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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Hum si estendono per un chilometro e mezzo lungo la costa.

      Le rovine di una delle più belle sinagoghe sono state scoperte presso Tell Hum; l’edificio originariamente di due piani è lungo quasi 20 m. Benché sia del II o III secolo E.V., si ritiene che possa esser stata costruita al posto di una sinagoga precedente, dell’epoca del ministero terreno di Gesù.

  • Capitano del tempio
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Capitano del tempio

      Funzionario, secondo per dignità al sommo sacerdote (Atti 4:1), preposto al sacerdozio officiante e ai leviti organizzati sotto la direttiva di capitani subalterni per sorvegliare il tempio di Gerusalemme e mantenere l’ordine. (Luca 22:4, 52) C’erano ventiquattro divisioni di leviti, che due volte all’anno prestavano servizio a turno per una settimana. Ogni divisione presumibilmente era diretta da un capitano, ed era suddivisa in gruppi minori coi rispettivi capitani.

      I capitani erano uomini influenti. Costoro cospirarono insieme ai capi sacerdoti per assoldare Giuda onde tradisse Gesù, e si unirono ai sacerdoti per arrestare Gesù. (Luca 22:3, 4, 52) Fu il capitano del tempio a dare un carattere ufficiale all’arresto di Pietro e Giovanni nel tempio. (Atti 4:1, 3) Un’altra volta, dopo che Pietro e alcuni apostoli erano stati liberati di prigione da un angelo, il capitano del tempio andò coi suoi uomini per condurli davanti al sinedrio in modo apparentemente legale senza violenza. — Atti 5:24-26.

      Può darsi che Pilato intendesse gli uomini sotto la direttiva di questi capitani quando, a proposito della sorveglianza alla tomba di Gesù, disse ai capi sacerdoti e ai farisei: “Avete la guardia. Andate, rendetelo sicuro come sapete”. Ma ci fu un terremoto, che aprì la tomba, e l’angelo di Geova apparve a quei guardiani, che si misero a tremare e rimasero tramortiti. Quando riferirono l’accaduto, i capi sacerdoti li pagarono perché dicessero che i discepoli di Gesù erano venuti di notte e l’avevano portato via mentre dormivano. — Matt. 27:65–28:15.

      Alcuni ritengono che il capitano avesse al suo comando dei soldati romani della fortezza Antonia per mantenere l’ordine e sorvegliare l’area del tempio, ma questo non sembra probabile, dal momento che i gentili (non proseliti) non potevano entrare nel tempio. Perciò nessun incirconciso gentile avrebbe avuto libero accesso all’area del tempio.

      La Mishnàh contiene un’interessante descrizione della vigilanza notturna del tempio e parla del funzionario del Monte del Tempio. Questo funzionario poteva essere il capitano della divisione allora officiante. La Mishnàh dice che i sacerdoti sorvegliavano tre punti del tempio mentre i leviti ne sorvegliavano ventuno.

      Secondo la Mishnàh: “Il funzionario del Monte del Tempio soleva fare il giro di tutte le sentinelle con torce accese davanti a sé, e se una sentinella non si alzava e non gli diceva: ‘O funzionario del Monte del Tempio, la pace sia con te!’ ed era evidente che dormiva, egli l’avrebbe percossa col suo bastone, e aveva diritto di bruciarne le vesti. E si direbbe: ‘Cos’è questo rumore nel Cortile del Tempio?’ ‘Il rumore di qualche levita che viene percosso e le cui vesti sono bruciate perché si era addormentato durante il suo turno di guardia’. Il rabbino Eliezer ben Jacob ha detto: ‘Una volta hanno trovato addormentato il fratello di mia madre e hanno bruciato le sue vesti’”. — Middòth (“Misure”), cap. 1, parr. 1, 2.

      Può darsi che Gesù si riferisse a quest’usanza nell’illustrazione di Rivelazione 16:15, quando disse: “Ecco, io vengo come un ladro. Felice chi sta sveglio e mantiene i suoi abiti, affinché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna”. La sentinella trovata addormentata mentre era di guardia nel tempio veniva privata degli abiti e subiva la vergogna di essere denudata. Questo è un esempio ammonitore per i cristiani, che devono esser desti come sentinelle quando Gesù viene per l’ispezione. (Luca 21:36) L’avvertimento, inserito com’è fra due versetti (Riv. 16:14, 16) che parlano della guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente ad Har-Maghedon, si riferisce alla finale ispezione del suo popolo da parte di Cristo. Bisogna stare svegli per conservare l’identificazione di ministri ed essere salvati.

  • Capitello
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Capitello

      Parte superiore e decorazione terminale delle colonne di un edificio. A parte un riferimento casuale ai capitelli delle colonne di Ninive, gli unici capitelli menzionati nella Bibbia sono quelli imponenti in cima a Iachin e Boaz, le colonne erette davanti al tempio di Salomone. (Sof. 2:13, 14; II Cron. 3:15-17) Questi capitelli e le colonne su cui poggiavano erano stati fatti da Hiram all’epoca della costruzione del tempio (1034–1027 a.E.V.) e resisterono per oltre 400 anni finché Gerusalemme non fu saccheggiata dai babilonesi nel 607 a.E.V. — II Cron. 4:11-13; Ger. 52:17, 22.

      Le colonne stesse erano di rame fuso, alte diciotto cubiti (8 m) e con un diametro di m 1,7. Inoltre i capite erano alti cinque cubiti (m 2,2). (I Re 7:15, 16) In II Re 25:17 viene detto che ciascun capitello era alto tre cubiti (m 1,3); ma questo evidentemente non includeva il reticolato di catenelle ornamentali intrecciate, descritto sotto, e che doveva essere alto due cubiti (89 cm), per un totale di cinque cubiti (m 2,2). Dato che le colonne erano cave, con uno spessore di cm 7,6, è ragionevole ritenere che lo fossero anche i capitelli, e che anch’essi fossero stati fusi in forme d’argilla “nel Distretto del Giordano”. — II Cron. 4:17; Ger. 52:21.

      La limitata descrizione di questi capitelli non consente di ricostruirne con esattezza l’aspetto o il disegno. Intorno alla base di ciascuno c’erano sette reti di rame, da cui pendevano due file di cento melagrane di rame ciascuna, appese a catene di rame. Queste erano disposte come collane intorno ai capitelli. (I Re 7:17, 18, 20, 42; II Cron. 3:16) Pare che dalla parte del capitello verso il tempio, quattro melagrane di ciascuna catena di cento erano piuttosto nascoste alla vista, infatti Geremia (52:23) dice che ve n’erano “novantasei, ai lati” (lett. “sopravvento”; “sporgenti”, Ri; “pendenti”, Ma). Sopra questa decorazione a melagrane c’era un “lavoro di gigli” di quattro cubiti (m 1,8). — I Re 7:22.

  • Capo degli alloggi
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    • Capo degli alloggi

      [ebr. sar menuhhàh].

      Forse il funzionario addetto al vettovagliamento delle truppe. Una traduzione letterale è “principe del luogo di riposo”, e poteva riferirsi a chi era preposto alla carovana del re durante un viaggio o una campagna militare. Seraia, capo degli alloggi di Sedechia re di Giuda, accompagnò il re nel suo viaggio a Babilonia nel quarto anno del suo regno, e portò con sé la profezia contro Babilonia scritta da Geremia. Dopo averla letta ad alta voce in quella città, Seraia vi legò una pietra e la scagliò nell’Eufrate, come simbolo della futura caduta di Babilonia, caduta da cui non si sarebbe mai risollevata. — Ger. 51:59-64.

  • Capo, testa
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    • Capo, testa

      [ebr. ro’sh; gr. kephalè].

      Per la sua posizione superiore rispetto al corpo umano e soprattutto perché è la sede della mente e dei sensi della vista, dell’udito, dell’odorato e del gusto, nella Bibbia la testa ha un posto preminente sia in senso letterale che figurativo.

      L’espressione ‘rompere la testa’ (Sal. 68:21; 74:13, 14) significa recare morte o distruzione. La prima profezia della Bibbia (Gen. 3:15) precisa che dopo aver subito una ferita al calcagno il ‘seme della donna’ ferirà la testa del serpente. Altri versetti spiegano che nell’adempimento il grande Serpente, Satana il Diavolo, rimarrà per mille anni nell’abisso in una condizione simile alla morte, per essere poi annientato per sempre nel “lago di fuoco”, la “seconda morte”. — Riv. 20:1-3, 7, 10, 14; 12:9.

      Alcune espressioni relative alla testa letterale di solito hanno anche un significato figurativo. Faraone adempì l’interpretazione del sogno del capo coppiere fatta da Giuseppe ‘alzandogli la testa’ in modo notevole fra i suoi servitori, cioè ridandogli l’incarico precedente. Ma ‘alzò la testa di dosso’ al capo panettiere, mettendolo a morte. (Gen. 40:13, 19-22) Presso alcune nazioni i soldati venivano seppelliti con la spada sotto la testa, vale a dire con gli onori militari. (Ezec. 32:27) Il fatto che Gesù Cristo non aveva “dove adagiare la testa” significava che non aveva casa propria. — Matt. 8:20.

      BENEDIZIONE, UNZIONE, GIURAMENTO

      La testa era la parte del corpo su cui si impartiva la benedizione. (Gen. 48:13-20; 49:26) I sacerdoti e altri a favore dei quali si facevano certi sacrifici ponevano le mani sul capo dell’animale come riconoscimento che il sacrificio era fatto a loro favore. (Lev. 1:2-4; 8:14; Num. 8:12) L’olio d’unzione veniva versato sulla testa. (Lev. 8:12; Sal. 133:2) Nel Sermone del Monte Gesù consigliò ai discepoli di ‘spalmarsi la testa d’olio’ quando digiunavano, per apparire ben pettinati e non ostentare ipocritamente la rinuncia onde avere riconoscimento pubblico. (Matt. 6:17, 18) Spalmare d’olio la testa di un ospite divenne un importante segno di ospitalità. (Luca 7:46) Mettersi polvere, terra o cenere sulla testa indicava afflizione, lutto o umiliazione. (Gios. 7:6; I Sam. 4:12; II Sam. 13:19) Il salmista, nel descrivere le prove e difficoltà del popolo di Dio, disse che degli uomini avevano cavalcato sulla testa d’Israele. Evidentemente si riferiva alla dominazione esercitata sul popolo di Dio da semplici uomini terreni (il termine ebraico è ’enòhsh, “uomo mortale”) potenti, crudeli e superbi. (Sal. 66:12; confronta Isaia 51:23). Gli ebrei avevano preso l’abitudine di giurare per la propria testa, usanza condannata da Gesù. — Matt. 5:36, 37.

      RAPPRESENTA LA PERSONA

      La testa, essendo la parte che dirige il corpo, rappresentava la persona stessa. La testa del nazireo era vincolata da un voto, come attestavano i suoi capelli lunghi. (Num. 6:5, 18-20) Si diceva che gli errori o i peccati di uno gravavano sulla sua testa. (Esd. 9:6; Sal. 38:4; confronta Daniele 1:10). Quando la sentenza raggiunge il malvagio si dice che ha quello che si merita poiché il male o la punizione ricade sulla sua stessa testa. (Giud. 9:57; I Sam. 25:39; Ger. 23:19; 30:23; Gioe. 3:4, 7; Abd. 15; confronta Neemia 4:4). Il sangue o la colpa per aver sparso sangue è sulla testa del colpevole; vale a dire chi seguiva una condotta errata che meritava la condanna a morte era personalmente responsabile della perdita della propria vita. (II Sam. 1:16; I Re 2:37; Ezec. 33:2-4; Atti 18:6) Far ricadere sulla testa di uno il sangue di quelli che ha uccisi significava condannarlo per aver sparso sangue innocente. (I Re 2:32, 33) In questo senso il sommo sacerdote d’Israele confessava i peccati del popolo, con le mani sulla testa del capro per Azazel (trasferendo i peccati sul capro), dopo di che l’animale era condotto nel deserto perché portasse nell’oblio tali errori. (Lev. 16:7-10, 21, 22) Altri versetti spiegano che Gesù Cristo si addossò ‘le nostre infermità e i nostri travagli’ e ‘portò i peccati di molti’. — Isa. 53:4, 5; Ebr. 9:28; I Piet. 2:24.

      ESALTAZIONE, UMILIAZIONE, DISPREZZO

      Il favore, la guida e la sapienza di Dio sono paragonati a una lampada che risplende sul capo e a un attraente serto. (Giob. 29:3; Prov. 4:7-9) Il saggio “ha gli occhi in testa”, cioè vede dove va. (Eccl. 2:14) Il re Davide, umiliato e afflitto, si rivolse a Geova, il suo Scudo e Colui che gli avrebbe ‘rialzato il capo’, permettendogli di tenere di nuovo la testa alta. (Sal. 3:3; confronta Luca 21:28). Egli mostrò inoltre di apprezzare la riprensione del giusto, chiamandola olio che la testa non vorrebbe rifiutare. (Sal. 141:5) Chinare la testa era segno di umiltà o di lutto (Isa. 58:5), e scuotere la testa indicava derisione, disprezzo o stupore. — Sal. 22:7; Ger. 18:15, 16; Matt. 27:39, 40; Mar. 15:29, 30.

      POSIZIONE DOMINANTE

      “Capo” poteva essere il membro principale di una famiglia, di una tribù o nazione, e di un governo. (Giud. 11:8; I Sam. 15:17; I Re 8:1; I Cron. 5:24) “Patriarca” (gr. patriàrkhes) letteralmente significa capofamiglia. (Atti 2:29; 7:8, 9; Ebr. 7:4) Quindi essere ‘alla testa’ significa impartire direttiva. (Mic. 2:13) Israele stesso, se avesse ubbidito a Dio, sarebbe stato alla testa delle nazioni, alla sommità, in quanto la nazione sarebbe stata libera e prospera, prestando a persone di altre nazioni che si sarebbero indebitate. (Deut. 28:12, 13) Ma se gli israeliti avessero disubbidito i residenti forestieri avrebbero fatto loro prestiti e si sarebbero messi alla loro testa. — Deut. 28:43, 44.

      LA RELAZIONE DI GESÙ CRISTO CON LA CONGREGAZIONE CRISTIANA

      Nella congregazione cristiana Gesù Cristo è il Capo della congregazione, che è il suo “corpo” con 144.000 membri. (Efes. 1:22, 23; Col. 1:18; Riv. 14:1) Avendo immortalità, è un collegamento vivente per il corpo dei cristiani generati dallo spirito sulla terra, in grado di fornire in qualsiasi momento tutto ciò che è necessario per crescere spiritualmente ed essere attivi alla gloria di Dio. (I Cor. 12:27; Efes. 4:15, 16; Col. 2:18, 19) Come il tempio materiale aveva una “testata” (Zacc. 4:7), così Gesù è la Pietra angolare del tempio spirituale (Atti 4:8-11; I Piet. 2:7) e il Capo di ogni governo e autorità sotto Dio, che è il Capo di tutti. (Col. 2:10; I Cor. 11:3) La Bibbia paragona la posizione di Cristo quale Capo della congregazione a quella di un marito nei confronti della moglie, per fare capire bene ai coniugi che il marito deve prendere la direttiva, avere cura e amore per la moglie, e che la moglie deve essere sottomessa. — Efes. 5:22-33; vedi AUTORITÀ

  • Capotribù
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    • Capotribù

      [ebr. nasì’].

      Uomo autorevole, come il capo ereditario di una tribù o di una casa paterna. Il termine ebraico viene tradotto in vari modi nelle versioni della Bibbia, come “capo”, “principe”, “capotribù”. I capi delle dodici case paterne o tribù

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