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Gli anni del crepuscolo possono essere fecondiSvegliatevi! 1973 | 8 luglio
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facilmente osservare: tutti gli uomini sono imperfetti, e tutti muoiono. — Rom. 5:12.
Aiutiamo gli anziani a godersi gli anni della vecchiaia
La gioia che gli anziani provano nella vita dipende in grande misura da loro. Vi influisce pure l’atteggiamento dei figli.
Se una persona ha un vero scopo nella vita, ogni giorno reca soddisfazione, anche se si deve combattere con i dolori o la debolezza. Ci sono molti anziani che hanno riempito la loro mente e il loro cuore con le buone cose che si trovano nella Parola di Dio, e provano piacere condividendole con altri. Alcuni hanno la forza di uscire per visitare altri nelle loro case; altri fanno uso del telefono o della posta; altri ancora parlano a quelli che li circondano in una corsia di ospedale o in una casa di cura. Apprezzano quanto gli altri fanno per loro e quanto essi possono fare personalmente per provvedere le cose necessarie e le comodità della vita. Ma uno dei più importanti fattori che permette loro di godere la vita è la possibilità di fare qualche cosa per gli altri, qualche cosa di importante, qualche cosa che li può aiutare a conoscere Dio e il suo amorevole proposito di fare di questa terra un Paradiso, un luogo dove gli acciacchi della vecchiaia non esisteranno più, dove la morte cesserà, e dove anche i morti risorgeranno. Partecipando a un’attività simile, più di ogni altra cosa, si possono rendere soddisfacenti gli anni del crepuscolo. — Riv. 21:3, 4; Atti 24:15.
Ma, sia che nutrano una simile speranza o no, le persone avanti con gli anni hanno bisogno di un luogo in cui vivere. Alcuni preferiscono avere la propria casa, forse vicino ai figli, ma con la libertà di andare e venire senza ostacolare i progetti degli altri.
In molti casi, un incidente o un’infermità rende impossibile a una madre vedova o a un padre rimasto solo aver cura di sé nella vecchiaia. Che fare allora? Alcuni figli, apprezzando calorosamente ciò che hanno fatto i loro genitori, li prendono in casa con sé, e gli anziani, a loro volta, condividono con la famiglia i vantaggi della loro esperienza. In altri casi sono state prese disposizioni per farli stare in case di cura, dove ricevono l’assistenza necessaria. Talvolta questa disposizione è presa avendo sinceramente a cuore tutti gli interessati. In altri casi si fa, non perché sia la disposizione migliore né perché sia quello che i figli vorranno per sé nella vecchiaia, ma perché sembra sia più conveniente.
È sorto un grande numero di convalescenziari e case di cura, circa 25.000 solo negli Stati Uniti. Tuttavia meno della metà d’essi offrono assistenza specializzata. In alcuni di questi luoghi pare ci sia più interesse a conseguire un profitto pecuniario che a dare una buona assistenza. In altri, comunque, si fa realmente uno sforzo per aiutare gli anziani a godersi la vecchiaia.
La città di São Paulo ha circa 100.000 persone ultrasettantenni, ed essa ha preso provvedimenti per migliorare le condizioni degli anziani. A circa mezz’ora di automobile dal centro della città c’è un’autentica zona verde. In un bell’ambiente sorge un istituto per anziani che hanno bisogno di tale assistenza. Ci vivono circa 900 persone.
Ci sono reparti separati per uomini e donne, tutti puliti, ariosi e ben illuminati. Circa il 65 per cento di quelli che ci vivono non possono pagarsi la retta e ricevono tutto gratuitamente; gli altri pagano varie somme. Quelli che pagano il minimo dormono in sale di trenta letti; quelli che pagano il massimo hanno una stanza privata.
Vi prestano servizio medici, assistenti sociali e infermiere. Le apparecchiature sanitarie includono sauna e bagni turchi. E l’orto fornisce verdure e frutta fresca per la tavola.
Per dare un significato alla loro vita, gli anziani ricevono del lavoro da fare e sono pagati per quello che fanno. Fanno borse, riparano scarpe e allevano conigli. Inoltre, possono uscire e fare acquisti nel negozio dell’istituto.
In altre parti della terra i governi hanno provveduto modesti appartamenti a bassissimo costo. Ciò consente maggiore intimità, ma richiede pure che la persona sia in grado di fare più cose per sé.
È vero che l’età avanzata è accompagnata dal diminuito vigore e dal deterioramento del corpo. Tuttavia l’attività mentale, l’esperienza, la capacità di lavorare e la creatività sono sempre presenti e, in alcuni casi, anche superiori. Essendo attivi, facendo regolare esercizio e svolgendo un lavoro costruttivo, gli anni del crepuscolo possono davvero essere fecondi.
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Insoliti frutti dei tropiciSvegliatevi! 1973 | 8 luglio
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Insoliti frutti dei tropici
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nell’Ecuador
Era una calda giornata invernale di dicembre quando mettemmo piede per la prima volta sul suolo di questo paese tropicale dell’America del Sud, l’Ecuador. Sentimmo molto l’improvviso cambiamento dal gelido tempo che avevamo lasciato nel nord, ma avevamo una sete straordinaria. Come fummo grati quando Carlos, nostro ospite, ci servì una brocca di rinfrescante succo di frutta.
U-m-m! Che delizia! Ma che cos’è? Non avevamo mai provato nulla di simile. L’ospite ci spiegò che era succo di naranjilla. Naranjilla, un nome spagnolo, significa “arancina”. Aveva un delicato aroma che ci ricordava un miscuglio di ananas, arancia e mela, con forse una spruzzatina di succo di pomodoro. Per fare questo ottimo dissetante, Carlos spiegò che aveva sbucciato la frutta, l’aveva messa in un miscelatore, vi aveva aggiunto acqua, e poi l’aveva addolcito con un po’ di zucchero.
Alcuni giorni dopo vedemmo alcune naranjilla in un banco del mercato. Erano state portate dal loro luogo di origine nella giungla ai piedi dei torreggianti monti delle Ande. Da lontano sembravano davvero piccole arance, grosse pressappoco quanto i mandarini. Ma quando ci avvicinammo, l’aspetto mutò da quello di arance a quello di lisci pomodori dalla buccia lucida. Comunque, prendendone uno fummo sorpresi di scoprire che aveva una minuta peluria simile a quella di una pesca, ma una peluria dura e fragile. Che strano frutto, questa pelosa arancia simile a un pomodoro!
Salendo più in alto sulle Ande la gente della sierra ha ciò che chiamano tomate de árbol, “pomodoro d’albero”, che cresce nel patio insieme a una varietà di fiori tropicali. Le piante sono alte meno di tre metri e portano frutti multicolori, che variano dall’arancione vivo al porpora intenso. Il frutto non è tondo come il pomodoro, ma ovale e alle estremità ha la forma di un piccolo pallone. Il sapore? Ebbene, somiglia un po’ al succo di pomodoro, ma è molto più dolce. Con esso si
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