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Quali sono le origini della Pasqua?La Torre di Guardia 1964 | 1° aprile
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cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima e con tutta la forza. — Mar. 12:30; 1 Cor. 15:58.
FONTI
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Behemoth e leviathan, meraviglie della creazioneLa Torre di Guardia 1964 | 1° aprile
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Behemoth e leviathan, meraviglie della creazione
“CHI è costui che intreccia sentenze in discorsi da ignorante?” chiese l’Onnipotente Dio a Giobbe. (Giob. 38:2, Ri) Benché avesse mantenuto l’integrità a Dio, Giobbe aveva oscurato il consiglio divino pronunciando parole non basate su accurata conoscenza; aveva messo in dubbio il saggio, amorevole, giusto modo d’agire del Creatore. La condotta di Giobbe, di giustificare la sua anima anziché Dio, doveva essere corretta. Dalla tempesta Geova parlò a Giobbe, dandogli conoscenza riguardo all’infinita sapienza di Dio e all’amorevole cura verso le sue creature. Profondamente umiliato dalle domande fatte dall’Onnipotente riguardo alle opere della natura, agli animali e agli uccelli, Giobbe confessò di non aver niente da dire per giustificarsi. Poi Geova fece un’altra domanda: “Hai un braccio come quello di Dio”? E per fare un’illustrazione della potenza di Dio nella natura, Geova descrive una meraviglia della creazione, il maestoso behemoth:
“Ecco Behemoth, che io ho fatto insieme con te: erba come un bove esso mangia; la sua forza sta nei suoi fianchi, la sua vigoria nell’ombelico del suo ventre. Indura esso la sua coda come un cedro, i tendini delle sue cosce sono avviluppati; le sue ossa sono come canne di bronzo, la sua cartilagine come lamine di ferro. Esso è il primo dei prodotti di Dio; chi lo ha fatto, lo domina con la sua spada”. — Giob. 40:15-19, NM; 40:10-14, Ri.
Ecco una gigantesca creatura fatta da Dio, forte e potente. Dalla descrizione che Dio fa di questa creatura, si ritiene in genere che il behemoth sia l’ippopotamo; e alcune traduzioni della Bibbia del libro di Giobbe usano il termine “ippopotamo” nel testo o nelle note in calce per identificare la creatura menzionata da Dio.
Di dimensioni prodigiose, l’ippopotamo adulto può essere lungo da tre metri e mezzo a quattro metri e mezzo e pesare fino a trentacinque quintali. “La mole del maschio adulto dell’ippopotamo è quasi incredibile anche quando lo si vede da vicino nello zoo”, dice lo zoologo Ivan Sanderson. “Osservando da vicino l’animale, ci si chiede come possa, con le sue piccole, tozze zampe, con la loro circonferenza, sostenere il corpo sulla terra, tuttavia, nelle acque in cui vive, lo stesso animale può sopraffare qualsiasi piccola barca azionata a mano o anche le barche a motore remando come un cane con le sue piccole, ridicole zampe”. — Living Mammals of the World.
Le sue piccole zampe sono robuste. Le ossa delle zampe dell’ippopotamo sono come “canne di bronzo”, abbastanza forti per sostenere una creatura di quattro tonnellate. Le sue ossa e le sue costole sono come sbarre di ferro. “I tendini delle sue cosce sono avviluppati”, per cui la fibra e i tendini delle cosce sono girati e attorcigliati insieme come resistenti cavi. La “sua forza sta nei suoi fianchi”, nei muscoli del suo dorso, e “la sua vigoria nell’ombelico del suo ventre”, poiché i muscoli del suo ventre sono forti. La pelle del ventre è più spessa che in qualunque altra parte del corpo, poiché l’ippopotamo ha le zampe corte e trascina il suo corpo sull’erba, sugli sterpi e sui sassi del letto dei fiumi. La sua coda è come un cedro, non in lunghezza ma perché può rizzarla e irrigidirla oppure dimenarla come un albero.
Che meravigliosa dimostrazione della potenza di Dio dà l’ippopotamo! Egli lo creò; gli diede la forza. Chi può avvicinarsi a una creatura simile con la spada per togliergli la vita? La forza che ha l’ippopotamo nelle mascelle e nei denti è così grande che esso ha spaccato uomini in due parti. Avendo i canini ricurvi e gli incisivi appuntiti, l’ippopotamo può spezzare le canoe degli indigeni come fossero cartone e mordere la lamiera dei battelli. C’è poco da meravigliarsi se un’antica iscrizione egiziana che risale al tempo di Tutmosi III dice: “L’ippopotamo, signore dei terrori delle acque, a cui l’uomo non può avvicinarsi”.a Riguardo al behemoth Geova disse a Giobbe:
“Ad esso i monti forniscono le erbe, là ove scherzano tutte le bestie del campo. Sotto l’ombra esso dorme, nell’interno dei canneti e nei luoghi paludosi; lo ricoprono i loti con la loro ombra, e lo circondano i salici da torrente. Ecco, esso tracanna un fiume senza scomporsi, e rimane tranquillo anche se il Giordano irrompe contro il suo muso. Chi mai potrà abbrancarlo tra le occhiaie con un amo, e con lesine forerà le sue narici?” — Giob. 40:20-24, NM; 40:15-19, Ri.
Il maestoso behemoth, essendo anfibio, esce dall’acqua e si arrampica sugli erti argini dei fiumi per nutrirsi del prodotto delle montagne. Sì, l’“erba” è il suo foraggio, e a motivo del suo straordinario appetito, pare sia necessaria la vegetazione di intere montagne per sostenerlo. I denti tagliano l’erba e la bocca profonda come una caverna inghiotte il cibo, mentre le mascelle lo masticano. Esso introduce ogni giorno nel suo gigantesco stomaco da 90 a 180 chili di vegetazione. Eppure, quando l’ippopotamo esce dall’acqua per andare nei luoghi dove cresce l’erba, gli altri animali non hanno motivo di temerlo, poiché questo mostro non li assale.
Quando ha saziato il suo appetito, l’ippopotamo si sdraia sotto il loto selvatico e si nasconde in un luogo paludoso, all’ombra dei pioppi. L’ippopotamo si preoccupa ben poco se il fiume in cui abita è in piena e straripa. Può sempre tenere la testa fuori dell’acqua e nuotare contro la forza dell’inondazione.
Rendendosi conto che il behemoth è così forte e ha un’enorme bocca provvista di formidabili zanne nella mascella inferiore, avrebbe osato Giobbe assalire di fronte questo mostro e forargli le narici con un uncino?
LEVIATHAN
Umiliato dalla descrizione che Dio ha fatto del forte behemoth che si nutre di erba, Giobbe è quindi interrogato in merito a un’altra creatura anfibia che, a differenza dell’ippopotamo, si nutre di carne ed è feroce:
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