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  • Una speranza sicura è d’aiuto
    Svegliatevi! 1981 | 8 luglio
    • Seconda parte

      Una speranza sicura è d’aiuto

      ‘VI AVREBBE sbalordito. Ha conservato uno spirito allegro e positivo fino all’ultimo’. Così è stato detto di Anita Brown, morta di cancro dopo avere dato alla luce un maschio.

      Il dott. Ron Lapin, uno dei medici che l’hanno assistita all’ospedale Esperanza, ha fatto questi commenti: “Quel cosino di trentasei chili mi ha meravigliato per la sua fede e per ciò che i testimoni di Geova sostengono. È stata un vero incoraggiamento per tutto il personale ospedaliero: una piccola dinamo”.

      Quando uno sta morendo da dove gli vengono tanto coraggio e ottimismo? Che c’entra questo con la fede di Anita che il medico menziona?

      Siamo aiutati a capirlo dalle parole di un aiuto infermiera, Cheryl Douglass, per la quale la morte di Anita è stata un colpo molto più duro che per la stessa famiglia di Anita. Perché? Essa ha risposto: “L’hanno presa molto meglio di me perché loro sono tutti testimoni di Geova mentre io no. La fede che hanno è per loro di grande aiuto”.

      Sorretti dalla speranza

      Cosa c’era nella fede di Anita e dei suoi familiari che nel momento critico ha dato loro tanta forza? La loro fede includeva la speranza di vivere un giorno in un nuovo ordine che Dio stabilirà dove malattie, dolori, pene e perfino la morte non esisteranno più. In quel nuovo ordine perfino i morti torneranno in vita mediante la risurrezione!

      Queste sono alcune delle meravigliose promesse che Dio ha fatto scrivere nella sua Parola ispirata, la Bibbia. Dato che le promesse del Creatore non possono mai venir meno, la Bibbia dichiara semplicemente: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Anita sapeva che la Bibbia paragona la morte a un profondo sonno temporaneo da cui sarebbe stata svegliata al tempo fissato da Dio. — Eccl. 9:5; Giov. 11:11-14.

      Quando fu sulla terra Gesù Cristo parlò della risurrezione. Anzi, ne diede una dimostrazione riportando in vita alcuni che erano morti. Ad esempio, il racconto biblico dice che Gesù, quando risuscitò il figlio unico di una vedova, “lo diede a sua madre”. (Luca 7:11-17) Allo stesso modo, Anita sapeva che un giorno anche lei avrebbe avuto la possibilità di rivedere il figlio col quale aveva potuto trascorrere solo poche ore preziose prima di morire.

      In un’altra occasione, Gesù risuscitò una bambina. Come risultato il padre e la madre della ragazzina, e altri che erano lì “furon presi da grande estasi”. (Mar. 5:42) Allo stesso modo, nel nuovo ordine che sarà istituito da Dio grande sarà l’estasi quando le persone vedranno tornare i propri cari dalle tombe. — Giov. 11:1-45.

      In quel nuovo ordine, sotto la guida di Dio, si formerà una nuova società umana che avrà pace, contentezza e felicità come nessuna creatura umana ora vivente ha mai avuto. La promessa è questa: “Dio . . . asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più, né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose [cattive] precedenti sono passate”. — Riv. 21:3, 4.

      Tutte le tristi condizioni d’oggi spariranno per cui la Parola di Dio promette: “I mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. Questa gioia non sarà temporanea perché la Bibbia aggiunge: “I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre”. — Sal. 37:11, 29.

      La sicura speranza di vivere in un nuovo ordine qui sulla terra, che include speranza della risurrezione, è una potente forza che sostiene coloro che hanno la giusta fede in Dio. E sono ulteriormente rafforzati dal fatto di sapere che questo nuovo ordine non è lontano. Perché diciamo questo? Perché la profezia biblica mostra chiaramente che il presente sistema malvagio è nei suoi “ultimi giorni”, e che in un futuro molto prossimo Dio lo farà sparire. — II Tim. 3:1-5; Dan. 2:44.

      Questa speranza è ciò che dà alle persone grande ottimismo e forza durante una tragedia. È per questo che la Bibbia dice: “Inoltre, fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza circa quelli che dormono nella morte; affinché non vi rattristiate come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. (I Tess. 4:13) Coloro che hanno questa speranza sicura, pur essendo senz’altro rattristati dalla morte, non si affliggono in maniera eccessiva. La gioia non scompare completamente dalla loro vita. Sanno che la morte è un “sonno” da cui si può tornare in vita per vedere l’adempimento delle promesse di Dio.

      Un altro grande aiuto

      Inoltre, chi ha vera fede sa che l’Iddio che ridarà la vita può anche ora provvedere un grande aiuto a chi confida in lui. Come? Per mezzo della Sua forza attiva, del suo spirito santo. Questo spirito santo è innegabilmente la più potente forza dell’universo. — Gen. 1:2; Isa. 40:28, 29.

      La Bibbia dice che nei momenti critici chi è sincero può “attingere” a questa forza. Per esempio Gesù disse che Dio avrebbe dato “spirito santo a quelli che glielo chiedono”. (Luca 11:13) Questo spirito dà ai sinceri adoratori di Dio la possibilità di fare cose che altri non sono in grado di fare. Ecco perché la Bibbia definisce ciò che lo spirito di Dio produce in un individuo “potenza oltre ciò che è normale”. (II Cor. 4:7) Questa è la grande forza che ha aiutato Anita Brown e i suoi familiari. — I Giov. 5:14.

      Pertanto la sicura speranza del nuovo ordine e della risurrezione è di grande aiuto per affrontare la morte. E la potente forza attiva di Dio sorregge meravigliosamente coloro che hanno perso qualche loro caro. Questi riconoscono, per esperienza personale, che è verace il consiglio biblico che dice: “Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli”. — Sal. 55:22.

  • Come preparare la famiglia all’eventualità della morte
    Svegliatevi! 1981 | 8 luglio
    • Terza parte

      Come preparare la famiglia all’eventualità della morte

      A VOLTE uno può sapere in anticipo che presto morirà. Cosa può fare per preparare gli altri familiari?

      Molti riscontrano che è bene non considerare tabù il soggetto della morte, anche quando tutti i familiari sono in buona salute. Questo specialmente quando si ha il giusto intendimento di cos’è la morte e di come sarà vinta.

      Si può dunque discutere il soggetto della morte, in modo appropriato a ciascuna occasione, quando i giornali menzionano una tragedia o quando muoiono amici o parenti. In tal modo, i familiari, particolarmente i più giovani, sono aiutati a prepararsi meglio all’eventualità che qualcuno dei loro cari muoia.

      Jory Graham, una giornalista di Chicago che ha personalmente affrontato il problema del cancro, ha fatto questa osservazione: “Quando tra familiari si può parlare apertamente della morte, avviene qualcosa di meraviglioso nella famiglia, e l’ho visto accadere tante, tante volte. Quando sono veramente aperti, reciprocamente interessati e si sostengono a vicenda, nasce un’intimità che non potrebbe esserci in nessun altro modo”.

      L’esperienza di una famiglia

      Una famiglia australiana di cinque persone ebbe un’esperienza di questo genere. La madre, malata di cancro, seppe che aveva pochi mesi di vita. In quel breve tempo prima di morire cercò di preparare la sua famiglia. In particolare voleva preparare la figlia maggiore, di tredici anni, ad aiutare a crescere le due sorelle più piccole. E la preparò in modo molto realistico. In seguito la figlia maggiore fece questo racconto:

      “Ricordo con gratitudine che fu proprio mia madre a dirci che presto sarebbe morta e non tenne la cosa segreta. Ci spiegò gentilmente come stavano le cose e poi fece quello che poteva per aiutarci.

      “Allora cominciai a preparare tutti i pasti sotto la sua guida, anche se lei era costretta a letto. Scrivemmo insieme le principali ricette. Poi mi insegnò a usare meglio la macchina da cucire, perché sapeva che avrei dovuto cucire io quasi tutto per la famiglia. Facemmo un programma scritto delle pulizie di casa, dividemmo i compiti, considerammo le fondamentali misure di pronto soccorso e quali fattori tenere presenti in casa per evitare pericoli. Il fatto che mio padre aveva fiducia che ce l’avrei fatta fu un grande incentivo a fare del mio meglio.

      “Sedici anni dopo la morte di mia madre, ho ricevuto la seguente lettera da una delle mie sorelle minori, sposata e con tre figli. Dice: ‘È così bello avere due sorelle meravigliose come te e Bev. Non c’è niente che valga quanto delle sorelle che ti amano e ti capiscono e sono leali. Ti sono molto grata perché sei la persona che sei. Non credo di avertelo mai detto, e se non l’ho fatto mi dispiace, ma ti ringrazio di aver fatto del tuo meglio per tirar su me e Bev e per averci fatto da mamma. Ora capisco che ci sono voluti tanto amore e tanta fatica e abnegazione da parte tua. Ho pensato spesso a quegli anni e ho pregato perché tu trovassi la felicità. So che l’hai trovata’”.

      Fiducia nella promessa di Dio

      La figlia maggiore continua la sua storia: “Mia madre non si abbandonò mai a sentimentalismi ma ci mostrò con l’esempio che aveva completa fede e fiducia nella promessa biblica della risurrezione.

      “Dopo che era morta, mio padre consegnò a ognuna di noi una sua lettera. La mia dice in parte: ‘Lynette, mia cara, ho voluto scriverti due righe per ringraziarti d’essere stata una figlia così dolce e così affettuosa. Sarà difficile per te essere senza madre, ma gli altri, mia cara, ti aiuteranno, e il tuo papà avrà buona cura di te. Aiuta le tue sorelline — so che lo farai — perché faranno sempre più affidamento su di te. Desidero ringraziarti, amore mio, di tutto quello che hai fatto per me e d’essere stata una bambina così affettuosa e ubbidiente, che non mi ha mai dato preoccupazioni. Prego Geova che si ricordi di me e che ci rivediamo tutti nel Nuovo Mondo. Con vivo affetto, la tua affezionata mamma’”.

      Come nel caso di Anita Brown, questa madre non è morta nell’incertezza, chiedendosi quale sarebbe stato il suo futuro. Aveva fiducia che sarebbe tornata in vita nel nuovo ordine che Dio stabilirà. E in modo pratico ha aiutato i suoi cari a prepararsi per sopportare meglio la sua scomparsa.

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