BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • “Sentinella, che ne è della notte?”
    La Torre di Guardia 1980 | 1° dicembre
    • “Sentinella, che ne è della notte?”

      “Sentinella, che ne è della notte? La sentinella disse: Viene il mattino, e anche la notte”. — Isa. 21:11, 12, Versione del re Giacomo.

      1. In senso figurato, che cosa sta attraversando il mondo d’oggi, e c’è qualche motivo d’essere ottimisti sulla sorte di questo sistema di cose?

      IL MONDO sta attraversando una “notte”! Si sta avvicinando il più oscuro periodo di questa notte simbolica. Quale sarà l’aspetto delle cose allo spuntar del giorno resta da vedere. Ciò che turba sempre più l’umanità è il deteriorarsi degli affari umani in ogni aspetto della vita. La storia del mondo mostra che tutto ciò ebbe inizio con la prima guerra mondiale. Uomini politici, ecclesiastici, esponenti sociali ed economisti possono credere di intravedere alcuni raggi di luce e quindi darsi da fare per incoraggiare l’ottimismo. Ma non c’è alcuna valida ragione per essere ottimisti circa la sorte del vacillante sistema di cose.

      2. Cosa prova che l’arrivo di questa “notte” fu previsto, e in che modo fu richiamata l’attenzione pubblica sullo spuntar del “giorno”?

      2 L’arrivo di questa “notte” fu previsto decenni in anticipo. Lo dimostrano scritti disponibili che risalgono al secolo scorso. Fu previsto anche lo spuntare del “giorno” più luminoso di tutta la storia umana. Tutto ciò fu portato alla pubblica attenzione tramite discorsi e pubblicazioni stampate.

      3. Quale rivista, tuttora pubblicata, ne è una prova, e perché il suo titolo era appropriato alla sua missione?

      3 Ne è una prova una rivista che ha raggiunto ora una tiratura di milioni di copie per ciascun numero, in oltre cento lingue. Quando, nel luglio del 1879, uscì il primo numero, la rivista era chiamata “La Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo” (“Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence”). Quel primo numero era di otto pagine e di formato più grande di quello attuale. Aveva un’opportuna missione da compiere. Lo dimostra il fatto che il suo titolo conteneva le significative parole “Torre di Guardia”. Appropriatamente, quindi, sotto il titolo era riportata una significativa citazione dal più antico libro della terra: “Sentinella, che ne è della notte?” “Viene il mattino”. Quelle parole erano tratte dalla Sacra Bibbia, dalla profezia di Isaia, capitolo 21, versetti 11 e 12, secondo la Bibbia inglese del Re Giacomo o Authorized Version (AV). Nei tempi biblici le sentinelle venivano in genere appostate su una torre di guardia lungo le mura di una città fortificata. La posizione elevata consentiva un’ottima visuale. Gli editori della rivista si proponevano di servire come una classe di sentinelle. Tramite le colonne della rivista, gli editori fecero il possibile per rispondere alla domanda: “Sentinella, che ne è della notte?” Quell’avvincente domanda continuò a comparire sulla prima pagina della rivista fino al numero inglese del 15 dicembre 1938.

      4. A motivo di quali importanti avvenimenti del decennio successivo al 1870 si può dire che la Torre di Guardia fu pubblicata in un periodo inquietante?

      4 Quando il 1º luglio 1879 uscì il primo numero della rivista Torre di Guardia, con la modesta tiratura di 6.000 copie, la scena mondiale stava assumendo un aspetto inquietante. La guerra franco-tedesca del 1870 era terminata, e ne era emerso il Secondo Reich o impero germanico. Sarebbe iniziata una corsa agli armamenti fra l’impero britannico e il rivale germanico. Nel 1878 si era tenuto a Berlino il Congresso delle Nazioni per definire la questione orientale, che includeva la spartizione dell’impero turco fra gli imperi europei, in particolare la Gran Bretagna e la Russia. C’era quindi la minaccia di future ostilità fra le nazioni!

      5. Era quindi il tempo di fare quale ricerca, e, appropriatamente, quali caratteristiche assunse la prima pagina della Torre di Guardia dal 1º Gennaio 1895?

      5 Era davvero il tempo adatto per scrutare le profezie della Bibbia e vedere se avevano qualcosa da dire sul significato degli avvenimenti mondiali e sul loro esito. Appropriatamente, il 1º gennaio 1895 La Torre di Guardia cambiò la prima pagina, che da allora in poi riportò nella parte sinistra una torre di guardia che si ergeva sul mare in tempesta. In fondo alla pagina, sotto il nuovo disegno, comparivano in corsivo le seguenti parole tratte da Luca 21:25-31 (AV): “Sulla terra angoscia delle nazioni con perplessità; il mare e le onde (le persone agitate, scontente) muggiranno; il cuore degli uomini verrà meno per la paura e per l’aspettazione delle cose che staranno per venire sulla terra (la società); poiché le potenze dei cieli (il clericalismo) saranno scrollate. . . . Quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino. Guardate in alto, alzate la testa, rallegratevi, perché la vostra redenzione è vicina. — Luca 21:25, 28-31”.

      6. Perché il XX secolo si preannunciava emozionante per la classe della “sentinella”?

      6 Seguì la guerra ispano-americana del 1898, da cui l’impero spagnolo uscì rimpicciolito. Nel 1899 scoppiò nel Sud Africa la guerra boera, terminata con la vittoria dell’impero britannico. La corsa internazionale agli armamenti si fece più frenetica. L’invenzione dell’aeroplano rese possibile la guerra nei cieli. Inoltre erano già stati inventati efficaci tipi di sottomarini che vennero impiegati per scopi bellici. Così il XX secolo si preannunciava emozionante per la classe della “sentinella” che doveva riferire agli ansiosi indagatori. Questo in particolare perché la classe della “sentinella” attendeva la fine dei “tempi dei Gentili” nell’autunno del 1914. — Luca 21:24, AV.

      PERCHÉ LA DOMANDA ALLA “SENTINELLA”?

      7. La domanda rivolta alla sentinella va vista in quale contesto, come illustrano le parole successive?

      7 La domanda di Isaia 21:11 rivolta alla “sentinella” va vista in un contesto che presagisce guerra. Appresso si legge: “La dichiarazione contro la pianura del deserto: Nella foresta della pianura del deserto passerete la notte, o carovane di uomini di Dedan. Per andare incontro all’assetato portate acqua. O abitanti del paese di Tema, presentatevi a chi fugge con pane per lui. Poiché a causa delle spade son fuggiti, a causa delle spade tratte, e a causa dell’arco teso e a causa della gravezza della guerra. Poiché Geova mi ha detto questo: ‘Fra un anno ancora, secondo gli anni del lavoratore salariato, tutta la gloria di Chedar deve pure pervenire alla sua fine. E quelli che rimangono del numero degli uomini con gli archi, degli uomini potenti dei figli di Chedar, diverranno pochi, poiché Geova stesso, l’Iddio d’Israele, ha parlato’”. — Isa. 21:13-17.

      8. Anche il contesto che precede lo scambio di battute fra colui che aveva rivolto la domanda e la sentinella faceva presagire che cosa? Dove si trovava l’indagatore?

      8 In modo analogo, la “dichiarazione” che precede lo scambio di battute fra chi fece la domanda e la sentinella presagiva guerra. Ecco perché l’indagatore aveva ragione d’essere preoccupato. Dove si trovava questi? Evidentemente lungo il percorso di un conquistatore mondiale. Isaia 21:11 dice: “La dichiarazione contro Duma: C’è uno che mi chiama da Seir: ‘Guardia, che ne è della notte? Guardia, che ne è della notte?’”

      9. (a) Qual è il significato del nome del luogo contro cui è rivolta la dichiarazione, e come si applica? (b) Che relazione c’era fra Edom, gemello di Giacobbe, e Seir?

      9 Il nome del luogo contro cui è rivolta la dichiarazione è Duma, un nome che significa “Silenzio”. Evidentemente il nome era profetico, e prediceva che il luogo sarebbe sprofondato nel silenzio. Il nome non significa necessariamente che già vi regnasse il silenzio della desolazione e della morte. Duma può essere localizzata per il fatto che la domanda è rivolta alla sentinella da Seir, dal paese di Seir. Questo paese è associato all’Idumea, la terra di Edom. Questo potrebbe spiegare perché la Versione dei Settanta greca ha Idumea anziché Duma. Edom era il soprannome di Esaù, gemello maggiore di Giacobbe. Gli abitanti del paese di Edom erano nemici della nazione di Giacobbe, il popolo d’Israele.

      10. Perché i discendenti di Edom o Esaù giunsero a odiare la nazione consorella e a rallegrarsi della sua devastazione nel 607 a.E.V.?

      10 Il gemello maggiore di Giacobbe fu chiamato Esaù, che significa “peloso”, perché alla nascita era effettivamente tale. Il nome Seir significa “peloso o irsuto”, ma il paese che portava tale nome non era stato chiamato così a motivo di Esaù. I suoi discendenti avevano preso possesso del paese di Seir sconfiggendo gli abitanti indigeni. Esaù, o Edom, è rimasto famoso per aver venduto il diritto di primogenitura a Giacobbe. Geova, l’Iddio di Giacobbe, prese atto della vendita e conferì la benedizione divina all’acquirente, cioè Giacobbe. Per questa ragione Esaù odiò Giacobbe. Non sorprende quindi che, quando i babilonesi distrussero Gerusalemme nel 607 a.E.V., i discendenti di Esaù, gli edomiti, si rallegrarono della terribile calamità abbattutasi sulla nazione consorella, Israele. Quel disastro nazionale, insieme alla deportazione in Babilonia degli israeliti sopravvissuti, ebbe luogo nel secolo successivo alla profezia d’Isaia riguardo alla sentinella.

      11. Da dove proveniva la risposta, e, pertanto, Isaia cosa rappresenta oggi?

      11 Dove si trovava la sentinella a cui fu rivolta la domanda da colui che era nel paese edomita di Seir? La profezia in questione fu pronunciata da Isaia, che si trovava nel paese ancora libero di Israele. Perciò la risposta della sentinella proveniva dal paese d’Israele, indipendentemente da dove vennero a trovarsi gli israeliti al tempo dell’adempimento della profezia di Isaia. Quando fu pronunciata la profezia, Isaia rappresentava la sentinella costituita da Dio per dare la giusta risposta alla domanda. Isaia e i suoi figli avevano l’approvazione di Dio. Molto appropriatamente, quindi, Isaia prefigurò l’odierna classe della “sentinella”, il rimanente degli israeliti spirituali che hanno la promessa dell’eredità celeste. Questi son quelli che sono stati illuminati per quanto riguarda il significato dell’oscura condizione del mondo odierno.

      12. (a) Nel 1879, chi si offrì di prestare servizio come gruppo di sentinelle a beneficio della più ampia classe della “sentinella”? (b) Da dove doveva venire la loro risposta alla domanda che cominciava a essere suscitata, e quale fu tale risposta?

      12 Nel 1879 l’editore della rivista Torre di Guardia e i suoi collaboratori erano cristiani pienamente dedicati e battezzati. Si offrirono di prestare servizio come sentinelle a beneficio dei loro fratelli cristiani unti dallo spirito. Tutti insieme costituivano una più ampia classe della “sentinella”. Non potevano eludere la domanda che allora cominciava a essere suscitata, cioè: “Sentinella, che ne è della notte?” L’unica risposta degna di fiducia che potevano dare era quella che l’ispirata Parola di Dio aveva messo in bocca alla sentinella dell’antichità. La risposta era: “Viene il mattino, e anche la notte”. (Isa. 21:12, AV) Sì, secondo la prospettiva data da Geova Dio doveva arrivare un periodo più luminoso, il “mattino”. Questo avrebbe introdotto il millennio, il regno millenario del Messia di Geova, il suo glorificato Figlio Gesù. Ma prima doveva venire la “notte” dell’afflizione mondiale!

      13. (a) Come fu chiamata la serie di Studi sulle Scritture che cominciò a essere pubblicata nel 1886, e perché? (b) Perché l’indagatore del paese di Seir si preoccupava per la “notte” in cui si trovava il suo paese?

      13 Indubbiamente a motivo del promesso “mattino” che doveva introdurre il regno millenario di Cristo, la serie di Studi sulle Scritture che l’editore della Torre di Guardia cominciò a pubblicare nel 1886 fu chiamata “Aurora del Millennio”. Sotto quel titolo venivano citate le parole di Proverbi 4:18 (AV): “Il sentiero dei giusti è come la risplendente luce, che splende sempre più fino al giorno perfetto”. Ma era “la notte” ciò che preoccupava l’indagatore del paese di Seir. Ai giorni del profeta Isaia, l’eventuale oscurità della “notte” sul paese edomita di Seir non poteva che infittirsi. Questo perché il paese sarebbe venuto a trovarsi sotto il dominio di un nuovo conquistatore mondiale, favorevole non agli edomiti del Monte Seir, ma alla nazione consorella, Israele.

      14. Chi ha oggi la risposta giusta alla domanda sulla “notte” mondiale, ed è forse vietato rivolgere ulteriori domande?

      14 Oggi, oltre cent’anni dopo che la rivista Torre di Guardia cominciò a essere pubblicata, le persone di questo mondo che brancolano alla ricerca della luce continuano a rivolgere la pressante domanda: “Che ne è della notte?” L’unica ad avere la risposta giusta a quella domanda è la classe della “sentinella”. Questa classe non prova imbarazzo nel dare la risposta giusta, la risposta della Bibbia. È lieta di rispondere a ulteriori domande, proprio come si espresse la sentinella della profezia di Isaia: “Se volete domandare, domandate. Tornate!” — Isa. 21:12.

      15. Per quanto riguarda il rispondere a ulteriori domande, come si è mantenuta La Torre di Guardia, e quale messaggio concernente la “notte” ha continuato ininterrottamente a proclamare?

      15 A tal fine si è continuata a pubblicare finora la rivista Torre di Guardia. Proprio come una sentinella letterale deve rimanere sveglia in ogni istante al suo posto di guardia, così la rivista Torre di Guardia si è mantenuta desta e non ha saltato un numero da che fu pubblicata per la prima volta nel luglio del 1879. Questo nonostante la persecuzione mondiale contro la classe della “sentinella” durante le due guerre mondiali. Ha riferito sull’avanzare della “notte”, annunciando intrepidamente che l’oscurità raggiungerà l’apice nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in quello che la profezia biblica chiama Har-Maghedon. Così l’unta classe della “sentinella” continua ad assolvere il suo incarico di “proclamare . . . il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. — Riv. 16:14-16; Isa. 61:1, 2.

      LA DICHIARAZIONE DA CHE LA SENTINELLA STA DI GUARDIA

      16. Perché la “sentinella” dovette essere coraggiosa per annunciare la “dichiarazione” come ordinatole, e perché quella dichiarazione ha per noi più che un interesse secondario?

      16 La “sentinella” di Dio doveva essere coraggiosa e fedele per dichiarare a tutti quelli a portata d’orecchio quanto ordinatole. Non si trattava di una dichiarazione favorevole, ma di una dichiarazione di sventura nei confronti di quella che si sarebbe mostrata la più potente nazione del mondo fino ad allora. Ma presagiva cose buone per il popolo al quale apparteneva la sentinella, il popolo d’Israele, durante gli avvenimenti che avrebbero scosso il mondo in quel tempo. La questione rivestirebbe per noi un interesse secondario, se non fosse per il fatto che le cose indicate nell’avversa “dichiarazione” hanno il loro maggiore e finale adempimento sul mondo intero durante questo secolo piagato dalle guerre. Non possiamo quindi evitarne gli effetti, come non li poté evitare Isaia molto tempo fa.

      17, 18. A cosa si riferisce l’espressione “il deserto del mare” e quali potenze dominarono da quella zona?

      17 Il modo stesso in cui inizia il messaggio ispirato per bocca di Isaia è inquietante: “La dichiarazione contro il deserto del mare: Come gli uragani del sud che avanzano, viene dal deserto, da un paese tremendo”. — Isa. 21:1.

      18 La località indicata dall’espressione “il deserto del mare” si rivelò di importanza mondiale nella storia umana. La località è il territorio compreso fra i fiumi Eufrate e Tigri (Iddechel), entrambi menzionati in relazione con la creazione di Adamo, il primo uomo. (Gen. 2:14) Una volta i due fiumi si versavano separatamente in quello che oggi è chiamato Golfo Persico, e le due foci erano molto vicine. Nei periodi di piena, quando i fiumi straripavano, le pianure nel mezzo diventavano come un mare desolato, un “deserto del mare”, dando luogo a pantani acquitrinosi. Su questa zona, ai giorni del profeta Isaia, regnava l’Assiria, seconda potenza mondiale della storia biblica. Nel secolo successivo il suo posto sarebbe stato assunto da una potenza mondiale ancora più forte, la terza.

      19. Quella terza potenza mondiale cosa avrebbe recato sul popolo di Isaia, e oggi a chi interessa particolarmente la questione?

      19 La terza potenza mondiale sarebbe stata quella che avrebbe recato grande afflizione al popolo di Isaia. Naturalmente, ciò che le sarebbe accaduto sarebbe stato di notevole interesse sia per Isaia stesso, in qualità di sentinella, che per chiunque avesse servito da sentinella al tempo dell’adempimento dell’intera “dichiarazione contro il deserto del mare”. Ecco perché il suo odierno e definitivo adempimento interessa all’odierna classe della “sentinella” e a tutti quelli che fanno domande per essere guidati da ciò che la classe della “sentinella” vede.

      20. A cosa è paragonata la causa dell’incombente calamità e da dove è detto che proviene la forza distruttiva?

      20 All’orizzonte si stava addensando qualcosa di irresistibile e di travolgente “come gli uragani del sud”. Tali uragani erano noti per la loro violenza e distruttività. Le opere dell’uomo lungo il percorso degli uragani corrono il pericolo d’essere spazzate via. Il terrificante aspetto dell’incombente calamità è sottinteso dal fatto che, secondo quanto è detto, proviene “dal deserto, da un paese tremendo”. (Isa. 21:1) Il profeta Isaia, come un addetto al servizio meteorologico, alzò il segnale di pericolo per avvertire quelli che si trovavano lungo il percorso della tempesta affinché si preparassero al peggio.

      21. Nel nostro secolo, chi ha issato il segnale di pericolo, e in particolare chi è stato reso responsabile dall’avvertimento dato?

      21 In modo corrispondente, la classe della “sentinella” ha issato il segnale di pericolo, in particolare dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918. La rivista Torre di Guardia sopravvisse alla minaccia di estinzione in quel cruciale periodo, in cui la classe della “sentinella” subì in tutto il mondo una violenta persecuzione. La “sentinella” e il suo strumento, La Torre di Guardia, sono sopravvissute per continuare a diffondere l’avvertimento fino alle più distanti parti della terra. Le persone, e in particolare i loro capi, sono state avvertite. Sono responsabili!

      22. Fra breve, che specie di annuncio risuonerà, e perché allora una “grande folla” sarà felice?

      22 Fra breve la classe della “sentinella” farà udire ad alta voce uno sconcertante annuncio. Quando, all’improvviso, si udrà quel grido, felice sarà la speciale “grande folla” che avrà dato prontamente ascolto al segnale di avvertimento. — Riv. 7:9-15.

  • La sentinella disse: ‘Babilonia è caduta!’
    La Torre di Guardia 1980 | 1° dicembre
    • La sentinella disse: ‘Babilonia è caduta!’

      1. Perché dovremmo esaminare la “visione” descritta da Isaia?

      LA VISIONE di ciò che sta per accadere nell’immediato futuro è “dura”, terribile. Così si espresse il profeta Isaia già ai giorni dell’impero assiro, che dominava il mondo di quel tempo. La “visione” è troppo “dura” perché la esaminiamo anche noi? Ascoltiamo ciò che dice Isaia: “Una dura visione che m’è stata annunciata: Lo sleale si comporta slealmente, e lo spogliatore spoglia”. — Isa. 21:2.

      2. (a) Chi è lo “spogliatore”, e perché? (b) Verso chi fu particolarmente “sleale”, e perché?

      2 Anche se non è menzionato per nome, “lo sleale” si può identificare. Era l’antica Babilonia, che divenne la terza potenza mondiale. Acquistò triste fama per aver spogliato la città di Gerusalemme, compreso il Santissimo del tempio di Geova. È vero che Geova impiegò Nabucodonosor, imperatore di Babilonia, come suo “servitore” per disciplinare il regno di Giuda, ma Babilonia agì slealmente verso il popolo del patto di Geova. Non liberò mai gli esiliati ebrei perché tornassero nella terra data loro da Dio, anche se ormai erano prigionieri da quasi settant’anni. (Isa. 14:3-17) Ci volle il conquistatore dell’impero babilonese per aprire nell’anno 537 a.E.V. la via del ritorno a quei “prigionieri”. Giustamente quindi la “visione” rivelata alla sentinella Isaia era “dura” nei confronti di Babilonia, spogliatrice delle nazioni e in particolare del popolo dell’Iddio di Isaia.

      3. Che dire dell’odierna controparte di Babilonia in quanto a essere “sleale” e ‘spogliatrice’?

      3 Che dire dell’odierna controparte dell’antica Babilonia? Nei suoi rapporti con quei cristiani che sono in un patto con Geova Dio non è stata meno sleale per quanto riguarda gli insegnamenti del cristianesimo. Ha spietatamente spogliato quei cristiani che osservano i comandamenti di Geova Dio e assolvono il compito di recare testimonianza al Re intronizzato, Gesù Cristo. (Riv. 12:17) La cristianità si è distinta in quanto a comportarsi slealmente e a spogliare, in particolare dai giorni della prima guerra mondiale. Sarà specialmente lei a sentire l’effetto della “dura visione” quando si adempirà sul moderno impero della falsa religione, Babilonia la Grande. Ma Geova chi impiegherà per adempiere fra breve quella “dura visione”?

      4. In Isaia 21:2, a chi è ordinato di attaccare Babilonia, e perché i persiani non sono menzionati?

      4 Isaia fornisce la base per rispondere, dicendo: “Sali, o Elam! Poni l’assedio, o Media! Ho fatto cessare ogni sospiro a lei dovuto”. (Isa. 21:2, Traduzione del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971) Elam si trovava a est del fiume Tigri, e divenne parte di ciò che fu chiamato Persia, territorio oggi appartenente all’Iran.a La Media era la zona più vasta a est della valle mesopotamica. Circa 200 anni dopo la profezia di Isaia, Ciro (II) il Grande soggiogò i medi, dando al regno di Persia la supremazia sulla Media. Sua madre, però, e la maggioranza dei soldati del suo esercito erano medi. Questo Ciro è il Ciro o Kohresh predetto da Isaia sotto ispirazione divina. (Isa. 44:28–45:7) Al tempo della profezia di Isaia l’impero medo-persiano non era ancora sorto, e quindi i persiani non erano ancora saliti alla ribalta. Perciò solo Elam e la Media vennero menzionati per nome da Geova, che ordinò loro di attaccare Babilonia.

      5. In che modo Geova fece cessare “ogni sospiro a lei dovuto”, e in che modo i “prigionieri” furono lasciati liberi di tornare a casa?

      5 Sarebbero riusciti quegli attaccanti a cambiare la situazione del sud-ovest asiatico e del Medio Oriente? Sì, le successive parole di Isaia lo indicavano: “Ho fatto cessare ogni sospiro a lei dovuto”. Queste sono le parole di “Geova degli eserciti”, il Sovrano Signore dell’universo. Impiegando Elam e la Media come suoi strumenti, egli fece cessare “ogni sospiro” causato dall’oppressiva Babilonia. Supplicando Geova Dio di liberare gli israeliti dai loro aguzzini a cui non importava che gli israeliti marcissero nella prigionia, l’ispirato salmista disse: “Vengano i sospiri del prigioniero pure dinanzi a te. Secondo la grandezza del tuo braccio conserva quelli assegnati alla morte”. (Sal. 79:11-13; Isa. 14:17) Questa preghiera fu esaudita nel settantesimo anno dell’esilio degli ebrei a Babilonia, grazie a un decreto reale di Ciro il Grande. — Isa. 35:8-10.

      REAZIONE INDIVIDUALE ALLA CADUTA DI BABILONIA

      6, 7. Come descrive Isaia il terribile effetto che la caduta di Babilonia avrebbe avuto sugli individui coinvolti?

      6 La caduta della forte terza potenza mondiale nel 539 a.E.V., a beneficio in particolare del piccolo paese d’Israele, era naturalmente qualcosa di difficile da immaginare. Implicava un grande cambiamento nel corso della storia mondiale. Gli individui su cui la caduta dell’impero che aveva sede nel “deserto del mare” avrebbe influito avversamente erano destinati a soffrire. Tale effetto è descritto dalle parole di Isaia sulla “dura visione”:

      7 “Perciò i miei fianchi son divenuti pieni di penose doglie. M’hanno preso le stesse convulsioni, come le convulsioni di una donna che partorisce. Mi sono sconcertato così che non odo; mi sono turbato così che non vedo. Il mio cuore ha errato, un brivido stesso mi ha atterrito. Il crepuscolo di cui avevo desiderio m’è stato reso un tremore”. — Isa. 21:3, 4.

      8. Cosa illustrano le descrittive parole di Isaia circa la condizione dei capi religiosi della cristianità e del paganesimo alla caduta dell’impero mondiale della falsa religione?

      8 Quelle descrittive parole relative alla caduta della sleale terza potenza mondiale illustrano l’impatto sconcertante che la caduta dell’odierna controparte di Babilonia avrà sulla struttura religiosa del mondo. La sensibilità religiosa degli attuali babilonesi antitipici ne sarà ferita molto più che dal duro messaggio predicato dai testimoni di Geova in questo “tempo della fine” a partire dal 1914. (Dan. 12:4) Sacerdoti e altri funzionari religiosi della cristianità e del paganesimo rimarranno attoniti, storditi, quasi incapaci di vedere o udire ciò che starà avendo luogo. Il loro cuore non avrà requie, né avranno più fiducia nelle divinità che un tempo adoravano. La situazione, così orrenda da far rabbrividire, li terrorizzerà, in particolare perché la loro ipocrisia religiosa sarà smascherata. Il “crepuscolo” che in genere consente un po’ di agio e riposo al termine di una giornata lavorativa sarà per loro un oscuro tempo di tremore. Il giorno in cui hanno sviato e oppresso i membri delle loro organizzazioni religiose terminerà in modo spaventoso. Si contorceranno come donne che si tengono i fianchi dai dolori di parto.

      9. Quale comando di Geova provoca un improvviso cambiamento dello scenario svelato a Isaia?

      9 All’improvviso lo scenario svelato al profeta Isaia cambia come gli atti di un teatro. Egli ode il comando di Geova: “Si metta in ordine la tavola, si dispongano i luoghi dei posti, si mangi, si beva! Levatevi, principi, ungete lo scudo. Poiché Geova mi ha detto questo”. — Isa. 21:5, 6.

      10. Cosa descriveva quel comando divino e quando la situazione raffigurata raggiunse il massimo del disprezzo per Geova?

      10 Si tratta di una descrizione di quanto sarebbe avvenuto nel palazzo di Babilonia l’ultima notte del suo dominio mondiale. Vi è descritto vividamente il banchetto di Baldassarre, figlio dell’imperatore Nabonedo, allora assente. Migliaia di posti erano assegnati ai grandi di Babilonia. Si mangiava e si beveva a cuor leggero. Il massimo del disprezzo per Geova Dio fu raggiunto quando cominciarono a mangiare e a bere servendosi degli utensili che erano appartenuti al suo tempio fino al momento in cui i babilonesi avevano catturato Gerusalemme e ne avevano distrutto il tempio.

      11. Cosa fece miracolosamente Geova durante quell’empio banchetto di Baldassarre, e in che modo Daniele fece da interprete per l’occasione?

      11 Il banchetto di Baldassarre divenne quindi empio, perché chiamò in causa Geova. Egli fece quindi in modo che una mano scrivesse su un muro della sala del banchetto, dove il re poteva vederle, queste parole: “Mene, mene, techel e parsin”. Per decifrare queste parole in codice fu necessario chiamare il profeta ebreo Daniele. L’ultima parola della frase, parsin, è il plurale della parola caldea peres, e significa “divisioni”. Perciò, secondo l’interpretazione ispirata, Daniele disse: “PERES, il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani”. — Dan. 5:28.

      12. Cos’era lo “scudo” che i principi dovevano ungere, e cosa indicava il comando di ungere tale “scudo”?

      12 Come ricompensa, a Daniele fu data una veste reale e fu reso “il terzo” governante dell’impero. Ma questo non era l’adempimento del comando di Geova rivolto alla nobiltà babilonese: “Levatevi, principi, ungete lo scudo”. (Isa. 21:5) Non era nemmeno un comando rivolto ai principi perché ungessero gli scudi di guerra e combattessero contro gli assedianti di Babilonia. L’espressione “lo scudo” si applicava invece al capo regale della nazione. (Confronta Salmo 89:18). Cosa significava allora il comando di ‘ungere lo scudo’? Significava che il re Baldassarre stava per essere ucciso, cosa che avrebbe reso necessario che un altro assumesse la posizione di ‘secondo’ governante dell’impero babilonese. Ma l’insediamento di un nuovo “scudo” simbolico tramite unzione non ebbe mai luogo. La morte violenta di Baldassarre non lasciò in realtà il posto ad alcun successore della famiglia reale.

      13. Era forse stato vano il comando di Isaia 21:2, e la posizione appena conferita a Daniele rimase valida sotto il nuovo regime?

      13 Daniele 5:30, 31 dice: “In quella medesima notte Baldassarre il re caldeo fu ucciso, e Dario il Medo stesso ricevette il regno, avendo circa sessantadue anni”. Che fulmineo cambiamento nella scena politica mondiale! Non per nulla Geova aveva dato ordine: “Sali, o Elam! Poni l’assedio, o Media!” (Isa. 21:2) Quando Babilonia cadde in mano ai medi e ai persiani, Dario il Medo assunse il ruolo di ‘secondo’ governante di Babilonia. L’incarico appena ricevuto da Daniele come “terzo” governante di Babilonia non ebbe validità sotto il regime medo-persiano. Ma Daniele non fu ucciso con Baldassarre.

      14. Cosa presagisce la caduta dell’antica Babilonia, e come influirà questo su quelli coinvolti?

      14 La sorprendente caduta dell’antica Babilonia presagisce l’improvvisa caduta della sua controparte attuale, Babilonia la Grande. Essa coglierà alla sprovvista i fanatici religiosi del mondo. Perciò la sicurezza di quelli che credono nell’invincibilità dell’impero mondiale della falsa religione, e che quindi non si aspettano una sua caduta a breve scadenza, sarà bruscamente scossa!

      LA SENTINELLA RIFERISCE

      15. Cosa indica riguardo all’antica Babilonia e alla sua controparte il comando dato dopo la profetica descrizione del banchetto di Baldassarre?

      15 Ma perché Isaia preannunciò ciò che sarebbe accaduto al banchetto di Baldassarre in quella cruenta notte del 539 a.E.V.? Lo fece a motivo di ciò che doveva venire dopo, cioè un rapporto dell’eccezionale avvenimento al popolo del patto di Geova, popolo che si sarebbe rallegrato per la caduta della “sleale” Babilonia. Isaia 21:5, 6 spiega cosa sarebbe successo come conseguenza della caduta di Babilonia, dicendo: “Levatevi, principi, ungete lo scudo. Poiché Geova mi ha detto questo: ‘Va, poni uno di vedetta affinché annunci proprio ciò che vede’”. L’avvenimento doveva essere pubblicizzato in tutto il mondo! Anche la caduta di Babilonia la Grande occuperà il primo posto fra le notizie dei mezzi d’informazione!

      16. Cosa si può dire della “vedetta” di guardia nel caso dell’antica Babilonia e di quella di guardia nel caso di Babilonia la Grande?

      16 A Isaia fu detto di porre una “vedetta” che riferisse ciò che vedeva. Isaia non visse così a lungo da essere testimone oculare delle cose che aveva predette e di cui ci lasciò un racconto scritto. Perciò qualcun altro dello stesso popolo di Isaia avrebbe dovuto servire quale vedetta. Una simile vedetta è stata messa di guardia anche nei giorni che precedono l’imminente caduta di Babilonia la Grande. Si tratta della classe unta dallo spirito di Geova, la classe appropriatamente associata alla rivista che porta ancora il nome La Torre di Guardia. L’evidenza disponibile mostra che per mezzo di Gesù Cristo Geova Dio ha costituito questa classe come “vedetta”. Ha prestato servizio in questo incarico fino a questa inquietante ora della “notte”, le cui tenebre avvolgono il mondo intero. (Matt. 24:45-47) Cosa possiamo aspettarci che questa “vedetta” ci dica a tempo debito?

      17. Cosa vide la “vedetta”, e cosa rappresentava questo?

      17 La profezia di Isaia riguardo alla “vedetta” ci dice: “Ed egli vide un carro da guerra con un paio di destrieri, un carro da guerra di asini, un carro da guerra di cammelli. E prestò molta attenzione, in maniera assai attenta”. (Isa. 21:7) Quei carri si stavano evidentemente avvicinando con la rapidità dei veloci cavalli da posta persiani, e provenivano dal conquistato “deserto del mare”. C’erano probabilmente colonne di carri da guerra. La colonna di carri tirati da asini rappresentava le forze mede al comando di Dario il Medo. La colonna di carri tirati dagli animali più grandi, cammelli in grado di superare i cavalli, rappresentava le forze persiane al comando di Ciro il Grande.b Ciro il Persiano era infatti il comandante delle forze congiunte medopersiane. Non Dario il Medo, ma Ciro il Persiano fu il conquistatore che Geova, tramite Isaia, predisse che avrebbe chiamato per nome. Geova Dio avrebbe aperto dinanzi a Ciro le porte metalliche di Babilonia, permettendogli di penetrare lungo il letto del fiume Eufrate e irrompere così nella città di Babilonia, protetta da imponenti fortificazioni. — Isa. 44:27—45:4; confronta Daniele 8:1-4, 20.

      18. Secondo Isaia 21:8, 9, che specie di sentinella sarebbe stata la “vedetta”, ed è stato così?

      18 La vedetta di guardia si sarebbe mostrata una sentinella fedele e attendibile? Isaia 21:8, 9 lo indica dicendo: “E chiamava come un leone: ‘Sulla torre di guardia, o Geova, io sto di continuo di giorno, e al mio posto di guardia sono in piedi tutte le notti. Ed ecco, ora, viene un carro da guerra di uomini, con un paio di destrieri!’” Rimase ben desta al suo posto fino a che i suoi occhi scrutatori non videro ciò che aveva lungamente atteso. In modo simile, l’odierna classe della “sentinella” ha ‘ruggito’ intrepidamente, al fine di assolvere la missione datale da Dio, servendosi delle riviste Torre di Guardia e di altre pubblicazioni teocratiche e conferenze pubbliche. Grazie all’inesauribile potenza di Geova continuerà a farlo fino al momento in cui potrà proclamare l’annuncio tanto atteso.

      19. Cosa mostra se la sentinella capì correttamente il significato dell’avvicinarsi dei carri da guerra?

      19 La sentinella capì l’importanza dei carri da guerra che vedeva dalla torre di guardia su cui si trovava. In base al tempo stabilito da Geova — settant’anni di desolazione per il paese di Giuda — e in base alle profezie fatte dall’esiliato Daniele prima dell’empio banchetto di Baldassarre del 539 a.E.V., la sentinella fu in grado di interpretare correttamente l’ininterrotto susseguirsi di carri non babilonesi. “Ed egli”, afferma Isaia 21:9b, “prendeva la parola e diceva: ‘È caduta! Babilonia è caduta, e tutte le immagini scolpite dei suoi dèi egli ha spezzate a terra!’”

      20. Perché non furono gli ebrei esiliati a Babilonia a infrangere le immagini scolpite dei suoi dèi, e chi fu a farlo?

      20 L’iconoclasta di cui si parla è Geova l’unico vivente e vero Dio, l’Iddio geloso che ‘esige esclusiva devozione’. (Eso. 20:5) Lasciando che i medi e i persiani, che non adoravano gli dèi babilonesi, conquistassero Babilonia, Geova mostrò la falsità degli dèi idolatrici della terza potenza mondiale, la loro inesistenza. Non furono gli ebrei esiliati a Babilonia a sollevarsi in una rivolta e a rovesciare la terza potenza mondiale; Geova loro Dio non li autorizzò e non comandò loro di farlo. Si servì invece di Dario il Medo e di Ciro il Persiano per provocare la caduta dell’idolatra Babilonia dal ruolo di potenza mondiale. (Dan. 2:32, 36-38) Non fu quindi la “sentinella” a causare la caduta della “sleale” Babilonia. La “sentinella” si limitò a testimoniare la caduta, a rivendicazione di Geova come Dio di profezia e Sovrano Signore.

      21. Quale annuncio simile a quello proclamato dalla “sentinella” della profezia d’Isaia dev’essere ancora fatto?

      21 Un annuncio d’importanza universale come quello della “sentinella” della profezia d’Isaia è predetto per il nostro tempo. L’apostolo cristiano Giovanni, che visse sino alla fine del I secolo, ebbe una visione di chi faceva l’annuncio, e scrisse: “Vidi un altro angelo che scendeva dal cielo, con grande autorità; e la terra fu illuminata dalla sua gloria. Ed egli gridò con forte voce, dicendo: ‘È caduta! Babilonia la Grande è caduta, ed è divenuta luogo di dimora di demoni e luogo di rifugio d’ogni esalazione impura e luogo di rifugio d’ogni uccello impuro e odioso!’” — Riv. 18:1, 2.

      22. Chi sarà a ridurre in rovina Babilonia la Grande, e di quale strumento si servirà?

      22 Il più grande Ciro, il glorificato Signore Gesù Cristo, è Colui che provocherà l’imminente caduta letterale di Babilonia la Grande, che diverrà quindi un luogo desolato. Per quanto oggi i cristiani testimoni di Geova possano predicare a tutto spiano e in tutto il mondo il regno di Geova e il suo giorno di vendetta, di per sé questo non recherebbe mai il crollo dell’impero mondiale della falsa religione. Essi attendono ansiosamente il tempo in cui potranno annunciare che Babilonia la Grande è caduta. (Riv. 18:2) Poiché il più grande Ciro non impiegherà i suoi pacifici discepoli sulla terra per rovesciare Babilonia la Grande, il capitolo 17 di Rivelazione mostra che egli si servirà di uno strumento raffigurato da una bestia selvaggia di colore scarlatto e con dieci corna. Le sue sette teste rappresentano le sette potenze mondiali della storia biblica. La meretrice internazionale, Babilonia la Grande, salì in groppa a questa simbolica bestia del XX secolo quando, dopo la prima guerra mondiale, fu formata la Lega delle Nazioni.

      23. Contro chi si volgeranno allora con tutte le loro forze i sostenitori della simbolica bestia, e cosa farà il più grande Ciro?

      23 Finora Babilonia la Grande ha cavalcato le Nazioni Unite, succedute alla Lega, ma fra breve i sostenitori politici delle Nazioni Unite si stancheranno di essere dominati dall’impero mondiale della falsa religione e se lo scrolleranno di dosso, distruggendolo. Poi, dopo che la “sentinella” avrà gridato: “Babilonia la Grande è caduta!” essi si volgeranno con tutta la loro ira contro i sopravvissuti cristiani testimoni di Geova. A questo punto il più grande Ciro, Gesù Cristo, il “Re dei re”, interverrà distruggendo gli ex sostenitori delle Nazioni Unite nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. L’unta classe della “sentinella” di Geova e la “grande folla”, che ha agito secondo le informazioni trasmesse da quella “sentinella” composita, sopravvivranno, sotto la protezione divina, a quella guerra finale, a rivendicazione di Geova Dio quale Sovrano del cielo e della terra.

      24. In che senso l’antico Israele era “figlio” dell’aia di Geova, e a quale simile trebbiatura si porrà fine fra breve? In che modo?

      24 I settant’anni d’esilio a Babilonia disciplinarono gli ebrei esiliati come se fossero stati “trebbiati”. In senso simbolico, formavano il “figlio” dell’aia di Geova. Dopo la caduta di Babilonia, quella ‘trebbiatura’ disciplinare doveva cessare. Riferendosi a ciò, Isaia 21:10 dice in tono compassionevole e confortante: “O miei trebbiati e figlio della mia aia, ciò che ho udito da Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, vi ho dichiarato”. In modo simile, a Babilonia la Grande è stato permesso di ‘trebbiare’ i fedeli testimoni di Geova. Ma una volta caduta nella distruzione, qualsiasi ‘trebbiatura’ da parte sua cesserà. I suoi ex amanti politici cercheranno di prolungare la trebbiatura. Come ricompensa, essi stessi saranno trebbiati nella distruzione sulla simbolica aia di Geova. — Riv. 14:14, 15; Gioe. 3:13-16; Mic. 4:12, 13.

      25. Tenendo conto dell’imminente caduta di Babilonia la Grande, perché questo è più che mai il tempo in cui il “popolo” di Geova deve far risuonare il suo comando, e in vista di che cosa?

      25 Tenendo conto dell’imminente caduta di Babilonia la Grande, ora è più che mai tempo che la classe della “sentinella” e la “grande folla” facciano risuonare il comando divino: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. (Riv. 18:4) Sì, è necessario ‘uscire da essa’, non per unirsi ai suoi amanti politici o alle forze empie e irreligiose di questo mondo, ma per entrare a far parte del dedicato “popolo” di Geova. (Ger. 51:45) Agite ora in armonia con la “dichiarazione” di Isaia “contro il deserto del mare”. — Isa. 21:1-10.

      26. Per che cosa dobbiamo ringraziare “Geova degli eserciti”, e quale splendida speranza hanno quelli che prestano ascolto?

      26 Siano dunque rese grazie a “Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele”, per aver suscitato una classe della “sentinella” e per averle affidato tale meraviglioso annuncio da far risuonare in lungo e in largo! Tutti quelli che prendono a cuore l’annuncio affidatole da Dio nutrono la splendida speranza di sopravvivere all’orribile “notte” di questo mondo e di vedere il luminoso “mattino” del giusto nuovo sistema di cose sotto il regno del più grande Ciro, Gesù Cristo, il Liberatore. Questo sarà motivo di allegrezza e di lode per “Geova degli eserciti”, nostro Sovrano Signore.

      “Io sono il Divino e non c’è nessun altro Dio, né alcuno simile a me; Colui che annuncio dal principio il termine, e da molto tempo fa le cose che non sono state fatte. . . . L’ho pure proferito; lo farò anche avvenire”. — Isa. 46:9-11.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi