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  • I “ministri del nostro Dio”, pionieri di un’essenziale opera di restaurazione
    La Torre di Guardia 1978 | 1° dicembre
    • sofferenza”. — Ebrei 2:10, Revised Standard Version (RS); anche Moffatt.

      19 Inoltre: “Guardiamo Gesù il pioniere [archegós] e perfezionatore della nostra fede, che per la gioia che gli fu posta dinanzi sopportò la croce, disprezzando la vergogna, e si sedette alla destra del trono di Dio”. — Ebr. 12:2, RS; Mo.

      20. In che modo Gesù divenne “il pioniere”, oltre che il perfezionatore, “della nostra fede”?

      20 Così viene dichiarato che per i suoi discepoli Gesù è un “pioniere”, il pioniere della vita, il pioniere della salvezza, il pioniere della nostra fede. Egli ha avverato centinaia di profezie bibliche concernenti il Messia o Cristo. In tal modo ha introdotto nella nostra fede verso Geova Dio un elemento nuovo ed essenziale. Quindi è divenuto il pioniere della fede completa che ora i veri cristiani hanno. Correttamente, dunque, è chiamato “il pioniere . . . della nostra fede”. (Ebr. 12:2, RS; Gal. 3:24, 25) Nello stesso tempo la nostra fede riguardo al Messia di Geova trova in Gesù Cristo il suo perfezionamento o completamento. La fede dei Giudei che respinsero Gesù Cristo e che continuarono ad attenersi solo alla legge mosaica rimase incompleta.

      “Grossi alberi di giustizia”

      21. In seguito alle apparizioni di Gesù ai suoi discepoli e al conforto che diede loro dopo la sua risurrezione, fino a che punto dovevano crescere spiritualmente?

      21 Per edificare la fede dei suoi discepoli Gesù Cristo apparve loro molte volte nei 40 giorni dopo la sua risurrezione. Egli confortò quelli che facevano lutto per il Messia in cui avevano sperato. Cosa accadde a quelli che furono confortati dal risuscitato Gesù Cristo? Secondo la profezia di Isaia 61:1-3, l’unto Gesù doveva “assegnare” loro “un’acconciatura per il capo invece di cenere, olio d’esultanza invece di lutto, manto di lode invece di spirito abbattuto”. Come risultato avrebbero avuto una crescita spirituale per cui sarebbero stati chiamati “grossi alberi di giustizia, la piantagione di Geova, perché egli sia abbellito”.

      22. Come si dovevano intendere le parole “acconciatura”, “cenere”, “olio” e “manto” della profezia di Isaia, e come si addicevano ai discepoli dalla Pentecoste in poi?

      22 Non ci è detto se qualcuno degli apostoli o dei discepoli di Gesù si fosse messo cenere sul capo e si fosse vestito di sacco. Evidentemente le espressioni profetiche “acconciatura”, “cenere”, “olio” e “manto” avevano un significato simbolico. Le apparizioni di Gesù dopo la sua risurrezione cambiarono senz’altro i sentimenti dei discepoli al riguardo. Ah, sì, ma il giorno di Pentecoste che seguì, il Sovrano Signore Geova impiegò suo Figlio Gesù Cristo per versare spirito santo sui discepoli in attesa a Gerusalemme. Come manifestazione dello spirito versato, miracolose fiamme di fuoco si posarono sulla loro testa. Questa manifestazione fu solo temporanea e non fu la permanente “acconciatura” predetta nella profezia d’Isaia. Piuttosto, la loro testa fu coronata con la gioia dell’approvazione divina, simile alla gioia dello sposo sacerdotale nel giorno delle nozze. (Isa. 61:10) Era come se fosse stato versato sulla loro testa olio lenitivo, che li aveva ristorati fino al punto di farli esultare. Non avevano più lo spirito abbattuto, e le lodi di Geova Dio li identificavano come con un “manto di lode”. Coloro che videro lo spettacolo della Pentecoste dissero: “Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle magnifiche cose di Dio”. — Atti 2:1-11.

      23. (a) In che specie di opera Gesù fu un pioniere per i suoi discepoli? (b) Con l’unzione ricevuta per mezzo di lui, quale incarico fu affidato ai discepoli?

      23 Oggi cosa deduciamo da tutto ciò? Questo: che, in armonia con la propria unzione, Gesù Cristo fu il pioniere di un’opera di restaurazione verso quelli che divennero suoi discepoli. Geova lo impiegò per versare lo spirito santo sui suoi discepoli battezzati, affinché coloro che ricevevano lo spirito santo divenissero a loro volta unti con lo spirito del Sovrano Signore Geova. (2 Cor. 1:21; 1 Giov. 2:20, 27) Anch’essi ricevettero l’incarico di dichiarare la “buona notizia” ai “mansueti” della nazione d’Israele, proclamare la libertà ai prigionieri e confortare tutti quelli che facevano lutto su Sion. In tal modo potevano aiutare quelli che essi confortavano e liberavano a esultare per “l’anno di buona volontà da parte di Geova” e a lodarlo per averli riportati nel suo favore e al suo servizio mediante i suoi unti.

      24. Dalla Pentecoste in poi, in che modo la condizione spirituale dei discepoli di Gesù fu ornata in modo simile a com’era ornato il Paradiso, e chi doveva esserne abbellito?

      24 Per quelli che ne furono unti il versamento dello spirito fu di importanza capitale. Invece d’essere come fragili piante che appassiscono per mancanza di nutrimento, divennero come “grossi alberi di giustizia” che solo Geova poteva piantare e far crescere mediante Cristo. L’originale “Paradiso di delizia” era ornato con alberi di varie specie. (Gen. 2:7-9) Ma dalla Pentecoste in poi Geova piantò “grossi alberi” nella condizione spirituale del suo popolo dedicato che i nemici avevano devastata e resa desolata. Tali simbolici “grossi alberi” erano i vigorosi, saldi, inamovibili cristiani che si levarono in alto per la giustizia di Geova Dio. Egli, che li aveva piantati, fu “abbellito” dalla loro presenza nella congregazione cristiana di recente istituzione.

      25. Quale obbligo assunsero quelli che furono battezzati alla Pentecoste, e di quale opera dovevano essere pionieri?

      25 Il giorno di Pentecoste, oltre alla congregazione originale di circa 120 discepoli, migliaia d’altri furono unti dopo essersi pentiti, avere accettato il Messia ed essere stati battezzati in acqua dai 12 apostoli. (Atti 2:37-42) Anche questi assunsero gli obblighi dell’unzione con lo spirito di Geova mediante Cristo. Il loro Capo, Gesù, aveva aperto loro la via per ottenere fede perfetta e vita e salvezza. Essi divennero “ministri del nostro Dio”. (Isa. 61:6) Come tali, dovevano ora aprire la via ad altri ancora che desideravano stringere una relazione con Dio per essere riconciliati con lui mediante Cristo. (2 Cor. 5:20) In questo modo avrebbero avuto una parte gioiosa nell’opera divina di restaurazione.

  • Odierni “ministri del nostro Dio” e loro aiutanti
    La Torre di Guardia 1978 | 1° dicembre
    • Odierni “ministri del nostro Dio” e loro aiutanti

      1. Qual è il più grande servizio pubblico reso oggi all’umanità, e come sono chiamati profeticamente quelli che vi partecipano?

      LA DIVINA OPERA di restaurazione e riabilitazione spirituale è il più grande servizio pubblico reso oggi all’umanità. Quelli che Dio impiega come suoi servitori pubblici in quest’opera non sono uomini politici, ma sono quelli profeticamente chiamati “ministri del nostro Dio”. (Isa. 61:6) Il loro Capo e Modello fu il principale Servitore pubblico di Geova Dio. Fu Gesù Cristo, che 19 secoli fa, quando fu sulla terra, compì a favore del povero genere umano una straordinaria opera di riabilitazione.

      2. Perché Gesù e gli apostoli non si impegnarono in una letterale restaurazione del paese di Palestina?

      2 A quell’epoca il ministero pubblico di Gesù Cristo e dei suoi apostoli non portò alla restaurazione letterale del paese di Palestina in cui predicavano la buona notizia del regno di Dio. Questo sarebbe stato inutile, poiché l’unto Gesù insegnò ai suoi apostoli che sui Giudei

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