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  • Nascita della nazione reale in un nuovo paese
    La Torre di Guardia 1983 | 15 gennaio
    • Nascita della nazione reale in un nuovo paese

      “Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion ha avuto i dolori di parto e ha partorito i suoi figli”. — Isaia 66:8.

      1. Quale decisione fu presa il 26 luglio 1931 dagli Studenti Biblici Internazionali al loro congresso di Columbus, e a questo cosa fece seguito in tutto il mondo?

      PIÙ di mezzo secolo fa — domenica pomeriggio 26 luglio 1931, per la precisione — un popolo salì alla ribalta mondiale facendosi paladino di un nome. In quell’indimenticabile giorno, le migliaia di Studenti Biblici Internazionali riuniti in un congresso generale a Columbus (Ohio, U.S.A.) adottarono all’unanimità una risoluzione con la quale decidevano di essere chiamati da allora in poi col nome biblico di “testimoni di Geova”. (Isaia 43:10-12) In breve tutte le congregazioni degli Studenti Biblici Internazionali in tutto il mondo fecero altrettanto e adottarono formalmente quel nome caratteristico. E quel nome è rimasto!

      2. (a) Cos’hanno subìto da allora quelli che portano questo nome biblico? (b) Quali rassicuranti parole trovano in Isaia 66:5?

      2 A motivo di tale dignitoso nome, questi testimoni dell’Iddio Altissimo hanno dovuto subire l’odio del mondo, perfino della cristianità, i cui aderenti asseriscono di essere fratelli in senso religioso di tutti coloro che professano di essere discepoli di Gesù Cristo. Quest’odio religioso è arrivato al punto di tradursi in una violenta persecuzione, che ha causato la morte di molti. Come incoraggiamento per i portatori di tale nome che vivono all’altezza della sua dignità, risuonano fino a noi, dopo 2.500 anni, queste rassicuranti parole messe per iscritto da uno dei principali profeti della Bibbia: “Udite la parola di Geova, voi che tremate alla sua parola: ‘I vostri fratelli che vi odiano, che vi escludono a motivo del mio nome, dissero: “Sia glorificato Geova!” Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi son quelli che saranno svergognati’”. — Isaia 66:5.

      3. Come dimostrano i testimoni di Geova di tremare alla Sua Parola, e, oltre che uditori, cos’altro devono esserne?

      3 Gli odierni testimoni di Geova sono quelli che ‘tremano alla sua parola’. Hanno timore di agire contrariamente alla sua Parola scritta. Per questo studiano continuamente le Scritture ispirate. Riconoscono che l’Autore della Bibbia è l’Iddio e Padre del loro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Accettano come Parola di Geova tutti i 39 libri delle Scritture Ebraiche e tutti i 27 libri delle Scritture Greche Cristiane, dei quali devono essere sia uditori che operatori.

      4. (a) Qual è il motivo principale per cui la cristianità odia i suoi fratelli e li esclude? (b) Quale giustificazione adducono per il loro modo d’agire?

      4 Qual è la ragione fondamentale per cui i testimoni di Geova sono odiati dalla cristianità, da persone che dicono di essere fratelli di Gesù Cristo? Perché la cristianità li esclude dalle file di coloro che sono riconosciuti come cristiani e non vuole avere nulla a che fare con essi, in quanto non ha nulla in comune con loro? Geova stesso ne spiega la ragione, dicendo: “A motivo del mio nome”. Eppure coloro che li odiano e che li escludono giustificano il loro modo di agire con la più nobile delle ragioni, esclamando: “Sia glorificato Geova!” O, se si servono di traduzioni bibliche che evitano di usare il nome di Dio, essi esclamano: “Sia glorificato il Signore!” Ma il Signore Iddio non considera il loro odio e il loro dissociarsi dai suoi testimoni qualcosa che lo glorifichi.

      5. (a) Quando Geova ‘appare’ con qualche manifestazione da parte sua, chi sono quelli che provano allegrezza? (b) Cosa presagisce per gli altri il fatto di essere svergognati?

      5 Quando egli ‘appare’ con qualche manifestazione indicante che approva alcuni e che disapprova altri, chi sono quelli che provano allegrezza per tale apparizione? Chi sono invece quelli che ne vengono svergognati? A coloro che sono odiati ed esclusi a motivo del fatto che nutrono vero rispetto per il suo nome, Geova Dio dice: “Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi son quelli che saranno svergognati”. Questo significava guai enormi per coloro che li odiavano e li escludevano. I guai che nell’antichità si abbatterono su questo tipo di persone prefigurarono il peggiore di tutti i guai che si abbatterà fra breve su coloro che odiano i testimoni di Geova e li escludono in questo “tempo della fine”. (Daniele 12:4) Nelle sue successive parole il profeta Isaia si riferisce a questo, dicendo: “C’è il suono di un clamore dalla città, un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato”. — Isaia 66:6.

      6. Da quale città sarebbe venuto il “suono di un clamore”, e cosa l’avrebbe prodotto?

      6 La città innominata dalla quale sarebbe uscito “il suono di un clamore” era, naturalmente, Gerusalemme, poiché era lì che sorgeva il tempio per l’adorazione di Geova. Il senso del versetto è che Geova sarebbe venuto al tempio della sua adorazione per fare un’ispezione, e non avrebbe gradito il modo in cui essa vi era praticata. L’adorazione era solo esteriore, formale, ipocrita. Questo recava biasimo sul suo santo nome. La disapprovazione di Geova sarebbe stata resa evidente da un “clamore” dovuto all’invasione dei conquistatori mondiali babilonesi, che Geova avrebbe impiegato come suo strumento per ‘ripagare ai suoi nemici ciò che era meritato’, cioè a coloro che praticavano l’adorazione ipocrita che disonorava il suo tempio. Erano nemici di Geova per il fatto che erano ostili a coloro che realmente ‘tremavano alla sua parola’, li odiavano e li escludevano, come egli disse, “a motivo del mio nome”. — Isaia 66:2, 5.

      7. Quando si adempì questa profezia di Isaia? Che accadde a Geremia? Chi vide che la Parola di Geova si avverava?

      7 Così nel secolo successivo, ai giorni dei profeti Geremia, Ezechiele e Daniele, Geova usò gli eserciti babilonesi come suoi agenti per ‘ripagare ciò che era meritato’ agli israeliti che avevano infranto il suo patto. Che “clamore” produsse questo in Gerusalemme nel 607 a.E.V. quando l’intera città fu distrutta, senza che fosse risparmiato nemmeno lo splendido tempio costruito dal saggio re Salomone! I giudei sopravvissuti furono deportati a Babilonia. I pochi rimasti nel paese fuggirono infine in Egitto, trascinando con loro il profeta Geremia. Così si adempì la sua predizione circa la completa desolazione del paese. Inoltre, in tal modo, il territorio un tempo occupato da una nazione cessò di essere la patria di una nazione vivente con Geova Dio quale suo celeste Re. I giudei fedeli che ‘tremavano alla parola di Dio’ videro che la sua parola si avverava.

      8, 9. (a) Qual è la moderna Gerusalemme antitipica? (b) Secondo la profezia di Gesù, cosa le succederà e perché?

      8 Avvenimenti orribili, di gran lunga peggiori di quelli del 607 a.E.V., sono in serbo per coloro che odiano e schivano i testimoni di Geova, i quali sono quelli che oggi tremano alla parola di Geova. Tutti quei tragici avvenimenti verificatisi ai giorni di Geremia, Ezechiele e Daniele, ‘accaddero loro come esempi [o tipi], e furono scritti per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose’. (I Corinti 10:11) Allora uscirà veramente “il suono di un clamore dalla città”, l’antitipica Gerusalemme condannata da Dio, cioè la cristianità. Come l’antico Israele, anch’essa asserisce di essere in un patto con Dio, nel “nuovo patto”, del quale Gesù Cristo è il Mediatore. (Ebrei 8:7-9) Ma non è stata all’altezza delle sue pretese di essere vincolata a Dio da un patto. Perciò una “grande tribolazione”, prefigurata da quella che si abbatté sull’antica Gerusalemme, attende la cristianità, proprio come predisse Gesù:

      9 “Allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:21, 22; Marco 13:19, 20.

      10. Oltre alla cristianità, su chi si abbatterà quella tribolazione, e da chi sarà costituita la “carne” che sopravvivrà?

      10 Questa grande tribolazione senza pari è imminente. Viene dalla mano dell’Iddio degli “eletti”, Geova. Coinvolgerà non solo la Gerusalemme antitipica, cioè la cristianità, ma anche ciò di cui la cristianità è stata intima amica, l’intero sistema di cose. (Giacomo 4:4) Gli odierni cristiani dedicati e battezzati che tremano alla Parola di Geova costituiranno la “carne” che sopravvivrà.

      Una nascita affrettata e inarrestabile

      11. (a) Quale periodo precede la nascita umana, ma sarebbero andate così le cose riguardo a una Gerusalemme ricostruita? (b) Per ordine di chi nello stesso luogo sarebbe stata costruita un’altra Gerusalemme? (c) Isaia predisse forse per quanto tempo l’antica Gerusalemme sarebbe rimasta una distesa desolata?

      11 Torniamo all’emozionante profezia di Isaia. Come sollievo dalla tetra prospettiva appena presentata sotto ispirazione, il profeta predice ora un evento gioioso. La nascita di un figlio legittimo è qualcosa che i genitori regolarmente sposati attendono con viva anticipazione e con le più rosee speranze. Nel caso delle creature umane, la nascita dev’essere preceduta dal periodo stabilito da Dio per il completo sviluppo dell’attesa progenie. Ma in questo caso il grande Creatore del processo della nascita predisse qualcosa di insolito secondo la sua propria disposizione. Il profeta Isaia aveva predetto la distruzione di Gerusalemme, la città contaminata, e quindi la città originale costruita sul monte Sion avrebbe cessato di esistere. Ma un’altra città sarebbe sorta sullo stesso monte Sion per ordine del conquistatore persiano Ciro il Grande, il servitore di Geova che avrebbe conquistato l’impero babilonese. (Isaia 44:28; 45:1) Ma Isaia non predisse per quanto tempo l’antica Gerusalemme non sarebbe esistita e sarebbe quindi stata senza “figli” o cittadini. Isaia non predisse nemmeno per quanto tempo il monte Sion e tutto il relativo paese sarebbero stati in condizioni di squallida desolazione.

      12. In che modo sulla cartina del mondo antico sarebbe comparso un nuovo paese, e di chi sarebbe divenuto la patria?

      12 Eppure, ai giorni di Ciro il Grande sarebbe sorta un’altra Gerusalemme, che sarebbe divenuta la madre di molti “figli”, cioè molti cittadini e sudditi, i quali avrebbero vissuto nel territorio assegnatole. Significava questo che sulla cartina del mondo antico sarebbe apparso un “paese” che sarebbe divenuto la patria di un popolo che prima non era una “nazione”? La risposta profetica di Geova Dio a questa domanda fu Sì!

      13, 14. (a) I prigionieri giudei sarebbero tornati nel loro paese al sopraggiungere del normale anno giubilare successivo alla loro deportazione? (b) Gerusalemme sarebbe tornata ad essere madre di “figli” grazie a sforzi straordinari da parte dei prigionieri giudei? Cosa diceva al riguardo la profezia di Isaia 66:7, 8?

      13 Restava ora da vedere quando e come ciò sarebbe avvenuto. Tramite il suo profeta Geremia, Geova predisse che il paese dell’ex nazione sarebbe rimasto desolato per settant’anni, venti più del giubileo cinquantennale. Perciò quando nel 573 a.E.V. sarebbe giunto il normale giubileo, non vi sarebbero state celebrazioni nella patria di un tempo e nessuna Gerusalemme o Sion sarebbe allora venuta all’esistenza per generare un corpo di cittadini quali suoi “figli”. I primi deportati giudei superstiti avrebbero rimesso piede nella loro ex patria solo nel 537 a.E.V. Questo sarebbe avvenuto senza insoliti e strenui sforzi da parte dei giudei prigionieri in Babilonia. Sarebbe stato un atto di Dio, in armonia con la sua promessa profetica. Per quanto potesse sembrare strano, una “nazione” postesilica sarebbe venuta all’esistenza in un paese riservato da Geova Dio a questa “nazione”. Guardando avanti, oltre la calamità nazionale del 607 a.E.V., Geova lasciò intendere che sarebbe avvenuta una cosa del genere quando spinse il profeta Isaia ad aggiungere:

      14 “Prima che avesse i dolori del parto ella [cioè un’altra Gerusalemme] partorì. Prima che le venissero le doglie, pure diede alla luce un maschio. Chi ha udito una cosa come questa? Chi ha visto cose come queste? Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion ha avuto i dolori di parto e ha partorito i suoi figli”. — Isaia 66:7, 8.

      15. Che differenza si nota fra quella nascita e quella descritta in Rivelazione 12:1-17?

      15 Tale nascita straordinaria è proprio il contrario della descrizione della nascita di un figlio maschio che si trova nell’ultimo libro della Sacra Bibbia, in Rivelazione 12:1-17, dove si legge: “E un gran segno fu visto nel cielo, una donna rivestita del sole, e la luna era sotto i suoi piedi, e sulla sua testa era una corona di dodici stelle, ed ella era incinta. E grida nelle sue doglie e nella sua agonia del parto. E fu visto un altro segno nel cielo, ed ecco, un gran dragone color fuoco, con sette teste e dieci corna e sopra le sue teste sette diademi; e la sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo, e le scagliò sulla terra. E il dragone si teneva davanti alla donna che stava per partorire, affinché, quando avesse partorito, divorasse il figlio di lei. Ed ella partorì un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro. E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo trono. . . . E il dragone si adirò contro la donna, e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”.

      16. Chi o che cosa sono la donna del “segno” e il “figlio, un maschio”?

      16 Poiché nessuna donna terrena ha la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sulla testa, la donna che costituisce il “segno” sopra descritto dev’essere simbolica. Il Padre del figlio di lei dev’essere Dio, perché è lui ad accettarlo e a riconoscerlo. Pertanto ella è, per così dire, sua moglie. Se si considera tutto questo, la donna che costituisce il “segno” nel cielo deve simboleggiare l’organizzazione di Dio composta di creature spirituali celesti, la principale delle quali è il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, organizzazione che viene paragonata a una moglie. Il figlio della donna, “un maschio”, dev’essere anch’egli simbolico, e infatti simboleggia il regno di Dio, in quanto il figlio maschio fu rapito presso il trono di Dio. Perché il regno sia qualcosa di più di un semplice concetto astratto, teorico, deve avere come re una persona vivente. Questa persona reale dev’essere colui col quale Geova Dio stipula un patto per il regno.

      17. Perché l’unigenito Figlio di Dio aveva il diritto di sedere sul trono alla destra del Padre?

      17 Questi fu il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, che, in virtù della sua miracolosa nascita umana a Betleem come discendente di Davide, re di Israele, divenne l’erede naturale al Regno. (Isaia 9:6, 7; Luca 22:29, 30; Matteo 1:17-25) Giustamente, quindi, in relazione con la “donna” celeste, fu messo in risalto che il figlio di lei era un “maschio”, in quanto il trono era riservato a un discendente maschio della casa reale di Davide.

      18. Cosa emerge dunque dal confronto fra le circostanze relative alla nascita di quel simbolico “figlio, un maschio”, e quelle indicate in Isaia 66:7, 8?

      18 Tutte queste circostanze relative alla nascita di un “figlio, un maschio” alla “donna” celeste differiscono da quelle descritte nella profezia di Isaia, particolarmente per quanto riguarda l’aspetto della gravidanza, delle doglie e dei dolori di parto. Ci sono quindi valide ragioni per concludere che il figlio “maschio” di Isaia 66:7 si riferisca profeticamente a una situazione diversa da quella del “figlio, un maschio”, menzionato in Rivelazione 12:5. Evidentemente il figlio “maschio” si riferisce alla “nazione” che venne all’esistenza nel “paese” come predetto da Isaia. Inoltre, nel caso degli israeliti ristabiliti, il regno o dominio non fu l’aspetto principale del loro ritorno a Gerusalemme nel 537 a.E.V. Non fu rimesso sul trono un re della discendenza di Davide. Essendo il territorio di Giuda una provincia persiana, essi si trovavano sotto il dominio di Ciro, che aveva emanato il decreto di ricostruire il tempio e ripristinare a Gerusalemme la vera adorazione. Quella restaurazione avvenne all’improvviso, inaspettatamente. Secondo la Versione Riveduta, Isaia 66:7, 8 dice: “Prima di provar le doglie del parto, prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio. Chi ha udito mai cosa siffatta? chi ha mai veduto alcun che di simile? Un paese nasce egli in un giorno? una nazione vien essa alla luce in una volta? Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli”.

      19. (a) A chi sembrò che la nascita della nazione postesilica di Israele fosse stata accelerata, e perché? (b) Perché la generazione che prese a dimorare nel paese dei suoi antenati era completamente nuova, e in che senso anche il paese poteva considerarsi nuovo?

      19 In armonia con la profezia, la nascita della nazione postesilica di Israele fu, per così dire, accelerata. Giunse con sorprendente subitaneità per il mondo antico, nel 537 a.E.V. Il mondo pagano non si sarebbe mai aspettato che la nazione di Israele, scomparsa da tempo, tornasse a rivivere, nel paese che Dio le aveva dato. In realtà quella che venne all’esistenza fu una nuova Sion: nacque una nuova nazione. Ricordiamo che gli israeliti erano stati deportati in Babilonia a più riprese: 10.000, secondo il racconto biblico, furono deportati all’epoca della prima cattività nel 617 a.E.V. Centinaia furono deportati in seguito. (II Re 24:14; Geremia 52:28-30) Ma quelli che furono liberati da quel paese pagano nel 537 a.E.V. e che si stabilirono nel paese dei loro antenati, includevano 42.360 maschi, oltre a molti schiavi e cantori di professione. Fra gli israeliti c’erano anche alcuni uomini anziani che avevano visto il tempio costruito da Salomone a Gerusalemme. (Esdra 2:64, 65; 3:12) Perciò, per la maggior parte, la generazione che si stabilì nel paese allo scopo di costruire un nuovo tempio era completamente nuova. Una nuova Sion sorse quindi in un nuovo paese, e divenne la madre di una nuova nazione postesilica. Essa occupava la nuova provincia persiana della Giudea.

      20. Nell’anno postbellico del 1919, come si adempì la controparte moderna di questo nel caso degli Studenti Biblici Internazionali?

      20 La ‘nascita’ degli israeliti ristabiliti come “nazione” nel 537 a.E.V. ha una controparte moderna? Sì, perché nell’anno successivo alla prima guerra mondiale (1914-1918) nacque una “nazione” spirituale sotto il più grande Ciro, l’intronizzato re Gesù Cristo! In che modo? Durante la guerra, la sede centrale della Watch Tower Bible and Tract Society, l’ente editoriale degli Studenti Biblici Internazionali, situata a Brooklyn, New York, era stata smantellata e trasferita di nuovo in piccoli locali a Pittsburgh, in Pennsylvania. Le sue pubblicazioni più recenti erano state messe al bando in Canada e negli Stati Uniti d’America, e il presidente della Società, il segretario-tesoriere e sei altri membri del personale della sede centrale erano stati condannati nel 1918 a lunghi periodi di detenzione. L’intento dei loro nemici che avevano istigato tutto ciò era simile a quello espresso in Salmo 83:4: “Spazziamoli via dall’essere una nazione, affinché il nome d’Israele non sia più ricordato”. Ma nella primavera del 1919, con grande sorpresa della cristianità, ci fu la liberazione! Quello stesso anno i perseguitati Studenti Biblici Internazionali tennero il loro primo congresso del dopo-guerra a Cedar Point, nell’Ohio. Ai congressisti fu annunciata la pubblicazione di una nuova rivista in aggiunta alla Torre di Guardia, e cioè L’Età d’Oro (ora chiamata Svegliatevi!).

      21. Perciò cosa nacque cinque anni dopo la fine dei tempi dei Gentili? Quale incarico dovevano svolgere i suoi appartenenti? Che cos’era il nuovo “paese”?

      21 Così, cinque anni dopo la fine dei “tempi dei Gentili” avvenuta nel 1914 e l’istituzione del regno di Dio affidato al più grande Ciro, Gesù Cristo, venne all’esistenza una nuova “nazione”, una “nazione” spirituale. Gli appartenenti a questa nuova “nazione” dovevano svolgere l’incarico di ambasciatori del regno di Dio da poco istituito nei cieli e di testimoni che portassero il Suo nome. Essendo terminati i tempi concessi ai gentili per calpestare la sua visibile organizzazione, Dio pose la “nazione” nel “paese” che le spettava, un “paese” simbolico, cioè il suo reame terrestre di attività. — Luca 21:24, Nardoni.

      22. Quali domande pose Geova stesso circa la sua capacità di divenire il Padre della nuova “nazione”, e, in risposta, cosa fece nell’antico tipo e nel moderno antìtipo?

      22 Era stato Geova Dio l’Onnipotente a rendere possibile quella rimarchevole nascita, ed egli era deciso a far sì che nulla la ostacolasse. In Isaia 66:9 aveva detto: “‘In quanto a me, farò io rompere [il sacco amniotico] e non farò partorire?’ dice Geova. ‘O faccio partorire ed effettivamente faccio chiudere [il ventre]?’ ha detto il tuo Dio”. La sua prima risposta a queste domande di sfida egli la diede liberando il suo popolo da Babilonia nel 537 a.E.V. e facendo poi in modo che Gerusalemme fosse riedificata e pullulasse di abitanti giudei quali figli di lei. Nei nostri giorni Dio ha risposto in modo antitipico alle sue proprie domande rendendo feconda la Gerusalemme antitipica, la sua organizzazione celeste, così che essa ha dato alla luce una “nazione” spirituale sulla terra. Questo è avvenuto sotto la guida del più grande Ciro, il Re appena insediato in cielo. Questa nascita ha avuto luogo nell’anno postbellico del 1919 e ha prodotto un popolo, i “figli” di Sion, interamente dedicato a promuovere gli interessi dello stabilito regno di Dio, un popolo strettamente neutrale nei confronti dei governi politici di questo mondo. L’Iddio Onnipotente non ha permesso che alcuna cosa ostacolasse il completo svolgimento del suo proposito dal 1914 fino ad ora!

  • Cosa significa per l’umanità la nascita della nazione
    La Torre di Guardia 1983 | 15 gennaio
    • Cosa significa per l’umanità la nascita della nazione

      1, 2. (a) Geova risponde direttamente alle sue domande riportate in Isaia 66:9? (b) Secondo Isaia 66:10-14, quale invito egli rivolge?

      ANZICHÉ rispondere alle sue proprie domande, riportate in Isaia 66:9, con un chiaro “No!”, Dio spinse il profeta Isaia a rivolgere questo trionfante invito:

      2 “Rallegratevi con Gerusalemme e gioite con lei, voi tutti che l’amate. Esultate grandemente con lei, voi tutti che fate lutto su di lei; per la ragione che succhierete e per certo sarete saziati alla mammella delle sue consolazioni; per la ragione che popperete e proverete squisito diletto al seno della sua gloria. Poiché Geova ha detto questo: ‘Ecco, io le volgo la pace proprio come un fiume e la gloria delle nazioni proprio come un torrente che straripa, e per certo succhierete. Sarete portati sul fianco e vezzeggiati sulle ginocchia. Come un uomo che la sua propria madre continua a confortare, così io stesso continuerò a confortare voi; e nel caso di Gerusalemme sarete confortati. E per certo vedrete, e il vostro cuore dovrà esultare, e le vostre medesime ossa germoglieranno proprio come tenera erba. E la mano di Geova per certo si farà conoscere ai suoi servitori, ma egli effettivamente denuncerà i suoi nemici’”. — Isaia 66:10-14.

      3. A che cosa furono paragonati gli esiliati giudei ristabiliti, e di cosa si sarebbero rallegrati? La mano di chi avrebbero riconosciuto nella questione?

      3 Quelli che sarebbero tornati dall’esilio venivano così paragonati a neonati lattanti. Per gli ebrei esiliati presso i fiumi di Babilonia i riferimenti a succhiare la mammella e poppare al seno denotavano che un’altra Gerusalemme sarebbe stata riedificata sul luogo della capitale distrutta, e inoltre che essa sarebbe divenuta madre di una popolazione di molti cittadini o abitanti, come pure di molti altri sudditi del suo reame. (Confronta Luca 13:34). Come le madri del Medio Oriente, la Gerusalemme ricostruita avrebbe portato i suoi figli sul fianco destro o su quello sinistro; e, da seduta, li avrebbe vezzeggiati nel suo grembo. Gli ebrei che amavano la visibile organizzazione di Geova in quel lontano VI secolo a.E.V. se ne sarebbero rallegrati, e avrebbero smesso di fare cordoglio per il fatto che durante i settant’anni di esilio in un paese pagano non c’era stata nessuna Gerusalemme come capitale del popolo eletto di Geova. La loro gioia fu come quella descritta nel Salmo 126, in contrasto col dolore espresso nel Salmo 137. I servitori di Geova videro la sua mano nella loro liberazione.

      4, 5. (a) Come reagì il rimanente alla manifestazione della “mano” di Dio a loro favore, e cosa compresero più chiaramente che mai? (b) Era giunto il tempo che fosse compiuta quale altra azione? (c) Come la descrive Isaia?

      4 La stessa situazione si verificò con i membri della “nazione” spirituale che ‘nacque’ nel 1919. Dopo essere stati liberati in modo sorprendente dalle restrizioni loro imposte durante la prima guerra mondiale e dalla minaccia di essere spazzati via, essi provarono una gioia irrefrenabile. Cessarono di fare lutto. Cominciarono a capire più chiaramente che mai che Geova era il loro Dio e che aveva un’organizzazione visibile, come ne ha una invisibile nei cieli paragonata a una moglie. Questa organizzazione invisibile, la “Gerusalemme di sopra”, è una “madre” per il rimanente. (Isaia 54:1-6; Galati 4:26) Perciò, radunandosi di nuovo dopo lo stato di disorganizzazione in cui erano venuti a trovarsi durante la prima guerra mondiale, si rallegrarono di essere nutriti, portati e vezzeggiati da questa “madre” spirituale, la celeste “moglie” di Dio loro Padre. Quali “servitori” a lui dedicati mediante il loro Fratello maggiore Gesù Cristo, provarono conforto sapendo che la “mano” di Geova operava a loro favore. Dall’altro lato, era giunto per Geova Dio il tempo di ‘denunciare i suoi nemici’. Questi includevano coloro che erano ostili ai proclamatori del suo Regno appena nato, perché i nemici del suo popolo dedicato sono anche suoi nemici personali. Per spiegare come eseguirà la sua denuncia, Geova prosegue dicendo:

      5 “‘Poiché, ecco, Geova stesso viene come un medesimo fuoco, e i suoi carri sono simili a un uragano, per rendere la sua ira con assoluto furore e il suo rimprovero con fiamme di fuoco. Poiché come fuoco Geova stesso assumerà infatti la controversia, sì, con la sua spada, contro ogni carne; e gli uccisi di Geova per certo saranno molti. Quelli che si santificano e si purificano per i giardini dietro a uno al centro, mangiando la carne di porco e la cosa nauseante, perfino il roditore che salta, perverranno tutti insieme alla loro fine’, è l’espressione di Geova. ‘E riguardo alle loro opere e ai loro pensieri, io vengo per radunare tutte le nazioni e le lingue; e dovranno venire e vedere la mia gloria’”. — Isaia 66:15-18.

      6. In che modo gli israeliti dei giorni di Isaia violavano il loro patto e si contaminavano?

      6 Ai giorni in cui Isaia scrisse queste parole, oltre un secolo prima della distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V., gli israeliti violavano apertamente il loro patto nazionale con Geova, il patto della Legge di cui il profeta Mosè era stato mediatore. Si santificavano e si purificavano per il culto idolatrico in speciali giardini e infrangevano le leggi di Dio che vietavano loro di mangiare determinate cose. Si contaminavano e si insozzavano davanti all’Iddio del loro patto, e non facevano nulla per dargli gloria.

      7. (a) Come agì Geova per risolvere la controversia secondo i termini del suo patto? (b) Con chi Dio ha oggi una simile controversia?

      7 Perciò egli recò su quei violatori del patto i suoi infuocati e tempestosi giudizi, in conformità dei termini del patto. Prese la “spada” d’esecuzione per risolvere la controversia che aveva con ogni carne israelita. Non sorprende che solo poche migliaia di giudei sopravvivessero alla spietata distruzione di Gerusalemme, solo per essere trascinati in un lungo esilio nell’idolatra Babilonia pagana. Tutte le nazioni circostanti e i gruppi linguistici divennero testimoni di questa manifestazione della gloria di Geova quale Dio che osserva il patto e non mente. Tutto questo ci ricorda solennemente che lo stesso Dio ha una controversia molto più ampia con l’odierna cristianità, la quale asserisce di aver preso il posto dell’antico Israele come popolo di Geova Dio. Egli si glorificherà usando la “spada” della sua vendetta per stroncarla completamente.

      Un “segno” fra le nazioni

      8, 9. (a) A sua gloria, Geova ha eseguito il suo proposito dopo aver prodotto quali cose, e dopo quale esperienza fatta dal suo popolo durante la guerra? (b) Come indicò egli il suo proposito in Isaia 66:19, 20?

      8 Per mostrare la sua gloria a tutte le nazioni, l’Iddio Onnipotente ha eseguito il suo immutabile proposito in quanto a ciò che avrebbe avuto luogo dopo che egli avrebbe fatto ‘dare alla luce con dolori di parto un paese in un giorno’ e ‘nascere una nazione in una volta’. Mentre leggiamo le sue parole riportate in Isaia 66:19, 20, possiamo ricordare le cose gloriose che egli ha fatto sin dal 1919, cioè sin dalla nascita della “nazione” composta dal rimanente degli israeliti spirituali, nascita avvenuta dopo che essi avevano cessato di essere un popolo organizzato durante la prima guerra mondiale, con poche speranze di sopravvivere a quel conflitto. Ecco ciò che egli aveva detto:

      9 “‘E per certo metterò fra loro un segno [oth, in ebraico; signum nella Vulgata latina], e manderò alcuni di quelli che sono scampati alle nazioni, a Tarsis, a Pul e a Lud, a quelli che tendono l’arco, Tubal e Iavan, le isole lontane, che non hanno udito la notizia intorno a me né visto la mia gloria; e per certo dichiareranno la mia gloria fra le nazioni. E da tutte le nazioni effettivamente condurranno tutti i vostri fratelli come dono a Geova, su cavalli e in carri e in vetture coperte e su muli e su veloci cammelle, al mio santo monte, Gerusalemme’, ha detto Geova, ‘proprio come quando i figli d’Israele portano il dono in un vaso puro nella casa di Geova’”.

      10. Quale è stato il “segno” posto da Dio fra le nazioni?

      10 Quale è stato il “segno” posto da Geova fra le nazioni a partire dalla prima guerra mondiale? È stato un “segno” vivente. All’inizio della sua profezia, Isaia, quale portavoce di Geova, aveva detto: “Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati siamo come segni e come miracoli in Israele da Geova degli eserciti, che risiede sul monte Sion”. (Isaia 8:18) In Ebrei 2:11-13 l’apostolo Paolo cita queste parole profetiche e le applica a Gesù Cristo e ai suoi discepoli generati dallo spirito, dicendo: “Poiché colui che santifica e quelli che sono santificati vengono tutti da uno, e per questa ragione egli non si vergogna di chiamarli ‘fratelli’, come dice: . . . ‘Ecco, io e i fanciullini, che Geova mi ha dati’”.

      11. Cos’hanno predicato in tutto il mondo dal 1914 quelli che costituiscono tale “segno”, e perché c’era bisogno che fossero radunati?

      11 Conforme a ciò, il “segno” che Geova ha istituito fra le nazioni della terra, per le quali nel 1914 sono scaduti i “tempi dei Gentili”, è la “nazione” spirituale, i cui membri hanno predicato in tutto il mondo la notizia del regno di Dio istituito nei cieli al termine dei “fissati tempi delle nazioni”, nel 1914. (Luca 21:24, Nardoni; Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture; Matteo 24:14) A tal fine Geova ha radunato il rimanente degli israeliti spirituali che erano stati dispersi dall’infuocata persecuzione durante la prima guerra mondiale.

      12. (a) Chi si doveva aggiungere al rimanente sopravvissuto alla prima guerra mondiale? (b) Quando cominciò in particolare l’invio di ‘quelli che erano scampati’?

      12 C’erano altri ancora che dovevano essere radunati e aggiunti agli israeliti spirituali sopravvissuti alla prima guerra mondiale, così da raggiungere il pieno numero di membri del rimanente dei “fratelli” spirituali di Cristo in questo tempo. (Matteo 25:40) In modo notevole sin da quel primo congresso generale degli Studenti Biblici Internazionali tenuto a Cedar Point (Ohio, U.S.A.) nell’estate del 1919, Geova cominciò a mandare “alle nazioni” ‘alcuni di quelli che erano scampati’ di fra il rimanente originale. Egli fece questo in maniera ancor più marcata al congresso tenuto nel 1922 dagli Studenti Biblici nella stessa località turistica (vicino a Sandusky, nell’Ohio), quando il presidente della Watch Tower Bible and Tract Society portò a un punto culminante il suo elettrizzante discorso ai congressisti con questa vibrante esortazione: “Annunciate, annunciate, annunciate il Re e il suo regno”. Dopo ciò le congregazioni del rimanente degli israeliti spirituali si equipaggiarono per proclamare lo stabilito regno di Dio, “in testimonianza a tutte le nazioni”, inviando tutti i loro membri nel campo, “di casa in casa” e pubblicamente. Erano tutti ambasciatori del Regno! — Atti 20:20.

      13. In adempimento della profezia di Isaia, chi viene radunato da tutte le nazioni e, per così dire, con quali mezzi?

      13 In adempimento della profezia di Isaia, tutto ciò portò a un grande radunamento del rimanente dei fratelli spirituali, effettuato, per così dire, con ogni mezzo di comunicazione o di trasporto che fosse molto più rapido dell’andare a piedi. Geova aveva detto che avrebbe mandato ‘alcuni di quelli che erano scampati’ fino in paesi lontani, e lo fece mandando quelli che erano “scampati” alla prima guerra mondiale e alle carestie, pestilenze e terremoti che contrassegnarono il micidiale periodo 1914-1918; questi erano scampati in particolare alla persecuzione divampata contro i dedicati Studenti Biblici che in tutto il mondo cooperavano zelantemente con la Watch Tower Bible and Tract Society. La persecuzione in particolare causò la morte spirituale di alcuni, così che non parteciparono al radunamento del rimanente sopravvissuto dopo la prima guerra mondiale, specialmente quando la Società cominciò a rivolgere l’invito a compiere un’azione unificata tramite le pubblicazioni stampate e i suoi rappresentanti viaggianti che visitavano le congregazioni.

      14. Cosa dichiaravano gli “scampati”, e furono mandati anche in luoghi che si trovavano in quale stato d’ignoranza?

      14 Comunque, i fedeli fecero ciò che aveva predetto Geova, cioè ‘dichiararono la sua gloria fra le nazioni’. (Isaia 66:19) Quegli ubbidienti “scampati” andarono in tutti i paesi e le “nazioni” accessibili, perfino in “isole lontane”, dichiarando la gloria del regno di Geova ora istituito nei cieli nelle mani del regnante Gesù Cristo. In quelle nazioni e isole lontane, molti non avevano mai sentito parlare del vero Dio, Geova, e non sapevano che, secondo i predetti segni dei tempi, il suo glorioso regno era nato nei cieli. — Rivelazione 12:1-5, 10.

      15. In quale condizione spirituale devono mantenersi questi “fratelli” spirituali condotti come “dono a Geova”, e perché?

      15 Tutti quelli che gli “scampati” condussero come loro “fratelli” spirituali, li condussero “come dono a Geova”, non al capo umano di qualche setta religiosa o a qualche potenza politica mondiale della terra in cerca di popolarità. Per essere accettevole a Geova, il “dono” doveva essere puro. Per questo la profezia descrive l’offerta di questo “dono” vivente dicendo che sarebbe stata “proprio come quando i figli d’Israele portano il dono in un vaso puro nella casa di Geova”. (Isaia 66:20) Per questo quei “fratelli” spirituali che costituiscono il “dono” non devono far parte di questo mondo, ma devono mantenersi “senza macchia dal mondo”. (Giacomo 1:27) Devono rimanere neutrali nei confronti della contaminante politica di questo impuro sistema di cose. Ecco perché Geova disse che sarebbero stati condotti ‘sul suo santo monte, Gerusalemme’. Qui non ci si riferisce alla moderna Gerusalemme, capitale dello stato politico di Israele. La nazione di cui essa è capitale è israelita all’85 per cento ed è membro delle Nazioni Unite, l’organizzazione preposta al mantenimento della pace e della sicurezza del mondo.

      16. Perché nel Medio Oriente oggi non c’è nulla che Geova possa chiamare il suo “santo monte”?

      16 La moderna Gerusalemme in Medio Oriente non ha alcun “santo monte” che Geova possa considerare suo in senso religioso. Perché no? Perché lì, su quello che un tempo era il suo “santo monte”, c’è ora una moschea musulmana, la Cupola della Roccia. Questa non appartiene agli adoratori di Geova, ma a quelli di Allah, una divinità senza nome.

      17. Cos’è dunque il “santo monte, Gerusalemme”, a cui quei “fratelli” spirituali vengono condotti sin dalla nascita della nazione nel 1919?

      17 Se si considera onestamente ogni aspetto attinente, appare chiaro un fatto significativo: Nell’adempimento moderno di Isaia 66:20, ‘il mio santo monte’ si riferisce a un’organizzazione che per gli israeliti spirituali è come una madre, cioè la “Gerusalemme di sopra”, di cui si parla in Galati 4:26. È la Sion che “ha partorito i suoi figli”, secondo Isaia 66:8. Quei “figli” costituiscono la “nazione” che è ‘nata in una volta’, nell’anno postbellico del 1919. In vista di questo fatto, quei “fratelli” spirituali condotti dagli “scampati” sin dalla nascita di tale “nazione”, furono condotti come “dono a Geova”, e messi in contatto con la sua regale organizzazione, la “Gerusalemme di sopra”, tipificata dall’antica Gerusalemme terrena ricostruita nell’antichità. Essendo stati questi condotti come suoi “figli”, furono portati nella parte terrena, visibile, dell’organizzazione universale di Geova, perché fossero abitanti di Gerusalemme in senso spirituale.

      Restaurazione della pura adorazione di Geova

      18. Poiché Geova aveva promesso di prendere alcuni della nuova “nazione” anche “per sacerdoti, per Leviti”, qual era la cosa più appropriata che la “nazione” potesse fare nel suo reame di attività?

      18 Quella “nazione” appena nata intraprese pienamente l’adorazione dell’unico vivente e vero Dio, Geova, nel suo reame postbellico di attività spirituale? Era più che giusto che lo facesse, ora che era stata liberata dal dominio di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. E fu ciò che fece, in armonia con l’azione che Geova aveva promesso di intraprendere nei confronti della “nazione” neonata, come si legge in Isaia 66:21: “‘E da essi prenderò anche alcuni per sacerdoti, per Leviti’, ha detto Geova”. Dobbiamo ricordare che durante i settant’anni d’esilio nell’antica Babilonia, dal 607 al 537 a.E.V., gli israeliti furono privati del servizio attivo del sommo sacerdote aaronnico, dei sottosacerdoti e dei loro servitori, i leviti, in quanto il tempio in cui prestavano servizio era stato distrutto. Geova lo aveva accuratamente predetto in Osea 3:4, 5:

      19. Come aveva predetto Geova la restaurazione della sua adorazione in Osea 3:4, 5?

      19 “È perché i figli d’Israele dimoreranno per molti giorni . . . senza sacrificio e senza colonna e senza efod e terafim. In seguito i figli d’Israele torneranno e per certo cercheranno Geova loro Dio, e Davide loro re [il Messia]; e per certo verranno tremando a Geova e alla sua bontà nella parte finale dei giorni”.

      20. Tale azione da parte di Geova richiedeva che fosse costruito che cosa, dove e per soddisfare quali indispensabili bisogni?

      20 Perciò, oltre ad agire in qualità di loro Liberatore da Babilonia, Geova avrebbe avuto cura dei loro bisogni più vitali, quelli spirituali. Avrebbe reinsediato un legittimo sommo sacerdote insieme ai suoi sottosacerdoti, e questi sarebbero stati assistiti da un corpo di leviti. Questo avrebbe richiesto la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, dove avrebbero potuto svolgere i loro servizi così importanti per la “nazione” nata “in una volta”. Questo avrebbe avuto luogo nel “paese” che sarebbe stato “dato alla luce con dolori di parto in un giorno”, cioè la loro amata patria. Sì, per quanto tutto ciò potesse sembrare improbabile. — Isaia 66:8.

      21. Quale fatto analogo ebbe luogo in senso spirituale nel caso della nuova “nazione” dal 1919 in poi?

      21 In senso spirituale, la stessa cosa è avvenuta col rimanente dell’Israele spirituale da che Geova Dio lo ha liberato da Babilonia la Grande (l’impero mondiale della falsa religione) nell’anno postbellico del 1919. Prima di tutto egli pensò ai loro bisogni spirituali. Chiarì il loro intendimento circa l’incarico del re messianico Gesù Cristo quale sommo sacerdote di Dio. Li purificò da ogni contaminazione religiosa che ancora si portavano appresso a causa del contatto con Babilonia la Grande e dell’asservimento a questa. Quali membri di “una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso” appartenente all’Iddio Altissimo, essi cominciarono a capire chiaramente, come mai prima, come e perché dovevano mantenere una stretta neutralità nei confronti degli affari politici di questo mondo moderno. Capirono che era giunto il tempo che l’unico vivente e vero Dio ‘si facesse un nome’. Si resero conto del loro dovere di esaltare il nome personale di Dio, Geova, al di sopra di qualsiasi altro nome. Compresero il loro obbligo di essere testimoni di questo Dio il cui nome era stato tenuto nell’ombra per secoli, e appropriatamente adottarono il nome di “testimoni di Geova”, nel memorabile anno 1931. — I Pietro 2:9; Isaia 43:12; 63:12.

      22. Anche se include la salvezza delle creature, qual è la questione o la dottrina più importante della Bibbia, e perché?

      22 Pur ricevendo la debita attenzione nell’ispirata Sacra Bibbia, la salvezza della razza umana dal peccato e dalla morte, oltre che dalla schiavitù a Satana il Diavolo e alla sua organizzazione, non è la cosa più importante o la dottrina più importante della Bibbia. L’articolo principale della Torre di Guardia inglese del 15 agosto 1941, intitolato “Integrità”, diceva: “Le Scritture mettono ripetutamente in risalto il proposito di Geova di far governare il mondo dal suo giusto Governo. Il suo Governo è la Teocrazia, sulla quale egli ha posto Cristo Gesù come Re. . . . La contesa principale suscitata dalla provocatoria sfida di Satana fu ed è quella del DOMINIO UNIVERSALE”. (Paragrafi 1, 19) Quindi il proposito principale dell’Iddio Altissimo è quello di rivendicare la sua sovranità universale, da lui solo esercitata. Egli lo farà tra breve e in maniera gloriosa nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” sul campo di battaglia di Har-Maghedon. (Rivelazione 16:14-16) La “nazione santa” dell’Israele spirituale ha il dovere, il privilegio e l’onore di mantenere l’integrità nei confronti del dominio o sovranità universale di Geova, mostrando così che il Diavolo è un bugiardo.

      23. Il fallimento di quali sforzi compiuti dalle nazioni nemiche adempie le parole di Geova riportate in Isaia 66:22?

      23 Fino a questa tarda data tutti gli sforzi compiuti dalle nazioni mondane della visibile organizzazione di Satana per spazzare via la “nazione” di Geova ‘nata’ nel 1919 nel suo “paese” appena generato sono falliti. Questo adempie fedelmente l’assicurazione data dal Sovrano Universale con queste parole, riportate in Isaia 66:22: “‘Poiché proprio come i nuovi cieli e la nuova terra che io sto per fare stanno dinanzi a me’, è l’espressione di Geova, ‘così continueranno a stare la vostra progenie e il vostro nome’”.

      24. (a) La stabilità dei nuovi cieli e della nuova terra di Dio è garanzia di che cosa per il rimanente dell’Israele spirituale? (b) Di cosa diverrà parte a suo tempo il rimanente?

      24 Nonostante tutto ciò che Satana il Diavolo, i suoi invisibili demoni e la sua visibile organizzazione terrena possono tentare di fare nel prossimo futuro contro di loro, il rimanente dell’Israele spirituale e il suo nome non saranno cancellati. La visibile progenie terrena dell’organizzazione di Satana e il loro nome non dureranno ancora per molto. Ma, in netto contrasto con ciò, la progenie dell’organizzazione universale di Geova, il rimanente dell’Israele spirituale, continuerà a stare; il suo nome non sarà cancellato dai suoi nemici e non sarà dimenticato. Come i nuovi cieli e la nuova terra fatti dal Sovrano Universale Geova continueranno a stare per sempre, così sarà per il rimanente dell’Israele spirituale e il suo degno nome. Questo non significa che il rimanente dell’Israele spirituale rimarrà sulla terra per sempre. A tempo debito saranno portati via e si uniranno al loro Sommo Sacerdote Gesù Cristo nei “nuovi cieli”, dove presteranno servizio come sottosacerdoti nel tempio spirituale.

      25. (a) Quand’è che Geova ha cominciato a “fare” quei “nuovi cieli”? (b) In particolare da quando sono comparsi i futuri membri della “nuova terra”?

      25 Geova Dio cominciò a fare “i nuovi cieli” alla fine dei “fissati tempi delle nazioni” nel 1914, quando insediò il suo glorificato Figlio Gesù Cristo sul trono celeste perché regnasse come Re dei re e Signore dei signori. Questi è il “Figlio di Davide”, e con lui, quando era un uomo perfetto sulla terra, il Sovrano Universale Geova fece un patto per un regno. (Matteo 21:15) Dal suo trono celeste il re Gesù Cristo domina sul nostro globo terrestre. Per fare una “nuova terra” non è necessario che la nostra terra letterale sia distrutta, no, perché il pianeta Terra “sta fino a tempo indefinito”. (Ecclesiaste 1:4) Il regno di Dio retto da Cristo la trasformerà in un eterno Paradiso. Senza contraddire questo evento grandioso, la “nuova terra” che Geova fa rappresenta una nuova società umana in piena armonia con lui e con i suoi giusti “nuovi cieli”. (II Pietro 3:13) Sulla terra egli ha già milioni di futuri membri della società di quella “nuova terra”, i quali hanno fatto la loro comparsa particolarmente dall’anno 1935.

      26. (a) Come Isaia 66:12 accenna al fatto che questa “grande folla” si sarebbe affiancata al rimanente degli israeliti spirituali? (b) Dov’è che questa “folla” serve ora Geova?

      26 Essi sono venuti da tutte le nazioni, razze, popoli e lingue e si sono dedicati a Geova Dio tramite il Sommo Sacerdote Cristo, e hanno simboleggiato la loro dedicazione battezzandosi in acqua a imitazione del loro Pastore eccellente, Gesù Cristo. (Giovanni 10:14, 16) Precedentemente, in Isaia 66:12, Geova aveva detto che avrebbe dato al rimanente dell’Israele spirituale, che rappresenta la “Gerusalemme di sopra”, ciò che egli chiama “la gloria delle nazioni”, e questo “come un torrente che straripa”. Dal 1935 “la gloria delle nazioni” è stata data all’Israele spirituale sotto forma della “grande folla” di “altre pecore” del Pastore eccellente, il regnante Gesù Cristo. (Rivelazione 7:9-17) Per la loro lealtà al governo teocratico di Geova retto da Cristo, il Pastore eccellente li ha resi “un solo gregge” col rimanente degli israeliti spirituali. Vengono condotti al tempio spirituale di Geova, che è chiamato anche “casa di preghiera per tutti i popoli”. (Isaia 56:7; Marco 11:17) In questo tempio spirituale, dove persone di tutte le nazioni possono pregare Dio, la gloriosa “grande folla” gli ‘rende sacro servizio giorno e notte’. — Rivelazione 7:15.

      27, 28. Con che frequenza la “grande folla” proveniente da “ogni carne” si raduna col rimanente, e quali risultati produce la loro partecipazione all’opera di testimonianza?

      27 Questo meraviglioso sviluppo moderno concorda con ciò che Geova aggiunge in Isaia 66:23: “E per certo accadrà che da luna nuova a luna nuova e da sabato a sabato ogni carne verrà a inchinarsi dinanzi a me, ha detto Geova”. — Aggeo 2:7-9.

      28 I rapporti indicano che la “grande folla” di “ogni carne” tiene regolarmente adunanze col rimanente dell’Israele spirituale, per così dire “da luna nuova a luna nuova [ogni mese] e da sabato a sabato [ogni settimana]”. Si uniscono lealmente all’unto rimanente nel dare testimonianza pubblica e di casa in casa, per adempiere la profezia di Gesù circa il “termine del sistema di cose”: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matteo 24:3, 14) Le persone di “ogni carne” che rispondono alla predicazione ‘vengono a inchinarsi’ dinanzi al Sovrano Geova.

      29, 30. (a) In che modo Isaia 66:24 indica che quegli adoratori provenienti da “ogni carne” sopravvivranno alla “grande tribolazione” che porrà fine a questo sistema di cose? (b) Di che cosa costituiranno il fondamento, e, in seguito, chi guideranno nell’adorazione del Creatore delle cose celesti e terrestri?

      29 Quali superstiti della “grande tribolazione” che si abbatterà fra breve sul mondo, essi saranno testimoni di come Geova rivendicherà la sua sovranità universale distruggendo i suoi e i loro nemici in quella “tribolazione” mondiale. Per questo Isaia termina la sua profezia dicendo: “Ed effettivamente [i superstiti della tribolazione] usciranno e guarderanno i cadaveri degli uomini che trasgredivano contro di me; poiché i medesimi vermi su di loro non morranno e il loro stesso fuoco non si estinguerà, e devono divenire qualche cosa di ripugnante a ogni carne”. —Isaia 66:24.

      30 Come i capri maledetti della parabola di Gesù, che si sta adempiendo durante questo “termine del sistema di cose”, quei trasgressori contro il Sovrano Signore Geova “andranno allo stroncamento eterno”, alla distruzione eterna. (Matteo 24:3; 25:31-46) In seguito questi che formano il fondamento della “nuova terra”, gli eredi simili a pecore della terra paradisiaca, accoglieranno in mezzo a loro tutti quelli che verranno risuscitati dai morti in carne ed ossa sulla terra, e guideranno tutta quella carne risuscitata nell’unita adorazione del rivendicato Creatore dei “nuovi cieli” e della “nuova terra”. — Isaia 65:17; II Pietro 3:13.

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