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  • “Ciascuno al suo posto”
    La Torre di Guardia 1982 | 1° novembre
    • 7. Quali domande fa sorgere questo episodio biblico?

      7 Poniamoci ora alcune domande. Geova avrebbe concesso quello splendido trionfo se i trecento uomini non avessero preso sul serio gli ordini di battaglia o non avessero atteso il segnale di Gedeone o non avessero usato parte dell’equipaggiamento bellico fornito loro da Gedeone? Che dire se avessero deciso di loro propria iniziativa di appostarsi intorno al campo nemico in punti diversi da quelli assegnati, solo perché forse li ritenevano migliori? In tutto questo ci sono alcuni importanti princìpi che dovrebbero guidare anche noi, poiché ‘queste cose accadevano loro come esempio per nostro beneficio’. — I Corinti 10:11.

      8. In chi dobbiamo confidare per riportare la vittoria nella nostra guerra?

      8 Nella nostra guerra cristiana dovremmo riconoscere Geova in tutte le nostre vie, confidare in lui e guardare a lui per conseguire la vittoria. D’altra parte, l’abile strategia umana, i più brillanti pensieri umani, non possono garantire la vittoria. “Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito”, dice Geova. (Zaccaria 4:6) Perciò, nel quotidiano combattimento in difesa della verità e della giustizia, noi cristiani eviteremo di adottare idee e metodi mondani che contraddicono i princìpi provveduti da Dio per guidare il suo popolo. Chi è incline a seguire i consigli di quelli del mondo mostra di avere poca fede nella capacità di Dio di soccorrerci in tempo di bisogno. Dovremmo avere la stessa ferma convinzione dello scrittore biblico Giacomo (1:5), che disse: “Quindi, se alcuno di voi è privo di sapienza, continui a chiederla a Dio, poiché egli dà generosamente a tutti e senza biasimare; ed essa gli sarà data”.

      ‘Imparate guardando me’

      9, 10. (a) Chi è oggi il nostro Capo e Comandante? (b) Come possiamo ‘guardarlo’ se è invisibile?

      9 Gesù Cristo, il più grande Gedeone, ha ora il pieno comando delle sue forze visibili e invisibili. Mediante lui Geova rivela progressivamente i suoi propositi per il suo popolo e l’ordine degli eventi. Com’è emozionante sapere che Cristo Gesù è attivamente impegnato a dirigere tutte le attività dei suoi ‘soldati’ sulla terra, rendendone così certa la vittoria finale! Secondo la sua promessa egli è con loro “tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:20.

      10 Poiché ora Gesù Cristo è l’intronizzato Capo e Comandante di tutti quelli che combattono per la verità e la giustizia, possiamo unitamente ‘imparare guardando lui’, come i trecento impararono guardando Gedeone. (Giudici 7:17) Ma come possiamo ‘guardare’ Cristo se è invisibile? Lo ‘guardiamo’ nel senso che discerniamo i segnali che egli dà tramite lo “schiavo” visibile che egli ha costituito su tutti gli interessi terreni del suo regno. (Matteo 24:45-47) Tramite questo canale costituito mediante lo spirito, vengono trasmesse a tutti i suoi ‘soldati’ la sua guida e la sua strategia. Essi non possono permettersi di avanzare di loro propria iniziativa o di diventare impazienti perché le cose non si realizzano nel modo in cui pensano loro. L’ordine degli eventi è stabilito dal nostro invisibile Comandante. Ciò che conta è quello che pensa lui, non quello che potremmo pensare noi.

      Equipaggiamento provveduto da Dio

      11. Che tipo di equipaggiamento è in dotazione oggi ai servitori di Dio?

      11 Il più grande Gedeone sa di quale equipaggiamento hanno bisogno i suoi soldati sulla terra. Non hanno bisogno di un’armatura e di armi letterali, perché non combattono contro esseri umani. Il loro è un combattimento spirituale. Le loro armi sono “potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate. . . . [per rovesciare] i ragionamenti e ogni cosa alta innalzata contro la conoscenza di Dio . . . [conducendo] ogni pensiero in cattività per renderlo ubbidiente al Cristo”. (II Corinti 10:4, 5) Indipendentemente dall’opposizione a cui possono andare incontro, i fedeli guerrieri cristiani devono divenire esperti nell’uso dell’equipaggiamento provveduto da Dio così da poter fare ciò che fece l’apostolo Paolo, cioè trasmettere alle persone “tutto il consiglio di Dio”. — Atti 20:27.

      12. (a) Perché la piccola schiera di Gedeone fu così efficiente? (b) A cosa è dovuta oggi l’efficienza dei servitori di Geova?

      12 Per poter raggiungere il risultato voluto, gli uomini di Gedeone dovettero agire come un sol uomo e usare l’equipaggiamento in loro dotazione. Il rumore delle 300 giare di terracotta frantumate, la vista delle 300 torce innalzate tutto intorno al campo, l’allarmante suono dei 300 corni e l’urlo delle 300 voci che irruppe da ogni parte nel silenzio della notte produssero indubbiamente un terrificante effetto sui madianiti! Similmente, non è forse vero che anche oggi la concertata proclamazione del regno di Dio e della sua vendetta induce il nemico a sopravvalutare le dimensioni e il pericolo del messaggio proclamato? Perché questo? Perché l’intera organizzazione del popolo di Geova si conforma lietamente al tempo stabilito per dare al mondo i loro specifici messaggi sotto la direttiva del più grande Gedeone mediante il suo “schiavo” nominato. D’altra parte, se ciascun testimone di Geova agisse di testa propria, decidendo quando e come dichiarare il messaggio di Dio, come si potrebbe dare una testimonianza a livello mondiale? La volontà di Geova è perciò che ‘abbiamo fra di noi la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesù [il più grande Gedeone], affinché di comune accordo glorifichiamo con una sola bocca l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo’. — Romani 15:5, 6.

      13, 14. Cosa dà forza oggi al messaggio dei testimoni di Geova?

      13 La forza che ci unifica è costituita dallo spirito di Geova e dalla sua Parola, la Bibbia. È un bene che ciascuno di noi non vada insegnando le proprie idee sul messaggio biblico. Geova ha provveduto una gran quantità di mezzi per capire la Bibbia, sotto forma di pubblicazioni, affinché il nostro pensiero e il nostro insegnamento possano essere armonici. In tal modo evitiamo la distruttiva mancanza di unità e le molteplici dottrine contrastanti che si riscontrano nella cristianità e nel paganesimo. Né ci mostriamo esitanti o attenuiamo la serietà del messaggio di Dio per le nazioni, un messaggio di grande speranza, è vero, ma che preavverte pure della sua vendetta e retribuzione. Siamo ben consapevoli che il suono di tromba dev’essere forte e chiaro. — I Corinti 14:8.

      14 Com’è dunque appropriato che tutti apprezziamo l’importanza dell’equipaggiamento fornitoci da Geova per la guerra cristiana! Egli ci addestra anche ad usarlo bene, affinché ai singoli e alle nazioni sia data la più efficace testimonianza. Non è una voce solitaria che grida nel deserto, ma un forte e penetrante avvertimento che vien fatto risuonare in tutto il mondo. In questo modo ‘Geova sta emettendo la sua voce dinanzi alle sue forze militari’. — Gioele 2:9, 11.

      “Ciascuno al suo posto”

      15. Quale atteggiamento sarebbe stato impensabile da parte di uno degli uomini di Gedeone?

      15 Nel caso dei trecento uomini di Gedeone, sarebbe stato impensabile che uno di loro, una volta ricevuto l’ordine di appostarsi in un dato punto, avesse cominciato a far storie e a chiedere di cambiar posto con qualcun altro, oppure che addirittura si fosse scelto da solo il luogo in cui appostarsi. Una cosa del genere avrebbe significato mettere il proprio giudizio al di sopra di quello di Gedeone, colui che Geova stava usando per guidare l’attacco. Avrebbe rivelato mancanza di umiltà e di riguardo per il tempo stabilito da Geova per un eventuale cambiamento. Con un simile spirito, come avrebbe potuto partecipare sinceramente al grido “La spada di Geova e di Gedeone!”?

      16. Nell’assolvimento dei nostri compiti, di che aiuto ci è l’umiltà?

      16 Nella disposizione di cose di Geova, ciascuno di noi deve mettere al primo posto il proposito di Geova e gli interessi generali del suo Regno. Si richiede che assolviamo fedelmente il compito assegnatoci, qualunque sia il posto che occupiamo nell’organizzazione. (I Corinti 4:2) Un altro requisito è la dovuta umiltà, incompatibile con l’arrivismo. In ogni situazione si applica il principio insegnato da Cristo Gesù: “Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. (Matteo 23:12) E Giacomo ci esorta dicendo: “Umiliatevi [non semplicemente agli occhi degli uomini, ma] agli occhi di Geova, ed egli vi esalterà”. — Giacomo 4:10.

      17. Si interessa Geova personalmente di ciascuno di noi?

      17 Possiamo quindi capire l’importanza delle parole di Giudici 7:21: “Ciascuno al suo posto”. Prestando servizio nell’organizzazione di Geova, dobbiamo essere contenti di servire in qualsiasi posto egli ci assegni, e di assolvere fedelmente e scrupolosamente l’incarico. Possiamo essere certi che Colui che nota la caduta di un piccolo passero si interessa di noi in misura molto maggiore, mentre svolgiamo lealmente qualsiasi compito ci sia stato affidato. (Matteo 10:29-31) Egli sa di quale addestramento abbiamo bisogno e per quale lavoro siamo tagliati, e provvederà al riguardo. Possiamo essere certi che non ci trascura. — I Pietro 5:10.

      18. Quale grande fiducia abbiamo in Geova?

      18 Oggi tutti i servitori di Geova sono al comando del più grande Gedeone, Cristo Gesù. Vogliamo unitamente prestare servizio per la rivendicazione del nome di Geova, rimanendo umilmente sottoposti alle sue norme di battaglia, “ciascuno al suo posto”. Abbiamo fiducia che la strategia generale di Geova porterà certamente alla vittoria finale. E abbiamo anche fiducia che Geova vede la nostra leale ubbidienza e ci ricompenserà con la “vera vita” nel suo nuovo ordine, poiché la sua Parola dice: “Divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. — I Timoteo 6:19; I Corinti 15:58.

  • Einstein e la conoscenza umana
    La Torre di Guardia 1982 | 1° novembre
    • Einstein e la conoscenza umana

      “Di tutte le conquiste della scienza”, afferma il noto scrittore scientifico Lewis Thomas in un articolo apparso sul New York Times, “la maggiore è la scoperta che siamo profondamente ignoranti”. È un’esagerazione? Tutt’altro, come scrive Ely E. Pilchik in una lettera al Times: “In appoggio [all’affermazione di Lewis Thomas] vorrei citare alcune dichiarazioni fatte da una fonte piuttosto autorevole”. Egli afferma di aver rivolto il 20 maggio 1954 la seguente domanda al prof. Albert Einstein:

      “Mi è stato riferito che il mese scorso ella ha avuto delle conversazioni con un ospite sul soggetto delle nostre conoscenze relative alle leggi dell’universo. Ella avrebbe detto che nonostante tutti i nostri recenti progressi la conoscenza che abbiamo continua a essere piuttosto scarsa, e per illustrarlo avrebbe fatto due esempi: primo, la nostra conoscenza aumenta in misura analoga a quella di un uomo che, volendo saperne di più sulla luna, si arrampica sul tetto di casa per guardarla più da vicino.

      “Secondo quanto mi è stato riferito, la seconda illustrazione della scarsa conoscenza che abbiamo dell’universo riguardava il momento in cui ella completò la sua formula della teoria generale della relatività. In quell’attimo una normalissima mosca si sarebbe posata sul foglio di carta. La riflessione da lei fatta sarebbe stata che, pur avendo scritto su quel foglio tutte le principali leggi fisiche universali — come a dire: ecco la chiave di tutti i segreti dell’universo — in realtà non si sa molto nemmeno sulla natura di quella piccola mosca.

      “Così mi e stato riferito. Desidererei, col suo permesso, poter citare queste parole, sempre che siano esatte. In caso contrario, le sarei profondamente grato se volesse rettificarle”.

      La risposta, in data 21 maggio 1954, diceva: “La descrizione della conversazione da me avuta col suo informatore è sostanzialmente esatta ed ella può citarla in tale forma. Cordiali saluti. Suo (firmato) A. Einstein”. — New York Times, 1º settembre 1981.

      Anche se la conoscenza che l’uomo ha dell’universo continua ad aumentare, è sempre relativamente scarsa, e questo fa venire in mente le parole di Giobbe riguardo a Dio e alla sua creazione: “Questo non è che un lembo delle opere sue e quanto lieve è il sussurro che noi percepiamo: ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?” — Giobbe 26:14, Nardoni.

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