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Ricchezza della piena certezza del nostro intendimentoLa Torre di Guardia 1951 | 1° giugno
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chiamarle stati di felicità. (Matt. 5:3-12, NM) Conformemente, si sente Maria la madre umana di Gesù che dice: “L’anima mia magnifica Geova, . . . Perché, ecco! d’ora innanzi tutte le generazioni mi dichiareranno felice”. (Luca 1:46-48, NM) Leggiamo parimenti del “felice Iddio” e del “felice e unico Potentato”. (1 Tim. 1:11; 6:15, NM) Iddio e il suo Figlio sono felici!
8. Come mostra da quanto tempo esistono i testimoni di Geova?
8 In Ebrei 12:1 nella Versione Riveduta, il motivo per cui lo scrittore introduce improvvisamente la parola “testimoni” ha condotto a una varietà d’interpretazioni, e molti pensano che egli voglia dire spettatori che sono testimoni di una gara atletica. Ma la nuova versione mostra che il menzionato verbo che significa “recar testimonianza” è adoperato quattro volte nel capitolo precedente dove egli ragiona della fede e dove dice: “Per mezzo di essa fu resa agli uomini degli antichi tempi una buona testimonianza”. Egli nomina specificatamente Abele ed Enoc come aventi questa testimonianza, e termina il capitolo dicendo: “E tutti questi sebbene fosse stata a loro recata una testimonianza mediante la loro fede, non ottennero l’adempimento della promessa, perché Iddio aveva in vista per noi qualcosa di migliore”. Egli quindi comincia il capitolo seguente, dicendo: “Poiché, dunque, abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa”. (Ebr. 11:2, 4, 5, 39, 40; 12:1, NM) Così ci accorgiamo del fatto che lo scrittore intende parlare dei testimoni di Geova da Abele fino a Giovanni Battista. Con questo comprendiamo che i testimoni di Geova non ebbero inizio nel 1931, quando questo nome scritturale venne pubblicamente confessato al nostro congresso internazionale di Columbus, Ohio, perché ci distinguessimo dalle centinaia di sette che professano d’esser cristiane.
9, 10. Come mette in evidenza la promozione del fedele, prudente servitore?
9 Delle versioni moderne rendono parecchie parole greche “casa”, compresa la parola che ricorre solo una volta, in Matteo 24:45. Ma qui la nuova versione fa una netta distinzione e rende così il testo: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo padrone ha costituito sopra i suoi domestici [oiketeia] per dar loro il loro cibo a suo tempo?” (NM) Il testo simile di Luca 12:42 amplifica il significato della parola domestici adoperando l’espressione “corpo di servi”, mostrando che cosa significa “domestici”. Pare che vi sia un’altra versione inglese soltanto che traduce “domestici”, e questa è la traduzione di Murdock dalla versione siriaca. La traduzione dal siriaco di A. S. Lewis la rende “compagni”, vale a dire compagni nella schiavitù. Tutte le altre versioni inglesi traducono indifferentemente “casa”. Ma la Versione Riveduta e la traduzione francese di Osty del 1949 concordano nel renderla “domestici”; e le traduzioni tedesche di Lutero e di Perk (1947), e la Elberfelder, concordano, come pure le traduzioni spagnuole di Nácar-Colunga, (1948) e di Bover-Cantera (1947) e la Hispano-Americana, e anche la traduzione portoghese di J. F. D’Almeida.
10 Con questa accurata traduzione noi possiamo apprezzare come il Signore promuove questa consacrata organizzazione di servizio ch’egli raffigura come lo “schiavo fedele e discreto” in questa fine del mondo. Prima d’esser promosso lo schiavo è costituito solo sopra i “domestici”, o “corpo di servi” del Signore, per dar loro il cibo spirituale a suo tempo, e quindi possiamo vedere come uno della sua posizione potrebbe divenir malvagio e cominciare a percuotere gli schiavi suoi compagni. Ma quale promozione ottiene l’organizzazione dello schiavo discreto per aver nutrito fedelmente i domestici del Signore? La profezia di Gesù sulla fine del mondo risponde: “Felice è quello schiavo se il suo padrone arrivando lo trova così occupato. In verità io vi dico che lo costituirà su [che cosa?] TUTTI i suoi beni!’ (Matt. 24:46, 47, NM; Luca 12:43, 44) Ed ora i fatti mostrano che Gesù promosse la classe del suo unto schiavo in questo modo nel 1919.
STATO DI MORTE, “INFERNO” E ANIMA
11. Come mostra che lo stato di morte è simile al sonno?
11 Gesù paragonò la morte al sonno. Parlando della morte del suo caro amico egli disse: “Il nostro amico Lazzaro è andato a riposare ma io vado a svegliarlo dal sonno”. Quindi egli spiegò esplicitamente ai suoi discepoli: “Lazzaro è morto”. (Giov. 11:11-14, NM) La nostra nuova versione mostra dove il verbo “dormire” significa morte. Quando il martire Stefano fu lapidato ed ebbe pronunziato la sua ultima parola, leggiamo: “E dopo aver detto questo egli si addormentò nella morte”. Anche, Davide “si addormentò nella morte e fu posto con i suoi antenati”. In quanto a una moglie, “se suo marito dovesse addormentarsi nella morte, ella è libera di maritarsi con chi vuole”. L’apostolo dice ai Cristiani: “Non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono nella morte, affinché non vi rattristiate come fa il resto di quelli che non hanno nessuna speranza”. E fu predetto che quelli che ci mettono in ridicolo oggi a motivo del nostro avvertimento della fine del mondo ci avrebbero detto: “Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione”. — Atti 7:60; 13:36; 1 Cor. 7:39; 1 Tess. 4:13; 2 Piet. 3:4, NM.
12. In quanto all’“Inferno”, quali tre parole greche distingue essa? Come?
12 Conforme al fatto che lo stato di morte di quelli che son redenti da Gesù è simile al sonno, la nuova versione distingue chiaramente tre diverse parole greche, rendendole rispettivamente Hades, Geenna e Tartaro. La Versione del re Giacomo rende tutte e tre le parole con l’unico termine “inferno”. Questo ha fatto pronunziare molti sermoni su un inferno di fuoco e ha creato molta confusione e angoscia mentale in quelli che hanno perduto i loro cari nella morte. La parola “inferno” col terrore che il clero religioso le ha attribuito, non appare nella Traduzione del Nuovo Mondo. La sua appendice contiene una illuminante spiegazione sull’Hades, la Geenna e il Tartaro, che mostra il loro limitato significato e la loro differenza.
13. Come mostra essa l’applicazione o il significato di queste tre parole greche?
13 Le note in calce alla traduzione mostrano che l’Hades corrisponde all’ebraico “Sceol” e si riferisce al comune sepolcro del genere umano redento da Cristo e sarà un giorno completamente vuotato mediante la risurrezione di tutti quelli che si trovano nelle loro tombe individuali. Perciò Pietro applica la profezia a Gesù quando era nel comune sepolcro del genere umano: “Tu non dimenticherai l’anima mia nell’Hades!” Egli aggiunge che il profeta Davide “vide in anticipo e parlò della risurrezione del Cristo dicendo che non sarebbe stato lasciato nell’Hades!” (Atti 2:27, 31, NM) Più tardi Gesù dice a Giovanni: “lo ho le chiavi della morte e dell’Hades”. La visione di quando applica queste chiavi dice: “E la morte e l’Hades resero i morti ch’erano in loro, ed essi furono giudicati individualmente secondo le loro opere. E la morte e l’Hades furono gettati nel lago di fuoco. Questo significa la morte seconda, il lago di fuoco”. Questo significa la morte o fine dell’Hades. Il simbolico “lago di fuoco” corrisponde alla Geenna e raffigura la distruzione eterna. Gesù ce lo dice con le seguenti parole: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. Gesù mette in contrasto la vita e la Geenna, perché esser condannato alla Geenna significa esser cancellato da tutta la vita. (Matt. 10:28; 18:9; 23:33; Mar. 9:43-47, NM) Il terzo termine, Tartaro, si applica solo ai caduti angeli spirituali, e non a noi umani. Si riscontra una sola volta in 2 Pietro 2:4, e descrive la presente condizione di abbassamento di tali angeli per la loro ribellione peccaminosa contro Geova Dio.
14. Come mette in evidenza la mortalità dell’anima umana?
14 In uno dei testi appena citati, Gesù dichiarò che Iddio ha il potere di distruggere sia il corpo umano che l’anima nella Geenna. Questo ci desta al tremendo fatto che l’anima umana è distruttibile e per nessuna ragione immortale come insegnarono i filosofi pagani Pitagora, Socrate e Platone. La verità cristiana della mortalità e distruttibilità dell’anima umana è messa in insolita evidenza nella nuova versione della Bibbia per il fatto che questa traduce coerentemente la parola greca psyché con la parola “anima” nelle 102 volte che la parola greca ricorre. Questo non confonde, ma rivela come il clero della Cristianità ha adottato e insegnato falsità pagane relativamente all’anima umana invece della verità cristiana.
15. Come mostra l’appendice informazioni relative all’“anima”?
15 L’appendice raggruppa le ricorrenze della parola psyché sotto differenti titoli per mostrare che l’anima è distinta dallo spirito e che le persone viventi o creature sono esse stesse anime. Per esempio in 1 Corinzi 15:45 (NM) si legge: “Il primo uomo Adamo divenne un’anima vivente”. E in 1 Pietro 3:20 (NM) si legge: “La pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre veniva costruita l’arca, nella quale poche persone, cioè otto anime, furono portate in salvo in mezzo all’acqua”. Ma relativamente alla mortalità dell’anima umana, ascoltate queste altre parole di Gesù: “È legale il sabato fare un’opera buona o far del male, salvare un’anima o ucciderla?” (Mar. 3:4; Luca 6:9, NM) E ancora: “Chiunque cerca di tenere in salvo per sé la sua anima la perderà, ma chiunque la perderà la preserverà in vita”. “Colui che è affezionato alla sua anima la distrugge, ma colui che odia la sua anima in questo mondo la salvaguarderà per la vita eterna”. (Luca 17:33; Giov. 12:25, NM; si confronti con Giosuè 10:28, 30, 32, 35, 37, 39; 11:11) “L’anima mia è profondamente rattristata, fino alla morte”. (Matt. 26:38; Mar. 14:34, NM) E così per molti altri passi. Ma questa dottrina cristiana che la nostra anima muore e che i morti sono inconsci e inattivi è in perfetta armonia con la consolante dottrina della risurrezione.
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Ulteriore arricchimento d’intendimentoLa Torre di Guardia 1951 | 1° giugno
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Ulteriore arricchimento d’intendimento
1. Come la nuova traduzione è stata accurata riguardo al verbo greco?
UNA delle più importanti parti del discorso in qualsiasi lingua è il verbo. Senza dubbio è la parte del discorso più difficile a usare. Per arricchire appieno il nostro intendimento delle Scritture Greche Cristiane il traduttore deve comprendere questa complicata parte del discorso greco, il verbo. Esso ha un certo numero di voci, tempi e modi. Un certo numero di distinzioni fra tutti questi si estinse col tramontare del greco classico e il prevalere del greco comune o koiné ai giorni di Gesù e degli apostoli. Tuttavia il traduttore moderno non può permettersi d’esser negligente e trascurato in quanto all’esatto significato di un verbo. Nel greco i tempi dei verbi non esprimono solo il tempo di un’azione o stato, ma anche la specie dell’azione, se è iniziale, oppure continuativa, o si ripete, o è completata ad un certo punto. L’attenzione per questi significati contenuti nelle forme dei verbi conduce alla traduzione precisa e alla finezza d’espressione. Per alcuni lettori essa potrebbe parere una traduzione libera piuttosto che letterale, ma non è effettivamente così. Una breve considerazione di alcuni casi che mostrano l’attenzione che la Traduzione del Nuovo Mondo ha prestata alla forza descrittiva del verbo si dimostrerà istruttiva.
2. Come rende il tempo presente storico del verbo?
2 Risulta che, ad eccezione del libro dell’Apocalisse, la Traduzione del Nuovo Mondo ha eliminato il presente storico, e lo ha reso in tutti i casi relativi con verbi al
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