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  • È ghiottoneria?
    La Torre di Guardia 1978 | 1° aprile
    • È ghiottoneria?

      IL NOSTRO Creatore, Geova Dio, vuole che proviamo piacere nel mangiare e nel bere. Lo scrittore ispirato del libro biblico di Ecclesiaste fece questa osservazione: “Per l’uomo non c’è niente di meglio che mangiare e in realtà bere e far vedere alla sua anima il bene a causa del suo duro lavoro. . . . questo è dalla mano del vero Dio”. — Eccl. 2:24.

      Dal momento che cibo e bevanda sono in effetti doni di Dio, si dovrebbero usare in armonia con la sua volontà. Geova Dio non vuole che alcuno perda la propria dignità a causa dell’eccesso nel bere e non vuole nemmeno che alcuno sia intemperante nel mangiare fino al punto di danneggiarsi. Se non fosse per i cicli naturali che Geova Dio mise in moto per il sostentamento della vita, non avremmo da mangiare. Quindi mostriamo il giusto apprezzamento per questo mangiando con moderazione. D’altra parte, chi si abbandona avidamente a intemperanze nel mangiare ogni qualvolta ne ha l’opportunità è un ghiottone privo di apprezzamento.

      La legge mosaica illustra la gravità della cosa. Nel caso di un figlio ribelle che era intemperante nel mangiare e nel bere, la legge prescriveva la pena di morte. (Deut. 21:19-21) Anche nelle Scritture Greche Cristiane è chiaramente indicato che la ghiottoneria è qualcosa da evitare. Un poeta cretese aveva menzionato che tra il suo popolo la ghiottoneria era comune; ma l’apostolo Paolo consigliò a Tito che gli uomini nominati come sorveglianti cristiani non dovevano mancare di padronanza di sé. — Tito 1:7, 8, 12.

      La ghiottoneria o l’eccesso nel mangiare è una grave colpa per vari motivi. Nel caso di chi ingordamente mangia troppo, il suo desiderio di cibo è divenuto sfrenato. Egli consuma avidamente il cibo non tenendo conto del fatto che non ha diritto di abusare dei doni di Dio. Quindi, disubbidendo col mangiare in eccesso e divenendo un ghiottone, non mostra amore verso Geova Dio. Perché? Perché, come dice la Bibbia: “Questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. — 1 Giov. 5:3.

      Inoltre, l’intemperanza nel mangiare favorisce la pigrizia mentale e fisica. In particolare chi ingrassa perché mangia troppo tende a oziare e fa poco sforzo fisico. Il proverbio biblico riassume bene ciò che spesso accade: “Il ghiotto si [ridurrà] in povertà, e la sonnolenza farà vestire di semplici stracci”. — Prov. 23:21.

      L’eccesso nel mangiare può far male anche al fisico. Riguardo all’eccesso di peso od obesità, l’Illustrated Medical and Health Encyclopedia osserva:

      “È considerato da lungo tempo un fattore determinante in molte malattie, specie tra i vecchi e coloro che vanno verso la senilità. In genere si riscontra che i grassi sono più soggetti a disturbi cardiaci, certi tipi di cancro e malattie del pancreas, della cistifellea e dei reni. L’accumulo di grasso attorno al fegato, al cuore o ad altri organi interni può ostacolarne direttamente la debita funzione. Il tasso di mortalità negli interventi chirurgici è più elevato e in genere la vita è più breve. Gli obesi vanno soggetti al diabete”.

      Ma non si deve concludere che tutte le persone di peso superiore al normale lo siano per ghiottoneria. Certe disfunzioni ghiandolari e certi fattori ereditari possono far ingrassare, anche se ci si controlla regolarmente nel mangiare. Anche quello che si mangia è importante. La pubblicazione Overfed but Undernourished osserva:

      “È triste che gli alimenti migliori per chi deve badare al proprio peso siano quelli più costosi, mentre gli alimenti meno costosi contengono di solito molte calorie e poche proteine, vitamine e minerali. Moltissime persone . . . non possono proprio permettersi una dieta a base di carne, verdura e frutta con cui potrebbero mantenersi in ottime condizioni di salute e avere anche un peso normale. Quindi ricavano essenzialmente le calorie di cui hanno bisogno da alimenti amidacei poco costosi e non solo ingrassano, ma finiscono anche per avere disturbi provocati dalle carenze dietetiche”.

      Può darsi pure che certi vizi causino un difetto nel meccanismo del corpo che determina se abbiamo introdotto nel nostro organismo una sufficiente quantità di cibo. A volte chi smette di fumare ingrassa. Dandone una spiegazione, il dott. Roger J. Williams dichiara nel suo libro Nutrition Against Disease: “È possibile che continuando a fumare per anni l’intero meccanismo equilibrato si sia leggermente avvelenato. Il tioglucosio d’oro avvelena selettivamente il meccanismo d’arresto quando è somministrato agli animali e, quando la somministrazione è interrotta, viene pregiudicato il meccanismo d’arresto”.

      A coloro che smettono di fumare egli raccomanda “di fare molta attenzione alla qualità degli alimenti di cui si nutrono per lunghi periodi e di evitare il più possibile le calorie pure e semplici [come lo zucchero]”. Concludendo con una nota positiva, il dott. Williams scrive: “È probabile che mangiando cibi buoni per un certo periodo di tempo il meccanismo danneggiato si possa riparare”.

      È chiaro pertanto che non si può determinare se un individuo è ghiotto solo dal suo aspetto esteriore. Vari fattori possono causare problemi di peso. Inoltre, alcuni sembrano stare molto meglio di salute quando sono un po’ più grassi di altri che hanno la stessa corporatura. E si può ricordare che ciò che è considerato ideale in quanto a peso o forma varia considerevolmente da un posto all’altro. Certi popoli considerano attraente e sana la persona piuttosto magra, mentre per persone di altre nazionalità l’essere paffutelli è segno di bellezza o di buona salute. — Confronta Salmo 92:14.

      In effetti, che uno sia magro o grasso, il fatto d’essere un ghiottone dipende molto da come considera il cibo. È il cibo la cosa più importante della sua vita? Se è insieme ad altri, ignora egoisticamente i loro bisogni prendendo una porzione molto più grande di quanto non gli spetti? È il suo peso di molto superiore al normale eppure non si tiene assolutamente a freno nel mangiare, ingozzandosi regolarmente? Si sente a disagio, o anche male, per aver mangiato troppo? Se questo gli capita regolarmente, egli ha senz’altro un problema. Deve imparare a controllarsi.

      In questi campi, il cristiano fa bene a esaminare le proprie inclinazioni. Egli ha il comando divino di fare ogni cosa, incluso il mangiare, alla gloria di Dio. (1 Cor. 10:31) È evidente che chi si ingozza ogni volta che ne ha l’opportunità non reca gloria a Dio. Danneggia le proprie facoltà fisiche e mentali. Poiché non si padroneggia, è guardato con disprezzo e reca onta a Geova Dio. Per tale motivo il ghiottone ostinato non ha posto nella congregazione del popolo di Dio. L’avidità, con cui la ghiottoneria è senz’altro associata, è un’opera della carne decaduta. Riguardo a coloro che compiono tali opere l’ispirato apostolo Paolo scrisse ai Galati: “Quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. — Gal. 5:21.

      Il cristiano ha dunque buone ragioni di sforzarsi per dare un buon esempio di moderazione. È in gioco la sua relazione con Dio.

  • Il Libro di Mormon a confronto con la Bibbia
    La Torre di Guardia 1978 | 1° aprile
    • Il Libro di Mormon a confronto con la Bibbia

      PER i seguaci della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni Il Libro di Mormon è la parola di Dio ed è considerato in completa armonia con la Bibbia. La loro opinione fu espressa concisamente da Brigham Young nel Journal of Discourses del 13 luglio 1862: “Il Libro di Mormon non contraddice in alcun modo la Bibbia. Contiene molte parole simili a quelle della Bibbia, e nel complesso è un’efficace testimonianza a favore della Bibbia”. I mormoni che hanno questa ferma fiducia nel Libro di Mormon non dovrebbero obiettare se altri confrontano il loro libro con la Bibbia. La loro convinzione espressa pubblicamente che esso è verace è un invito a fare tale confronto. Ma prima confrontiamo in breve le origini di questi due libri.

      La Bibbia fu scritta in un periodo di oltre 1.600 anni e la sua narrazione storica è stata confermata in gran parte da molte scoperte archeologiche, oltre che da storici secolari di epoche diverse. Oggi esistono migliaia di manoscritti della Bibbia nelle lingue originali, copie risalenti a un periodo vicino ai giorni degli apostoli. Tutti gli studiosi di lingue le possono esaminare.

      Si afferma che Il Libro di Mormon abbracci il periodo dal 600 a.E.V. circa al 421 E.V. circa. Joseph Smith asserì di averlo tradotto da tavole d’oro che aveva trovate in un nascondiglio rivelatogli da

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