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Lode internazionale all’unico DioLa Torre di Guardia 1958 | 15 maggio
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fiducia e che non ha rivolto la sua faccia alle persone che sfidano, né a quelle che si sviano dietro alle menzogne”. (Sal. 40:4) Coloro che conservano la felicità del dare saranno preservati durante Armaghedon: “Felice chi agisce consideratamente verso l’umile; nel giorno della calamità Geova gli provvederà la liberazione. Geova stesso lo proteggerà e lo preserverà in vita. Egli sarà dichiarato felice nella terra, e tu non potrai affatto consegnarlo al vivo desiderio dei suoi nemici”. (Sal. 41:1, 2, nota in calce) La correzione che dà Geova ha per risultato la nostra felicità: “Felice l’uomo abile che tu correggi, o Iah, e che ammaestri mediante la tua stessa legge, per dargli quiete dai giorni della calamità, finché per l’empio sia scavata una fossa”. (Sal. 94:12, 13) L’ubbidienza al comando di Dio reca una insolita felicità: “Felice l’uomo che teme Geova, nei cui comandamenti egli ha preso moltissimo diletto”. “Felici coloro che sono integri nella [loro] via, che camminano nella legge di Geova. Felici quelli che osservano le sue memorie; con tutto il cuore continuano a cercarlo”. — Sal. 112:1; 119:1, 2.
39. Che cosa intendono per felicità quelli che sono ricchi materialmente, ma invece che cosa dicono i testimoni di Geova?
39 I ricchi di beni materiali potranno vantarsi delle loro famiglie e dei loro possedimenti terreni e potranno quindi dire: “‘Felice il popolo per il quale è proprio [così]!’” Ma la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova che è ricca spiritualmente dice in modo opposto: “Felice il popolo il cui Dio è Geova!” (Sal. 144:12-15) “Felice colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio, il Fattore dei cieli e della terra”. — Sal. 146:5, 6.
ALLELUIA
40. Che cosa dovremmo fare per essere uniti mentre ci avviciniamo al giorno della guerra di Geova, e quindi quale dovrebbe essere la nostra determinazione?
40 Per la nostra massima felicità ora e nel mondo avvenire i Salmi servono come nostra guida fedele riguardo a ciò che è oggi per noi la volontà di Dio. Mentre ci avviciniamo al giorno dei giorni in cui Geova farà cessare le guerre fino alle estremità della terra, frantumando gli armamenti dei nemici e causando stupendi avvenimenti sulla terra, dobbiamo mantenerci uniti come suo popolo e riunirci insieme il più possibile. “Ecco! quanto è buono e piacevole che i fratelli dimorino insieme uniti!” (Sal. 133:1) Per promuovere questa bontà e piacevolezza nel dimorare insieme unitamente dobbiamo valerci delle opportunità ed edificarci a vicenda come fratelli e conservi credenti. Ci raduniamo, non solo per lodare il Sovrano universale e il suo regno, ma anche per aiutarci l’un l’altro a lodarlo davanti alle persone di fuori che hanno bisogno di salvezza. Noi dovremmo prendere questa determinazione: “Quanto a me, camminerò nella mia integrità. Liberami e mostrami favore. Il mio piede certamente resterà fermo in luogo piano; fra le folle congregate io benedirò Geova”. (Sal. 26:11, 12) “Ti celebrerò nella grande congregazione; in mezzo ad un popolo numeroso ti loderò”. — Sal. 35:18.
41. Quale invito dobbiamo estendere alle persone di fuori, come indicano i Salmi 107 e 149?
41 Dobbiamo invitare le persone infelici, perplesse che si trovano di fuori in pericolo ad unirsi con noi nelle nostre gioiose e incoraggianti adunanze: “Celebrino Geova per la sua amorevole benignità e per le sue meravigliose opere verso i figli degli uomini. E lo esaltino nella congregazione del popolo, e nella sede degli anziani lo lodino”. (Sal. 107:31, 32) “Lodate Iah! Cantate a Geova un nuovo cantico, la sua lode nella congregazione degli uomini di amorevole benignità. Si rallegri Israele nel suo grande Fattore, i figli di Sion — gioiscano nel loro Re”. — Sal. 149:1, 2.
42. Come Geova ha separato il suo popolo dalle nazioni, conducendolo in un paese nuovo?
42 Oggi non dimoriamo tutti insieme in un paese per conto nostro, come l’Israele dell’antichità, vivendo isolatamente senza alcuna relazione con le nazioni fuori dei nostri confini. Invece, noi viviamo sparsi su tutta la terra in mezzo a popoli mondani, alle cui empie pratiche, credenze, presunzioni nazionalistiche e ambizioni dobbiamo resistere. Eppure Geova ha separato i suoi testimoni da questo mondo mediante la sua verità, che li rende liberi, e mediante la sua organizzazione sopra di essi affinché collaborino tutti insieme nel fare la sua unica volontà. In questo Suo giorno Geova ha formato la sua nazione dell’Israele spirituale, nazione non assoggettata a nessun’altra di questo mondo. Egli ha dato al suo popolo una posizione spirituale ai suoi occhi, una posizione teocratica non occupata da nessun altro popolo sulla terra, in modo che egli ha fatto nascere, per modo di dire, un “nuovo paese” in questo grande giorno di Geova per la dimora del suo popolo. Quivi egli ha condotto i figli spirituali della sua donna Sion, e quivi egli ha radunato presso di loro centinaia di migliaia di temporanei residenti di buona volontà.
43. Che cosa dobbiamo fare per apprezzare la nostra nazionalità spirituale, e quali benedizioni ne riceveremo?
43 Per apprezzare la nostra nazionalità spirituale, la nostra unità nazionale, dobbiamo riunirci regolarmente nelle nostre adunanze. Questo è il luogo appropriato per parlare del Dio che ci ha resi il suo popolo organizzato. Qui in mezzo e insieme ai nostri fratelli nella fede dovremmo esprimere la nostra gioia per Geova, che è divenuto il nostro Re sin dal 1914. La benedizione che ce ne deriva consiste nella crescita del nostro amore per lui, per il suo Cristo e per i nostri fratelli, e nel consolidarci nel vincolo che ci unisce tutti contro il mondo intero schierato contro Geova e contro noi, Suoi testimoni.
44. Che cosa ci è comandato di fare dopo le nostre adunanze e, secondo Salmo 68:11, 12, chi anche vi parteciperà?
44 Ci è comandato di uscire dalle nostre adunanze per rendere testimonianza e dare l’avvertimento per l’ultima volta a tutte le nazioni, che la loro fine totale avverrà ad Armaghedon. Per fede e alla luce della profezia, vediamo la Sua vittoria e possiamo rallegrarci per quello che tale vittoria porterà alla sovranità universale di Dio e alla benedizione di tutti quelli che lo amano e servono. Mentre ci rechiamo al nostro territorio per rendere testimonianza pubblicamente e di casa in casa, egli ci dà oggi il suo messaggio trionfante. Le donne, e non soltanto gli uomini che di solito combattono, devono unirsi a questa proclamazione trionfale. Salmo 68:11, 12 si è avverato a questo riguardo: “Geova stesso dà la parola; le donne che annunciano la buona notizia sono un grande esercito. Anche i re degli eserciti fuggono, fuggono. Quanto a lei che resta a casa, ella divide le spoglie”. Anche nelle nostre case dovremmo parlare delle nostre vittorie teocratiche nella predicazione della buona notizia del regno trionfante di Geova.
45. Dove è riportata per la prima volta l’espressione “Alleluia”, e quante volte ci è rivolto questo invito nei Salmi, indipendentemente dalla nostra età o dal nostro sesso?
45 Antivedendo la vittoria di Geova ad Armaghedon, come fece il salmista, possiamo unirci a lui nel dire: “I peccatori saranno recisi dalla terra, e quanto agli empi, essi non saranno più. Benedici Geova, o anima mia. Lodate Iah!” (Sal. 104:35) Qui per la prima volta è riportata quella sacra esclamazione ebraica, Alleluia! essendo il nome Iah la forma abbreviata di Geova. Noi che abbiamo oggi testimoniato la nascita del suo regno e che abbiamo provato sotto di esso tante benedizioni abbiamo ogni motivo di lodare Geova. In questa parte finale del libro dei Salmi, ventitré volte riceviamo questo invito a lodare: Alleluia! Tutti gli uomini oggi viventi sulla terra sono invitati a lodare il Sovrano universale, indipendentemente dall’incarico che occupano sulla terra, indipendentemente dalla loro età o dal loro sesso: “Lodate Geova dalla terra, . . . voi re della terra e voi tutti gruppi nazionali, voi principi e voi tutti giudici della terra, voi giovani e vergini, voi vecchi insieme con ragazzi. Lodino il nome di Geova, poiché il suo nome solo è eccelso e irraggiungibile. La sua dignità è al di sopra della terra e dei cieli. Ed egli innalzerà il corno del suo popolo, la lode di tutti i suoi uomini di amorevole benignità, dei figli d’Israele, il popolo a lui vicino. Lodate Iah [Alleluia]!” — Sal. 148:7-14, nota in calce.
46. Che cosa è per noi oggi tempo di fare secondo le cinque dossologie del libro dei Salmi?
46 Ci avviciniamo al compimento del tempo della fine di questo vecchio mondo e dei suoi regni. È definitivamente finito il tempo per lodare uomini e organizzazioni e istituzioni umane. Per tutti coloro che vogliono vivere è il tempo decisivo di lodare il nostro Creatore e il nostro Sovrano. È l’occasione importante per noi di ubbidire all’invito a benedirlo. Il libro dei Salmi è diviso in cinque parti mediante cinque dossologie o cinque dichiarazioni di benedizioni sull’unico vivente e vero Dio, Geova; la prima dossologia alla conclusione del Salmo 41, la seconda alla conclusione del Salmo 72, la terza alla conclusione del Salmo 89, la quarta alla conclusione del Salmo 106, e la quinta conclude l’intero libro dei Salmi. Infatti è l’intero Salmo 150. Ogni cosa nella distesa dei cieli e sulla terra è compresa nel suo invito a tutti ad unirsi per cantare un grande Alleluia. “Lodate Iah! Lodate Dio nel suo santuario. Lodatelo nella distesa della sua potenza. . . . Ogni cosa che respira — lodi Iah. Lodate Iah [Alleluia]!” — Sal. 150:1-6, nota in calce.
47. Che cosa richiede il Salmo 150, e quindi in che cosa dovremmo avanzare?
47 Ciò richiede ora, oggi, lode internazionale all’unico Dio. Questo esprime i pensieri dell’ispirato salmista riguardo a lui. Questi sono anche i nostri pensieri riguardo a lui che è degno di lode universale. Avanti dunque, con la comandata predicazione della buona notizia del Regno ai popoli di tutte le nazioni in una testimonianza finale, affinché i riconoscenti possano unirsi all’universale Alleluia in adempimento di questa profezia e innalzare la lode a Geova per sempre nel suo nuovo mondo!
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Ipocrisia dei comunistiLa Torre di Guardia 1958 | 15 maggio
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Ipocrisia dei comunisti
● “Perché non dichiariamo nel nostro programma che siamo atei?” chiese Nicolai Lenin nel 1905. I comunisti, certamente, pensarono che avrebbero avuto più aderenti non divulgando il loro ateismo. Ma quando fa loro comodo e rende più efficace la loro propaganda, i comunisti non esitano ad invocare Dio. Recentemente il capo sovietico Nikita S. Krusciov ha detto che benché Stalin abbia fatto degli errori, essi non furono essenziali, ed ha chiesto che “Dio conceda a ogni comunista di esser capace di combattere come Stalin”. L’invocazione di Krusciov a Dio perché renda tutti i comunisti come Stalin ci spinge a citare una frase del libro di Robert E. Shervood intitolato Roosevelt and Hopkins: “Improvvisamente Stalin esclamò: ‘Voglia Dio dar successo a quest’impresa!’ (La traduzione di questa frase, come fu riferita da Churchill a Roosevelt, era: ‘Voglia Dio far prosperare quest’impresa!’) Mi è stato detto che non era affatto insolito per Stalin, che era stato istruito per un certo tempo in un seminario religioso, invocare l’aiuto della Deità”. L’ipocrisia non conosce limiti nel reame del comunismo.
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