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Sicurezza, una meta che sfugge!Svegliatevi! 1979 | 8 maggio
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propria famiglia, ma non sempre ci riesce.
Inoltre ogni giorno compiamo automaticamente gesti con cui mostriamo di esser consci del problema della sicurezza. Pensate per un attimo a ciò che voi stessi fate.
Quante serrature dovete chiudere prima di andarvene di casa? Sono soltanto parte di un’elementare misura precauzionale. Ciò nonostante si calcola che solo in Gran Bretagna ci siano ogni anno duecentocinquantamila furti con scasso.
Dovete usare la chiave per aprire la macchina, che può essere a sua volta chiusa in garage, prima di poterla mettere in moto. Camminando fra la gente tenete il portafoglio o la borsa nel posto più sicuro, per premunirvi dai ladri. Prima di cominciare una giornata di lavoro, dovete esibire una specie di ‘lasciapassare’ per entrare in fabbrica o in ufficio, come fanno molti?
Forse preferite accompagnare i figli a scuola e andare a riprenderli, perché è più sicuro. Vi azzardereste a uscire soli la sera senza alcuna protezione, o aprireste la porta senza chiedere prima chi è?
In Nigeria e in altri paesi africani, persone d’ogni ceto sociale tengono apertamente, o segretamente, qualche tipo di amuleto come mezzo di difesa personale. Questi amuleti sono utilizzati per proteggersi contro la stregoneria o i pericoli e per avere successo negli affari, nell’agricoltura e nella caccia.
I visitatori della Nigeria notano che la maggioranza dei padroni di casa aprono le bottiglie in presenza degli ospiti, perché pochi nigeriani berrebbero volentieri da una bottiglia già aperta. La ragione? Temono d’essere avvelenati tramite la stregoneria! Ma chi possiede un amuleto si sentirà completamente al sicuro da un male del genere. Infatti, si sentirà più sicuro con il suo amuleto che se fosse protetto da una guardia armata.
Questi esempi (e potete pensarne molti altri) sono cose che capitano tutti i giorni e che vengono ora considerate normali. Ma è un fatto che non è così facile ottenere la sicurezza personale.
Una nuova industria con ottime prospettive
In relazione alla sicurezza è sorta negli ultimi anni una nuova industria che promette molto bene. C’è il boom delle vendite sia di serrature, catenacci e saliscendi che dei più sofisticati dispositivi d’allarme e sistemi di controllo impiegati contro il taccheggio. E se non volete comprare uno dei numerosi tipi di cani specialmente addestrati per fare la guardia, ora è possibile acquistare cassette con la registrazione di un cane che abbaia furiosamente. Il registratore, collegato al campanello della porta, entra immediatamente in funzione quando qualcuno suona il campanello.
Inoltre, il numero delle compagnie che impiegano guardie addestrate (e sovente armate) è aumentato straordinariamente in tutto il mondo. In Gran Bretagna ciò ha spinto il Parlamento a proporre una legislazione speciale per regolamentare le polizie private, che ora impiegano quasi il doppio degli uomini e delle donne delle forze regolari di polizia. Si pensa che questa nuova industria possa svolgere un ruolo chiave nel reprimere la delinquenza e nel mantenere la sicurezza.
Il crimine, talvolta organizzato su scala internazionale e legato a dirottamenti e sequestri, recentemente ha messo in allarme in modo insolito anche le compagnie d’assicurazioni.
Dopo il rapimento Lindbergh negli U.S.A. nel 1932, attraverso i Lloyds di Londra fu possibile per la prima volta assicurarsi contro i sequestri di persona e le richieste di riscatto. I recenti atti di terrorismo internazionale hanno fatto salire il premio annuo dei Lloyds da 16 milioni di sterline (oltre 26 miliardi di lire) quattro anni fa a una cifra variabile ora da 55 milioni a 110 milioni di sterline (93-186 miliardi di lire). Questo vuol dire che oggi sul mercato londinese delle assicurazioni la copertura diretta dei rischi di rapimenti e richieste di riscatto non può essere inferiore a 5 miliardi e mezzo di sterline (oltre 9.000 miliardi di lire). Un prezzo davvero elevato per quelli che vogliono la “sicurezza”.
“Che non corre pericolo o rischio”, è la definizione del termine “sicuro” secondo il Dizionario della Lingua Italiana di G. Treccani. Quindi nell’odierno mondo di crescente delinquenza pensate sinceramente di poter raggiungere una condizione che si possa definire “sicura”? O provate un crescente senso d’incertezza nonostante tutto quello che potete fare? Leggete il prossimo articolo che risponde alla domanda:
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Perché questa è una “generazione insicura”?Svegliatevi! 1979 | 8 maggio
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Perché questa è una “generazione insicura”?
“C’È un timore latente, per cui gli uomini vogliono credere in qualche sorta di forza dominante che sperano li guidi”.
Riferendo queste parole di uno studente dell’università di Oxford, il Sunday Telegraph di Londra dell’aprile 1978 rivelava un inaspettato aumento di religiosità fra gli universitari. Questa tendenza, tanto in contrasto con il notevole impegno politico degli anni precedenti, rispecchia ciò che il giornale definisce “le incertezze di una generazione insicura”.
In un’epoca di prosperità senza precedenti una situazione simile è alquanto paradossale. Somiglia a un castello di carte, luminoso e appariscente, ma dall’equilibrio fragile e destinato a crollare. La gente avverte questa instabilità. Cosa fa sentire l’attuale generazione tanto “insicura”? È possibile scoprire la fonte di questo “timore latente” e vincerlo?
Il valore dell’istruzione
Dalla fine della seconda guerra mondiale, nella maggioranza dei paesi progrediti le possibilità di farsi un’istruzione sono notevolmente aumentate. Tuttavia non si può dire che di per se stessa l’istruzione offra la sicurezza. Come mezzo per conseguire un fine, dove condurrà? Questa è la domanda cruciale. Purtroppo oggi la strada dell’istruzione è per molti una strada senza uscita, non essendovi possibilità d’impiego e nulla di buono in vista: in una parola, incertezza.
Attualmente in Gran Bretagna vi sono un milione e mezzo di disoccupati e pare che questa cifra aumenterà. Il numero dei giovani senza lavoro ha già superato quello di qualsiasi periodo dopo la guerra. Un ragazzo di 16 anni, vinto dalla depressione perché non riusciva a trovare lavoro nonostante tutti i suoi sforzi, si è impiccato. Un membro del suo locale Comitato Didattico ha commentato: “È stato un caso limite, ma illustra l’angoscia di molti ragazzi”. Molti giovani temono di passare direttamente dalla scuola alle file dei disoccupati, e questo timore ha diretta relazione con il senso di insicurezza.
Anche Hong Kong ha una società progredita in cui le condizioni esercitano estrema pressione sui giovani. Per la maggioranza la sicurezza consiste nel farsi un’istruzione con la speranza di trovare un lavoro redditizio. È l’inevitabile rovina per chi non ci riesce. Ne conseguono non solo frustrazione, ma anche depressione e tragedie.
Un gruppo noto come i Samaritani di Hong Kong pare abbia ricevuto 1.225 telefonate da studenti depressi in un periodo di sei giorni nell’agosto 1977. L’Hong Kong Standard del 13 agosto 1977 riassunse la situazione come segue: “Il nostro sistema educativo, nonché la mentalità materialistica della nostra società dedita all’inseguimento del dollaro e che ci impedisce di vedere i fondamentali valori umani nella loro giusta luce, contribuiscono in notevole misura a spingere i giovani al suicidio”. Ma aumentando il numero degli studenti e diminuendo il numero degli impieghi disponibili, è improbabile che diminuiscano le difficoltà di chi tenta di arrivare in cima alla scala.
Tecnologia moderna
Ma che dire della tecnologia moderna? Non si apriranno con essa nuovi campi di attività e di lavoro? Negli scorsi decenni questa è stata la rosea speranza di molti, ma ora non più. Infatti gli esperti prevedono un sensibile aumento della disoccupazione nell’immediato futuro. Un gruppo di economisti di Cambridge, in Inghilterra, ha recentemente predetto che in Gran Bretagna il numero dei disoccupati salirà addirittura a cinque milioni, probabilmente nel giro di 10 anni. Perché una previsione così pessimistica?
I rapidi sviluppi della microelettronica hanno accelerato l’automazione a un grado precedentemente impensabile. Accolta in origine come il mezzo per interrompere la monotonia dei lavori meccanici, si comprende ora che la tecnologia dei computer può sostituire efficacemente anche il lavoro mentale. Per citare un esempio, un abile disegnatore può impiegare in un lavoro 25 volte più tempo di un calcolatore programmato per disegnare. In termini di efficienza e profitti, non è difficile immaginare che ne è dell’elemento umano.
Sono state proposte varie soluzioni: riduzione dell’età pensionabile, settimana lavorativa più corta, vacanze più frequenti e più lunghe ogni anno, oltre all’inevitabile aumento degli anni di scuola. Ad ogni modo tutti questi suggerimenti, o uno qualsiasi di essi, non possono risolvere il problema, e la fondamentale incertezza dell’impiego rimane.
In circostanze normali è giusto dire, come dice la Bibbia, che “se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”; che dire però dell’uomo che è ansioso di lavorare ma a cui ne è negata la possibilità? (2 Tess. 3:10) Purtroppo oggi molti sono in questa categoria, e nei paesi dove non esiste alcun sistema di assistenza sociale essi sono semplicemente costretti a sbarcare il lunario in uno stato di perenne insicurezza.
Delinquenza
“Il lavoro scaccia i tre grandi mali: noia, vizio e povertà”. Così disse Voltaire, filosofo e scrittore francese del XVIII secolo. Quando uomini e donne preparati e capaci non possono impiegare le proprie mani in un lavoro onesto, non c’è da meravigliarsi se molti si danno alla delinquenza. La frustrazione ha uno sfogo, come si vede in Gran Bretagna dove il 38 per cento circa dei reati sono commessi da disoccupati.
Anche più allarmante è l’ondata di violenze terroristiche in tutto il mondo. In Italia l’agitazione è stata alimentata da una generazione di giovani insicuri e alienati (il 20 per cento dei laureati italiani sono idonei per posti che non esistono proprio) e rispecchia il triste stato di cose esistente in molti paesi europei. Tuttavia, il tentativo di cambiare il “sistema” con la forza e l’intimidazione può solo generare ulteriore insicurezza.
Per arginare l’ondata di criminalità molte autorità ricorrono a forze di polizia più numerose e più agguerrite e a una legislazione più severa. Tali misure restrittive possono senz’altro contribuire molto a frenare le attività criminose, ma la gente onesta finisce inevitabilmente per pagare a caro prezzo la sicurezza. Non solo se ne deve sopportare il peso sotto forma di tasse, ma le restrizioni limitano fino a un certo punto le libertà di tutti. Per riavere la sicurezza desiderata, nulla può sostituire l’onestà e l’integrità.
Tensione internazionale
I problemi internazionali sfuggiranno al controllo? Questo è il timore che affligge anche la generazione dei giovani mentre cercano di pianificare la propria vita. Essi sanno che i loro padri e i loro nonni sono vissuti nel clima di insicurezza creato dalla guerra. Tuttavia vedono che i capi del mondo non sono ancora disposti a mettersi d’accordo, e l’inganno e gli intrighi internazionali continuano a mettere in pericolo la pace.
La corsa agli armamenti continua inesorabile e gli studenti sanno molto bene che un quarto degli scienziati dedicano il proprio tempo alla messa a punto di armi offensive. Forse meno noto è il fatto che ogni anno il lavoratore medio perde l’equivalente di due settimane di salario per pagare la corsa agli armamenti. La generazione attuale può dire che vuole ‘fare l’amore, non la guerra’, ma sa di non essere padrona del proprio destino nell’importante questione della sicurezza internazionale.
I problemi della pensione
Coloro che sono giunti all’altro capo della breve durata di vita dell’uomo non sono esenti dal senso di insicurezza. Quanti cittadini anziani si preoccupano vedendo consumare dall’inflazione galoppante i risparmi di tutta una vita? Parsimonia e frugalità non sembrano più essere virtù degne di lode. Una pubblicità che incoraggiava a far debiti e ottenere un prestito diceva: “A giudicare da come aumentano i prezzi oggigiorno, non vale la pena di risparmiare per comprare le cose che volete”.
Questa filosofia di vita andrà bene per la generazione dei giovani, ma che dire di quelli che hanno una pensione limitata e che fanno assegnamento sui risparmi? Anche nei paesi dove è più facile ottenere l’assistenza dello stato, la disperazione fa ancora vittime fra gli anziani. Negli Stati Uniti un suicidio su quattro riguarda una persona che ha passato i 65 anni.
C’è alcuna stabilità per chi vive in questa generazione, con tutti i suoi problemi e le sue incertezze? Cosa può esserci di sicuro? Vi invitiamo a investigare mentre vi ponete la domanda:
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Chi può sentirsi sicuro oggi?Svegliatevi! 1979 | 8 maggio
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Chi può sentirsi sicuro oggi?
VITTO, vestiario e alloggio sono indispensabili. Senza di essi la vita stessa è incerta.
Se qualcuno vi offrisse in abbondanza tutte queste cose indispensabili, chiedereste senz’altro: “A quali condizioni?” Una simile promessa a un prezzo troppo alto non sarebbe un dono. Ma a condizioni accettabili, che benedizione sarebbe!
Giusta valutazione
Nel suo famoso Sermone del Monte, Gesù Cristo fece una valutazione realistica delle esigenze materiali della vita. Ma sottolineò che non avremmo ‘mai dovuto essere ansiosi’ su come procurarcele. Perché? Ci sono buone ragioni. Forse volete leggerle personalmente nella Bibbia in Matteo 6:31-33, o nel racconto parallelo di Luca 12:29-31.
Possiamo notare che qui Gesù ammise che la grande maggioranza non avrebbe mai dato ascolto al suo consiglio. Invece, si sarebbero ‘affannati’, dedicandosi all’acquisto di beni materiali. Per costoro tali beni sarebbero quindi divenuti un fine a se stesso. Tuttavia, come abbiamo visto, quale sicurezza offrono realmente?
Nello stesso contesto, Gesù parlò di tesori accumulati “dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sfondano e rubano”. (Matt. 6:19, 20) Con tutta l’abbondante ricchezza che c’è oggi, chi ce l’ha non prova un senso di sicurezza maggiore delle persone di ieri. Soprattutto, chi segue l’esempio di tali persone ignora ricchezze di natura superiore. Gesù mise in guardia contro tale veduta poco lungimirante della vita, dicendo: “La vita di un uomo non è resa sicura da ciò che possiede anche quando ha più di quanto gli abbisogna”. — Luca 12:15, The Jerusalem Bible.
Dove si può dunque trovare vera sicurezza? Non solo nel riconoscere che il nostro Padre celeste è pienamente consapevole dei nostri bisogni, ma nel riconoscere che si è assunto l’obbligo di soddisfarli tutti. A quali condizioni? Solo che ‘cerchiamo prima il suo regno e la sua giustizia’. (Matt. 6:33) Considerate le seguenti esperienze di vita vissuta e vedete come ciò avviene in pratica.
La precedenza alle cose più importanti
In tutto il mondo ci sono oltre due milioni di cristiani testimoni di Geova che cercano prima il regno di Dio. Circa 75.000 d’essi dedicano volontariamente una media di 1.000 ore all’anno all’opera di predicare e insegnare la “buona notizia del regno”. (Matt. 24:14) Questi uomini e donne sono chiamati “pionieri”, perché il territorio assegnato loro li
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