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  • Libertà intellettuale o cattività al Cristo?
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
w66 1/12 pp. 707-708

Libertà intellettuale o cattività al Cristo?

OGGI in tutto il mondo si chiede sempre più libertà: libertà di pensiero, di parola e d’azione. Nelle scuole e nelle università le filosofie umane esposte negli scorsi cinquant’anni fanno raccogliere una messe di pensatori atei. E gli effetti di tutta questa importanza data all’autodeterminazione individuale si notano nelle forti richieste d’indipendenza da parte di ogni specie di piccoli gruppi, sociali e politici. La disciplina e il rispetto per l’autorità sono in diminuzione. Il malcontento dilaga. La pace è stata tolta dalla terra.

Avendo permesso che i giovani fossero addottrinati con l’idea che il pensiero umano non debba essere limitato dalla credenza in un Dio Supremo, le autorità governanti sono ora di fronte a una generazione ribelle che sfida i princìpi sociali e morali e che insiste nel decidere da sé il bene e il male. Giovani uomini e donne, adolescenti, che spesso non hanno altro che una superficiale conoscenza delle controversie implicate, partecipano a scioperi e a marce di protesta come se avessero pienamente esaminato tutti i fatti e fossero pervenuti a una matura decisione. L’aperta ribellione contro il dominio degli adulti è, infatti, molto evidente nei nostri tempi.

Com’è diverso tutto ciò dall’insegnamento della Bibbia e dalle parole di Gesù Cristo! È vero che Gesù dichiarò: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giov. 8:32) Ma liberi da che cosa e per che cosa? Certo dev’esser chiaro che non incoraggiava le persone a divenir legge a se stesse! Egli le avrebbe liberate dai dogmi e dalle superstizioni di falsi capi religiosi, ma nello stesso tempo rivolse l’invito: “Prendete su di voi il mio giogo e divenite miei discepoli”. (Matt. 11:29) Quelli che andavano da lui dovevano assoggettarsi alla sua disciplina, dovevano ascoltare e ubbidire. Mancar di rendere tale sottomissione a colui che Dio aveva mandato sarebbe stata la prima evidenza che le menti di costoro erano ancora in cattività alla malvagia influenza a cui si riferì l’apostolo Paolo: “L’iddio di questo sistema di cose ha accecato le menti degli increduli, affinché la luce della gloriosa buona notizia intorno al Cristo . . . non risplenda”. — 2 Cor. 4:4.

Non fate sbagli. Coloro che insistono nell’esercitare libertà mentale senza restrizione prima o poi si troveranno in opposizione a Dio e alla sua Parola, la Bibbia. In maniera idolatra essi pongono l’intelletto umano prima del grande Creatore, e così, poiché ‘rendono sacro servizio alla creazione anziché a Colui che creò’, Dio ‘li abbandona a un disapprovato stato mentale, perché facciano le cose sconvenienti’. (Rom. 1:25, 28) La superbia li acceca al fatto che oggi gli uomini imperfetti devono scegliere fra due padroni. Devono essere schiavi della giustizia o del peccato. — Romani, cap. 6.

L’apostolo Paolo predisse anche l’odierno moltiplicarsi di evidenze di schiavitù al peccato, poiché scrisse: “Negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, . . . bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, . . . non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi d’orgoglio, amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. (2 Tim. 3:1-5) In tal modo moltitudini di persone sono uscite di sé e sono state prese nel “laccio del Diavolo”, che le impiega per i suoi malvagi propositi. — 2 Tim. 2:26.

I veri cristiani, d’altra parte, sono stati liberati dall’accurata conoscenza della Bibbia, e, non contenti di avere solo per sé tale libertà dal pensiero erroneo, si impegnano in un combattimento spirituale per liberare altre menti prigioniere, per combattere idee che sono state innalzate contro la conoscenza di Dio. L’apostolo Paolo descrive questo combattimento, dichiarando: “Benché camminiamo nella carne, non facciamo guerra secondo ciò che siamo nella carne. Poiché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate. Poiché noi rovesciamo i ragionamenti e ogni cosa alta innalzata contro la conoscenza di Dio; e conduciamo ogni pensiero in cattività per renderlo ubbidiente al Cristo”. — 2 Cor. 10:3-5.

Sembra che alcuni associati alla primitiva congregazione di Corinto disprezzassero l’autorità di Paolo, considerandolo secondo ciò che sembrava fosse nella carne, e trascurando di tener conto del suo speciale incarico da Cristo. Oggi, pure, vi sono alcuni che, col loro indipendente modo di pensare, mettono in dubbio la capacità di Cristo di avere e usare sulla terra un corpo governante specialmente nominato di uomini imperfetti, a cui ha affidato tutti gli interessi del Regno o “averi” sulla terra. (Matt. 24:45-47) Quando tali indipendenti pensatori ricevono consiglio e direttiva basati sulla Bibbia, sono inclini a pensare: ‘Questo è solo da uomini carnali, quindi spetta a me decidere se accettarli o no’.

Proprio su questo soggetto, E. A. Dunlap, preside della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad, parlando a una classe di studenti missionari, chiese di recente: “Considerate la cosa in tal modo?” Quindi continuò: “In tal caso, siete contagiati dallo spirito d’indipendenza con cui Satana contagia il mondo intero. Quindi, per vincere questa attitudine, la cosa da fare, come suggerisce l’apostolo Paolo, è di pensare: ‘Ebbene, conduco io “ogni pensiero in cattività per renderlo ubbidiente al Cristo”?’”

Se segue questa appropriata condotta, il cristiano rifiuterà di coltivare pensieri che non siano in armonia con la verità che ha imparata dall’insegnamento di Cristo. Apprezzerà vivamente che il rammemoratore dell’apostolo Paolo si applica a lui stesso: “Voi non appartenete a voi stessi, poiché siete stati comprati a prezzo. A tutti i costi, glorificate Dio nel vostro corpo”. (1 Cor. 6:19, 20) Di nuovo, terrà presente la calorosa esortazione dell’apostolo Pietro: “Siate come liberi, eppure mantenendo la vostra libertà non come un manto per malizia morale, ma come schiavi di Dio”. (1 Piet. 2:16) Insistere egoisticamente sulla libertà intellettuale conduce alla schiavitù del peccato. Essere in cattività al Cristo significa pace con Dio, sicurezza e saggia direttiva per la nostra vita.

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