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  • Che cosa significa essere onesti
    La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
    • di fuori, quelli fuori della congregazione cristiana e della cerchia familiare. Anzitutto, devono essere contribuenti esemplari, del tutto onesti a questo riguardo, poiché hanno chiari comandi scritturali in questo senso. Quando il soggetto di pagare le tasse fu richiamato all’attenzione di Gesù Cristo, egli disse: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. E con lo stesso significato l’apostolo Paolo consigliò: “Rendete a tutti ciò che è dovuto, a chi chiede la tassa, la tassa”. Naturalmente, questo include che si paghi la dogana per le cose portate nel proprio paese. — Matt. 22:21; Rom. 13:7.

      I cristiani dovrebbero essere onesti anche nei rapporti coi loro datori di lavoro. Non dovrebbero dire bugie per essere esonerati dal lavoro o approfittare delle circostanze per stare in ozio nelle ore di lavoro. Essi devono lavorare, “non con atti di servizio per l’occhio, come per piacere agli uomini, ma con sincerità di cuore, nel timore di Geova. Qualunque cosa facciate, fatela con tutta l’anima come a Geova, e non agli uomini”. Sì, come disse il saggio re Salomone: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza”. — Col. 3:22, 23; Eccl. 9:10.

      L’ONESTÀ È RICOMPENSATA

      La persona non dovrebbe essere onesta solo perché ne vale la pena. Coloro che sono onesti soltanto perché “l’onestà è la norma migliore” mettono la norma prima dell’onestà, e possono riscontrare che a volte l’onestà può non sembrare la norma migliore ed essere quindi tentati d’essere disonesti. Comunque, giacché essere onesti è un’esigenza scritturale, c’è da aspettarsi che ne derivino buoni risultati, in vista del principio scritturale che “qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. — Gal. 6:7.

      L’onestà reca al cristiano l’approvazione di Dio: “O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi risiederà sul tuo monte santo? Colui che cammina senza difetto e pratica la giustizia e proferisce la verità nel suo cuore”. Sì, “la persona traviata [disonesta] è una cosa detestabile a Geova, ma la Sua intimità è presso i retti”. — Sal. 15:1, 2; Prov. 3:32.

      Inoltre, l’onestà opera per darci una buona coscienza e quindi rende facile vivere con se stessi. Ai cristiani è ripetutamente comandato d’avere una buona coscienza, e non è indispensabile essere onesti per avere una buona coscienza? (Rom. 13:5; 1 Tim. 1:5, 19; 1 Piet. 3:16) Tutti dovrebbero sforzarsi di poter dire, come disse Paolo: “Fratelli, fino a questo giorno mi sono comportato dinanzi a Dio con perfetta buona coscienza”. Che ricompensa, che soddisfazione poter dire questo! — Atti 23:1.

      Inoltre, chi è onesto non farà inciampare altri. Gesù avvertì riguardo a questa colpa, dicendo che sarebbe stato meglio farsi appendere al collo una macina da mulino ed esser gettati nel mare anziché far inciampare uno dei suoi seguaci. (Luca 17:2) Di nuovo Paolo diede il buon esempio: “In nessun modo noi diamo alcuna causa d’inciampo, affinché non si trovi da ridire sul nostro ministero”. E pregò affinché i cristiani di Filippi non facessero “inciampare altri”. — 2 Cor. 6:3; Filip. 1:9, 10.

      E un’altra ricompensa che deriva dall’essere onesti è il buon nome che questo dà al popolo di Geova. Per esempio, in Spagna un certo numero di Testimoni sono in prigione a motivo dei loro scrupoli di coscienza. Lì il direttore di una prigione chiese al responsabile del laboratorio di falegnameria perché affidasse sempre a un Testimone il deposito degli attrezzi, e gli fu detto: “I Testimoni sono le uniche persone fidate e oneste nella prigione. Non litigano con gli altri né giocano d’azzardo, e non introducono liquore nella prigione contro i regolamenti”. Un resoconto simile viene dall’Ungheria. Lì in un villaggio il nuovo capo della polizia era molto ostile ai testimoni di Geova. Poi un giorno una Testimone portò alla stazione di polizia un portafoglio contenente una considerevole somma di denaro che ella aveva trovato. Questo gli fece cambiare idea sui Testimoni, come si capì da ciò che disse a un ricevimento quando udì commenti offensivi sui Testimoni: “Queste persone non dovrebbero essere offese in questo modo, perché sono veramente oneste, le migliori persone. Se solo fossero tutti testimoni di Geova! Non ho mai nessuna difficoltà con loro”. — Annuario dei Testimoni di Geova del 1968 (inglese).

      Non è così che dovrebbe essere? Come disse Gesù nel suo Sermone del Monte: “Risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre eccellenti opere e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. Veramente, ci sono molte eccellenti ricompense per chi è onesto! — Matt. 5:16.

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1969 | 15 febbraio
    • Domande dai lettori

      ● Proverbi 11:29 dichiara che chi dà l’ostracismo alla sua casa “prenderà possesso del vento” e che “una persona stolta sarà al servizio di chi è saggio di cuore”. Che cosa si intende con queste dichiarazioni? — I. M., U.S.A.

      Le parole di Proverbi 11:29 furono in origine rivolte a Israele. Questo versetto avverte contro la stolta azione che porta a cattive conseguenze, dichiarando: “In quanto a chiunque dà l’ostracismo alla sua propria casa, prenderà possesso del vento; e una persona stolta sarà al servizio di chi è saggio di cuore”.

      Viene usato un linguaggio figurativo dicendo che “chiunque dà l’ostracismo alla sua propria casa, prenderà possesso del vento”. Naturalmente, non vuol dire che la persona possa letteralmente prendere il vento in mano o impossessarsene in questa maniera. L’evidente riferimento è quello di cercar di acquistare qualche cosa che è priva di vera sostanza, qualche cosa che non si può afferrare. Nel libro di Ecclesiaste c’è il frequente uso dell’espressione “correr dietro al vento”. Per esempio, Ecclesiaste 1:14 dice: “Ho visto tutte le opere che si facevano sotto il sole, ed ecco, ogni cosa era vanità e un correr dietro al vento”. In altre parole, le opere vane finiscono nella futilità. Così Proverbi 11:29 rende chiaro che l’uomo che dà l’ostracismo alla sua casa non si troverà bene. Non otterrà nulla di valore. Sarà come se prendesse possesso del vento.

      Ma come si dà l’ostracismo alla propria casa? Considerate il caso di Acan. Quando gli Israeliti rovesciarono Gerico, tutto quello che c’era di valore nella città doveva essere votato a Geova, per il quale Gerico era la primizia di Canaan. Ma l’avido Acan derubò Geova appropriandosi di una bella veste del paese di Sinar, duecento sicli d’argento e una verga d’oro. In seguito, Israele fu sconfitto ad Ai. Questo spinse a fare un’investigazione per conoscere la ragione di tale disfatta. Infine, la cattiva azione di Acan fu scoperta ed egli confessò. Dopo di ciò Giosuè e tutto Israele portarono Acan, i suoi figli e le sue figlie, gli oggetti rubati e “tutto ciò che era suo” al bassopiano di Acor. Quindi Giosuè disse ad Acan: “Perché hai dato l’ostracismo a noi? Geova darà in questo giorno l’ostracismo a te”. “Allora”, narra il racconto, “tutto Israele lo lapidò con pietre, dopo di che li bruciarono col fuoco. Così li lapidarono”. Certo Acan diede l’ostracismo a sé e alla sua propria casa. — Giosuè, capitolo 7.

      Nell’antico Israele, i capifamiglia che non si conformavano alle giuste esigenze e ai comandi di Geova potevano dare l’ostracismo alla loro propria casa. A volte le conseguenze erano serie come quelle che si abbatterono su Acan e sulla sua casa. Ma oggi l’uomo che è capo di una casa cristiana può pure divenire infedele. Egli e altri della sua famiglia possono immischiarsi in pratiche che causano la disassociazione dalla pura congregazione cristiana. (1 Cor. 6:9, 10) In realtà, l’uomo che viola personalmente le Scritture e passa sopra a un grave errore nella sua famiglia dà l’ostracismo alla sua propria casa. Egli, e possibilmente altri nella sua famiglia,

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