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Perché essere onesti?La Torre di Guardia 1982 | 15 luglio
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Perché essere onesti?
LA BIBBIA descrive giustamente Geova come il “Dio di verità”, come uno “che non può mentire”. (Salmo 31:5; Tito 1:2) Dal tempo della creazione dell’uomo, Geova ha sempre richiesto che i suoi veri adoratori fossero onesti in ogni cosa. — Zaccaria 8:16, 17.
Per essere onesti è importante farsi guidare non da ciò che pensa la comunità ma dalle norme di Geova Dio stesso. Queste norme sono contenute nella Bibbia.
Come Dio si comportò con Israele
Nella legge che diede alla nazione d’Israele, Geova comandò: “Non dovete rubare e non dovete ingannare, e non dovete agire falsamente ciascuno col suo congiunto. E non dovete giurare in mio nome su una menzogna, così che in effetti profani il nome del tuo Dio. Io sono Geova”. — Levitico 19:11, 12.
I ladri non se la cavavano con poco. Dovevano risarcire la vittima. E se non avevano i mezzi per effettuare il risarcimento chiesto dalla legge, divenivano schiavi ed estinguevano il debito col lavoro. — Esodo 22:1-4.
Geova fu molto specifico affinché fosse ben chiaro il fatto che condannava ogni forma di disonestà. Mise energicamente in guardia contro le ‘lingue ingannevoli’, le parole lusinghiere ma disoneste, la rapina e il furto, nonché la bilancia disonesta nel commercio. — Proverbi 1:10-19; Daniele 11:32; Michea 6:11, 12.
Un’esigenza cristiana
Il principio divino dell’onestà cambiò con la fondazione della congregazione cristiana? Niente affatto!
In quanto al furto e alla menzogna, la Bibbia comanda ai cristiani: “Non mentite gli uni agli altri”. “Ora che avete allontanato la falsità, dite la verità ciascuno al suo prossimo . . . Il ladro non rubi più, ma piuttosto fatichi, facendo con le sue mani ciò che è buon lavoro, onde abbia qualche cosa da distribuire a qualcuno nel bisogno”. “Nessuno di voi soffra quale . . . ladro o malfattore”. — Colossesi 3:9; Efesini 4:25, 28; I Pietro 4:15.
La serietà della cosa è sottolineata da questo avvertimento: “Non siate sviati. Né fornicatori, . . . né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E questo eravate alcuni di voi”. — I Corinti 6:9-11.
Si noti che tra quei primi cristiani c’erano alcuni che erano stati ladri e rapaci, ma avevano cambiato il loro modo di vivere. Riguardo alla reputazione degli abitanti di Creta, l’apostolo Paolo citò un cretese, forse il poeta Epimenide, che avrebbe detto: “I Cretesi sono sempre bugiardi, dannose bestie selvagge, ghiottoni disoccupati”. (Tito 1:12) Fra i greci, il nome “cretese” divenne, sinonimo di “bugiardo”. Ma alcuni abitanti di Creta cambiarono condotta e divennero veri cristiani. Fra loro c’erano anziani cristiani che si erano fatti la reputazione d’essere ‘liberi da accusa, non avidi di guadagno disonesto, amanti della bontà, giusti, leali, padroni di sé’. — Tito 1:7, 8.
Cosa li fece cambiare?
Il fatto che avevano conosciuto Geova, il “Dio di verità”, e appreso ciò che richiede dai suoi servitori aveva prodotto il cambiamento. Seguirono l’esempio di Gesù Cristo che ‘lasciò loro un modello onde lo seguissero attentamente’. Studiando il modello della vita di Gesù si resero conto che ‘non c’era inganno nella sua bocca’. Dal suo insegnamento appresero quanto segue: “Come volete che gli uomini facciano a voi, fate lo stesso a loro”. — I Pietro 2:21, 22; Luca 6:31.
Naturalmente non è probabile che il cambiamento sia avvenuto da un giorno all’altro. Ed è per questo che, ad esempio, l’apostolo Paolo scrisse a Tito di ‘continuare a ricordare’ ai cristiani di Creta alcuni aspetti in relazione alla santa condotta. (Tito 3:1-3) Forse in principio possono aver pensato che fosse impossibile rivestire la nuova personalità. Quando facevano passi indietro forse si sentivano scoraggiati. Ma la gratitudine per il meraviglioso provvedimento che Geova aveva preso per perdonare la loro condotta peccaminosa di un tempo in base alla fede nel sacrificio di Gesù Cristo ebbe un potente effetto. E mentre imparavano a contare su Geova e a chiedere l’aiuto del suo spirito, vedevano avvenire cambiamenti che da soli non sarebbero mai stati in grado di fare. — Confronta I Corinti 6:11.
Perché farlo?
Ma perché impegnare una lotta simile? Perché voler essere onesti in ogni cosa? Cominciamo dalla famiglia. Cosa succede quando i coniugi si accorgono di non potersi fidare l’uno dell’altro? Forse si comincia con cose apparentemente piccole, ma presto l’intera relazione è rovinata. D’altra parte, l’essere onesti in ogni cosa rafforza il vincolo coniugale. Ed esercita una potente e benefica influenza anche nella vita dei figli.
L’onestà che mostriamo nei rapporti con le persone fuori dell’ambito familiare è un indice dell’opinione che abbiamo dei nostri simili. Il timore della punizione trattiene alcuni dal fare il male. Ma ci sono forze più potenti. L’apostolo Paolo scrisse: “‘Non devi rubare, non devi concupire’, e qualsiasi altro comandamento vi sia, si riassume in questa parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. (Romani 13:9) Per ricevere amore dobbiamo darlo. Chi è onesto ha buone relazioni con gli altri. È anche in pace con se stesso. Non ha la coscienza sporca che lo tenga sveglio la notte. Non guarda continuamente dietro di sé per timore d’essere preso. — Romani 13:3-5.
Ad ogni modo la cosa più importante è la propria relazione con Dio. È il sincero amore verso Geova e il desiderio d’avere la Sua approvazione che spinge l’individuo a lottare contro le proprie imperfezioni e ad essere onesto anche quando gli altri non lo sono. — Salmo 15:1-5.
Ci sono oggi persone che si comportano veramente così? Vediamo.
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Ha vinto l’onestàLa Torre di Guardia 1982 | 15 luglio
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Ha vinto l’onestà
COME sarebbe meraviglioso poter lasciare la porta aperta senza dover temere i ladri! Come sarebbe bella e piacevole la vita se potessimo fidarci degli altri e gli altri potessero fidarsi di noi!
Ma tutto questo comincia dall’individuo, non vi pare? Ci vogliono anzitutto i nostri sforzi personali.
Considerate alcuni esempi di persone che hanno lottato e vinto le loro cattive inclinazioni perché lo desideravano.
Avrebbe ingannato per conto del padrone?
Un uomo di Rio de Janeiro, in Brasile, rischiava di perdere il posto se non continuava a imbrogliare i clienti. Perché si trovava in questa situazione? Dopo avere ubbidito agli ordini del padrone senza farsi nessuno scrupolo, venne a conoscenza delle norme divine contenute nella Bibbia. Che avrebbe fatto poi? Avrebbe subito ubbidito alla Bibbia? Tutt’altro. Scelse la via più facile: smise di studiare la Bibbia. Per qualche tempo conservò l’impiego. Ma la storia non finisce qui.
La coscienza non gli dava più tregua e si licenziò. (Romani 2:14, 15) Dio deve avere esaudito le sue preghiere per avere una buona coscienza, poiché andò a cercare un testimone di Geova che abitava nelle sue vicinanze per continuare lo studio della Parola di Dio. Ma la cosa interessante è che dopo non molto il suo ex principale lo mandò a chiamare. Perché? Lo rivoleva. L’uomo che aveva assunto in vece sua era disonesto non solo coi clienti ma anche con il principale! Intanto, deciso più che mai a essere onesto, lo studente della Bibbia disse che sarebbe tornato a lavorare da lui, ma solo a una condizione: essere onesto in qualsiasi circostanza. La condizione fu accettata. L’onestà trionfò, e quell’uomo è ora un cristiano battezzato.
Un rapinatore cambia vita
Può un rapinatore cambiare il suo modo di vivere? Nel Brasile meridionale un diciannovenne faceva parte di una banda che svaligiava gli appartamenti. In prigione gli venne fra le mani della letteratura biblica pubblicata dalla Watch Tower Society. Quello che imparò lo scosse. Ciò che Geova richiedeva da un cristiano era molto diverso dal tipo di vita che egli aveva condotto, anche se era di religione cattolica.
Lentamente fece progresso. Man mano che i suoi dubbi venivano dissipati il suo apprezzamento aumentava. Oggi egli studia la Bibbia con altri detenuti ed è noto alle autorità carcerarie, agli avvocati e ai giudici per la sua sbalorditiva trasformazione. Le autorità sono così meravigliate del suo mutato comportamento che permettono si tenga ogni settimana uno studio biblico in gruppo con 40 presenti.
Non ruba e non mente più
In Inghilterra un ragazzo londinese era così disgustato del sistema in cui viveva che divenne apertamente ribelle. Non avendo un’occupazione regolare e non volendo lavorare, l’allettamento a rubare era grande. Lavorando come fattorino teneva per sé alcuni pacchi e rubava anche dolci nei negozi. Ben presto entrò a far parte di una banda di scassinatori, ma fu preso, processato e condannato. All’età di soli sedici anni finì in un riformatorio chiamato Borstal. Dopo due anni venne rimesso in libertà e per qualche tempo si tenne lontano dai guai, temendo di finire nuovamente in prigione.
Il riformatorio lo aveva emendato? No. Un anno più tardi ricominciò da capo. Mentre faceva il conducente d’autobus approfittava dell’ora di punta per intascare il denaro invece di rilasciare i biglietti. E ancora una volta perse il lavoro. Nel frattempo si era sposato, ma il vizio del bere e le relazioni con altre donne causarono sin dagli inizi seri problemi.
A questo punto, due mesi dopo le nozze, la coppia venne a contatto con la Bibbia. Accettarono di fare lo studio biblico. Ci fu un cambiamento improvviso? Per essere sinceri no. La tendenza alla disonestà era troppo radicata ed egli smise di assistere allo studio. Nondimeno il seme era stato gettato.
Ripensandoci egli ammette che nel profondo del suo cuore sapeva che quanto aveva udito in quelle poche settimane di studio biblico era la verità ed era l’unica cosa che lo avrebbe potuto emendare. Il suo cuore lo desiderava, ma gliene mancava la forza. Un giorno venne alle mani con la polizia. Fu arrestato per guida in stato di ubriachezza al volante di un veicolo non assicurato. Quando la mattina dopo si guardò allo specchio e vide la sua camicia bianca tutta macchiata di sangue fece un attento esame della sua situazione.
“Avevo davanti solo due strade”, dice. “Finire due metri sotto terra o cambiare, prendere una decisione. Pregai Geova di mandarmi un certo Testimone. E poco dopo questi venne e lo supplicai di studiare la Bibbia con me. Questo avvenne nel novembre del 1973. Nel marzo del 1974 fui battezzato”.
È stato facile per quest’uomo smettere di rubare e mentire? “No”, risponde. “Ci sono stati alti e bassi, piccole ricadute. Senza l’aiuto di Geova non sarei mai uscito dal caos in cui mi ero cacciato”.
Egli sa che la felicità dipende dal seguire la legge divina dell’amore. “Tutta la mia famiglia frequenta la Sala del Regno. E mi sforzo di educare i miei figli nella via di Dio. Mi dispiace che i miei genitori non abbiano conosciuto quello che conosco io e quindi non abbiano potuto aiutarmi”.
Vita con un futuro
In questo mondo sofisticato alcuni pensano che “l’occasione fa l’uomo ladro”. Ma perfino alcuni che hanno smesso di rubare comprendono che una vita onesta offre molto di più.
Perché? Perché ne risultano una coscienza pulita, fiducia reciproca e, soprattutto, l’approvazione di Dio. Questa è un’esigenza fondamentale per ottenere la vita nel nuovo ordine che Dio stabilirà prossimamente e dove furto e disonestà non esisteranno più.
L’amore sarà l’elemento dominante di una vita piena e soddisfacente, vissuta su una terra paradisiaca sotto il regno millenario di Cristo Gesù. L’onestà regnerà ovunque. Perché non cercare di sapere di più in merito a questa rallegrante speranza? I testimoni di Geova della vostra zona saranno molto felici di aiutarvi.
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