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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1969 | 1° marzo
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senso buono, ciò che è permesso dall’espressione “capacità di pensare”.
Ebbene, dunque, è odiato l’uomo che ha capacità di pensare anche in modo buono? In effetti, il mondo in genere non ama particolarmente le persone che esercitano le capacità di pensare. Le persone pensatrici che usano veramente l’intelletto sono ora talvolta definite con dispregio “intellettuali”. Questo termine è stato impiegato spesso in senso dispregiativo in riferimento a coloro che usano realmente le loro capacità di pensare in modo appropriato e produttivo. Sono guardati con disapprovazione perché esercitano la loro mente. Alcuni sono troppo pigri per pensare, perché il pensare è un lavoro faticoso. Quindi guardano sfavorevolmente coloro che utilizzano le facoltà mentali, che impiegano la mente in modo operoso. Spesso accade, perciò, che le persone pensatrici siano odiate.
La seguente citazione dal libro The Age of Conformity, di Alan Valentine, pagine 105 e 106, rispecchia una veduta piuttosto generale: “Einstein era un’altra specie di eroe nazionale in modo più remoto; quasi nessuno lo capiva ma quasi tutti accettavano il verdetto degli esperti secondo cui egli compiva straordinarie imprese sulle alte vette della matematica. Ma quando cominciò a esprimere opinioni su pubbliche controversie i suoi ammiratori diminuirono. Pensare in modo indipendente vuol dire sfidare la norma democratica, e ‘intellettuale’ e ‘teorico’ non sono termini lusinghieri. ‘Preferirei essere una testa di legno che un intellettuale’, è semplicemente l’ultimo slogan per difendere il luogo comune”.
Naturalmente, vi sono alcuni che solo pretendono di pensare. Proverbi 14:17 non si riferisce a questi pseudointellettuali. Essi non hanno realmente conseguito la posizione di veri intellettuali, persone pensatrici che mostrano d’avere vera intelligenza. Lo pseudointellettuale che agisce e parla in modo da fare impressione può effettivamente stancare gli altri e respingerli invece. Ma non è il tipo di persona che si può chiamare “uomo che ha capacità di pensare” e che è odiato. Nel caso del finto intellettuale è dimostrata la veracità di I Corinti 8:1: “La conoscenza gonfia”.
Che un uomo il quale ha vere capacità di pensare sia odiato, comunque, è evidente per quanto riguarda i testimoni di Geova. Essi esercitano la loro mente riguardo ai propositi di Dio e camminano con Dio. (Mic. 6:8) Essi acquistano conoscenza della Parola di Dio e agiscono in base ad essa, non conformandosi a questo sistema di cose. (Rom. 12:1, 2) Quali persone riflessive che seguono Cristo come loro esempio e che fanno la volontà divina essi sono odiati. In questo modo sono diversi da quelli del mondo. E non c’è da meravigliarsene, poiché non fanno parte di questo mondo! Lo mostrano pensando, esercitando le loro facoltà mentali, e quindi agendo in armonia coi giusti princìpi della Parola di Dio. — Giov. 15:19.
L’espressione “capacità di pensare” di Proverbi 14:17, naturalmente, potrebbe nascondere pensieri malvagi. L’uomo che progetta il male o che è malvagio è odiato. Quindi sono possibili entrambe le applicazioni di “capacità di pensare”. Tuttavia non si può realmente evitare il fatto che i cristiani i quali usano la loro mente, esercitano le loro capacità di pensare riguardo a Dio, alla sua Parola e ai suoi propositi, e che camminano con Geova sono odiati da questo mondo, che “giace nella potenza del malvagio”. — 1 Giov. 5:19; Isa. 30:20, 21.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1969 | 1° marzo
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Domande dai lettori
● Si può impiegare Giovanni 17:17 per mostrare che Gesù considerò ispirate le Scritture Ebraiche? Non si riferiva alla parola di Dio che egli diede personalmente ai dodici apostoli? — H. J., Danimarca.
In preghiera al Padre suo, Gesù disse riguardo ai suoi discepoli: “Io ho dato loro la tua parola”. In seguito, nella stessa preghiera, aggiunse: “Santificali per mezzo della verità; la tua parola è verità”. — Giov. 17:14, 17.
Gli insegnamenti orali che Gesù diede ai suoi seguaci non erano i suoi propri pensieri, ma erano quelli dell’Iddio e Padre suo. Egli lo ammise pubblicamente, dicendo: “Non ho parlato di mio proprio impulso, ma il Padre che mi ha mandato mi ha dato egli stesso comandamento su ciò che devo dire e di che devo parlare”. (Giov. 12:49; paragonare Giovanni 3:34; 7:16; 8:28; 14:10). Quindi, le parole che disse personalmente ai suoi seguaci si possono correttamente considerare come parola e verità di Dio, ma questo non escludeva, bensì includeva le Scritture Ebraiche.
Per tutta la durata del suo ministero citò le scritte Scritture Ebraiche, da Genesi a Malachia. (Matt. 19:5; 11:10) Infatti, in quello che ora è Matteo, capitolo ventiduesimo, Gesù citò quattro diversi luoghi delle Scritture Ebraiche. (Matt. 22:32, 37, 39, 44) Non possiamo evitare il fatto che Gesù considerò ispirate le Scritture Ebraiche.
Quello che è narrato nei libri delle Scritture Ebraiche si può considerare ispirata Parola di Dio per un certo numero di ragioni. Una ragione è che, contrariamente alla natura umana, il materiale è attribuito non al profeta o scrittore, ma a Dio. In riferimento alla promessa che Geova fece ad Abraamo riguardo al suo seme, leggiamo: “La parola di Geova fu rivolta ad Abramo”. (Gen. 15:1) Leggiamo ripetutamente riguardo ai messaggi che sono la parola di Geova. (2 Sam. 24:11; Ezec. 1:3) Il versetto iniziale della profezia di Malachia, citata da Gesù, dice: “Dichiarazione: La parola di Geova riguardo a Israele per mezzo di Malachia”. — Mal. 1:1.
Poiché le parti delle Scritture Ebraiche che Gesù citò erano l’infallibile verità della parola di Dio, tutto l’insieme delle ispirate Scritture Ebraiche doveva similmente essere, come disse Gesù in Giovanni 17:17: “la verità”. Perciò, mentre Gesù incluse i suoi insegnamenti orali che ora sono narrati nelle Scritture Greche quando disse: “La tua parola è verità”, inevitabilmente incluse le Scritture Ebraiche come Parola di Dio, mediante la quale i suoi discepoli dovevano essere santificati.
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Scritture per aprileLa Torre di Guardia 1969 | 1° marzo
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Scritture per aprile
Diamo una testimonianza degna del Regno. — Matt. 24:14.
1 Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo! — Giov. 1:29. TG 15/10/68 33, 34
2 Invece del ferro farò venire l’argento, e invece del legno, il rame, e invece delle pietre, il ferro. — Isa. 60:17. TG 15/11/67 22
3 Io sono la vera vite, e il Padre mio è il coltivatore. — Giov. 15:1. TG 1/7/67 29
4 Osserviamo la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e malvagità, ma con pani non fermentati di sincerità e verità. — 1 Cor. 5:8. TG 1/1/68 12, 13a
5 Il comandamento è una lampada, e una luce è la legge, e le riprensioni della disciplina sono la via della vita. — Prov. 6:23. TG 15/12/67 14, 15
6 È meglio dimorare in un paese deserto che con una moglie rissosa insieme alla vessazione. — Prov. 21:19. TG 15/1/68 13, 14
7 Da luna nuova a luna nuova e da sabato a sabato ogni carne verrà a inchinarsi dinanzi a me. — Isa. 66:23. TG 1/1/68 8
8 Sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio. — Riv. 7:15. TG 1/8/68 17, 18a
9 Ho provato diletto nell’amorevole benignità. — Osea 6:6. TG 15/8/67 2, 3a
10 Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte. — Matt. 6:33. TG 15/7/67 13, 14
11 Questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. — 1 Giov. 5:3. TG 1/3/68 12
12 Questo significa il mio “sangue . . .” che dev’essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati. — Matt. 26:28. TG 1/6/68 33, 34a
13 Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione . . . saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni. — Riv. 20:6. TG 15/4/67 1, 3, 5
14 Nessuno che abbia messo mano all’aratro e guardi alle cose che sono indietro è adatto per il regno di Dio”. — Luca 9:62. TG 15/5/67 1, 3b
15 Chi sei tu da giudicare il servo di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio signore. — Rom. 14:4. TG 1/11/67 23
(Indicazione dei luoghi di ulteriori commenti su queste scritture: I numeri dopo la data de “La Torre di Guardia” si riferiscono ai paragrafi nel primo articolo di studio. Quando il numero del paragrafo è seguito da “a”, il commento è nel secondo articolo di studio; quando vi è “b”, si riferisce al terzo articolo di studio).
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IL PASTO SERALE DEL SIGNORE
La data per osservare il pasto serale del Signore nel 1969 è il martedì 1º aprile, dopo le ore 18, ora solare. Ogni congregazione dei testimoni di Geova sta disponendo che tutti coloro i quali si associano regolarmente alla congregazione e altre persone interessate si riuniscano insieme per l’occasione. In armonia con le istruzioni che Gesù diede ai suoi discepoli mentre era ancora sulla terra, coloro che sono eredi del regno celeste parteciperanno in quell’occasione al pane e al vino emblematici. E tutti coloro che attendono di vivere sotto quel regno sono esortati ad essere presenti per osservare questa commemorazione scritturale.
STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE
del 30 marzo: “Questo è il paese” della Parola di verità. Pagina 135.
del 6 aprile: L’archeologia e il paese sostengono la Parola di verità. Pagina 142.
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