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Diamo incoraggiamento ad altriLa Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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Quindi proseguì ragionando sulla situazione con Giobbe. Ma notate come Elihu introdusse il problema. Egli supplicò Giobbe. Rese chiaro che davanti a Dio non si sentiva affatto superiore a Giobbe e che Giobbe non aveva ragione di essere spaventato per ciò che stava per dire. Che stupendo modo di risolvere la situazione! — Giob. 33:1-7, VR.
17. Quale consiglio l’apostolo Paolo diede a Timoteo sul modo di ammonire altri, e come doveva essere risolta la situazione quando si trovava che qualcuno praticava deliberatamente il peccato?
17 Paolo raccomandò a Timoteo la stessa cosa quando disse: “Non criticare severamente l’anziano. Al contrario, supplicalo come un padre, i giovani come fratelli, le donne anziane come madri, le giovani come sorelle con ogni castità”. (1 Tim. 5:1, 2) Tuttavia quando i malfattori praticano il peccato e non mostrano sincero pentimento, bisogna incoraggiare la buona condotta, non il malfattore. Quando tale volontaria trasgressione è stata completamente provata, è tempo di mettere in pratica i consigli che si trovano più avanti, nello stesso capitolo, in 1 Timoteo 5:20: “Riprova dinanzi a tutti gli astanti le persone che praticano il peccato, affinché anche gli altri ne abbiano timore”. — Ebr. 12:7-11.
OPPORTUNITÀ PER TUTTI
18. (a) In che modo molti esercitano effettivamente influenza sulla vita di altri, perciò come si dovrebbe usare tale influenza? (b) Quando parliamo in merito a sorveglianti cristiani o a coloro che desiderano accrescere i loro privilegi di servizio, come possiamo edificare, e quali esempi ne mostrano l’importanza?
18 Sia nella casa che altrove, si tratti di un sorvegliante di congregazione o no, vi sono opportunità per tutti di edificarsi e incoraggiarsi a vicenda. Ciascuno influenza quelli che lo circondano. Può edificare o può abbattere; può stimolare o può creare indifferenza. Lo voglia o no, ha tale influenza. Sia usata a buon fine. Faremo questo con le nostre parole se seguiremo i buoni consigli scritti in Colossesi 3:8, 9: “Allontanatele tutte da voi, ira, collera, malizia, parlar ingiurioso e discorso osceno, fuori della vostra bocca. Non mentite gli uni agli altri”. Se abbiamo messo cose buone nella mente, se i nostri cuori sono pieni di desideri salutari, ciò che diremo sarà edificante; poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla. (Matt. 12:34, 35) Se i nostri cuori sono buoni, non parleremo senza rispetto o senza riguardo dei sorveglianti cristiani né dei consigli ricevuti mediante l’organizzazione di Geova, come fece Diotrefe, ma riterremo degni “di doppio onore” quelli che presiedono fedelmente alla congregazione di Dio. (3 Giov. 9; 1 Tim. 5:17) Né parleremo in modo scoraggiante a quelli che sono desiderosi di accrescere i propri privilegi di servizio, intraprendendo forse il servizio continuo di pioniere o trasferendosi in qualche località dove c’è grande bisogno di ministri del Regno. Non saremo come le spie senza fede che scoraggiarono gli Israeliti con rapporti disfattisti così che essi volevano tornare in Egitto e non proseguire verso la Terra Promessa. Invece, come i fedeli Giosuè e Caleb, li esorteremo a mostrare coraggio accettando i privilegi di servizio offerti loro. — Num. 13:27–14:9.
19. Quali sono alcuni altri modi in cui possiamo incoraggiarci gli uni gli altri?
19 Col nostro zelo e con la nostra fedeltà nel servizio di Dio possiamo essere fonte di forza gli uni per gli altri. Col nostro esempio di zelante partecipazione al ministero aiutiamo altri a fare altrettanto. Mentre raccontiamo agli altri le belle esperienze che abbiamo nel ministero, mentre condividiamo con loro le gemme di conoscenza che ricaviamo dallo studio della Bibbia, ci incoraggiamo gli uni gli altri, come facevano gli apostoli quando visitavano i loro fratelli cristiani. (Atti 15:3, 30, 31) Interessandoci dei malati e degli afflitti, e di quelli che sono in prigione per amore della giustizia, mantenendoci in contatto con loro e visitandoli quando è possibile, fortifichiamo il loro cuore. (2 Cor. 7:6, 7; Atti 28:15) Rifiutandoci di fare compromesso col mondo di Satana aiutiamo altri a mantenersi fermi. E con la nostra prontezza, non solo a prenderci dei disturbi, ma anche a rischiare la vita e la libertà quando è necessario per edificarci gli uni gli altri, ci diamo a vicenda il coraggio di dichiarare la Parola di Dio senza timore. Continuino tutti i dedicati testimoni di Geova a valersi pienamente di tali opportunità di incoraggiarsi gli uni gli altri.
20. Riguardo all’‘edificarci gli uni gli altri’, quale consiglio troviamo in 1 Tessalonicesi 5:11-15?
20 Consideriamo dunque le necessità di quelli che ci circondano, imitiamo l’esempio del nostro Padre che è nel cielo e di suo Figlio incoraggiando altri. “Perciò continuate a confortarvi gli uni gli altri e ad edificarvi gli uni gli altri, come infatti state facendo”. Parlando dei vostri sorveglianti cristiani e cooperando con loro, edificate loro e l’opinione che altri hanno di loro. “Vi preghiamo, fratelli, d’aver riguardo per quelli che faticano fra voi e vi presiedono nel Signore e vi ammoniscono; e di avere per loro più che straordinaria considerazione con amore a causa della loro opera. Siate pacifici gli uni con gli altri”. D’altra parte, voi che siete sorveglianti, non scoraggiate, ma piuttosto incoraggiate i fratelli. “Ammonite i disordinati, parlate in maniera consolante alle anime depresse, sostenete i deboli, siate longanimi verso tutti”. Indipendentemente da chi siamo noi o da coloro coi quali veniamo a contatto, sia nella casa, che nella congregazione cristiana o nel lavoro secolare, “guardate che nessuno renda ingiuria per ingiuria a nessun altro, ma sempre perseguite ciò che è buono gli uni verso gli altri e verso tutti”. (1 Tess. 5:11-15) Sì, incoraggiamoci gli uni gli altri.
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“Persone oneste e buone”La Torre di Guardia 1964 | 1° gennaio
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“Persone oneste e buone”
Il libro The Man with the Miraculous Hands, di Joseph Kessel, è la storia dell’umanitario finlandese dott. Felix Kersten, dotato terapista manuale il cui paziente più influente fu Heinrich Himmler, capo nazista delle S.S. nel Terzo Reich. Il temuto capo delle S.S. era afflitto da crampi allo stomaco e solo le cure del dott. Kersten gli recavano sollievo. Perciò il dott. Kersten aveva molta influenza sul capo nazista e fu in grado di strappare a Himmler concessioni che salvarono migliaia di persone dalla morte per mano della Gestapo. Nel capitolo intitolato “I Testimoni di Geova”, questo libro dice:
“[I Testimoni di Geova] venivano presi e gettati in campi di concentramento, dov’erano trattati in modo particolarmente disumano. Kersten lo scoprì e decise di aiutarli. Poiché la guerra richiedeva un numero crescente di vite umane, era divenuto comune far lavorare nelle fabbriche e nelle fattorie quelli che erano nei campi di concentramento. Li accompagnavano ispettori, e anche cani addestrati per farli lavorare il più rapidamente possibile. Un giorno Kersten disse a Himmler che gli mancava la manodopera a Hartzwalde. Gli chiese se poteva mandargliene alcuni dai campi di concentramento.
“‘Che prigionieri vuoi?’ chiese Himmler. ‘Hai molti Testimoni di Geova’, disse Kersten. ‘Sono persone oneste e buone’. ‘Guarda un po’’, gridò Himmler, ‘sono contro la guerra e il Führer’. ‘Non cominciamo una discussione intellettuale. Ho un problema pratico. Fammi un favore, dammi alcune donne di questa setta. Sono contadine che lavorano molto davvero’. ‘Benissimo’, disse Himmler. ‘Ma senza guardie e cani’, continuò Kersten. ‘Mi parrebbe d’essere prigioniero. Prometto che le terrò d’occhio io stesso’. ‘D’accordo’, disse Himmler.
“Qualche tempo dopo, dieci donne vestite di stracci e con le ossa che trasparivano sotto la pelle arrivarono a Hartzwalde. Ma non chiesero né pane né abiti; chiesero prima la Bibbia. Erano state private della loro copia mentre erano nei campi di concentramento. . . . Il medico chiese a Himmler altri Testimoni di Geova per Hartzwalde. Ne ebbe trenta in tutto, compresi alcuni uomini”.
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