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  • Come mantenere “la rotta”
    Svegliatevi! 1977 | 8 novembre
    • Come mantenere “la rotta”

      C’È qualche creatura umana vivente che non abbia bisogno di guida? O mediante una carta stradale o mediante le istruzioni sull’uso di qualche macchina, di tanto in tanto tutti abbiamo avuto bisogno di guida.

      Secoli fa Geremia, profeta di Dio, scrisse: “So bene, o Geova [Dio], che non appartiene all’uomo terreno la sua via. Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo. Correggimi, o Geova”. (Ger. 10:23, 24) Sì, Geremia ebbe bisogno di guida. Ne ha bisogno anche l’uomo moderno.

      Un esempio moderno

      La guida è necessaria anche per i veicoli spaziali costruiti dall’uomo. Su molti di questi veicoli tale necessità è soddisfatta mediante un sistema di guida consistente di un calcolatore elettronico, trasduttori di osservazione, un navigatore inerziale e attuatori di governo. Infatti, proprio queste cose si possono usare per esemplificare che l’uomo ha bisogno di guida divina.

      Il “cervello” del veicolo spaziale è il calcolatore elettronico. Il programmatore vi inserisce una traiettoria matematica, o traiettoria di riferimento. Questa congiunge la posizione di partenza con la destinazione. La traiettoria di riferimento può anche tener conto degli ostacoli e delle regioni proibite da evitare.

      I trasduttori di osservazione sono dispositivi che effettuano rilevamenti per indicare la velocità e la posizione. Per esempio, un modo di determinare la posizione è quello di servirsi delle stelle e dei pianeti per fissare la posizione dell’astronave nello spazio.

      Il navigatore inerziale è un dispositivo per la stima della posizione che percepisce i cambiamenti di moto (accelerazioni) e li mette in relazione con la velocità e la posizione. Funziona insieme ai trasduttori di osservazione. Qualsiasi cambiamento di rotta del navigatore inerziale è dovuto a imperfezioni in questo strumento.

      I segnali provenienti dai trasduttori di osservazione e dal navigatore inerziale sono trasmessi al calcolatore elettronico. Esso apporta delle correzioni per ovviare a distorsioni, polarizzazioni e imperfezioni presenti in questi segnali. Quindi il calcolatore, servendosi di queste informazioni, stima la posizione e la velocità attuale dell’astronave, le paragona con la traiettoria di riferimento originalmente inserita nel calcolatore per farla giungere a destinazione, e determina le correzioni necessarie per ritornare sulla rotta. Queste correzioni sono quindi trasmesse elettricamente agli attuatori di governo.

      Gli attuatori di governo sono motori che convertono questi segnali in appropriati cambiamenti nell’alettone, nel timone di direzione e nel timone di quota, se l’astronave è ancora nell’atmosfera terrestre. Se è uscita dall’atmosfera, per mezzo di razzi propulsori viene riportata sulla rotta. Dopo il lancio, l’astronave si allontana frequentemente dalla rotta e molte volte si devono apportare correzioni. Esce dalla rotta e viene nuovamente inserita su di essa, ne esce di nuovo e vi è reinserita. Malgrado il fatto che abbandona spesso la rotta, il veicolo spaziale giunge infine a destinazione perché si corregge di continuo mentre avanza verso la meta.

      “Traiettoria di riferimento” per la vita

      Le particolarità di questo sistema di guida si potrebbero usare per illustrare la “rotta” del cristiano nella vita. Nella Bibbia, Geova Dio ha tracciato un programma che conduce alla vita, oltre ad avvertire che ce n’è uno che conduce alla morte. Essendo dotato di libero arbitrio, l’uomo è il programmatore di se stesso e sceglie la “rotta” da seguire. Perciò Mosè disse a Israele: “Vedi, oggi pongo in effetti dinanzi a te la vita e il bene, e la morte e il male. Se ascolterai i comandamenti di Geova . . . dovrai continuare a vivere . . . Ma se il tuo cuore si volge indietro e tu non ascolti, per certo sarai pure sedotto e ti inchinerai ad altri dèi e li servirai . . . positivamente [perirai]”. (Deut. 30:15-18) Si potrebbe dire che il cristiano, accettando la via di Dio, programmi nella propria mente una “traiettoria di riferimento” che ha il battesimo come punto di partenza e la vita eterna come destinazione finale. Il cristiano deve continuamente fare riferimento a questa “traiettoria” biblica per vedere se mantiene la “rotta” o no.

      Come il calcolatore del veicolo spaziale è programmato in modo da evitare gli ostacoli e le regioni proibite, così i cristiani devono tenere presenti i pericoli da evitare. La Bibbia ne addita molti, come “il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento”. Le Scritture avvertono: “Non amate il mondo né le cose del mondo”. Esse indicano pure che “le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. Inoltre, viene data l’esortazione ad abbandonare completamente Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, con queste parole: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — 1 Giov. 2:15, 16; 1 Cor. 15:33; Riv. 18:4.

      Come i trasduttori di osservazione dell’astronave rilevano la posizione di stelle e pianeti per stabilire dove si trova il veicolo spaziale, così i cristiani devono consultare gli ispirati e immutabili testi della Bibbia per vedere se mantengono “la rotta”. E facendo un esame di sé, coloro che sono devoti devono guardarsi da pregiudizi e preconcetti personali. Avere pregiudizi contro una razza o essere prevenuti nei confronti di persone di una certa nazionalità, mostrare favoritismo ad alcuni perché sono ricchi, o disprezzare altri perché sono poveri, queste sono cose da evitare, come il calcolatore di un veicolo spaziale deve correggere le distorsioni esistenti a volte nei segnali che riceve dai trasduttori di osservazione. — Atti 10:34, 35; Giac. 2:1-9.

      Talvolta ai cristiani si presentano situazioni in merito alle quali non esistono scritture specifiche. Questo si può paragonare alla situazione del veicolo spaziale quando i trasduttori di osservazione non hanno rilevamenti di astri da offrire. Ci si deve allora affidare al navigatore inerziale. Esso percepisce i cambiamenti di moto e da questi trae deduzioni per calcolare la posizione. Tale stima dedotta della posizione è imperfetta, e il calcolatore deve di nuovo ovviare a queste imperfezioni.

      Quando il cristiano non ha un diretto comando biblico in merito a una faccenda, può dedurre il corretto modo d’agire considerando un principio scritturale. Per esempio, non ci sono versetti biblici che menzionino specificamente il tabacco e proibiscano di fumarlo. Ma il cristiano capisce che il fumo è una violazione dei comandi d’esser puri da ciò che contamina la carne e di mostrare amore al prossimo, poiché anche la salute dei non fumatori risente sfavorevolmente del fumo del tabacco. — 2 Cor. 7:1; Matt. 22:39.

      Fate la correzione

      Agli ipocriti religiosi del suo giorno Gesù disse: “Voi scrutate le Scritture, perché pensate d’avere per mezzo d’esse vita eterna; e queste sono quelle che rendono testimonianza di me. Eppure non volete venire a me per avere la vita”. Perché rifiutarono? Gesù rispose: “Non avete in voi l’amore di Dio”. Nelle sinagoghe essi leggevano le Scritture al popolo, e ricordando questo fatto Gesù disse alle persone: “Fate dunque e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non vi regolate sulle loro opere: dicono, infatti, e non fanno”. In effetti, i capi religiosi studiavano le Scritture, che rivelavano il sentiero della vita eterna, ma non le seguivano. — Giov. 5:39-42, NM; Matt. 23:3, versione di Salvatore Garofalo.

      I veri cristiani si sforzano di seguire quel sentiero perché amano Dio. Comprendono che “questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. (1 Giov. 5:3) Non solo studiano la Parola di Dio, imparano qual è il sentiero della vita, paragonano la propria condotta alla “rotta” tracciata nella Bibbia e vedono quali correzioni devono fare. Applicano anche attivamente questa conoscenza a sé e fanno le correzioni necessarie. I cristiani sono divenuti “operatori della parola, e non solo uditori”. Comprendono che “come il corpo senza spirito è morto, così anche la fede senza opere è morta”. — Giac. 1:22; 2:26, NW.

      Paragonate ciò con l’esempio del veicolo spaziale. Il calcolatore non solo determina quali correzioni sono necessarie, ma mette anche in moto gli attuatori di governo perché le facciano. I cristiani devono agire in modo simile nel mettere in pratica nella propria vita la Parola di Dio.

      Mancare vuol dire peccare

      Ricordate che, una volta lanciata, l’astronave abbandona spesso la rotta. Mediante il proprio sistema di guida, però, il veicolo si corregge di continuo. La parola “peccato” nella Bibbia è tradotta da parole ebraiche e greche che significano “mancare” nel senso di mancare un bersaglio o non raggiungere una meta. Può riferirsi a un oggetto fisico o una meta morale o intellettuale. E poiché “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”, spesso i cristiani falliscono il bersaglio e non si conformano perfettamente alla volontà di Dio. — Rom. 3:23.

      A volte sarà difficile seguire la via giusta. Ma non vi scoraggiate. Piuttosto, dobbiamo continuare “ad acquistar potenza nel Signore” e ‘continuare a provare se siamo nella fede’. (Efes. 6:10; 2 Cor. 13:5) Quando Geova corregge, noi dobbiamo ascoltare. Il profeta Isaia scrisse: “I tuoi propri orecchi udranno dire dietro a te una parola: ‘Questa è la via. Camminate per essa’, nel caso che andiate a destra o nel caso che andiate a sinistra”. — Isa. 30:21.

      Essendo fedeli nelle piccole cose, prendiamo l’abitudine d’essere fedeli ed essa ci sarà utile quando la nostra fede sarà sottoposta a grandi prove. Facendo della fedeltà una pratica, inculchiamo sempre più a fondo le leggi di Dio nel nostro cuore. Più saremo guidati da un cuore spiritualmente illuminato, meno spesso peccheremo, fallendo il bersaglio. (Efes. 1:18) Infine, grazie alla misericordia e all’immeritata benignità di Geova, raggiungeremo la destinazione della vita eterna nel suo giusto nuovo ordine. — 2 Piet. 3:13.

      A volte, alcuni pensano di non potersi valere della misericordia di Dio. Come l’astronave, escono molto spesso dalla rotta. Tuttavia, la misericordia e l’amorevole benignità di Geova possono esserci estese, come sono state estese a tanti altri. “Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. (Gal. 6:9) Soprattutto, i cristiani desiderano mostrare il loro amore a Geova Dio. Non possiamo “programmarci” per manifestare tale profondo rispetto all’Altissimo. Ma possiamo accrescere la nostra gratitudine verso di lui e migliorare le nostre prospettive di vita eterna badando a noi stessi e osservando la Parola di Dio. Possiamo vedere quali correzioni sono necessarie e farle. Se cadiamo possiamo rialzarci, ritornare sulla “rotta” e continuare il cammino verso la vita eterna.

      [Testo in evidenza a pagina 13]

      “Il cristiano deve continuamente fare riferimento a questa ‘traiettoria’ biblica per vedere se mantiene la ‘rotta’ o no”.

      [Testo in evidenza a pagina 14]

      “Quando il cristiano non ha un diretto comando biblico in merito a una faccenda, può dedurre il corretto modo d’agire considerando un principio scritturale”.

  • Come si fa un dio
    Svegliatevi! 1977 | 8 novembre
    • Come si fa un dio

      ● L’idolatria ricevette un duro colpo secoli fa da Orazio, noto scrittore di satire e poeta romano del primo secolo avanti l’Èra Volgare. L’antico autore scrisse queste parole, in latino: “Prima ero il ceppo di un albero di fichi, un tronco inutile, quando il falegname, dopo aver esitato a decidere se fare di me un dio o uno sgabello, alla fine determinò di fare di me un dio. Così divenni un dio!” — Clarke’s Commentary, Vol. IV, pag. 175.

      ● Ma molto tempo prima la completa assurdità delle immagini era già stata mostrata in modo anche più rimarchevole dal profeta Isaia, rappresentante del vero Dio, Geova, nell’ottavo secolo avanti l’Èra Volgare. In parte, scrisse: “C’è uno la cui occupazione è di tagliar cedri; ed egli prende una certa specie d’albero, . . . Ne prende dunque una parte per riscaldarsi. Infatti accende il fuoco ed effettivamente cuoce il pane. Lavora anche a un dio cui possa inchinarsi. Ne ha fatto un’immagine scolpita, e le si prostra. Ne brucia effettivamente una metà nel fuoco. Su metà d’esso arrostisce bene la carne che mangia, e si sazia. Inoltre si riscalda e dice: ‘Aha! Mi son riscaldato. Ho visto la luce del fuoco’. Ma di ciò che rimane fa effettivamente un dio stesso, la sua immagine scolpita. Gli si prostra e si inchina e lo prega e dice: ‘Liberami, poiché tu sei il mio Dio’. . . . E nessuno si sovviene in cuor suo o ha conoscenza o intendimento, dicendo: ‘Ne ho bruciato una metà nel fuoco, e sui suoi carboni ho anche cotto il pane; arrostisco la carne e mangio. Ma del resto ne farò io una semplice cosa detestabile? Mi prostrerò io all’essiccato legno di un albero?’ Egli si pasce di ceneri. Il suo proprio cuore sedotto l’ha sviato. E non libera la sua anima, né dice: ‘Non c’è una falsità nella mia destra?’” — Isa. 44:14-20.

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