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  • La vera liberazione è vicina
    Svegliatevi! 1972 | 8 novembre
    • e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. (1 Giov. 2:17) Coloro che si interessano della vera e permanente liberazione dovrebbero affrettarsi a cercare di conoscere qual è la volontà di Dio. I testimoni di Geova saranno lieti di aiutarli, gratuitamente, facendo uso della Bibbia.

  • Arriva una nave
    Svegliatevi! 1972 | 8 novembre
    • Arriva una nave

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Germania

      QUANDO arriva una nave, c’è molto più lavoro di quanto non si veda. Lo so, avendo recentemente avuto l’occasione di fare un viaggio da Amburgo alla città di Brema nell’estremo retroterra, a circa sessantacinque chilometri dal mare del Nord. La nave da carico su cui ero ospite era la Weissenburg, che dalla Colombia, nel Sudamerica, era venuta ad Amburgo, in Germania. E ora, verso le 7, salpammo da Amburgo, scivolando sul fiume Elba diretti al mare del Nord.

      Dopo un breve tratto nel mare del Nord, si avvicinò un battello pilota e un pilota esperto a navigare nelle acque vicino a Bremerhaven salì a bordo della nostra nave. Ma come faceva il battello pilota a sapere che arrivava la nostra nave e l’ora esatta del nostro arrivo? Il capitano del porto aveva informato il capitano del battello pilota.

      Mentre ci avvicinavamo a Bremerhaven, l’avamporto di Brema, il radiotelegrafista informò il medico di quarantena a terra: “Non ci sono epidemie né malattie contagiose a bordo”. Il radiotelegrafista mi fece vedere una dichiarazione sanitaria della nave, che è richiesta dall’ufficiale sanitario del porto di Brema.

      Quanti altri vogliono informazioni? Ebbene, alla polizia del porto interessano i nomi dei passeggeri e dell’equipaggio. Non appena attracchiamo a Brema queste liste saranno immediatamente confrontate con le liste “richieste”.

      Sul ponte di comando

      Ma quanto stava accadendo sul ponte mi interessava di più. Tre persone badavano alla rotta della nave: il comandante, il pilota che era salito a bordo della nave e il timoniere. Chi ha la responsabilità del ponte di comando? Anche con il pilota a bordo il comandante è sempre responsabile della sua nave. Il pilota è solo un consigliere del comandante.

      “È obbligato a prendere a bordo un pilota?” chiesi al comandante.

      “No”, rispose, “ma è troppo rischioso arrivare senza pilota, perché nel giro di alcune ore la profondità e la condizione delle correnti possono cambiare moltissimo. Nessuno conosce questi pericoli meglio del pilota. Egli naviga ogni giorno in queste acque. Io vengo qui solo una volta ogni tre o quattro mesi”.

      Nel frattempo cominciava a fare buio. Avvicinandoci a Bremerhaven vedevamo il grande faro da una parte del porto. La nave ridusse la velocità e oltrepassammo la Columbus Kay (Banchina) festosamente illuminata.

      Ora un pilota del fiume Weser diede il cambio al primo pilota che ci aveva aiutati ad arrivare a Bremerhaven. Aveva portato la carta esatta del nostro ancoraggio nel porto di Brema, uno dei più grandi porti della Germania.

      Viaggio estenuante sul Weser

      Salpiamo con l’aiuto della marea per risalire il fiume Weser, alla velocità di circa quattordici nodi. (Il nodo è un’unità di misura della velocità di un miglio nautico internazionale o 1.852 metri all’ora). Per gli uomini sul ponte non è certo un “viaggio di piacere”, come mostra l’espressione tesa del loro viso. Un membro dell’equipaggio afferma che il viaggio sul fiume è più arduo del viaggio di diciotto giorni sull’oceano da Cartagena, in Colombia. Il fiume è pieno di curve e gomiti. In una di queste curve incrociamo una nave che scende a valle e poi altre tre, una proprio nella scia dell’altra. Ci superiamo alla distanza di circa dieci metri. Sembra così semplice, ma in realtà è più pericoloso che guidare un’auto.

      Continuiamo il viaggio nel buio come su una strada attraverso la campagna. In un’ora circa dovremmo attraccare al molo N. 13 del porto d’oltremare di Brema. Da Bremerhaven a Brema ci sono circa sessantacinque chilometri.

      A una decina di chilometri dall’ingresso nel porto, il radiotelegrafista di bordo trasmette l’ultimo bollettino di arrivo. Muovendosi lentamente, la nostra nave da carico si accosta alla banchina del porto. A circa duecento metri, quattro piccoli, robusti rimorchiatori si mettono in moto. Le comunicazioni radio hanno informato il capitano dell’ora a cui sarebbe arrivata la nave. I nostri motori si spengono. Avanziamo silenziosamente.

      A terra i preparativi per l’arrivo della nostra nave sono già stati ultimati. Tutto è pronto: rimorchiatore, stivatore, gruista, controllore delle merci, mediatore di noleggi marittimi, ufficiali della capitaneria del porto, del reparto sanitario, della dogana e della polizia del porto.

      I potenti piccoli rimorchiatori si sono fermati accanto alla nave. Sono gettati a bordo i cavi di rimorchio. Guardo l’orologio. In quattro minuti esatti i quattro rimorchiatori hanno rimorchiato la nave. Nel bacino che precede il porto d’oltremare, i potenti rimorchiatori spingono e tirano il nostro gigante facendogli eseguire un giro di 180° finché la poppa è girata verso il bacino del porto. Sapete perché la nave è trainata a ritroso nel luogo d’ormeggio? È una misura di sicurezza presa dagli ufficiali del porto! In caso di emergenza — diciamo se scoppiasse un grande incendio — ciascuna nave da carico potrebbe uscire dal porto con i propri mezzi.

      Il porto di Brema è conosciuto come un “porto veloce”. Qui non si perde tempo; ciascuna nave viene manovrata il più rapidamente possibile. Dal ponte posso vedere grande attività giù a prua. L’ufficiale in seconda, che di solito è responsabile del carico, fa oscillare lateralmente il picco da carico così che la gru del porto abbia abbastanza spazio. Son fatti i preparativi per aprire i boccaporti.

      Quanto costa tenere una nave attraccata per un giorno intero? Una nave da carico con una stazza netta che va da 9.000 a 11.000 tonnellate, tutto compreso, costa da 8.000 a 15.000 DM (approssimativamente da L. 1.400.000 a L. 2.700.000). In altre parole, quanto due o tre Volkswagen! Meno tempo la nave sta nel porto, più denaro si risparmia.

      Noi arriviamo e il pilota se ne va

      Dal ponte si ha l’impressione che abbiamo già toccato la banchina, ma in realtà ne siamo ancora lontani circa due metri. Siamo portati esattamente al nostro punto di attracco. Vecchi pneumatici d’automobile proteggono le fiancate della nave per impedire che si graffino contro la banchina. Son dati ordini agli scaricatori di porto. Viene abbassato il ponticello di sbarco. Il pilota ci saluta e scende a terra.

      Come sono volate quelle tre ore da che il pilota è salito a bordo della nostra nave a Bremerhaven! Per lui è stato un piccolo tratto di un cerchio. Le competenze del pilota sono messe tutte in un fondo per l’associazione dei piloti e in seguito sono equamente divise fra loro.

      Dai piloti allo stivatore, dal radiotelegrafista al comandante, tutti svolgono una parte importante per condurre una nave in porto. Sono stato felice di averne incontrato alcuni in quel memorabile giorno di novembre. Sembra tutto così semplice, ma ora comprendo un po’ della grande quantità di lavoro e di preparativi che si devono fare quando una nave entra in un porto.

      [Cartina a pagina 19]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      North Sea

      Jade Bay

      Elbe River

      Weser River

      Bremerhaven

      Hamburg

      Bremen

  • La non convenzionale musica del Perù
    Svegliatevi! 1972 | 8 novembre
    • La non convenzionale musica del Perù

      Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Perù

      RAFAEL entrò nel corridoio e si lasciò cadere su una sedia. “Abbiamo registrato per quattro ore e non ho mai avuto una sessione simile”, disse. “Invece di mettermi semplicemente a sedere e suonare il solito accompagnamento, ho trascorso tutto il pomeriggio cercando d’insegnare all’orchestra come suonare la musica dei monti”.

      “Questo non dovrebbe essere un compito tanto difficile”, dissi. “Siete tutti chitarristi esperti, e suonare la musica folcloristica è molto semplice”.

      “È semplice, sì, ma ha mai notato il tempo? È questo tempo che mette in difficoltà chiunque non sia stato allevato sui monti peruviani”.

      “Ebbene, sì, ho notato che la musica folcloristica del Perù è un po’ diversa, ma, via, cosa c’è esattamente nel tempo?”

      “Dopo un certo numero di battute, si presenta una battuta che ha solo una frazione del tempo normale. Ora in musica questo semplicemente non si fa. Ogni musicista sa che un pezzo di musica ha solo tante battute e ciascuna battuta un dato numero di tempi, siano essi due, tre, quattro o anche più. Ma non la musica folcloristica dei monti peruviani”.

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