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  • g80 22/9 pp. 20-22
  • Problemi di udito: c’è rimedio?

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  • Problemi di udito: c’è rimedio?
  • Svegliatevi! 1980
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • L’apparecchio acustico risolve il problema?
  • Cosa può fare chi usa un apparecchio acustico?
  • Comprensione
  • Come proteggere l’udito
  • Difendete il dono dell’udito
    Svegliatevi! 1984
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Altro
Svegliatevi! 1980
g80 22/9 pp. 20-22

Problemi di udito: c’è rimedio?

L’ORECCHIO normale è fatto per udire. Quest’organo permette di sentire il cinguettio di un uccello, il mormorio di una cascata e il fruscio delle foglie: tutti suoni deliziosi che accrescono il piacere d’essere vivi.

Per la sua capacità di percepire i suoni e trasmetterli al cervello, l’orecchio è davvero una meraviglia. Ma fa molto più che permettere di captare il suono. Se ne comprende tutta l’utilità quando si ascolta e si parla nel corso di una conversazione. La facoltà dell’udito permette di discernere i sentimenti, le preoccupazioni e le emozioni. Tuttavia, quando si perde l’udito possono risultarne sentimenti di impotenza, frustrazione e perfino ira.

Facciamo un esempio: Cosa succederebbe se le parole “fare”, “dare” e “mare” avessero tutte lo stesso suono per voi? E se il solo modo per sapere ciò che è stato detto fosse quello di vedere come l’interlocutore pronuncia la parola? Come vi sentireste? Inutile dirlo, sareste frustrati.

Per constatare l’effetto di un problema d’udito, leggete ad alta voce la seguente frase: Gio-uè -i-e i- -u-o su- mo--e --nai. Avete letto la frase parecchie volte per afferrarne il senso, aggiungendo le lettere o i suoni mancanti? Certo quei suoni mancanti sono necessari per capirne il senso. La frase è: “Giosuè vide il fumo sul monte Sinai”.

Questo esempio illustra il normale problema che c’è quando si perde la facoltà dell’udito. Di rado si perde completamente l’udito. Il problema più comune è quello di non riuscire a sentire bene tutti i suoni. Quindi ciò che si ode è distorto e confuso. Una persona che aveva questo tipo di problema racconta:

“Pensiamo di aver capito ma non è vero. Per esempio, quando facevo la corte a mia moglie la sentii chiedermi: ‘Ti piace la pista?’ Diedi una risposta vaga e probabilmente fui un po’ brusco. Mi guardò sorpresa. Come appresi alcuni minuti più tardi, in effetti aveva detto qualcosa di molto più invitante: ‘Ti piace la pizza?’

“Il risultato di simili malintesi — e ci capitano di frequente — è spesso una bella risata, qualche battuta spiritosa e un aneddoto da raccontare a tavola. Ma ne può derivare anche una grave mancanza di dialogo, una falsa impressione di ottusità o indifferenza e la fine di un’amicizia”.

Forte della sua esperienza, uno scrittore sordo narra quanto segue riguardo al suo difetto:

“Quando si fanno discussioni in gruppo, e sei l’unico sordo, non esisti. Dato che non puoi presentare le tue idee col mezzo a cui tutti sono abituati, non si aspettano che tu le esprima, e tanto meno sei invitato a farlo. Dato che sei sordo, loro diventano sordi. Fa semplicemente quello che ti dicono di fare i tuoi genitori, gli amici, i compagni di lavoro, che ci sentono . . . Mentre tutti parlano o ridono, tu sei così lontano come un arabo solo in mezzo a un deserto che si stende a perdita d’occhio. Tutti e tutto sono un miraggio; li vedi ma non li puoi toccare né divenirne parte. Soffochi interiormente ma non puoi parlare a nessuno di questo orribile sentimento. Non sai come fare. Hai l’impressione che nessuno ti capisca o si interessi di te”.

L’apparecchio acustico risolve il problema?

Chi non ha problemi d’udito può essere incline a pensare che un apparecchio acustico sia senz’altro l’ovvia soluzione del problema. Tale apparecchio, pur essendo utile, ha delle limitazioni.

Un esperto nel campo, Hayes Newby, scrive: “Gli apparecchi acustici sono costosi e forse ci si aspetta che, una volta fatto l’acquisto, la persona si costringa a imparare a usarlo e ci si adatti”. Ma lo farà? “Un gran numero di apparecchi acustici”, continua, “finisce nel proverbiale cassetto”.

Probabilmente conoscete qualcuno che ha comprato un apparecchio acustico. Forse si tratta del vostro coniuge. Può darsi però che non porti l’apparecchio. E ciò può irritare coloro che non hanno l’udito menomato. Forse dicono: “Se solo portasse l’apparecchio, comunicheremmo molto meglio”.

Tuttavia dev’esserci una ragione se non lo porta. Commentando il problema, Hayes Newby dichiara: “Sono troppi coloro che si aspettano che l’apparecchio acustico risolva tutti i loro problemi d’udito e che una volta cominciato a portare l’apparecchio potranno udire bene come quando avevano un udito normale. Purtroppo non è così . . . un apparecchio acustico è un sistema di amplificazione e per giunta non molto fedele. Può servire ad alzare il volume del discorso, ma non lo può rendere più chiaro”.

Quindi il primo problema è nell’apparecchio stesso. La sua capacità di riprodurre la varietà dei suoni è limitata. Anche se fino a un certo punto mette in evidenza selettivamente certi suoni e ne smorza altri, l’apparecchio acustico non li può amplificare senza una certa distorsione. Nella migliore delle ipotesi, il suono amplificato somiglia molto di più al suono del telefono che a quello di una registrazione ad alta fedeltà.

C’è poi da considerare che i problemi di udito differiscono da persona a persona. Non esistono due orecchi uguali; né odono esattamente nello stesso modo. Quindi un’amplificazione che sembra troppo alta per una persona può andar bene per un’altra.

Si può fare l’esempio di persone dall’udito “normale”. Alcuni giovani alzano il volume del giradischi o della radio e sono perfettamente a loro agio mentre ascoltano. Il genitore, però, dice enfaticamente che la musica è troppo alta. Sia il genitore che il figlio potrebbero udire lo stesso volume, ma hanno diversi livelli di tolleranza.

Dato che l’apparecchio acustico tende ad amplificare tutti i suoni, il livello di tolleranza di chi lo porta determina in larga misura l’efficacia dell’apparecchio. Se egli lo tiene a un livello di “comfort” anziché a quello d’ascolto, non si varrà appieno della capacità dello strumento di amplificare il suono. L’apparecchio acustico può essere “acceso” ma il volume non essere abbastanza “alto” da permettergli di capire le parole.

Cosa può fare chi usa un apparecchio acustico?

Considerati questi fattori, che cosa può fare chi usa un apparecchio acustico? Prima deve concedersi il tempo di abituarsi al nuovo “orecchio” e disciplinarsi, non aspettandosi da esso più di quanto possa dare. Inizialmente si prova lo stesso disagio di chi comincia a portare una protesi dentaria o gli occhiali bifocali. Man mano che ci si abitua alle nuove percezioni del suono il disagio procurato dall’apparecchio gradualmente scompare.

È ovvio che chi non ode certi suoni da tanto tempo si abitua a non udire. Anche il cinguettio di un uccello o il fruscio delle foglie può essere fastidioso per chi non ode questi suoni da qualche tempo. Perciò chi porta l’apparecchio acustico può pensare di sentire troppo rumore e rifiutarsi di continuare a usarlo. Ma questo non l’aiuterà a sentire meglio. L’unica soluzione è di imparare ad accettare il rumore, ignorare i rumori sgradevoli e concentrarsi su quei suoni che vuole udire.

Per evitare di scoraggiarsi, colui che porta l’apparecchio acustico deve anche ricordare che a volte perfino chi ha l’udito normale perde molto di quanto vien detto. Quindi anche lui può aspettarsi scarsi risultati a volte.

Se riconosce queste limitazioni e non se ne lascia scoraggiare, può usare con profitto l’apparecchio. Certo, deve disciplinarsi per imparare a usarlo bene.

Comprensione

Chi ha a che fare con una persona che ha problemi di udito può aiutarla essendo comprensivo. Deve ricordare che chi sta imparando a portare l’apparecchio acustico ha problemi e disagi.

Anche se può esser difficile parlare con chi ha perso l’udito, non si dovrebbe smettere di conversare. È di grande utilità parlare con voce normale e con il solito volume. Se si parla più forte la persona che porta l’apparecchio può udire i suoni distorti. È meglio richiamare la sua attenzione e parlarle a faccia a faccia affinché veda il vostro viso e le vostre labbra, e “legga” visivamente le labbra e le espressioni facciali per avere un’indicazione di quanto dite. Se non capisce qualcosa, rifate la frase anziché ripetere la stessa. Per esempio, se non capisce subito l’espressione “Vuoi andare in città?”, potete fornire qualche indicazione di più. Forse potete dire: “Andiamo in città a far compere. Vuoi venire in città con noi?”

Come proteggere l’udito

Personalmente possiamo non avere problemi d’udito. Nondimeno è saggio fare il possibile per conservare l’udito in una società industrializzata e rumorosa.

Si ammette in genere che l’esposizione ai forti rumori per lunghi periodi può danneggiare il meccanismo dell’udito. Se si perde l’udito in questo modo, non si può riacquistare. Chi lavora in posti molto rumorosi (qualsiasi ambiente dove non si può fare una conversazione normale) dovrebbe farsi esaminare l’udito a intervalli regolari per vedere se il rumore lo danneggia. È molto meglio fare i cambiamenti necessari per evitar di perdere l’udito che cercare di porvi rimedio con un apparecchio acustico. E in caso di malattia non si deve rimandare troppo la cura.

È vero, l’udito è un prezioso dono del Creatore. Apprezzandone il valore dovremmo essere comprensivi verso chi ha problemi d’udito, e fare sforzi ragionevoli per salvaguardare l’udito che abbiamo.

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