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Conquistate la vittoria nella guerra cristianaLa Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
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in Geova Dio e Cristo Gesù. Quindi, con la prospettiva della vittoria finale, ci uniamo a Paolo dicendo: “Grazie a Dio, poiché ci dà la vittoria mediante il nostro Signore Gesù Cristo!” — Ebr. 2:10; 1 Cor. 15:57, NM.
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Le misure biblicheLa Torre di Guardia 1957 | 15 febbraio
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Le misure bibliche
LO STUDIO sul sistema di misure usate in Palestina presenta molte complicazioni. Dato che il Paese fu successivamente dominato da Egitto, Assiria, Babilonia, Medo-Persia, Grecia e Roma, fu sottoposto a nuovi sistemi, e per questa ragione v’è una variazione considerevole nei tipi di pesi e di misure rinvenuti negli scavi archeologici.1 Benché vi possano essere diversità di opinioni in quanto ai precisi valori rispettivi, nondimeno le informazioni disponibili gettano considerevole luce sulle scritture relative alle misure.
Il sistema prevalente in Babilonia era sessagesimo, essendo basato sul numero sessanta; la nostra divisione del tempo è una prova di quella pratica durata fino ai nostri giorni. Il sistema egiziano fu evidentemente decimale. La scala ebraica non si atteneva esclusivamente né all’uno né all’altro di questi sistemi, ma usava un misto di questi.2
MISURA LINEARE
Gli Ebrei ed alcuni popoli limitrofi usavano un sistema evidentemente tratto dal corpo umano: dito, mano, braccio, spanna, piede e passo erano usati come misure.3 Naturalmente, queste misure cambiavano da individuo a individuo; perciò si resero necessarie alcune regole di misura d’uso generale. Il risultato fu l’uso del “dito” per misurare la larghezza, misura approssimativamente uguale a due centimetri. Secondo la tradizione rabbinica la misura del dito corrispondeva a sette grani d’oro posti l’uno accanto all’altro. Quattro dita dovevano corrispondere ad un “palmo”, tre palmi ad una “spanna” (distanza dalla punta del pollice a quella del mignolo, con le dita stese al massimo) e due spanne formavano un “subito”, o un’“auna”, come lo definiscono talune autorità giudaiche. C’era pure il “passo”, simile al metro, e la “pertica” che era composta di sei lunghi cubiti. Lo stadio corrispondeva a un ottavo di miglio o metri 185.4
Molto è stato detto sul valore del cubito, e alcuni ritengono che vi fossero diversi cubiti di diversa lunghezza. Certuni hanno sostenuto che doveva essere calcolato dal gomito alla punta del dito medio, e forse fino alle nocche, o fino al polso, oppure dall’ascella fino alla punta della mano aperta.5 Non risulta però che l’uso di tali variazioni sia giustificato, e il Dizionario Biblico di Westminster (inglese), pubblicato nel 1944, spiega ch’esso probabilmente corrispondeva a “circa 18 pollici” (circa cm. 45), ossia circa sei palmi.6 Questo era entrato nell’uso comune e fu il più antico dei due cubiti usati, misurando il secondo “un cubito e un palmo”. (Ezech. 40:5) Gli Egiziani avevano pure un sistema del genere, con un cubito comune e un cubito reale che era più lungo di un sesto, ma lo usavano per dare un egoistico profitto commerciale al re. Questo non veniva fatto in Israele.
Applichiamo ora quest’asta di misura d’un cubito in alcune narrazioni bibliche e vediamo che specie di quadro otteniamo.
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