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  • Noti per la loro onestà
    Svegliatevi! 1980 | 8 maggio
    • Noti per la loro onestà

      Dai cristiani si richiede che siano onesti. Appropriatamente, dunque, l’apostolo Paolo scrisse: “Continuate a pregare per noi, poiché confidiamo di avere un’onesta coscienza, desiderando condurci in ogni cosa onestamente”. (Ebr. 13:18) Tale onestà è nota ed è utile, come illustra la seguente esperienza di un Testimone in Francia.

      A causa dell’attuale crisi economica un uomo d’affari cristiano si trovò in difficoltà. A questo riguardo, dice:

      “Essendo un industriale, a volte mi è difficile pagare le fatture a fine mese, a causa delle difficoltà commerciali. Così alla fine di agosto del 1977 fui costretto a chiedere un rinvio nel pagamento di una forte somma. Era una grossa ditta straniera che esigeva rigorosamente il puntuale pagamento delle fatture. Il direttore respinse la mia richiesta e chiese all’agente locale di esigere immediatamente il pagamento. Avevo già dato testimonianza a questo agente, che disse al direttore di conoscermi molto bene e che ero fidato. Ma nessun argomento servì.

      “Allora aggiunse che ero un testimone di Geova. La risposta fu: ‘Questo cambia tutto! Concedetegli il rinvio che chiede’. In seguito l’agente venne a trovarmi e mi spiegò tutto. Mi fece vedere una fotocopia della lettera che il direttore aveva inviato alla sede della ditta. La lettera conteneva questo commento: ‘Testimone di Geova — Opinione favorevole’”.

      Alla scadenza del rinvio il Testimone saldò il suo debito ed è ancora in ottimi rapporti d’affari con questa ditta. È ovvio che i cristiani non si comportano onestamente solo per avere dei vantaggi materiali. Ma la buona reputazione che si fanno con parole e azioni oneste non passa inosservata.

  • Un’amicizia piuttosto insolita
    Svegliatevi! 1980 | 8 maggio
    • Un’amicizia piuttosto insolita

      COME riferiva il “Sunday Times” di Johannesburg, quasi tutte le mattine il dott. Arthur Wright di Durban mette la maschera, il respiratore e le pinne e si tuffa in mare.

      Un giorno strinse un’amicizia piuttosto insolita con un polpo, a cui mise nome Okkie. Il “Sunday Times” riportava quanto egli stesso ha narrato:

      “Mi imbattei in Okkie un tardo pomeriggio d’estate di circa quattro anni fa. Se ne stava oziando fuori della sua tana nella roccia. Il mio primo pensiero fu di prenderlo vivo per portarlo all’acquario di Durban. . . .

      “Okkie agitò immediatamente i tentacoli come in un gesto di saluto, poi con mia grande sorpresa afferrò una conchiglia appena ripulita e con una di quelle sue incredibili appendici me la tese. Ne fui deliziato e ovviamente del tutto disarmato. Decisi di lasciare Okkie dov’era.

      “Nei giorni che seguirono pensai molto ad Okkie. Così ci tornai. E naturalmente ricevetti lo stesso gioioso saluto. E una conchiglia in dono. La volta successiva che passai di lì, Okkie fu più generoso. Mi offrì due conchiglie. Col passare dei mesi mi feci una bella collezione grazie a Okkie.

      Un giorno passai di lì per caso e, con mio dispiacere, Okkie non c’era. Tornai varie volte. Ma Okkie non c’era più. Cosa poteva essergli accaduto? Forse era cresciuto e non ci stava più nella tana. Forse era stato vittima di qualche predatore. O forse anche lui era stato preso dallo spirito dell’avventura ed era andato a esplorare nuove acque. Chi lo sa? Io so soltanto che mi rendevo conto di avere subìto una grande perdita”.

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