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  • L’annuncio della buona notizia porta frutto in tutto il mondo
    La Torre di Guardia 1974 | 15 maggio
    • [Cristo], avendo messo radice ed essendo edificati in lui ed essendo resi stabili nella fede, quale vi è stata insegnata, traboccando di fede con rendimento di grazie”. (Col. 2:6, 7; 1 Cor. 8:5, 6) Nella storia del ventesimo secolo ci sono migliaia di esempi per dimostrare che i cristiani che adorano Geova quale Dio si atterranno a questa fede in Gesù Cristo quale loro Signore fino alla morte stessa, anche fino alla morte violenta per mano di persecutori. La loro fede nella risurrezione dei morti li rafforza in questo. Hanno la fede dei cristiani colossesi, che, come disse l’apostolo Paolo, è la “fede nell’operazione di Dio, che . . . destò [Cristo] dai morti”. — Col. 2:12.

      24. (a) Quale altro fattore rafforzò i Colossesi perché si mantenessero accettevoli a Dio, e che cosa dovettero fare a questo riguardo? (b) Perché vissero in un tempo meraviglioso in quanto alla formazione della fede, e perché si sentirono altamente favoriti?

      24 Diciannove secoli fa, oh quale “speranza” ebbero quei Colossesi! Fu un fattore essenziale che li aiutò a mantenersi accettevoli a Dio per mezzo di Cristo; e per tale valida ragione l’apostolo Paolo rammentò a quei cristiani colossesi di non essere “smossi dalla speranza di quella buona notizia che avete udita, e che è stata predicata in tutta la creazione che è sotto il cielo”. (Col. 1:22, 23) I cristiani colossesi, molti dei quali erano senz’altro convertiti provenienti da nazioni pagane, vivevano in un tempo assai meraviglioso in cui i segreti aspetti dei propositi di Dio erano per la prima volta resi manifesti, e questo permetteva ai credenti timorati di Dio di valersi di tale manifestazione. Certissimamente quei credenti colossesi dovettero sentirsi altamente favoriti a questo riguardo quando l’apostolo Paolo scrisse loro e disse che era stato reso ministro per “predicare pienamente la parola di Dio, il sacro segreto che fu nascosto ai passati sistemi di cose e alle passate generazioni. Ma ora è stato reso manifesto ai suoi santi, ai quali Dio si è compiaciuto di far conoscere quali siano le gloriose ricchezze di questo sacro segreto fra le nazioni. Esso è Cristo unitamente a voi, la speranza della sua gloria”. — Col. 1:25-27.

      25. Che cosa significò quella dichiarazione di Paolo rispetto ai credenti di quel tempo, e quali qualità cristiane promosse quella speranza nei Colossesi?

      25 Questo significava che per la prima volta esisteva una tale sacra disposizione in cui ‘Cristo era in unione’ non solo con i credenti giudei ma anche con i credenti di tutte le nazioni non giudaiche o pagane gentili. Essendo ora Cristo unito a tutti questi c’era la base di una rimarchevole speranza, “la speranza della sua gloria”. Questa speranza era perciò che partecipassero con Cristo il Messia al suo regno celeste per l’eterna benedizione di tutto il genere umano. Ah, dunque, quali eccellenti qualità cristiane produce una tale speranza! L’apostolo Paolo disse che l’amore e la fede dei Colossesi erano “a causa della speranza che vi è riservata nei cieli”. (Col. 1:4, 5) Tale meravigliosa speranza è nutrita oggi!

      26. In questo tempo, qual è la speranza dei cristiani testimoni di Geova riguardo al dominio, e a quale scopo?

      26 Qual è dunque la speranza dei cristiani testimoni di Geova in questo tempo di sconvolgimento mondiale e confusione politica? È la speranza di divenire re o regina d’Inghilterra? È quella di divenire presidente della repubblica francese? È quella di divenire primo ministro della Germania Occidentale? È quella di divenire presidente del partito comunista della Russia Sovietica? È quella di divenire governatore dello Stato di New York o di un qualsiasi altro stato degli Stati Uniti d’America? Nemmeno per un momento! La speranza dei testimoni cristiani non è di ricoprire tali cariche politiche in nessun governo mondano di questo condannato sistema di cose. I politicanti della cristianità e del paganesimo ricoprano pure sino alla fine gli incarichi mondani che cercano sulla terra. Quei testimoni di Geova che hanno la superna chiamata simile a quella dei Colossesi del primo secolo sperano in un incarico governativo riservato loro nei cieli, unitamente a Gesù Cristo il “Re dei re e Signore dei signori”. In quel regno celeste essi renderanno servizio a Dio e contribuiranno a benedire tutto il genere umano.

      27. In quanto a quei Testimoni che desiderano vivere nella terra paradisiaca, quali sono le loro speranze riguardo al dominio, e come saranno fra quelli che Dio preserverà nel suo nuovo ordine?

      27 In quanto a quei cristiani testimoni di Geova che desiderano vivere in una non inquinata, pacifica terra paradisiaca, la loro speranza non è quella di vivere per sempre sotto le “Stelle e Strisce per sempre”, né sotto “la Falce e il Martello” in ogni tempo avvenire, né sotto l’emblema di nessun’altra nazione di questo attuale sistema di cose. La loro speranza è di vivere per sempre sulla terra sotto il celeste regno di Geova Dio il Sovrano di tutto l’universo. In quel governo teocratico Gesù Cristo e la sua glorificata congregazione regneranno come re e sacerdoti per l’eterno benessere di tutto il genere umano, dei vivi e dei morti. Solo a questo Governo si rivolgono quelli che sperano in un Paradiso terrestre per essere liberati da ogni malgoverno sopra il genere umano da parte di Satana il Diavolo e di tutti i suoi agenti, demonici e umani. A causa di tale splendida, insuperabile speranza non hanno nessun desiderio e nessuna ambizione di incarichi politici nelle nazioni terrene. Non vogliono affatto partecipare alla responsabilità della comunità per i peccati e la corruzione della politica. Sanno che chi si mantiene puro da tali contaminazioni mondane sarà preservato da Dio nel Suo nuovo ordine.

      28. A chi si deve rendere grazie per tale “buona notizia”, e quali qualità cristiane ha essa prodotto per spingere i predicatori a continuare sino alla fine?

      28 Siano rese grazie a Geova Dio mediante Gesù Cristo per tale incomparabile “buona notizia”. Questa è la buona notizia predicata oggi in tutta la creazione sotto il cielo. L’annuncio di questa buona notizia porta frutto e cresce, per mezzo del vittorioso potere di Dio Onnipotente. Quelli che ricevono il seme di questa buona notizia, perciò, coltivano in sé fede, speranza e amore, nonostante siano in un mondo afflitto dalla guerra. Solo la vera “buona notizia” potrebbe produrre tali qualità cristiane. Spinti da queste qualità, i cristiani testimoni di Geova continueranno a predicare la buona notizia del messianico regno di Dio a tutta la creazione che è sotto il cielo, sino alla fine di questa feconda stagione di semina.

  • Andiamo a un matrimonio?
    La Torre di Guardia 1974 | 15 maggio
    • Andiamo a un matrimonio?

      ALCUNI non assistono mai a un matrimonio, neppure al matrimonio di un intimo amico, asserendo d’essere troppo occupati. Ma è bene ricordare che quando fu sulla terra Gesù Cristo, il Figlio di Dio, non fu così occupato da non poter assistere alla festa di nozze a Cana. Infatti, il primo segno che compì come prova che era il Messia fu a queste nozze. Quando il vino finì, egli ne provvide miracolosamente dell’altro, il vino migliore e in abbondanza. Tra parentesi, come risultato di quel miracolo “i suoi discepoli riposero la loro fede in lui”. — Giov. 2:1-11.

      Il primo matrimonio fu quello di Adamo ed Eva e fu celebrato da Geova Dio, il

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