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Le leggi religiose possono spingere a ubbidire?Svegliatevi! 1979 | 22 dicembre
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“Tutte le nostre istituzioni, la chiesa, la legge e le corti vengono contestate. Si chiede un cambiamento”. Riguardo ai rapidi cambiamenti sociali che hanno influito sul modo di considerare la legge, ha detto: “Non ho mai ritenuto che la legge fosse un trastullo per giudici e avvocati. Il suo solo scopo è di servire il pubblico, la legge riguarda tutti. Ma bisogna ricordare che la legge è un riflesso dello spirito della popolazione che vuole proteggere”. E ha detto inoltre che “chi ha il compito di amministrare la giustizia in Canada ha unanimità di fini ma non unanimità di opinioni sul modo di conseguire l’obiettivo finale: l’eliminazione della delinquenza”.
Colpite anche le religioni non cristiane
Che dire delle religioni non cristiane? Si trovano forse in condizioni migliori in quei paesi dove per tradizione sono forti e dove sono state il principale elemento nella vita morale? In India, sotto la legge indù, le pene erano severissime alcuni anni fa, eccetto per chi era della casta dei bramini, che ricevevano pene molto più leggere di quelle inflitte alle persone di caste inferiori. Ma sotto l’influenza britannica le cose cambiarono, sebbene la coscienza delle masse sia ancora offuscata da questioni di religione, casta, sesso, ricchezza e opportunità. È difficile indurre la gente in generale a cooperare per l’applicazione della legge.
Un’altra religione che ha esercitato un forte controllo su milioni di persone è la religione musulmana o islamica. Infatti, prima del dominio britannico in India essa aveva un forte ascendente in quel paese. In gran parte del mondo arabo legge e governo si basano ancora principalmente su di essa. La legge islamica è una forza che potrebbe porre fine alla delinquenza?
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La legge islamica porrà fine alla delinquenza?Svegliatevi! 1979 | 22 dicembre
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La legge islamica porrà fine alla delinquenza?
I primi risultati evidenti nell’Iran
LE RIVOLUZIONI e i movimenti per la libertà in atto in tutto il mondo hanno portato alla ribalta le leggi delle nazioni che si trovano in difficoltà. In particolare la legge islamica è stata oggetto di discussione nei giornali dopo la recente caduta dello scià dell’Iran. Su questo punto, The Wall Street Journal osserva:
“L’islam è in cammino in tutto il mondo musulmano. Influisce sul governo nell’Iran, nel Pakistan, in Algeria, in Tunisia, in Libia e altrove. . . . La legge islamica ‘sharia’ del taglione viene applicata nel Pakistan e nell’Abu Dhabi. . . . Anche la costituzione [dell’Algeria] dà risalto al fatto che è ‘uno stato islamico’”.
I discorsi dell’Ayatollah Ruhalla Khomeini, leader rivoluzionario dell’Iran, rivelano che il nuovo governo rivoluzionario non è un governo politico retto da assemblee popolari o da un sistema parlamentare. È in primo luogo un governo religioso. Nel “Governo islamico”, una raccolta di conferenze tenute da Khomeini nel 1970, egli descrive la differenza:
“Il governo islamico è un governo basato sulla legge divina. . . . La differenza tra governo islamico e governo costituzionale — monarchico o repubblicano — sta nel fatto che, in quest’ultimo sistema, sono i rappresentanti del popolo o del re a fare e promulgare leggi. Mentre l’effettiva autorità di fare leggi spetta esclusivamente a Dio. . . . Dato che il governo islamico è un governo di diritto, è l’esperto religioso (faqih) e nessun altro a doversi occupare degli affari di governo. È lui che deve svolgere tutte le funzioni che furono svolte dal Profeta (lo stesso Maometto), non aggiungendovi né sminuendole nella più piccola misura. Dovrebbe applicare le punizioni canoniche, come fece il Profeta, e dovrebbe governare secondo la rivelazione di Dio”.
Molti (soprattutto non musulmani) fanno queste domande: Può un governo puramente islamico funzionare e sopravvivere in un mondo moderno? Può adattarsi alla moderna tecnologia e alle relazioni internazionali? I musulmani dicono di sì. Sebbene l’Iran fosse una nazione materialista, avendo adottato molte usanze occidentali e avvalendosi delle sue moderne invenzioni, il musulmano pensa di poterne fare a meno se corrompono il modo di vivere islamico. È corretta questa previsione?
Questa domanda è sorta quando Khomeini ha interpretato la legge musulmana riguardo all’abbigliamento femminile. Delle donne che occupano i “ministeri islamici”, ha detto: “Le donne che lavorano in questi ministeri non devono andare nude. Non c’è nulla di male se le donne lavorano. Ma devono vestire secondo le norme religiose”.
“In molti circoli”, riferiva il Times di New York in un dispaccio dell’8 marzo, “le dichiarazioni del leader religioso sono state prese come un comando alle donne musulmane di portare il velo da capo a piedi secondo l’usanza ortodossa. Oggi, Giorno Internazionale della Donna, ci sono state varie dimostrazioni nella capitale per protestare contro l’interpretazione dell’Ayatollah Khomeini. Sotto la neve sferzante, oltre 6.000 donne, molte in blue-jeans o in abito occidentale e stivali, hanno inscenato una marcia di quattro ore dall’università di Teheran al ministero di Bazargan [il primo ministro]. Alcune cantavano: ‘All’alba della libertà, manca la libertà’”.
Gli iraniani si sentiranno più liberi, più felici, se la legge islamica sarà applicata in tutta la sua severità, come propugna Khomeini? “Non c’è posto”, ha detto, “per le opinioni o i sentimenti nel sistema di governo islamico; piuttosto, il Profeta e gli imam (capi musulmani) e il popolo seguiranno il desiderio di Dio e le sue leggi . . . Vogliamo un governatore disposto a tagliare la mano a suo figlio se ruba, e a fustigare e lapidare il suo parente prossimo se commette fornicazione”.
Dato che nel mondo la maggioranza delle nazioni sono divenute più indulgenti — in certi luoghi troppo indulgenti — nell’infliggere le pene per i reati, saranno possibili relazioni commerciali e scambi turistici veramente amichevoli con gli altri paesi? Ci sarà ulteriore agitazione fra gli stessi iraniani? Khomeini teneva conto di questo fatto quando ha detto:
“[I riformatori islamici] gridano: ‘Guai all’islam’, quando stabilisce la pena di 80 frustate per il bevitore di vino, o di 100 frustate per il fornicatore di cattiva fama, o quando richiede di lapidare il fornicatore o la fornicatrice di precedente buona reputazione”.
Da che la rivoluzione ha avuto successo, sembra che si cominci ad applicare la legge islamica. Un dispaccio datato Teheran, Iran, 25 febbraio 1979, dichiarava:
“Un ladro che aveva fatto irruzione nella casa di una vedova di Zenjan, a nord-ovest di Teheran, ha ricevuto 25 frustate nella piazza principale dopo che i locali capi islamici avevano stabilito la condanna. Al principio della settimana due uomini, di 20 e 22 anni, hanno ricevuto 80 frustate ciascuno per aver bevuto alcool a Kerman, nell’Iran sudorientale”.
In un comunicato che portava la data del 6 marzo, il Timesa di New York riportava: “Ieri sera a tarda ora, per la prima volta, ci sono state esecuzioni per violazioni della legge musulmana. Sette uomini sono stati fucilati in due casi relativi a stupro di giovani. In un caso, anche la presunta vittima dello stupro, un giovane di 16 anni, ha ricevuto 100 frustate. La Corte rivoluzionaria non ha spiegato perché è stata punita la presunta vittima”.
Anche altri governi, non musulmani, infliggono pene più severe nel tentativo di arginare l’ondata di criminalità. Queste pene possono sembrare esagerate e fuori luogo a certuni. Ma essi vorranno notare che, d’altra parte, quando è stata mostrata troppa indulgenza ai criminali, è sorto un problema simile o peggiore. Cosa possiamo dunque dire di usare la legge come mezzo per scoraggiare la delinquenza, e c’è qualche modo in cui potrà essere completamente eliminata?
[Nota in calce]
a 7 marzo 1979, pag. A8.
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Si può eliminare la delinquenza con le leggi?Svegliatevi! 1979 | 22 dicembre
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Si può eliminare la delinquenza con le leggi?
Una lezione insegnata dalla legge mosaica
IL DIRITTO PENALE varia notevolmente da una parte all’altra del mondo. Tuttavia c’è una generale somiglianza nel suo contenuto per quanto riguarda ciò che si considera reato e la relativa gravità dei reati. Sebbene Dio desse la legge mosaica a Israele e non alle altre nazioni, molte leggi delle nazioni rispecchiano i principi della legge mosaica. La loro somiglianza è dovuta in parte al fatto che alcuni governi hanno effettivamente attinto alla legge mosaica.
Anche quegli ordinamenti giudiziari che non sono stati influenzati dalla legge data alla nazione d’Israele presentano delle somiglianze per il fatto che, come spiega l’apostolo Paolo, “tutte le volte che persone delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, queste persone, benché non abbiano la legge, sono legge a se stesse. Esse sono le medesime che dimostrano come le cose della legge siano scritte nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati o scusati”. — Rom. 2:14, 15.
Un esame delle pene stabilite dalle leggi dei governi per specifici reati in un’estesa parte della terra rivela che l’omicidio è considerato quasi sempre un reato gravissimo,
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