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Cosa sono i “diritti dell’uomo”?Svegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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Cosa sono i “diritti dell’uomo”?
“IN TUTTO il mondo odierno, nelle nazioni libere come nei paesi totalitari, si discute sul soggetto della libertà e dei diritti dell’uomo”. Così afferma Patricia Dering, della Sezione per i Diritti dell’Uomo e per gli Affari Umanitari del governo statunitense.
Certo oggi si fa un gran parlare dei diritti dell’uomo. Una recente conferenza di avvocati di 140 nazioni ha proclamato: “Il rispetto per i diritti dell’uomo è una garanzia indispensabile, ed è fondamentale per la realizzazione della principale missione dell’uomo: creare un mondo di pace con giustizia e uguaglianza per tutti”. Quindi questi avvocati hanno rivolto ai capi del mondo l’invito a “rispettare la dignità dell’uomo . . . ponendo fine a qualsiasi privazione e violazione dei fondamentali diritti dell’uomo nella nazione affidata loro”.
Mentre si discute sul tema dei diritti dell’uomo su un così elevato piano internazionale, nell’ambito delle nazioni anche singoli individui e gruppi lottano per quelli che ritengono siano i loro diritti. Così leggiamo di vecchi che rivendicano il “diritto al lavoro”, di altri che combattono per “la parità dei diritti della donna”, di anti-abortisti che lottano per il “diritto alla vita” dei nascituri. Leggiamo anche di persone affette da mali incurabili che rivendicano il “diritto di morire”, e di omosessuali che chiedono “i loro diritti”.
Sommersi da questa ondata di pubblicità sui cosiddetti diritti, forse vi siete chiesti: “Cosa sono i ‘diritti dell’uomo’? Perché sono chiamati così? Chi decide quali sono tali diritti? Saranno mai veramente garantiti?”
Cosa sono i diritti dell’uomo?
I diritti dell’uomo, secondo un’enciclopedia (Encyclopædia Britannica), sono quei “diritti che si pensa ogni uomo abbia in base alla legge naturale come conseguenza del fatto che è una persona umana”. In altre parole, ognuno di noi ha diritto di aspettarsi certe norme e certe libertà per il semplice fatto che siamo nati come esseri umani.
È stato spesso discusso perché l’individuo debba avere questi diritti. Alcuni pensano sia solo a motivo della tradizione. Altri sostengono faccia parte della “natura”, della “natura umana”. Almeno un filosofo ha affermato che i diritti dell’uomo, o diritti naturali, sono una conseguenza dei comandi di Dio. Per esempio, Dio comanda all’uomo di non uccidere il prossimo. Quindi tutti gli uomini hanno il diritto di non essere uccisi.
Una delle definizioni più complete di quelli che sono considerati diritti dell’uomo si trova nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. Dopo aver menzionato che tutti gli uomini hanno diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona, il documento prosegue citando in modo particolare la libertà dalla schiavitù, dalla tortura e dalla punizione degradante; l’uguaglianza davanti alla legge; la tutela contro interferenze nella vita privata; la libertà di pensiero, di coscienza e di religione; e il diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere dell’uomo e della sua famiglia. Questi sono soltanto alcuni dei diritti enunciati in quel documento.
I diritti dell’uomo e il governo
Leggendo l’elenco, vengono in mente certi problemi indicanti che il soggetto dei diritti dell’uomo non è una cosa semplice. Ad esempio, quasi nessuno potrebbe beneficiare di questi diritti se non fossero garantiti da un’autorità superiore, un governo centrale investito di sufficienti poteri.
Nella storia, tutte le volte che è venuto a mancare un governo forte e umanitario, i deboli in genere sono stati oppressi dai forti, e si è verificata la situazione descritta una volta dal filosofo olandese Spinoza che disse: “Ognuno ha diritti uguali ai suoi poteri”. Un governo forte e umanitario può creare un ambiente pacifico e in cui la legge sia rispettata, dove tutti abbiano la ragionevole possibilità di beneficiare di alcuni diritti definiti nella Dichiarazione Universale.
Si afferma che oltre 70 nazioni hanno documenti in cui sono enunciati i diritti dei cittadini. Ma significa questo che esista nella maggioranza dei paesi quel tipo di governo? Recentemente un funzionario governativo ha osservato: “Carte dei diritti, dichiarazioni dei diritti dell’uomo, costituzioni e statuti sono il più delle volte l’enunciazione di ciò cui si aspira anziché la descrizione di una realtà tangibile”. In altre parole, spessissimo questi documenti dichiarano semplicemente l’ideale degli uomini politici, mentre ciò che accade effettivamente nel loro paese è tutt’altra cosa.
I diritti dell’uomo e la comunità
Un altro punto da ricordare è che non si può essere così interessati ai propri diritti da trascurare i diritti altrui. Per esempio, la Dichiarazione Universale proclama la libertà di opinione e di espressione. Ma cosa accade quando un uomo si avvale di questo diritto per calunniare un altro uomo? Egli calpesta i diritti del suo prossimo.
In India c’era l’usanza religiosa di bruciare viva la vedova sul rogo funebre del marito defunto. A motivo delle usanze matrimoniali, talvolta la vedova era una bambina di 10 anni! Vietare questa usanza equivalse a interferire nella libertà religiosa; ma le potenziali vedove furono senz’altro molto felici quando fu proibita. Ciò dimostra che ci vuole equilibrio nel rispettare i diritti di diversi gruppi. Ci vogliono un’autorità o un governo per decidere quale dev’essere tale equilibrio.
Infine, anche le condizioni sociali possono influire sui diritti dell’uomo. Jose Leviste, uomo politico filippino, ha fatto questo commento: “La Dichiarazione Universale attribuisce quasi la stessa importanza [al diritto d’avere abbastanza da mangiare che] al diritto all’inviolabilità della corrispondenza. Il fatto è che la maggioranza di coloro che hanno problemi con la corrispondenza non hanno problemi alimentari, mentre i milioni di persone . . . che ogni sera vanno a letto con la fame probabilmente non hanno nessuno che interferisca con la loro corrispondenza se pure ne ricevono. Questo ribadisce il fatto che non tutti i diritti umani sono di immediato interesse per tutti in ogni tempo”.
Pertanto il problema dei diritti dell’uomo è una cosa complessa. Tuttavia gli uomini pensano d’avere certi diritti, e, quando il tenore di vita diventa più alto, esigono sempre più diritti. Molti la pensano come il dott. Keith D. Suter, presidente di un Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti dell’Uomo in Australia, che ha detto: “La necessità di tutelare i diritti dell’uomo è stata riconosciuta. Ed è un’idea che non svanirà”.
È proprio così? I diritti dell’uomo saranno mai garantiti in questo sistema di cose? Sarà istruttivo fare un breve passo indietro nella storia e vedere cos’è stato fatto nel corso dei secoli in merito ai diritti dell’uomo.
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L’uomo lotta per i suoi dirittiSvegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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L’uomo lotta per i suoi diritti
NEL 73 a.E.V., uno schiavo tracio di nome Spartaco fuggì dalla scuola gladiatoria dov’era addestrato. Si nascose sul Vesuvio e raccolse attorno a sé altri schiavi fuggitivi fino a formare un esercito. Sconfitti uno dopo l’altro due reparti romani, devastò gran parte dell’Italia meridionale e giunse combattendo fino alle Alpi. A quel punto il suo esercito contava circa 90.000 uomini. Quando gli altri schiavi si rifiutarono di lasciare l’Italia, fu costretto a riprendere la via del sud, con l’intenzione di passare in Sicilia. Infine fu ucciso in battaglia da un nuovo comandante romano, M. Licinio Crasso.
Questa è in breve la storia di un uomo che lottò per quello che oggi sarebbe chiamato un diritto umano, il diritto alla libertà dalla schiavitù. Episodi simili si sono ripetuti molte volte nella storia dell’umanità.
I diritti dell’uomo non sono stati garantiti
L’espressione “diritti dell’uomo” è piuttosto moderna. In passato erano chiamati “diritti naturali”. Ma comunque siano chiamati, pare che l’uomo abbia sempre sentito il bisogno di proteggere certi diritti e certe libertà. Il codice di Hammurabi, le riforme legali di Solone in Grecia e le “leggi immutabili” dei medi e dei persiani avevano lo scopo di tutelare i diritti e offrire un certo grado di sicurezza a cittadini di diverse nazioni.
Nondimeno, le leggi non adempirono sempre il loro scopo. A volte sorgeva un tiranno come Nerone che non teneva conto della legge. Ai giorni di Mardocheo, il malvagio Aman si servì della legge nel tentativo di provocare l’annientamento della minoranza ebraica nell’impero persiano. Alcuni molto ricchi e influenti erano al di sopra della legge.
Inoltre, la storia è piena di esempi di gruppi che non furono veramente protetti dalla legge. La rivolta di Spartaco mise in luce la triste sorte degli schiavi nell’impero romano: molti erano costretti a lottare fino alla morte nelle arene, o erano letteralmente sfruttati fino alla morte nelle miniere e nelle galere. Nell’antica Atene la posizione delle donne era tutt’altro che invidiabile. Considerate in genere poco più che schiave buone a far figli, di loro è detto che erano “recluse nelle proprie case, prive di istruzione e con pochi diritti, e reputate dai mariti nulla più di una proprietà privata”.
La crudeltà degli assiri e le deportazioni in massa compiute dai babilonesi ci rammentano un’altra classe ai cui diritti non si è mai prestata molta attenzione: quella dei vinti nelle numerose guerre della storia. Anche i poveri hanno sempre sofferto, e in tempi più moderni i diritti delle minoranze culturali, linguistiche e specialmente razziali e religiose sono stati gravemente calpestati.
Egoismo e diritti dell’uomo
Quindi nel corso della storia i sistemi giuridici dell’uomo non hanno garantito a tutti uguali diritti umani. Ne sono nate lotte, rivoluzioni e insurrezioni mentre i popoli hanno combattuto per conquistare maggiore libertà.
In tutte queste lotte è stata evidente una caratteristica umana: l’egoismo o egocentrismo. Ciò ha impedito che tutti gli uomini godessero dei diritti umani e ha dimostrato quanto affermò il filosofo tedesco Hegel, che la libertà è possibile solo in una collettività dove i cittadini hanno certe norme morali.
Un esempio di ciò che accade quando predomina l’egocentrismo si ebbe durante la cosiddetta “rivolta dei contadini” in Inghilterra. Nel 1381 una gran folla di contadini al comando di Wat Tyler marciò su Londra e chiese di vedere il re. Avevano subito il flagello della peste nera e ora protestavano contro le forti tasse e i lavori forzati a cui li sottoponevano i baroni, i proprietari terrieri dell’epoca. Erano forse 100.000. Il re accettò di incontrarli e acconsentì alle loro richieste, ma i baroni non vollero rinunciare ad alcuni loro diritti. Wat Tyler fu ucciso, e neppure una delle richieste dei contadini fu appagata.
Questo egocentrismo si è manifestato in un altro modo. Molte volte, quando un certo gruppo ha combattuto per determinati diritti e infine li ha conquistati, in seguito ha mostrato poco rispetto per i diritti altrui.
Nel 1789, per esempio, i cittadini francesi rovesciarono con la violenza il dominio di un’aristocrazia oppressiva, e formularono la famosa Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Vi elencarono i diritti di cui i francesi dovevano godere, specialmente “libertà, patrimonio, sicurezza e resistenza all’oppressione”. Tuttavia, non molti anni dopo, la nazione francese sotto Napoleone era impegnata in guerre di conquista, che pregiudicarono la ‘libertà, il patrimonio e la sicurezza’ di quasi tutte le nazioni europee.
Si afferma che la prima importante formulazione di un documento politico sui diritti dell’uomo sia stata la Carta dei diritti (Bill of Rights) inglese, del 1689. Ma in seguito, quando l’impero britannico si stava estendendo in varie parti del mondo, si mostrò poco rispetto per i diritti di molti popoli vinti, come ad esempio gli aborigeni dell’Australia e della Tasmania.
Allo stesso modo, la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti diede risalto al diritto degli americani alla ‘vita, alla libertà e alla ricerca della felicità’. Tuttavia quanta considerazione fu prestata alla ‘vita, alla libertà e alla ricerca della felicità’ da parte di milioni di negri strappati dalle loro dimore in Africa per essere venduti schiavi nelle piantagioni americane? E quando l’espansione della nazione americana venne a trovarsi in conflitto con i diritti delle varie tribù indiane, i diritti di chi furono spesso calpestati?
Cristianità e diritti dell’uomo
Infine, la storia delle chiese della cristianità nel campo dei diritti dell’uomo non è stata delle migliori. Come la pensasse la cristianità sull’affermazione dei diritti dell’uomo è indicato da due interessanti episodi storici.
Nel 1215 i baroni inglesi costrinsero il dissipato re Giovanni a firmare la Magna Carta, un’anticipazione dei documenti per i diritti dell’uomo. Sebbene le libertà che concedeva fossero piuttosto limitate, è considerata una pietra miliare per il fatto che impose al re il rispetto della legge.
La reazione di papa Innocenzo III a questo documento è passata alla storia. Egli disse: “Respingiamo e condanniamo assolutamente questo accordo, e pena la scomunica ordiniamo al re di non osar di osservarlo e ai baroni di non chiedere che sia osservato. Dichiariamo con ciò la nullità dello statuto, che è privo di qualsiasi validità in perpetuo”.
Naturalmente la Magna Carta non scomparve. Fu riaffermata parecchie volte; perfino la chiesa cattolica vi si appellò quando i suoi diritti erano minacciati, e contribuì all’espansione politica dell’Inghilterra e dell’America.
Nel 1524, in Germania, scoppiò la cosiddetta “guerra dei contadini”. Come nel caso della rivolta dei contadini inglesi, gli umili contadini protestavano contro le tasse e i servizi sempre crescenti chiesti dai principi tedeschi. Martin Lutero suggerì ai contadini di cedere le armi. Al loro rifiuto, egli avrebbe consigliato ai principi di colpirli e abbatterli “come cani arrabbiati”. I principi seguirono questo consiglio.
In moltissimi casi la cristianità ha agito in modo violento contro quelli che oggi sono chiamati “diritti dell’uomo”. Il massacro dei cattolici irlandesi ordinato dal protestante Cromwell, e la strage degli ugonotti, protestanti francesi, compiuta dai cattolici di quella nazione sono soltanto due esempi della spietata intolleranza manifestata dalle nazioni della cristianità verso i diritti altrui. Ulteriori esempi sono le sue sanguinose crociate e inquisizioni; le imprese dei conquistadores spagnoli che, con la benedizione dei capi spirituali, compirono assassinii e saccheggi in molte parti del mondo; e da non dimenticare sono le donne, si calcola in numero di 100.000, che nel medioevo furono messe al rogo dietro l’accusa di stregoneria.
Sì, in tutta la storia i diritti dell’uomo sono stati calpestati. Le forze che avrebbero dovuto contribuire al miglioramento dell’uomo, come le leggi nazionali o anche le leggi della cristianità, sono state o inadeguate o decisamente lesive per l’umanità. Molte classi sono state private dei loro diritti, e le egoistiche tendenze dell’uomo hanno impedito a queste classi di trarre sollievo dall’oppressione. Il più delle volte è accaduto come disse molto tempo fa il libro biblico di Ecclesiaste: “L’uomo ha dominato l’uomo a suo danno”. — Eccl. 8:9.
Che significato ha questo per noi? Sono cambiate le cose? Ora più che in passato c’è speranza che i diritti dell’uomo siano garantiti? Cosa mostrano i fatti?
[Testo in evidenza a pagina 7]
Molte volte, quando un certo gruppo ha conquistato determinati diritti, in seguito ha mostrato poco rispetto per i diritti altrui.
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Sono tutelati i diritti dell’uomo nel nostro tempo?Svegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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Sono tutelati i diritti dell’uomo nel nostro tempo?
“In tutto il mondo i diritti dell’uomo sono sempre più calpestati e le violazioni delle norme internazionali sono così estese che andiamo incontro alla crisi dei diritti dell’uomo”.
Questo ha detto Donald M. Frazer, membro della camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.
Leggendo queste parole alcuni rimarranno sorpresi. Forse pensano che nel mondo moderno siano stati fatti molti passi avanti nel far conoscere e rispettare i diritti dell’uomo. Come stanno realmente le cose?
Progresso nei tempi moderni
Questa generazione ha visto molta attività internazionale a favore dei diritti di vari gruppi, certo più delle generazioni precedenti. Nel 1948 le Nazioni Unite cercarono di stabilire una norma internazionale formulando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Fu seguita da due patti: il Patto Internazionale per i Diritti Economici, Sociali e Culturali e il Patto Internazionale per i Diritti Civili e Politici.
La Dichiarazione Universale era una semplice enunciazione di obiettivi da raggiungere, e, quindi, fu firmata da quasi tutti gli allora membri delle Nazioni Unite. I due patti, tuttavia, miravano a trasformare questi obiettivi in legge internazionale, vincolante per i firmatari. Le nazioni esitarono molto di più a firmarli.
Oltre a ciò, le Nazioni Unite hanno discusso questioni come genocidio, profughi, diritti politici della donna, diritti del fanciullo e sanità mondiale.
Oltre alle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali — come Amnesty International — lavorano per promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo in tutto il mondo. È stata istituita la Commissione Europea per i Diritti dell’Uomo al fine di considerare le accuse di violazione. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha favorito l’abolizione dei lavori forzati e cerca di prevenire la disoccupazione.
Molti governi nazionali hanno emanato leggi che salvaguardano i diritti e il tenore di vita dei lavoratori. Anche i capi della cristianità parlano a favore dei diritti umani. E, più recentemente, gli Stati Uniti hanno dato molta importanza ai diritti dell’uomo nella loro politica estera, sperando di usare la forza economica e politica per incoraggiare altri paesi a rispettare i diritti dei rispettivi cittadini.
Problemi da risolvere
Significa tutta questa attività che i diritti dell’uomo saranno garantiti nel nostro tempo o nell’esistente sistema di cose mondiale? Purtroppo, esistono ancora violazioni in molti paesi, come indica il rappresentante Frazer. Nel 1976 l’allora segretario di Stato americano avrebbe detto: “Nessun paese, nessun popolo, anzi, nessun sistema politico può affermare d’avere un passato irreprensibile nel campo dei diritti dell’uomo”.
In occasione del XXX anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, papa Giovanni Paolo II avrebbe detto: “Il mondo in cui viviamo offre troppi esempi di ingiustizia e oppressione”. Il Times di Canberra citò un commento di Amnesty International: “I diritti dell’uomo sono violati nella maggioranza dei paesi con qualsiasi ideologia e regime politico”. Perché mai?
Certe violazioni sono indipendenti dalla volontà dei governi nazionali. Nessun governo vuole che i diritti dei suoi cittadini siano calpestati dai delinquenti, eppure, nella maggioranza dei paesi, la sicurezza personale di molti è stata compromessa dalla crescente ondata di delinquenza.
Un altro problema mondiale di ardua soluzione è quello della fame. Milioni di persone soffrono la fame, e quindi godono pochissimi diritti. Qualcuno ha detto: “Com’è possibile godere del diritto d’avere una vita piena e soddisfacente se vi sono povertà e fame?”
Negli ultimi mesi la stampa ha parlato molto dei profughi del Vietnam, la cosiddetta “gente delle barche”. Quasi tutti converranno che, in base all’Articolo 14 della Dichiarazione Universale, essi hanno diritto di “cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”. Comunque, il loro arrivo sulle spiagge di alcuni paesi ha causato grande costernazione. Pare che minaccino l’economia di questi paesi, e da alcune notizie risulta che sono stati respinti, a volte con tragici risultati.
Un altro problema è quello del conflitto di interessi o di diritti. Ecco come ha spiegato la cosa l’educatore Ruben Santos Cuyugen: “Per proteggere i diritti culturali di una minoranza si possono contrastare le esigenze di sviluppo della comunità più numerosa o della regione. Allo stesso modo, per proteggere i diritti patrimoniali del gruppo favorito si potrebbero sopprimere i diritti dei gruppi meno favoriti o privilegiati”.
Che significa? Immaginate un paese in cui la maggior parte della ricchezza sia nelle mani di pochi privilegiati, mentre la grande maggioranza vive in povertà. Per alzare il tenore di vita della maggioranza, e quindi proteggerne i diritti, il governo può cercare di ridistribuire la ricchezza del paese. Ma nel far questo si troverà a violare i diritti ugualmente validi della minoranza ricca.
Infine c’è la questione dell’interpretazione. Certi paesi occidentali menzionano spesso i diritti di cui godono i loro cittadini, tuttavia alcune nazioni dell’Est li hanno accusati in certi casi d’aver violato i diritti dell’uomo. Come ha affermato di recente Fidel Castro, secondo il Times di New York, la cosiddetta libertà dell’Occidente non era altro che il diritto borghese di sfruttare l’uomo e di conservare il sistema di classe.
D’altronde, alcuni paesi non comunisti puntano il dito su molte presunte violazioni dei diritti avvenute nei paesi comunisti, come l’esistenza di campi di lavoro, e la tanto pubblicizzata sorte dei dissidenti. Ma secondo il giornale francese La Croix, “l’Unione Sovietica . . . ha deciso di celebrare solennemente questo anniversario (della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) decantando . . . gli eccezionali diritti di cui godono i suoi cittadini”.
Può sembrare che parlino di cose diverse. E forse è così. Il dott. Edward Norman, decano di Peterhouse all’Università inglese di Cambridge, ha detto di recente: “Le democrazie occidentali insistono su questo tipo di obiezioni morali (sui diritti dell’uomo) nella critica ai regimi autoritari . . . Gli stati socialisti, condannando il liberalismo occidentale, rispondono con la stessa esatta retorica sui diritti dell’uomo. Il linguaggio dei diritti dell’uomo è identico, ma il contenuto varia secondo l’ideologia o la classe”.
Tortura e genocidio
Forse peggiori delle divergenze ideologiche e dei problemi sociali menzionati sopra sono i numerosi casi in cui i governi opprimono i cittadini. Due anni fa, la rivista Time citò i commenti di Amnesty International secondo cui nel precedente decennio era stata praticata ufficialmente la tortura in 60 paesi. Solo nel 1975, 40 paesi furono accusati di avere torturato i propri cittadini. Inoltre, parecchi paesi sono accusati d’avere detenuti politici.
Dopo l’ultima guerra mondiale, il mondo inorridì venendo a conoscenza del massacro di sei milioni di ebrei, e di milioni di altri, in Europa. Molti dissero: “Non accadrà mai più!” Tuttavia anche adesso leggiamo notizie di spaventosi massacri in varie parti del mondo. Il governo di un piccolo paese africano è accusato d’avere causato la morte di un sesto della popolazione. Si afferma che in un’isola tropicale 100.000 sarebbero stati i morti durante una recente invasione. In un paese asiatico, recenti notizie parlano di oltre un milione di persone trucidate per motivi politici.
Leggendo queste notizie forse vi chiedete: ‘Perché qualcuno non fa qualcosa? Perché qualcuno non va a vedere se queste notizie corrispondono al vero e non fa cessare queste cose?’ La risposta sta in ciò che il giurista inglese lord Wilberforce definì “l’insolubile dilemma in materia di diritti dell’uomo: dal tempo della Dichiarazione Universale i diritti dell’uomo sono di interesse internazionale, mentre il modo in cui uno stato tratta i suoi cittadini è una faccenda di natura esclusivamente interna”.
Il prof. W. J. Stankiewics, dell’Università della Columbia Britannica, dà questa esauriente spiegazione: “È evidente che anche se un paese ritiene che i diritti dell’uomo siano violati in un altro stato, la legge internazionale non consente di procedere contro il trasgressore né da soli né insieme ad altri stati. In effetti, un atto mirante a far cessare una violazione dei diritti dell’uomo sarebbe un atto di aggressione secondo la legge internazionale. I diritti dell’uomo esistono e sono riconosciuti, ma è quasi impossibile tutelarli”.
Cosa ci vuole per garantire i diritti dell’uomo?
Stando così le cose, è difficile che, nell’attuale sistema di cose, i diritti dell’uomo siano mai completamente garantiti. Esiste dunque qualche possibilità di salvaguardare questi diritti? Esaminando la storia passata e presente della lotta dell’uomo per la conquista dei suoi diritti, pare ci vogliano almeno due cose.
Primo, dev’esserci una collettività veramente onesta, dove ognuno non solo goda dei propri diritti, ma rispetti altruisticamente i diritti dei suoi simili. Secondo, dev’esserci un’autorità abbastanza saggia da stabilire il giusto equilibrio fra i diritti di vari gruppi, e da risolvere i contrasti ideologici sui diritti dell’uomo. Quest’autorità deve anche avere sufficienti poteri da risolvere problemi sociali come quello della delinquenza e della povertà, a motivo dei quali i cittadini sono privati dei loro diritti. Deve anche essere supernazionale, cioè avere autorità sulle nazioni, per cui nessuna potenza terrena possa massacrare, torturare, incarcerare ingiustamente od opprimere in altri modi i suoi cittadini.
Inutile dirlo, nell’attuale sistema di cose mondiale non esiste né una simile collettività né una simile autorità. Sperare che i diritti dell’uomo siano garantiti è dunque un ideale irrealizzabile? No. C’è la sicura speranza che la conquista dei diritti dell’uomo diverrà realtà in tutto il mondo, e nel prossimo futuro. Considerate i fatti presentati nell’articolo che segue.
[Testo in evidenza a pagina 9]
“Nessun paese, nessun popolo, anzi, nessun sistema politico può affermare d’avere un passato irreprensibile nel campo dei diritti dell’uomo”.
[Testo in evidenza a pagina 10]
“Com’è possibile godere del diritto d’avere una vita piena e soddisfacente se vi sono povertà e fame?”
[Testo in evidenza a pagina 11]
Primo, dev’esserci una collettività veramente onesta . . .
[Testo in evidenza a pagina 11]
Secondo, dev’esserci un’autorità abbastanza saggia da stabilire il giusto equilibrio fra i diritti di vari gruppi.
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I diritti dell’uomo saranno mai garantiti?Svegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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I diritti dell’uomo saranno mai garantiti?
RIFLETTETE per un attimo sui seguenti comandi:
“Non devi assassinare”.
“Non devi rubare”.
“Non devi attestare il falso come testimone contro il tuo prossimo”.
“Una stessa decisione giudiziaria dovrebbe esser valida per voi. Il residente forestiero dovrebbe essere come il nativo”.
Questi comandi facevano parte di un codice di leggi che fu scritto quasi 3.500 anni fa e che regolò la vita di una nazione per oltre 1.500 anni. L’autore di quel codice comprendeva senz’altro quali sono i diritti dell’uomo. Questi comandi ci fanno ricordare alcuni principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ad esempio l’Articolo 3, il quale afferma che ogni individuo ha diritto “alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”, o l’Articolo 7, il quale dichiara che tutti sono “uguali dinanzi alla legge”. Quando quell’antico codice veniva osservato, contribuiva in notevole misura a garantire ‘la vita, la libertà e la sicurezza’ di chi viveva in quei giorni. — Eso. 20:13, 15, 16; Lev. 24:22.
Le suddette citazioni sono state prese dalla legge data alla nazione d’Israele al tempo di Mosè. Naturalmente, allora anche altre nazioni avevano codici di leggi. Ma c’era una cosa che rendeva questo codice molto diverso dagli altri allora esistenti. Tale legge, oltre a essere superiore per la sua natura morale e le sue clausole, non proveniva da una fonte umana. Mosè spiegò che veniva da una fonte sovrumana quando disse agli israeliti: “Tu ascolterai la voce di Geova tuo Dio in modo da osservare i suoi comandamenti e i suoi statuti scritti in questo libro della legge”. — Deut. 30:10.
Esiste pertanto una potenza più alta dell’uomo che si interessa di quelli che oggi sono chiamati “diritti dell’uomo”. Tale potenza è niente meno che il Creatore dell’uomo, Geova Dio. Egli ha promesso che tra breve tutti i diritti dell’uomo saranno rispettati, nei migliori interessi di ognuno.
Ciò che ha fatto il Creatore riguardo ai diritti dell’uomo
La storia dei rapporti di Dio con l’umanità è contenuta nella Bibbia. L’espressione moderna “diritti dell’uomo” in effetti non vi ricorre. Nondimeno, quelli che oggi sono considerati i “diritti dell’uomo” vengono menzionati spesso nelle Scritture.
All’inizio della razza umana, Geova Dio benedisse l’uomo dandogli ‘vita, libertà e sicurezza’ in abbondanza. Creò la prima coppia umana, Adamo ed Eva, perfetti. Quindi non dovevano affatto morire; certo, nessun governo d’oggi può offrire una vita simile.
Avevano libertà nel senso che avevano il libero arbitrio, e tutta la terra era il loro regno. Uno dei privilegi che Dio offrì loro fu quello d’essere ‘fecondi e di moltiplicarsi e di empire la terra e soggiogarla’.
Avevano anche sicurezza, inclusa la sicurezza economica. Il loro benessere non era minacciato in nessun modo. Perfino gli animali erano in pace con loro, dato che la coppia umana doveva dominare sopra “i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”. — Gen. 1:28.
Dio stesso era l’autorità che avrebbe garantito queste benedizioni. Ma Adamo ed Eva dovevano accettare quell’autorità. Se si rivolgevano a qualche altra autorità, tali benedizioni non sarebbero state più garantite. Geova menzionò solo una limitazione alla libertà della prima coppia. Egli disse: “D’ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morrai”. — Gen. 2:16, 17.
Alcuni obiettano che in questo modo Dio limitava la libertà di Adamo. Ma la libertà o i diritti dell’uomo non possono mai essere assoluti. Come per continuare a vivere Adamo doveva mangiare, bere e dormire, così doveva anche ubbidire alla sola autorità che poteva garantirgli la felicità.
Il genere umano è privato della benedizione di Dio
Adamo ed Eva non rimasero in quella benedetta condizione. Un’invisibile creatura spirituale, che fu chiamata Satana, tentò Eva. Fu allora che si manifestò per la prima volta il pensiero egoistico, che tanta parte ha avuto nella storia umana.
Eva, seguendo il falso ragionamento di Satana, “vide che il frutto dell’albero [della conoscenza del bene e del male] era buono come cibo e che era qualche cosa che metteva voglia agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a guardarsi. Ella prendeva dunque del suo frutto e lo mangiava”. (Gen. 3:6) Quindi Eva e poi Adamo respinsero la sola autorità in grado di garantire la felicità. Seguirono gli allettanti suggerimenti di uno che non aveva a cuore i loro migliori interessi.
Il risultato, come mostrò in seguito Gesù Cristo, fu catastrofico. Parlando di Satana, disse: “Fu omicida quando cominciò”. (Giov. 8:44) Adamo ed Eva morirono per il peccato commesso. Ma Satana ne aveva provocato la morte come se li avesse uccisi lui stesso. Aveva fatto loro perdere la vita che avevano ricevuta in dono. Gesù disse inoltre: “Chiunque pratica il peccato è schiavo del peccato”. (Giov. 8:34) Quindi persero anche la libertà. Adesso erano schiavi del peccato, e soggetti a un’autorità, Satana, che li avrebbe oppressi. Infine persero pure la sicurezza. Il figlio maggiore, Caino, uccise suo fratello, Abele, e in seguito la storia dei loro discendenti fu contrassegnata da crescente incertezza.
Quello che vediamo oggi è semplicemente il risultato a lunga scadenza di ciò che fecero Adamo ed Eva. L’uomo non è ancora tornato sotto il dominio del Solo che può garantirgli la felicità e assicurargli i cosiddetti “diritti umani”. Finché non vi tornerà, non godrà mai di quei diritti.
I diritti dell’uomo saranno garantiti
C’è alcuna prospettiva che le cose miglioreranno nel prossimo futuro? Sì, perché il Creatore continua a interessarsi profondamente della razza umana. Geova Dio ha posto un limite al tempo in cui sarà permesso all’uomo di dominare la terra. Ha costituito un re che governerà l’umanità. Quel re ripristinerà tutti i diritti, o tutte le benedizioni, che l’uomo ebbe un tempo.
Questo cambiamento di governo è ciò cui fa riferimento la Bibbia in Isaia 32:1: “Ecco, un re regnerà per la stessa giustizia; e rispetto ai principi, governeranno come principi per lo stesso diritto”. Quel re è Gesù Cristo, e i principi che costituisce faranno in modo che al tempo fissato da Dio regnino in tutta la terra diritto e giustizia.
Quest’autorità, secondo la Bibbia, sostituirà fra brevissimo tempo le innumerevoli forme di governo oggi esistenti, e introdurrà una nuova èra in cui si farà ciò che Dio vuole. I cristiani pregano per questo da secoli con le parole: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà”. Quando questa preghiera sarà esaudita, su questa terra i diritti dell’uomo saranno rispettati come non mai. — Matt. 6:9, 10.
Il “diritto alla vita” sarà goduto in un modo che ora non è neppure possibile immaginare. Gesù disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Neppure il più acceso fautore dei diritti dell’uomo potrebbe garantire la vita eterna. Ma Dio sì, e la qualità di questa vita è ulteriormente indicata in Rivelazione 21:4: “Egli asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate”.
Le nazioni non potranno più torturare, massacrare od opprimere i loro cittadini. Quest’autorità divina avrà abbastanza potere da prevenire ogni abuso e dare la tranquillità al genere umano. “Egli renderà per certo giudizio fra molti popoli, e metterà le cose a posto rispetto a potenti nazioni lontane. Ed esse dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non alzeranno più la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra. Ed effettivamente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato”. — Mic. 4:3, 4.
E la religione?
Forse chiederete: ‘Ma che dire della libertà di religione? E come potrà esistere una collettività onesta dove ognuno rispetti i diritti del prossimo?’ In effetti, le due cose hanno relazione l’una con l’altra.
Ci sarà libertà di religione, nel senso che tutti avranno la libertà di adorare il vero Dio senza interferenze. Ma Cristo Gesù non permetterà ogni forma di religione. Riflettete per un attimo: Un tempo, in India, certi devoti della dea Kalì, detti thug, strangolavano le persone in sacrificio alla loro dea. Credevano sinceramente che essa lo esigesse. Fu errato interferire nella loro libertà di adorazione e vietare quella pratica? No di certo.
Ma questa non è stata la sola pratica religiosa discutibile della storia! Si dovrebbe permettere a fanatici religiosi di calpestare i diritti degli altri torturandoli in inquisizioni, o uccidendoli in guerre o crociate? O anche insegnando loro menzogne? No. Il fatto è che la vera religione è necessaria come mangiare e respirare; ma la falsa religione è nociva all’uomo come mangiare veleno e respirare gas letali. Quindi l’uomo deve avere sia la conoscenza di ciò che Dio stesso mostra essere la vera religione che la libertà di praticarla.
E questo è proprio ciò che avverrà. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, farà in modo che tutti siano aiutati a conoscere e praticare la vera adorazione. Il risultato sarà una collettività veramente onesta dove i diritti dell’uomo possono realmente essere rispettati. La Bibbia promette: “Non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo; perché la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. — Isa. 11:9.
Questa prospettiva vi sembra realistica? O pensate sia più realistico aspettarvi che siano i governanti di questo sistema di cose a garantirvi i vostri diritti? Perché non vi mettete in contatto con gli editori di questa rivista per sapere di più sul modo in cui Cristo Gesù ci garantirà infine i “diritti dell’uomo”, e su come potete mostrare, anche ora, che desiderate far parte della collettività che avrà tali benedizioni?
[Testo in evidenza a pagina 14]
Geova Dio ha posto un limite al tempo in cui sarà permesso all’uomo di dominare la terra.
[Immagine a pagina 13]
All’inizio della sua storia, l’uomo aveva completa sicurezza. Perfino gli animali erano in pace con lui.
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La strada giusta per trovare un buon governoSvegliatevi! 1979 | 8 dicembre
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La strada giusta per trovare un buon governo
“LE NOSTRE armi erano manganelli di gomma, bastoni foderati di piombo per sfasciare le auto, catene e anche pistole”, narra un ex attivista politico in Italia. Alla fine degli anni sessanta questo giovane cercò di realizzare i suoi ideali politici con mezzi violenti e con la “guerriglia urbana”. Dice che “uno degli scopi principali della guerriglia urbana era quello di fare danni per poi farne ricadere la responsabilità sull’opposta fazione politica”.
Ma poi accadde qualcosa che fece cambiare idea a quest’uomo nei confronti della politica. Un giovane andò a casa sua e iniziò uno studio della Bibbia con lui. Essa “mi ha insegnato soprattutto che Dio ‘ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini’”. (Atti 17:26) Questo ex violento attivista politico dice che tali principi biblici lo hanno “liberato dall’odio che nutrivo dentro di me verso altri uomini solo perché erano di un’idea politica diversa dalla mia”. Egli continua dicendo:
“A questo punto mi chiedevo: L’uomo come potrà mai risolvere i suoi problemi con la politica, quando la politica stessa ha creato il primo problema, lo scoglio più grande: la divisione del genere umano? Perché il genere umano si unisca — e questa è la base per risolvere i problemi della società — devono prima scomparire i motivi di divisione. Con i testimoni di Geova ho capito che questo è possibile. Ho visto negri e bianchi battezzarsi nella stessa acqua; ex protestanti ed ex cattolici, in Irlanda, smettere di odiarsi; arabi ed ebrei radunati nella stessa adunanza, al tempo della guerra dei sei giorni. E io stesso ho imparato ad amare quelli che mi era stato insegnato a odiare. Nessuno può dire che il regno che i testimoni di Geova auspicano — il regno di Dio — sia un’utopia, perché esiste già fin da ora un gruppo internazionale unito sotto questo regno”.
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