, negli anni che fu presidente, dal 1861 al 1865, Lincoln fu visto spesso con una vecchia Bibbia di famiglia in mano.

      Abraham Lincoln fu solo una delle molte persone famose che considerarono la Bibbia di grande utilità nella vita. Ma che dire di voi? Considerate veramente le Scritture come un dono di Dio? Forse siete dedicati a Geova Dio e avete il privilegio di far conoscere ad altri “la gloriosa buona notizia del felice Iddio”. (1 Tim. 1:11) In tal caso, sapete usare con efficacia le Scritture? Siete preparati per parlare della Bibbia?

      SI DEVE PARLARE IN BASE ALLA BIBBIA

      I cristiani devono conoscere bene la Bibbia per adempiere l’incarico di fare “discepoli delle persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose” che Gesù Cristo aveva comandate. (Matt. 28:19, 20) Gesù stesso conosceva bene le Scritture. Egli le

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