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  • Gat
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Davide ebbe paura e si finse pazzo per mettersi in salvo. (I Sam. 21:10-15) Davide compose due salmi a ricordo di quell’esperienza avuta a Gat. (Salmi 34 e 56, soprascritte) Ma la volta successiva il re Achis concesse a Davide e ai 600 uomini che erano con lui di starsene al sicuro nel villaggio di Ziclag finché Saul non fu ucciso sedici mesi più tardi, dopo di che Davide si trasferì a Ebron. (I Sam. 27:2–28:2; 29:1-11; II Sam. 1:1; 2:1-3) Nel canto funebre composto per Saul e Gionatan Davide notò che la notizia della morte di Saul avrebbe fatto rallegrare ed esultare le città filistee di Gat e Ascalon. — II Sam. 1:20.

      Durante il regno di Davide gli israeliti si impadronirono di Gat e delle sue borgate dipendenti. (I Cron. 18:1) Quando Davide fuggì da Absalom, fra coloro che lo seguirono c’erano 600 gattiti. (II Sam. 15:18) Ma durante il regno di Salomone Achis era ancora re di Gat. (I Re 2:39-41) Roboamo successore di Salomone ricostruì e fortificò Gat. — II Cron. 11:5-8.

      Azael re di Siria conquistò Gat qualche tempo dopo il ventitreesimo anno del regno di Ioas re di Giuda (876 a.E.V.). (II Re 12:6, 17) In seguito i filistei evidentemente riconquistarono la città, poiché Uzzia la riprese combattendo contro di loro. (II Cron. 26:3, 6) Il profeta Amos, e poi anche Michea, parlano di Gat come di una città straniera. (Amos 6:2; Mic. 1:10) Dopo che Sargon re d’Assiria ne vantò la conquista non molto dopo il 740 a.E.V., la storia non parla più di Gat, e successivi riferimenti biblici non includono Gat fra le città della Filistea.. — Sof. 2:4; Ger. 25:17, 20; Zacc. 9:5, 6.

  • Gaza
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    • Gaza

      Antica città inclusa nella prima descrizione dei confini di Canaan. (Gen. 10:19) Oltre a una ventina di riferimenti nelle Scritture, Gaza è menzionata anche in antichi documenti egiziani e in iscrizioni di Ramsete II, Tutmosi III e Seti I. Gaza era la più sudoccidentale delle città assegnate alla tribù di Giuda. (Gios. 15:20, 47; Giud. 6:3, 4) I suoi abitanti si chiamavano gaziti. — Gios. 13:3; Giud. 16:2.

      In genere l’antica città viene identificata con la moderna Gaza, circa 80 km a SO di Gerusalemme. Anche se quasi 5 km di ondulate dune sabbiose la separano dal Mediterraneo, Gaza si trova in una regione ben irrigata nota per i suoi oliveti, frutteti e sicomori, viti e grano. L’agricoltura probabilmente contribuiva alla prosperità dell’antica Gaza. Ma la sua importanza derivava più che altro dalla sua posizione sulla strada principale che collegava l’Egitto con la Palestina. Gaza era perciò un passaggio obbligato sia per le carovane che per i convogli militari.

      OCCUPATA DAI FILISTEI

      Qualche tempo prima dell’esodo di Israele dall’Egitto nel 1513 a.E.V., i caftorim camiti (Gen. 10:6, 14) spodestarono gli avvim “che dimoravano in colonie fino a Gaza”. (Deut. 2:23) Quando gli israeliti giunsero nella Terra Promessa, Gaza era una città filistea, e fra i suoi abitanti c’erano degli anachim. Le operazioni militari di Israele al comando di Giosuè si estesero fino a Gaza, ma la città non venne conquistata; rimase una città filistea e continuarono a risiedervi degli anachim. (Gios. 10:41; 11:22; 13:2, 3) Gaza fu poi conquistata dalla tribù di Giuda a cui era stata attribuita, ma non rimase sotto la dominazione giudea. (Gios. 15:20, 47; Giud. 1:18) All’epoca di Sansone Gaza era di nuovo una città fortificata dei filistei, e c’era una “casa” per l’adorazione di Dagon, sulla cui terrazza potevano trovar posto 3.000 persone, se non di più. Una volta, mentre si trovava a Gaza, Sansone “a mezzanotte si levò e afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti laterali e li divelse con la sbarra e se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron”. In seguito fece crollare la casa summenzionata, morendo insieme ai filistei che vi erano radunati. — Giud. 16:1-3, 21-30.

      Gaza rimase una città filistea per tutto il periodo dei giudici (I Sam. 6:17) e durante la dominazione dei re d’Israele. Il re Salomone estese i suoi domini a SO fino a Gaza, ma evidentemente i filistei vi rimasero, anche se sottomessi a lui. — I Re 4:21, 24.

      SOTTO LA DOMINAZIONE ASSIRA

      Verso la fine del IX secolo a.E.V., per mezzo del profeta Amos, Geova dichiarò che avrebbe mandato un “fuoco” sulle mura di Gaza, come retribuzione per aver consegnato degli esiliati agli edomiti. (Amos 1:6, 7) Anche se non è precisato che gli “esiliati” fossero ebrei, probabilmente si trattava di prigionieri catturati durante le incursioni filistee in Giuda. — Confronta II Cronache 21:16, 17; Gioele 3:4-6.

      Non molto tempo dopo, verso la metà dell’VIII secolo a.E.V., Gaza cominciò a provare il “fuoco” della guerra. Secondo annali assiri, Tiglat-Pileser III conquistò Gaza, ma il suo re, Hanno, fuggì in Egitto. Evidentemente Hanno riuscì a far ritorno a Gaza, infatti Sargon II afferma di aver sconfitto sia lui che l’esercito egiziano al comando di Sib’e suo alleato. Sargon II catturò personalmente Hanno e lo deportò.

      Da allora in poi sembra che Gaza sia rimasta fedele all’Assiria. Quindi può darsi che Ezechia abbia abbattuto i filistei fino a Gaza in una fase della sua rivolta contro l’Assiria. (II Re 18:1, 7, 8) Dopo quella rivolta, il re Sennacherib sferrò un attacco contro Giuda e, secondo i suoi annali, diede le città giudee conquistate a Mitinti re di Asdod, a Padi re di Ecron (che era stato prigioniero a Gerusalemme) e a Sillibel re di Gaza.

      All’epoca di Geremia, l’esercito egiziano distrusse Gaza. (Ger. 47:1) Prima di quell’avvenimento la parola di Geova contro i filistei aveva indicato che da N li attendeva la calamità; “calvizie deve venire a Gaza”. (Ger. 47:2-5; vedi anche Geremia 25:17, 20). Com’è suggerito da altri brani di Geremia (1:14; 46:20), le “acque” provenienti dal “nord” menzionate in Geremia 47:2 rappresentavano gli eserciti babilonesi. Nabucodonosor re di Babilonia si impadronì infatti della zona (II Re 24:1, 7), e il re di Gaza è menzionato in alcune iscrizioni babilonesi. Perciò le parole “prima che Faraone abbattesse Gaza” (Ger. 47:1) sembrano identificare semplicemente il tempo in cui la parola di Geova riguardante i filistei fu rivolta a Geremia. Non si riferiscono necessariamente al giudizio che doveva venire “dal nord” di cui si parla in seguito.

      DISTRUTTA

      Il profeta Sofonia, contemporaneo di Geremia, annunciò un simile giudizio di Geova per Gaza: “Diverrà una città abbandonata”. (Sof. 2:4) E la profezia di Zaccaria, messa per iscritto dopo la caduta di Babilonia, additava future calamità: “[Gaza] sentirà dolori molto penosi”. (Zacc. 9:5) La storia conferma l’adempimento delle predette calamità. Nella seconda metà del IV secolo a.E.V., Alessandro Magno, dopo cinque mesi di assedio (due mesi, secondo Antichità giudaiche, Libro XI, cap. VIII, 4), prese Gaza. Molti degli abitanti furono uccisi e i superstiti furono venduti schiavi. Più di due secoli dopo, il re della Giudea Alessandro Ianneo, dopo un anno di assedio, rase al suolo la città. — Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. XIII, 3. Gabinio, governatore romano della Siria, ordinò la ricostruzione di Gaza, ma probabilmente in una zona diversa. (Antichità giudaiche, Libro XIV, cap. V, 3) Alcuni studiosi ritengono che il vocabolo greco èremos (“deserto, desolato”) in Atti 8:26 si riferisca alla vecchia Gaza abbandonata (AT, per esempio, dice “la città è ora desolata”). Secondo altri èremos si riferisce alla strada che portava in città, quindi traducono: “Questa è una strada nel deserto”. — .VM; confronta PIB; PS; VR.

  • Gazzella, I
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    • Gazzella, I

      [ebr. tsevì; gr. dorkàs; arabo ghazàl (da cui deriva il sostantivo italiano “gazzella”); i nomi propri Zibia e Tabita significano “gazzella” (II Re 12:1; I Cron. 8:9; Atti 9:36)].

      Genere di piccoli mammiferi graziosi e veloci. a Gazella orcas, comune in Arabia, Egitto, Palestina e Siria, era senz’altro nota agli antichi ebrei. Questo tipo di gazzella è lungo 1 m e alto alla spalla 60 cm circa. Sia il maschio che la femmina hanno corna anellate a forma di lira lunghe anche 30 cm. Di colore fulvo chiaro, ha strisce chiare e scure sul muso, l’addome e le parti posteriori bianchi. Il pelo è corto e liscio. Un’altra varietà di gazzella che poteva essere nota agli israeliti è la Gazella arabica, un po’ più grande e di colore fulvo scuro.

      Le Scritture alludono all’andatura della gazzella, che è fra i mammiferi più veloci. (Cant. 2:17; 8:14) La velocità di Asael fratello di Gioab e di alcuni gaditi fu paragonata a quella delle gazzelle. (II Sam. 2:18; I Cron. 12:8) Fu predetto che la caduta di Babilonia avrebbe indotto i suoi sostenitori e parassiti stranieri a fuggire come una gazzella nei rispettivi paesi. (Isa. 13:14) Questo animale è citato anche come esempio di prontezza nell’evitare di essere presi al laccio. — Prov. 6:5.

      Probabilmente a motivo della sua bellezza ed eleganza, la gazzella compare in alcune vivaci descrizioni del Cantico di Salomone. (2:9; 4:5; 7:3) La gazzella è menzionata anche nel giuramento che la Sulammita impone alle figlie di Gerusalemme, obbligandole in tal modo per tutto ciò che è bello ed elegante. — Cant. 2:7; 3:5.

      Secondo la Legge promulgata per mezzo di Mosè, la gazzella era commestibile. (Deut. 12:15, 22; 14:4, 5; 15:22) Era una delle carni provvedute regolarmente per la sontuosa tavola di Salomone. — I Re 4:22, 23.

      [Figura a pagina 492]

      Esemplare di gazzella

  • Gazzella, II
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    • Gazzella, II

      Cristiana della congregazione di Ioppe la quale “abbondava in buone opere e rendeva doni di misericordia”, fra cui evidentemente quella di fare vesti e mantelli per le vedove bisognose. (Atti 9:36, 39) “Gazzella” è la traduzione di “Dorcade” (Ri) dal greco e di “Tabita” dall’aramaico. Può darsi che questa cristiana fosse conosciuta con entrambi i nomi, non essendo insolito per gli ebrei, specie se risiedevano in città portuali come Ioppe con popolazione mista di ebrei e gentili, avere un nome ebraico e anche un nome greco o latino. Oppure Luca può aver tradotto il nome a beneficio dei lettori gentili. Gazzella è l’unica donna menzionata nelle Scritture a cui sia applicata la forma femminile “discepola”. Questo però non vuol dire che avesse una posizione speciale nella congregazione, poiché tutti i cristiani erano in effetti discepoli di Gesù Cristo. (Matt. 28:19, 20) La sua morte avvenuta verso il 36 E.V. addolorò moltissimo le vedove alle quali con la sua benignità aveva fatto molto bene, mentre non si parla del dispiacere provato da un marito, fatto che indicherebbe che in quel tempo non era sposata.

      Quando morì i discepoli di Ioppe la prepararono per la sepoltura e, appreso che Pietro era a Lidda, pochi km a SE di Ioppe, mandarono a chiamarlo. Senza dubbio avevano saputo che Pietro aveva guarito il paralitico Enea e ciò poteva dar loro ragione di sperare che l’apostolo potesse risuscitare Gazzella, o forse si rivolsero a Pietro solo per essere consolati. — Atti 9:32-38.

      Seguendo una procedura simile a quella con cui Gesù aveva risuscitato la figlia di Iairo (Mar. 5:38-41; Luca 8:51-55), Pietro, dopo aver fatto uscire tutti dalla stanza, pregò e quindi disse: “Tabita, alzati!” Gazzella aprì gli occhi, si sedette e presa la mano di Pietro si alzò. Questa è la prima risurrezione di cui si abbia notizia compiuta da un apostolo, in seguito alla quale molti divennero credenti in tutta Ioppe. — Atti 9:39-42.

  • Gebus
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    • Gebus

      (Gèbus) [calpestato o, forse, aia], GEBUSEO (gebusèo).

      L’antica Gebus sorgeva nella zona dell’odierna Gerusalemme. All’epoca di Abraamo, prima del 1900 a.E.V., la località si chiamava Salem (che significa pace), nome incluso in quello di Gerusalemme di cui può essere un’abbreviazione. (Ebr. 7:2) Nelle lettere di Tell el-Amarna scoperte in Egitto si fa menzione di Urusalim (Gerusalemme). E nei libri di Giosuè, Giudici e I Samuele, dove sono descritti avvenimenti precedenti la conquista della città da parte di Davide, la città è spesso chiamata Gerusalemme. (Gios. 10:1, 3, 5, 23; 12:10; 15:8, 63; 18:28; Giud. 1:7, 8, 21; 19:10; I Sam. 17:54) Solo in due brani viene chiamata Gebus. (Giud. 19:10, 11; I Cron. 11:4, 5) In Giosuè 18:28 ricorre nel testo ebraico il termine Yevusì, la cui i finale indica che si riferisce alla popolazione, agli abitanti della città.

      Quasi tutti gli studiosi convengono che Gerusalemme (o forse Salem) fosse il nome originale della città, e che solo durante l’occupazione dei gebusei fu a volte chiamata Gebus. In genere si ritiene che “Gebus” non fosse un’abbreviazione di Gerusalemme, ma derivasse piuttosto dal nome dei gebusei, che la abitarono per qualche tempo. Dopo che Davide ebbe conquistato la fortezza di Sion e vi ebbe stabilita la sua residenza reale, a volte era chiamata “la città di Davide”. — II Sam. 5:7.

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