BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • La donna cristiana ha bisogno del copricapo: Quando?
    La Torre di Guardia 1964 | 1° ottobre
    • La donna cristiana ha bisogno del copricapo: Quando?

      “Poiché l’uomo non si deve coprire la testa, essendo egli immagine e gloria di Dio; ma la donna è gloria dell’uomo”. — 1 Cor. 11:7.

      1. (a) Come può l’uomo essere una gloria per Dio, e verificandosi ciò, come questo aiuta sua moglie? (b) Come può la donna essere una gloria per l’uomo?

      QUANDO l’uomo e la donna servono Dio in armonia coi Suoi princìpi di ordine teocratico recano onore e lode a Lui come loro Creatore. Quando l’uomo adempie fedelmente il suo compito di capofamiglia, assolvendo non solo i suoi obblighi di guadagnare il pane e provvedere alle necessità materiali, ma avendo anche cura delle necessità spirituali della sua famiglia con amorevole e paziente interesse, egli è veramente una gloria per Dio, Colui alla cui immagine e somiglianza fu creato. (Gen. 1:26) Egli è anche una benedizione per la sua famiglia, e certamente rende piacevole alla donna adempiere il suo compito di compagna e moglie. A sua volta, riconoscendo la sua relazione verso il marito, che è il suo capo, e onorando il suo capo col proprio fedele e leale appoggio, la moglie diviene una gloria per lui. — 1 Cor. 11:7.

      2. (a) Per riguardo verso quale principio sorge il bisogno del copricapo? (b) Che cosa è importante in relazione alla donna che porta il copricapo?

      2 La donna può essere “la gloria dell’uomo” solo se mantiene la sua relazione stabilita da Dio verso l’uomo, non usurpando mai l’autorità dell’uomo. Per questa ragione a volte le circostanze possono richiedere che la donna porti il copricapo. Come abbiamo visto nella precedente edizione de La Torre di Guardia, l’argomento di Paolo in Primo Corinti, capitolo 11, sul bisogno del copricapo è basato sul principio dell’autorità teocratica, dichiarato nel versetto tre di Primo Corinti 11: “Il capo di ogni uomo è il Cristo [Gesù, non la congregazione]; a sua volta il capo della donna è l’uomo; a sua volta il capo del Cristo è Dio”. Quindi il copricapo è necessario alla donna quando compie qualche funzione o dovere che dovrebbe essere compiuto normalmente da un cristiano dedicato, e che ella compie temporaneamente o a motivo di speciali circostanze. La cosa importante non è il copricapo in sé, ma l’attitudine di cuore e la giusta coscienza teocratica della donna che lo porta. Ella comprende che questa è la disposizione di Dio, e porta il copricapo principalmente per rispetto verso Lui e la Sua disposizione teocratica delle cose per quanto concerne i sessi. La donna può avere una buona coscienza a questo riguardo solo se, oltre a portare il copricapo al tempo appropriato, ha un salutare rispetto per colui la cui autorità è così onorata.

      3. Quali tre situazioni fondamentali richiedono che la donna dedicata porti il copricapo?

      3 Fino al 1926 tutte le donne nella congregazione portavano il copricapo quando assistevano alle adunanze. (Vedere L’Età d’Oro (inglese) dell’8 settembre 1926; pagine 780-791; La Nuova Creazione (inglese) (1904), pagine 271, 272; La Torre di Guardia di Sion (inglese) del 1º dicembre 1907, pagine 360, 361). Vi sono tre situazioni fondamentali in cui è necessario che la donna dedicata porti il copricapo. Queste sono: (1) quando deve pregare o insegnare alla presenza di suo marito, (2) se insegna a un gruppo che comprende un fratello dedicato, e (3) quando, non essendovi un uomo qualificato, deve pregare o presiedere a un’adunanza della congregazione. In questo articolo e nel seguente considereremo ad una ad una ciascuna di queste situazioni.

      COPRICAPO E SOTTOMISSIONE DELLA MOGLIE

      4. Riguardo a quale particolare relazione tra l’uomo e la donna sorgono alcune domande circa l’autorità e la sottomissione?

      4 La relazione fondamentale tra l’uomo e la donna è nel matrimonio, quella della moglie verso il marito. L’apostolo Paolo, considerando la sottomissione femminile nella congregazione cristiana in 1 Timoteo 2:11-13 e in 1 Corinti 11:3-16, fa riferimento alla creazione della prima coppia umana per mostrare la loro reciproca relazione, poiché l’uomo fu creato per primo e ricevette la responsabilità dell’autorità. Certamente, dunque, nella relazione coniugale la moglie cristiana vorrà mostrare la giusta sottomissione, sia che il marito sia un ministro della buona notizia o no.

      5. (a) Chi ci si aspetta normalmente che guidi la famiglia nello studio biblico e nella preghiera? (b) Perciò, quando, in relazione a tali cose, può la donna dover portare il copricapo?

      5 Quando, dunque, nella relazione coniugale può essere necessario che la donna porti il copricapo come segno di sottomissione al suo marito e capo? Forse facendo un’altra domanda saremo aiutati rapidamente a trovare la risposta. Se tutta la famiglia è insieme, il marito, la moglie e i figli, e si deve tenere lo studio in famiglia o dire la preghiera, chi è naturale che faccia tali cose? Il marito, certamente! Normalmente ci si aspetta che il padre, come capo della famiglia, prenda l’iniziativa nell’ammaestrare la sua famiglia, nell’allevare i figli “nell’autorevole consiglio di Geova”, e nel rappresentarli in preghiera a Dio. (Efes. 6:4) Ma se il marito non è cristiano dedicato, e tuttavia accetta di assistere allo studio tenuto dalla sua moglie dedicata ed ella dice la preghiera, mentre svolge queste funzioni ella porterà il copricapo. Ella adempie doveri che, presente il marito, sarebbero normalmente adempiuti da lui. Ovviamente, se egli non è presente, la moglie non avrà bisogno di mettere il copricapo, poiché ammaestrare i figli è pure suo privilegio e responsabilità e non usurpa con questo la posizione del suo capo. Ma quando il marito è presente, se ella tiene lo studio e dice la preghiera, lo farà col capo coperto, poiché serve temporaneamente fino al tempo in cui il marito accetterà la verità e sarà in grado di adempiere egli stesso questi doveri.

      6. Quale sarebbe la situazione se un marito non dedicato accompagnasse sua moglie a uno studio biblico tenuto con un’altra famiglia?

      6 Anche fuori di casa si dovrebbe applicare questo principio. Se il marito, essendo favorevolmente disposto, accompagna la moglie in un’altra casa dov’ella tiene uno studio biblico, ella porterà il copricapo mentre prega e mentre tiene lo studio. Benché possa essere presente un altro uomo, come il capo della casa dov’è tenuto lo studio e che è pure una persona non dedicata che mostra interesse, il copricapo che ella porta non sarà in relazione a lui, poiché egli non è il suo capo né membro della congregazione. In tal caso il copricapo servirebbe come segno di sottomissione solo verso il suo marito e capo.

      7. Che dire dell’ora dei pasti?

      7 Avviene la stessa cosa a tavola. Se il marito non dedicato chiede alla moglie di pregare, ella può farlo, ma col capo coperto. Ma, in sua assenza, se ella prende un pasto solo coi figli minorenni non dedicati, non è necessario che porti il copricapo quando prega.

      IN RELAZIONE A FIGLI DEDICATI

      8. Quale situazione circa la preghiera sorge dove c’è un figlio dedicato nella famiglia, e quando la madre porterebbe il copricapo in questo caso?

      8 Ma che dire se, benché il marito sia assente, è presente un figlio dedicato? Naturalmente, se questo figlio è adulto non vi è dubbio sulla procedura da seguire, poiché è certo che egli direbbe la preghiera. Ma può darsi che il figlio sia ancora piuttosto giovane, forse appena adolescente. In tal caso la madre dovrebbe usare la sua discrezione per decidere se invitarlo a pregare o no. Egli è ancora sotto la sua cura di madre, e per tale ragione è soggetto a lei, e, in realtà, deve renderle “onore” da questo punto di vista. (Efes. 6:2) Quindi spetterebbe a lei decidere se invitare questo giovane figlio dedicato a pregare o se, poiché pensa che non sia ancora abbastanza capace o a causa di particolari circostanze a quel tempo, preferire di pregare ella stessa. Ma se ella dicesse la preghiera, sarebbe giusto che portasse il copricapo, e questo si applicherebbe anche se tenesse uno studio con tale figlio dedicato. Perché mai?

      9. Quali fattori sono implicati nel fatto che la madre porti il copricapo in relazione a un figlio minorenne dedicato, e come rafforza questo la sua posizione?

      9 Il figlio dedicato è ora membro della congregazione, e, come tale, giustamente un uomo maturo dedicato dovrebbe ammaestrarlo o pregare in sua presenza. A casa sua questi sarebbe normalmente il padre. Quindi in tali circostanze la madre, portando il copricapo, svolge una funzione superiore a quella di madre, poiché il copricapo è un segno o indicazione che ella agisce anche per suo marito, il padre del ragazzo. Così potremmo dire che questo rafforza la sua posizione, permettendole di agire in modo teocratico verso il figlio dedicato riguardo a cose spirituali, senza tuttavia violare l’ordine teocratico. In altre occasioni, quando non si tratta dell’adorazione della famiglia, ella può giustamente esercitare il suo incarico di madre verso il figlio senza che vi sia bisogno del copricapo, impartendo la necessaria disciplina e i consigli richiesti.

      10. Quale esempio è dato quindi al figlio dedicato dalla madre, e quale grave responsabilità ha il padre dedicato?

      10 Tale madre sarà un eccellente esempio per il figlio dedicato sulla condotta della donna teocratica, e questo gli sarà di grande aiuto quando in seguito avrà una moglie e una casa proprie. Inoltre, non avrà ragione di lamentarsi per il fatto che la madre agisca verso di lui, quale uomo dedicato, in modo non adeguato. Nel medesimo tempo la madre dedicata si interesserà di aiutare suo figlio a progredire verso la maturità affinché possa adeguatamente rappresentare la famiglia, quando è necessario, in preghiera a Geova. Naturalmente, se anche il marito è dedicato testimone di Geova, avrà maggior ragione di adempiere personalmente, fin dove è possibile, i suoi obblighi di capo di casa, ora che un componente è un figlio dedicato. Egli è colui che può e deve provvedere l’ammaestramento più avanzato di cui ha bisogno ora il ragazzo. — Prov. 23:19, 24.

      LA PREGHIERA DEI NON DEDICATI

      11. Come può comportarsi la donna dedicata circa le preghiere del suo coniuge non dedicato (a) se è giustamente disposto e fa una preghiera appropriata? (b) se le sue preghiere non sono in armonia con la Parola di Dio?

      11 Può verificarsi la situazione in cui la moglie accetta la verità e diviene testimone di Geova ma il marito no, tuttavia egli continua a guidare la famiglia in preghiera all’ora dei pasti. Se egli è giustamente disposto e fa progresso verso la dedicazione può esprimere sinceramente una preghiera appropriata in armonia con la verità della Parola di Dio a cui la donna dedicata può dire coscienziosamente “Amen”. L’uomo è sempre il capo della casa e dovrebbe giustamente guidare la famiglia nell’adorazione. Tuttavia, se non manifesta interesse per la Parola di Dio o se segue credi religiosi che non sono in armonia con la Bibbia e questo si riflette nelle sue preghiere, la moglie illuminata non può dire “Amen” ad esse. Mentre egli prega, ella può dire silenziosamente una preghiera per sé e per i suoi figli, con la certezza che Geova udrà la sua supplica.

      12. (a) In quali circostanze non sarebbe appropriato per i cristiani tenere le mani strette intorno al tavolo? (b) Perché questo non è un modo esagerato di vedere le cose?

      12 In alcune famiglie vi è la pratica regolare di tenersi per mano mentre si prega, ma poiché questo denota unità nella preghiera non è conveniente per il cristiano parteciparvi quando la preghiera è detta da una persona non dedicata i cui pensieri non sono rivolti alla vera adorazione di Geova Dio. Questa è dunque una cosa a cui dovete stare attenti quando siete invitati a pranzo da persone che non sono nella verità e nella cui famiglia sapete che vi è questa abitudine. Anzitutto, non sapete quello che si può dire nella preghiera, e come non potreste dire “Amen” ad essa, così non vorreste mostrare di acconsentire tacitamente alla preghiera tenendo strette le mani intorno al tavolo. Ma, chiederà qualcuno, non significa questo essere esagerati? No, niente affatto. La preghiera è una questione di adorazione, una cosa da non prendere alla leggera, ma che dev’essere santa e in armonia con la volontà di Geova. Per mantenere una buona coscienza il cristiano dedicato non vorrà nemmeno dare l’impressione di partecipare a un’adorazione che non sia la vera adorazione di Geova. — 1 Cor. 10:20, 21; 2 Cor. 6:14-18.

      13. (a) Che cosa si deve fare se il marito disassociato dice la preghiera a tavola? (b) Se egli chiede alla moglie dedicata di pregare per la famiglia? (c) Come influisce questo sulla questione del copricapo?

      13 Si verifica una difficile situazione quando il marito è stato disassociato dalla congregazione cristiana ed è ancora disassociato. Benché la moglie sia sempre sottoposta a lui come proprio capo, tuttavia, in armonia con le Scritture, non può avere associazione spirituale con lui. (Rom. 16:17) Come può questo influire sulla questione della preghiera all’ora dei pasti? Se egli insistesse nel pregare a tavola, la moglie non potrebbe riconoscere in alcun modo la sua preghiera, né con un silenzioso né con un udibile “Amen”. Ella può dire silenziosamente la sua preghiera a Geova mentre egli prega o dopo, come ritiene conveniente. Se il marito disassociato chiedesse alla moglie di pregare per la famiglia in sua presenza, ella dovrebbe rifiutare. Tuttavia, ella potrebbe pregare silenziosamente per sé e per i suoi figli anche se egli fosse presente, ma non dietro la sua direttiva. Da questo si può capire che in tal caso non sorgerebbe mai il problema sul bisogno del copricapo, poiché in nessuna occasione la moglie svolgerebbe la funzione di insegnare o pregare udibilmente alla presenza del suo coniuge disassociato.

      CONDOTTA VERSO IL MARITO INCREDULO

      14. (a) Pur dovendo a volte portare il copricapo, che cosa terrà presente in special modo la moglie cristiana per conservare la sua grazia agli occhi di Geova? (b) Che dire quando la condotta del marito non è in armonia con buoni princìpi?

      14 La fedele donna ministro sposata a un uomo che non è nella verità, cioè a un uomo non dedicato, circostanza che può richiedere talvolta che porti il copricapo in sua presenza, si interesserà che la sua condotta sia in armonia con questo esteriore segno di sottomissione. La sua grazia agli occhi di Geova non dipende solo da una formale mostra di sottomissione mediante il copricapo, ma consiste nel rimanere modestamente al suo posto di moglie, avendo sempre “profondo rispetto per il marito”. (Efes. 5:24, 33) Ma, chiederete voi, come può una donna avere profondo rispetto per un marito che segue una condotta odiosa verso la verità e verso l’adorazione di Geova da parte di sua moglie? Certamente non potete rispettare le idee di un uomo quando sono contro Dio, né le sue parole quando sono blasfeme e forse anche oscene. Eppure, anche in tali circostanze, rispettando la funzione di capo che il marito dovrebbe adempiere, è possibile comportarsi in modo da evitare qualsiasi ribellione alla disposizione di Geova. Anzitutto, la donna eviterà di parlare sprezzantemente di suo marito, per quanto sia cattivo, quando è con altri.

      15. Quale esempio hanno le donne dedicate circa il soffrire il male?

      15 La donna che si trova nella situazione di essere sposata a un uomo col quale è difficile andare d’accordo e che può anche essere duro nella sua condotta trova conforto nell’esempio di Gesù. Notate le parole iniziali di Primo Pietro, capitolo 3: “In maniera simile, voi mogli, siate sottoposte ai vostri mariti”. In quale maniera? Prima di tutto, Pietro ha appena considerato il caso dei domestici cristiani che soffrivano ingiustamente perché imitavano Gesù, il quale ci lasciò un modello di come comportarci nella sofferenza immeritata. Di lui Pietro scrive: “Quando era oltraggiato, non rese oltraggio. Quando soffriva, non minacciò, ma continuò ad affidarsi a colui che giudica giustamente”. Così le mogli che devono sopportare un ingiusto trattamento possono fare come fu detto a quei domestici cristiani e come fece Gesù, affidandosi a Geova, che al tempo dovuto ricompenserà la loro fedele condotta. — 1 Piet. 2:18-23.

      16. (a) Che genere di sottomissione da parte dei cristiani considera Pietro e con quali utili consigli? (b) Pur essendo sottoposta a suo marito in senso relativo, quali due cose dovrà prendere in considerazione la moglie cristiana, e con quale determinazione?

      16 Ma la sottomissione dei domestici ai padroni può includere a volte quelli “difficili da accontentare”. Quindi egli dice: “Poiché se qualcuno, per coscienza verso Dio, sopporta cose dolorose e soffre ingiustamente, questa è cosa grata. Poiché quale merito vi è se, quando peccate e siete schiaffeggiati, lo sopportate? Ma se, quando fate il bene e soffrite, lo sopportate, questa è cosa grata presso Dio”. (1 Piet. 2:18-20) Come nel caso dei domestici così nel caso delle mogli, la loro sottomissione è relativa, poiché si devono prendere in considerazione la volontà di Dio e la coscienza. Così se il marito fosse difficile da accontentare, fino al punto di opporsi apertamente alla sua determinazione quale cristiana dedicata, la fedele donna ministro si manterrebbe sempre salda alla sua dedicazione di fare la volontà di Geova. Nello stesso tempo ella cercherà fedelmente di mantenere la sua relazione verso il marito come Geova l’ha stabilita, benché questo a volte sia molto difficile.

      17. Con quale condotta il marito incredulo può essere convertito alla verità?

      17 Fortunatamente, non tutti i mariti sono così cattivi. Ma molto spesso capita che il marito non ha proprio nessun interesse per la verità e non mostra il desiderio di fare qualche passo per associarsi alla società del Nuovo Mondo. Che fare dunque? Ricordiamo ciò che abbiamo letto innanzi in 1 Pietro 3:1, 2? “Voi mogli, siate sottoposte ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto”. Sì, la sola cosa che può convertire tali mariti alla verità è la condotta delle loro mogli, la fedele sottomissione della moglie insieme a profondo rispetto. — 1 Cor. 7:16.

      18. Che cosa mantiene la moglie cristiana con la sua fedeltà nella sottomissione di moglie, e per chi è questo una speciale benedizione?

      18 A motivo di tale fedeltà la moglie cristiana mantiene in ogni occasione la sua grazia spirituale dinanzi a Geova e alla congregazione cristiana. L’uomo dedicato sposato a tale moglie dovrebbe apprezzare molto tale benedizione, poiché ella è davvero una gloria per lui. Se il marito non ha ancora accettato la verità la moglie cristiana manterrà la sua casta condotta insieme a profondo rispetto, poiché questo può aprirgli gli occhi affinché veda quale ottima moglie ha e sia indotto ad accettare la verità. Che meravigliosa benedizione sarà questa per lui e per lei!

  • Il copricapo e le attività di congregazione
    La Torre di Guardia 1964 | 1° ottobre
    • Il copricapo e le attività di congregazione

      1, 2. In quali modi il copricapo può valorizzare la grazia della donna cristiana, e quali cose relative al copricapo considereremo ora?

      UN COPRICAPO scelto bene può valorizzare molto la bellezza naturale e la grazia di una donna. Quando è portato come segno di sottomissione cristiana esso valorizza la sua grazia spirituale più preziosa. Benché per quest’ultimo scopo la donna cristiana non voglia portare come copricapo qualche frivola “creazione” che attiri l’attenzione, tuttavia non v’è ragione per cui il suo copricapo non debba nello stesso tempo migliorare il suo aspetto esteriore in modo modesto e conveniente.

      2 Nel precedente articolo (paragrafo 3) sono state menzionate tre situazioni fondamentali che richiedono che la donna porti il copricapo come segno di sottomissione cristiana. La prima di queste è stata pienamente considerata, per cui ora possiamo considerare le altre due. Queste riguardano le attività della donna nella congregazione.

      3. (a) Deve una sorella portare il copricapo quando compie l’opera di casa in casa accompagnata da un fratello, e perché? (b) Ma che cos’altro si deve tenere presente?

      3 Anzitutto, dobbiamo considerare la cosa dal punto di vista del ministero di campo dei testimoni di Geova, di casa in casa, nel fare visite ulteriori e nel tenere studi biblici a domicilio. Per esempio, sarebbe necessario che la donna portasse il copricapo nel ministero di casa in casa se fosse accompagnata da un ministro dedicato, ed ella pronunciasse un sermone? No, pare non vi sia nessuna ragione scritturale che lo richieda. Ciò fa parte del suo incarico di predicare la buona notizia. (Matt. 24:14) Non usurpa la posizione di un fratello. Egli l’accompagna semplicemente, forse in veste di servitore di circoscrizione o sorvegliante della congregazione locale, per assisterla nel ministero, non per essere ammaestrato da lei. Avverrebbe la stessa cosa per il ministero delle visite ulteriori. Tuttavia, teniamo presente la questione della coscienza. Può darsi che alcune sorelle pensino di dover portare il copricapo in tali circostanze, e certamente non v’è nulla di male se lo portano quando la loro coscienza glielo detta.

      4. (a) Può mai una sorella dire la preghiera in presenza di un fratello dedicato? (b) Perché la sorella che tenesse uno studio biblico alla presenza di un fratello dedicato dovrebbe portare il copricapo?

      4 Comunque, quando si tratta dell’opera degli studi biblici, la situazione è alquanto diversa. Se un fratello dedicato accompagna una sorella a uno studio biblico a domicilio, egli dovrebbe dire la preghiera, poiché una sorella non pregherebbe mai alla presenza di un fratello dedicato, nemmeno col capo coperto, a meno che non vi fosse qualche ragione eccezionale, come ad esempio se il fratello avesse perduto l’uso della parola. Ma, per ricevere addestramento, la sorella può tenere lo studio, ma col capo coperto. Perché? Perché non si tratta solo di fare un sermone di casa in casa o a una visita ulteriore. È una sessione prestabilita di studio biblico ed è formalmente iniziata con preghiera. Chi tiene lo studio presiede realmente a un’adunanza a cui è presente un componente maschile dedicato della congregazione. Di solito, il fratello dedicato presiederebbe a tale adunanza, in cui è impartito insegnamento in modo organizzato. (1 Tim. 2:12) Comunque, a motivo dell’eccezionale circostanza, quella di addestrare la sorella nel ministero degli studi biblici, ella può tenere lo studio. Ma, per rispetto verso il componente maschile della congregazione presente, ella porterà il copricapo mentre lo tiene.

      5. (a) Se un proclamatore non dedicato accompagna una sorella a uno studio biblico, chi dovrà dire la preghiera? (b) Richiederebbero le circostanze che la sorella portasse il copricapo, e perché?

      5 In certe occasioni può darsi che una sorella sia accompagnata a uno studio biblico da un associato maschile della congregazione non ancora battezzato, che tuttavia fa rapporto alla congregazione come proclamatore della buona notizia. Che cosa si dovrà fare? Poiché non è dedicato non potrebbe giustamente rappresentare la sorella dedicata in preghiera a Geova, quindi sarebbe appropriato che ella dicesse la preghiera allo studio. Comunque, egli potrebbe tenere lo studio. La sorella, però, se pregasse, e anche se tenesse lo studio, avrebbe giustamente il capo coperto. Benché nel vero senso della parola non sia ancora membro della congregazione, si prevede comunque che quest’uomo lo divenga, e per quanto riguarda quelli di fuori egli è identificato con la congregazione a motivo della sua attività di predicazione, ed egli segue una condotta di ubbidienza.

      6. Quale procedura si seguirebbe se una sorella dovesse tenere uno studio biblico nell’interesse di un fratello dedicato da poco tempo?

      6 Può sorgere la circostanza in cui una sorella tenga effettivamente uno studio biblico a domicilio nell’interesse di un fratello dedicato. Può darsi che ella abbia predicato la verità a quest’uomo, che abbia studiato con lui e lo abbia aiutato fino alla dedicazione e al battesimo e ad andare in servizio. Non essendovi un proclamatore, ella può dover continuare lo studio biblico a domicilio con questo nuovo fratello per completare i libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “Questo significa vita eterna”. Egli deve imparare queste cose, e in tal caso ella è l’unica che possa aiutarlo. In tali circostanze ella porterebbe giustamente il copricapo durante lo studio, benché la preghiera dovesse essere detta dal fratello dedicato da poco tempo.

      7. (a) Che si può dire circa l’aiuto prestato da una sorella a un fratello nuovo nel servizio di campo? (b) Pur non consigliando il fratello, come può la sorella aiutarlo a migliorare nel ministero?

      7 Naturalmente, per cominciare, ella potrebbe anche doverlo aiutare nel ministero, ma sarebbero le circostanze a stabilire fino a che punto potrebbe far questo, e dovrebbe usare discrezione. La situazione di un uomo che andasse da solo nel ministero con una donna, specialmente se uno di essi o entrambi fossero sposati, potrebbe essere facilmente male interpretata e si deve evitare, se possibile. In alcuni paesi sarebbe del tutto sconveniente. Perciò se fosse possibile si dovrebbe prendere qualche altra disposizione, e nella maggioranza delle congregazioni vi sono fratelli che possono aiutare questo nuovo. Se nella congregazione non vi è nessun fratello, forse può anche accompagnarli una seconda sorella. Se la sorella, in queste circostanze, conduce il nuovo fratello in servizio, questa non sarà una regolare assegnazione nel programma di addestramento, ma la sorella potrebbe aiutare il nuovo fratello facendogli osservare il proprio metodo di predicare. Ella non darebbe consigli sulla presentazione come farebbe un fratello, e, poiché non lo farebbe, il copricapo non sarebbe necessario, benché la coscienza potesse di nuovo influire sulla cosa. Se il fratello chiede effettivamente qualche suggerimento, ella può sempre fare riferimento alle pubblicazioni della Società, o forse spiegare come ella si comporta in varie situazioni, ma evitando di criticare la sua presentazione della buona notizia. Avendo il giusto senso della convenienza delle cose e tenendo presenti i princìpi scritturali dell’autorità la sorella sarà aiutata in queste circostanze a comportarsi in modo da rendersi utile e avere rispetto per la situazione.

      ALLE ADUNANZE DELLA CONGREGAZIONE

      8. (a) Quale principio applicato alle donne richiede che portino il copricapo nelle adunanze della congregazione? (b) Quale situazione può verificarsi alle adunanze per il servizio di campo, quale procedura si dovrebbe seguire, e perché?

      8 Quanto al bisogno che le donne portino il copricapo alle adunanze dei testimoni di Geova, normalmente esso non sorge nella maggioranza delle congregazioni. Com’è stato già notato, il principio da applicare è questo: Il copricapo è necessario quando, in assenza di un uomo qualificato, una sorella deve pregare o presiedere a un’adunanza di congregazione. Può verificarsi questa situazione, ad esempio, ad un’adunanza per il servizio di campo, forse durante la settimana, e a cui partecipano solo sorelle. In tali occasioni si dovrebbe dire la preghiera per il gruppo prima di andare nel servizio di Geova, e qualcuno dovrebbe presiedere o tenere l’adunanza. (Efes. 6:18) Poiché questa è un’adunanza stabilita dalla congregazione, le sorelle che presiedono o pregano assolvono doveri che normalmente sarebbero assolti da fratelli, e così dovrebbero avere il capo coperto, anche se fossero presenti solo sorelle. Anche la sorella che è un nominato conduttore dello studio di libro deve portare il copricapo mentre tiene lo studio e mentre prega, se non è presente un fratello dedicato per far questo.

      9. Come dovrebbero le sorelle considerare le parti che potrebbero avere nell’adunanza di servizio e nella scuola di ministero, e normalmente richiederebbero queste che portassero il copricapo?

      9 Non hanno bisogno del copricapo le sorelle che partecipano a dimostrazioni, narrano esperienze, o quando fanno discorsi di esercitazione in forma di dimostrazione nella scuola di ministero della congregazione. In tali casi le sorelle non presiedono nella congregazione. Esse non cercano di istruire i fratelli o di dir loro quello che devono fare, e quindi non portando il copricapo, non violano il principio scritturale. Comunque, le sorelle contribuiscono grandemente all’edificazione di tutti nella congregazione. Per tale ragione, una sorella non dovrebbe mai sottovalutare il beneficio di qualsiasi parte che potrebbe avere nel programma, sia quella di narrare un’esperienza che di prendere parte a una dimostrazione.

      DONNE MINISTRI DELLE CONGREGAZIONI

      10. (a) Com’è illustrato da Romani 16:1, oggi quale situazione si verifica a volte nelle congregazioni dei testimoni di Geova? (b) Che cosa significa la parola greca resa sorvegliante, e a chi si applica?

      10 In Romani 16:1 Febe è chiamata “ministro della congregazione di Cencrea”. Non sappiamo quali fossero esattamente i suoi doveri, ma, com’era a quanto pare nel caso di Febe, così oggi, per la scarsità di fratelli qualificati, nella congregazione si possono dover usare le sorelle per incarichi di servitori. Questo può includere anche l’adempiere i doveri di servitore di congregazione. Però, in tali casi non chiameremmo una sorella sorvegliante, poiché il significato stesso della parola greca epískopos, “uno che visita allo scopo di ispezionare”, indica che tale posto può giustamente essere occupato solo da un uomo dedicato, che, se sposato, dev’essere marito di una sola moglie. Appropriatamente, leggiamo in 1 Timoteo 3:1: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, desidera un’opera eccellente”.

      11. A quali scopi serve il copricapo quando la donna prega o presiede a un’adunanza della congregazione?

      11 Quando, nell’adempimento dei suoi doveri, la sorella servitore di congregazione, o qualsiasi altra sorella dedicata e battezzata, assolve doveri di natura direttiva, che sarebbero normalmente assolti da un sorvegliante, servitore di ministero o conduttore di studio, è necessario che abbia il copricapo. La sorella serve temporaneamente o a motivo delle circostanze al posto di un uomo, e portando il copricapo ella mostra il giusto, coscienzioso riguardo per la sua relazione con l’organizzazione teocratica. Si può dire inoltre che il copricapo sia una precauzione per non cercare di correre avanti o esercitare un’influenza non teocratica sulla congregazione, come nel caso della congregazione di Tiatira descritto in Rivelazione 2:20.

      12. Quale procedura si seguirebbe nello studio Torre di Guardia dove non fosse presente nessun fratello capace, e che cosa si può dire del copricapo per la sorella che conduce e per quella che legge i paragrafi?

      12 Facciamo un’illustrazione: La sorella che tiene lo studio Torre di Guardia della congregazione o, com’è già stato menzionato, uno studio di libro di congregazione, dovrà portare il copricapo mentre lo tiene, come dovrebbe portarlo la sorella che dicesse la preghiera a tali adunanze, e questo anche se in quel tempo fossero sedute. Nella maggioranza dei casi in cui una sorella presiede a un’adunanza col capo coperto il numero dei presenti è molto piccolo, e normalmente non dovrà stare in piedi mentre lo tiene. Anche allo studio Torre di Guardia i presenti possono non essere più di quelli che sono di solito a uno studio di libro di congregazione, così che i presenti possono essere riuniti in giro in modo simile a quello di tale studio, e colei che conduce, pur rimanendo di fronte all’uditorio, in quasi tutti i casi può stare seduta. La sorella che legge i paragrafi può farlo dal suo posto e, poiché legge, non ha bisogno del copricapo. La Torre di Guardia impartisce l’insegnamento. Anche se, a motivo di un più grande uditorio e in assenza di un fratello qualificato, la sorella deve leggere in piedi affinché tutti odano, non deve necessariamente portare il copricapo poiché non insegna né presiede a un’adunanza. Non pronuncia un discorso, ma legge soltanto un riassunto de La Torre di Guardia. Tuttavia, anche in questo caso la sorella può preferire portare il copricapo perché è adatto all’occasione, e questo sarebbe in armonia alla sua coscienza al riguardo. Se una sorella ha l’abitudine di portare il copricapo non deve certamente toglierlo in nessuna occasione quando pratica la vera adorazione.

      13. Alle adunanze di servizio come si può considerare il materiale normalmente presentato in forma di discorso?

      13 Quale procedura si seguirà nell’adunanza di servizio e nella scuola di ministero teocratico in assenza di componenti maschili dedicati? La sorella che presiede a tali adunanze deve avere il capo coperto. Nel presentare il materiale si deve tenere presente che insegnare nella congregazione è compito dei componenti maschili, quindi qualsiasi presentazione di materiale alla congregazione in forma di discorso da parte di una sorella deve essere evitata. Quando il Ministero del Regno richiede la considerazione di qualche articolo in forma di discorso, ad esempio, un discorso basato su materiale de La Torre di Guardia, può essere letto l’articolo della rivista o brani d’esso da una sorella seduta in mezzo all’uditorio. Il tempo a disposizione stabilirà quali parti dell’articolo si possono considerare, e si possono assegnare in anticipo i paragrafi specifici, affinché la cosa non sia lasciata alla discrezione della sorella che legge il materiale.

      14, 15. (a) Come si può presentare nella scuola di ministero il materiale assegnato per il discorso di istruzione e per il primo e il secondo discorso di esercitazione? (b) Che dire delle ripetizioni con domande e risposte?

      14 Si dovrà seguire lo stesso metodo nel presentare il materiale del discorso di istruzione e di altri discorsi assegnati normalmente a fratelli nella scuola di ministero. Sorelle sedute in mezzo all’uditorio possono leggere il materiale nelle pubblicazioni stabilite, e in tali casi il copricapo non è necessario. Così la congregazione, benché composta interamente di sorelle, non sarà privata di nessuna delle informazioni presentate in altre congregazioni.

      15 Quando una sorella deve tenere una ripetizione con domande e risposte, e questo è sempre utile per far partecipare l’uditorio, ella svolgerà la sua parte col capo coperto, poiché è una cosa di natura direttiva, anche se tiene la ripetizione rimanendo seduta.

      16, 17. Come può la sorella che fa da servitore della scuola aiutare (a) le sorelle iscritte alla scuola? (b) un nuovo fratello che si associa alla congregazione e si iscrive alla scuola?

      16 Quanto alla sorella che fa da servitore della scuola, come può dare consigli alle studentesse senza insegnare effettivamente nella congregazione? Ella vorrà certamente evitare di dare l’impressione di agire da critica o istruttrice. Ma può sempre aiutare le altre sorelle dando suggerimenti, citando direttamente le pubblicazioni della Società, e lasciando così che siano le pubblicazioni della Società a insegnare. Può anche segnare il foglietto dei consigli, e può sempre prestare ulteriore aiuto in privato alle studentesse che glielo chiedono.

      17 Ma che dire se un uomo comincia ad associarsi, si dedica e si iscrive alla scuola? Finché non sia qualificato per adempiere i doveri di servitore della scuola, la sorella può dover continuare per qualche tempo ad assolvere questo compito. Ma non darà consigli al fratello quando farà un discorso, né per questo scopo segnerà il suo foglietto dei consigli. Tuttavia, affinché questo nuovo fratello riceva un poco d’aiuto per migliorare la sua capacità di parlare, sarà bene che riceva l’assegnazione di parlare durante la visita del servitore di circoscrizione, e quindi il servitore di circoscrizione potrà dargli consigli e segnare il suo foglietto dei consigli. Naturalmente, questo nuovo fratello può desiderare di ricevere ulteriori consigli nell’intervallo tra queste visite, e può avvicinare la sorella che è servitore della scuola per avere qualche suggerimento, forse riguardo a qualche specifica difficoltà. Ella può certamente aiutarlo a trovare punti utili nelle pubblicazioni della Società e aiutarlo possibilmente a capire i princìpi dell’oratoria che vi sono considerati, ma senza dargli consigli diretti.

      18. Che dire in merito al copricapo per la sorella che fa da interprete a un fratello che pronuncia un discorso?

      18 Alcuni si sono chiesti se sia necessario il copricapo alla sorella che viene invitata a fare da interprete a un fratello che pronuncia un discorso. Ebbene, il materiale non ha origine dalla sorella; ella lo trasmette solamente. Così pare che da questo punto di vista il copricapo non sia necessario. Nello stesso tempo la donna che fa da interprete può sentirsi più a suo agio col copricapo. Dopo tutto, può darsi che ella sia in una posizione piuttosto prominente davanti a un grande uditorio e voglia mettere sentimento e urgenza nella traduzione per imitare fedelmente i sentimenti dell’oratore che può dare esortazione e appropriati consigli. Per evitare l’impressione d’essere un’insegnante per i fratelli può desiderare di portare il copricapo. Anche in questo caso dunque la sorella dovrebbe decidere secondo la sua coscienza.

      19. (a) Quali sono gli scopi di questi articoli sul copricapo? (b) Come può una sorella sapere come agire nella maggioranza dei casi riguardo al copricapo?

      19 Questi articoli sulle donne devote non hanno lo scopo di considerare ogni possibile situazione in cui potrebbe sorgere la questione del copricapo, e di stabilire quindi una regola per ciascuna. Piuttosto, essi hanno esposto, fin dove è stato possibile, i princìpi relativi all’autorità e all’uso del copricapo e le illustrazioni di come si devono applicare questi princìpi nella congregazione del popolo di Dio affinché ogni cosa “abbia luogo decentemente e mediante disposizione”, e affinché le fedeli donne ministri nella società del Nuovo Mondo sappiano come comportarsi nel servizio di Geova con buona coscienza e con grazia teocratica. (1 Cor. 14:40) Se si tengono presenti lo scopo del copricapo e le situazioni fondamentali che richiedono che la donna lo porti, non dovrebbe essere difficile stabilire che cosa fare nella maggior parte delle circostanze. — Vedere il paragrafo 3 del precedente articolo.

      20. (a) Che cosa può dettare la coscienza a certe sorelle, e come si dovrebbe considerare ciò? (b) Che cosa deve tenere presente la donna cristiana dedicata nei luoghi dove si usa portare il cappello? (c) Che cosa è saggio fare, quando è necessario il copricapo dove non c’è l’usanza di portare il cappello?

      20 Quando si dice che in certe circostanze il copricapo non è necessario, non si critica in nessun modo le sorelle che in tali occasioni si sentono più a loro agio portando il copricapo. Noi rispettiamo certamente la loro coscienza e il loro desiderio di evitare qualsiasi trasgressione in questioni del genere. In verità, in alcuni paesi è usanza che le donne portino sempre il copricapo in pubblico o alla presenza degli uomini. L’importante è che, dove il copricapo è scritturalmente richiesto come prova di sottomissione a un marito e capo o ai componenti maschili della congregazione cristiana, la sorella ne sia consapevole, benché normalmente porti il copricapo anche in altre occasioni. Dove non c’è l’usanza di portare il copricapo ogni giorno, se vi è la possibilità che la donna debba mettere il copricapo, sia per dire la preghiera o presiedere a una parte di un’adunanza in assenza di un uomo dedicato, sarà bene informare la sorella in anticipo per evitare qualsiasi imbarazzo.

      21. Quali prove della fede affrontano oggi le donne cristiane, e come le superano?

      21 Ringraziamo Geova che ha provveduto affinché donne fedeli partecipino in così grande misura alla testimonianza finale data in questi ultimi giorni. Le fedeli donne ministri nella società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova hanno molti problemi da superare, e con l’aiuto di Geova li superano. Molte provengono da case divise, dove, per il bisogno di mostrare sottomissione relativa a un uomo non dedicato, la loro fede è costantemente messa alla prova, e di giorno in giorno possono dover andare incontro a opposizione per radunarsi col popolo di Geova e prendere parte alla pubblica predicazione della buona notizia. In Russia, nella Germania Orientale e in altri paesi comunisti e dittatoriali donne fedeli sopportano le difficoltà della vita in prigione e nei campi di concentramento, e rischiano perfino la vita insieme ai fratelli mentre continuano ad essere leali alla loro dedicazione di fare la volontà di Geova.

      22. Che cosa compiono le donne ministri nella società del Nuovo Mondo, a prova di che cosa?

      22 Si può dire veramente che nella maggioranza dei paesi il peso principale del ministero di casa in casa e dell’opera degli studi biblici dei testimoni di Geova è portato da queste fedeli donne ministri. A volte superano numericamente i componenti maschili delle congregazioni. Inoltre, le donne hanno spesso più tempo da dedicare al ministero. Usando saggiamente questo tempo e con la gentilezza, la pazienza, la simpatia e la comprensione che mostrano quando visitano le persone, queste fedeli donne ministri contribuiscono in notevole misura a rendere il territorio più favorevole al messaggio del Regno mentre volgono molti alla verità e li aiutano ad acquistare la giusta conoscenza mediante gli studi biblici a domicilio che tengono. Tutto ciò è la prova del loro leale appoggio all’organizzazione della congregazione locale nel far sì che la buona notizia del Regno sia predicata nel territorio assegnato.

      23. Come la società del Nuovo Mondo considera le sue donne ministri, che cosa possono continuare a fare, e con quali risultati?

      23 Il trentunesimo capitolo di Proverbi parla della benedizione che può essere la donna industriosa e fedele per la sua famiglia ed altri, e quindi mostra com’ella è a sua volta benedetta. I versetti 28 e 31 di Proverbi 31 (Ga) dicono: “Sorgono i suoi figli e la dicono beata; e anche suo marito la loda: . . . Datele i frutti del suo lavoro e la celebrino alle porte le sue opere”. La società del Nuovo Mondo stima altamente tutte le fedeli donne ministri che sono in mezzo ad essa. (1 Piet. 3:4) Possano esse continuare a godere i buoni frutti delle loro opere. Continuino esse ad abbellire la società del Nuovo Mondo con la loro grazia teocratica mentre rimangono al posto assegnato loro nella disposizione delle cose di Geova, alla sua lode e per la loro propria eterna benedizione.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi