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  • Ritenete saldamente la “buona notizia”!
    La Torre di Guardia 1982 | 15 maggio
    • Ritenete saldamente la “buona notizia”!

      “La ritenete saldamente, a meno che, infatti, non abbiate creduto senza scopo”. — I Corinti 15:2.

      1. Perché Paolo sostenne con fervore la risurrezione?

      LA LETTERA che l’apostolo Paolo scrisse ai Corinti culmina in una magistrale considerazione del soggetto della risurrezione. Perché sostiene con tanto fervore la risurrezione? Per un motivo appropriato. Quei cristiani di Corinto erano circondati da un mondo avido e immorale e alcuni erano perfino caduti nei lacci di Satana. Paolo non voleva che i suoi diletti fratelli ‘credessero senza scopo’, poiché questo avrebbe significato per loro la distruzione. Egli voleva invece che rimanessero fermi nella “buona notizia” che aveva dichiarato loro.

      2. (a) Perché oggi dovremmo faticare a favore della “buona notizia”? (b) In che modo la risurrezione è collegata alla “buona notizia”?

      2 Anche oggi viviamo in un mondo che non conosce Dio. Perciò noi che “abbiamo riposto la nostra speranza nell’Iddio vivente” dobbiamo faticare e sforzarci a favore della “buona notizia”. (I Timoteo 4:10) Questa “buona notizia” è ora imperniata sull’istituito “regno del nostro Signore [Geova] e del suo Cristo”. È mediante la risurrezione che Cristo Gesù e i 144.000 re associati a lui ottengono quel regno, il celeste monte Sion. È pure mediante la risurrezione che la grande maggioranza dell’umanità vivrà nel reame terrestre del Regno. (Rivelazione 11:15; 14:1; 20:12) La risurrezione è pertanto un aspetto notevole della “buona notizia”.

      La speranza della risurrezione

      3. In che senso l’insegnamento della risurrezione è in contrasto con quello dell’immortalità dell’anima?

      3 Cos’è dunque questa speranza della risurrezione? Non è una speranza basata sulla presunta immortalità dell’anima, insegnata dall’impero mondiale della falsa religione, dentro e fuori della cristianità. No, è una speranza per anime mortali! La parola “risurrezione” (greco, anàstasis) ricorre una quarantina di volte nelle Scritture Greche Cristiane. Significa rialzarsi alla vita. Per risorgere alla vita bisogna prima essere morti, perché la vita è l’opposto della morte. — Deuteronomio 30:19, 20; Isaia 38:17-19.

      4. Cosa mostra che gli antichi ebrei non credevano nell’immortalità umana ma nella risurrezione terrena?

      4 Nelle Scritture Ebraiche non si trova l’insegnamento dell’immortalità umana. L’idea era del tutto sconosciuta agli ebrei. Ci sono invece molte indicazioni che credevano in una risurrezione terrena. Evidentemente è per questo che supposero che Gesù potesse essere il risorto ‘Giovanni Battista o Elia o Geremia o un altro dei profeti’. — Matteo 16:14.

      5. In armonia con il proposito di Dio, quale prospettiva avevano Abraamo e altri antichi servitori di Dio?

      5 Dopo avere descritto la fedele condotta di Abele, Enoc, Noè e della casa di Abraamo, l’apostolo Paolo ci dice: “Nella fede morirono tutti questi, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, ma le videro da lontano e le salutarono e dichiararono pubblicamente d’essere estranei e residenti temporanei nel paese”. Attendevano una risurrezione, che avrebbe avuto luogo sulla terra sotto il dominio della “città che ha reali fondamenta”, il regno di Dio retto dal Messia. Quando fu messo alla prova riguardo all’offerta di Isacco, il fedele Abraamo “riconobbe che Dio poteva destarlo anche dai morti”. Abraamo credette inoltre alla promessa fattagli da Dio: “Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra di certo si benediranno”. Logicamente la stragrande maggioranza delle persone di quelle nazioni avrebbero avuto bisogno d’essere risuscitate per ricevere tali benedizioni mediante quel “seme”. — Genesi 22:18; Ebrei 11:4-19.

      6. Cosa indicano le parole di Giobbe e dei figli di Cora riguardo alla risurrezione?

      6 In seguito l’integro Giobbe fece questa domanda: “Se l’uomo robusto muore può egli tornare a vivere?” Giobbe credeva di sì e dimostrò di avere tale fede chiedendo a Dio di nasconderlo nello Sceol (la comune tomba dell’umanità) e di ricordarsi di lui dopo un tempo stabilito. (Giobbe 14:13-15) In Salmo 45:16 i figli di Cora profetizzarono che il Messia avrebbe avuto “figli” che avrebbe costituiti “principi su tutta la terra” durante il suo regno millenario. Questi “figli” avrebbero incluso alcuni suoi “antenati” meritevoli di cui egli sarebbe divenuto padre risuscitandoli dai morti. — Matteo 1:1-16; Luca 3:23-38.

      7. (a) In che modo gli scritti dei profeti confermano la speranza di una risurrezione terrena? (b) Perché la risurrezione di Daniele e di altri sarà una “risurrezione migliore”?

      7 Anche i profeti ispirati parlarono di una risurrezione, che secondo il loro intendimento sarebbe stata terrena. (Isaia 25:8; 26:19; Osea 13:14) Poco prima di morire l’attempato Daniele ricevette la promessa: “Riposerai, ma sorgerai per la tua sorte alla fine dei giorni”. (Daniele 12:13) Daniele, che ‘mediante la fede fermò perfino le bocche dei leoni’, attendeva “una risurrezione migliore”. Sarebbe stata una risurrezione alla vita sotto l’istituito regno di Dio, in contrasto con ciò che fecero Elia, Eliseo, Gesù e gli apostoli risuscitando persone che in seguito morirono di nuovo. — Ebrei 11:33, 35.

      8. Quale idea della risurrezione avevano i messaggeri di Giovanni e anche Marta?

      8 Dopo che Gesù aveva cominciato il suo ministero, l’imprigionato Giovanni il Battezzatore mandò messaggeri a chiedere a Gesù se era veramente il Messia. Compiute altre guarigioni miracolose, Gesù disse loro: “Andate, comunicate a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi ricevono la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e i sordi odono, i morti sono destati, ai poveri è annunciata la buona notizia”. (Luca 7:19-23) Pertanto Gesù non solo dimostrava d’essere il Messia ma suscitava anche fede in ciò che sarebbe stato in grado di compiere mediante il suo regno, perfino destando i morti. Essi capirono che si trattava di una risurrezione sulla terra. La stessa cosa capì Marta, che in seguito, quando Lazzaro era morto, disse a Gesù: “So che sorgerà nella risurrezione, nell’ultimo giorno”. — Giovanni 11:24.

      La risurrezione celeste

      9. Come poté Lazzaro ricevere la speranza di una risurrezione celeste?

      9 Se allora Gesù non avesse risuscitato Lazzaro, quest’ultimo avrebbe avuto una speranza terrena. Ma Gesù compì quel miracolo, riportando in vita Lazzaro dai morti temporaneamente. Senza dubbio Lazzaro visse oltre il giorno di Pentecoste del 33 E.V. per cui avrebbe ricevuto un ulteriore favore dal suo Signore. Quel giorno di Pentecoste sarebbe stato generato dallo spirito di Dio alla speranza della vita celeste, con la prospettiva della risurrezione celeste. Come fu offerta questa opportunità?

      10. Quale erroneo punto di vista era sorto ai giorni di Paolo, ma come lo confutò?

      10 Nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto l’apostolo Paolo considera il soggetto della risurrezione. Alcuni di quella congregazione sostenevano che “non vi è risurrezione dai morti”. Evidentemente avevano cominciato a pensare che i cristiani viventi avessero già avuto qualche sorta di “risurrezione” spirituale e forse certuni stavano mischiando questa idea con quella della filosofia platonica dell’immortalità dell’anima. Quali che fossero i particolari della loro errata opinione, Paolo ritenne opportuno ‘rimetterli a posto’ presentando un magistrale argomento a favore del corretto insegnamento della risurrezione, dando risalto alla ‘buona notizia per mezzo della quale erano anche salvati’. — I Corinti 15:1, 2, 12.

      11. In che modo la “buona notizia” è collegata alla speranza della risurrezione?

      11 Cos’è questa “buona notizia”? È imperniata su Cristo. Paolo include fra le “prime cose” importanti il fatto che Cristo morì, fu seppellito, fu destato, e apparve prima a Cefa (Pietro), poi in varie occasioni a 500 e più persone, e infine allo stesso Paolo. Cristo era stato veramente risuscitato nello spirito! (I Pietro 3:18) Come Paolo sottolinea due volte, questi avvenimenti emozionanti erano “secondo le Scritture”, confermando tutto ciò che la parola di Geova aveva profetizzato riguardo al Messia. La nostra fede sarebbe inutile se non fosse ancorata al fatto della risurrezione di Gesù Cristo. — I Corinti 15:3-8, 17.

      “Ciascuno nel proprio ordine”

      12. In che senso Cristo diviene una “primizia”?

      12 Proseguendo, l’apostolo collega la risurrezione con i propositi del Regno di Geova. Con fiducia Paolo proclama: “Cristo è stato ora destato dai morti, primizia di quelli che si sono addormentati nella morte”. Se Cristo è una “primizia”, allora devono esserci anche altri risuscitati, “ma ciascuno nel proprio ordine”. Gli altri devono attendere la “presenza” di Cristo con il potere del Regno, quando il riscattatore, Gesù Cristo, comincia a ‘render viventi’ quelli che “muoiono” o che sono morti a causa del peccato ereditato da Adamo. — I Corinti 15:20-23.

      13. Come avviene la risurrezione secondo un “ordine”?

      13 Dopo Cristo saranno risuscitati “nel proprio ordine” i 144.000 coeredi del Regno, che hanno seguito le orme di Gesù fino alla morte. Questa risurrezione comincia “durante la sua presenza [greco, parousìa]”, che ebbe inizio nel memorabile anno 1914. Alcuni rimanenti dei “fratelli” spirituali di Cristo prestano ancora servizio sulla terra, e anch’essi saranno similmente risuscitati in questo “ordine”, “in un batter d’occhio”, alla loro morte come creature umane. Così l’intero “Israele [spirituale] di Dio” sarà radunato nel regno celeste. — I Corinti 15:22, 23, 50-52; Ebrei 2:10-13; Rivelazione 7:4-8; Galati 6:16.

      14. Come Paolo illustra la risurrezione celeste?

      14 L’apostolo illustra mirabilmente la morte e risurrezione dei cristiani generati dallo spirito. Egli fa un paragone con la morte di un nudo chicco di grano o di qualcos’altro, da cui germoglia una pianta nuova. Sì, il corpo “seminato nella corruzione” è “destato nell’incorruzione” come glorioso corpo spirituale che ‘porta l’immagine dell’ultimo Adamo’, il Signore re Gesù Cristo. — I Corinti 15:35-49.

      15. Dove ha luogo la “risurrezione migliore”, e chi vi è incluso?

      15 Ad ogni modo sono i 144.001, compreso Cristo, gli unici a essere risuscitati nel debito ordine? Niente affatto! Ebrei 11:40 ci dice che essi risuscitano a “qualche cosa di migliore”, una condizione spirituale celeste. Migliore di che cosa? Migliore della condizione conseguita con la risurrezione che nell’ordine viene dopo! Questa risurrezione deve includere coloro che saranno resi “principi su tutta la terra”, e che è ragionevole siano tra i primi a essere risuscitati sulla terra dopo la decisiva vittoria di Geova nella battaglia di Har-Maghedon. Così potranno accingersi ad assolvere i compiti che saranno loro affidati nella “nuova terra”, la società teocratica del popolo di Dio sulla terra purificata. La loro è una “risurrezione migliore” per il fatto che ha luogo sotto il regno di Dio, con la prospettiva della vita eterna per i risuscitati. In questo gruppo ci aspettiamo di trovare i fedeli cristiani dedicati che oggi hanno la speranza terrena e che muoiono per varie cause prima che sia stabilita la “nuova terra”. — Isaia 32:1; Rivelazione 16:14, 16; 21:1, 3, 4.

      Un gruppo privilegiato

      16. Quale altro gruppo è specialmente privilegiato, e quali privilegi ha?

      16 C’è tuttavia un gruppo specialmente privilegiato. E di chi si tratta? Della “grande folla” che l’apostolo Giovanni descrive particolareggiatamente in Rivelazione 7:9-17. La loro speranza è la vita eterna nella “nuova terra”. Come gruppo superano la “grande tribolazione” senza dover mai morire. Che prezioso privilegio hanno essi per avere ‘lavato le loro vesti e averle rese bianche nel sangue dell’Agnello’! Ora che siamo nella parte più importante degli “ultimi giorni”, la parte conclusiva, quando si deve far risuonare la testimonianza a tutte le nazioni e le persone della terra, questa “grande folla”, il cui numero supera al presente i 2.300.000, sta rendendo tale “sacro servizio” nei cortili terrestri della disposizione di Geova per l’adorazione. Questa “grande folla” non sente l’“ardore” del giudizio divino. E perché? “Perché l’Agnello [Gesù Cristo], che è in mezzo al trono [celeste], li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”.

      17. (a) Quali gioie sono riservate alla “grande folla”? (b) Come raggiungerà il culmine il miracolo della risurrezione?

      17 Indubbiamente la “grande folla” proverà gioia entrando nella terra purificata e accogliendo i fedeli risuscitati. Inoltre, al tempo fissato da Dio e secondo un ordine stabilito, i miliardi di persone che sono nelle “tombe commemorative” ne verranno fuori in una risurrezione generale. (Giovanni 5:28, 29; Rivelazione 20:12) Quando la società della “nuova terra” comincerà a funzionare e Cristo e coloro che regneranno insieme a lui applicheranno i benefici del suo sacrificio di riscatto per sanare l’umanità ed elevarla alla perfezione di mente e di corpo, che allegrezza ci sarà tra le unite, felici famiglie dell’umanità! — Isaia 65:17, 18; II Pietro 3:13.

      18. Come sarà completamente adempiuto il grande proposito di Dio riguardo alla terra?

      18 Mille anni passeranno come un giorno, almeno dal punto di vista di Geova. (II Pietro 3:8) La terra sarà piena di creature umane perfette, come Geova si era proposto quando creò l’uomo circa 7.000 anni prima. Il suo “giorno” di riposo di 7.000 anni sarà pervenuto alla fine e non sarà stato vano, poiché il suo grande proposito riguardo alla nostra terra sarà stato adempiuto. E poi?

      19. Cosa accadrà dopo che l’“ultimo nemico” sarà stato ridotto a nulla?

      19 L’apostolo Paolo ci dice: “Poi, la fine, quando [Cristo] avrà consegnato il regno al suo Dio e Padre, quando avrà ridotto a nulla ogni governo e ogni autorità e potenza [in opposizione]. Poiché egli deve regnare finché Dio non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. Come ultimo nemico, sarà ridotta a nulla la morte. . . . allora il Figlio stesso si sottoporrà a Colui che gli ha sottoposto tutte le cose, affinché Dio sia ogni cosa a tutti”. (I Corinti 15:24-28) Satana sarà quindi sciolto, come descrive Rivelazione 20:7-10, per mettere alla prova l’integrità di ciascun componente dell’umanità perfetta. Allora egli, e chiunque lo seguirà, sarà scagliato nel simbolico “lago di fuoco”, che significa la distruzione eterna.

      20. Quale splendida prospettiva avrà l’umanità alla fine del giorno di riposo di Dio?

      20 Essendo ora finito il giorno in cui Dio ‘si è riposato da tutta la sua opera’ relativa alla creazione terrestre, senza dubbio egli compirà opere nuove che continueranno a svilupparsi per tutta l’eternità. Non ci sarà mai un attimo di noia allorché i gioiosi abitanti della terra, felici di possedere sempre la freschezza e il vigore giovanile, parteciperanno a qualsiasi compito sarà affidato loro dall’Iddio che adempie il suo proposito. — Genesi 2:3; Isaia 66:22.

      Di fondamentale importanza

      21. Come possiamo trarre beneficio dall’argomentazione di Paolo in I Corinti 15?

      21 Dobbiamo ‘ritenere saldamente la buona notizia’, inclusa la speranza della risurrezione, poiché la risurrezione è di fondamentale importanza per tutti i servitori di Dio. I fedeli uomini e donne dei tempi antichi credettero in una risurrezione terrena e l’attesero. (Ebrei 11:13-16) Cristo Gesù fu destato come “primizia” della risurrezione, fatto attestato da centinaia di testimoni oculari. Gli unti cristiani generati dallo spirito hanno ‘predicato in tutta la creazione che è sotto il cielo’, sia nei tempi apostolici che nei tempi moderni, per cui la “buona notizia” relativa alla risurrezione ha fatto il giro del mondo. (Colossesi 1:23) E man mano che gli unti del rimanente finiscono la loro vita terrena e ricevono la ricompensa celeste, una “grande folla”, di nuovo con la speranza della vita eterna sulla terra, proclama la “buona notizia” del Regno. — Matteo 24:14.

      22. Quale conclusiva esortazione rivolge Paolo nella sua lettera, e perché abbiamo ogni ragione di seguirla?

      22 Come sono privilegiati tutti questi gruppi mentre conseguono le rispettive mete, ciascuno nel proprio ordine! Oggi abbiamo davvero ogni ragione per seguire l’ulteriore esortazione di Paolo: “Siate svegli, state fermi nella fede, comportatevi da uomini, divenite potenti. Tutte le vostre cose si facciano con amore”. (I Corinti 16:13, 14) In tal modo avremo creduto per uno scopo buono.

  • Zelanti per l’“opera del Signore”
    La Torre di Guardia 1982 | 15 maggio
    • Zelanti per l’“opera del Signore”

      “Divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore”. — I Corinti 15:58.

      1. Perché la speranza della risurrezione dovrebbe avere profondo significato per tutti noi?

      LA SPERANZA della risurrezione dovrebbe essere un grande stimolo per ognuno di noi, sempre. Infatti, una volta o l’altra la nemica morte ci tocca tutti, direttamente o indirettamente. Quando muore una persona cara, possiamo riflettere sui meravigliosi propositi di Geova, ‘affinché non ci rattristiamo come fanno anche gli altri che non hanno speranza’. Possiamo aver fede che i morti risorgeranno, proprio come Gesù risorse dai morti. (I Tessalonicesi 4:13, 14) Possiamo anche sicuramente aspettarci che, se dovessimo morire, Geova si ricorderà di noi nella risurrezione, purché abbiamo adempiuto fedelmente la nostra dedicazione a lui. — Giovanni 5:28, 29; 6:40.

      2. Tenendo conto di Ecclesiaste 9:11, come dovremmo considerare la vita?

      2 Mentre questi “ultimi giorni” vanno rapidamente verso la loro conclusione, molti di noi sperano di sopravvivere alla “grande tribolazione” senza dover mai morire. (Matteo 24:21; II Timoteo 3:1) Tuttavia, come accade ai veloci, ai potenti, ai saggi e a quelli che hanno intendimento, “il tempo e l’avvenimento imprevisto capitano a tutti”. Possono capitarci all’improvviso una malattia, un incidente o un disastro. Se mai dovesse accaderci qualcosa del genere, come sarebbe bello se ci fossimo impegnati nel servizio di Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra forza! Poiché allora la sua approvazione e la risurrezione ci sarebbero assicurate. Inoltre, la nostra integrità sarebbe un incoraggiamento e una benedizione per altri che, osservandoci e ascoltandoci, potrebbero avere anch’essi la speranza della risurrezione e la salvezza. — Ecclesiaste 9:11; Marco 12:30; I Timoteo 4:15, 16.

      Rafforzati dalla speranza della risurrezione

      3. (a) A quale meta dovremmo rivolgere lo sguardo, e perché? (b) In che modo la speranza della risurrezione deve sorreggere i cristiani, che siano degli unti o della “grande folla”?

      3 L’apostolo Paolo dichiarò: “Se abbiamo sperato in Cristo solo in questa vita, siamo i più miserevoli di tutti gli uomini”. La nostra fede sarebbe inutile, la nostra predicazione vana. Ma il nostro sguardo è fermamente rivolto alla sicura meta della vita nel nuovo ordine che Geova stabilirà, sia che la conseguiamo sopravvivendo ad Har-Maghedon o, come nel caso di alcuni, essendo risuscitati presto dai morti. Nei suoi giorni Paolo parlava a cristiani che erano stati unti dallo spirito di Dio e che dovevano subire un battesimo nella morte, cioè un’esperienza simile a quella di Gesù nei tre anni e mezzo che precedettero la sua esecuzione al Calvario. Paolo pertanto chiede: “Se i morti non saranno affatto destati, perché sono anche battezzati allo scopo di essere tali?” Sì, la speranza della risurrezione sosteneva quei cristiani, permettendo loro di sopportare molte prove e può sostenere i cristiani d’oggi, sia che la loro speranza sia la vita eterna nel regno celeste o — per la stragrande maggioranza — la vita nel reame terreno di quel regno. — I Corinti 15:13-19, 29.

      4. Per quali ragioni dovremmo evitar di contaminarci con la filosofia epicurea?

      4 Scrivendo in merito alla situazione dei suoi giorni, Paolo prosegue dicendo: “Perché noi siamo ogni ora in pericolo? Ogni giorno mi espongo alla morte. Questo affermo mediante l’esultanza su di voi, fratelli, che ho in Cristo Gesù nostro Signore. Se, come gli uomini, ho combattuto in Efeso con le bestie selvagge, che bene ne ho? Se i morti non sono destati, ‘mangiamo e beviamo, poiché domani morremo’”. Per proclamare la “buona notizia” imperniata sul risorto Cristo, Paolo affrontò molti pericoli e persecuzioni, ma ebbe sempre la protezione e la benedizione di Dio. Se la risurrezione fosse un semplice inganno, tutto questo sarebbe stato vano. In tal caso, come i filosofi epicurei e i loro seguaci, Paolo e i fratelli di Corinto avrebbero potuto appagare i propri desideri e spassarsela. — I Corinti 15:30-32.

      5. (a) Quanto dovrebbe essere reale per noi la speranza della risurrezione? (b) Quali ottimi esempi moderni abbiamo mentre ci prefiggiamo la meta del Regno?

      5 La speranza della risurrezione e il regno messianico, però, sono reali. Sono strettamente legati all’eterno proposito di Dio. Come i cristiani dei tempi apostolici furono sorretti da quella speranza, così lo sono oggi. La storia moderna dei testimoni di Geova è adornata dall’esempio di migliaia di cristiani che hanno affrontato risolutamente la morte, poiché sapevano che mantenendo l’integrità potevano essere sicuri d’essere risuscitati presto, o nel “nuovo cielo” o nella “nuova terra”. Centinaia di Testimoni furono decapitati, fucilati, o morirono di fame o di percosse nei campi di concentramento del cattolico Hitler. Più recentemente, molti hanno affrontato pericoli e persecuzioni in certi paesi socialisti e di recente formazione. Ma hanno sempre riposto la loro fiducia nel veniente regno di Dio. Questa era la loro meta, sia che dovessero conseguirla sopravvivendo alla “grande tribolazione” o mediante la risurrezione. Dovrebbe essere la meta di ognuno di noi! — Rivelazione 21:1-4.

      6. Quale esempio che ci giunge dall’Africa incoraggia i sorveglianti a prodigarsi intrepidamente?

      6 Si prenda ad esempio il paese africano dello Zimbabwe, che per molti anni è stato dilaniato dalla guerra civile. I testimoni di Geova si sono distinti per la loro neutralità e per avere continuato a predicare il Regno in questa era di violenza. (Giovanni 17:16) Per i sorveglianti viaggianti era particolarmente pericoloso continuare a fare le loro edificanti visite alle congregazioni. Ma hanno continuato, a rischio della vita. In certi casi questi fratelli sono stati presi mentre andavano da una congregazione all’altra. Sono stati accusati d’essere stranieri e spie, e minacciati di morte. Un sorvegliante di circoscrizione è stato ucciso e il suo corpo è stato lasciato vicino alla sua bicicletta come ammonimento per i passanti. Ma altri sorveglianti di circoscrizione hanno continuato intrepidamente il loro servizio, finché un periodo di relativa pace non ha fatto cessare questo pericolo. Se mai dovessimo trovarci in circostanze simili, vorremmo essere altrettanto intrepidi e continuare a rendere a Dio “sacro servizio”! — Luca 12:4-7; Romani 12:1, 2.

      7. Come sono stati benedetti i fratelli del Salvador che hanno ritenuto saldamente la loro speranza?

      7 Nel Salvador la situazione è altrettanto critica: l’intero paese è dilaniato dalla guerra civile. Anche lì i testimoni di Geova sono rimasti strettamente neutrali verso la violenza. Ciò nonostante alcuni di essi sono stati presi tra due fuochi e hanno perso la vita. Ma fedeli anziani hanno continuato a servire le congregazioni e i gruppi isolati, rafforzandoli e incoraggiandoli. (Confronta Isaia 32:1, 2). Alcuni di essi sono scampati alla morte in modo straordinario e sono decisi a continuare la loro opera pastorale e di insegnamento, pur sussistendo il pericolo per la loro vita. (I Pietro 5:1-4) Le congregazioni tengono le adunanze prima del coprifuoco e nel 1981 Geova le ha benedette riccamente dando loro un aumento del 22 per cento nel numero dei proclamatori. Questi 8.242 proclamatori del Regno tenevano 13.948 studi biblici a domicilio con gli interessati mentre l’anno di servizio volgeva al termine. Dio benedice in modo meraviglioso tutti quelli che avanzano intrepidamente, anche se sono “ogni ora in pericolo”!

      8, 9. (a) Come sono stati sviati alcuni nei paesi ricchi? (b) Come dovremmo agire, e perché?

      8 Nei paesi più ricchi e apparentemente “sicuri”, però, alcuni si sono fatti sviare intraprendendo un tipo di vita pericoloso per la spiritualità. Pensano di poter familiarizzare col mondo e spassarsela alla maniera degli epicurei, tenendo nello stesso tempo per così dire un piede nell’organizzazione di Dio. Forse, frequentando imprudentemente degli apostati si sono lasciati influenzare e non apprezzano più il loro privilegio del regolare, zelante servizio del Regno. Che stoltezza! Paolo dice appropriatamente a tutti costoro: “Non siate sviati. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. Le utili abitudini teocratiche della partecipazione alle adunanze e al servizio di Dio possono essere facilmente sostituite dall’abbandono ai piaceri di un mondo ostinato. La visione del nuovo ordine di Dio si affievolisce, e con essa la speranza della risurrezione. Qualcosa del genere accadde a Imeneo, Alessandro e Fileto nei giorni di Paolo. E, purtroppo, cose simili accadono a qualcuno anche oggi. — I Corinti 15:33; I Timoteo 1:18-20; II Timoteo 2:15-19.

      9 È una vergogna, in questa tarda ora, smettere di sostenere con tutto il cuore l’organizzazione di Geova e il suo servizio! L’attuale sistema mondiale vacilla sull’orlo di un precipizio. Solo rimanendo nella “buona notizia”, ‘ritenendola saldamente’, ‘siamo anche salvati’. È essenziale continuare ad accrescere la conoscenza di Dio. Appropriatamente Paolo si rivolge a quelli che sono venuti meno sotto questo aspetto, dicendo: “Destatevi alla sobrietà in modo giusto e non praticate il peccato, poiché alcuni sono senza conoscenza di Dio. Parlo per farvi vergognare”. — I Corinti 15:1, 2, 34.

      “Divenite saldi”

      10. (a) Qual è l’atteggiamento di Paolo e della moderna classe dello “schiavo” verso i loro “diletti fratelli”? (b) Che relazione ha con questo la nostra scrittura dell’anno in corso?

      10 Paolo termina il suo argomento a sostegno della meravigliosa speranza della risurrezione con un tono affettuoso e incoraggiante. “Quindi, miei diletti fratelli”, dice. Vuole che i suoi fratelli spirituali raggiungano la loro meta. Anche oggi lo “schiavo fedele e discreto” si preoccupa vivamente del benessere spirituale di quei milioni di persone nel mondo che si interessano del futuro regno di Geova. Lo “schiavo” vuole che tutti i componenti della “grande folla” siano idonei per ricevere la vita nel reame terrestre di quel regno. E per esserlo ‘lavano le proprie vesti’ e servono Dio, per uscire indenni “dalla grande tribolazione”. (Matteo 24:45-47; Rivelazione 7:9, 14) Come si può conseguire quella meta? Partecipando con zelo all’opera del nostro Signore Gesù Cristo. Paolo lo indica con le seguenti parole, usate come scrittura dell’anno dai testimoni di Geova nel 1982:

      “Divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore”. — I Corinti 15:58.

      11. Cosa vuol dire ‘divenire saldi’?

      11 La saldezza è una qualità indispensabile per quelli che desiderano entrare nel nuovo ordine di Geova. Essere saldi vuol dire essere costanti, fermi, irremovibili. Questo è il tipo di fede che dobbiamo avere, la sicura aspettazione di cose non viste che verranno, ma che attraverso lo studio della Scrittura, sono divenute così reali per noi come se ci fossero già. — Ebrei 11:1.

      12. Per quali ragioni dobbiamo essere irremovibili nel nostro servizio?

      12 Sappiamo che il regno messianico è vicino, poiché è stato stabilito nei cieli nel 1914. Abbiamo visto il “segno” della “presenza” di Cristo nella gloria del Regno nei tumultuosi avvenimenti verificatisi sulla terra in questi “ultimi giorni”. Abbiamo osservato la direttiva impartita dagli angeli al popolo di Dio che con zelo missionario ha predicato “in tutta la terra abitata” la “buona notizia”, ascoltata da letteralmente milioni di persone. Il mondo di Satana eserciterà senz’altro maggiore pressione, ma è questa una ragione per vacillare nel “sacro servizio”, nel prezioso servizio che rendiamo al Sovrano della nostra vita, Geova Dio? No di certo! — Matteo 24:3-14; 25:31-34; Rivelazione 7:15; 14:6, 7.

      “Divenite . . . incrollabili”

      13. Come possiamo dimostrarci “incrollabili”, in modo simile a Giobbe?

      13 Paolo ci esorta anche a divenire “incrollabili”, che è simile all’essere saldi. Significa che, mentre osserviamo i comandamenti di Dio, non dobbiamo mai farci scuotere dalla nostra integrità. Questo fu lo spirito dell’esemplare, integro Giobbe, che disse del suo Dio e giudice: “Dopo avermi provato, ne uscirò come l’oro stesso”. Possiamo esprimere la stessa fiducia? Sì, se possiamo dire di Geova ciò che disse Giobbe: “Ho seguito la sua via, e non devio. Dal comandamento delle sue labbra non mi allontano. Ho custodito i detti della sua bocca più di ciò che mi è prescritto”. (Giobbe 23:10-12) Se noi, come Giobbe, facciamo anche più di ciò che è in programma per le adunanze regolari, scavando profondamente nelle pubblicazioni della Società per essere maggiormente illuminati su come applicare oggi la Parola di Dio, saremo veramente aiutati a rimanere saldi, incrollabili nella verità.

      14. (a) In che modo La Torre di Guardia ha progressivamente recato la luce alle persone sincere, e con quale risultato? (b) Quale avvertimento è stato dato, e come hanno reagito molti?

      14 Per oltre cent’anni La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova ha edificato progressivamente un insieme di verità attinenti al riscatto di Gesù, alla speranza della risurrezione e al futuro regno di Dio. Con le sue pagine ha fatto vivere la Bibbia nella mente e nel cuore di milioni di persone sincere. Le ha aiutate a capire gli errori insegnati nelle religioni della cristianità e, anzi, nell’intero impero mondiale della falsa religione, “Babilonia la Grande”. Ha richiamato l’attenzione sulla grande caduta spirituale di “Babilonia la Grande” e fatto echeggiare il comando profetico degli angeli: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. (Rivelazione 17:1, 5, 15, 18; 18:2, 4) Molti sono stati aiutati proprio in questo e sono divenuti leali sostenitori del messianico regno di Geova.

      15, 16. (a) Cosa non hanno compreso alcuni? (b) Chi è “quello schiavo” di Matteo 24:46? (c) In relazione allo “schiavo”, quando e come fu chiaro che Dio usava solo un canale per dispensare la verità?

      15 Ma ci sono sempre stati alcuni che, anziché sostenere incrollabilmente il Regno, han voluto tornare ai modi di pensare e d’agire della falsa religione. Non comprendono che il Signore, Cristo Gesù, usa il corpo dei suoi unti seguaci sulla terra come uno “schiavo fedele e discreto” per dispensare il cibo spirituale. — Matteo 24:45-47.

      16 Fu per la prima volta nel 1895 che alcuni amici della Torre di Guardia di Sion (inglese) espressero l’idea che questa rivista è strettamente associata con “quello schiavo”, “quel servitore”. (Matteo 24:26, Versione del Re Giacomo) I nemici suscitarono violenta opposizione contro il punto di vista di tali amici, per cui La Torre di Guardia (inglese) del 1º ottobre 1909 ebbe a dire quanto segue:

      “I nostri amici insistono che questa scrittura indichi che alla fine di questa era evangelica il Signore non avrebbe impiegato molti canali per diffondere la Verità, ma un solo canale. . . . Essi sostengono che hanno ricevuto tutti la conoscenza della Verità presente direttamente dalle pubblicazioni della Watch Tower Bible and Tract Society, o indirettamente attraverso quelli che hanno ricevuto la luce tramite questo canale. Pertanto sono lieti di collaborare all’opera della Società come ‘conservi’, credendo di seguire così la direttiva della Divina Provvidenza, nonché le istruzioni della Parola Divina”.

      17. (a) Come, sia prima che adesso, alcuni hanno cercato di screditare la verità? (b) Perché dovremmo essere felici di rimanere ‘incrollabilmente’ uniti allo “schiavo”?

      17 Poi, riferendosi a quei nemici della verità, La Torre di Guardia diceva:

      “Cercano di volgere la mente di coloro che sono stati illuminati in un’altra direzione dicendo loro che ‘ciascuno deve scavare’ da sé i gioielli della Divina Verità e che le pubblicazioni della Società costituiscono semplicemente l’inizio su cui ora dovrebbero edificare, per cui infine i suoi insegnamenti sarebbero relegati in secondo piano. Questi ‘conservi’ sleali insinuano pure che ci sia il pericolo di adorare la Società e che per evitarlo sia praticamente necessario metterla da parte o volgerle le spalle. Dicono: Facciamo uno studio biblico, ma escludiamo le pubblicazioni della Società!”

      Questo veniva scritto 72 anni fa, e ancor oggi ci sono alcuni che vorrebbero tentare di denigrare l’insieme di verità che Geova ha edificato progressivamente, servendosi del suo unico canale. Mentre la luce della verità si fa sempre più splendente, come dovremmo essere felici di rimanere ‘incrollabilmente’ uniti allo “schiavo fedele” del Signore! — Colossesi 1:21-23.

      “Avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore”

      18. (a) Qual è il segreto della salute spirituale, e come lo indica Proverbi? (b) Quali sono alcuni modi per avere “molto da fare nell’opera del Signore”?

      18 Sì, abbiate “molto da fare”, non ‘nelle cose vostre’, ma nell’opera del Signore Gesù Cristo. Questo è il segreto della salute spirituale. La pigrizia spirituale può far nascere dubbi. Può essere fatale, come indica Proverbi 19:15: “La pigrizia fa cadere nel profondo sonno, e l’anima pigra si affama”. Nel caso della persistente pigrizia spirituale, il risultato è l’inedia e la morte spirituale. Teniamoci dunque occupati, predicando regolarmente di casa in casa (anche nei territori dove non ci ascoltano), dando testimonianza informale a ogni occasione, facendo visite ulteriori alle persone simili a pecore e tenendo con loro regolari studi biblici a domicilio con una pubblicazione della Società. Alcuni di noi saranno in grado di fare i “pionieri”, o proclamatori del Regno a tempo pieno, in quest’opera del Signore Gesù, che è davvero il “pioniere” della nostra fede. — Ebrei 12:2, Moffatt; Isaia 6:8-10.

      19. Quale spirito possiamo mostrare tutti, ma come possono alcuni partecipare maggiormente all’opera?

      19 Che facciamo i pionieri o no, possiamo tutti compiere con gioia il nostro “sacro servizio”, con vero spirito di pioniere. Forse molti di noi potranno fare l’opera di “pioniere ausiliario” ogni tanto, e se la gioia che proviamo può incoraggiare alcuni di noi a divenire pionieri regolari, quanto più grande sarà la nostra partecipazione all’“opera del Signore”! — Romani 12:1, 2.

      20. (a) Di chi abbiamo il privilegio d’essere collaboratori? (b) Con quale certezza dovremmo avanzare verso la meta? (c) Infine, quali parole di Paolo dovremmo voler fare nostre, e perché?

      20 Quest’opera del Signore Gesù, compiuta seguendo le sue orme, è anche “l’opera di Geova”. (I Corinti 16:10; Giovanni 5:17) Come siamo privilegiati d’essere collaboratori del Sovrano Signore Geova, del Signore Gesù Cristo e degli angeli celesti al “termine del sistema di cose”! (I Corinti 3:9; Matteo 25:31-33; 28:19, 20) Sappiamo che la nostra fatica “non è vana riguardo al Signore”. Che entriamo nel Nuovo Ordine essendo risuscitati o sopravvivendo alla “grande tribolazione”, ci sia consentito di dire le parole del fedele apostolo Paolo riportate in I Corinti 15:57: “Grazie a Dio, poiché egli ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo!” Sì, la vittoria sopra la morte, che ci permetterà di ricevere le grandi benedizioni della vita eterna”!

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